Bushkov_Gringolts | Stagione 19_20

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registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

concerto fiorentino trasmesso in differita da Rete Toscana Classica con il contributo di


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PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ

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PRIMA PARTE

Concerto in re maggiore per violino e orchestra op.35 Allegro moderato Canzonetta - Andante Finale - Allegro vivacissimo

SECONDA PARTE

LUDWIG VAN BEETHOVEN Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 Pastorale Risveglio di liete sensazioni all’arrivo in campagna: Allegro ma non troppo Scena presso il ruscello: Andante molto mosso Allegra riunione di contadini: Allegro Temporale: Allegro Canto Pastorale; sentimenti di gioia e di ringraziamento dopo la tempesta: Allegretto

lun_11 novembre 2019 / ore 21:00 PIOMBINO, TEATRO METROPOLITAN mar_12 novembre 2019 / ore 21:00 FIRENZE, TEATRO VERDI


COSA ASCOLTEREMO QUESTA SERA

“Forse nell’ombra già si aggirano giganti, che ancora ignoriamo, pronti a sedere sulle spalle di noi nani.” Umberto Eco Due sole composizioni in programma - una per tempo - che in qualche modo aprono e chiudono lo stesso secolo, l’Ottocento. Si tratta di un repertorio decisamente familiare anche a chi non ha l’abitudine di frequentare le sale da concerto. Tre russi sono i protagonisti della prima parte: Pëtr Il’ič Čajkovskij il compositore, Evgeny Bushkov il direttore e Ilya Gringolts lo straordinario solista. Il primo ha soggiornato numerose volte a Firenze nell’arco di dodici anni a partire dal 1878, lo stesso anno cioè di composizione del Concerto per violino e orchestra op.35 ■ che ascolteremo stasera. Di questa città si innamorò e fu proprio in riva all’Arno che compose, in soli 44 giorni, La dama di picche. Era il marzo del 1890. Pochi giorni dopo sarebbe partito per non tornare mai più se non con il pensiero e la musica (il famoso sestetto per archi Souvenir de Florence, composto in Russia, è proprio dell’estate di quell’anno). Buskon e Gringolts si conoscono, ma

questa è la prima volta che suonano insieme e per entrambi è un debutto con l'ORT. “Questo concerto l’avrò diretto almeno un centinaio di volte sottolinea Bushkov - ma non ne darò una mia interpretazione. Quando si lavora con un solista la nostra funzione è di accompagnare e seguire, niente di più”. Il concerto, molto bello e tecnicamente impegnativo, ci ricorda quanto incredibile possa essere che un autore, un uomo così tormentato, possa aver scritto pagine di tale straordinaria bellezza. Čajkovskij è personaggio dell’800 ma la sua opera è già una porta aperta sul nuovo secolo. Appoggiato sulle spalle di quello che lo ha preceduto ha dentro qualcosa che va oltre, un’eredità che sviluppata si sarebbe proiettata nel Novecento. La Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 Pastorale ■ di Ludwig van Beethoven è del 1808. Napoleone, già imperatore, in quell’anno occupa Roma e muove guerra alla Spagna.

Timeline | La vita | Le opere 1700

1800


Ritratto di Monsieur Bertin olio su tela (1832) Jean A. Dominique Ingres Museo del Louvre - Parigi

Il Congresso di Vienna è ancora lontano. È con Beethoven che nasce l’idea di musica classica che noi abbiamo ereditato e che ancora oggi usiamo. Prima di lui c’era qualcosa che non veniva certamente chiamata “classica” dai contemporanei dell’epoca, che non c’entrava niente con il romanticismo, che non era ancora pagata dai borghesi e che era sentita da pochissimi. Il pubblico infatti restava quello selezionatissimo dei saloni di palazzo e dei teatri di corte e i musicisti rimanevano (fatte ovviamente le debite eccezioni) degli impiegati se non dei servi. Una forma musicale che potremmo definire piuttosto sobria e intellettualistica. Beethoven fu in pratica il primo a comporre simultaneamente per l’aristocrazia settecentesca e per la ricca borghesia del primo Ottocento. In equilibrio su una invisibile linea di demarcazione, quasi un passaggio di testimone dal potere aristocratico a quello borghese.

1900

Questa almeno è la tesi espressa da Alessandro Baricco nel suo famoso saggio del 2006 I barbari. I vincitori di quella battaglia epocale vengono sintetizzati visivamente dal ritratto di Louis-François Bertin dipinto da Ingres, ovvero la borghesia ottocentesca nell’epoca del suo trionfo. “C’è da chiedersi se sarebbero mai stati così i capelli di quest’uomo se la criniera leonina di Beethoven non avesse sdoganato per sempre la trasandatezza sprezzante di chi aveva fatto fuori le parrucche”. Eccolo qua l’uomo borghese per cui furono perfezionate le idee di anima e di spiritualità romantica, quelle che ancora oggi noi difendiamo. Se volessimo trovare un tratto in comune tra le due opere eseguite questa sera lo potremmo tirar fuori proprio dalla capacità di questi due autori di sedersi sulle spalle di chi li aveva preceduti. Entrambi chiusero un’epoca e ne aprirono una nuova con la propia vita e le proprie opere.

2000


PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ

(Votkinsk 1840 – San Pietroburgo 1893)

Concerto in re maggiore per violino e orchestra op.35 durata: 35 minuti circa

Periodo difficile il principio del 1878 per Pëtr Il’ič Čajkovskij, quando vede la luce il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op.35: ne sono causa i postumi della tempesta nervosa scatenatasi a seguito del brevissimo matrimonio con l’ex allieva Antonina Miljukova. Unione sconsiderata durata nemmeno tre settimane, cercata fortemente dalla donna e dal compositore subìta come antidoto alla sua tormentata omosessualità. Però l’avversione fisica verso Antonina l’aveva spinto a tentare il suicidio, facendolo poi sprofondare in una depressione feroce. Pertanto il fratello Anatolij aveva deciso di fargli cambiare aria. Ecco dunque che allo scoccare del ’78, recuperato un minimo equilibrio interiore, Čajkovskij si trova in villeggiatura a Clarens, sul lago di Ginevra, dove passa a fargli visita il giovane violinista Josif Kotek, suo allievo per la composizione al Conservatorio di Mosca. Scolaro e maestro suonano molto assieme, e il loro rapporto travalica il semplice legame didattico. Attrazione fisica e ammirazione si mescolano, tanto che quando Kotek suggerisce a Čajkovskij di metter mano a un Concerto per violino, tempo un mese e la partitura è pronta. Ma colui che avrebbe dovuto esserne il dedicatario (se Čajkovskij non avesse temuto di alimentare così i pettegolezzi sul loro conto), dell’opera non apprezza tutto: a suo parere il secondo tempo suona «esile e sentimentale», ciò che persuade l’autore a sostituirlo con l’attuale «Canzonetta». Ciononostante Kotek rifiuta di eseguire il Concerto. Lo stesso fa il celebre virtuoso Leopold Auer che, giudicandolo eccessivamente difficile, rinuncia a debuttarlo a San Pietroburgo

nel 1879 e soltanto dopo la morte del compositore lo inserirà nel proprio repertorio, sia pure con molte modifiche. Avviene a Vienna nel dicembre 1881 la première - solista Adolf Brodskij, nuovo dedicatario, direttore Hans Richter a capo dei Wiener Philharmoniker – il cui esito fallimentare è sigillato dalla stroncatura dell’influente critico Eduard Hanslick, che del lavoro censura la mancanza di gusto, la rozzezza di scrittura, parlando di «sfrenata orgia russa», «maleodorante». Tale accoglienza amareggia Čajkovskij. Ma nell’agosto 1882, ancora Brodskij al violino, l’entusiastico successo moscovita pone fine al rammarico. Da allora lo ha sottomano ogni virtuoso dell’archetto che si rispetti. Del resto l’op.35 richiede grande impegno dal solista, mai però sfacciatamente ostentato, poiché il discorso musicale si sviluppa sempre con fluida naturalezza. È il lirismo caratteristico di Čajkovskij, florido, pastoso, avvenente per veste timbrica e aristocratica inventiva melodica: la sfolgorante effusione romantica di un canto ora fervido ora toccante, eppure sempre equilibrato. Anche dove, nell’«Allegro moderato», la melodiosità arde di slancio emotivo via via più infiammato. Poi, nella «Canzonetta», il compositore fa srotolare dal violino una melodia languida, nostalgica, che starebbe bene sulle labbra di una sua eroina d’opera, e difatti quell’incantevole profilo slavo pare uscito dall’Evgenij Onegin, mentre l’«Allegro vivacissimo» finale, tripudio di destrezza congiunto al movimento precedente senza pause in mezzo, è intessuto di ritmi e motivi derivati da danze popolari russe. Gregorio Moppi


LUDWIG VAN BEETHOVEN

(Bonn 1770 – Vienna 1827)

Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 Pastorale durata: 45 minuti circa Il 22 dicembre 1808 il pubblico viennese recatosi al Theater an der Wien potè, assistere a un concerto assolutamente eccezionale: per il suo programma (interamente dedicato a musiche di Beethoven, presente anche sul palco nelle vesti di pianista e direttore) ma anche per la sua durata di ben quattro ore. La struttura del concerto, che prevedeva 4 brani nella prima parte e 4 nella seconda, all’epoca era certamente meno insolita di quanto non appaia oggi: ci mostra Beethoven in ruolo di pianista e improvvisatore, nonché di compositore, mentre presenta per la prima volta in concerto opere come la Quinta e Sesta Sinfonia (collocate, secondo la tradizione, in apertura delle due parti del concerto, a mo’ di fastosa cornice), il Quarto Concerto per pianoforte e la Fantasia op.80, insieme a un pezzo vocale, a parti di una messa (indicata tramite parafrasi, dato che era proibito presentare in concerto musica sacra) e libere improvvisazioni. Oggi è usanza al contrario chiudere con la Sinfonia, in questo caso la Pastorale. Per collocarla stilisticamente è necessario ricordare il grande amore sempre dimostrato da Beethoven per la natura e le passeggiate in campagna: appena poteva, fuggiva da Vienna per cercare la pace agreste, ed è precisamente a questo stato d’animo che allude il sottotitolo del primo movimento: “Il risveglio di serene sensazioni arrivando in campagna”. La dicitura è anche molto esplicita per quanto riguarda il dubbio se considerare la Pastorale una sinfonia a programma o un saggio di descrittivismo musicale: come chiarito fin nel sottotitolo (“mehr Ausdruck der Empfidung als Malerei”), ciò che si vuole evocare sono i sentimenti, non le immagini.

Fin dall’inizio l’ascoltatore è invitato alla calma con il respiro ampio delle frasi, con l’immobilità, indotta dalle molteplici ripetizioni di piccole cellule e dalle note lunghe o ribattute degli strumenti bassi. Il secondo movimento è la celebre “Scena del ruscello” in cui sul tappeto lievemente ondeggiante dell’accompagnamento si stagliano melodie lunghe e tranquille: alla fine del movimento si ascoltano accenni a versi di uccelli (indicati in partitura: usignolo, quaglia, cuculo). Segue uno scherzo campestre in cui prende importanza il suono degli strumenti a fiato per evocare una musica all’aria aperta. Dopo ci si collega direttamente al “Temporale”: erede legittimo di decine di temporali evocati nelle sinfonie caratteristiche e negli oratori dell’epoca, che si caratterizza per una sua specifica, “sublime”, terribilità, data non tanto dall’imitazione di tuoni e lampi, quanto dal voler esprimere il sentimento di terrore provocato dal temporale. Lo sconvolgimento atmosferico (e dell’animo) in seguito si calma e conduce alla risoluzione cui tende tutta la sinfonia: “Canto pastorale”. Tornano le distese frasi lunghe e le rassicuranti iterazioni: si allude a un orizzonte vasto e sereno, garantito da una divinità benigna. Se all’epoca la Sinfonia Pastorale si poneva in evidente collegamento con opere di ambientazione analoga molto conosciute a Vienna (che avevano contribuito a diffondere un vocabolario musicale naturalistico a tutti familiare), in seguito essa stessa servì da riferimento per ogni realizzazione sinfonica di sentimenti agresti: dalla “Scena dei campi” nella Sinfonia fantastica di Berlioz (1830), alla Prima Sinfonia di Schumann Primavera (1841) essa si impose nel repertorio come modello o termine di confronto. E ad aumentare la sua popolarità, nel Novecento, contribuì anche la versione Walt Disney, nel celebre episodio del film Fantasia (1940), in cui lo spirito della sinfonia viene esplicitamente trasformato in “più pittura sonora che espressione di sentimenti”. Maria Grazia Sità


BU EV SH GE KO N Y V @bushkovevgeny Uvgeny Bushkov @evgbush

Tra i più interessanti direttori del momento, conquista l’attenzione internazionale inizialmente come violinista vincendo quattro tra i maggiori concorsi violinistici, Premio Wieniawski (1986), Queen Elizabeth (1989), Čajkovskij (1990) e Fondazione Szeryng (1992). Honored Artist in Russia, dal 1999 trasferisce la sua eccezionale esperienza come performer e il suo impeccabile gusto artistico, nella direzione d’orchestra. Ha collaborato con artisti internazionali quali Elisso Virssaladze, Natalia Gutman, Barry Douglas, Stephen Kovacevich, Debora Voigt, Maria Guleghina, Vladimir Tchernov, Denis Matsuev, Alexey Liubimov, Dmitry Alexeyev. Nel 2003 fonda l’Educational Concert Series dedicata ai bambini. Dividendo la sua attività tra la direzione e l’insegnamento, Bushkov crea programmazioni uniche ed innovative. Nel 2012 porta con successo in tour in Italia la Belarusian State Philharmonic. Dal 2009 è direttore artistico e direttore principale della Belarusian State Chamber Orchestra (o Minsk Chamber Ochestra). Tra le attività che lo hanno coinvolto durante l’ultima stagione il debutto al 62° Festival Internazionale di Ljubljana con la Belarusian State Chamber Orchestra.


LT S IL GR YA IN GO Il violinista russo cattura il pubblico di tutto il mondo grazie alle sue esibizioni virtuosistiche e alle sue interpretazioni raffinate. Si è esibito con le più prestigiose orchestre tra cui la Royal Liverpool Philharmonic, la City of Birmingham Symphony Orchestra, la BBC Symphony, la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, la Filarmonica di San Pietroburgo, la Mahler Chamber Orchestra, mentre la stagione in corso lo vedrà salire sul palco insieme alla Royal Stockholm Philharmonic, all’Orchestra Filarmonica d’Israele e alla Bamberg Symphony Orchestra. Musicista da camera molto richiesto, collabora regolarmente con artisti del calibro di Itamar Golan, Peter Laul, Aleksandar Madzar, Nicolas Altstaedt, Andreas Ottensamer, Antoine Tamestit, Jörg Widmann e altri; nel 2008 ha fondato il Quartetto Gringolts. Nel 1998 ha vinto il prestigioso Concorso ‘Premio Paganini’ divenendone il più giovane vincitore nella storia. Insegna all’Accademia delle Arti di Zurigo ed è membro della Royal Scottish Academy of Music and Drama di Glasgow. Suona un violino Giuseppe Guarneri “del Gesù” di Cremona (1742-43).

@gringoltsilya @ilya.gringolts


DISCOGRAFIA CONSIGLIATA

Per il concerto di Čajkovskij gli amici di Dischi Fenice ci suggeriscono l’edizione considerata di riferimento, cioè quella eseguita da Milstein e Abbado al Musikverein nel 1972 (al prezzo di € 10,00), oppure, in alternativa quella di Uto Ughi con l’orchestra London Symphony e direttore Sanderling (€ 10,00 anche questo). Per la Pastorale il suggerimento va su un DVD con la bellissima esecuzione dei Berliner con Abbado, registrata durante la tournée italiana a Santa Cecilia nel febbraio 2001 (€ 8,00). Per il protagonista della serata la scelta riguarda un piacevolissimo CD di Ilya Gringolts con tutti brani di Dvořák legati alla tradizionale musica boema (è un top price, ma ora è in offerta a € 10,00). Sono titoli che troverete in negozio ovvero in via S.Reparata 8/B e nella loro consueta postazione nel foyer del Teatro Verdi di Firenze. Non mancherà naturalmente anche la discografia ORT per Sony Classical diretta da Daniele Rustioni e l’ultimo disco di Beatrice Venezi (Warner Music Italia) che ci vede come esecutori.


Violini Primi Eleonora Matsuno * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Stefano Bianchi Gabriella Colombo Marcello D’Angelo Alessandro Giani Susanna Pasquariello Annie Fang Hsu Yu

Violoncelli Augusto Gasbarri * Andrea Landi ** Elettra Mealli Camilla Patria Giovanni Simeone

Violini Secondi Chiara Morandi * Francesco Di Cuonzo ** Patrizia Bettotti Paolo Del Lungo Marian Elleman Chiara Foletto Marco Pistelli Paolo Vuono

Flauti Fabio Fabbrizzi * Claudia Bucchini * Angela Camerini

Viole Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Caterina Cioli Alessandro Franconi Valentina Gasperetti Sabrina Giuliani Costanza Negroni

Contrabbassi Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Margherita Naldini Adriano Piccioni

Oboi Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * Clarinetti Marco Ortolani * Emilio Checchini * Fagotti Paolo Carlini * Umberto Codecà *

Corni Andrea Albori * Alberto Bertoni Gabriele Galluzzo Tea Pagliarini Trombe Luca Betti * Donato De Sena * Tromboni Gennaro Cibelli * Gabriele Tonelli Timpani Marco Farruggia *

* prime parti ** concertino Ispettore d’orchestra e archivista Alfredo Vignoli @orchestradellatoscana Orchestra della Toscana @ort_insta


PROSSIMI

APPUN

TAMENTI

h.21.00

sab 30 NOVEMBRE Festa della Toscana

ANNA FUSEK

direttore e flauto dolce musiche di Telemann, Yun, Vivaldi, Händel, Riley, Cage, Morley, Glass

mar 24 DICEMBRE Concerto di Natale

PAOLO BORTOLAMEOLLI direttore

DMITRY MASLEEV pianoforte musiche di Prokof’ev, Čajkovskij, Brahms

h.17.00


COSA

SAPERE MEMBERSHIP 19_20 Scegli di partecipare attivamente ai nostri progetti. Entra nel Club degli Amici dell’ORT, scegli la forma di Membership che preferisci e scopri come donare: 1. MY ORT 3. AMICO

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REALTÀ AUMENTATA

La tua poltrona sul palcoscenico Desideri cambiare punto d’ascolto e immergerti in una dimensione percettiva completamente nuova? Con noi all’ORT è possibile! Realtà aumentata è un grande successo testimoniato dalla forte partecipazione del pubblico, cresciuta costantemente anno dopo anno. È per questo motivo che l’iniziativa si riconferma anche per la stagione in corso rivolgendosi a chiunque voglia vivere un’esperienza sensoriale totalmente diversa. Realtà aumentata è l’occasione per cambiare punto di vista e di ascolto: durante i nostri concerti al Teatro Verdi di Firenze, quattro spettatori potranno sedere sul palcoscenico accanto ai nostri professori d’orchestra, seguendo il concerto in mezzo agli archi o ai fiati dell’ORT e vivendo la musica da una prospettiva acustica diversa dal solito.

Contattaci e prenota la tua poltrona rossa sul palcoscenico! Basta scrivere una una mail a sviluppo@orchestradellatoscana.it

LEONARDO 4 CHILDREN Il concerto è unico e originale, e il primo dell’iniziativa benefica no-profit Leonardo 4 Children in occasione del 500 anniversario dalla scomparsa di Leonardo da Vinci. Si svolge al Teatro Verdi di Firenze sabato 30 novembre dalle ore 16.00 e protagonistie le “Favole di Leonardo Da Vinci” scritte, musicate ed eseguite dai bambini e ragazzi, vincitori dei concorsi “Leonardo 4 Children” per bambini, giovani compositori e ragazzi che si sono conclusi il 15 maggio 2019 con la straordinaria partecipazione di 709 bambini e giovani di 15 paesi europei. Organizzato dalla Carano 4 Children Foundation in collaborazione con la Fondazione ORT, questo evento è l’occasione per fare beneficienza a bambini bisognosi, per stimolare la loro creatività tramite arte e scienza. I fondi raccolti dal concerto, saranno donati alla Fondazione Meyer, per supportare il progetto Play Therapy. Biglietti da € 10,00 acquistabili alla biglietteria del Teatro Verdi oppure online su www.teatroverdifirenze.it

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Orchestra della Toscana

SITO INTERNET Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l'Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery, gli spartiti del Fondo Tacchi ed i dettagli di tutte le nostre iniziative. È anche il punto di partenza per i nostri canali social Facebook, Instagram, You Tube, Pinterest e Issuu. www.orchestradellatoscana.it

I PROGRAMMI SU ISSUU Tutti i programmi di sala vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno sempre a disposizione del pubblico. I NOSTRI MANIFESTI SU PINTEREST L’archivio completo dei nostri manifesti, e più in generale di tutte le nostre grafiche, è disponibile sul nostro profilo Pinterest, a partire dalla Stagione 13_14. Interessenti anche le altre bacheche che raccontano per immagini il nostro mondo www.pinterest.it/ortpin/

LE FOTO DEL CONCERTO Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Sul nostro sito trovate una foto gallery su tutta l’attività dell'Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli. # HASHTAG UFFICIALI Per condividere efficacemente la vostra esperienza a teatro vi invitiamo ad usare #ORT #verdifirenze su Instagram i profili ufficiali sono ort_insta teatroverdifirenze CONT@TTACI

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Direttore generale Marco Parri Direttore servizi musicali Paolo Frassinelli Area Comunicazione Riccardo Basile Ambra Greco Claudia Arcari

TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 50122 Firenze BIGLIETTERIA Via Ghibellina, 97 50122 Firenze da lun a sab 10-13 e 16-19 tel. (+39) 055 21 23 20 www.teatroverdifirenze info@teatroverdionline.it

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oncertistiche

rchestrali

Sviluppo e fundraising Elisa Bonini Amministrazione Simone Grifagni Cristina Ottanelli Ufficio del personale Andrea Gianfaldoni Segreteria Stefania Tombelli dir generale Tiziana Goretti dir artistica Servizi tecnici orchestra Angelo Del Rosso

Personale di sala Lisa Baldi Francesco Bazzani Pietro Carnera Tommaso Cellini Gaia Cugini Lorenzo Del Mastio Elena Fabbrucci Enrico Guerrini Caterina Lupi Pasquale Matarrese Giulia Mazzoni Vieri Ulivi Alice Zanobini

OspitalitĂ e sala Teatro Verdi Fulvio Palmieri Paolo Malvini Palcoscenico Teatro Verdi Walter Sica Carmelo Meli Sandro Russo Alessandro Goretti Sara Bonaccorso

Progetto grafico e impaginazione Ambra Greco Foto e Illustrazioni Tomasz Trzebiatowski (cop) Marco Borrelli (11) Felix Broede (12) Gentileza (12) Alice Barbieri - Sillabe (16)

Stampa Grafiche Martinelli (Firenze)


Tutti al Teatro Verdi

Il soldatino di stagno

illustrazione di Alice Barbieri

testi

Patrizia Ercole musiche

Andrea Basevi direttore

Sara Caneva narratore

Riccardo Massai performers sand art

Massimo Racozzi e Fabio Babich

07

DICEMBRE

SABATO / ORE 16.30

Gli spettacoli del sabato pomeriggio per bambini e famiglie orchestradellatoscana.it

BIGLIETTO bambini â‚Ź 5,00 adulti â‚Ź 8,00


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