MAGGIO 2017
Parrocchia S. Margherita
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Bollettino Parrocchiale La Parola di Dio L’ONORE DEL SACERDOTE SIR (45,6-7. 15-17; 50,5-7.11.17-21) «Mosè innalzò Aronne, santo come lui, suo fratello, della tribù di Levi. Stabilì con lui un'alleanza perenne e gli diede il sacerdozio tra il popolo. Lo onorò con splendidi ornamenti e gli fece indossare una veste di gloria. Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo. Costituì un'alleanza perenne per lui e per i suoi discendenti, finché dura il cielo: quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio e benedire il popolo nel nome del Signore. Il Signore lo scelse tra tutti i viventi perché gli offrisse sacrifici, incenso e profumo come memoriale e perché compisse l'espiazione per il suo popolo. Gli affidò i suoi comandamenti, il potere sulle prescrizioni del diritto, perché insegnasse a Giacobbe i decreti e illuminasse Israele nella sua legge. Come era stupendo quando si aggirava fra il popolo, quando usciva dal santuario dietro il velo. Come un astro mattutino fra le nubi, come la luna nei giorni in cui è piena, come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria. Quando indossava i paramenti solenni, quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, riempiva
di gloria l'intero santuario. E subito tutto il popolo insieme si prostrava con la faccia a terra, per adorare il Signore, Dio onnipotente e altissimo. I cantori intonavano canti di lodi, il loro canto era addolcito da una musica melodiosa. Il popolo supplicava il Signore altissimo in preghiera davanti al Misericordioso, finché fosse compiuto il servizio del Signore e terminasse la funzione liturgica. Allora, scendendo, egli alzava le mani su tutta l'assemblea dei figli di Israele per dare con le sue labbra la benedizione del Signore, gloriandosi del nome di lui. Tutti si prostravano di nuovo per ricevere la benedizione dell'Altissimo.» ◆
Il presbiterato nella missione della Chiesa Dal decreto “Presbiterorum Ordinis” del Concilio Vaticano II (cap. 1B) «Ma lo stesso Signore, affinché i fedeli fossero uniti in un corpo solo, di cui però «non tutte le membra hanno la stessa funzione» (Rm 12,4), promosse alcuni di loro come ministri, in modo che nel seno della società dei fedeli avessero la sacra potestà dell’ordine per offrire il Sacrificio e perdonare i peccati (5), e che in nome di Cristo svolgessero per gli uomini in forma ufficiale la funzione sacerdotale. Pertanto, dopo aver inviato gli apo-
stoli come Egli stesso era stato inviato dal Padre (6), Cristo, per mezzo degli stessi apostoli, rese partecipi della Sua consacrazione e della Sua missione i loro successori, cioè i vescovi (7), la cui funzione ministeriale fu trasmessa in grado subordinato ai presbiteri (8), affinché questi, costituiti nell’ordine del presbiterato, fossero cooperatori dell’ordine episcopale (9), per il retto assolvimento della missione apostolica affidata da Cristo. ◆
La parola della conferenza episcopale italiana (C.E.I.) SERVITORI DELLA MISSIONE Dal documento CEI: “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia» - nota pastorale del 30 maggio 2004 Singolarmente e insieme, ciascuno è responsabile del Vangelo e della sua comunicazione, secondo il dono che Dio gli ha dato e il servizio che la Chiesa gli ha affidato. Si ribadisce così il ruolo del sacerdote, specie del parroco, nel rinnovamento missionario della parrocchia. Egli è associato al vescovo nel servizio di presidenza, e la esercita come “pastore proprio” della comunità nel territorio che gli è affidato, mediante l’ufficio di insegnare, santificare e governare. ◆