Nr. 13 - Opinione Liberale - 09 aprile 2021

Anno 30 /G.A.A. Camorino

9 aprile 2021 /

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Opinione Liberale Settimanale del Partito Liberale Radicale Ticinese

Ambiente e OL, qual è la via?

02-03 / Andrea Nava / segretario PLR La politica climatica e ambientale è stata tema di dibattito della Direttiva cantonale che si è dedicata anche al futuro di Opinione Liberale.

Dar prova di massima flessibilità

05 / Luca Albertoni / direttore Cc-Ti Le associazioni economiche chiedono un ulteriore sforzo finanziario per salvaguardare le imprese in difficoltà che non beneficiano degli aiuti federali.

Mendrisiotto, mobilità integrata

13 / Martina Arizanov-Emanuele Rusconi / GLRM Portare avanti il progetto del comparto Valera per promuovere una mobilità più integrata: attraversare il Mendrisiotto anche in bicicletta.

Comunali 2021

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Opinione Liberale

Ambiente, chiarire qual è la via liberale Una Direttiva cantonale (giovedì 1. aprile) dedicata alle scelte che il partito sarà chiamato ad adottare in tema “Ambiente e Clima” ma anche dal profilo della comunicazione, in particolare su quello che dovrà essere il futuro di Opinione Liberale, o meglio di OL per chi lo ha nel cuore.

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na discussione intensa e ricca di spunti ha caratterizzato un ampio stralcio della Direttiva cantonale che è stata dedicata alle problematiche climatiche e ambientali. Graditi ospiti del gremio PLR, il professor Luca Mercalli e gli ingegneri Claudio Caccia e Giovanni Leonardi, che hanno tracciato da angoli diversi le sfide urgenti su cui la politica deve chinarsi in tempi brevi per affrontare i problemi che affliggono l’ambiente.

In particolare, Luca Mercalli ha lanciato alcuni suggerimenti su come la Svizzera dovrebbe agire per essere più efficace nella sua lotta in favore del clima. “La Svizzera può e deve sfruttare il proprio capitale scientifico, come quello disponibile ad esempio al Politecnico federale di Zurigo.

Un altro suggerimento è quello di dividere in due le strategie: da un lato mitigazione (riduzione del danno) e dall’altro adattamento (preparare la resilienza ai cambiamenti che ci saranno).

Significa attrezzarsi per l’acqua, investendo sull’infrastruttura, puntando ad esempio all’autosufficienza energetica (che oggi significa puntare sulle rinnovabili) e quella alimentare, legata a doppio filo alla disponibilità d’acqua: ridurre il danno laddove possibile e al contempo prepararsi ad incassare il colpo”.

Tra i vari spunti, attenzione particolare tra i membri della Direttiva cantonale ha suscitato la questione dell’approvvigionamento energetico, che Claudio Caccia ha riassunto in maniera efficace concentrandosi in particolare sul fotovoltaico. “Già oggi a livello mondiale il fotovoltaico vale 500 centrali nucleari. In Svizzera siamo al 5% del totale, in Ticino al 3%. Nelle prospettive

della Confederazione per quanto riguarda le energie alternative si parla di uno scenario con il 40% del totale di energia prodotto con il fotovoltaico, mentre il 60% sarebbe prodotto attraverso l’approvvigionamento idroelettrico. Le superfici utilizzabili in Svizzera per il fotovoltaico superano i 250 chilometri quadrati”. Possibili scenari di sviluppo sono ad esempio contenuti nello studio promosso dal consigliere nazionale Rocco Cattaneo sul fotovoltaico non convenzionale. Da strade, serre o dighe si potrebbe “recuperare” circa un Terawattora di energia solare con investimenti sostenibili.

Altro tema importante toccato da Giovanni Leonardi è poi stato quello della sicurezza dell’approvvigionamento. “Il dilemma energetico si basa su tre punti: vogliamo una sicurezza di approvvigionamento 24 ore su 24, vogliamo un sistema ecologico, vogliamo pagare poco.

Mettere assieme i tre punti è difficilissimo. In inverno la Svizzera già oggi non è autosufficiente, dobbiamo quindi sostenere più fonti, ad esempio l’idrogeno o il potenziamento idroelettrico.

Bisognerà poi parlare anche di efficienza, tema su cui la politica si china troppo poco (riduzione dei consumi)”.

Un ultimo aspetto è infine stato quello dei divieti, prospettiva poco gradita ai liberali radicali, che Luca Mercalli ha però giudicato necessari. “Anche a me i divieti non piacciono. Ma la mancanza d’azione e irresponsabilità generale non lasciano scelta. Bisognerà puntare su divieti organizzati, spiegati bene, accettabili per la popolazione”. Divieti che, altrimenti, risulterebbero controproducenti.

Nell’intervento conclusivo alla Direttiva, il presidente Alessandro Speziali ha tenuto a dire che si tratta ora di riflettere sulle priorità, su alcuni assi di pensiero del partito. “Siamo a un crocevia. Le scelte dei prossimi anni saranno fondamentali. Per curare il clima e l’ambiente e per noi come partito per chiarire da che parte stiamo e qual è la via liberale. Ci conviene addentrarci in questa prateria, perché i risvolti economici sono molto importanti, oltre a quelli etici e di responsabilità verso le generazioni future.

Continueremo questo discorso con il dibattito sulla revisione della legge sul CO2 il 29 aprile al comitato cantonale”.

iltema

Opinione Liberale

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La questione è stata oggetto di discussione in seno a una Direttiva cantonale che si è tenuta giovedì 1. aprile: no, non è uno scherzo! In sostanza si è trattato di capire se porre Opinione Liberale (OL tra gli adetti al lavoro) come elemento di comunicazione esterna, invece che – come accade oggi – prettamente di comunicazione interna. Questa riflessione non è magari urgente ma (finalmente) opportuna, anche di fronte alle difficoltà – accentuate dalla pandemia – legate al calo di pubblicità e abbonati. Il presidente – a nome dell’Ufficio presidenziale – ha dunque proposto ai membri della Direttiva una condivisone del principio: passare da organo di racconto del partito ad organo di racconto del Paese.

Le opzioni sul tavolo sono diverse, ma non si tratta di fare proposte avventate, quanto appunto di avere – dalla Direttiva cantonale – il via libera per cambiare direzione. Diversi interessanti elementi sono emersi durante la discussione, come ad esempio la velocità della comunicazione, notevolmente aumentata negli anni e la necessità di approciare il tema comunicazione liberando ore per coprire anche altri canali comunicativi. Certo, avere un canale di comunicazione necessita di contenuti di spessore, che facciano parlare delle idee che ci caratterizzano. Quelle che ci permettono di posizionarci. La sfida è quella di far diventare OL uno spazio di dibattito conteso. Il progetto dovrà essere condiviso. Ben venga quindi la riflessione.

Ma ci sono anche elementi da mettere in risalto: 6 settimane – 27 edizioni – 432 pagine – 56’795 fuochi coperti. Sfrutto questo spazio per ringraziare – credo di poterlo fare a nome di tutte le Sezioni che ne hanno beneficiato – Vania Castelli e Laura Codiroli per l’impegno, l’entusiasmo e l’energia che entrambe, con il coordinamento del responsabile della comunicazione Massimo Schira, hanno investito in quella che è stata un’operazione di successo legata agli speciali elezioni comunali.

Complimenti e grazie di cuore!

Opinione Liberale e poi...

Andrea Nava segretario PLR

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osa faremo di Opinione Liberale? Questa è una domanda che viene posta spesso a chi è chiamato a dirigere il partito. Da 7 anni a questa parte, da quando sono segretario, l’ho sentita rivolta a Rocco Cattaneo, a Bixio Caprara ed ora anche ad Alessandro Speziali. Ma il tema era già caldo nelle “primarie” con Natalia Ferrara, Emilio Martinenghi e appunto Speziali.

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Opinione Liberale

vocidapalazzo

È una delle categorie che si trova maggiormente confrontata con gli effetti negativi dell’attuale e incerta situazione congiunturale: il Consiglio di Stato – su proposta del DFE e del suo direttore Christian Vitta – ha deciso di favorire e incentivare l’assunzione di giovani al loro primo impiego accordando alle aziende un aiuto finanziario per un massimo di dodici mesi.

Una bella iniziativa del DFE Il Consiglio di Stato, su proposta del DFE, ha attivato un’ulteriore misura di sostegno in questo particolare momento marcato dalla pandemia di Covid-19. Durante tutto il 2021, le aziende che assumeranno giovani al primo impiego iscritti agli Uffici regionali di collocamento (URC) potranno beneficiare di uno specifico incentivo, che va ad aggiungersi alla paletta di misure già disponibili nell’ambito del servizio pubblico di collocamento.

Una misura indubbiamente positiva È l’opinione del granconsigliere e presidente del Comitato Guida della Città dei mestieri, Nicola Pini. “È una bella iniziativa quella del Consiglio di Stato, per il tramite del DFE, di concedere un contributo al sostegno aggiuntivo alle aziende che assumono un giovane al primo impiego, uscito o in procinto di portare a termine un’apprendistato. È una misura indubbiamente positiva che risponde alle difficoltà sempre più sentite in questa emergenza sanitaria, difficoltà non solo dal profilo sociale ma anche e soprattuto da quello

economico. Dobbiamo fare in modo che il mercato del lavoro non si fermi ed è quindi giusto dare la possibilità a chi ha appena terminato una formazione di essere professionalmente attivo così da iniziare a costruirsi la propria vita e la propria libertà, ed evidentemente anche la propria dignità. È un bel segnale da parte dell’ente pubblico e mi complimento con Christian Vitta e il suo team”.

Un incentivo per incoraggiare l’assunzione di giovani al primo impiego L’attivazione straordinaria dell’incentivo – grazie a una modifica puntuale del regolamento della legge sul rilancio dell’occupazione e sul sostegno ai disoccupati adeguando alcuni parametri di questo strumento che già oggi esistente – è volta a favorire e incentivare l’entrata nel mondo del lavoro di giovani professionisti disoccupati, una delle categorie che si trova maggiormente

confrontata con gli effetti negativi dell’attuale e incerta situazione congiunturale. Nello specifico, permette di incoraggiare l’assunzione di apprendisti al termine del loro apprendistato e di giovani al termine della loro formazione. A questo scopo, il Cantone può accordare ai datori di lavoro un aiuto finanziario corrispondente al 20% del salario, per un massimo di dodici mesi.

Il Servizio aziende URC, partner pubblico per la ricerca e selezione del personale, potrà proporre – nel rispetto delle condizioni previste – questo incentivo ai datori di lavoro che intendono assumere un giovane al primo impiego nel corso del 2021. Si tratta di una misura che va ad aggiungersi ad altri preziosi strumenti già messi a disposizione dal servizio pubblico di collocamento. Cantone e DFE invitano pertanto i datori di lavoro a contattare il Servizio aziende URC per ottenere una consulenza e maggiori informazioni: www.ti.ch/servizioaziende.

l’intervista

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È necessaria la massima flessibilità In una lettera al Consiglio di Stato, la Camera di commercio chiede la disponibilità del Cantone a garantire maggiori fondi per colmare le lacune lasciate scoperte dall’intervento federale nei casi di rigore. Ne parliamo con il direttore Luca Albertoni per capire il momento difficile che stanno vivendo le aziende ticinesi, aziende sane che rischiano il fallimento e che non possono essere lasciate alla loro sorte: “da parte dell’ente pubblico è necessaria la massima flessibilità”.

Luca Albertoni. La Camera di commercio e dell’industria segue con attenzione l’evolversi della situazione economica: come reagiscono le aziende ticinesi al persistere della pandemia?

La situazione varia molto a dipendenza del settore. Chi non è stato chiuso per ordine statale cerca di districarsi al meglio, ma è innegabile che le difficoltà toccano un po’ tutti. Ad esempio chi esporta è confrontato alle incertezze della situazione internazionale e la lotta per mantenere le relazioni d’affari è dura, anche a causa della forza del franco svizzero. In generale, le imprese cercano di svolgere il lavoro che fanno abitualmente, cioè mantenere la creatività, lavorare sulla qualità dei prodotti e dei servizi, eccetera. La maggiore difficoltà, per le aziende ticinesi come per tutte quelle degli altri Cantoni svizzeri, è la quasi impossibilità di pianificare oltre il brevissimo termine e il “navigare a vista” in taluni casi blocca gli investimenti. Il che potrebbe essere un effetto che pagheremo nel futuro prossimo.

In una lettera al Consiglio di Stato chiedete di fatto un ulteriore intervento del Cantone per colmare le lacune lasciate scoperte dall’intervento federale nei casi di rigore...

Una riflessione in questo senso si impone assolutamente. Al di là dei tempi di attesa troppo lunghi di certi sostegni finanziari, vi sono molte realtà, soprattutto fra gli indipendenti, che ricevono poco o nulla. Non a caso alcuni Cantoni, fra cui ad esempio Ginevra, ha previsto aiuti cantonali che vanno a coprire quanto non rientra nel campo d’applicazione delle decisioni federali. Anche Vaud ha creato un apposito fondo cantonale dedicato all’industria. È evidente che si tratterebbe di un ulteriore sforzo finanziario, ma salvaguardare il sistema economico è un investimento che potrebbe essere recuperato in tempi ragionevoli.

Non si tratta certo di fare regali né di salvare attività che non funzionano più, bensì di salvaguardare un tessuto economico che genera i mezzi necessari allo Stato per funzionare. Sia attraverso il gettito fiscale delle persone giuridiche sia in termini di posti di lavoro, che a loro volta genera-

no il gettito delle persone fisiche. Elementi troppo spesso dimenticati nella discussione pubblica.

Che cosa rischiano queste aziende e in che misura dovrebbe essere l’azione dell’ente pubblico?

Molte rischiano la chiusura delle attività, anche perché non si può aprire e chiudere un’azienda da un giorno all’altro. E la mancanza di prospettive per pianificare l’attività crea una difficoltà quasi insormontabile, che va ad accumularsi alla mancanza di liquidità. Non tutti dispongono infatti di riserve sufficienti per poter sopravvivere e non mi riferisco solo a imprese considerate “decotte”. Prima della crisi molte aziende non erano indebitate e oggi lo sono, benché abbiano strutture assolutamente sane. Da parte dell’ente pubblico è necessaria la massima flessibilità.

Giusto è evitare che vi siano abusi, ma occorre anche rischiare qualcosa e non si può svantaggiare la stragrande maggioranza delle aziende oneste perché si temono le poche che cercano di approfittare del sistema.

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05.10.2020

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ilconfronto

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Acqua pulita, libertà di voto?

L’iniziativa sull’acqua potabile è nuovamente all’ordine del giorno dell’assemblea del PLR svizzero convocata in forma straordinaria il 12 aprile. I delegati dovranno decidere se aderire alla richiesta dei GLR di Argovia di lasciare libertà di voto. Il PLR ha sempre dato un’indicazione chiara sui temi in votazione: anche nel caso del congedo paternità (134 no contro 133 sì e 8 astenuti) è stato raccomandato di votare no. A confronto i pro e i contro della richiesta dei giovani argoviesi.

Omar Pedrini presidente dell’Unione contadini ticinesi, consigliere comunale PLR Faido

Martin Mennet delegato argoviese dei GLR svizzeri

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I

unedì 12 aprile i delegati del PLR svizzero torneranno ad esprimersi sull’iniziativa “acqua pulita”. Tra i temi in discussione di questa assemblea straordinaria c’è infatti la richiesta dei Giovani liberali radicali di Argovia di lasciare libertà di voto ad un’iniziativa che i delegati liberali radicali hanno respinto in febbraio: l’esito della votazione ha dato 202 voti per il no all’iniziativa, 165 sì e 11 astenuti, da qui la richiesta dei GLR argoviesi. L’impressione è che il 12 aprile il partito voglia andare verso la libertà di voto. È fondamentale che il partito confermi invece il no. Questa iniziativa è antiliberale e antieconomica perché va contro molteplici studi scientifici discriminando interi settori di produzione, limitando fortemente l’imprenditorialità delle famiglie contadine.

Come presidente dell’Unione contadini ticinesi chiedo vivamente alle delegate e ai delegati ticinesi di restare sulla linea del no così da garantire un futuro alla produzione interna di derrate alimentari che significa dare certezze in termini di posti di lavoro a salvaguardia del nostro idilliaco territorio. Spesso noi contadini veniamo additati come un costo per le casse dello Stato, ma ricordiamoci che buona parte dei pagamenti diretti e degli aiuti agli investimenti vengono reinvestiti in costruzione, macchinari, eccetera. Credo che nessuno di voi abbia mai visto aziende estere costruire stalle, a differenza di altri settori. Possiamo dunque considerare parte degli aiuti all’agricoltura come degli aiuti indiretti all’economia. Vi invito pertanto a sostenere il settore agricolo ticinese votando no all’iniziativa “acqua pulita”.

Giovani liberali radicali Argovia propongono che alla prossima assemblea straordinaria dei delegati del PLR svizzero si voti per concedere la libertà di voto sull’iniziativa “Acqua potabile pulita e cibo sano – No alle sovvenzioni per l’impiego di pesticidi e l’uso profilattico di antibiotici (iniziativa per l’acqua potabile)”. Dietro a questa richiesta c’è l’esito estremamente tirato del voto all’assemblea di febbraio. Solo il 53,5% (o 55%) dei delegati si sono espressi contro la proposta. A nostro avviso, ci sono buone ragioni sia contro sia a favore dell’iniziativa da un punto di vista liberale radicale. Saremmo quindi favorevoli a che il PLR conceda libertà di voto su questo tema.

Concedendo libertà di voto, mostreremmo alla base che ci sono opinioni discordanti su questo tema. Considerando quindi le votazioni che hanno seguito l’ultima assemblea ordinaria e visto il risultato “stretto” nella votazione sull’iniziativa sull’acqua potabile, proponiamo l’approvazione della richiesta all’assmblea straordinaria.

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Cambiamenti per l’agricoltura Il 13 giugno si vota su due iniziative –”Acqua potabile pulita e cibo sano – No alle sovvenzioni per l’impiego di pesticidi e l’uso profilattico di antibiotici (Iniziativa sull’acqua potabile)” e “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici” – che promettono un’agricoltura più sostenibile.

Entrambe sono state bocciate in febbraio dall’assemblea dei delegati del PLR svizzero in quanto ritenute troppo radicali: una loro accettazione avrebbe conseguenze sull’agricoltura e sull’approvvigionamento alimentare così come sull’economica e sull’innovazione. La politica si muove da anni nella direzione auspicata dai promotori dell’iniziativa sull’acqua potabile che chiama nuovamente in causa (come abbiamo visto nella pagina precendente) i delegati liberali radicali.

L’iniziativa “acqua potabile” mira a proteggere meglio l’ambiente e l’acqua potabile. Chiede pertanto che i pagamenti diretti siano destinati unicamente alle aziende agricole che non utilizzano pesticidi, che non fanno un uso regolare e profilattico di antibiotici negli allevamenti e che sono in grado di nutrire i loro animali con il foraggio di produzione propria. Vuole in tal modo evitare una produzione eccessiva di letame e liquame.

Anche la ricerca, la consulenza e la formazione agricole devono perseguire questi scopi.

e sostanze nutritive delle acque in Svizzera e migliorare leggermente la biodiversità indigena.

Ma risulta altresì evidente un aumento dell’impatto ambientale causato dall’aumento delle importazioni di derrate alimentari. Le importazioni di carne inciderebbero maggiormente rispetto a quelle di derrate alimentari di origine vegetale.

Il miglioramento della qualità dell’acqua in Svizzera sarebbe dunque acquistato al prezzo di impatti ambientali talvolta significativi nei Paesi di provenienza delle importazioni.

Lo studio di Agroscope Un’accettazione dell’iniziativa porterebbe a notevoli cambiamenti per l’agricoltura svizzera. In uno studio esaustivo fondato su 18 scenari, Agroscope ha esaminato i possibili impatti ambientali, i risultati dei lavori sono riassunti nello studio “Potenziali impatti ambientali dell’eventuale attuazione dell’iniziativa sull’acqua potabile”. I ricercatori si sono concentrati su due aspetti: la rinuncia ai pesticidi e la riduzione degli animali detenuti fino a raggiungere un numero alimentabile con il foraggio prodotto in azienda. Come termine di paragone per valutare gli impatti si è impiegato un”paniere svizzero di materie prime agricole”, composto da produzione indigena e importazioni. Dallo studio risulta evidente come le misure possano ridurre l’inquinamento da pesticidi

Iniziativa dalle esigenze eccessive Nonostante in Svizzera l’acqua potabile sia già ben protetta e possa essere consumata senza problemi, la protezione può essere ulteriormente migliorata. Per il Consiglio federale e il parlamento l’iniziativa pone tuttavia esigenze eccessive. La sua accettazione avrebbe ampie ripercussioni sulla produzione di derrate alimentari in Svizzera: molte aziende agricole produrrebbero meno. Da ciò ne conseguirebbe una maggiore necessità di importare derrate alimentari dall’estero per coprire il fabbisogno della popolazione: visto che le importazioni non sottostanno a vincoli, la nostra impronta ecologica legata al consumo verrebbe ulteriormente spostata all’estero. Meno produzione indigena e più importazioni equivale ad alimenti più cari e alla perdita di posti di lavoro e di valore aggiun-

to. L’industria agroalimentare garantisce oltre 300’000 posti di lavoro, di cui 160’000 dipendono direttamente dalla produzione alimentare nazionale.

La Confederazione si è già attivata La politica si muove da anni nella direzione auspicata dai promotori dell’iniziativa con provvedimenti mirati a proteggere l’uomo e l’ambiente dai possibili effetti negativi causati dall’impiego di pesticidi nel settore agricolo. Le vendite di prodotti fitosanitari sono infatti in calo da diversi anni: dal 2008 sono diminuite del 13%, e quelle di glifosato di quasi due terzi.

Questa tendenza si intensificherà upteriormente alla luce delle proposte legislative che stanno per essere rafforzate.

Nella sessione di primavera le Camere federali hanno infatti concretizzato un’iniziativa

ilvoto

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Consumatore responsabile Sviluppo sostenibile significa vivere e operare in maniera tale da non pregiudicare le possibilità delle generazioni future. Per garantire anche in futuro un impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari, sono già state attuate numerose misure tese a renderne l’applicazione più mirata, efficiente e rispettosa dell’ambiente. Il Piano d’azione varato il 6 settembre 2017 è un passo decisivo per riuscire a gestire le sfide future dal profilo economico ed ecologico.

Sfide che chiamano in causa anche noi consumatori: scegliendo un determinato prodotto in negozio o al supermercato abbiamo un’influenza su cosa il produttore coltiva nei suoi campi e come. Oltre alla protezione dalle malattie, dai parassiti e dalla concorrenza esercitata dalle malerbe (piante indesiderate), i prodotti fitosanitari sono utilizzati anche per assicurare una qualità esteriore pressoché impeccabile. A tal proposito le derrate alimentari il cui aspetto presenta delle imperfezioni, come per esempio le mele colpite dalla ticchiolatura, le patate con i buchi o le carote storte, non hanno un sapore diverso e possono essere consumate senza problemi. Più naturale può essere l’aspetto di frutta e verdura, meno prodotti fitosanitari devono essere applicati. Anche effettuare acquisti in base alla stagione contribuisce a limitare l’utilizzo di prodotti fitosanitari.

L’abbondanza dell’offerta nei supermercati in ogni stagione spinge a credere che i prodotti siano sempre disponibili. Invece, si deve in parte ricorrere a vari mezzi per rendere conservabili le derrate alimentari affinché possano essere offerte al di fuori della loro stagione. parlamentare (depositata dalla Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati) che mira a proteggere meglio dai pesticidi i ruscelli, i fiumi, i laghi e l’acqua potabile. Le condizioni per l’autorizzazione e l’applicazione di pesticidi verranno notevolmente inasprite e la qualità delle acque sotterranee sarà ancor meglio protetta. Anche le eccedenze di azoto e fosforo nell’agricoltura dovranno essere adeguatamente ridotte affinché il carico ambientale diminuisca. Il progetto di legge mira a regolamentare l’utilizzo di queste sostanze in modo più severo e ridurre considerevolmente i rischi per l’essere umano, gli animali e l’ambiente. Vuole anche proteggere le acque di superficie, quelle sotterranee usate come acqua potabile e gli habitat semi-naturali. Obiettivo dichiarato è ridurre i rischi legati all’uso dei prodotti fitosanitari del 50% entro il 2027. Il Consiglio federale intende

attuare queste ulteriori misure in collaborazione con il parlamento.

Iniziativa respinta in febbraio dal PLR Adeguare la legislazione esistente attraverso il lavoro parlamentare è d’altronde l’approccio privilegiato dal PLR che in febbraio ha respinto entrambe le iniziative: quella sull’acqua con 202 no, 165 sì e 11 astensioni, quella sui pesticidi sintetici con 318 no, 52 sì e 8 astensioni. Pur riconoscendo che affrontano questioni importanti, ossia la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari sintetici in Svizzera, il PLR è dell’opinione che andrebbero percorse strade diverse. Se ne riparlerà, per quanto riguarda l’iniziativa sull’acqua potabile, il prossimo 12 aprile quando l’assemblea straordinaria dovrà esaminare la richiesta presentata dai Giovani liberali radicali di Argovia che chiedono su questo tema la libertà di voto.

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l’opinione

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Vi proponiamo l’intervento che il consigliere agli Stati PLR Damian Müller ha tenuto il 9 marzo scorso, nella veste anche di presidente dell’Associazione svizzera dei fabbricanti di foraggi, in occasione della conferenza stampa promossa dal “Comitato nazionale contro le iniziative agricole estreme”.

La realtà ci farebbe tornare con i piedi per terra Damian Müller consigliere agli Stati PLR Lucerna

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ggi indosso due cappelli. Da un lato rappresento il PLR. Dall’altro parlo per il settore dei foraggi, un settore che di solito non è così in primo piano, ma che è di grande importanza per l’agricoltura, specialmente per il settore dell’allevamento animale.

Come prima cosa il cappello del PLR. I membri del nostro partito hanno fiducia nei meccanismi del mercato anche se ha bisogno di certe condizioni quadro per poter funzionare in modo ottimale. Siamo convinti che un’azienda o un settore possa avere un successo sostenibile solo se l’offerta e la domanda concordano.

Già oggi abbiamo a disposizione nel nostro paese un’offerta completa di alimenti biologici, cioè alimenti che sono stati prodotti in modo particolarmente sostenibile. Più persone approfittano

di queste offerte, cioè mangiare e fare la spesa in modo sostenibile, più le aziende agricole possono adattare la loro produzione. E già lo fanno, perché i maggiori costi di produzione non sono solo coperti, ma raggiungono anche un valore aggiunto più alto. Se politicamente controlliamo l’offerta, come in particolare vuole l’iniziativa “senza pesticidi”, allora non ci sarebbe più libertà di scelta. Nei nostri negozi ci sarebbero solo i prodotti più costosi, poiché sostenibili. La conseguenza è chiara: ancora più persone andrebbero in pellegrinaggio all’estero per approvvigionarsi di carne e verdura con cui i nostri prodotti locali non potrebbero più competere in termini di prezzo. E se queste persone si trovano già in un paese estero vicino alla frontiera, allora non faranno solo scorta di generi alimentari. Non solo gli agricoltori saranno penalizzati da questo svantaggio competitivo, ma tutti i rivenditori al dettaglio.

Questa iniziativa porta con sé ulteriori problemi.

I requisiti richiesti sono una chiara violazione dei nostri obblighi con l’OMC. In definitiva, non ci resterebbe che uscire dall’OMC con l’imposizione dell’offerta e il turismo degli acquisti a beneficio dell’ambiente. Oppure un’attuazione unilaterale solo per la produzione svizzera, con una sostituzione sul mercato delle materie prime

locali e delle aziende agricole nazionali e l’aumento della nostra impronta ecologica all’estero.

Una scelta quindi tra peste e colera.

Ora indosso il cappello dei fabbricanti di foraggio e mi esprimo sull’iniziativa sull’acqua potabile, che vuole imporre alle aziende agricole il proprio foraggio. Se questa iniziativa venisse accettata, il commercio di foraggio in Svizzera sarà solo un ricordo. Soprattutto, però, sarebbe un grosso problema per la stragrande maggioranza delle aziende con pollame o maiali. Queste ultime infatti avrebbero bisogno di enormi superfici di terreno arabile per garantire il foraggio necessario per i loro animali e rispettare i requisiti dell’iniziativa sull’acqua potabile. Ciò sarebbe un ostacolo praticamente insormontabile. Naturalmente, potrebbero fare a meno dei pagamenti diretti e di tutti i requisiti correlati. Oppure potrebbero smettere di produrre con il conseguente aumento delle importazioni. Trovo difficile riconoscere un valore aggiunto in tutto questo. Né per l’acqua potabile né per l’ambiente in generale. E certamente non per le aziende agricole esistenti. Perciò per me è chiaro: due volte no a queste iniziative che negano la realtà e che alla fine faranno soprattutto molti danni.

Abbiamo già la risposta ad una maggiore sostenibilità: le soluzioni sono già in atto!

daberna

Opinione Liberale

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L’assemblea straordinaria del PLR svizzero prenderà posizione lunedì 12 aprile sulla legge federale contro il terrorismo; la discussione online porterà alla raccomandazione di voto: la legge è infatti tra gli oggetti in votazione il prossimo 13 giugno in quanto è combattuta con un referendum lanciato da un’ampia coalizione di organizzazioni non governative.

Legge sul terrorismo al voto dei delegati del PLR svizzero Sabato 6 febbraio i delegati del PLR svizzero si sono dati appuntamento online per la prima assemblea del 2021. In quella occusione è stata presentata una mozione per far sì che la posizione del PLR sulla “legge federale sulle misure di polizia per combattere il terrorismo” fosse discussa e decisa non solo dalla conferenza dei presidenti di partito, ma anche dai delegati. La votazione sulla mozione ha portato a una situazione di stallo: 177 voti a favore, 177 contrari e 25 astensioni, ragione per la quale il comitato esecutivo del partito ha deciso di sottoporre la proposta di legge ai delegati, attraverso un dibattito e la successiva votazione. Perché se la metà dei delegati vuole discutere questo progetto di legge, accettare la richiesta è perfettamente in linea con i i valori liberali radicali.

La legge federale sulle misure di polizia per combattere il terrorismo sarà quindi sottoposta all’esame dell’assemblea straordinaria di lunedì 12 aprile che esprimerà la raccomandazione per il voto del prossimo 13 giugno.

Strumenti necessari per proteggere il Paese I recenti avvenimenti in Svizzera e all’estero hanno dimostrato che le minacce terroristiche stanno aumentando e che stanno cambiando volto. Per questo motivo, l’Ufficio federale di

polizia dovrebbe essere dotato degli strumenti necessari per proteggere il Paese dalle nuove forme di messa in rete utilizzate dagli estremisti, in modo che la popolazione svizzera sia al sicuro anche nei prossimi anni. La legge in discussione, permette a Fedpol di effettuare una sorveglianza mirata su singole persone ritenute pericolose e conferisce alle autorità il potere di intervenire, qualora risulti necessario. Strumenti simili sono già utilizzati con successo per combattere la violenza domestica e il teppismo. In accordo con il Cantone interessato, Fedpol potrà emettere divieti di contatto o limitazioni di movimento e impedire alle persone pericolose di lasciare il Paese per dirigersi verso una zona di guerra. Se queste condizioni venissero violate, le persone pericolose potrebbero anche essere messe agli arresti domiciliari per ordine del tribunale, come ultima risorsa.

Una minaccia allo Stato di diritto La Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo è combattuta con un referendum, ragione per la quale saremo chiamati alle urne il prossimo 13 giugno. Un’ampia coalizione di organizzazioni non governative sostiene infatti che dia alla polizia poteri nell’applicare misure coercitive contro delle persone innocenti

e perfino contro bambini che ritiene potenzialmente pericolosi, e sia una minaccia allo Stato di diritto. Secondo le ONG, la legge non favorisce la sicurezza ma apre la porta all’arbitrio e all’esclusione, mette in pericolo i diritti fondamentali, stigmatizza gruppi interi della popolazione e ricorda i metodi dei regimi autoritari.

Iniziativa “acqua potabile”, mozione dei GLR Argovia L’assemblea straodinaria di lunedì 12 aprile sarà chiamata ad esprimersi anche sulla mozione presentata dai Giovani liberali radicali argoviesi che chiedono libertà di voto per l’iniziativa sull’acqua potabile; iniziativa che era stata respinta dai delegati liberali radicali sempre lo scorso 6 febbraio con 202 voti contrari, 165 favorevoli e 11 astensioni di all’iniziativa sull’acqua potabile. Vedi confronto a pagina 7.

Rapporto annuale del PLRS Come ogni anno, il comitato esecutivo del partito presenta il suo rapporto annuale all’assemblea dei delegati a primavera. Lo trovate all’indirizzo www.fdp.ch/edv.

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Mi sono battuto per sopravvivere.

Mi batto per il mio villaggio.

Mi batto per l’uguaglianza.

Gricelda (17 anni), studentessa, Bolivia

Saavedra, consigliera comunale

Crecencio, nonno

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comunali2021

Opinione Liberale

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Una mobilità integrata nel Mendrisiotto Martina Arizanov vicepresidente GLRM

C

ome giovani cittadini vogliamo essere promotori di un’azione politica proattiva: non ci preoccupiamo solamente del benessere economico, bensì anche della salute della popolazione. Ricordiamo che con la forza di volontà tutto è possibile! Le ambizioni dei giovani e il dovere della politica hanno qualcosa in comune: realizzare i progetti d’utilità pubblica che sembrano infattibili.

Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza della necessità di contrastare i problemi legati al traffico distrettuale e dunque anche di sostenere la mobilità non motorizzata. La politica locale, munita di impegno e proposte concrete, si è fatta pioniere di importanti implementazioni e migliorie dei servizi per i cittadini. Ma ciò non è ancora sufficiente: si può, e si deve, fare molto di più! Riteniamo essenziale la continua ricerca di soluzioni di perfezionamento dei servizi di col-

Emanuele Rusconi presidente GLRM

legamento di breve durata, sia per una questione di viabilità, sia per una questione di salute.

Siamo consapevoli del fatto che il Mendrisiotto non potrà mai vantare della mobilità non motorizzata a due ruote che caratterizza i paesi nordici, ma ciò non dovrebbe impedirci di prendere spunto da loro.

Conosciamo la realtà: viviamo in un territorio complesso e frammentato, anche a causa di un criticabile piano regolatore. Tutto ciò non preclude però la possibilità di sviluppare una nuova mobilità che sia basata sulle esigenze della collettività e che si preoccupi di eliminare il più possibile il traffico parassitario. La nostra ambizione è quella di costruire e promuovere una mobilità più integrata di quella che abbiamo oggi, rispettosa della salute e dell’ambiente, caratterizzata da più marciapiedi e percorsi ciclabili. Le istituzioni devono portare avanti

il progetto del comparto Valera che permetterà di attraversare il Mendrisiotto anche in bicicletta. Il percorso consentirà, in un sistema integrato di mobilità, di collegare più Comuni, rafforzando gli itinerari ciclabili del nostro luogo, suscitando e offrendo un’area tutta compatta ed interessante.

Il sistema delle ciclovie e sufficienti marciapiedi può essere una soluzione attuabile e concretizzabile unicamente con il lavoro intercomunale. Ciò non solo contribuirà ad abbassare le emissioni di CO2 e a migliorare la salute pubblica, ma permetterà anche di aumentare l’attrattività turistica del Mendrisiotto. I benefici di questo progetto sono dunque molteplici ed è nostro scopo impegnarci per far sì che vengano realizzati.

Vogliamo poter contribuire ad un aumento della qualità di vita del Mendrisiotto, sia per la popolazione attuale sia per le generazioni future.

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lelettere

Opinione Liberale

Lugano, votazioni comunali 2021 Siamo vicini alle votazioni comunali ed alla pari di molti cittadini ho delle attese. Il politico deve evitare di ragionare in termini di potere. Deve identificare la politica con la sfera delle decisioni che riguardano l’intera collettività. Purtroppo ciò avviene sempre più raramente a vantaggio di interessi inconsueti. E qui cresce il malessere nei confronti della politica e della sua gestione e amministrazione. Basta con i conflitti che hanno per posta la scelta su chi deve prendere le decisioni collettive. No a un potere politico orientato alle imposizioni o verso una specifica corrente culturale, ma più competenza, efficacia, concretezza. Basta con la politica dalle scorrette insinuazioni, gridata e opportunista e le decine di sterili interpellanze dei piccoli movimenti che hanno sì diritto d’esistere e manifestarsi

senza oltre misura ostacolare e rallentare il già lentissimo cammino delle decisioni politiche.

Assistiamo a delle deviazioni pericolose che corrono sul filo del rasoio. Confucio filosofo cinese disse: “Quando fai qualcosa, sappi che avrai contro quelli che volevano fare la stessa cosa, quelli che volevano fare il contrario e la stragrande maggioranza di quelli che non volevano fare niente”. Quindi più diplomazia e negoziazione nelle sue complessità. La politica deve aiutare il pubblico al dibattito razionale sui problemi politici, perché il tema principale è mantenere un equilibrio accettabile ponendosi essa, soprattutto e prima di tutto, al beneficio del cittadino. Basta con i falsi modi di fare. Dal prossimo Municipio mi attendo più concretezza, meno atteggiamenti sbilanciati, più realismo e meno soggettività, sottigliezze e inutili sfumature della sinistra tutta, meno trasformismo e astuzia

di un certo movimento, più prestigio e influenza indipendentemente da chi dirigerà il Municipio, quindi stabilità, coerenza e convergenza.

Raoul Bettosini Lugano

LETTERE DEI LETTORI le regole In questo spazio pubblichiamo le lettere dei lettori. Il nome degli autori è conosciuto dalla redazione. Se la lettera è pubblicata senza firma resta riservato il diritto di rivelare l’identità del mittente in caso di procedura giudiziaria. La redazione di OL si riserva il diritto di ridurre i testi troppo lunghi. Le lettere pubblicate non impegnano il giornale.

Opinione Liberale Responsabile politico Alessandro Speziali

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leparoledellapolitica

Opinione Liberale

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La via del controprogetto

Franco Celio

D

i fronte a un’iniziativa popolare, l’Esecutivo e il Legislativo (il primo propone, il secondo solitamente lo asseconda), tanto a livello federale, quanto cantonale o comunale, hanno tre possibilità: a) ne raccomandano agli elettori l’accettazione pura e semplice (ciò che tuttavia, per i motivi che diremo, avviene raramente; di fatto, anzi, quasi mai); b) ne raccomandano il rifiuto; c) elaborano un controprogetto.

Il controprogetto È una soluzione, per così dire, “a metà strada” tra ciò che propone un’iniziativa e la situazione esistente. Se ad esempio (prendiamo un caso puramente ipotetico) un’iniziativa proponesse una riduzione delle imposte del 10%, il controprogetto – elaborato con convinzione, o per il semplice timore che la proposta venga accettata – potrebbe proporne uno limitato al 5%. Non

Quando un comitato lancia un’iniziativa popolare (come abbiamo spiegato l’altra settimana è una delle caratteristiche della nostra democrazia), il parlamento può contrapporvi un’altra modifica costiituzionale: in questi casi si parla di controprogetto diretto o indiretto. In questo articolo Franco Celio ce ne spiega i meccanismi. necessariamente, però, la proposta dev’essere “a metà strada”. Nel nostro esempio, la riduzione ipotetica potrà benissimo indicare un’altra percentuale maggiore o minore, a seconda delle valutazioni che verranno fatte in sede parlamentare (che, per la definizione dei contenuti di un controprogetto, è comunque determinante).

In certi casi il parlamento può pure decidere di modificare nello stesso senso un’altra legge che riguarda la medesima tematica. In questo caso si parla di “controprogetto indiretto”.

Né la Costituzione federale né quella cantonale danno però una definizione precisa del termine, ritenendolo già abbastanza chiaro. La Costituzione federale, all’articolo 139 che tratta dell’iniziativa popolare, si limita a precisare (al punto 4) che: “Se il Popolo approva l’iniziativa, l’Assemblea federale elabora il progetto proposto nell’iniziativa”. Al punto 5 aggiunge invece che: L’Assemblea federale ne raccomanda l’accettazione o il rifiuto. Può contrapporle un controprogetto”.

Dal canto suo, la Costituzione cantonale precisa all’articolo 88 che: “Se all’iniziativa popolare per

la revisione parziale il Gran Consiglio contrappone un proprio progetto, i cittadini aventi diritto di voto devono decidere, in un’unica votazione, se preferiscono l’iniziativa o il controprogetto rispetto al diritto vigente; hanno pure la facoltà di accettare o respingere entrambe le proposte e di esprimere la loro preferenza nel caso in cui iniziativa e controprogetto vengano accettati”.

Quest’ultima osservazione si è resa necessaria perché in passato, fino a una ventina di anni fa, gli elettori non potevano votare a favore sia dell’iniziativa che del controprogetto. Le due cose erano in alternativa (mentre si poteva benissimo votare di no ad entrambi). La norma si prestava a “giochetti” opportunistici contro l’idea proposta dell’iniziativa, in genere sgradita ai detentori del potere, come già osservato.

Prestava inoltre il fianco alla critica di favorire indebitamente lo status quo. È perciò stata modificata. Oggi il votante trova quindi sulla scheda anche la cosiddetta “domanda supplementare”, mediante la quale può indicare con una crocetta quale soluzione preferisce, nel caso che entrambe vengano accolte.

Organizzazione della racolta:

PLRT/DLRT

Iniziativa popolare federale

«Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)»

Organizzazione della racolta:

Pubblicata nel Foglio federale il 9 marzo 2021: PLRT/DLRT I cittadini e le cittadine svizzeri sottoscritti aventi federale diritto di voto chiedono, in virtù degli articoli 34, 136, 139 e Iniziativa popolare 194 della Costituzione federale e conformemente alla legge federale del 17 dicembre 1976 sui diritti politici, articolo 68 segg., che

«Per un’imposizione individuale a prescindere La Costituzione federale è modificata segue: (Iniziativa 2 dallo statocome civile imposte eque)» Art. 197 n. 12per 1

12. Disposizione transitoria dell’art. 127 cpv. 2bis (Imposizione individuale a prescindere dallo stato civile) federale il 9 marzo 2021: L’Assemblea emana le disposizioni d’esecuzione dell’articolo 127 I cittadini e le cittadine sottoscritti aventi diritto di voto chiedono,federale in virtù degli articoli 34, 136, 139 e 2bis Le persone fisichesvizzeri sono soggette a imposizione bis 17 194 della Costituzione federale e conformemente alla legge federale del dicembre 1976 sui diritti politici, articolo 68 segg., che da capoverso 2 al più tardi entro tre anni dall’accettazione di tale articolo a prescindere dal loro stato civile. parte del Popolo e dei Cantoni.

1 RS 101 La Costituzione federale1 è modificata come segue: Art. 197 n. 122 Il numero definitivo della presente disposizione transitoria sarà stabilito dalla Cancelleria federale dopo la votazione popolare.

12. Disposizione transitoria dell’art. 127 cpv. 2bis (Imposizione individuale a bis prescindere stato civile) nel Comune indicato. Chi apoggia la domanda deve Sulla lista2possono firmare solo cittadini aventi diritto di voto in dallo materia federale Art.presente 127 cpv.

L’Assemblea federale emana disposizioni d’esecuzione dell’articolo firmarla si rende colpevole di corruzione attiva o passiva oppure altera le il risultato della raccolta delle firme è punibile127 secondo 2bis Lepersonalmente.Chiunque persone fisiche sono soggette a imposizione l’articolo 281 e rispettivamente 282 del Codice penale. capoverso 2bis al più tardi entro tre anni dall’accettazione di tale articolo da a prescindere dal loro stato civile. parte del Popolo e dei Cantoni.

1 RS 101 CAP: Comune politico: Cantone: Pubblicata nel Foglio Art. 127 cpv.

2bis

2

2 Il

numero definitivo della presente disposizione transitoria sarà stabilito dalla Cancelleria federale dopo la votazione popolare.

Controllo lasciare in bianco

Sulla presente lista possono firmare solo cittadini aventi diritto di voto in materia federale nel Comune indicato. Chi apoggia la domanda deve Data di nascita Nomi Firmadelle autografa firmarla personalmente.Chiunque siCognome rende colpevole di corruzione attiva o passiva Indirizzo oppure altera il risultato della raccolta firme è punibile secondo (Di proprio pugno in (Di proprio pugno in giorno/mese/anno via e numero l’articolo 281 e rispettivamente 282 del Codice penale. stampatello) stampatello)

3 4 1 5 2

Nomi

(Di proprio pugno in stampatello)

Comune politico: Cognome

(Di proprio pugno in stampatello)

Cantone: Data di nascita Indirizzo giorno/mese/anno via e numero

Firma autografa

Controllo lasciare in bianco

1 CAP: 2

3 4 5

Termine per la raccolta delle firme: 9 settembre 2022

Il comitato d’iniziativa, composto dei seguenti promotori, è autorizzato a ritirare la presente iniziativa con decisione presa dalla maggioranza assoluta dei suoi membri aventi ancora diritto di voto: Mentari Baumann, Europaplatz 1B, 3008 Bern, Kathrin Bertschy, Länggasstrasse 10, 3012 Bern, Andrea Caroni, Rütistrasse 28, 9100 Herisau, Esther-Mirjam de Boer, Rümlangstrasse 55a, 8052 Zürich, Jacqueline de Quattro, rue du Lac 140, 1815 Clarens, Claudine Esseiva, Monbijoustrasse 134, 3007 Bern, Alex Farinelli, Tera d'sott 65, 6949 Comano, Doris Fiala-Goldinger, San Bastiaun 50a, 7503 Samedan, Johanna Gapany, Chemin des Cours 8, 1630 Bulle, Anna Giacometti, Strada Cantonale 122, 7605 Stampa, Eva Herzog, Weiherhofstrasse 135, 4054 Basel, Hans Hess, Seewadelstrasse 14, 8331 Auslikon, Daniel Jositsch, Webereistrasse 6, 8712 Stäfa, Martin Landolt, Sonnenweg 27, 8752 Näfels, Christa Markwalder, Erlenweg 3, 3400 Burgdorf, Ruth Metzler-Arnold, Steinegg, 9050 Matthias 8050 Zürich, Carolina Müller-Möhl, Süessblätz 7, 8123 Ebmatingen, Philippe Nantermod, Frachier Termine per Appenzell, la raccolta delle Müller, firme:Franklinstrasse 9 settembre33, 2022 1875 Morgins, Ruedi Noser, Turbinenstrasse 18, 8005è Zürich, MajaaRiniker, 3b, 5034con Suhr, Reginepresa Martina Sauter, Belsitostrasse 12, Il4,comitato d’iniziativa, composto dei seguenti promotori, autorizzato ritirare laLindenweg presente iniziativa decisione dalla maggioranza assoluta dei8044 suoiZürich, membri Franziska Tschudi aventi ancora diritto Sauber, di voto: Lenggisrain 13, 8645 Jona, Susanne Vincenz-Stauffacher, Flurstrasse 2, 9030 Abtwil, Valentin Vogt, Vorderwald 3, 8634 Hombrechtikon, Adrian Wüthrich, 42, 4950Bertschy, Huttwil, Mathias Zopfi, Bergen 9, 8765 Engi Mentari Baumann, Europaplatz 1B,Alpenstrasse 3008 Bern, Kathrin Länggasstrasse 10, 3012 Bern, Andrea Caroni, Rütistrasse 28, 9100 Herisau, Esther-Mirjam de Boer, Rümlangstrasse 55a, 8052 Zürich, Jacqueline de Quattro, rue du Lac 140, 1815 Clarens, Claudine Esseiva, Monbijoustrasse 134, 3007 Bern, Alex Farinelli, Tera d'sott 65, 6949 Comano,La Doris Fiala-Goldinger, San 50a, 7503 Samedan, Chemin des Cours 8, 1630 Bulle, Anna seguente attestazione delBastiaun diritto di voto è ottenuta dalJohanna comitatoGapany, d’iniziativa.

Giacometti, Strada Cantonale 122, 7605 Stampa, Eva Herzog, Weiherhofstrasse 135, 4054 Basel, Hans Hess, Seewadelstrasse 14, 8331 Auslikon, Daniel Jositsch, 6, 8712____(numero) Stäfa, Martin Landolt, 27,popolare 8752 Näfels, Christa Erlenweg 3, 3400 Ruth Metzler-Arnold, Si attesta Webereistrasse che i summenzionati firmatari Sonnenweg dell’iniziativa hanno diritto Markwalder, di voto in materia federale ed Burgdorf, esercitano i diritti politici nel Steinegg, 9050 Appenzell, Matthias Müller, Franklinstrasse 33, 8050 Zürich, Carolina Müller-Möhl, Süessblätz 7, 8123 Ebmatingen, Philippe Nantermod, Frachier Comune summenzionato.

4, 1875 Morgins, Ruedi Noser, Turbinenstrasse 8005 Zürich, Maja Riniker, Lindenweg 3b, 5034 Suhr, Regine Martina Sauter, Belsitostrasse 12, 8044 Zürich, Il funzionario responsabile (firma indipendente18, e caratteristica ufficiale): Franziska Tschudi Sauber, Lenggisrain 13, 8645 Jona, Susanne Vincenz-Stauffacher, Flurstrasse 2, 9030 Abtwil, Valentin Vogt, Vorderwald 3, 8634 Hombrechtikon, Adrian Wüthrich, Alpenstrasse 42, 4950 Huttwil, Mathias Zopfi, Bergen 9, 8765 Engi

Luogo:

Firma autografa: La seguente attestazione del diritto di voto è ottenuta dal comitato d’iniziativa.

Bollo ufficiale

Si attesta che i summenzionati ____(numero) firmatari dell’iniziativa popolare hanno diritto di voto in materia federale ed esercitano i diritti politici nel

Comune summenzionato.

Data:

Qualità ufficiale:

Il funzionario responsabile (firma indipendente e caratteristica ufficiale):

Bollo ufficiale Questa lista, anche se incompleta, deve essere rinviata il più presto possibile al comitato d'iniziativa: Verein Individualbesteuerung Schweiz, Kramgasse 73,autografa: 3011 Berna. IBAN: CH880025425421136740E Firma Luogo: Trovate ulteriori informazioni e moduli per la raccolta delle firme sul nostro sito www.imposizione-individuale.ch Data:

Qualità ufficiale:

Questa lista, anche se incompleta, deve essere rinviata il più presto possibile al comitato d'iniziativa: Verein Individualbesteuerung Schweiz, Kramgasse 73, 3011 Berna. IBAN: CH880025425421136740E Trovate ulteriori informazioni e moduli per la raccolta delle firme sul nostro sito www.imposizione-individuale.ch