Nr. 12 - Opinione Liberale - 02 aprile 2021

Anno 30 /G.A.A. Camorino

2 aprile 2021 /

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Opinione Liberale Settimanale del Partito Liberale Radicale Ticinese

Valli, valorizzarle per farle vivere

03 / Christian Vitta / consigliere di Stato La pandemia ha fatto riscoprire le Valli del Ticino, regioni periferiche che agli occhi del DFE sono da valorizzare e far prosperare in ottica futura.

Idee per un ambiente sostenibile 07-10 / Luca Mercalli e Claudio Caccia La politica climatica e ambientale è entrata con forza a far parte dell’attività del PLR che ha coinvolto anche la direttiva cantonale.

Sostenere i giovani nel disagio

13 / Stefano Giuliani / presidente PLR Losone La pandemia sta infettando intere generazioni, in particolare i giovani che hanno bisogno di attenzione e di tornare ad incontrarsi.

Comunali 2021

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Alessandro Speziali presidente PLR

Il federalismo vuole Valli responsabili

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e nostre montagne e le nostre Valli – lo stiamo dicendo da tempo – sono territori in cui si incontrano due dimensioni: la forza delle tradizioni e del retaggio storico da una parte, l’aspirazione di rilancio e sviluppo dall’altra. Questa dialettica richiede un equilibrio che troppo spesso è ostaggio di vincoli cantonali, uffici federali e una buona dose di paternalismo da parte delle zone urbane che si sentono legittimate a definire qualche sia il bene delle valli: come se queste, in fondo, non siano in grado di conoscersi e di identificare i rischi di un certo sviluppo. Una visione liberale intende responsabilizzare il territorio e chi lo abita, rifiutando centralismi che dobbiamo arginare a Bellinzona così come a Berna. Il federalismo passa anche da qui.

Comuni di montagna tra cultura e azienda Alessandra Gianella capogruppo PLR in Gran Consiglio

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e montagne sono una ricchezza che fortunatamente in Ticino abbiamo in abbondanza sul nostro territorio. Se penso alla montagna penso all’acqua, il nostro oro blu, al turismo, alla natura e ai paesaggi da cartolina.

Per mantenere vive le zone di montagna occorre però garantire la presenza di servizi di base e salvaguardare i posti di lavoro legati all’agricoltura, all’artigianato, alle piccole e medie aziende ed al turismo. Bisogna investire anche nelle infrastrutture per colmare il divario esistente tra centri urbani e regioni periferiche, per poter lavorare da ogni luogo. Per rilanciare il Ticino è indispensabile che le zone periferiche del Cantone siano abitate, e non solo in alta stagione o solo dai turisti. La pandemia ha spinto molti di noi a cercare una qualità di vita migliore proprio in queste zone più discoste rese più accessibili grazie anche al telelavoro, facciamo in modo che non sia solo una fase transitoria ma che diventi un progetto di vita concreto.

Cogliere l’opportunità nelle Valli Alex Farinelli consigliere nazionale

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a crisi attuale, a fianco degli indubbi problemi, presenta anche due opportunità non da poco in particolare per le zone periferiche. Da un lato l’utilizzo sempre più diffuso del telelavoro e delle riunioni online annulla, o quantomeno attenua, il problema della distanza fisica. In questo senso le Valli riacquistano una notevole attrattiva quale luogo residenziale a condizione di offrire, come promosso a più riprese dal nostro partito, delle connessioni sia tramite fibra ottica che rete mobile performanti. Dall’altro lato la riscoperta di un turismo locale fa sì che ad esempio per gli appartamenti di vacanza, o i rustici, sia (ri)nato un notevole interesse, un’occasione da cogliere coltivando questi nuovi turisti per fare in modo che non spariscano quando finalmente torneremo alla normalità. Due fenomeni che possono portare molto proprio alle nostre regioni periferiche e che vanno coltivati e promossi.

Rocco Cattaneo consigliere nazionale

Lo sport, una priorità politica

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a promozione dell’attività sportiva per tutte le età rappresenta una priorità politica a diversi livelli e quindi anche a quello comunale. Sport significa: salute fisica e mentale, socialità, spirito di squadra, amicizia. Lo sport ha soprattutto un valore educativo per i giovani, di rispetto dell’avversario, di formatore di carattere. Lo sport è gioia di vivere, è passione, è emozione. Offrire ai cittadini le condizioni ideali per svolgere nel loro Comune attività sportive è fondamentale anche per promuovere lo sviluppo dello spirito di comunità e del volontariato.

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Regioni periferiche: valorizzarle, farle vivere e rivivere Christian Vitta consigliere di Stato

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n questo anno contraddistinto dalla pandemia abbiamo riscoperto le valli del nostro Cantone e le loro bellezze. La loro natura. Le loro tradizioni. Regioni che abbiamo magari anche imparato a vivere di più – grazie per esempio all’iniziativa Vivi il tuo Ticino, sviluppata su impulso del Dipartimento che dirigo in collaborazione con BancaStato e l’Agenzia Turistica Ticinese e recentemente conclusasi con successo – durante le vacanze. Si tratta però, spesso, di regioni confrontate con situazioni non facili, date ad esempio dalla popolazione in calo, dalla localizzazione geografica non sempre ideale o dalla centralizzazione dei posti di lavoro. Regioni con, tuttavia, non solo un ruolo socio-economico importante ma anche un grande potenziale che, seppur ancora in parte inespresso, è incontestabile, anche agli occhi del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), che per il riposizio-

namento delle regioni periferiche ha previsto un’apposita strategia. Infatti nell’ambito della politica economica regionale, da diversi anni tassello imprescindibile della strategia di sviluppo economico del Cantone, il DFE ha elaborato uno specifico programma a sostegno delle regioni periferiche e del loro riposizionamento.

Negli scorsi quadrienni sono state poste le basi per la realizzazione di progetti interessanti proprio in queste zone mentre nell’attuale periodo (20202023) si è passati alla fase di implementazione dei progetti faro identificati dai masterplan, necessari al raggiungimento della visione e del posizionamento identificato e volti a dare un contributo concreto allo sviluppo delle regioni periferiche. In questo senso la Valle di Blenio, il cui masterplan è in fase d’implementazione da un paio di anni, si appresta a compiere i passi decisivi per concretizzare investimenti rilevanti, in grado di generare indotto economico per tutta la valle. Sulla base di questa esperienza anche la Leventina, nei prossimi mesi, intraprenderà il percorso per la realizzazione del suo masterplan, attraverso cui definire la propria visione di sviluppo sul medio-lungo termine. Per quanto riguarda, invece, la Riviera e la Bassa Leventina, i progetti sostenuti dal DFE, come la recente introduzione di un manager d’area – che si sta occupando di rilanciare la zona industriale di Biasca e della ex-Monteforno – e la prevista

realizzazione di un centro di competenze droni sul sedime dell’aerodromo di Lodrino, non mancheranno di fornire impulsi importanti.

Il Cantone dimostra quindi di avere a cuore le regioni periferiche e di impegnarsi in loro sostegno, favorendo inoltre le attività imprenditoriali e i posti di lavoro anche nelle zone più discoste. È questa la via da percorrere per valorizzarle e per farle non solo vivere durante la bella stagione e rivivere nelle nostre tradizioni, ma anche per farle prosperare in ottica futura.

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Tre Parchi uniti in una rete dell’innovazione Con la firma degli accordi di associazione, i parchi dell’innovazione di Zurigo, Svizzera centrale e Ticino si uniscono per formare una rete di innovazione attraente e diversificata nell’ambito di Switzerland Innovation. La rete di questi siti ha lo scopo di rafforzare le sinergie e la cooperazione interdisciplinare tra le regioni.

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a Svizzera tedesca è sempre stata una regione commerciale strategicamente importante per il Ticino. Ciò si manifesta anche nel fatto che il Cantone appartiene già alla “Greater Zurich Area”. In Svizzera, il Ticino è all’avanguardia in fatto di innovazione. L’eccellenza accademica ticinese è concentrata nell’Università della Svizzera italiana (USI), nella Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) e nei loro istituti affiliati e riconosciuti a livello internazionale. Il passaggio e la firma degli accordi di associazione – che decreta ufficialmente l’attivazione del Parco – ne è la logica conseguenza e assicura al Ticino “un posto in prima classe sul treno dell’innovazione, composto da più vagoni, che viaggia sui binari tra la stazione dell’area metropolitana di Zurigo e quella di Milano”: l’affermanzione è del direttore del DFE, Christian Vitta. Il treno dell’innovazione si è fermato a Bellinzona e si chiama Switzerland Innovation Park che focalizza l’attenzione sui settori dei droni, delle scienze della vita e dei prodotti farmaceutici, nonché della blockchain e delle DApp. Bellinzona, distretto dell’innovazione Il processo di candidatura del Ticino è sato avviato nel 2019 dalla Fondazione Agire su mandato del

Consiglio di Stato, e si è concluso con successo in novembre con l’accettazione formale da parte di Switzerland Innovation. Ad aver condotto l’operazione è stato il suo ex presidente e co-iniziatore del progetto, Giambiattista Ravano che ha sempre creduto nell’iniziativa. A Bellinzona nascerà dunque un vero e proprio “distretto dell’innovazione”, che oltre a dare nuovi stimoli alla capitale contribuirà a migliorare la già affermata posizione del Cantone, a livello internazionale.

Uno studio della Commissione europea situa il Ticino al secondo posto, dopo Zurigo, tra 230 regioni europee per quanto riguarda il potenziale d’innovazione. “Grazie all’adesione del Cantone allo Switzerland Innovation Park – ha affermato Vitta in video conferenza stampa – sarà quindi possibile stringere sinergie ancor più forti con la realtà economica presente attorno alla regione di Zurigo, rafforzando quelle già esistenti e, soprattutto, continuando nella direzione già intrapresa dal Cantone con l’adesione all’organizzazione di marketing territoriale Greater Zürich Area”. Ma il Ticino guarda anche a sud e a questo proposito il direttore del DFE ha anticipato che la Fondazione Agire “ha di recente firmato una lettera d’intenti con Arexpo, che sta realizzando il progetto MIND Milano Innovation District: un distretto dell’in-

Con la firma degli accordi di associazione, i parchi dell’innovazione di Zurigo, Svizzera centrale e Ticino si uniscono per formare una rete di innovazione attraente e diversificata nell’ambito di Switzerland Innovation, un’iniziativa voluta dal Consiglio federale con lo scopo di contribuire al ruolo di leader della Svizzera nel mondo come “Paese dell’innovazione” e al miglioramento della sua competitività nei decenni a venire. L’Innovation Park di Zurigo (in fase di costruzione) si concentra sulla ricerca e sviluppo in qualità di interfaccia tra scienza e impresa in tre cluster – robotica e mobilità, industria aeronautica e aerospaziale e tecnologie di produzione– e sull’integrazione più diretta tra università e aziende internazionali. Switzerland Innovation Park Central Switzerland, a Rotkreuz, si concentra sulle innovazioni nelle tecnologie del settore dell’edilizia e sulla digitalizzazione.

novazione nato sul sedime di Expo Milano 2015, un nuovo quartiere dedicato alla ricerca, all’attrazione di aziende e alla crescita di start-up. In questo modo il nostro Cantone può cogliere nuove opportunità e rafforzare le sue sinergie non solo con Milano ma con l’area economica di tutta la Lombardia”.

Riviera, Swiss Drone Base Camp L’Innovation Park Ticino è insediato al momento presso la Fondazione Agire/Tecnopolo Ticino a Manno. Il piano, dal 2026, è quello di insediare il quartier generale del Parco all’interno del futuro Quartiere Officine di Bellinzona, su un’area di 25’000 metri quadri, dove troveranno posto gli uffici, aziende all’avanguardia, reparti di ricerca e di sviluppo di imprese internazionali e start-up che collaboreranno con il Parco, il quale fungerà anche da catalizzatore per la nascita e lo sviluppo di progetti innovativi, capaci a loro volta di attirare altre attività, contribuendo così a generare posti di lavoro interessanti e di qualità. Il Parco sarà strutturato in “Centri di Competenza” tematici, dove le imprese e gli istituti accademici coopereranno su temi d’interesse comune. Le prime iniziative sono state individuate nei settori dei droni, delle scienze della vita e dell’ICT. Lo Swiss Drone Base Camp è attualmente quello in fase più avanzata, mentre gli altri sono ancora in fase di sviluppo. Quest’ultimo è ora pronto a “decollare” con le prime attività e il suo campo base presso il Riviera Airport di Lodrino.

Per saperne di più, è possibile consultare il nuovo sito www.switzerland-innovation.com/ticino.

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Il Classico e la Riserva

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Una biblioteca di idee liberali per il clima La politica climatica e ambientale è entrata con forza a far parte dell’attività del PLR. Lo dimostrano i numerosi interventi del partito su temi a carattere ambientale degli ultimi mesi e l’impegno portato avanti da capofila dal PLR svizzero attraverso un sondaggio nella base e un’azione sempre maggiore che si è tradotta in posizioni, richieste e proposte... raccolte nella piattaforma Blueprints.ch. È una sorta di biblioteca virtuale di idee, proposte e spunti liberali sempre più ampia. Che spazia attraverso tutti i livelli istituzionali svizzeri: Comune, Cantone, Confederazione.

Il progetto Blueprints.ch lanciato qualche mese fa dal PLR svizzero si sta sviluppando in modo rapido. Il sito www.blueprints. ch si sta infatti popolando di tutte le proposte concrete dell’azione politica liberale radicale in Svizzera in ambito climatico e ambientale. Una testimonianza concreta di quanto il PLR sia convinto che non siano i divieti rigidi, ma gli incentivi tangibili, l’innovazione e le nuove tecnologie a giocare un ruolo chiave nella politica ambientale e climatica.

Solo una politica ambientale liberale che combini ecologia ed economia e che coinvolga tutta la società ci permetterà di raggiungere il nostro obiettivo di una Svizzera neutrale dal punto di vista climatico e potrà essere ritenuta accettabile dalla popolazione.

Molto interessante in questo senso è la possibilità offerta dal sito Blueprints.ch di consultare in modo rapido e intuitivo una lunga serie di proposte di politica climatica e ambientale portate avanti da rappresentanti PLR nei Comuni, a livello cantonale o federale. Si spazia dalla tutela locale dell’ape nera ai postulati al Consiglio federale per una miglior promozione dell’energia solare sul piano nazionale.

Il progetto Blueprints è però in continua evoluzione, così come l’approccio liberale alla politica climatica e ambientale. “Come PLR prendiamo questa sfida molto sul serio e ci impegniamo per una politica climatica e ambientale liberale radicale per lasciare alle future generazioni un ambiente intatto in cui vivere. Dare fiducia al PLR significa assicurare una rappresentanza politica a tutti i livelli decisionali: comunale, cantonale e federale. E ciò ci permette di migliorare davvero le cose” sostiene la presidente nazionale Petra Gössi.

Un messaggio chiaro anche in questo periodo di sprint finale verso le Comunali del 18 aprile prossimo in Ticino.

La raccolta di dati e informazioni sulla piattaforma del PLR svizzero prosegue. Vi invitiamo perciò a trasmettere le vostre idee, esperienze e proposte di politica climatica e ambientale a Blueprints.ch attraverso l’apposito formulario online che trovate sul sito alla voce “contatti”. In questo modo aiuterete il PLR a essere presente ancor più capillarmente con la sua visione di politica ambientale e climatica liberale radicale.

Insieme, seguiamo la linea Blu!

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Verso un futuro energetico sostenibile La politica cosa deve fare per il clima e l’ambiente? La questione è stata al centro della direttiva cantonale del PLR che ne ha discusso con due ospiti di primo piano: il professore e climatologo Luca Mercalli, e l’ingegnere Claudio Caccia dell’Agenzia Svizzera italiana di Swissolar (Associazione svizzera dei professionisti dell’energia solare). In queste interviste un primo assaggio di quanto affrontato ieri sera dai membri della direttiva cantonale PLR.

Luca Mercalli. La politica sta agendo con l’adeguata rapidità di fronte alla sfida climatica?

Purtroppo no, da decenni abbiamo fiumi di parole, annunci, programmi, ma fatti pochissimi, e ciò è comune a livello internazionale.

Se si guardano gli indicatori fisici, gli unici che hanno senso, come i miliardi di tonnellate di gas serra emessi globalmente, la quantità di energie fossili utilizzate, gli ettari di suolo cementificato, l’estinzione di specie, la dispersione di plastica nell’ambiente, la deforestazione nei Paesi tropicali, non vediamo alcun miglioramento!

Tutto il resto è greenwashing.

Quali dovrebbero essere le priorità dei governi per reagire in tempi brevi?

Il Green Deal europeo è un buon punto di partenza, è un pacchetto di misure politiche che mira a un’Europa con emissioni zero di carbonio al 2050, un vasto impiego delle energie rinnovabili, una mobilità sostenibile, un’agricoltura con meno pesticidi, una maggior protezione della natura. Ma ancora una volta si tratta di annunci sulla carta, in concreto spesso ci sono segnali contraddittori. Un fatto poi molto importante è che si vorrebbe risolvere la crisi ecologica solo aggiungendo nuove tecnologie verdi, senza dubbio importanti sul medio termine, ma bisogna anche avere il coraggio politico di mettere

un freno alle cause del degrado ambientale, altrimenti è una corsa persa in partenza. Esempi: mettere un limite immediato al consumo di suolo, tassare o impedire la produzione di beni inquinanti (come certe confezioni di plastica), tassare i viaggi aerei. Un medico di fronte a una persona con una ferita grave, prima deve arrestare l’emorragia, poi penserà alla protesi. Se si pensa solo alla protesi il paziente nel frattempo muore...

L’abbandono dell’energia nucleare è una giusta soluzione?

L’energia nucleare a fissione presenta grandi problemi irrisolti: rischio di incidente grave ed estrema difficoltà a trovare siti idonei allo smaltimento delle scorie di lunga durata, su tempi anche di decine di migliaia di anni. Se si vuole risolvere la crisi ambientale senza creare un ulteriore problema con la radioattività, è bene non espandere questo settore energetico e portare via via a fine vita quello esistente.

Su quali energie rinnovabili dovrebbe puntare da subito la Svizzera?

Mantenere e ammodernare il grande capitale idroelettrico (pompaggi a sostegno delle nuove rinnovabili intermittenti), sviluppare il fotovoltaico, l’eolico dove possibile, ma soprattutto investire sull’efficienza e la sobrietà energetica, come mostra il modello della “Società a 2000 watt” elaborato proprio in Svizzera dal Politecnico federale di Zurigo.

Vivere a 2000 watt È un modello sviluppato dal Politecnico federale di Zurigo negli anni novanta, un concetto-guida di politica energetica e climatica che affronta due sfide che riguardano l’intera collettività: la scarsità di risorse energetiche disponibili in modo sostenibile e il cambiamento climatico. La Società a 2000 watt integra obiettivi politici e scoperte scientifiche sul clima, fra cui le disposizioni nazionali di efficienza energetica della Strategia energetica 2050. E dà una definizione di “saldo netto pari a zero»” per le Città e i Comuni con l’obiettivo di ridurre a 2000 watt il fabbisogno di energia primaria per abitante.

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viene semplicemente snobbato. A livello politico bisogna lavorare per ridurre gli ostacoli burocratici e pianificatori e rendere le rinnovabili la scelta principale di chi costruisce o risana un immobile.

Per quanto riguarda gli stabili in affitto, bisogna trovare un meccanismo per motivare i proprietari immobiliari ad ammodernare i propri oggetti, malgrado le spese per l’energia siano a carico degli inquilini.

Lago di Muttsee, fotomontaggio © axpo

Il fotovoltaico tra obiettivi e conflitti Claudio Caccia. Nel 2020 c’è stata una crescita dell’energia solare, per raggiungere gli obiettivi climatici in Svizzera serve però un’accresciuta attenzione: in che misura e su quali provvedimenti politici puntare?

Per ridurre le emissioni di gas che alterano il clima dobbiamo abbandonare le energie fossili e in parallelo migliorare l’efficienza del nostro approvvigionamento energetico, ossia ridurre i consumi a parità di prestazioni. Nella mobilità, grazie ai veicoli elettrici, ciò sta pian piano avvenendo, mentre nel settore degli edifici il risanamento energetico del parco immobiliare procede troppo lentamente.

Per il solare, malgrado oggi l’elettricità fotovoltaica costi meno di quella convenzionale e la tecnologia sia assolutamente matura, si vedono ancora troppi edifici nuovi, sia privati sia pubblici, dove il solare

Come fare per far sì che il Ticino assuma veramente un ruolo di primo piano nel settore solare, in particolare fotovoltaico?

La legge federale sulla pianificazione del territorio dice che “l’interesse a utilizzare l’energia solare negli edifici esistenti o nuovi prevale in linea di principio sugli aspetti estetici”, ma nella realtà ci sono ancora prassi e norme pianificatorie che non ne tengono conto. Bisogna stimolare la posa di impianti fotovoltaici anche su edifici nei quali non ci sono grandi possibilità di autoconsumo: per esempio a livello federale con un’incentivazione mirata e a livello locale con tariffe di ripresa della corrente solare immessa in rete che siano economicamente accettabili e stabili nel tempo. Si tratta di scelte anche politiche, visto che di fatto i distributori di elettricità sono direttamente o indirettamente di proprietà degli enti pubblici.

Nel campo del fotovoltaico non convenzionale, ossia installato su infrastrutture che non siano edifici, ci sono dei divieti che vanno rimessi in discussione, come quello che in Ticino vieta espressamente di installare impianti solari su superfici lacustri artificiali. In taluni settori, come nel cosiddetto “agrivoltaico” si nota inoltre una certa incoerenza tra quanto per legge già oggi sembrerebbe fattibile e quanto di fatto viene effettivamente permesso.

Come stimolare l’economia ticinese ad approfittare della transizione energetica verso una migliore efficienza e un maggior ricorso alle fonti rinnovabili?

La locomotiva trainante è il mercato: sia nel pubblico che nel privato le nuove costruzioni e i risanamenti dovrebbero essere concepiti sin dall’inizio con il solare come parte integrante e con un autoapprovvigionamento basato al 100% su fonti rinnovabili. Va ricordato che la transizione energetica è anche una transizione economica e una grande opportunità in termini di know-how, di competitività e di posti di lavori, a tutti i livelli. Naturalmente per il Ticino tutto questo deve pure contribuire a frenare la “fuga di cervelli” verso altre regioni svizzere attualmente più attrattive per i giovani in cerca di impiego.

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Fotovoltaico, crescita record nel 2020

Steinbruch Calinis Felsberg © Eric Bush

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l 2020 ha segnato un nuovo record di crescita degli impianti fotovoltaici. Swissolar ipotizza – considerando i dati già a disposizione, la statisitca ufficiale sarà disponibile a luglio – che l’anno scorso in Svizzera sono stati installati impianti solari per la produzione di elettricità con una potenza di 430-460 Megawatt (MW), che corrisponde a un incremento del 30-39% rispetto al 2019. Il numero di annunci all’ente certificatore e promotore Pronovo suggerisce che la crescita non è limitata solo ai piccoli impianti, bensì comprende anche gli impianti con una potenza superiore ai 100 kW. La forte crescita è da ricondurre all’accorciamento dei tempi di attesa per ricevere la rimunerazione unica ma anche alla pandemia: molti hanno trovato tempo e soldi per realizzare progetti a lungo posticipati.

Per il raggiungimento degli obiettivi climatici e di politica energtica, nei prossimi anni la Svizzera dovrà tuttavia moltiplicare la crescita per quattro. Secondo il settore svizzero del solare, per raggiungere questi obiettivi sono necessari adeguamenti nell’incentivazione, obbligo di produzione e autoconsumo di elettricità per le nuove costruzioni e semplificazione a livello di pianificazione territoriale per gli impianti in campo aperto e su infrastrutture non convenzionali, vale a dire impianti quali opere idroelettriche, serre, strutture del traffico, eccetera. Le recenti realizzazioni di nuovi impianti fotovoltaici

come sulla Diga dell’Albigna in Val Bregaglia (GR) o sulla superficie del Lac des Toules (VS) rappresentano pratici esempi di opportunità notevoli.

Identificare il potenziale del fotovoltaico non convenzionale in Ticino e trovare il sostegno politico sulle condizioni quadro necessarie per realizzarlo, è d’altronde l’impegno che si è dato il consigliere nazionale Rocco Cattaneo presentando atti parlamentari a Berna e commissionando lo studio “Più Sole in Ticino” (consultabile su https://roccocattaneo.ch/solare/) che mostra come il Cantone abbia tutte le carte in regola per effettuare la svolta energetica entro il 2050.

Obiettivi Comuni di politica energetica

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a Regione-Energia è una forma di collaborazione tra Comuni che perseguono in modo coordinato obiettivi di politica energetica e climatica, cooperando per sfruttare al meglio le sinergie. In Svizzera esistono attualmente 24 Regioni-Energia, alle quali partecipano 207 Comuni. Pur non essendo un ente dotato di competenze decisionali, una Regione-Energia rappresenta un’utile collaborazione a livello operativo, poiché anche in questo campo l’unione fa la forza. Ed è proprio dalla collaborazone di Ascona, Locarno, Minusio e Muralto che nasce la nuova “Regione-Energia Verbano”, la cui candidatura per il 2021 è stata accettata dall’Ufficio federale dell’energia (UFE). La Regione-Energia Verbano si propone di allestire un bilancio energetico, di analizzare le emissioni di CO2 unitario per l’insieme dei quattro Comuni, e di elaborare uno studio sul tema delle isole di calore.

Il bilancio energetico e climatico serve a quantificare in modo coordinato e per il medesimo anno di riferimento i consumi dei vari vettori energetici (combustibili, carburanti, elettricità) e per i vari tipi di utilizzo (edifici, mobilità, eccetera). Ciò è utile per sapere dove si situa l’insieme dei quattro Comuni rispetto agli indirizzi federali di politica

energetica e climatica, in particolare riguardo agli obiettivi della Società a 2000 watt e al bilancio netto zero per le emissioni di gas ad effetto serra deciso dal Consiglio federale per l’anno 2050.

Lo studio sul tema delle isole di calore ha lo scopo di mappare il territorio per verificare, sulla base di misurazioni e rilievi sul posto, la situazione a livello di temperature estive locali particolarmente elevate, suscettibili di influenzare il comfort della popolazione. Lo studio si concentrerà su determinati comparti scelti dai singoli Comuni, particolarmente toccati da questo tema, legato direttamente ai cambiamenti climatici. Oltre al rilievo della situazione attuale, si vogliono sviluppare anche alcune idee ed indirizzi per possibili strategie di mitigazione e riduzione del problema.

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Vaccinogate, fuori la verità Nel quadro dell’ispezione relativa alla gestione della pandemia da Covid-19, la Commissione della gestione del Consiglio nazionale ha deciso di approfondire la questione dei contatti intercorsi nella primavera del 2020 tra le autorità federali e l’azienda Lonza in merito alla produzione di vaccini; la sottocommissione competente procederà a vari accertamenti.

La decisione va nella direzione auspicata dal PLR che ha proposto l’apertura di un’inchiesta.

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o scorso fine settimana, il “caso Lonza” si è arricchito di nuove informazioni apparse sulla stampa. L’intervista pubblicata dalla NZZ am Sonntag, le recenti dichiarazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica e del consigliere federale Alain Berset non hanno chiarito la situazione, contribuendo piuttosto ad aumentare la confusione. Soprattutto dopo aver appreso la scorsa settimana dei nuovi ritardi nel piano di vaccinazione, è quanto mai indispensabile fare la massima chiarezza su questo caso.

Per questo motivo, in linea con quanto annunciato lo scorso 11 marzo, il PLR ha depositato una proposta alla Commissione della gestione con la richiesta di aprire rapidamente un’inchiesta sul caso, iniziando dall’audizione dei vari attori coinvolti. E questo allo scopo di far emergere la verità. Soltanto in questo modo la popolazione potrà comprendere la strategia adottata dalla Confederazione e capire se tutte le strade disponibili per accelerare la procedura di vaccinazione sono state perlustrate.

La Commissione intende fare chiarezza Martedì in serata, dal parlamento arriva la notizia che la Commissione della gestione del Nazionale intende accertare i fatti e fare chiarezza sulle riflessioni strategiche condotte a suo tempo dal Dipartimento federale dell’interno (DFI) e dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Si tratta altresì di capire se la Svizzera avrebbe così potuto procurarsi un accesso agevolato al vaccino di Moderna. La sottocommissione DFI/

DATEC, incaricata dalla Commissione di procedere agli accertamenti necessari, esaminerà la documentazione riguardante il caso e, nel corso delle prossime sedute, sentirà le varie parti coinvolte. La sottocommissione si riserva altresì la possibilità di informarsi riguardo ad altri aspetti gestionali legati alla strategia vaccinale, in particolare il caso del sito web “lemievaccinazioni.ch”.

Le indagini inizieranno dopo Pasqua.

Una gestione della crisi credibile Il PLR chiede da tempo una gestione della crisi più coerente, che coinvolga gli altri dipartimenti con l’obiettivo di accelerare la campagna di vaccinazione. Un passo importante per assicurare a medio termine la disponibilità di vaccini, che sarà necessaria ben oltre l’estate 2021.

Grazie al PLR nella legge Covid-19 è stata inclusa la base legale per la creazione rapida del passaporto vaccinale; la revisione permetterà anche la produzione dei vaccini in Svizzera attraverso un partenariato pubblico-privato. Si tratta di misure importanti per accelerare il ritmo delle immunizzazioni: il solo modo per tornare al più presto alla normalità.

Una gestione della crisi credibile richiede tuttavia che sia fatta piena luce sul caso “vaccinogate” come denominato dal PLR, che non esclude nemmeno il ricorso a una commissione parlamentare

d’inchiesta.“In parlamento abbiamo già cambiato più volte la base legale sulla quale si prendono le decisioni inerenti alla lotta alla pandemia. Se ci fosse stata la volontà di produrre vaccini esclusivamente per la Svizzera sarebbe bastato proporlo al parlamento” sostiene il consigliere nazionale vallesano e vicepresidente del PLR, Philippe Nantermod, che ha presentato a nome del gruppo liberale radicale un’interpellanza (21.3318).

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Spazi d’incontro e tolleranza contro il disagio giovanile I l PLR nei mesi scorsi ha sollevato più volte gli aspetti legati all’acuirsi di problemi che condizionano il benessere delle giovani generazioni che – a differenza del nord delle Alpi – in Ticino sono stati sottaciuti a lungo. Per fortuna nelle ultime settimane il dibattito pubblico ha portato alla luce tutta una serie di ombre molto lunghe proiettate da confinamenti che hanno colpito duramente il benessere psicofisico, in particolare tra i 15 e i 25 anni e non solo. Sul tema vi proponiamo il contributo (a pagina 13) di Stefano Giuliani, pediatra e presidente del PLR Losone.

Il grido d’allarme nella cronaca La cronaca degli ultimi giorni ci dimostra come il bisogno di riappropriarsi della normalità sia istintivo e trasversale. Il raduno alla foce di Lugano, per esempio, è un segno che non possiamo leggere come una semplice sfida all’autorità, ma come l’espressione di un malessere comune che trova sfogo e conforto nell’aggregazione sociale. La presenza di pochi, pochissimi facinorosi non può consentire a nessuno di liquidare questi fenomeni collettivi come illegali nel loro complesso, e quindi da reprimere o disperdere. Soluzioni ancor più incisive nelle libertà individuali – nonché nella normalità di qualsiasi giovane – sono evidentemente non solo inadeguate, ma anche controproducenti per l’escalation che innescano.

La richiesta di spazi fisici d’incontro Da queste considerazioni, nasce la richiesta del PLR al Consiglio di Stato di consentire a livello

Il disagio giovanile è uno dei segni più evidenti di come la pandemia stia infettato intere generazioni, che sentono il bisogno di relazioni interpersonali e di frequentare i propri coetanei è stato duramente colpito.

Consentire a livello locale e regionale spazi fisici d’incontro in cui i giovani possano incontrarsi “in presenza” nel rispetto di determinate norme sanitarie è quanto chiede il PLR in una lettera al Consiglio di Stato. locale e regionale degli spazi fisici di incontro in cui i giovani possano riunirsi senza correre il rischio dell’intervento delle forze dell’ordine per essere dispersi o allontanati, posto il rispetto delle distanze e della mascherina. Aree all’esterno in cui potrebbero ritrovarsi più delle 15 persone consentite. “Con il rispetto di determinate regole di comportamento queste situazioni potrebbero essere tollerate dall’autorità pubblica, nell’interesse generale” rileva il presidente Alessandro Speziali. “Infatti, cambierebbe ben poco rispetto a qualsiasi piazza in una domenica soleggiata in riva al lago. La presenza minima, discreta e amichevole di figure come docenti, educatori sociali o agenti potrebbe contribuire al rispetto delle regole e al dialogo tra giovani, autorità e istituzioni in un momento di forte tensione sociale. Dopo quanto abbiamo visto alla foce di Lugano, ve la immaginate una fotografia di giovani che chiacchierano con un agente seduto per terra con loro, con a qualche metro di distanza un docente che scherza con altri giova-

ni che vedono nello Stato una figura di confronto – e non di scontro?”.

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Sostenere i giovani quest’anno e in futuro Stefano Giuliani pediatra presidente PLR Losone

S

ono padre di tre figli in età scolastica e sono professionalmente attivo nel settore della salute, a contatto con i giovani quotidianamente. Ho potuto toccare con mano le sofferenze e le difficoltà sopraggiunte quest’anno trai i giovani e le sofferenze non solo quale riflesso delle paure degli adulti a vari livelli, bensì direttamente legate al persistere di uno stato di limitazioni che ha toccato le libertà individuali nei giovani, in un momento delicato della fioritura maturazione del carattere e della personalità.

All’inizio dello scorso anno abbiamo assistito a un momento molto preoccupante col pericolo di una propagazione incontrollata del virus SarsCoV-2 ed era giusto mettere in atto un lockdown molto restrittivo, seppur difficile da digerire.

Le misure molto limitative della nostra libertà, compresa la chiusura delle scuole, erano giustificate per evitare un tracollo del sistema sanitario; siamo in effetti stati un paio di volte al limite del tracollo. Non voglio discutere troppo di quello che è stato deciso nell’ultimo anno o che avremmo potuto fare meglio. Con il senno di poi siamo tutti sempre più intelligenti… io desidero unicamente, nell’interesse della continua crescita dei nostri giovani, esprimere qualche pensiero su come coniugare la necessità di sicurezza con le libertà dei giovani così da formulare possibili opzioni che possano essere magari utilizzate per formulare scelte differenziate.

Quale contitolare di uno studio medico ho potuto osservare l’effetto sulla psiche dei bambini più bisognosi, che hanno necessitato ancor più sostegno di quanto già normalmente in atto. Ho sentito la sofferenza dei docenti che, già alla prese con classi a volte complesse e numero di allievi al limite, hanno purtroppo dovuto fare delle scelte a scapito di questi bambini particolarmente bisognosi. Ho sentito i miei figli chiedermi di rivedere i loro amici all’esterno della scuola o lamentarsi della limitata attività fisica. Abbiamo capito che non esplode il contagio sulle piste da sci o nei boschi, ma piuttosto dopo la scuola o sui bus, nei luoghi di aggregazione se non teniamo le dovute precauzioni. E allora quali possibilità esistono?

Quando leggo i numeri dei contagi e il numero delle persone in quarantena mi pongo sempre la domanda: i contatti vengono tracciati abbastanza a lungo prima dell’inizio dei sintomi? Quando vado dal parrucchiere mi viene misurata la febbre, e mi viene chiesto se ho sintomi.

Se mi viene chiesto dal parrucchiere, e mi rendono attento, possiamo quindi immaginarci che diventi una regola? Cosa varrebbe la pena fare prima di organizzare una meritata cena con la famiglia e gli amici? Ci converrebbe effettuare un test rapido come quando dobbiamo prendere l’aereo? In fondo il felice momento insieme vale lo stress del test.

E i giovani? Una mia paziente che si reca oltre

confine regolarmente viene ogni settimana per fare il test rapido. Se i giovani hanno il sacrosanto diritto di ritrovarsi insieme il venerdì o il sabato sera, perché non possono farlo in gruppo - in questo strano anno - proteggendosi l’un l’altro tramite i test rapidi? Con più sicurezza potremmo immaginarci di riaprire i ristoranti e i bar con maggiore distanza tra i tavoli?

Le scuole quale motore di crescita individuale, di rispetto e di cultura ma anche di infezioni – a dispetto delle affermazioni iniziali – possono prevedere test di massa? In un articolo di giornale leggevo se fosse giusto testare regolarmente gli allievi: è immaginabile farlo regolarmente con test non invasivi in caso di focolai in un Comune? Le domande che mi pongo sono a tutela della salute dei giovani, dei loro genitori e nonni, dei lavoratori, dei nostri amici, della salute mentale dei giovani e in sostanza di un funzionamento della società senza che questa venga bloccata oltremodo e che il singolo venga biasimato per un comportamento corretto. Per immaginarci queste attività in sicurezza necessitiamo adesso di una strategia maggiormente differenziata e nuove idee sulle quale confrontarci.

Tutto in sicurezza mi raccomando ma i giovani hanno bisogno di imparare, incontrarsi, gestire il tempo e i soldi, muoversi, fare sport, liberare la mente in un periodo strano che davvero ci può insegnare una nuova normalità.

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Le iniziative popolari U

na delle caratteristiche della nostra democrazia semi-diretta sta nel fatto che, contrariamente alle altre forme di democrazia (dette rappresentative), gli elettori non danno “carta banca” agli eletti nei Consigli legislativi. Essi, per contro, conservano due importanti diritti di intervenire in politica, per correggere o per riorientarne le scelte.

La “correzione” si esplica principalmente con il diritto di referendum, che in caso di successo annulla semplicemente le decisioni del Legislativo, come abbiamo spiegato in precedenza. L’altro diritto è quello di iniziativa (o, per essere più precisi, di “iniziativa popolare”), grazie al quale i cittadini si riservano il diritto di proporre delle soluzioni che le autorità medesime non hanno adottato, o perlomeno non ancora.

Naturalmente, entrambi i diritti sottostanno a regole ben precise che presiedono al loro funzionamento, riguardo al lasso di tempo entro cui devono essere esercitati e al numero minimo di firme da raccogliere. In sintesi, possiamo dire che in materia federale il referendum dev’essere esercitato entro tre mesi di tempo dalla pubblicazione sul Foglio ufficiale, e deve raccogliere almeno 50mila firme. L’iniziativa viceversa, riguardando un argomento nuovo, dispone di un tempo sensibilmente maggiore (18 mesi) e deve raccogliere un numero minimo di 100mila firme. A livello federale, come già

osservato, le iniziative popolari possono proporre solo modifiche costituzionali. A livello cantonale esiste invece anche il diritto di iniziativa legislativa.

Il tempo di raccolta e il numero delle firme tuttavia cambia. Per le iniziative legislative bastano 7’000 firme, mentre per quelle costituzionali ne occorrono 10’000. Da notare che quest’ultime, come pure per i referendum, devono essere vidimate, (ovvero controllate, onde evitare brogli) dalle cancellerie comunali. Diritto di iniziativa e di referendum esistono naturalmente anche a livello comunale. In questo caso, per entrambi i casi, è chiesto un numero minimo di firme pari al 15% degli iscritti in catalogo.

All’estero, il diritto di iniziativa è praticamente sconosciuto. In Italia si parla da tempo di introdurre il “referendum propositivo”, che dovrebbe completare quello abrogativo, ma finora l’idea non è stata attuata. In Francia, come accennato nella scorsa puntata, in occasione del “Grand débat national”, seguito alla crisi dei “Gilets janunes” si era ipotizzato di istituire un “referendum d’initiative citoyenne”, ma poi non se ne fece nulla. In Germania, invece, a livello nazionale non esiste nulla di simile.

Fra i paesi confinanti, l’unico che conosca un diritto paragonabile è l’Austria, con il cosiddetto “Volksbegehren”, che tuttavia sottostà a norme più severe, che richiedono una vera mobilitazio-

Franco Celio

ne civica (maggior numero di firme, da raccogliere in minor tempo). Inoltre contrariamente a quel che succede da noi, chi vuol sottoscrivere una determinata proposta, deve presentarsi in appositi uffici e non può farlo né per strada né al bar.

Siccome la nostra non è però una democrazia diretta, ma solo “semi-diretta”, il potere di legiferare, ovvero di interpretare le proposte, tocca comunque al parlamento. Da qui le frequenti accuse degli iniziativisti al parlamento di aver travisato i loro intendimenti (che nel caso di accettazione, diventano naturalmente “il volere del popolo”). È quanto successo ad esempio nel caso dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, o di quella per l’espulsione “di stranieri che commettono reati”.

l’agenda Venerdì 7 aprile

Opinione Liberale Responsabile politico Alessandro Speziali

Numero IVA IDI CHE–108.135.503 IVA

Direttore editoriale Andrea Nava

Abbonamento annuale Fr. 100.–

Redazione Massimo Schira Vania Castelli

AVS/ AI/ Studenti Fr. 50.–

Redazione CP 154, 6528 Camorino T. 091 821 41 85 F. 091 821 41 88 oplib@plrt.ch

PLR MONTECENERI Appuntamento online con i candidati al Municipio – ore 20.00 Grafica e design redesign.swiss Camorino Stampa Centro Stampa Ticino SA Muzzano

Martedì 13 aprile PLR MONTECENERI Appuntamento online dedicato alle candidate femminili – ore 20.00

«Sostenitore» Da Fr. 200.– CCP 69-7730-5 Pubblicità Laura Codiroli

PLR MAGGIA Tavola rotonda online con i candidati al Municipio – ore 20.15

CARTA SVIZZERA

Agenda completa e modalità d’iscrizione alle assemblee digitali su www.plrt.ch.

Organizzazione della racolta:

PLRT/DLRT

Iniziativa popolare federale

«Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)»

Organizzazione della racolta:

Pubblicata nel Foglio federale il 9 marzo 2021: PLRT/DLRT I cittadini e le cittadine svizzeri sottoscritti aventi federale diritto di voto chiedono, in virtù degli articoli 34, 136, 139 e Iniziativa popolare 194 della Costituzione federale e conformemente alla legge federale del 17 dicembre 1976 sui diritti politici, articolo 68 segg., che

«Per un’imposizione individuale a prescindere La Costituzione federale è modificata segue: (Iniziativa 2 dallo statocome civile imposte eque)» Art. 197 n. 12per 1

12. Disposizione transitoria dell’art. 127 cpv. 2bis (Imposizione individuale a prescindere dallo stato civile) federale il 9 marzo 2021: L’Assemblea emana le disposizioni d’esecuzione dell’articolo 127 I cittadini e le cittadine sottoscritti aventi diritto di voto chiedono,federale in virtù degli articoli 34, 136, 139 e 2bis Le persone fisichesvizzeri sono soggette a imposizione bis 17 194 della Costituzione federale e conformemente alla legge federale del dicembre 1976 sui diritti politici, articolo 68 segg., che da capoverso 2 al più tardi entro tre anni dall’accettazione di tale articolo a prescindere dal loro stato civile. parte del Popolo e dei Cantoni.

1 RS 101 La Costituzione federale1 è modificata come segue: Art. 197 n. 122 Il numero definitivo della presente disposizione transitoria sarà stabilito dalla Cancelleria federale dopo la votazione popolare.

12. Disposizione transitoria dell’art. 127 cpv. 2bis (Imposizione individuale a bis prescindere stato civile) nel Comune indicato. Chi apoggia la domanda deve Sulla lista2possono firmare solo cittadini aventi diritto di voto in dallo materia federale Art.presente 127 cpv.

L’Assemblea federale emana disposizioni d’esecuzione dell’articolo firmarla si rende colpevole di corruzione attiva o passiva oppure altera le il risultato della raccolta delle firme è punibile127 secondo 2bis Lepersonalmente.Chiunque persone fisiche sono soggette a imposizione l’articolo 281 e rispettivamente 282 del Codice penale. capoverso 2bis al più tardi entro tre anni dall’accettazione di tale articolo da a prescindere dal loro stato civile. parte del Popolo e dei Cantoni.

1 RS 101 CAP: Comune politico: Cantone: Pubblicata nel Foglio Art. 127 cpv.

2bis

2

2 Il

numero definitivo della presente disposizione transitoria sarà stabilito dalla Cancelleria federale dopo la votazione popolare.

Controllo lasciare in bianco

Sulla presente lista possono firmare solo cittadini aventi diritto di voto in materia federale nel Comune indicato. Chi apoggia la domanda deve Data di nascita Nomi Firmadelle autografa firmarla personalmente.Chiunque siCognome rende colpevole di corruzione attiva o passiva Indirizzo oppure altera il risultato della raccolta firme è punibile secondo (Di proprio pugno in (Di proprio pugno in giorno/mese/anno via e numero l’articolo 281 e rispettivamente 282 del Codice penale. stampatello) stampatello)

3 4 1 5 2

Nomi

(Di proprio pugno in stampatello)

Comune politico: Cognome

(Di proprio pugno in stampatello)

Cantone: Data di nascita Indirizzo giorno/mese/anno via e numero

Firma autografa

Controllo lasciare in bianco

1 CAP: 2

3 4 5

Termine per la raccolta delle firme: 9 settembre 2022

Il comitato d’iniziativa, composto dei seguenti promotori, è autorizzato a ritirare la presente iniziativa con decisione presa dalla maggioranza assoluta dei suoi membri aventi ancora diritto di voto: Mentari Baumann, Europaplatz 1B, 3008 Bern, Kathrin Bertschy, Länggasstrasse 10, 3012 Bern, Andrea Caroni, Rütistrasse 28, 9100 Herisau, Esther-Mirjam de Boer, Rümlangstrasse 55a, 8052 Zürich, Jacqueline de Quattro, rue du Lac 140, 1815 Clarens, Claudine Esseiva, Monbijoustrasse 134, 3007 Bern, Alex Farinelli, Tera d'sott 65, 6949 Comano, Doris Fiala-Goldinger, San Bastiaun 50a, 7503 Samedan, Johanna Gapany, Chemin des Cours 8, 1630 Bulle, Anna Giacometti, Strada Cantonale 122, 7605 Stampa, Eva Herzog, Weiherhofstrasse 135, 4054 Basel, Hans Hess, Seewadelstrasse 14, 8331 Auslikon, Daniel Jositsch, Webereistrasse 6, 8712 Stäfa, Martin Landolt, Sonnenweg 27, 8752 Näfels, Christa Markwalder, Erlenweg 3, 3400 Burgdorf, Ruth Metzler-Arnold, Steinegg, 9050 Matthias 8050 Zürich, Carolina Müller-Möhl, Süessblätz 7, 8123 Ebmatingen, Philippe Nantermod, Frachier Termine per Appenzell, la raccolta delle Müller, firme:Franklinstrasse 9 settembre33, 2022 1875 Morgins, Ruedi Noser, Turbinenstrasse 18, 8005è Zürich, MajaaRiniker, 3b, 5034con Suhr, Reginepresa Martina Sauter, Belsitostrasse 12, Il4,comitato d’iniziativa, composto dei seguenti promotori, autorizzato ritirare laLindenweg presente iniziativa decisione dalla maggioranza assoluta dei8044 suoiZürich, membri Franziska Tschudi aventi ancora diritto Sauber, di voto: Lenggisrain 13, 8645 Jona, Susanne Vincenz-Stauffacher, Flurstrasse 2, 9030 Abtwil, Valentin Vogt, Vorderwald 3, 8634 Hombrechtikon, Adrian Wüthrich, 42, 4950Bertschy, Huttwil, Mathias Zopfi, Bergen 9, 8765 Engi Mentari Baumann, Europaplatz 1B,Alpenstrasse 3008 Bern, Kathrin Länggasstrasse 10, 3012 Bern, Andrea Caroni, Rütistrasse 28, 9100 Herisau, Esther-Mirjam de Boer, Rümlangstrasse 55a, 8052 Zürich, Jacqueline de Quattro, rue du Lac 140, 1815 Clarens, Claudine Esseiva, Monbijoustrasse 134, 3007 Bern, Alex Farinelli, Tera d'sott 65, 6949 Comano,La Doris Fiala-Goldinger, San 50a, 7503 Samedan, Chemin des Cours 8, 1630 Bulle, Anna seguente attestazione delBastiaun diritto di voto è ottenuta dalJohanna comitatoGapany, d’iniziativa.

Giacometti, Strada Cantonale 122, 7605 Stampa, Eva Herzog, Weiherhofstrasse 135, 4054 Basel, Hans Hess, Seewadelstrasse 14, 8331 Auslikon, Daniel Jositsch, 6, 8712____(numero) Stäfa, Martin Landolt, 27,popolare 8752 Näfels, Christa Erlenweg 3, 3400 Ruth Metzler-Arnold, Si attesta Webereistrasse che i summenzionati firmatari Sonnenweg dell’iniziativa hanno diritto Markwalder, di voto in materia federale ed Burgdorf, esercitano i diritti politici nel Steinegg, 9050 Appenzell, Matthias Müller, Franklinstrasse 33, 8050 Zürich, Carolina Müller-Möhl, Süessblätz 7, 8123 Ebmatingen, Philippe Nantermod, Frachier Comune summenzionato.

4, 1875 Morgins, Ruedi Noser, Turbinenstrasse 8005 Zürich, Maja Riniker, Lindenweg 3b, 5034 Suhr, Regine Martina Sauter, Belsitostrasse 12, 8044 Zürich, Il funzionario responsabile (firma indipendente18, e caratteristica ufficiale): Franziska Tschudi Sauber, Lenggisrain 13, 8645 Jona, Susanne Vincenz-Stauffacher, Flurstrasse 2, 9030 Abtwil, Valentin Vogt, Vorderwald 3, 8634 Hombrechtikon, Adrian Wüthrich, Alpenstrasse 42, 4950 Huttwil, Mathias Zopfi, Bergen 9, 8765 Engi

Luogo:

Firma autografa: La seguente attestazione del diritto di voto è ottenuta dal comitato d’iniziativa.

Bollo ufficiale

Si attesta che i summenzionati ____(numero) firmatari dell’iniziativa popolare hanno diritto di voto in materia federale ed esercitano i diritti politici nel

Comune summenzionato.

Data:

Qualità ufficiale:

Il funzionario responsabile (firma indipendente e caratteristica ufficiale):

Bollo ufficiale Questa lista, anche se incompleta, deve essere rinviata il più presto possibile al comitato d'iniziativa: Verein Individualbesteuerung Schweiz, Kramgasse 73,autografa: 3011 Berna. IBAN: CH880025425421136740E Firma Luogo: Trovate ulteriori informazioni e moduli per la raccolta delle firme sul nostro sito www.imposizione-individuale.ch Data:

Qualità ufficiale:

Questa lista, anche se incompleta, deve essere rinviata il più presto possibile al comitato d'iniziativa: Verein Individualbesteuerung Schweiz, Kramgasse 73, 3011 Berna. IBAN: CH880025425421136740E Trovate ulteriori informazioni e moduli per la raccolta delle firme sul nostro sito www.imposizione-individuale.ch