Nr. 34 - Opinione Liberale - 30 ottobre 2020

Anno 29 /G.A.A. Camorino

30 ottobre 2020 /

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Opinione Liberale Settimanale del Partito Liberale Radicale Ticinese

I candidati alla presidenza

02-05 / Ferrara, Martinenghi, Speziali Tre interviste per conoscere i candidati alla presidenza del PLR, per capire la loro visione sul partito e gli obiettivi che intendono perseguire.

I gruppi di lavoro tematici

07-10 / Bixio Caprara e Roberto Fridel Dedichiamo l’approfondimento ai gruppi di lavoro tematici e all’importante ruolo che rivestono nell’azione del PLR come riconosce il sondaggio.

Editoriale / Christian Vitta / consigliere di Stato

Il prima, il dopo e i nostri valori In questo periodo storico, contraddistinto dalla pandemia di Coronavirus, è come se potessimo catalogare tutto con un “prima” e con un “dopo”. “Prima” vivevamo le nostre vite e il nostro quotidiano nel modo in cui eravamo da sempre abituati. “Dopo” abbiamo iniziato ad adattarci a una nuova normalità, cambiando le nostre abitudini più radicate: siamo passati alle riunioni virtuali e agli eventi in streaming, al mantenimento di un rigoroso distanziamento sociale tra le persone e a una vita sociale ridimensionata attorno agli affetti più cari.

Abbiamo trascorso l’estate, in un certo senso, in un equilibrio fragile tra il “prima” e il “dopo” e ora la diffusione del Coronavirus ha ripreso velocità. Occorre agire mantenendo la calma e servono anche coerenza e costanza per affrontare questa nuova fase della pandemia e un senso di responsabilità ancor maggiore.

Serve appellarsi ai valori che da sempre, perciò dall’era del “prima”, ci contraddistinguono, quindi la libertà, la coesione e il progresso che negli anni hanno permesso alla Svizzera di raggiungere il suo attuale livello di benessere e che, anche in questa fase della crisi, devono fungere da guida.

La libertà, che con un forte senso di responsabilità individuale va adattata alle regole di igiene e di distanza sociale a cui ci siamo abituati. La coesione, che in un momento tutt’altro che facile non deve vacillare: ora più che mai è indispensabile restare uniti e remare nella stessa direzione. E infine il progresso, a cui continuare ad ambire nonostante le criticità del momento, riflettendo con lungimiranza su quelle che saranno le modalità di rilancio del nostro Cantone una volta che la crisi sarà superata. Abbiamo dinnanzi a noi delle importanti sfide ma dobbiamo essere fiduciosi e appellarci ai nostri valori, affinché sorpassata questa crisi avremo nuove occasione di crescita e di sviluppo.

. ” T R L P io c n la ri i d o tt Sondaggio “Proge per leggere i risultati Scansiona il codice QR

AVS e tassazione individuale

11 / Rocco Cattaneo / consigliere nazionale Giovani e Donne del PLR svizzero sono al lavoro per dare forma al nostro futuro con due iniziative semplici ed efficaci: sosteniamole!

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La nuova o il nuovo presidente cantonale sarà eletto dai delegati del PLR al congresso di domenica 22 novembre. Per meglio far conoscere ai lettori-delegati di Opinione Liberale i tre candidati alla presidenza, abbiamo posto loro alcune domande che dovrebbero permettere di capire la loro visione sul partito e gli obiettivi che intendono perseguire: iniziamo da Natalia Ferrara.

Un PLR che osa e coinvolge Natalia Ferrara. Nel suo intervento al comitato cantonale lei ha parlato di ispirarsi al liberalismo non privo però di capacità autocritica. Cosa intende?

Il liberalismo senza capacità critica è come un aereo senza le ali. In politica tutti hanno commesso errori, anche il liberalismo, in particolare credendo che la globalizzazione si governasse da sola, che tutti alla fine ci avrebbero guadagnato qualcosa. Ne ho parlato in dettaglio nel mio libro (Liberalismo, 2019) e credo sia importante tornarci, ricordare sempre che le persone non sono merci o servizi. Dagli sbagli si apprende, bisogna volerlo e non avere paura ad ammetterlo. Anche la congiunzione delle liste con il PPD, vista oggi, è stata un errore, e lo dico senza nascondere che io stessa, considerata la situazione e la decisione dei vertici del PLRT, l’avevo appoggiata. In futuro dovremo osare di più, ma anche coinvolgere maggiormente. Per la congiunzione, ad esempio, questo non è avvenuto, ed è già di per sé un errore. Al nostro interno siamo diversi, e non saremo più uniti se evitiamo di ascoltare e valorizzare posizioni distanti, difficili da conciliare, ma legittime, purché liberali. L’ossigeno del liberalismo è il confronto, e sono convinta che il partito sappia rispettare decisioni delicate purché discusse e non dettate.

Il sondaggio sul “progetto di rilancio del PLR” dice chiaramente che la base vuole un partito rafforzato nell’identità: qual è la sua ricetta?

Se usiamo la metafora della ricetta, iniziamo dagli ingredienti. L’identità di un partito sono le sue idee, le sue proposte e le donne e gli uomini che le difendono. Rafforzare la nostra identità

significa sapere chi si è, avere argomenti per presentarsi alla cittadinanza, all’elettorato. Perché proprio il PLRT? Perché un’azione politica basata sulla libertà, la responsabilità e la solidarietà?

Abbiamo pensato che la nostra storia parlasse da sola, non è vero. È ora di ammetterlo e di investire energie nel dire, ripetere, spiegare, argomentare. I fatti sono muti, senza rappresentanti convinti e capaci di confrontarsi con gli altri.

Se dimostriamo una forte identità, personale e di partito, allora sì che possiamo discutere con gli altri, trovare soluzioni, creare maggioranze.

Senza aggiungere troppa acqua al vino, come si dice. Non dobbiamo (più) avere paura di prendere posizioni scomode, alle volte solitarie, ma alla fine vincenti, oltre che corrette. Un esempio attuale: non demonizziamo né il frontalierato né le aziende, ma chiediamo che nei settori sensibili – come quello sanitario – si faccia molto di più per formare e impiegare manodopera locale. O ancora l’accordo quadro, dove il tema di misure fiancheggiatrici atte a consolidare il mercato

del lavoro ticinese non è affatto secondario. O le soluzioni sensate le portiamo noi, oppure non lamentiamoci se la cittadinanza vota posizioni polarizzanti a destra come a sinistra, a fronte di iniziative sempre più estreme.

Se eletta dal congresso che presidente sarà?

Quella che dice e fa queste cose, che le ripete fino allo sfinimento, che difende lo Stato di diritto, le istituzioni liberali e i cittadini, che cerca argomenti per convincere. Come ho fatto, ad esempio, combattendo recentemente l’istituzione della famosa Commissione parlamentare di inchiesta in spregio alla separazione dei poteri, o ancora prima la creazione di una Polizia unica a scapito dell’efficienza e della prossimità, o, per restare nel nostro partito, difendendo in ogni occasione il metodo liberale, più che i liberali. Il partito dev’essere uno strumento per pensare sempre all’interesse generale, non ad interessi particolari. Solo così invertiremo il declino di consensi, solo così rispetteremo i nostri valori fondanti.

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Lavorare insieme per un Paese forte e solidale È una bella sfida, personale e politica, quella che attende colui o colei che dovrà guidare nei prossimi anni un Partito liberale radicale degno del suo nome e delle sue tradizioni; un partito autorevole, dal profilo chiaro e progettuale, capace di mobilitare le sue forze migliori come chiede la base. La seconda intervista è con il candidato Emilio Martinenghi.

Emilio Martinenghi. Nel presentarsi al comitato cantonale lei ha detto di aver gettato il cuore oltre l’ostacolo rispondendo presente alla richiesta di candidarsi: cosa intende dire?

Sono, da sempre – anche per tradizione familiare – un convinto liberale radicale. Al di là dell’attività a livello comunale e di un quadriennio negli anni 90 nel comitato distrettuale di Lugano, non ho mai avuto ruoli o incarichi nel partito. Questo non mi ha impedito di essergli vicino e di sostenerlo quando possibile; restando critico e libero di pensare e agire a volte diversamente dalla stretta logica partitica. Ho accettato di candidarmi perché mi sento legato al nostro Paese.

Mi trovo a disagio quando la politica è vista con distacco, con disinteresse, per non dire con sufficienza. Il lavoro di chi si occupa di politica

merita maggiore considerazione e rispetto. Per chi non la vive al fronte, la politica stenta a mantenere una centralità nella quotidianità. Servono dunque vicinanza e attenzione, e soprattutto progetti chiari capaci di ricatturare l’attenzione e l’interesse di tutti noi.

Qual è la sua ricetta per un partito rafforzato nell’identità come chiede la base del PLR? Evito di criticare gli altri, preferisco per natura essere critico con me stesso e con chi sta e lavora con me. Questo mi ha aiutato a crescere e a migliorare come persona. Una sana autocritica è un elemento da cui partire, ove ci si deve interrogare sulle ragioni della perdita di consensi.

Il partito può contare su persone e strutture, in particolare le sezioni, che ne compongono l’ossatura. Si tratta ora di recuperare molti amici

che, come me, sono rimasti lontani o si sono allontanati. E chi meglio del PLR porta i valori di cui il Ticino ha fortemente bisogno? Economia e solidarietà, con una forte percezione della socialità. In questo Cantone, che deve essere forte, nessuno deve restare indietro. Il partito ha la personalità per partecipare con autorevolezza all’edificazione del Ticino di domani facendo valere con forza propulsiva, e anche attraverso il confronto, la propria posizione. Il PLRT deve potere, quando necessario, anche distanziarsi da posizioni del nostro partito nazionale, che come si è dimostrato, hanno considerato non sufficientemente le preoccupazioni della nostra popolazione. Mi riferisco all’attuale formulazione dell’accordo quadro con l’Unione europea e a quando il PLR svizzero ne sosteneva la semplice approvazione. Rimango critico anche sulla tassa CO2, considerandola un balzello che pesa sull’economia in generale e che rientra in un contesto di svolta verde che giudico opportunistica. Oggi il nostro partito deve chiaramente profilarsi con l’economia e per una socialità non clientelare ma di vero sostegno e solidarietà.

Se eletto alla presidenza come intende agire?

Intendo agire per priorità. Dalla composizione di un ufficio presidenziale che sappia muoversi in sintonia con il presidente e che sia rappresentativo del Paese al contatto con le sezioni e i distretti e con chi si trova al fronte. Da parte mia si tratta di sempre meglio conoscere le realtà non luganesi. Per Lugano, va promosso al più presto un clima di consenso all’interno della sezione, sui candidati e sui progetti in atto.

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Tre pretendenti alla presidenza del PLR, che hanno deciso di mettersi in gioco, dicendosi pronti a guidarne il rilancio: a unirli è la passione per la politica e la lealtà verso il partito.

Conosciamo quindi anche il terzo candidato e le motivazioni che l’hanno spinto ad affrontare una campagna elettorale decisamente singolare: Alessandro Speziali.

Un PLR che progetta il Ticino Alessandro Speziali. Nel suo intervento al comitato cantonale lei ha detto che la «gavetta» è qualcosa che ha sempre preso sul serio. Ci spieghi meglio?

Fin dai tempi del Liceo, la politica mi ha sempre appassionato. Finiti gli studi, ho poi iniziato ad accumulare esperienza diretta, cercando di immergermi nella complessità del nostro sistema democratico, a tutti i livelli. Sono stato consigliere comunale, poi capogruppo, in seguito assistente parlamentare a Berna e oggi deputato in Gran Consiglio. Al di là di questo cursus honorum, sono rimasto ben radicato nel “Paese reale”, quello che non segue la logica “di palazzo”: in questo mi aiuta anche il mio lavoro, visto che mi occupo di progetti di sviluppo regionale. Fra missione, passione e professione, mi sono convinto che il nostro territorio ha potenzialità sconfinate – economiche, culturali, sociali, nella formazione e nella ricerca. Ovviamente, accanto alle luci ci sono anche ombre che devono preoccuparci: il Ticino vive difficoltà e conosce tensioni sociali che, come partito, non possiamo (più) ignorare.

Qual è la sua ricetta per rilanciare il partito?

Immagino la struttura del partito come un laboratorio di idee, capace di sviluppare una proposta politica indipendente. Ci serve più vivacità interna, e la «squadra del presidente» dovrà occuparsi precisamente di questo: creare dibattito fra i nostri simpatizzanti, senza appiattirci sulle dinamiche parlamentari. Per riuscirci, la Presidenza dovrà sviluppare e comunicare una visione chiara di quale Ticino vogliamo nel 2040 – un vero e proprio “progetto di società”.

Gli spunti di riflessione non ci mancheranno, perché i prossimi 20 anni daranno forma a un mondo

definitivamente diverso da quello del Novecento.

Il mercato del lavoro, la formazione, l’ambiente e la mobilità: ci affacciamo su paesaggi sconosciuti, da esplorare con spirito avventuroso.

Dobbiamo inoltre rinvigorire il nostro spirito interclassista e la nostra proposta “totale”: il PLR deve conquistare fiducia da Pedrinate a Bedretto, ispirare chi lotta nel terziario contro la concorrenza lombarda e chi tiene viva l’agricoltura di montagna.

Infine, occorrerà ripensare le priorità operative del Partito. Dobbiamo riorientare le troppe energie sprecate a parlare, dietro porte chiuse, di questioni incomprensibili a chi vive nel Ticino reale. Se devo fare un proclama un po’ berlusconiano, sogno di conquistare almeno 100 presidenze, ma non orientate al gettone di presenza: voglio presidenti liberali per sci club, gruppi genitori, fondazioni, associazioni, circoli culturali, sagre di Paese. Queste sono le dimensioni della società

civile che dobbiamo frequentare, perché oltre a farci tastare il “polso del paese” comunicano alla politica i bisogni concreti di chi vive il territorio.

Vedo un PLR che progetta un Ticino orientato al domani: per arrivarci studieremo la nostra storia, senza il timore di riscrivere, là dove serve, anche alcune pagine nel nostro manuale di liberalismo.

Se eletto dal congresso che presidente sarà?

Sarò un punto di riferimento per ogni membro del PLR e per ogni ticinese. Non tradirò me stesso, per cui aspettatevi anche qualche provocazione, perché senza stimoli non esiste dibattito.

Voglio sfruttare la posizione per pungolare le migliori menti del Cantone, e farmi spiegare quale Paese desiderino abitare nei prossimi 20 anni. Poi, sia chiaro, non si vive di sola politica: sarò un presidente accessibile a chiunque, non fosse che per uno scambio di opinioni su quale sia il migliore büscion in circolazione.

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l’ospite

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Una giustizia da non strapazzare Il 29 novembre voteremo sull’iniziativa “per imprese responsabili” respinta dal comitato cantonale del PLR che sostiene invece il controprogetto del Consiglio fedarale in quanto introduce una regolamentazione efficace senza mettere a rischio posti di lavoro.

Il PLR svizzero prenderà posizione sabato in occasione dell’assemblea virtuale dei delegati. Vi proponiamo le considerazioni di Mauro Dell’Ambrogio.

Mauro Dell’Ambrogio

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oteremo sull’iniziativa che vuole rendere processabili le imprese i cui commerci causano violazioni dei diritti umani da qualche parte nel mondo. Causalità difficili da accertare e diritti opinabili. Ne facciamo già l’esperienza con migliaia di funzionari, avvocati d’ufficio e giudici per decidere quali richiedenti asilo sono abbastanza perseguitati da avere diritto di restare. Forse la spunta chi mente meglio o trova un giudice magnanimo. Nella migrazione il margine tra accogliere o dissuadere è politico, determinato dalla quantità del fenomeno e dalla sua percezione. Chi ne fa una questione di giustizia e postula per questo bandiere svizzere sulle navi nel Mediterraneo ottiene l’effetto contrario, a beneficio dei Salvini di turno. Anche perché di buone intenzioni si può campare, creando astio in chi fa la ricezione o le pulizie negli uffici delle imprese che rischiano di delocalizzare, contro gli intellettuali che a spese dello Stato pretendono di aiutare i miseri del mondo.

I diritti umani sono universali solo in teoria.

Ogni stipendio all’estero è vergognoso per i nostri standard. Il controllo delle nascite col quale la Cina è uscita dalla miseria era sicuramente inaccettabile per noi. L’alternativa al lavoro infantile in molti Paesi non è la scuola, ma la fame: siamo passati da lì anche noi. Chi può risolvere il dilemma se perdere il lavoro aiuta una sarta in Bangladesh? Non certo la Pretura di Lugano, se un’organizzazione qualsiasi si fa rappresentante della sarta e fa causa a un’impresa nel settore della moda con sede qui, inducendola a cambiare fornitore. Sicuri sono invece la manna per avvocati e periti pagati dall’assistenza giudiziaria, il carico per i tribunali e l’incentivo a trasferirsi per le imprese, che hanno costi anche per i processi che vincono.

Le nostre leggi già permettono di agire per danni diretti o corruzione all’estero. Effetti indiretti evidenti possono fare oggetto di pubblicità negativa e boicotto. Altra cosa è dare potere di intentare causa, fuori dal controllo dei promotori dell’iniziativa, agli irriducibili che vedono ogni male nell’impresa privata, nel commercio e nel mercato. Gli stessi che accusavano Nestlé di uccidere i bambini, perché produce latte in polvere, che in taluni paesi poteva essere diluito in acqua inquinata; in verità perché una multinazionale simbolo del capitalismo. Il quale ha permesso, meglio di tante utopie, il migliorato rispetto dei diritti umani

tramite lo sviluppo economico. La giustizia prima che un’idea è una realtà coi suoi limiti, radicati in una comunità. Vicende attuali di tribunali e procure dimostrano quanto nuoce alla sua qualità l’estensione quantitativa per sempre nuovi buoni fini: sicurezza sulle strade, caccia al denaro sporco, garantismo delle procedure, eccetera. Caricare la nostra giustizia del compito di raddrizzare i torti nel mondo non gioverà.

E metterla al di sopra di leggi e autorità dei Paesi che hanno bisogno di investimenti esteri per svilupparsi sa un po’ di colonialismo.

l’approfondimento

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Dare maggior peso ai gruppi di lavoro nella formulazione delle posizioni politiche in quanto svolgono un ruolo importante nel rafforzare l’identità del partito: è quanto emerge dal sondaggio sul “progetto di rilancio del PLRT”. Ne parliamo con il presidente Bixio Caprara.

Officina di idee qualificate Bixio Caprara. Nel puzzle di attività lanciate per il rilancio del partito, ci sono i gruppi di lavoro tematici valutati dal sondaggio in modo molto positivo.

L’invito è di rafforzarli, come lo spiega?

L’apprezzamento si spiega con il fatto che i gruppi di lavoro tematici sono delle officine di idee capaci di coinvolgere la base per elaborare proposte qualificate per migliorare il Paese.

Ne fanno parte specialisti o cittadini sensibili a uno specifico argomento che si confrontano per riflettere su possibili soluzioni innovative da proporre. E proprio dagli specialisti abbiamo constatato che si sentono più motivati a partecipare a una serata su un tema specifico, che permette loro di approfondire il tema, piuttosto che essere invitati in altri ambiti più generalistici come può essere il comitato cantonale, dove la discussione e il confronto alla ricerca di soluzioni condivise non può avere la stessa profondità causa i tempi forzatamente limitati. L’approccio dei gruppi di lavoro tematici è da integrarsi all’apprezzato e importante lavoro delle Sezioni quale prima cellula irrinunciabile dell’attività politica di prossimità verso il cittadino.

Il sondaggio evidenzia di fatto il ruolo dei gruppi di lavoro nel fomulare le posizioni politiche del PLR...

Abbiamo la fortuna di avere in tutti gli ambiti

politicamente rilevanti dei veri e propri specialisti che vogliono mettersi in gioco e dare il proprio contributo: un aspetto importante per un partito che è sempre stato riformatore e innovatore, e a cui interessa proporre soluzioni non polemiche gratuite. I gruppi di lavoro tematici sono sei: Sanità e sicurezza sociale; Ambiente, Territorio ed Energia; Formazione e Cultura; Economia e Lavoro; Costituzioni e Leggi; Giustizia e Diritti.

Coinvolgono dalle 20 alle 30 persone, quindi sono complessivamente più di un centinaio le persone che aiutano il partito ad elaborare delle soluzioni che possono sfociare in proposte programmatiche e atti parlamentari. L’ultimo risultato è la proposta di “Piano cantonale di sensibilizzazione, promozione della salute e prevenzione delle malattie” che chiede al governo, appunto su spinta di vari attori della sanità, di adottare dei provvedimenti di interesse generale, individuando azioni mirate di sensibilizzazione della popolazione ticinese per ridurre l’uso della sanità nonché ripristinare una maggiore e mirata promozione della salute e prevenzione delle malattie. La mozione è frutto del lavoro del gruppo “Sanità e sicurezza sociale” che ha capito la necessità di sostenere in Ticino un approccio un po’ diverso ossia di prevenzione rispetto al consumo delle prestazioni sanitarie.

E qui torniamo al tema caro al partito, ossia la responsabilità individuale.

Il partito viene anche invitato dalla base a promuovere progetti di riforme strutturali innovative per le sfide che ci attendono: cosa intende?

Un gruppo di lavoro specifico si è soffermato sul tema delle riforme strutturali, altro elemento

emerso dal sondaggio che dice però anche che non sono necessarie rivoluzioni copernicane.

Valutate le forze – il partito è considerato ben organizzato – ci sono però degli elementi di debolezza come un’eccessiva gerarchia correlata a una certa lentezza nel processo decisionale. Bisognerà pertanto trovare delle nuove formule organizzative per migliorare e accelerare la presa di decisione coinvolgendo maggiormente la base. In questo senso si inseriscono proprio i gruppi di lavoro e il tema della digitalizzazione. Il sondaggio è uno degli elementi nel discorso di rilancio del partito, che deve essere visto come punto di partenza e non di arrivo. Una partenza oggettiva su cui la futura presidenza potrà riflettere stimolando la discussione interna alla ricerca delle buone soluzioni da adottare.

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l’approfondimento

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Nei gruppi tematici l’azione PLR Al lavoro per salvare e creare posti di lavoro!

I gruppi di lavoro tematici sono un elemento decisivo per rafforzare la nostra identità, l’ascolto delle opinioni degli esperti costituisce un passaggio chiave per indirizzare le preoccupazioni della popolazione. Il messaggio che ci giunge dalla base del partito è chiaro e dà forza al nostro impegno. È proprio per migliorare l’ascolto che il nostro gruppo ha deciso di rivolgersi direttamente alle imprese, al fine di vivere da vicino i temi critici del mondo del lavoro e ricercare soluzioni. Alla luce degli sviluppi della situazione sanitaria, chiediamo inoltre rapida risposta alle richieste della mozione PLR “Per salvare i posti di lavoro occorre flessibilità” nei settori del lavoro, dei trasporti, della scuola, del commercio. Abbiamo infine in corso una riflessione in materia di legge sulle commesse pubbliche e di successione d’impresa. È nostra responsabilità individuale e di gruppo ottenere su tutti questi temi risultati rapidi e concreti. Al lavoro!

Cristina Maderni gruppo tematico Economia e Lavoro

2020, annus horribilis e anno di svolta All’inizio dell’estate l’Amministrazione cantonale ha finalmente deciso di compiere i primi passi verso lo sviluppo del telelavoro per i suoi dipendenti, traducendo in regolamento alcuni principi per uno sviluppo più incisivo del lavoro da casa. Bene, dunque.

Quello del telelavoro è un tema su cui come PLR chiediamo da tempo misure concrete, e almeno dal 2016 con Nicola Pini e Natalia Ferrara quali primi firmatari. Se in primavera si e dovuto fare di necessità virtù da un giorno all’altro, nei prossimi mesi avrà luogo un’altra sperimentazione forzata che permetterà di raccogliere nuove – e migliori – esperienze e fare ulteriori passi avanti.

Per consolidare questa pratica occorre però una politica del personale che fissi obiettivi chiari in materia di efficacia ed efficienza: solo così il potenziale del telelavoro potrà davvero essere sfruttato. E naturalmente occorre insistere sulle infrastrutture. Il Cantone deve farsi promotore dell’estensione su tutto il territorio e in tempi ragionevoli di una rete di telecomunicazione a banda ultralarga. Sono invece da respingere le ostilità nei confronti della tecnologia 5G, che rimane perfettamente complementare e anche’essa da favorire.

Fabio Käppeli gruppo tematico Costituzione e Leggi

La Scuola del futuro Il futuro dei nostri giovani, il futuro della società passa proprio dall’educazione che siamo in grado di offrire alle nuove generazioni. È quindi importante discutere, analizzare, approfondire ma soprattutto agire concretamente su proposte che possano in qualche modo migliorare l’offerta iniziando dalla scuola dell’obbligo. È quello che abbiamo fatto come gruppo PLR discutendo e votando in parlamento diverse misure che permetteranno dalla scuola dell’Infanzia sin alle Medie un ulteriore importante passo.

Tutto cio è stato possibile anche grazie all’attenta collaborazione dei nostri esperti che ci hanno aiutati non solo ad analizzare le proposte sul

Un ruolo strategico all’idroelettrico

Oltre mille liberaliradicali hanno partecipato al sondagg e hanno tracciato la via da seguire. Rafforzamento dell’id lavoro tematici sono la risposta. Ho il piacere di coordina Territorio ed Energia” che nei suoi primi incontri, con l’i avuto modo di approfondire tematiche legate alla produz infatti che accanto ai temi territoriali, infrastruttura produzione idroelettrica, rivesta un ruolo strategico le di crescita. Prossimamente il gruppo tornerà a riunirs Sebastiano Gaffuri gruppo tematico Ambiente, Territorio, Energia

l’approfondimento

tavolo ma ci hanno stimolati a redigere atti parlamentari dedicati in modo particolare alla formazione.

Un’attenzione indispensabile sul valore della scuola pubblica, perché attraverso essa si costruisce il futuro e si favorisce lo sviluppo del Paese, sui valori e sulla cultura del territorio perché solo così si consolida il percorso di crescita individuale e collettiva. Attualizzare quindi la scuola pubblica significa ottenere programmi scolastici aggiornati, sviluppare le potenzialità dell’allievo, valorizzare il docente riconoscendogli l’importanza e la qualità dell’insegnamento, rafforzare il rapporto della scuola con il territorio e non da ultimo istruire, formare, educare perché deve essere l’obiettivo finale dell’insegnamento. È quello che cerchiamo di fare all’interno del PLR con l’aiuto importante del nostro gruppo di esperti. Grazie.

Maristella Polli e Alessandro Speziali gruppo tematico Formazione e Cultura

gio per rilanciare il nostro Partito dentità è l’obiettivo e i gruppi di are il gruppo di lavoro “Ambiente, intervento di relatori di rilievo, ha zione elettrica ticinese. Crediamo ali e della mobilità, quello energetico, soprattutto legato alla o per il Canton Ticino che in questo ambito ha tanto potenziasi per approfondire tematiche di carattere infrastrutturale.

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Un back-office competente per conoscere e agire Riproponendo l’idea di creare gruppi tematici facendo capo a liberaliradicali conoscitori dei vari settori nella società civile, nell’economia pubblica e privata, non solo ero convinto della qualità e quantità di persone che si sarebbero dette disposte a dare una mano al gruppo parlamentare e al partito, ma anche che i frutti non sarebbero tardati. Infatti, in poco meno di sei mesi questo gruppo ha consentito di presentare atti parlamentari significativi e qualificati in materia di: • Pianificazione ospedaliera • Formazione di personale sanitario • Prevenzione sanitaria e riduzione dei premi di cassa malati • Sostegno al mantenimento in efficienza di ospedali e cliniche a causa del Covid 19.

Contare su un back-office competente è indispensabile per conoscere e poi agire con efficacia.

Matteo Quadranti gruppo tematico Sanità e Sicurezza

Per una giustizia giusta e moderna Immanuel Kant diceva che “Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto”, e così vuole fare il gruppo di lavoro “Giustizia e diritti” in merito alle riflessioni sul tema generale della giustizia ticinese. Senza entrare nel merito degli eventi balzati di recente con prepotenza agli onori della cronaca, di stretta competenza del Gran Consiglio, questo gruppo di lavoro vuole indirizzare le proprie riflessioni ai possibili correttivi e aiuti per una più efficiente organizzazione dell’apparato giudiziario, non solo penale ma anche civile e amministrativo, che possa quindi tradursi in una giustizia giusta, sia nei contenuti sia nei tempi, davvero al servizio dei cittadini e di uno Stato di diritto degno di questo nome. In questa prima fase, il gruppo di lavoro si è premurato di raccogliere dai vari interlocutori del settore segnalazioni e critiche ma anche input e suggerimenti. Un ascolto attivo a chi della giustizia fa mestiere o ne è fruitore, per poter in seguito elaborare suggerimenti di misure concrete. Siamo tutti concordi: la giustizia deve poter contare su magistrati competenti e autorevoli, che possano concentrare le loro energie sul compito istituzionale loro affidato, anche grazie a strumenti di lavoro all’avanguardia, al passo con la crescente digitalizzazione, che permetta la condivisione e la messa in rete di know how e precedenti giudiziari, per l’emanazione di decisioni coerenti, in tempi conformi alle necessità dell’economia e dello sviluppo dei progetti pubblici. Di vitale importanza quindi identificare correttivi che abbattano i tempi biblici e forniscano mezzi adeguati, e non solo nelle istanze di ricorso, chinandosi concretamente sul tema della riorganizzazione di un sistema gerarchico non più al passo coi tempi, inteso come un sistema burocratico, arcaico e a tratti perfino anacronistico. Correttivi per una giustizia moderna, competente, autonoma e indipendente, capace però di reagire celermente alle aspettative del mondo reale, fuori dalla torre di avorio dei palazzi ingessati e lontano dai battibecchi politici.

Karin Valenzano Rossi e Daniel Mitric gruppo tematico Giustizia e Diritti

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l’approfondimento

Nella prima fase del processo di rilancio del PLR sono intervenuti anche due focus group con il compito di definire le questioni politiche più importanti, di identificare le esigenze in merito alla struttura del partito e di fornire la base per elaborare il questionario a complemento delle tesi definite dalla presidenza. Ebbene i risultati emersi dai focus group sono in linea con il sondaggio come ci conferma il coordinatore Roberto Fridel.

C’è voglia di lavorare per il PLR Roberto Fridel.

Quali i dettagli metodologici dei focus group?

I due gruppi, per una quindicina di persone suddivise tra Sopra e Sottoceneri, uomini e donne che vivono la politica nella società civile e professionale, si sono incontrati in luglio – uno gruppo al mattino e uno al pomeriggio – e per più di 3 ore hanno espresso i loro punti di vista e le loro considerazioni, rivolto critiche, ma soprattutto hanno proposto e condiviso spunti e indicazioni che hanno permesso l’elaborazione del sondaggio. Ai focus group è stato anche chiesto di considerare il momento politico nel contesto della pandemia da coronovirus.

A quali risultati hanno portato i focus group?

Sono rimasto meravigliato nel constatare come tra i due gruppi ci sia stata analogia, nessuna sfumatura geografica... mi aspettavo qualche diversità. Un altro aspetto è che i risultati dei focus group sono in linea con il sondaggio il che dimostra la voglia di cambiare in termini di riposizionamento del partito, e di proporre piuttosto che di criticare. Quindi, molti spunti di miglioramento. Leggendo i risultati dei focus group e del sondaggio appare evidente che la base sembra essere molto in

chiaro su ciò che si aspetta dal partito e che al tempo stesso è pronta a fare la sua parte.

Nei focus group c’è stata anche una discussione costruttiva che ha permesso di affinare alcune tematiche, in particolare sui meccanismi che riguardano il coinvolgimento e la mobilitazione, l’organizzazione, la comunicazione. Sono tre concetti che visti così sembrano disgiunti ma che in realtà sono collegati fra loro. È emersa chiara la necessità di snellire l’apparato gerarchico privilegiando maggiormente i temi politici dalle questioni geografiche, nel senso che se dobbiamo discutere un tema lo facciamo tutti assieme piuttosto che in un distretto prima, poi in un altro e un altro ancora: un’esigenza evidente anche nel sondaggio con le dovute differenze tra quelle che sono le logiche elettorali e di mobilitazione, e quella che è l’elaborazione di proposte politiche.

Ed è emersa l’importanza di focalizzare l’azione su alcuni temi prioritari, e di poter discutere attorno a questi con un coinvolgimento maggiore della base sapendo che nella base ci sono persone che hanno un’approfondita conoscenza della realtà socioeconomica del nostro Cantone. La creazione di gruppi tematici – implicando anche esperti tecnici e i membri del Gran Consiglio per garantire il legame con la politica attiva – potrebbe anche servire a mobilitare l’elettorato liberale radicale.

E cosa ci può dire sull’esigenza emersa dal sondagggio di rafforzare l’identità del PLR? I focus group sono concordi nel ritenere che il partito dovrebbe agire da protagonista invece

che reagire, dovrebbe valorizzare la propria identità e puntare su pochi temi prioritari. Un partito molto reattivo che utilizza in modo intelligente i mezzi di informazione moderni, intengrandoli a quelli che conosciamo così da comunicare a distanza – oggi lo stiamo facendo per necessità – e garantire un’informazione dinamica, sintetica, capace di raggiungere tutte le generazioni, sulle proposte e sulle prese di posizione del PLR. C’è una gran voglia di lavorare per migliorare l’identità del partito: questo è quanto emerso dai due focus group e che credo di vedere, anche in modo speculare, nella lettura dettagliata del sondaggio.

daberna

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Iniziative semplici ed efficaci Rocco Cattaneo consigliere nazionale

T

assazione individuale e aumento dell’età pensionabile sono i due temi di grande importanza al centro delle inziative lanciate, rispettivamente, dalle donne e dai giovani del PLR. L’inziativa per la tassazione individuale, proposta dalle Donne liberali, affronta un importante tema della nostra fiscalità. Gli iniziativisti propongono di tassare ogni individuo singolarmente, sulla base della propria capacità contributiva e indipendentemente dallo stato civile. In questo modo sarbebe abolito l’attuale regime di tassazione congiunta delle coppie sposate. Questa riforma risolverebbe l’attuale problema della penalizzazione del matrimonio. Nel regime attuale, infatti, le coppie sposate sono sottoposte al regime fiscale di cumulo dei redditi, mentre le coppie che vivono assieme senza essere sposate non lo sono. Passare dalla tassazione congiunta a quella individuale può inoltre avere rilevanti effetti positivi sul numero di donne attive nel mercato del lavoro. La legge in vigore spesso scoraggia le donne ad esercitare un’attività economica. Il secondo reddito di un nucleo familiare, infatti, in alcuni

Giovani e Donne PLR sono al lavoro per dare forma al nostro futuro con due iniziative semplici ed efficaci: è l’opinione del consigliere nazionale Rocco Cattaneo che si esprime sulla proposta dei Giovani liberali radicali svizzeri “Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenible” e su quella delle Donne liberali radicali per una tassazione individuale. casi viene quasi interamente assorbito dall’aumento del carico fiscale. Parlo di donne perché i dati mostrano che sono loro, più spesso degli uomini, a rinunciare a partecipare al mercato del lavoro. Tuttavia gli stessi vantaggi del passaggio alla tassazione individuale esistono anche per gli uomini. Il risultato dell’approvazione di questa iniziativa sarebbe un regime di tassazione più equo per tutti.

Dall’altro lato, i Giovani liberali radicali danno prova di grande responsabilità nei confronti delle generazioni future, proponendo l’aumento dell’età pensionabile (sia per gli uomini sia per le donne) a 66 anni.

Da decenni, infatti, la popolazione elevetica sta invecchiando e la natalità è stagnante. Senza un’adeguata riforma pensionistica, l’AVS si

troverà presto in crisi, non riuscendo a pagare le pensioni promesse. Questo avviene perché ci sono troppi pochi giovani lavoratori che pagano i contributi necessari per finanziarle. L’età di pensionamento in Svizzera è rimasta invariata a 65 anni per gli uomini dal 1948, anno dell’istituzione dell’AVS. La speranza di vita alla nascita, sempre per gli uomini in Svizzera, è invece passata da 66 anni nel 1948 a 82 anni nel 2019.

Ecco dunque che l’aumento dell’età pensionabile proposto dai Giovani liberali radicali rappresenta una soluzione logica e moderata al problema della sostenibilità finanziaria del primo pilastro. Diamo dunque man forte alla raccolta di firme e faccio dunque i migliori auguri a Donne e Giovani liberali per il successo di queste iniziative semplici ed efficaci.

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Opinione Liberale

Energia pulita e sviluppo del Ticino Giacomo Garzoli granconsigliere PLR

L

a produzione di energia elettrica in Svizzera è a buoni livelli, in particolare quella estiva in crescita grazie al fotovoltaico. Si sta però creando un evidente scompenso tra il fabbisogno energetico estivo e quello invernale. Manca, in particolare, la possibilità di immagazzinare il surplus prodotto d’estate, che conduce a volte a episodi estremi, con le centrali idroelettriche costrette a lasciar scorrere acqua senza turbinarla quando, in giornate di sole e vento nel nord Europa, il prezzo per la corrente risulta addirittura negativo. Il deficit energetico invernale viene coperto da importazioni da centrali nucleari e a carbone in Francia e Germania, che però verranno progressivamente spente.

Questi paesi dovranno pertanto prima di tutto provvedere alle loro necessità interne, aumentando i prezzi per l’approvvigionamento invernale.

Il Ticino ha imponenti dighe che ci danno energia pulita che può essere stoccata in modo flessibile, erogandola durante i picchi di domanda, quando rende di più, e in parte conservandola nei bacini per i periodi di necessità, come appunto in inverno. Anche se le acque ticinesi sono invero già ben sfruttate e difficilmente saranno costruiti nuovi sbarramenti, una grande opportunità è costituita dalla possibilità di migliorare tecnicamente le turbine delle centrali (come sta accadendo per il Ritom) o dall’innalzamento delle dighe esistenti (ad esem-

Antoine Turner comitato ALRA

pio quella del Sella e soprattutto del Sambuco).

Le principali dighe sono frutto di concessioni che scadono tutte tra il 2035 e il 2048. Con l’avvicinarsi del termine di queste riversioni occorre chinarsi sul tema. Molti impianti sono vetusti e poco produttivi e i proprietari non sono propensi a investire finché non vi saranno certezze sulle condizioni economiche della ripresa da parte di AET. Tuttavia, l’innalzamento delle dighe è una necessità e occorre agire: la diga del Sella è proprietà dell’AET e l’innalzamento di alcuni metri porterebbe a un aumento del potenziale di accumulo e una maggiore capacità annuale di produzione di preziosa energia nei momenti di necessità. Un investimento redditizio e da pianificare al più presto, ma che impallidisce di fronte al potenziale del Sambuco.

Qui, con un innalzamento di soli 10 metri dell’attuale diga, si otterrebbe un aumento notevole dell’accumulo di acqua con una crescita di produzione e soprattutto con un aumento di flessibilità estremamente funzionale e interessante. Un investimento molto redditizio, tanto più che studi già approfonditi non hanno evidenziato particolari problemi infrastrutturali (l’attuale strada che costeggia il lago per raggiungere i bacini del Naret andrebbe solo leggermente spostata verso l’alto) o ambientali. La concessione di questo impianto all’OFIMA scade già nel 2035. È prioritario, per-

tanto, che la politica cominci a occuparsi di questi progetti per assicurare al Ticino energia indispensabile, ma anche locale e pulita, trovando, dove necessario, accordi sensati con gli attuali proprietari per accelerare i tempi di queste realizzazioni. Il progetto del Sambuco sarebbe inoltre un’occasione di rilancio anche per la parte alta del Ticino, garantendo posti di lavoro qualificati, in particolare nelle valli. È inoltre parallelamente già allo studio un progetto di apertura di un passo tra la Vallemaggia e la Leventina, a traffico moderato, che sfrutterebbe proprio la strada adiacente al bacino del Sambuco. Il Cantone sta valutando gli accorgimenti necessari ad evitare una via di transito congestionante, già impossibile di per sé viste le distanze da percorrere e le caratteristiche della strada, e le soluzioni adeguate per promuovere uno sviluppo turistico e soprattutto socioeconomico sostenibile dell’intera regione dell’alto Ticino. Una soluzione che favorisce un turismo certo più sostenibile rispetto alla costruzione di una teleferica e che avrebbe evidenti sinergie con il progetto della diga.

La politica ha ora il compito, unitamente ad AET, di muoversi da subito con l’abilità necessaria per trovare una soluzione pragmatica ed efficiente nell’interesse di tutto il Ticino, ma anche della Svizzera, con risvolti indubbiamente positivi per le regioni di montagna del nostro Cantone.

associazioneALRA

Opinione Liberale

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L’impegno di tutti noi per il clima Dopo tre anni di discussioni il parlamento federale ha approvato una nuova legge sul CO2 che finalmente porta la Svizzera ad allinearsi a quanto i Paesi del mondo hanno concordato a Parigi per tutti (o quasi) allo scopo di contribuire a una soluzione per mitigare la crisi climatica.

Ora diversi gruppi di referendisti, tra cui gli eterni insoddisfatti, lobbisti del petrolio e delle marche di auto più inquinanti, vogliono lanciare un referendum. L’auspicio è che la popolazione approvi la proposta del parlamento perché crede nella necessità di una soluzione equilibrata a una vera crisi, nel rispetto delle future generazioni.

Priorità energetiche Antoine Turner membro di comitato ALRA

C

ome emerge chiaramente dal precedente articolo, il Ticino deve sviluppare appieno il proprio potenziale energetico, sia per non essere troppo dipendenti da un mercato internazionale sempre più difficile sia perché la situazione climatica e gli accordi internazionali in questo senso lo esigono. Anzitutto salutiamo con entusiasmo il pacchetto di misure del Consiglio di Stato per promuovere le energie rinnovabili, caratterizzato da un mix di carota (130 milioni per il quadriennio) e bastone: in sostanza si chiede al parlamento di approvare maggiori sussidi al fotovoltaico (FV) e alle

fonti rinnovabili in generale, ma si prevede anche l’obbligo del FV su tutte le nuove costruzioni e la possibilità in alcuni casi di rendere l’allacciamento al teleriscaldamento obbligatorio. Facciamo notare che nei piccoli e grandi centri il teleriscaldamento funziona bene ed è usato molto in tutta Europa, ma ancora poco in Ticino, sebbene anche qui stia facendo capolino un numero sempre maggiore di progetti. In questo contesto un’ottima risorsa è l’acqua del lago (soluzione menzionata nel messaggio del governo) che con una potente termopompa può servire sia a scaldare sia raffreddare (d’estate) interi quartieri; varie città svizzere e ticinesi ne hanno o le stanno progettando e costruendo. Aumentare la produzione estiva con il fotovoltaico sui nostri tetti sopperisce solo

in parte all‘ammanco di energia locale durante l’inverno: occorre trovare modi per produrne anche d’inverno e di immagazzinare l’energia più a lungo. Grazie all’irraggiamento dalla neve il FV in alta quota è efficiente anche d’inverno, ad esempio sui ripari valangari: un promettente test svolto da AET sopra Airolo è stato bloccato da problemi tecnici certamente sormontabili con una sufficiente volontà politica, per ora mancante. Anche nei bacini idroelettrici è possibile posizionare pannelli FV galleggianti. Il tutto se si riescono a evitare gli inutili ricorsi di chi non riesce a concepire la convivenza fra tecnica e ambiente, non volendone capire l’utilità.

Una possibilità molto interessante è l’innalzamento delle dighe e il pompaggio tra bacini nel fondovalle e altri a monte. Si tratta di ottime soluzioni e alcune soluzioni interessanti sono i progetti di innalzamento delle dighe del Sella e del Sambuco, o il pompaggio tra Lago Maggiore e Diga della Verzasca. Sono da studiare le opportunità e procedere al più presto con quelle migliori e più fattibili: i tempi sono maturi.

Nell’attuale situazione congiunturale caratterizzata dal basso prezzo dell’elettricità le aziende non osano investire, ma è chiaro che in futuro i prezzi torneranno a salire e gli investimenti nell’idroelettrico e nelle altre fonti rinnovabili torneranno ad essere economicamente redditizi.

La politica deve dunque chiedere a AET di investire, dandogliene i mezzi necessari per diversi grandi progetti. Questo vuol dire dare in primis a AET le competenze e l’autorità per farlo, superando anche sterili rivalità intercantonali.

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Conoscere per crescere attraverso il sapere e il continuo confronto Paolo Pamini vicepresidente Istituto Liberale Lugano

A

ffermare che si vuole una politica pragmatica è nel migliore dei casi una presa in giro di sé stessi e di chi a cui ci si rivolge. La politica è scelta, e scegliere equivale a scartare delle alternative per preferirne altre; se questo non deve avvenire in modo del tutto casuale, significa che qualche sistema di valori ci sta guidando nella decisione – anche se talvolta inconsciamente.

Il “pragmatismo” senza troppo tirare in ballo i massimi sistemi non esiste. Non c’è nulla di più pratico di una buona teoria.

Naturalmente sono a disposizione molte teorie che se messe in pratica possono causare danni enormi. Chi scrive per esempio è convinto che il principio “ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni” – ancora oggi in

qualche modo rievocato da politici di più partiti – sia capace di generare e di fatto abbia sempre generato enormi tensioni nella società fomentando l’invidia, disincentivando la produzione di risorse e pertanto in ultima istanza facendo accartocciare su sé stessa l’intera collaborazione sociale. Non a caso l’ultima fase della società comunista ipotizzata da Marx prevedeva la scomparsa della subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, benché si dia il caso che proprio la divisione del lavoro, insieme all’accumulo di capitale e all’inventiva umana siano le colonne portanti del miglioramento del benessere umano in ogni tempo e luogo. Il tutto retto dall’incondizionata difesa della proprietà privata, che rende le tre cose possibili. Questo è solo un esempio, forse il più sanguinario nella storia, di cattiva teoria.

Solo il continuo confronto ci permette di comprendere pregi e difetti pratici di varie teorie. Per questo iniziative come “conoscere per crescere” sono di centrale importanza.

La internet reformation ci mette peraltro oggi a disposizione innumerevoli fonti di ispirazione – penso per esempio ai think tank liberali internazionali. La grande sfida è scovare le perle nel letame.

Opinione Liberale Responsabile politico Bixio Caprara

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CARTA SVIZZERA

Opinione Liberale

Terza lezione, 19 novembre Virginio Pedroni, Gerardo Rigozzi, Markus Krienke, Paolo Pamini si conconfronteranno su “Socialismo, dottrina della Chiesa e visioni liberali a confronto” (2a parte). La conferenza, moderata da Franca Verda, avrà luogo a Bellinzona, ore 18, sala Consiglio comunale.

l’agenda Sabato 30 ottobre PLR SVIZZERO Assemblea dei delegati online ore 10.45 – Centro congressi, Lucerna

Martedì 10 novembre PLR MONTECENERI Assemblea – ore 20.00 Centro diurno, Rivera

Giovedì 12 novembre PLR DISTRETTO LUGANO Assemblea – ore 20.00 Centro eventi, Cadempino

Agenda completa su www.plrt.ch.

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Natalia Ferrara.

Emilio Martinenghi

Alessandro Speziali

i t a d i d n a c i o Scopriam . a z n e d i s e r P a l l a

. o t o v i d i n o i z a c i Ind .11.2020 Votazioni federali del 29

NO all’Iniziativa «Per imprese responsabili - a tutela dell’essere umano e dell’ambiente».

L’iniziativa “multinazionali responsabili” è un vero e proprio killer per le piccole e medie imprese. Sosteniamo invece il controprogetto del Consiglio federale, che riprende le giustificate preoccupazioni dell’iniziativa e si basa su rigorosi standard internazionali. Senza aggiungere un’ulteriore clausola di responsabilità, il controprogetto introduce una regolamentazione efficace senza distruggere posti di lavoro.

NO all’Iniziativa «Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico».

L’iniziativa presentata dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) prevede un rigoroso divieto di finanziamento e rende più costose le possibilità d’investimento dei fondi di previdenza sociale aumentandone i rischi. Inoltre, minaccia l’indipendenza politica della Banca nazionale svizzera, rende più difficile il finanziamento delle imprese e criminalizza numerose piccole e medie imprese.