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I DIALOGHI SOCIALI

I DIALOGHI SOCIALI

I nostri servizi per combattere la povertà

Carmelo Petralia, Marta Azzolina, Livia Zangrandi e Lucy Tattoli

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Il servizio educativo è uno dei pilastri su cui si basa il Centro Diurno di Opera Cardinal Ferrari. È il lavoro di chi sta al

fianco degli anziani senza dimora accolti ogni giorno dalle 8.30 alle 17.00 e che ha il compito di rispondere ai bisogni che ognuno di loro porta nel mo-

mento in cui chiede aiuto. Un ruolo di autorevolezza e generosità, di premura e altruismo che si basa sulla relazione e sul rapporto di fiducia. Quando una persona arriva in Cardinal Ferrari viene accolta inizialmente dalle assistenti sociali, Giulia e Loredana. È con loro che si instaura un primo legame attraverso un colloquio conoscitivo che va ad approfondire cause e motivi che hanno portato la persona a chiedere aiuto. Una volta valutata la situazione, il nuovo Carissimo (o Carissima) – come viene chiamato chi è accolto in Opera - incontra la figura dell’educatore, Carmelo o Marta, che lo introduce nella quotidianità del centro diurno: vengono presentati i servizi, gli orari e le modalità di prenotazione del guardaroba o delle docce, oltre che le regole da rispettare per permettere a tutti di vivere ‘Casa Opera’ in modo sereno e civile.

“È un vero e proprio inserimento in casa. Si vuole fare ambientare la nuova persona che spesso all’inizio non esterna i suoi bisogni in modo completo. È quando si è ambientato

Carmelo Petralia, educatore Opera Cardinal Ferrari

che emergono varie difficoltà a cui si

risponde man mano che escono”, racconta Carmelo. “Qualcuno fa più fatica

all’inizio e viene quindi accompagnato durante i vari momenti: a colazione, a fare il cambio d’abiti e anche alla doccia grazie alla presenza di un OSS che

aiuta le persone più in difficoltà”. Il primo obiettivo che l’educatore si pone è quello di agganciare la persona alla vita di Opera e quindi di ascoltare e conoscere l’essere umano che ha di fronte, approfondendo la sua storia, i suoi affetti e le sue passioni. Il confronto continuo con i servizi sociali è vitale per confrontarsi e valutare il percorso da intraprendere in base ai comportamenti e alle relazioni che si instaurano all’interno di Opera Cardinal Ferrari. Le persone accolte in Opera, per statuto, sono anziani. La persona anziana oggi non è più l’over settantenne italiano, ma siamo di fronte a nuove forme di povertà: persone non ancora in età di pensionamento, ma senza lavoro e senza possibilità di trovarne uno e spesso con alle spalle situazioni problematiche (ex carcerati, clandestini, persone con problemi di dipendenza,…). Proprio per questo spesso il lavoro svolto

dall’educatore non è di “evoluzione” ma

di mantenimento: gli obiettivi da raggiungere sono minimi, ma non per questo facilmente raggiungibili. Spesso quello che

si è chiamati a fare è una riduzione del danno che una persona può fare o può farsi. Il cambiamento, quando c’è, è gra-

duale. È necessario fare un passo per volta: trovare un luogo dignitoso dove dormire, una residenza, se pur fittizia, per iniziare le procedure per la richiesta dei documenti indispensabili per garantire una copertura sanitaria o per esempio educarli a lavarsi e cambiarsi d’abito. Già raggiungere questi primi obiettivi è per gli educatori un grande traguardo perché spesso i Carissimi

ARRIVEDERCI LOREDANA!

La nostra collega Loredana, dopo 38 anni al fianco dei Carissimi, va in pensione. Ma prima di andarsene ci lascia una sua lettera al futuro

Loredana Rossetti

"Guardando al futuro, oggi, non sembrano esserci nuove speranze ma all'orizzonte si profilano "nuove povertà" e nuovi poveri: molti impoveriti dalla situazione economica, bisognosi non solo di aiuti materiali ma anche di relazioni. Persone che hanno bisogno di un aiuto concreto e immediato e di un accompagnamento verso un nuovo futuro. È questa la sfida che dovrà affrontare Opera Cardinal Ferrari, anzi già è presente nella quotidianità. Oltre ai servizi che tradizionalmente offre ogni giorno ai Carissimi nel Centro Diurno da oltre settant'anni (nella sede di via Boeri), ai pacchi viveri mensili alle famiglie in difficoltà presenti sul territorio milanese, alla micro comunità Cielo Stellato per donne senza dimora, alla Residenza Sociale Trezzi,

si è aggiunta la sfida dell'housing sociale: non solo offrire uno spazio in cui abitare, ma collaborare alla costruzione di una comunità.

Sempre più importante sarà lo stretto rapporto con gli altri Enti - pubblici e privati - del territorio per la co-progettazione e la co-gestione di servizi e progetti finalizzati alla costruzione del bene comune. Tanto si è fatto in questi anni e

molte sono le relazioni importanti con il Comune, il Municipio 5, la Regione, Enti del privato sociale. Tanto

resta da fare. Ampliare i servizi che Opera già offre a diversi gruppi di per-

Giulia Faini, assistente sociale di Opera, porta avanti con professionalità e premura il lavoro di accoglienza dei Carissimi! sono persone che non hanno nulla. Questo è solo una parte del lavoro perché l’educatore si prende cura della persona a 360 gradi. Questo è evidente, ad esempio, al momento del pasto. Chi ha allergie

alimentari o intolleranza, chi invece per motivi religiosi non può mangiare determinati cibi e chi infine ha dei gusti particolari: l’educatore è sempre presente durante la distribuzione per rispondere alle diverse esigenze di ogni Carissimo.

Un grazie speciale agli educatori di Opera Cardianal Ferrari che si prendono cura con serietà e generosità di oltre 150 Carissimo ogni giorno.

Marta Azzolina, educatrice Opera Cardinal Ferrari

sone bisognose è un processo che è sempre più indispensabile affinché si attuino in azioni concrete quei valori e quei principi che da sempre la Cardinal Ferrari si prefigge, ponendo attenzione ai

"segni dei tempi", a quei cambiamenti nella società che, purtroppo spesso rapidi e travolgenti, generano

ulteriori disagi ed emarginazione. La professionalità espressa da dipendenti, collaboratori e volontari, la loro dedizione e attenzione "all'altro", sono una garanzia per il futuro, per le tante persone che si rivolgono alla Cardinal Ferrari per un sostegno, un aiuto, un supporto e per quelle che in futuro ne avranno necessità.

L'Opera Cardinal Ferrari esiste da cento anni (per la precisione cento e uno), la sede di via Boeri da settantadue, io l'ho vissuta per trentotto anni (e qualche mese), sono più che certa che continuerà ad esistere, nono-

stante le molte difficoltà (e chiunque l'abbia visitata e "notato" le sue dimensioni può ben comprendere quali spese si debbano affrontare!), perché c'è bisogno di questa "Casa": ne hanno bisogno i Carissimi, gli studenti e i lavoratori, i malati che vengono a Milano per una speranza in più, per tutte le persone che in futuro potranno ricevere l'aiuto di cui necessitano; ma ne hanno bisogno anche tutte le persone che, a vario titolo, la frequentano e la sostengono. E come a volte dico, sperando di non essere tacciata di blasfemia, se il Cardina-

le (Andrea Carlo Ferrari) vuole continuare ad avere un'Istituzione che operi nel suo nome, allora deve darsi da fare anche lui, in Paradiso da Beato... Arrivederci."

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