neralissima, recuperare la distinzione di Bonsiepe tra figure . sintattiche e figure semantiche. GIUSEPPE CONTE
1 Eliot individua il passaggio del dramma elisabettiano dalla reto rica (Kyd, Marlowe) alla « articolazione penetrante e sciolta» di Shakespeare e Webster (Il Bosco Sacro, Milano '46 traduz. Anceschi, p. 151): dove il termine « retorica» è usato come attributo di uno stile letterario. 2 PERELMAN OLBRECHTS-TYTECA, Trattalo dell'argomentazione, Torino '66 (Prima edizione francese 1958). J L. Prurrr, Retorica e Logica, Torino '68. 4 R. BARTHES, Rhétorique de l'image, in • Communications» IV, p. 30. s U. Eco, La struttura assente, Milano '68, p. 167. 6 Livello « iconico», « iconografico», « tropologico», « topico», « entimematico ». (Cfr. U. Eco, La strullura assente, cit., p. 170 e sgg.). 7 U. Eco, La struttura assente, cit., p. 172. s G. BoNsIEPE, Retorica visiva-verbale, in·« Marcatre », '65, n. 19-22. 9 G. B0NSIEPE, art. cii., p. 218. 10 ibidem. Il ibidem. 12 Cfr. la tesi di G. MARPURGO TAGLIABUE, Aristotelismo e Barocco, in Retorica e Barocco, Roma '55. 13 ARISTOTELE, Retorica, libro I (traduzione A. Plebe, Bari 1961, p. 22). 14 M0RPURG0 TAGLIABUE, Op. cii., p. 122. 15 A. PLEBE, Breve storia della retorica antica, Bari '68, p. 86. 16 A. PLEBE, Op. cii., p. 89. 11 Sulla retorica ciceroniana, oltre le pagine citate del libro di Plebe, si può vedere un denso e documentato saggio di R. BARILLI, La retorica di Cicerone, ne « II Verri», n. 19. 18 A. PLEBE, Op. cii., p. 93. 19 Per controllare l'uso di Aristotele nel secondo '500, è consigliabile il saggio di G. DELLA VOLPE, Poetica del '500, Bari '54, dove si studia il rapporto tra la poetica di Aristotele e le sue più famose esegesi (Castel vetro, Vettori). Che poi l'origine del Barocco fosse da rintracciare nel l'Aristotelismo tardo cinquecentesco, è una vecchia idea che trovò formulazione per fa prima volta in G. ToFFANIN, La fine dell'Umanesimo, Torino 1920 (per una sintesi del pensiero di Toffanin si può vedere Idee poche ma chiare sulle origini del Secentismo, in « La Cultura», settembre 1924). Sulla stessa linea, G. Z0NTA, Rinascimento, Aristotelismo e Barocc?, in « Giornale Storico della Letteratura Italiana» 104, 1934. Morpurgo Tagliabue rinnova questa linea di ricerca senza ,però ovviare del tutto al pericoloso determinismo, nato dalla mancanza di chiarezza nel distinguere tra la nozione di poetica e quella di poesia. Perché se delle tre parti della Retorica (inventio, dispositio, elocutio) con le funzioni corrispondenti del docere, movere, delectare) resta solo la elocutio (e il delectare) non si può allora inferire che il Barocco è la riduzione dell'arte all'ornato e al puro edonismo. Morpurgo Taglia bue cerca di ovviare a soluzioni cosl semplicistiche, ma non vi riesce del tutto.
51