OPBG Magazine - Numero 6

Numero 06

Magazine Sant’Onofrio

La chirurgia miniinvasiva in OPBG per il trattamento delle patologie cerebrali e midollari La storia di Leonardo, giovane promessa del calcio Palidoro

I robot, amici dei bambini

Il Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione: cosa c'è da sapere Gli infermieri del DNN insieme

per migliorare l'assistenza dei piccoli pazienti

Bambino GesĂš Magazine | Numero 06

Sommario

Numero 06

01 Il Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione: cosa c’è da sapere

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Gli infermieri del DNN insieme per migliorare l'assistenza dei piccoli pazienti Sant' Onofrio

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La chirurgia mini-invasiva in OPBG per il trattamento delle patologie cerebrali e midollari Sant' Onofrio

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La storia di Leonardo, giovane promessa del calcio

Palidoro

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I robot, amici dei bambini

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Eccellenze e tecnologia:

cosa c’è in questo numero Siamo arrivati ormai al sesto numero di OPBG Magazine. In ogni uscita, vi raccontiamo, come ormai avrete imparato, un Dipartimento del’Ospedale Bambino Gesù. Questa volta è toccato a Neuroscienze e Neuroriabilitazione, diretto da Federico Vigevano che, nel primo articolo, ce ne racconta le articolazioni, con il corredo di un’infografica.

Ma nelle pagine che leggerete c’è tanto altro. C’è la tecnologia, con l’articolo di Enrico Castelli dedicato ai robot che aiutano, attraverso il gioco, i piccoli pazienti a camminare, a usare il braccio e a raggiungere la massima autonomia.

Ma ci sono anche la chirurgia mini-invasiva, con un contributo di Carlo Efisio Marras, una storia di un piccolo paziente firmata da Nicola Specchio e un articolo dedicato all’assistenza infermieristica nel Dipartimento a cura di Tommaso Renzetti.

Buona lettura!

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Il Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione: cosa c’è da sapere Obiettivo prioritario è offrire servizi che vanno dalla prevenzione fino alla diagnosi e all’assistenza e favorire lo sviluppo di competenze in merito a questo gruppo di patologie Di Federico Vigevano

Direttore Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione

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Il dipartimento in pillole

Legenda:

Direttore:

Psicologia Clinica S. Gentile

Neurofisiopatologia M. Di Capua

Neurochirurgia C.E. Marras

Malattie muscolari e Neurodegenerative E. Bertini 6

Unità Operativa Semplice Dipartimentale Unità Operativa Complessa

F. Vigevano Il Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione affronta, in una logica di scambio interdisciplinare, le molteplici problematiche dei bambini affetti da patologie, congenite ed acquisite, che possono causare danni a carico del sistema

Unità Operativa Semplice

nervoso. Obiettivo prioritario è offrire servizi che vanno dalla prevenzione fino alla diagnosi e all’assistenza e favorire lo sviluppo di competenze in merito a questo gruppo di patologie.

Neuropsichiatria Infantile S. Vicari

Neurologia* F. Vigevano

Neuroriabilitazione e UDGEE* E. Castelli

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Neurologia* F. Vigevano

Epilessie Rare e Complesse N. Specchio

Degenza Neurologica M. Valeriani

DH Neurologia D.J. Claps Sepulveda

Neuroriabilitazione e UDGEE* E. Castelli

UnitĂ Sub-intensiva Riabilitazione Pediatrica E Castelli

U.D.G.E.E. S. Marinella C. Veredice

Neuroriabilitazione Pediatrica Multispecialistica G. Della Bella

Riabilitazione Funzionale G. Di Rosa 7

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Gli infermieri del DNN insieme per migliorare l'assistenza dei piccoli pazienti

Focus On I progetti sono il risultato del lavoro in équipe di tutti gli operatori, che collaborano per offrire all’utenza il massimo dell’assistenza sotto il profilo dell’accoglienza e delle evidenze scientifiche, non fermandosi alle conoscenze già note, ma impegnandosi nel miglioramento continuo della qualità dell’assistenza, nel rispetto della missione dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

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Di Tommaso Renzetti

Coordinatore Infermieristico del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione

Come la formazione permette di migliorare il livello dell’assistenza Nel corso di questi ultimi anni, i gruppi di lavoro composti dagli infermieri dei diversi reparti nati in seno al Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione (DNN) hanno partecipato a incontri formativi rivolti ai diversi settori specialistici e hanno approfondito lo studio di tematiche specifiche per migliorare la qualità dell’assistenza rivolta ai piccoli pazienti.

In seguito a questa importante esperienza formativa, gli infermieri hanno sviluppato diversi progetti rivolti all’empowerment, con cui si vuole indicare la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell'ambito delle relazioni personali che lavorative.

EPILESSIA, A SCUOLA DI GESTIONE DELLA CRISI Uno dei progetti che ha coinvolto il personale infermieristico del DNN, riscuotendo successo e gradimento, ha riguardato l’educazione sanitaria per la corretta gestione delle crisi epilettiche a scuola. Hanno preso parte a tale iniziativa oltre 100 scuole e 500 docenti e personale scolastico.

Gli infermieri si sono recati in più occasioni negli istituti coinvolti per provvedere alla formazione del personale della scuola grazie a lezioni teorico-pratiche, fornendo esempi pratici e indicazioni utili alla corretta gestione delle crisi. Tale iniziativa ha la pretesa di facilitare la frequenza a scuola dei piccoli pazienti con epilessia e di incrementare la sicurezza e la tranquillità delle famiglie concorrendo a evitare, ove possibile, il ricorso ai servizi sanitari.

COMPRENDERE IL LIVELLO DI SODDISFAZIONE Un'ulteriore attività che prenderà il via entro la fine dell’anno è invece rivolta a misurare la soddisfazione delle famiglie e dei pazienti sottoposti a interventi di neurochirurgia. Le famiglie e i piccoli pazienti saranno intervistati per comprendere il loro vissuto durante tutto il processo di cura, dall’accettazione al ricovero fino all’accesso in sala operatoria. Tali informazioni saranno preziose per valutare il livello di soddisfazione di bambini, dei ragazzi e dei genitori al fine di individuare ulteriori rotte correttive e manovre di miglioramento.

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La chirurgia mini-invasiva in OPBG per il trattamento delle patologie cerebrali e midollari La storia di Leonardo, giovane promessa del calcio

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La chirurgia mini-invasiva in OPBG per il trattamento delle patologie cerebrali e midollari

La Neurochirurgia, una delle branche più "moderne" della medicina, ancora più all'avanguardia grazie all'implementazione della chirurgia mini-invasiva Di Carlo Efisio Marras

Responsabile Unità Operativa Complessa Neurochirurgia

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onostante affondi le sue radici in tempi assai remoti, è solo tra gli anni '60 e '70 che la neurochirurgia raggiunge la sua attuale identità medica e scientifica e si discosta definitivamente dalla chirurgia generale.

L’inserimento negli anni '80 del microscopio operatorio ha aperto una nuova visione dell’anatomia del sistema nervoso centrale, permettendo di arrivare a conoscere strutture prima invisibili.

Con l’ausilio delle moderne tecnologie neuroradiologiche è stato possibile definire con precisione non solo la causa della malattia nervosa, ma anche lo stato e i rapporti che questa aveva con le aree cerebrali specifiche per lo svolgimento di funzioni complesse.

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talità e il rischio di comparsa di deficit neurologico postoperatorio, specie nei bambini; le metodiche endoscopiche, le tecniche di neuroimaging avanzato, insieme al monitoraggio neurofisiologico e alla tecnologia robotica, hanno permesso il raggiungimento di un ulteriore contenimento del rischio chirurgico.

LA CHIRURGIA MINI-INVASIVA IN OPBG Presso il Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione è disponibile un complesso percorso terapeutico che ha come prima fase la pianificazione del trattamento chirurgico di patologie dei tumori, delle epilessie e delle malformazioni. Attraverso la disponibilità di una specifica piattaforma virtuale, è possibile ottenere, oltre alla fedele ricostruzione anatomica delle aree cerebrali, la visualizzazione in 3D della corteccia cerebrale, delle strutture vascolari e una mappa delle funzioni LE TECNICHE CHIRURGICHE della regione d’interesse del paziente.

MINI-INVASIVE: COSA SONO Gli strumenti disponibili in OPBG per la reQuesta realtà ha favorito l'implementazione alizzazione di procedure mini-invasive sono delle tecniche chirurgiche mini-invasive. In numerosi. L’assistenza di sistemi di neuquesto modo è stato possibile ridurre la mor- ronavigazione ottica, elettromagnetica

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o robot-assistita permette di evidenziare specifiche funzioni del cervello. Il tipo di navigazione viene scelto in base all’età del paziente e alla posizione della lesione, e permette di compiere movimenti di precisione in assoluta sicurezza. Gli endoscopi disponibili garantiscono interventi su patologie dei ventricoli cerebrali (cavità all’interno del cervello); il laser e l’aspiratore ad ultrasuoni consentono di rimuovere tumori e curare chirurgicamente alcune epilessie.

Oggi è possibile svolgere interventi che, grazie a strumenti di monitoraggio neurofisiologico (IOM), permettono una costan-

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te valutazione delle funzioni nervose in corso di intervento chirurgico. Grazie alle tecniche mini-invasive è inoltre possibile, su pazienti selezionati, il posizionamento di elettrodi cerebrali per la ricerca di aree epilettogene non delimitabili con l’elettroencefalografia tradizionale. Dopo l’impianto degli elettrodi il paziente potrà essere sottoposto alla registrazione in area di degenza per un periodo di tempo di circa 7-10 giorni.

Presso il DNN nel corso degli ultimi 5 anni sono state svolte circa 700 procedure mini-invasive con ottimi risultati.

Focus On Grazi alle più recenti implementazioni tecniche e tecnologiche, oggi è possibile eseguire interventi chirurgici anche di una certa complessità con l'ausilio di tecniche chirurgiche mini-invasive. Grazie a queste metodiche, interventi che prima sembravano irrealizzabili possono essere oggi effettuati con una procedura chirurgica più breve, con minore perdita ematica e conseguente riduzione dei tempi di degenza e probabilità di ricorso alla terapia neuroriabilitativa.

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La storia di Leonardo, giovane promessa del calcio

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La passione per lo sport che non cede all'epilessia Di Nicola Specchio

Responsabile UnitĂ Operativa Semplice Epilessie Rare e Complesse 17

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eonardo è un ragazzo di 12 anni con una grande passione: lo sport. Gioca infatti a calcio a livello agonistico. A scuola e soprattutto durante gli allenamenti, però, iniziano a manifestarsi delle crisi epilettiche, che inesorabilmente obbligano Leonardo a rinunciare alla sua passione e ad abbandonare la sua squadra.

Il medico sportivo gli nega l’autorizzazione a proseguire nell’attività sportiva, e per Leonardo, sul piano psicologico, si apre un periodo buio.

Inizia la cura per le crisi ma, nonostante le

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medicine, le crisi persistono e si manifestano più volte al giorno. Leonardo viene così ricoverato nel nostro reparto dove i medici riescono a dimostrare che le crisi partono dal lobo temporale di destra e che l’epilessia ha origine da una piccola malformazione congenita.

A questo punto, il ragazzo subisce un intervento neurochirurgico finalizzato all’asportazione della lesione epilettogena senza provocare deficit neurologici. Dal giorno della sua dimissione, Leonardo non ha avuto altri episodi di crisi.

A distanza di tre mesi dall’intervento, Leonardo ha ripreso gli allenamenti e attualmente gioca da titolare nella sua vecchia squadra.

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I robot, amici dei bambini

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PALIDORO

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I robot,

amici dei bambini All’Unità Operativa di Neuroriabilitazione dell’OPBG i robot aiutano i piccoli pazienti a camminare, a usare il braccio e a raggiungere la massima autonomia. Come? Giocando!

Di Enrico Castelli

Responsabile Unità Operativa Complessa Neuroriabilitazione e UDGEE

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iocare è una parte essenziale della vita di ogni bambino. Sviluppa le abilità motorie, il pensiero e la relazione con gli altri. E questo è vero anche per i bambini “speciali”, che faticano a camminare, a coordinare i movimenti delle mani e a giocare perché una lesione del cervello li limita.

La riabilitazione vuole aiutarli a raggiungere il massimo delle loro potenzialità di sviluppo e di autonomia, in collaborazione con le loro famiglie, con un approccio al bambino che considera il gioco uno strumento essenziale del training. Come la ricerca nell’ambito delle neuroscienze ci dimostra, per ottenere questo risultato dobbiamo attivare la plasticità neuronale, questa incredibile capacità del nostro cervello di cambiare organizzazione funzionale per effetto delle esperienze. Motivazione, intensità, ripetizione, personalizzazione e significato funzionale sono le chiavi per attivarla e perseguire l’outcome migliore.

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pensiero e di controllo motorio. Un aspetto importante è la capacità del robot di registrare indicatori oggettivi della performance motoria del bambino, consentendo al clinico attività di ricerca volte alla definizione delle migliori strategie di training e di operare secondo i principi dell’Evidence Based Medicine.

I ROBOT IN OPBG Grazie alla collaborazione e generosità della “Fondazione Roma”, dal 2014 i bambini degenti nell’Unità di Neuroriabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno a disposizione robot “amici” che li aiutano ad imparare a camminare, a farlo meglio e più a lungo (Sistema Robotico Lokomat), ad usare il braccio (Robot Arm) e la mano (Robot Wrist), a raggiungere la massima autonomia personale giocando. Sono ormai centinaia i piccoli pazienti che, dall’età di 4 anni, hanno usufruito di questa opportunità, con progressi tangibili di cui i primi ad accorgersi sono i loro genitori.

Grazie alla prosecuzione della collaborazione con “Fondazione Roma”, ai robot già in uso si I ROBOT aggiungerà un “cavallo robotico” (Sistema RIABILITATIVI Robotico HIROB) per aiutare i bambini a I robot riabilitativi, integrati con siste- controllare la testa, il busto, il bacino e a mimi di realtà virtuale, soddisfano queste esi- gliorare l’equilibrio, funzioni essenziali per pogenze, con un approccio ludico che motiva il ter stare in piedi e camminare. bambino ad apprendere migliori strategie di

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I Robot i v i t a t i l riabi 1.

I robot riabilitativi, integrati con sistemi di realtà virtuale, usano un approccio ludico che motiva il bambino ad apprendere migliori strategie di pensiero e di controllo motorio.

2.

Il robot registra indicatori oggettivi della performance motoria del bambino.

Questo consente al clinico di definire le migliori strategie di training.

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Dal 2014 i bambini degenti nell’Unità di Neuroriabilitazione dell’OPBG hanno a disposizione robot “amici” che li aiutano ad imparare a camminare, a farlo meglio e più a lungo (Sistema Robotico Lokomat), ad usare il braccio (Robot Arm) e la mano (Robot Wrist), a raggiungere la massima autonomia personale giocando.

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