2020_4_Rivista OPAM_Luglio Agosto 2020

disegno di Mohammad IIa classe scuola primaria Carlo Pirzio Biroli - Ciampino

Editoriale

LA SCUOLA: EMERGENZA NELL’ EMERGENZA di Don Robert KASEREKA NGONGI rima della pandemia di Covid-19 un bambino, o un giovane, su cinque nel mondo non aveva alcuna speranza di andare a scuola. Ma milioni di coloro che possono andare a scuola sono ancora emarginati a causa di differenze socio-economiche e altre forme di discriminazione. Quindi il sogno della scuola per tutti, di una educazione inclusiva, è ancora lontano dall'essere una realtà concreta. La crisi attuale ha amplificato le varie forme di esclusione. "Con oltre il 90% della popolazione studentesca mondiale colpita dalla chiusura delle scuole dovuta al Covid-19, il mondo sta affrontando un’interruzione senza precedenti nella storia dell'istruzione", ha detto Audrey Azoulay, Direttore Generale dell'UNESCO, presentando il Rapporto di Monitoraggio Globale sull'Educazione 2020 intitolato "Inclusione ed Educazione: tutti, senza eccezioni"1 . In pratica "il divario sociale e quello digitale", spiega, "espongono i più svantaggiati al rischio di perdere ciò che hanno imparato e di dover abbandonare la scuola. Le esperienze passate - come nel caso dell'Ebola - hanno dimostrato che le crisi sanitarie possono lasciare un gran numero di persone ai margini della strada, soprattutto le ragazze più povere, molte delle quali potrebbero non tornare mai più a scuola"2 .

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Ci si interroga, inoltre, su come sarà concretamente possibile l'apertura del prossimo anno scolastico per il miliardo e 200 milioni di alunni e i loro 60 milioni di insegnanti.3 "Nonostante l'incertezza sulla fine della pandemia, dobbiamo iniziare a pianificare la riapertura delle scuole ora", ha detto Suzanne Grant Lewis, Direttore dell'International Institute for Educational Planning, un settore dell'UNESCO (IIEP).4 Naturalmente è responsabilità dei governi e delle istituzioni educative impegnarsi per riaprire al più presto. A tal fine, è necessario riflettere sul calendario, sulle condizioni necessarie per la riapertura in sicurezza e sulle

modalità di attuazione pratica dell'insegnamento.

Sull'efficacia delle lezioni svolte a distanza, l'OPAM ha imparato molto dagli studenti che hanno raccontato come hanno percepito la realtà della scuola durante l'isolamento. Nel numero precedente, in questo e nei prossimi numeri del nostro giornale, vogliamo dare voce agli studenti perché esprimano la loro esperienza di apprendimento durante il lockdown. Ci sono state alcune novità molto interessanti che potrebbero essere consolidate nel sistema educativo, come una maggiore collaborazione fra scuola e famiglie e la responsabilizzazione degli studenti nella propria formazione. Una vera e propria alleanza insegnanti-genitori-studenti in grado di garantire l'efficacia del sistema. Sarà necessario restituire ai genitori un ruolo educativo che non si fermi al cancello della scuola, metterli in grado di mantenere una collaborazione equilibrata con gli insegnanti e con l'istituzione. Ma il sistema educativo ha affrontato anche tante altre sfide oltre a quelle precedenti la pandemia, prima fra tutte la necessità di acquisire nuove conoscenze e competenze per l'uso delle nuove tecnologie di comunicazione che possano integrare l'insegnamento anche in tempi normali.

E che dire dei bambini che non hanno alcuna speranza di andare a scuola, e degli studenti che il Covid-19 ha lasciato in difficoltà perché hanno perso un familiare o chi ne sosteneva gli studi, o perché la pandemia ha peggiorato la situazione economica tanto da non dare loro più la possibilità di andare a scuola?

Il Direttore dell'Unesco risponde in un qualche modo lanciando "un appello a rendere le politiche pubbliche molto più inclusive, attingendo ad esempi di politiche efficaci attualmente in vigore, e unendo le forze per combattere lo svantaggio reciproco, così come i ministeri e i dipartimenti governativi hanno saputo fare nella lotta contro il Covid-19".5 Si tratta quindi di una questione di volontà politica di

https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000373721_fre Ibid. https://theconversation.com/covid-19-ce-que-la-continuite-pedagogique-nous-apprend-de-lecole-138340 https://fr.unesco.org/events/retour-lecole-preparer-gerer-reouverture-ecoles-covid-19-webinaire-education-6 (l'International Institute for Educational Planning, un settore dell'UNESCO) https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000373721_fre

Editoriale

La sfida dell'educazione per tutti, nessuno escluso, è una sfida globale come quella del Covid-19, perché l'ignoranza (nella conoscenza e nella sapienza) di una persona è un pericolo per tutti. Siamo invitati a lavorare su questo tema ancora con maggior impegno di come abbiamo cercato di fare attraverso l'OPAM per quasi 50 anni, dando la possibilità a centinaia di migliaia di bambini di andare a scuola, a migliaia di adulti, soprattutto donne, di leggere, scrivere e vivere da protagonisti nei Paesi a basso reddito degli angoli più remoti del pianeta.

Ora più che mai è necessario comprendere che, ai 900 milioni di analfabeti nel mondo, rischiano di aggiungersi i molti milioni estromessi dal sistema educativo a causa della pandemia. Recuperare questo ulteriore gap di formazione richiederebbe uno sforzo aggiuntivo per molti Paesi insostenibile. Esiste in altre parole il rischio che in molti Stati del Sud del Mondo il già difficile processo di sviluppo e di promozione economica e sociale subisca un drammatico arresto se i suoi giovani, a causa del prolungarsi della pandemia e delle sue conseguenze, non avranno la possibilità di continuare a studiare.

Quindi non arrendiamoci. Tanto resta ancora da fare e bisogna intervenire con urgenza. Per questo, amici dell’OPAM, contiamo su ciascuno di voi perché solo occupandoci concretamente del futuro di questi popoli possiamo non solo sognare ma soprattutto contribuire alla costruzione di un mondo migliore per tutti.

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ogni Paese, cioè di ciascuno di noi. La comunità internazionale lo ha espresso ripetutamente, l’ultima volta nel 2015 ponendo l’educazione come quarto obiettivo dello sviluppo sostenibile per l'anno 2030. Ma a volte, tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare e la data per il raggiungimento di questo obiettivo continua a spostarsi in avanti.

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Testimoni oculari

IL MIO VIAGGIO A KINSHASA di Anna Maria ERRERA 3a puntata: À l'école de la vie Riprendo il racconto sul mio viaggio a Kinshasa dalla visita all’Università e ad una scuola.

L’incontro col mondo educativo è un’esperienza che resterà per sempre nel mio cuore e che ha rafforzato la comprensione dell’importanza di un’Associazione come l’OPAM. lunedì. La città si è riempita di suoni e profumi prima del solito.

Oggi Cocò mi ha svegliata con una sorpresa, anzi tante. Ha messo sul letto un bel vestito africano, suo regalo per me assieme ad una collana. Lo indosso e sembra cucito su misura. Mi porge altri due doni ed un bracciale di artigianato locale. Cocò sorride soddisfatta e mi dice: “Ora sembri proprio una maman africana. Presto, preparati, si va all’Università, il Rettore ti aspetta”. Se c’è una cosa che mi fa innamorare perdutamente del popolo congolese è la capacità di stupirti continuamente e di contagiarti con la loro capacità di vivere ogni istante della loro giornata come un momento speciale, unico, irripetibile. E tutto ciò mi riempie di gioia e mi dà una carica di energia mai provata.

Il nostro autista arriva puntuale. Il tragitto è breve ma oggi il traffico è aumentato e anche la quantità di gente che affolla le strade è impressionante: banchetti con ogni sorta di mercanzia, gente che si muove sui marciapiedi o in mezzo alla strada, moto con minimo 3-5 persone a bordo… Ma quello che mi colpisce è la marea di bambini che compone questa coloratissima umanità urbana.

Questi cuccioli sono parte di quell’”esercito dei bottoni”

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costituito da oltre 250.000 bambini di strada che a quest’ora dovrebbero essere a scuola e invece si arrabattano con ogni espediente per trovare il modo di sopravvivere fino a domani.

Varchiamo il cancello dell’Universitè Catholique de Kinshasa (UCC) ma la sensazione è quella di aver oltrepassato il confine fra il presente e il futuro. Il posto è molto bello nella sua semplicità. C’è un grande silenzio. I ragazzi sono tutti nelle aule per seguire le lezioni. Dopo qualche minuto il Rettore, Padre Léonard Santedi, mi accoglie con un sorriso nel suo studio. Mi ha parlato dell’Università, dell’importanza che ha e ha avuto, sin dalla sua fondazione, per il Congo. L’UCC conta attualmente 4.200 iscritti (2.550 ragazze e 1.650 ragazzi). Vi svolgono attività didattica 184 docenti interni e 45 visiting professors.

Tutte le facoltà applicano il sistema LMD (Licenza, Master, Dottorato).

Oggi ha 7 facoltà: Filosofia (1987), Diritto canonico (1989), Scienze e Tecniche dello Sviluppo (1989), Comunicazioni Sociali (1993), Diritto (2009), Scienze Politiche ed Economiche (2013), Scienze informatiche (2019), e il prossimo ottobre aprirà la Facoltà di Medicina nel nuovo campus di Mont Ngafula che avrei visitato il giorno successivo. Inoltre ha avviato la School Of

Testimoni oculari amica che è volontaria in un’associazione che permette ai bambini di andare a scuola, e questo ha fatto di me ai loro occhi una specie di supereroina. A ricreazione tutti volevano abbracciarmi, parlarmi, farsi fotografare vicini a me. Questa manifestazione di gratitudine mi ha fatto sentire piccolissima. Avrei voluto dir loro che ero io che li ringraziavo per avermi dato la conferma che questi ultimi 20 anni della mia vita, totalmente spesi all’OPAM, sono la cosa migliore che il Signore mi ha permesso di realizzare, e che la loro gioia e la ricchezza in umanità che ricevo ogni giorno da questi amici del Sud del Mondo è un dono che non ha uguali. Mentre mi accingevo a lasciare la scuola, al cancello ho visto un bambino vestito di stracci che guardava i suoi coetanei all’interno della scuola con lo stesso sguardo che hanno i nostri bambini davanti ad un parco giochi dove non possono entrare, o di fronte ad una vetrina di giocattoli che non possono comprare. Lo sguardo di quel piccolo non lo scorderò mai ed è la mia forza per continuare ogni giorno il mio impegno all’OPAM anche quando la stanchezza sembra avere la meglio.

Con la pandemia questi piccoli sono tornati a vestire di stracci e ad avere lo sguardo di quel bimbo al cancello.

Molti lavorano per aiutare le famiglie ad andare avanti.

Vi invito a guardare la video intervista di Cocò a Delu1 nel blog “Mi manca la scuola”. Ho pianto mentre la montavo e la sottotitolavo. Delù è uno di quei bambini bellissimi e sorridenti nelle loro divise scolastiche che mi hanno abbracciata solo pochi mesi fa.

Cocò non vuole perdere nessuno di loro e continua a seguirli perché a settembre siano tutti al proprio posto in classe e magari anche con qualcuno in più…

E lo speriamo di cuore anche tutti noi.

1. Le papaye di Delù https://opam-mimancalascuola.wixsite.com/mimancalascuola/post/le-papaye-di-delu

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Management per formare quadri per la gestione delle politiche in campo agrario, sanitario, educativo e degli enti locali, per l’Amministrazione d’Impresa e per la Gestione dello Sviluppo.

La qualità della formazione impartita è molto alta e percepisco l’enorme importanza che rappresenta questa istituzione per il futuro del Paese.

Nel 1960, in Congo, c’era un solo laureato perché il sistema coloniale era consapevole che dare l’accesso ad una formazione universitaria e superiore avrebbe minato il suo potere di controllo. E così, al momento dell’indipendenza (1960) la RD Congo si è trovata impreparata ad autogovernarsi proprio per mancanza, in ogni ambito, di quadri sufficientemente formati in grado di gestire la società e di prendere le redini della sua storia. Mancavano medici, ingegneri, amministrativi, insegnanti, farmacisti, ecc..

Ciò ha favorito nuove forme di “colonialismo” che hanno messo la RD Congo alle dipendenze di chi continua a fare di questa terra, ricca di risorse naturali, luogo di saccheggio lasciando la popolazione in condizioni di miseria inimmaginabile, spogliata di tutto, e più di tutto, della propria dignità.

Gli ho parlato dell’OPAM e della profezia di Don Carlo quando decise di fondarla per cambiare il modo di aiutare i poveri non più dando cose ma formazione ed educazione. La sintonia con Padre Santedi è stata totale e ci siamo ripromessi di restare in contatto per studiare forme di collaborazione e di scambio.

Quando sono uscita dal rettorato gli studenti erano fuori dalle aule per la pausa pranzo. Avevo davanti ai miei occhi i protagonisti della storia futura del Paese. I ragazzi ne sono consapevoli e questa consapevolezza mi ha riempito di commozione. I pochi mezzi disponibili e la povertà delle famiglie fa sì che l’accesso all’università sia ancora per pochi. Se solo avessimo più mezzi anche noi come OPAM quanto bene si potrebbe fare per costruire un mondo migliore per tutti.

Il giorno successivo ho avuto la gioia di visitare la scuola “Les Bons Petits” che Cocò ha fondato a Kimwenza nel comune di Mont Ngafula nella cinta rurale appena fuori dalla periferia di Kinshasa. Ho visto il frutto del suo impegno di tanti anni nella serenità e nella gioia dei bambini che la frequentano e nell’entusiasmo degli insegnanti (vedi prog. 2216 a pag. 8). Ho trascorso un po’ di tempo con i piccoli della materna e con gli alunni delle elementari.

Maman Cocò (come la chiamano i bambini) mi ha presentata come una

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Progetto 2214

Etiopia

Un refettorio per i bambini della scuola materna Luogo: Doyogena Scuola: materna Tipologia: edilizia scolastica Beneficiari diretti: 120 bambini Partner locale: Vicariato Apostolico di Hosanna Contributo richiesto: € 5.612 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione.

Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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CONTESTO. L’Etiopia è uno dei Paesi più poveri del mondo, a lungo prostrato da guerre, lotte civili e conflitti interni. Il rapido incremento demografico, i prolungati periodi di siccità, la carenza di tecnologie e infrastrutture contribuiscono alla grande povertà e all’elevato tasso di analfabetismo delle popolazioni che la abitano, più di 70 gruppi etnici con oltre 200 tra lingue e dialetti che vivono in massima parte di agricoltura e di allevamento del bestiame, praticati ancora con metodi tradizionali e arretrati.

La città di Doyogena, capoluogo dell’omonimo distretto amministrativo (woreda), si trova nella Regione del sud-est dell’Etiopia (Southern Nations, Nationalities, and Peoples' Region, SNNPR), nella Zona Kembata-Tambaro (dai nomi dei principali gruppi etnici), a 260 km da Addis Abeba.

Doyogena e i suoi dintorni sono un’area densamente popolata, con famiglie costituite in media di 7-9 persone, in cui prevale la popolazione femminile. Le piccole proprietà terriere danno un reddito tra i più bassi del Paese, una minima parte degli abitanti ha accesso all’elettricità, scuole e strutture, soprattutto quelle sanitarie, sono carenti. Nel territorio collinare l'agricoltura dipende dalle piogge, scarse in primavera e più abbondanti da giugno a settembre. E’ un’agricoltura di sussistenza in cui si coltivano enset (banane etiopi, o false banane), orzo, piselli, fagioli, mais, sorgo, teff.

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PROGETTO. A Doyogena si trova la parrocchia “Filisete Mariam”, fondata nel 2015, il cui parroco è da poco più di un anno il Rev. Abba Abraham G/Mariam, prete diocesano, che per 15 anni era stato parroco e direttore della scuola in altre 4 parrocchie. Ci scrive: “Gli abitanti della nostra parrocchia sono molto poveri, il sostentamento delle famiglie è uno dei più arretrati della zona e del Paese. L’educazione pre-scolastica è fondamentale per la preparazione al successivo percorso scolastico dei bambini, in particolare quelli più poveri. Per questo la nostra parrocchia ha fondato una scuola che, nata nel 1998 per l’alfabetizzazione di base, è poi diventata una scuola materna, frequentata attualmente da 120 bambini suddivisi in tre classi. La scuola deve essere ammodernata per mantenere la qualità del suo servizio e per adeguarla alle politiche gover-

native per l’istruzione e l'educazione nel Paese. Il nostro asilo non ha sovvenzioni dallo Stato, ma l’intendimento e la speranza sono di attuare comunque il piano di sviluppo della scuola, continuando a sostenerci da soli con l’aiuto dei benefattori. Le tasse scolastiche, per coloro che possono pagarle, sono pari a 40 birr in valuta locale (1,25 €), il reddito mensile che la scuola riesce ad ottenere è di 150 €. Le aule sono in una costruzione in legno, non c’è il refettorio ma adesso vogliamo costruirlo e per questo progetto chiediamo l’aiuto dei benefattori dell’OPAM. Il refettorio proteggerà la salute dei bambini ed è la base per far crescere l'asilo e mantenere il suo livello di qualità. Ospiterà oltre 120 bambini e le sei persone dello staff della scuola, ma potrà servire anche alle famiglie dei piccoli. Oltre che per i pasti, i bambini potranno sostare nella sala del refettorio anche nell’ora di riposo. Il costo del progetto è di 6.393 €, potremo contare su un contributo della nostra comunità di 781 €, per cui chiediamo alla generosità degli amici dell’OPAM di finanziare il restante importo di 5.612 €.

Ci aiuterete così a migliorare l’ambiente e la sicurezza per la salute che l’asilo potrà offrire ai suoi bambini, e di questo vi ringraziamo in anticipo.”

Oppure utilizza il QR code per sostenere questo progetto

Progetto 2215

Rep. Dem. del Congo

Insegnanti per bambini con disabilità sensoriale Luogo: Kongolo Scuola: primaria speciale Tipologia: stipendio insegnanti Beneficiari diretti: 14 insegnanti Partner locale: Diocesi di Kongolo Contributo richiesto: € 10.050 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione.

Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

PROGETTO. Ci scrive SE Mons. OscarNgoy Wa Mpanga, vescovo di Kongolo: “Se l’accesso alla scuola resta un sogno per molti bambini, per quelli affetti da disabilità è impossibile persino sognarla. La mendicità, la discriminazione e le umiliazioni di ogni genere segnano drammaticamente la vita di questi piccoli relegandoli ai margini della società. Ma l’educazione è un diritto fondamentale per ogni bambino e a maggior ragione per quelli il cui rischio di esclusione sociale è ancora più elevato. Per questo la diocesi ha aperto una scuola speciale per bambini con disabilità sensoriale, sordomuti e ipovedenti, per assicurare loro l’istruzione che li aiuti ad avere una vita autonoma e a inserirsi da protagonisti nella società.

La scuola “S. Antonio di Padova” è l’unica struttura dove questi bambini possono ricevere un’istruzione di qualità.

Oggi accoglie 150 alunni di scuola primaria seguiti da 14 insegnanti specializzati. La scuola crescerà con loro e, dopo la scuola primaria, il nostro obiettivo è quello di assicurare anche l’istruzione secondaria e professionale, e ci auguriamo davvero di riuscirci.

La scuola non riceve alcun contributo dallo Stato e come Diocesi abbiamo difficoltà ad assicurare ai nostri insegnanti ed educatori uno stipendio dignitoso. Il costo totale degli stipendi per 10 mesi ammonta a 12.500 €. Il contributo locale da parte della Diocesi e delle famiglie è di 2.450 €.

Ci rivolgiamo a voi, amici dell’OPAM, perché, con un contributo di 10.050 €, ci aiutiate ad integrare e assicurare gli stipendi ai nostri insegnanti.

Grazie per illuminare di speranza il futuro di questi piccoli!”

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CONTESTO. Il territorio di Kongolo si estende per circa 44.200 km2 nella Provincia di Tanganyika. Ha una popolazione di 750.000 abitanti la maggior parte dei quali vive di agricoltura, piccolo allevamento e pesca. La povertà è molto alta perché, per la mancanza di mezzi di produzione moderni e l’assenza di strade per la commercializzazione, tutte le attività produttive restano solo a livello di sussistenza. Le continue guerre e la mancanza di investimenti governativi non fanno che peggiorare di anno in anno le condizioni di miseria. Mancano le infrastrutture e, soprattutto a livello sanitario e scolastico, la situazione è drammatica.

La Diocesi di Kongolo cerca di supplire alla totale assenza dello Stato anche qui, come nel resto del Paese.

Gestisce 368 scuole pubbliche con una popolazione scolastica totale di 29.355 allievi. Le scuole materne e primarie sono 258 con un totale di 20.731 bambini, quelle secondarie e professionali sono 110 con un totale di 8.624 studenti.

L’evasione scolastica resta estremamente elevata, sia per la carenza di strutture sia per le condizioni di miseria che favoriscono il lavoro minorile. Inoltre i bambini non scolarizzati sono facile preda per l’arruolamento forzato nelle bande armate e lo sfruttamento nelle miniere illegali del territorio

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Progetto 2216

Rep. Dem. del Congo

Interventi urgenti per “Les Bons Petits” Luogo: Kimwenza Scuola: materna, primaria e secondaria Tipologia: arredi e infrastrutture Beneficiari diretti: 120 bambini Partner locale: Tukuza Ong Contributo richiesto: € 6.930 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione.

Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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CONTESTO. Kimwenza, è un quartiere della periferia rurale di Mont Ngafula, un municipio a 30 km da Kinshasa. Vi risiedono circa 18.500 abitanti di cui la metà sono bambini di età inferiore a 14 anni. E’ una zona povera di infrastrutture. Le abitazioni sono poco più che baracche, non ci sono centri sanitari, l’approvvigionamento idrico avviene in poche fontane comuni, le strade sono dissestate. Il numero delle scuole è insufficiente se si considera che i bambini in età di scuola materna e primaria sono ben 9.369.

La maggior parte della popolazione è analfabeta. La condizione delle donne è difficile sin da bambine, destinate a servire l’uomo spesso diventano adulte senza aver vissuto la propria infanzia. Le gravidanze precoci sono un fenomeno diffuso che, unito alla mancanza di strutture e all’ignoranza, non fa che innalzare il tasso di mortalità materna e infantile.

La maggior parte degli abitanti vive del poco che guadagna coltivando ortaggi e vendendo carbone da legna. Vi sono tanti bambini a rischio sociale elevato, orfani e bambini sottoposti a lavori duri mal retribuiti.

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PROGETTO. Nel territorio di Kimwenza non c’è nessuna scuola pubblica e quelle private sono insufficienti ad accogliere tutti i bambini che aumentano anno dopo anno. La conseguenza è il super affollamento delle classi che hanno fino a 60 allievi, il che motiva anche la scadente qualità dell’insegnamento. Per far fronte a questa situazione, nel 2001, Christiane Kongo (maman Cocò) ha realizzato, con l’ONG Tukuza da lei fondata, la scuola “Les Bons Petits” che offre un’educazione di qualità a 883 alunni, dalla scuola materna alla secondaria. Le lezioni per le classi di materna e primaria si svolgono la mattina, la scuola secondaria ha 4 diversi indirizzi: Classico, Scientifico, Commerciale-Amministrativo e Pedagogico.

La scuola è cresciuta pian piano nel tempo grazie all’aiuto di diverse organizzazioni e al buon uso dei fondi ricevuti.

Ma ora ci sono due esigenze urgenti che attendono una risposta.

E’ necessario acquistare 50 nuovi banchi (per un importo di 3.510 €) perché il numero di studenti è in continua cre-

scita.

Inoltre, le istallazioni per la raccolta dell’acqua piovana ad uso della scuola, con l’incremento stagionale delle piogge sono diventate insufficienti e, vista la pendenza del terreno, c’è un elevato rischio di danno alle strutture, soprattutto della scuola materna e dei servizi igienici. Per costruire un nuovo impianto di canalizzazione occorrono 3.850 €, importo comprensivo delle spese di trasporto del materiale. Il costo complessivo del progetto è pertanto di 7.360 €, il contributo locale è di 430 €.

Ci scrive Maman Cocò: “I bambini sono stati felici della visita di Anna Maria e di conoscere un volto dell’OPAM di cui, sebbene piccoli, tutti loro capiscono l’importanza perché è grazie al sostegno di organismi come l’OPAM che hanno l’opportunità di andare a scuola. Anna Maria ha potuto verificare la qualità dell’educazione nella nostra scuola e il ruolo importantissimo che ha l’istruzione per il presente e il futuro di questi piccoli.

Chiediamo all’OPAM un aiuto di 6.930 € per realizzare questi due interventi urgenti prima della riapertura del nuovo anno scolastico a settembre. Certi di poter contare sulla vostra generosità vi ringraziamo anticipatamente di cuore.”

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Progetto 2217

Rep. Dem. del Congo

Tornare a scuola in sicurezza Luogo: Mokili Ngonga Scuola: primaria e secondaria Tipologia: edilizia scolastica Beneficiari diretti: 240 alunni Partner locale: Suore di S. Giuseppe Contributo richiesto: € 8.400

CONTESTO. Gli amici dell’OPAM seguono da diversi anni l’opera delle “Suore di S. Giuseppe” nella regione del Plateau Batéké, un vasto altopiano situato a 150 km dalla capitale, al confine tra la provincia di Kinshasa e quella del Bandundu nella Repubblica Democratica del Congo. A Mokili Ngonga, uno dei numerosi villaggi che costellano l’altopiano, le Suore di S. Giuseppe dal 2004 hanno avviato la loro missione in una delle zone più popolate, povere e abbandonate della regione, affrontando la grave situazione che vi hanno trovato: malnutrizione, alta percentuale di mortalità infantile, grande miseria, mancanza di infrastrutture, di luce elettrica, di acqua e di quanto è indispensabile ad una dignitosa vita umana, oltre ad un tasso di analfabetismo molto elevato tra i piccoli come tra gli adulti. Così, tra le altre opere, sollecitate dalle famiglie che sognavano l'istruzione per i loro figli le missionarie avevano dato vita ad una scuola primaria. Dapprima le lezioni si svolgevano sotto gli alberi, poi via via è nata la scuola in muratura. L'OPAM sostiene questa preziosa istituzione educativa sin dal suo nascere, intervenendo sia con le adozioni scolastiche a distanza sia con progetti per arredare e far crescere la scuola. Questa, come sapete, negli anni si è sviluppata seguendo la crescita degli alunni e ora ha anche 4 livelli della scuola secondaria con due indirizzi: Pedagogia generale e Biologia/Chimica.

L’ottima qualità dell’insegnamento e la possibilità per i bambini dei villaggi più lontani di ricevere vitto e alloggio nell’ostello della scuola fanno sì che le richieste di iscrizione crescano anno dopo anno. In quest’anno scolastico gli alunni sono 480.

PROGETTO. Ci scrive Suor Anna Alfreda Kumbi Kumbi, Consigliera Generale delle Suore di San Giuseppe: “Dai giovani di Plateau de Batéké la scuola è vista come un’ancora di salvezza. Tutti sono consapevoli che solo attraverso l’istruzione ed un’educazione di qualità potranno dare una svolta positiva alle condizioni di miseria in cui vivono e colorare di speranza il proprio futuro. La chiusura prolungata delle scuole a causa della pandemia di Covid-19 sta creando notevoli problemi. Nei villaggi manca tutto ciò che assicura una vita mi-

nimamente decorosa (acqua, luce, servizi sanitari…) e queste carenze diventano ancora più drammatiche in una situazione di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo. In questo tempo cerchiamo di dare un supporto alimentare per facilitare il confinamento e impedire che i bambini e i ragazzi siano costretti ad andare a lavorare per aiutare le famiglie ad avere il necessario per sopravvivere. Ci auguriamo che a settembre la scuola possa riprendere normalmente, ma è importante utilizzare questo tempo per migliorare le condizioni igienico-sanitarie della struttura al fine di garantire la salute dei nostri ragazzi.

Nel 2018, grazie al sostegno dell’OPAM, abbiamo dotato la scuola e l’ostello annesso di un primo blocco di servizi igienici, ora è urgente costruire il secondo blocco di 3 toilette con fossa settica e 4 docce, con un costo totale di 8.400 €, in modo da aumentare il numero dei servizi e separare quelli delle bambine da quelli dei bambini. Ci auguriamo di ricevere dai nostri amici dell’OPAM una risposta positiva a questa nuova richiesta perché la chiusura delle scuole, in Paesi come il nostro, rappresenta un vero dramma con ripercussioni immediate e future che aggravano la fragile situazione sociale e umana di tutto il Paese.”

Oppure utilizza il QR code per sostenere questo progetto

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Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione.

Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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Settore educativo

Mi manca la scuola Continuiamo a pubblicare alcuni dei lavori inviatici dai bambini e ragazzi di diverse scuole. L’iniziativa è stata molto apprezzata anche dagli insegnanti e dalle famiglie.

Ci auguriamo che a settembre possiate tornare tutti in classe e incominciare un nuovo e sereno anno scolastico, e intanto… buone vacanze! visita il blog con il link https://opam-mimancalascuola.wixsite.com/mimancalascuola

Emozioni, sentimenti, pensieri Sinceramente io non mi sarei mai aspettata una situazione del genere, ma purtroppo è successo.

Una delle cose più brutte di questo periodo è quella di non poter andare a scuola. A me manca molto la scuola, soprattutto per gli amici e le maestre.

Preferirei andare a scuola perché anche la didattica a distanza è molto complicata invece, quando si andava a scuola, seguire le lezioni e le spiegazioni era molto più semplice. Ma, anche se da casa è più difficile, io mi impegno molto come se fossi a scuola.

Per questa situazione sono triste, perché non vedo nessuno da molto tempo, come ad esempio i miei nonni. Ma fortunatamente ho il sostegno della mia famiglia. Infatti tengo molto a ringraziare le mie maestre soprattutto per la loro pazienza nei nostri confronti poiché capiscono che per noi è molto difficile questa situazione.

Io spero che a settembre si ritorni a scuola, ma senza mascherine, guanti e distanziamenti in modo da poterci abbracciare di nuovo come prima.

Chissà perché le cose si apprezzano solo quando non si hanno.

Nicole Criscuolo 5a classe - I.C. Statale “Vittorio de Sica” di Volla (NA)

Lettera alla scuola Cara scuola … mi manchi!!

Ogni mattina quando mi sveglio mi sembra di dovermi preparare per venire da te, dalle mie maestre e dagli amici, ma subito dopo, mi ricordo che sei chiusa da un po’ di giorni e mi sento triste.

I momenti più divertenti li ho passati nella ricreazione quando le maestre ci portavano in giardino e noi bambini giocavamo a “Uomo ghiaccio” ridendo felici.

Era bellissimo vedere i filmati di religione alla LIM; sembrava di essere al cinema tutti insieme.

Adesso che sei chiusa stiamo facendo le video lezioni con le maestre e mi sento meno solo.

Però svegliarmi un pochino più tardi e avere più tempo per giocare mi piace!

Speriamo di correre da te al più presto e di riabbracciare maestre ed amici.

Un abbraccio!

Jacopo 3aC - Scuola Primaria “Quarto Miglio”-I.C. Guido Milanesi, Roma

Settore educativo

Questo tempo ci rende più umani Oggi siamo chiusi in casa ma fino a qualche mese fa, nei giorni infrasettimanali, andavamo a scuola regolarmente. In questo periodo, però, è cambiato qualcosa: prima, quando ti affacciavi dal balcone di casa tua osservavi auto e persone indaffarate che correvano e non avevano neanche il tempo di dirsi un semplice “ciao”, ora, invece, vorremmo parlarci da vicino ma non possiamo e allora nelle nostre case usiamo le ultime tecnologie, in videochiamata o in chat e così riusciamo a confidarci tante cose e a parlarci per ore.

Quando non c’era il Coronavirus abbiamo visto che le persone, nella vita quotidiana, erano così prese dagli impegni che dimenticavano la cosa più importante: gli esseri umani.

Infatti, quando è arrivato il Covid 19 le persone si sono sentite disorientate perché qualcosa nella loro vita era cambiata: avevano avuto un freno a tutte le loro abitudini.

Per essere sinceri, fuori dalle mura della scuola, anch’io mi sono sentita persa inizialmente, perché prima quando incontravo amici e maestre, con cui ridevo e scherzavo, mi sembrava tutto perfetto, ma, forse, mi sbagliavo perché non avrei mai immaginato cosa sarebbe successo di lì a poco.

Quando andavo a scuola, infatti, ogni giorno era una novità e mi chiedevo: cosa succederà in classe? Oggi però, questa mia curiosità è stata frenata a causa del Coronavirus, infatti, siamo costretti a stare in casa sperando solo che questa pandemia finisca. Molti in questo periodo si sentono tristi, ma io no!

Sono ottimista per il futuro e vorrei che, alla fine di tutto ciò, le persone guardassero il mondo con occhi diversi, credendo nella speranza e nei sogni e cercando di essere più buoni con il prossimo; invece la mia più grande paura è che questa mia speranza rimanga soltanto un sogno.

Martina Iaccarino 5a A- II Circolo Didattico P. Borsellino di Quarto (NA)

Dal Diario di Celeste Carrozza Suola Nazario Sauro- I.C. Matino (BA)

Faremo tutti una ola!

Stefania I.C. Rita Levi Montalcini di Bitritto BA

Mi manca tanto la scuola e quando riaprirà faremo tutti una ola.

Mi manca tanto la maestra con il suo sorriso dalla finestra.

Mi mancano tanto i miei amici e di quando eravamo felici.

Mi manca persino la campanella e il mio arrivo con la cartella.

Mi manca la mia libertà anche a tutti ad ogni età.

Antonella Buccino 2a classe I.C. Enrico Fermi, Plesso Capasso di Messercola (CE)

Settore educativo

Filastrocca del re corona senza più corona Un bel giorno dopo scuola la TV dice: “Niente più scuola!!”

E la colpa di chi è …??!! È un piccoletto strafottente bell’imbusto molto impaziente Che gira in lungo e largo per fare un lungo viaggio!!!

Sempre troppo arrabbiato e con in testa una corona Si è proclamato Re della sfortuna.

Ma io che di sfortuna non ne voglio sentir parlare.

E intanto tanti giorni a casa so stare Ho cominciato a studiare, giocare e telefonare.

Con gli amici mi hai diviso Ma il mio cuore con loro è sempre unito E da lui ho imparato Che se sei forte Ma non per forza arrabbiato Si può sconfiggerlo con un meraviglioso sorriso Nascosto da una mascherina Con su scritto “brutto puzzone la corona te la porto via” E adesso è mia!!

Chiara 2aB- Scuola Primaria Giulio Cesare- I.C. “Via Dal Verme”- Roma Sara Criminisi 1F Scuola secondaria di I grado Biancheri Ventmiglia

Mi manca la scuola Mi manca alzarmi la mattina presto per andare a scuola e incontrare i miei compagni ed insegnanti. Mi mancano i miei compagni, mi manca vederli mangiare di nascosto sotto il banco, mi manca parlare da un banco all’altro durante le lezioni cercando di non farci vedere dalla maestra e dal maestro, mi mancano tutti i momenti belli o brutti passati insieme, il suono della campana per la ricreazione per stare insieme a scherzare e giocare, soprattutto mi manca la mia compagna di banco, mi mancano le nostre chiacchierate durante le lezioni, ogni sua battuta, la sua risata e mi manca anche la mia sedia.

Mi mancano tanto anche gli insegnanti e non lo dico per sembrare dolce, mi mancano le loro spiegazioni, i loro rimproveri che ci aiutano a crescere, le loro battute e mi mancano anche i loro consigli, mi mancano pure quei pochi minuti del cambio dell’ora, l’ansia che provavo prima di un’interrogazione.

Della scuola mi manca tutto non avrei mai pensato che mi potesse mancare così tanto.

Rosaria Biondo 5a A- I.C. “Giovanni XXIII” – Terrasini (PA)

RIM SCUOLA PRIMARIA PASCOLI ADRIA

Testimonianze di gratitudine che ci giungono dai responsabili dei progetti realizzati e che ci aiutano a capire che insieme si può contribuire realmente a rendere migliore il nostro mondo e a far rifiorire la speranza.

Filo diretto

Inizio questa relazione conclusiva del progetto OPAM 2180 con un immenso “Grazie”.

Grazie al Signore che ci ha assistito e accompagnato nella costruzione della scuola e per la realizzazione dei banchi.

Grazie agli amici dell’OPAM perché grazie al loro contributo i banchi sono stati realizzati e ora sono utilizzati dai bambini della scuola elementare di Arivonimamo.

Come ricorderete la costruzione della scuola era iniziata nel 2010 su richiesta delle famiglie della parrocchia che desideravano ardentemente che i loro figli potessero accedere al diritto all’istruzione.

Serviva una scuola grande per accogliere i tanti bambini del nostro vasto territorio parrocchiale. Fra enormi difficoltà economiche il progetto ha visto la luce solo nel 2018. Oggi i bambini di Arivonimamo hanno una scuola bella e grande di cui tutti vanno orgogliosi. Ma mancavano i banchi. Non potevo chiedere alla popolazione ulteriori contributi ma dove trovarli?

Mi sono ricordato che nel 1992 avevo chiesto e ottenuto dall’OPAM i banchi per la scuola di Bemasoandro, una scuola della periferia di Tananarive dove a quel tempo ero parroco. I banchi di quella scuola sono solidi e funzionanti. In quasi 30 anni hanno visto passare migliaia di bambini e così ho deciso di rivolgermi a voi.

Ho scritto, ho telefonato: mi sono commosso perché il mio nome era scritto da qualche parte… meraviglia sentirsi ricordati dopo 30 lunghi anni. Grazie ancora!

Il progetto prevedeva la costruzione di banchi per 400 bambini e i banchi sono stati realizzati. Rispetto al progetto originario è stato scelto di non farli biposto ma triposto. Il costo superiore più alto è stato compensato dal cambio favorevole che ci ha consentito di non uscire dal budget previsto.

I banchi sono stati distribuiti nelle classi in rapporto al numero di alunni di ciascuna. Siamo certi che qui, come è accaduto nel 1992 a Bemasoandro, questi banchi potranno servire per decenni e che i beneficiari di questo progetto saranno centinaia o migliaia di bambini che li utilizzeranno.

Speriamo che il nuovo anno scolastico possa riprendere normalmente a settembre dopo l’epidemia di Covid-19.

Al momento da noi la situazione sembra essere sotto controllo (100 casi accertati, 200 guariti e 9 decessi). Gli studenti delle classi terminali (5a elementare, 3a media, 3a liceo) hanno continuato a frequentare regolarmente, gli altri, vista l’impossibilità della didattica a distanza, sono andati a scuola sporadicamente per qualche lezione e per l’assegnazione di compiti da svolgere a casa.

Ancora grazie e… arrivederci. Il numero dei bambini qui in Madagascar cresce rapidamente. Altre scuole sono in programma e ci auguriamo di poter ancora sperare sull’aiuto dell’OPAM. A quanti hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto ancora GRAZIE di cuore!

P. Cesare Busecchi Missionario Carmelitano

opam luglio-agosto 2020

Banchi per i bambini di Arivonimamo

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Filo diretto E’ arrivata l’acqua alla Scuola di Ngarama

opam luglio-agosto 2020

Carissimi amici dell’OPAM, è con grande gioia che vi informo che abbiamo terminato il progetto per assicurare l’acqua alla scuola materna e primaria “Bishop Nkalanga”, ed alla scuola secondaria “St. Augustine” nel villaggio di Ngarama in Tanzania (Prog.

2197).

Vi prego di ricevere i miei sinceri ringraziamenti per il vostro sostegno.

Il ritardo nell’esecuzione dei lavori è legato all’arrivo del materiale da costruzione e al prolungarsi della stagione delle piogge: era infatti necessario attendere l’arrivo della stagione secca per ottenere un buon risultato.

Dopo quattro settimane abbiamo terminato la costruzione del primo serbatoio e subito dopo abbiamo iniziato la realizzazione del secondo. I due serbatoi sono in ferro-cemento, e ciascuno ha una capacità di 25.000 litri.

Anche il raccordo dei serbatoi alle grondaie ci ha portato via molto tempo. Ma alla fine siamo riusciti a completare entrambe le cisterne e ora, con la ripresa della stagione delle piogge, possiamo distribuire l'acqua raccolta a tutti gli edifici scolastici.

Purtroppo, a causa del Coronavirus, dal 17 marzo tutte le scuole del Paese al momento sono chiuse. Ma, al ritorno dalle "Vacanze Coronavirus", insegneremo ai nostri studenti ad utilizzare correttamente l’acqua e a mantenere le cisterne pulite.

Il progetto è stato gestito in ogni sua fase dal comitato di direzione della scuola sotto la supervisione del parroco.

Ci auguriamo che questo progetto possa servire anche a sensibilizzare le comunità dei villaggi circostanti sull’importanza di raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla per uso domestico.

Che il Signore vi benedica tutti!

Fr. Achilleus Rwehumbiza

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Vita associativa

UN’ ASSEMBLEA DAVVERO PARTICOLARE

L’

Fin qui in estrema sintesi quanto è stato fatto per la XL Assemblea generale dell’OPAM al tempo del Coronavirus. Un’Assemblea che ha privato tutti noi soci della preziosa occasione annuale di incontrarci a Roma per discutere insieme, scambiarci idee e progetti, incoraggiare quanti di noi nei gruppi sparsi per l’Italia spendono forze e tempo per far conoscere alle comunità locali l’OPAM, i suoi ideali e il suo modus operandi. Inutile nascondere che ci siamo sentiti defraudati del contatto umano e dei momenti di condivisione fraterna, né più né meno d’altronde di quello che è successo in questo strano periodo in ogni contesto, a iniziare da quello che più ci sta a cuore: la scuola.

Nonostante i modi di svolgimento siano stati un po’ surreali, questa Assemblea ha costituito però in ogni caso un’importante occasione di riflessione. Ognuno di noi soci sa quanti sforzi, quanto lavoro, quante speranze si celino dietro le voci e le cifre del bilancio. La voce “attività istituzionali” porta in sé l’intero mondo degli interventi nel settore educativo, che vanno dai progetti di edilizia e dalle forniture scolastiche, agli stipendi e alla formazione degli insegnanti, alle adozioni scolastiche a distanza di bambini e ragazzi che possono così ricevere un’istruzione adeguata nella realtà in cui vivono, ai gemellaggi fra scuole del Nord e del Sud del Mondo, occasione preziosa di crescita e di confronto per gli allievi delle scuole italiane. Chi conosce come

opera l’OPAM sa come tra “attività istituzionali” e “bilancio” s’ingaggi una perenne sfida per far sì che la contrazione perdurante delle offerte incida il meno possibile sulle attività benefiche, nella consapevolezza che dietro ogni soggetto destinatario di tali attività non ci sono numeri ma persone, bambini e adulti che nell'OPAM trovano la sola chance per riuscire attraverso l'istruzione a costruirsi un avvenire dignitoso.

La relazione del Presidente ha fornito le parole chiave per interpretare i dati sottoposti al giudizio dei soci, alla luce dei momenti così particolari che il mondo sta vivendo: fragilità e prossimità.

Sono due parole che hanno attraversato la storia dell’OPAM, ma che oggi assumono un significato ancora più intenso e ci confermano che la nostra associazione sta camminando sulla giusta strada.

La pandemia ci ha fatto scoprire che la fragilità è “caratteristica che ci accomuna tutti, rendendoci parte di una sola umanità, cittadini di un solo pianeta” e che è quindi premessa di una società più fraterna. Per dirla con le parole di papa Francesco, “Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”. Fragilità dunque riconosciuta nell’altro ma anche in noi stessi, che sa farsi prossimità e diventa quindi stimolo e valore. Da ciò scaturiscono tre indicazioni per l’OPAM: 1. approfondire sempre più i rapporti di conoscenza delle realtà in cui operiamo per favorire il confronto, la crescita reciproca e autentiche relazioni di fraternità 2. educare a una prossimità capace di generare solidarietà vissuta come un atto di giustizia e di amore 3. promuoverre un’educazione che abbia come obiettivo una formazione umana integrale sul piano cognitivo, affettivo, politico ed etico, tale da permettere di sviluppare la capacità di pensare, sentire e agire con competenza nel mondo, in relazione con gli altri. In questo l’OPAM dovrà compiere un ulteriore sforzo per ripensare i modi dell’educazione e trovare le risposte adeguate ad affrontare le sfide comuni che la complessità del nostro mondo ci pone.

Stefania Ricci

opam luglio-agosto 2020

Assemblea ordinaria per l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2019 e Preventivo 2020 dell’OPAM era stata fissata per il 4 aprile 2020, ma non era stato previsto il Covid-19 che ci ha colti alla sprovvista come tutti. Già l’11 marzo la nostra associazione è stata costretta a chiudere la sede romana, ma si sperava che la chiusura potesse essere di breve durata. Visto il prolungarsi delle misure di confinamento, il Consiglio direttivo ha infine deciso di organizzare l’Assemblea in modalità telematica e il 10 maggio l’Assemblea ha avuto luogo a tutti gli effetti, preceduta da una lunga e non facile preparazione e dalla messa a disposizione dei soci del materiale informativo (relazione del presidente, relazione del tesoriere, bilancio consuntivo 2019 e preventivo 2020, relazione del collegio dei sindaci) necessario ad esprimere il loro voto in modo consapevole. Le votazioni per via telematica si sono concluse con l'approvazione generale dell'operato dell'Associazione.

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a t s o c n A te no o r o l r e nulla, p a r t s e n i è una f l u s a t r e ap futuro

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