SOMMARIO
In copertina: RAIMONDI CRANES
MACCHINE
30 Magni TH Un progetto di sviluppo nel cuore dell’Emilia di Ettore Zanatta
36 Raimondi Cranes Strategie (verticali) di sviluppo di Ettore Zanatta
42 Dieci Dieci e… l’ode! di Raffaella Chierici
4 Editoriale di Ettore Zanatta
6 Notizie a cura di Liliana Rebaglia
ATTUALITÀ
24 Mercato delle costruzioni Cambio di scenario di Cristina Cassinari
L’AUTOGRÙ FUORISTRADA LOCATELLI GRIL 110.100
SFIDA AL FUTURO!
di Ettore Zanatta
Direttore responsabile
Luigi Zaffagnini - l.zaffagnini@capoversoeditrice.it
Direttore editoriale
Ettore Zanatta - ettore.zanatta@capoversoeditrice.it
Responsabile commerciale
Luisa Casazza - l.casazza@capoversoeditrice.it
Hanno collaborato a questo numero:
Cristina Cassinari, Raffella Chierici, Pietro Gabrielli, Liliana Rebaglia, Daniele Smiraglia, Stefano Vitali
Ufficio amministrazione
Roberta Fabbri - r.fabbri@capoversoeditrice.it tel. 0545 967722
Ufficio abbonamenti tel. 0545 967722
e-mail: info@capoversoeditrice.it
Abbonamenti
Italia: euro 30,00 (IVA compresa)
Other countries: euro 42,00 (IVA compresa)
48 Genie Soluzioni sostenibili per l’edilizia di Pietro Gabrielli
Stampa
MDM - Forlì
Periodicità
Sono previsti 5 numeri/anno
Registrazione
Registrazione Stampa Tribunale di Ravenna n. 26887 del 6/12/16
Iscrizione Roc: 26887 Capoverso Editrice Srl
ONSITE LIFT
Capoverso Editrice srl
Piazza Gramsci, 7 48017 Conselice (RA) tel. 0545 967722 info@capoversoeditrice.it www.capoversoeditrice.it
54 Haulotte La riprogettazione della produttività di Stefano Vitali
COMPONENTI
68 Flash Battery L’importanza del costo a lungo termine di Daniele Smiraglia
SERVIZI
72 Manitowoc Crane Group Italy Una GMK5250XL-1 per Baldini Group di Ettore Zanatta
DOSSIER
76 Noleggio Il noleggio? Sempre più professionale! di Raffaella Chierici
ON SITE
84 Messa in sicurezza e riqualificazione del Rione Piaggio a Bari A strapiombo sul Gravina di Daniele Smiraglia
90 Prodotti a cura di Liliana Rebaglia
Responsabilità
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Periodico associato a UNACEA e A.N.E.P.L.A.
Le gamma di piattaforme aree a braccio articolato JCB Access ora offre la scelta anche tra trasmissioni ad alimentazione completamente elettrica a oppure ibrida, per soddisfare le più diverse esigenze applicative. Progettati con la qualità e l’affidabilità garantite da oltre 70 anni di esperienza JCB come produttore di macchine e attrezzature per l’edilizia e l’industria, i bracci elettrici e ibridi JCB Access stabiliscono nuovi elevati standard per design, robustezza e qualità costruttiva.
Ettore Zanatta
direttore editoriale
L’avanguardia di pensiero
Che ruolo può avere il noleggio nella diffusione di un’autentica cultura della sicurezza? Certamente un ruolo da protagonista. Oggi, con un parco macchine nazionale per il sollevamento e per il lavoro in quota completamente rinnovato (grazie alle poderose campagne di acquisto, conseguenza dei robusti incentivi del Governo), alle grandi potenzialità di contrasto tecnologico del rischio per l’operatore deve corrispondere una presa di coscienza puntuale anche da parte di chi offre il servizio di affidamento - a caldo o a freddo - degli stessi mezzi moderni e avanzati. Non basta dotarsi di strumenti innovativi, occorre una speculare “avanguardia di pensiero” per contrastare un fenomeno insopportabile come quello delle morti in cantiere. In base alle statistiche Inail più recenti le cadute dall’alto rappresentano un terzo degli incidenti mortali sul lavoro. A questa percentuale va aggiunta quella degli urti accidentali che provocano gravissime ferite, nelle fasi di movimentazione di un’autogrù, ad esempio, o di una piattaforma aerea con operatore a bordo. Qualcuno oggi, per contribuire alla deresponsabilizzazione dell’impresa, nel dibattito sulle cause di morte o ferimento dei lavoratori in cantiere punta il dito contro l’incuria operativa, la mancanza di buon senso e la disattenzione delle stesse maestranze. Bene, possiamo replicare a questa enormità rilanciando la palla al maldestro calciatore? L’assenza di coscienza imprenditoriale e di preparazione gestionale è la vera causa delle morti sul lavoro. Se hai alle tue dipendenze una squadra di lavoratori specializzati devi occuparti della loro formazione, irreprensibile e sempre rispettata nelle sue dinamiche istruttive. Perché questa specializzazione, alla prova dei fatti, deve rivelarsi autentica quando il cantiere la richiede. Da noleggiatore, entrando nello specifico, se affidi una macchina da sollevamento a un cliente devi predisporre percorsi di formazione e verifiche preliminari di competenza prima di concedere per contratto una PLE, una minigrù o un’autogrù “tuttoterreno” a una qualsivoglia impresa. Soprattutto nel caso delle piattaforme aeree, indirizzate spesso al noleggio a freddo, i meccanismi di controllo della “qualità del committente” e dell’utilizzo che il suo personale fa della stessa piattaforma in cantiere dovrebbe essere un dovere non emendabile. Un sistema che trascura le regole del lavoro moderno - sicurezza, formazione, gestione avanzata delle flotte e dell’operatività in campo dei mezzi, controllo della sicurezza d’impiego - perpetua una tragedia nazionale. La responsabilità di combattere le morti sul lavoro riguarda tutti. Delegare questa stessa responsabilità ad altri è da ignavi e, certamente, da colpevoli indiretti.
JMG CRANES
Inaugurata la “Cittadella delle gru”
Si è svolta sabato 25 maggio l’inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo di JMG Cranes a Sarmato (PC), in via Zuccherificio 2. Il taglio del nastro (vedi foto) è avvenuto per mano del fondatore e CEO dell’azienda piacentina, Maurizio Manzini, accompagnato dalla moglie Cinzia e dalla sorella Fausta e affiancato nell’occasione da Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico della regione Emilia-Romagna, Monica Patelli, presidente della Provincia di Piacenza, Claudia Ferrari, sindaca di Sarmato, Katia Tarasconi, sindaca di Piacenza. La nuova struttura rappresenta
un vero e proprio “complesso industriale” dedicato all’innovazione nel sollevamento, non a caso la nuova sede è già stata battezzata la “Cittadella delle gru”. Quello che JMG Cranes ha inaugurato, quindi, è uno spazio dedicato interamente all’innovazione delle gru semoventi elettriche a batteria (pick&carry) e di carrelli elevatori con portate da 0,9 a 7 t, un luogo dislocato su 68 ettari (8.000 i metri quadrati di sede produttiva, più 11.800 quelli adibiti ad aree verdi, con un impianto fotovoltaico da 160 kW), dove si lavorerà per rendere queste
macchine sempre più performanti, innovative e “green”, con un occhio prospettico allo sviluppo a breve termine dell’alimentazione a idrogeno delle macchine del futuro. L’impegno di JMG Cranes, infatti, concentrato nella produzione di gru elettriche fin dal 2007 per mano di Maurizio Manzini, è da sempre volto a semplificare e rendere più sicuro il lavoro con questa tipologia di mezzo, con soluzioni innovative ma anche sostenibili in termini di impatto ambientale.
“Un complesso industriale di riqualificazione urbana dal cuore
‘green’”: così è stato definito il nuovo stabilimento produttivo di JMG Cranes, azienda che si distingue sul mercato anche per l’attenzione rivolta anche alle persone e al territorio che accoglie le sue attività. L’inaugurazione del nuovo sito ha rappresentato un evento significativo anche per la città di Sarmato, visto che la nuova “Cittadella delle gru” sorge sull’area industriale dell’ex zuccherificio Eridania rimasta precedentemente abbandonata per circa 20 anni. Il 25 maggio, quindi, si è celebrata anche la buona riuscita di un’imponente opera di riqualificazione urbana che segna, anche per la comunità, il ritorno alla vita e alla produttività di una zona del suo territorio altrimenti abbandonata al degrado.
IN GREAT CHALLENGES, GREAT DETAILS MAKE THE DIFFERENCE
Unendo innovazione tecnologica ed artigianalità, realizziamo soluzioni di sollevamento che ridefiniscono gli standard del settore.
I nostri telescopici sono progettati per superare ogni sfida grazie a prestazioni senza eguali, visibilità al top della gamma e innovazioni tecnologiche all’avanguardia.
I modelli TH sono estremamente versatili grazie ad un’ampia gamma di accessori che ne permettono l’utilizzo in molteplici contesti.
Il nostro obiettivo è farti lavorare con facilità in un ambiente sicuro e confortevole per far sì che ogni giorno, tu sia sempre sicuro di raggiungere il massimo
LMI PRESTAZIONI CABINA TH 3.6Quattro gru a torre per il viadotto Gravagna
Manitowoc Italia ha assemblato con successo le prime quattro unità del nuovo modello Potain di gru a torre MDLT1109 destinate alla ristrutturazione del viadotto Gravagna, in Toscana. Questo nuovo modello della gamma Potain sostituisce il precedente MD1100. Le caratteristiche principali sono il carico massimo di 40 t, la lunghezza del braccio di 80 m e la capacità alla punta del braccio di 11,1 t a 80 m. Il Sales Director di Manitowoc Italia, Enrico Angiolini, ha affermato: “Quest’evento segna per noi un’altra pietra miliare significativa nel mercato italiano ed è una testimonianza dell’eccezionale qualità e affidabilità dei nostri prodotti”. I tempi a disposizione per la spedizione e il montaggio di queste quattro gru di eccezionali dimensioni sono stati molto stretti e il meteo dello scorso autunno in quelle zone è stato tutt’altro che clemente tra temporali, venti forti e neve. Per i tecnici e l’assistenza Potain impegnati nell’organizzazione e realizzazione dei montaggi delle quattro gru a torre è stata una sfida importante: rispettare i tempi stabiliti nonostante i forzati ritardi dovuti al maltempo
e i permessi di Autostrade per le chiusure straordinarie del ponte in modo da permettere gli interventi e il passaggio dei mezzi pesanti di cantiere in totale sicurezza. La squadra di tecnici si è alternata per due mesi, da metà settembre a metà novembre 2023, per la gestione dei trasporti, gli stoccaggi e i montaggi di questi quattro “giganti”. Cyrille Giamello e Massimo Rizzo sono stati tra i protagonisti che hanno coordinato il montaggio delle quattro MDLT1109 in cantiere: “Lavoriamo per Potain da diversi anni; nel corso degli anni abbiamo assemblato un numero considerevole di gru a torre, diverse tipologie di modelli alle altezze più disparate. Per erigere questo modello, MDLT 1109, ci aspettavamo un lavoro particolarmente complicato a causa delle dimensioni impressionanti dei componenti. Per la prima volta ci siamo trovati di fronte a elementi di torre così grandi con una base di 4x4 m e un’altezza di 5,78 m, raggiungendo un’altezza complessiva di 84 m. Il lavoro è stato impegnativo, ma alla fine il montaggio di questo modello si è rivelato molto più semplice del previsto. Era la prima volta che montavamo una MDLT1109 e siamo
rimasti positivamente sorpresi, la facilità di montaggio ci ha permesso di rispettare i tempi di ultimazione dei lavori, anche se abbiamo dovuto riprogrammare più di una volta tempi e modalità degli interventi a causa del meteo, che era per lo più piovoso, ventoso e tempestoso”. La notte del 14 novembre 2023, sotto un’insistente pioggia sottile, è finito il montaggio della quarta e ultima MDLT1109, rispettando i tempi di consegna contrattuali. Le quattro MDLT1109 svettano ora in mezzo alla vallata mostrandosi agli automobilisti che percorrono l’autostrada. Questo successo ottenuto da Manitowoc Italia si deve anche alla collaborazione, alla professionalità e alla tenacia di tutti i protagonisti coinvolti: al dipartimento Lift Solution guidato dall’ Ing. Matteo Pastore, al direttore commerciale Enrico Angiolini e al Sales Manager Sabino Riefoli, il manager dell’Assistenza Tecnica Gianluigi Consolaro e a tutto il suo team che, nonostante le difficoltà e i tempi ristretti hanno fatto tutto il possibile per svolgere al meglio il loro lavoro e garantire un servizio impeccabile.
Con Micro Systems per generare valore grazie all’IoT
In occasione di SPS Italia, la fiera per l’industria intelligente, digitale e sostenibile in programma a Parma lo scorso maggio, Fassi Gru ha tenuto un workshop congiunto con Hyperspace, il brand IoT di Micro Systems, che ormai da otto anni affianca l’azienda bergamasca. Pioniera nel capire la rivoluzione della tecnologia IoT e della potenza del dato per sviluppare servizi e generare vantaggi, Fassi Gru prosegue così il percorso di innovazione verso il nuovo modello di Industria 5.0 e ha condiviso la propria esperienza in un workshop intitolato: “ Come Fassi Gru ha sviluppato servizi connessi grazie all’Internet of Things ”.
“ Il binomio IoT e Fassi Gru è una storia che parte da lontano - racconta Valentino Birolini, Knowledge & Innovation Engineer dell’azienda - e risale a prima del 2016, un momento nel quale la rivoluzione dell’IoT era già cominciata e si iniziava a intravederne le potenzialità. Il nostro ufficio tecnico ha intuito fin da subito come, anche nel nostro settore, raccogliere i dati per analizzarli, studiarli e utilizzarli per generare servizi potesse essere un valore aggiunto non solo per noi ma soprattutto per i nostri clienti ”. Grazie all’Internet of Cranes - questo il nome scelto, e registrato, da Fassi per identificare tutti i progetti correlati alla “servitization”è possibile ottenere molteplici vantaggi e lavorare sempre più sui servizi, non solo sul prodotto. “ In sinergia con Micro Systems e il suo brand IoT Hyperspace - continua Birolini - abbiamo unito in un’unica soluzione la raccolta dati di ogni singola gru: un datagateway connesso con la scheda di controllo della macchina permette di avere subito
a disposizione la situazione di tutto il parco gru Fassi. I dati vengono raccolti su cloud; così, da un unico portale web dedicato e realizzato appositamente per la gestione di ogni singola gru, possiamo verificare in tempo reale, da remoto e in maniera centralizzata l’utilizzo e il funzionamento delle gru, ovunque esse siano, per analizzare come vengono impiegate e se rispettano gli scopi per i quali sono state progettate. Abbiamo vinto la sfida di creare un’unica scheda con un’unica SIM card in grado di connettersi ad ogni rete cellulare del pianeta e introdotto un sistema automatizzato per gestire le migliaia di SIM in funzione sul campo. Attraverso il Crane Doctor, una forma di
telemetria delle gru analizziamo le problematiche e siamo in grado di fare diagnosi sempre più corrette e precise, riuscendo a intervenire in modo puntuale e veloce sul problema riscontrato o perfino prevenendolo, grazie alla manutenzione predittiva ”. L’operatore finale è parte attiva di questo processo: può richiedere e operare customizzazioni e personalizzazioni delle interfacce e delle modalità di utilizzo della gru per rispondere alle proprie esigenze, appoggiarsi all’assistenza da remoto per risolvere i problemi in tempo reale e monitorare in autonomia il percorso compiuto dalla gru e le relative ore di lavoro. Operare da remoto, ottimizzare gli spostamenti, gestire il ciclo di vita della gru, permette inoltre a Fassi di agire nell’ottica di una sostenibilità sempre maggiore e concreta. L’obiettivo di Fassi e Micro Systems è continuare in sinergia a sperimentare i confini dell’Internet of Things e capire come sfruttare le nuove tecnologie, come ad esempio l’AI, per offrire ai propri clienti sempre più servizi e aiutarli a generare valore.
EC520AJ GEN. 2
La linea JLG di sollevatori elettrici a braccio articolato è caratterizzata da tempi di ricarica più rapidi, migliore operatività e maggiore produttività. Queste macchine sono state progettate specificamente per ridurre gli interventi di manutenzione programmata, rendere più silenziosa l’area di lavoro, ridurre la dipendenza dagli oli idraulici e azzerare le emissioni.
SALITE AL NOSTRO LIVELLO
Una flotta di autocarrate per Gavarini Locazioni
Gavarini Locazioni, azienda di noleggio di Perugia con diverse sedi nel centro Italia e da poco tempo presente con il marchio “G-NEXT noleggi”, ha confermato la fiducia nei prodotti CTE con un ultimo lotto di autocarrate costituito da bracci articolati e “multipurpose”. Secondo l’azienda umbra questi modelli garantiscono ai clienti finali maggiore stabilità e sicurezza nell’utilizzo, con un incremento della produttività nelle lavorazioni, grazie alla presenza di “S3 EVO”, che permette massime performance, con manovre semplificate, in massima sicurezza. “I clienti finali - racconta Lorenzo Gavarinioperano in diversi ambiti, dalla
RAIMONDI CRANESpotatura delle piante alla verniciatura, dalla manutenzione delle linee elettriche aeree all’illuminazione pubblica. Per loro è importante avere garanzia di stabilità dei mezzi, facile manovrabilità e produttività in tempi ristretti”. Entrando nel merito della gestione della flotta, per Gavarini Locazioni è di massima importanza “avere massima affidabilità dei mezzi
Due gru LR273 a Toronto
Avenue Building Corporation ha impiegato due gru brandeggianti Raimondi LR273 per la costruzione di The United Bldg, un edificio storico a Toronto, Ontario, Canada. Il condominio di 55 piani, che conserva elementi dell’edificio del 1928 e dell’espansione del 1961, si è guadagnato un posto nel mondo della conservazione storica, rendendo The United Bldg il più grande retrofit del patrimonio culturale
del Nord America. “Avenue Building Corporation aggiunge un’altra pietra miliare al proprio portafoglio di cantieri noleggiando queste due gru Raimondi LR273 a EllisDon, appaltatore del progetto e leader internazionale nei servizi di costruzione”, ha dichiarato Jim Patullo, presidente di Avenue Building Corporation. Installate tra dicembre 2023 e gennaio 2024, le due gru da 18 t sono attualmente in cantiere a un’altezza di 60 m e 54 m, con
e del servizio post vendita”, continua Gavarini. “Per noi è fondamentale avere assistenza e formazione per nostri tecnici, e con CTE siamo sicuri di lavorare bene. A oggi abbiamo circa 30 piattaforme CTE nella nostra flotta nolo, ripartite nelle filiali di Arezzo, Perugia e Pescara, e questo è frutto della fiducia instaurata nel corso di tanti anni di collaborazione con CTE”. Le piattaforme acquistate da 15 e 20 m di altezza di lavoro sono molto compatte, e rispondono alle richieste di noleggio di mezzi non ingombranti. “Nello specifico, quella da 15 m di altezza permette di operare anche nei centri storici o comunque dove i passaggi sono inferiori ai 2 m”, conclude Gavarini.
lunghezze del braccio rispettivamente di 45 m e 50 m e un carico in punta di 4,50 t. Dotate di un argano di sollevamento da 86 kW, le LR273 sollevano a una velocità massima di 204 m/min e hanno una capacità del tamburo di 980 m, vantando eccellenti prestazioni in termini di sollevamento. Patullo ha aggiunto che il ridotto raggio di fuori servizio, 16 m e 17 m, e la facilità di installazione dell’LR273 grazie all’ottimizzazione del peso del modello, sono state caratteristiche fondamentali considerate durante la fase di pianificazione del cantiere. Anche gli ampi angoli di brandeggio dell’LR273, che consentono una maggiore copertura del sito, insieme alle prestazioni superiori della macchina in termini di capacità di sollevamento, hanno giocato un ruolo significativo nell’impiego di questo specifico modello di gru.
PLATFORM BASKET
Alla conquista del mercato
In occasione di Intermat 2024 Platform Basket ha esposto le sue ultime novità. Ha destato grande interesse la nuova piattaforma Spider 54T, ora pronta a conquistare mercati internazionali, con particolare rilevanza nel settore della telecomunicazione e dell’elettrificazione. La nuova Spider 54T offre un’altezza di lavoro di 54 m con una capacità di carico in cesta di 400 kg (fino a quattro persone a bordo), senza restrizioni di altezza. Il design fornisce un telaio cingolato in grado di superare qualsiasi pendenza e/o terreno fuoristrada. Platform Basket ha sempre sviluppato piattaforme con telaio cingolato e un sistema di estensione diagonale della pista: questa soluzione tecnica consente la mobilità in terreni impegnativi, anche per veicoli cingolati. Il movimento diagonale delle due piste è controllato tramite radiocomando, per consentire regolazioni del baricentro della macchina su pendenze lateralmente
inclinate difficili da superare. A Parigi erano poi esposti i nuovi semoventi cingolati da 15 e 18 m di altezza di lavoro in versione rinnovata. Lo Spider 15.70 è un nuovo modello progettato con un doppio pantografo per rendere la piattaforma compatta quando piegata in sagoma di trasporto e offrire un migliorato superamento degli ostacoli in quota, mantenendo un’altezza di lavoro di 15 m. L’adozione di acciai ad alta resistenza ha permesso una riduzione dei pesi degli elementi, contribuendo a migliorare la stabilità. Questa soluzione consente una riduzione dell’impronta di stabilizzazione, mantenendo un’ottimale stabilità con una capacità di carico in cesta di 230 kg, per coloro che necessitano di caricare due persone nel cesto. Non meno importante è l’adozione di un contrappeso variabile per mantenere il peso della piattaforma anche quando offerto nella versione ibrida. Heron 10, invece, è un sollevatore verticale cingolato che trova le
proprie origini nel mercato francese e sarà ora proposto in una versione rinnovata e prestante di più largo impiego. Si tratta di un sollevatore autopropulso compatto, leggero e portatile su cingoli, trasportabile con un rimorchio leggero (3,5 t). Heron 10 consente un’altezza di lavoro di 9,6 m, un’estensione laterale di 3,45 m con due persone a bordo del cesto e una capacità di 230 kg. Tutto ciò viene raggiunto con un’attrezzatura che, con soli 1,2 m di larghezza, si muove in qualsiasi spazio ristretto. Questo modello è dotato di un motore diesel; su richiesta, può essere equipaggiato anche con una pompa motore da 200 Vac per usi interni. In alternativa, è possibile acquistare il modello elettrico alimentato da un pacco batterie al litio, per offrire una soluzione “a emissioni zero”. Heron 10 è dotato di serie di telecomando, per migliorare la versatilità d’uso e garantire sicurezza durante le operazioni di carico e scarico da rimorchi e veicoli di trasporto. Altrettanto importante è l’opzione di scambio del cesto con verricello idraulico in grado di sollevare fino a 250 kg, consentendo la movimentazione di carichi come un piccolo veicolo “pick & carry”. Heron 10 è dotato di un sistema di stabilizzazione in profilo. Nelle applicazioni fuoristrada ciò consente all’attrezzatura di livellarsi su terreni sconnessi, garantendo la sua utilità in posizioni elevate in qualsiasi condizione. Questa soluzione tecnica ne consente un uso ibrido. Inoltre, può essere utilizzata senza stabilizzazione su superfici pavimentate e piane, mentre il sistema automatico di stabilizzazione ne assicura l’uso statico su terreni sconnessi. Erano infine esposti alcuni nuovi modelli di mini gru da 3 e 4 tm di momento di sollevamento, che l’azienda emiliana commercializza con il brand “ELMA”.
Una nuova serie di sollevatori telescopici
La collaborazione tra CMC e Selift prosegue all’insegna di un proficuo scambio di competenze e della condivisione di valori e obiettivi. Gli ultimi tempi hanno fatto registrare una serie di movimenti sull’asse Bari-Bergamo. Il primo a risalire lo stivale è stato il Service Field Manager di CMC Luigi Caputo, che ha raggiunto una delle sedi di Selift per erogare una dozzina di ore di formazione a tecnici specializzati, in merito a tutte le casistiche d’uso e manutenzione delle piattaforme CMC della gamma “F” (Full hydraulic), composta dai modelli CMC S13F, CMC S15F e CMC S18F. Il corso si è focalizzato sulla serie F a partire dal funzionamento degli impianti elettrici e idraulici delle macchine, concentrandosi sulle modalità di intervento per la risoluzione dei problemi più comuni, evidenziati da un relativo codice di errore. Sono quindi state illustrate le manovre di emergenza in grado di chiudere in autonomia la macchina in caso di problemi e prepararla per il ricovero in officina. Si è poi passati alla descrizione dei ricambi installati sulla piattaforma ed è stata fornita la documentazione necessaria per procedere all’individuazione dei guasti e alla richiesta ricambi. Il percorso inverso è stato intrapreso da Stefania Bernardoni,
Sales Manager per CMC in Lombardia, e da Giambattista Vico, Sales Manager per CMC in Veneto, dell’Area Sales di Selift, giunti in Puglia in compagnia del responsabile commerciale Italia, Fulvio Quercioli.
Un caso esemplare di etica ambientale e lungimiranza
In un mondo sempre più sollecitato dal punto di vista ambientale emerge l’urgenza di regolamentazioni delle pratiche produttive in tutti i settori. Un passo fondamentale in questa direzione è la presa di consapevolezza che le scelte adottate da una singola azienda non siano esaustive per il raggiungimento di concreti risultati, ma è necessario porre come oggetto di indagine l’intero ciclo di vita del prodotto. Il moderno respiro del settore delle batterie e la stretta correlazione con le risorse energetiche, da sempre tematica controversa, hanno portato il comparto a essere tra i primi a porre tra i propri obiettivi il contenimento delle emissioni di gas serra secondo procedure condivise da tutti i player coinvolti.
Dalla conoscenza della materia alla creazione di standard e obiettivi Già nel 1997 il protocollo di Kyoto definiva quali gas prendere in considerazione nel calcolo della “Carbon Footprint”, ossia la stima delle emissioni e rimozioni di
questi gas, generate da prodotti, organizzazioni, eventi o individui. L’impronta carbonica viene espressa in tonnellate di CO2 equivalenti e distinta tra Impronta Carbonica di prodotto (CFP) e Impronta carbonica d’organizzazione. La prima rappresenta l’intero spettro di gas serra prodotti lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’attività estrattiva delle materie prime al suo smaltimento finale. Nel 2018 la normativa ISO14067 dettaglia ulteriormente la materia definendo i principi, i requisiti e le linee guida per la quantificazione e la rendicontazione della CFP (Carbon Footprint di prodotto). Al fine di ottenere questa certificazione, una volta definita la CFP gli operatori dovranno sottoporre la reportistica a verifica e validazione da parte di un organismo accreditato al fine di garantirne veridicità e trasparenza. Tale certificazione non è facilmente ottenibile e a oggi le aziende rispondenti ai requisiti sono poche. Elsa Solutions, con la sua divisione Aliant Battery - specializzata nella produzione di batterie su tecnologia Litio-Ferro-Fosfatorappresenta un caso esemplare di etica ambientale e lungimiranza.
Oltre a essere ancora oggi una delle poche realtà certificate ISO14067, l’azienda di Imola (BO) è stata parte attiva e fondamentale nella stesura delle PCR (Product Category Rules) dedicate alle batterie, documenti che rappresentano i requisiti e le linee guida per determinare una CFP garantendo l’uniformità di approccio metodologico.
Battery Passport: informazioni in movimento Con una prospettiva di crescita esponenziale del comparto batterie le sole normative non risultano esaustive alla regolamentazione del settore. Serve un cambiamento radicale di paradigma, una struttura flessibile che consenta la tracciabilità di tutti i dati fondamentali del prodotto e degli operatori coinvolti, aggiornati a ogni loro variazione. Attualmente è stata presentata una scaletta di obiettivi specifici da qui fino al 2035 con riserva di ampliamenti e approfondimenti per adattarsi alle dinamiche future. Già nel 2024 i primi adempimenti concernenti la standardizzazione dei dati presenti nella documentazione e la visibilità di parametri come stato di salute (SoH) e longevità della batteria all’interno delle logiche di gestione della stessa diventeranno obbligatori per tutte le aziende che vorranno operare sul mercato europeo. Una volta a regime, il Battery Passport si prefigge di creare un ambiente armonizzato di dati dinamici, favorire le operazioni logistiche e doganali e, non ultimo, incrementare il valore del prodotto e dell’intera filiera.
Sfide e obiettivi futuri
Per i marchi quotati in borsa le considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) sono sempre più vitali per mantenere la fiducia
degli investitori e la competitività sul mercato. L’attendibilità dei dati contenuti nel Battery Passport avrà un ruolo di garanzia anche per il valore delle singole aziende. Guardando al futuro, il settore delle batterie deve affrontare un radicale cambiamento. Dal punto di vista tecnico urgono azioni atte a contrastare l’uso di materiali nocivi e processi non compatibili con i diritti umani (es. lavoro minorile). Le innovative soluzioni
di Aliant Battery prevedono una forte sinergia tra celle chimicamente più sostenibili come quelle Litio
Ferro Fosfato (LiFePo4) o Litio a stato solido e un avanzato sistema di gestione (BMS) proprietario, in grado di esprimere il meglio delle batterie in termini di performance, sicurezza e longevità, riducendone l’impatto ambientale. Un’altra sfida incombente è legata alla riusabilità delle celle. Pochi tipi di batterie consentono, una volta finito il loro
ciclo di vita nominale, di poter essere riutilizzate per altri scopi. Le celle LiFePo prismatiche, come quelle adottate da Aliant Battery, offrono un notevole progresso anche sotto quest’aspetto. Una volta concluso il loro utilizzo principale, consentono potenzialmente di essere recuperate e riutilizzate per scopi con necessità prestazionali minori del precedente, così facendo si allungherà la vita complessiva della batteria e, ancora una volta, si ridurranno le emissioni.
Accordo per l’acquisizione di AUSACORP S.L.
Oshkosh Corporation, azienda di riferimento nell’innovazione di veicoli e attrezzature costruiti per scopi specifici, ha annunciato di aver concluso un accordo definitivo per l’acquisizione di AUSACORP S.L. (AUSA), azienda privata internazionale produttrice di dumper gommati, carrelli elevatori per terreni accidentati e sollevatori telescopici per i settori dell’edilizia, della movimentazione dei materiali, dell’agricoltura, del paesaggio e delle attrezzature speciali. Con la chiusura dell’accordo, AUSA diventerà parte del segmento Oshkosh Access. “La storia di AUSA nella produzione di attrezzature di alta qualità, costruite per uno scopo specifico, si allinea con la nostra strategia ‘Innovate – Serve – Advance’, consentendoci di ampliare la nostra offerta di prodotti sia nei mercati attuali che in quelli adiacenti”, ha
dichiarato John Pfeifer, presidente e amministratore delegato di Oshkosh Corporation. “Non vediamo l’ora di dare il benvenuto al team di AUSA nella famiglia Oshkosh”. I prodotti AUSA andranno ad arricchire la linea di sollevatori telescopici JLG, così come i dumper cingolati e i carrelli
elevatori Hinowa, per rafforzare il portafoglio di mezzi del segmento Access. Già nel 2020 le aziende hanno iniziato a collaborare con un accordo di partnership, per la produzione da parte di AUSA del sollevatore telescopico compatto SkyTrak 3013 marchiato JLG. “Siamo entusiasti di unire le forze con un partner collaudato come AUSA”, ha dichiarato Mahesh Narang, vicepresidente esecutivo di Oshkosh Corporation e presidente di Access. “L’unione delle nostre avanzate capacità tecnologiche e delle nostre solide infrastrutture di formazione, supporto e assistenza ci permetterà di servire meglio i clienti e di consentire una crescita mirata”. “Perseguiamo costantemente l’eccellenza nei nostri prodotti, servizi e attività”, ha dichiarato Ramon Carbonell, amministratore delegato di AUSA. “Una relazione più profonda con Oshkosh amplierà la portata dei nostri prodotti, un obiettivo condiviso dalle nostre aziende”. AUSA, fondata nel 1956 a Barcellona, in Spagna, ha registrato un fatturato di circa 132 milioni di dollari nel 2023. I circa 350 membri del team e i 600 concessionari dell’azienda portano con sé una lunga storia di innovazione, qualità e assistenza ai clienti. L’acquisizione di AUSA supporta la strategia di crescita accelerata di Oshkosh. Si prevede che la transazione, soggetta alle consuete condizioni di chiusura, si concluderà entro 90 giorni.
LIEBHERR
Una LTM 1150-5.3 per Mantovani Global Services
Mantovani Global Services ha acquistato una LTM 1150-5.3: la nuova autogrù Liebherr completa la flotta di un’azienda di noleggio gru e si schiera accanto a una LTM 1100-5.2 e una LTM 1250-5.1. La gru da 150 t sarà impiegata in diverse attività come l’edilizia e l’industria portuale. “Volevamo completare la nostra flotta e alla fine l’LTM 1150-5.3 è stata la scelta migliore. La gru ci ha convinto per la sua versatilità, la lunghezza del braccio e il sistema VarioBase. Nonostante le sue dimensioni la gru è compatta, presenta un’ottima manovrabilità ed efficienza economica”, afferma il titolare
Sandro Mantovani. La gru ha un braccio telescopico di 66 m e, quando è completamente esteso, può sollevare più di 9 t.
“In effetti, è in grado di portare a termine molti lavori senza richiedere ulteriori veicoli per il trasporto di zavorra”, conferma Mantovani.
“Quando si parla di Liebherr pensiamo sempre a due aspetti: le caratteristiche
del prodotto e l’innovazione tecnologica. Questi sono elementi importanti per noi e sapere di avere un partner così affidabile significa offrire qualità, servizi e sicurezza ai nostri clienti”, aggiunge Mantovani. L’azienda veneta di noleggio gru offre ai clienti un servizio completo di gru per carichi pesanti. Un’ampia gamma di servizi con autogrù con capacità di sollevamento di 250 t e bracci fino a 90 m. L’attività di Mantovani inizia negli anni Cinquanta; oggi effettua servizi di piattaforme aeree fino a 60 m con o senza operatore e servizio elicotteri per trasporti e sollevamenti.
BOBCAT
Una nuova serie di sollevatori telescopici
A Torino, zona Lingotto, a metà strada tra lo Stadio Olimpico e il Filadelfia, sorge un cantiere di 2.100 m2 in cui è protagonista il sollevatore telescopico Bobcat
TL35-130SLP serie R. Dove in origine sorgevano dei capannoni Fiat, oggi è in atto un intervento di riqualificazione urbanistica che prevede la realizzazione di due strutture commerciali: Decathlon e Arca Planet, che si aggiungono a un supermercato Lidl realizzato tre anni fa. Nell’area di proprietà della società FIBE, l’architetto Massimo Burroni dello studio Parcstudio ha ideato il progetto: la sua realizzazione è stata affidata all’impresa DueB Costruzioni, di Rocco Barillaro e Bledar Canaj, che per questo specifico cantiere ha scelto di acquistare il sollevatore telescopico TL35-130SLP da COMAI, distributore esclusivo Bobcat per Piemonte,
Liguria e Valle d’Aosta.
“Si tratta del nostro primo investimento in un mezzo Bobcat e questo cantiere rappresenta il suo debutto”, ha spiegato il geometra Rocco Barillaro. “Siamo stati attratti dalle caratteristiche distintive di questo mezzo, in particolare dal telaio rigido, dalla precisione e sicurezza di controllo e dal sollevamento elevato. Determinante nella scelta anche la presenza diffusa sul territorio del concessionario COMAI, che garantisce una tempestiva assistenza, aspetto di fondamentale importanza per noi”. La scelta del sollevatore telescopico Bobcat TL35-130SLP è stata dettata dalla tipologia di intervento: “Abbiamo optato per questo sollevatore telescopico per le particolari caratteristiche dell’area e del cantiere, che rendevano impraticabile l’installazione di una gru. Pertanto, è risultato conveniente
lavorare con un mezzo di questo tipo, che può raggiungere altezze fino a 13 m, ampiamente adeguate alla massima altezza del capannone. La sua versatilità ci consentirà di impiegarlo in diversi cantieri futuri, anche in combinazione con una gru, offrendoci così una soluzione flessibile per le nostre necessità”, ha concluso Barillaro. In aggiunta al TL35130SLP, la DueB Costruzioni ha scelto di acquistare tre accessori Bobcat destinati principalmente alla movimentazione dei materiali sul cantiere: un falcone, le forche e una benna. Nonostante i lavori siano iniziati da poco il sollevatore telescopico è già operativo per posizionare con precisione i plinti e nella relativa movimentazione mediante il falcone, accessorio che conferisce al mezzo le funzionalità di una gru, conservandone al contempo tutti i vantaggi in termini di mobilità e versatilità. Il TL35130SLP, infatti, si caratterizza per il suo innovativo sistema brevettato di posizionamento del braccio, che assicura una maggiore produttività grazie al facile posizionamento del carico regolabile in altezza. In cantiere il mezzo è molto apprezzato anche dagli operatori Pietro Castro e Giuseppe Ienopoli, che hanno commentato: “Lavoriamo con il nuovo sollevatore telescopico Bobcat l’intera giornata e possiamo confermare che si è dimostrato maneggevole, confortevole e molto agile. Grazie alle quattro ruote sterzanti si adatta perfettamente anche agli spazi più ristretti”. La cabina di guida del sollevatore telescopico TL35-130SLP è spaziosa, con caratteristiche che migliorano il comfort: facile accesso alla cabina, sedile a sospensione, ergonomia a 360° (grazie al pannello di controllo centrale) ed elevata visibilità. Grazie agli stabilizzatori compatti, al correttore d’inclinazione e al sistema di posizionamento del braccio, il
telescopico T35.130SLP è una macchina efficiente, in grado di sollevare 3,5 t a 13 m di altezza. Una macchina equilibrata per capacità di sollevamento e dimensione, che lo rende un vero “tuttofare” in cantiere, dall’inizio alla fine dei lavori. Compatto e maneggevole, questo telescopico è l’ideale per i cantieri con spazio limitato. Infatti, una volta completata la struttura, la macchina sarà utilizzata per l’allestimento interno. Per l’acquisto del sollevatore telescopico Bobcat la DueB Costruzioni si è avvalsa della consulenza ed esperienza di Piorgiorgio Piovano e Luigi Panero, referenti commerciali di COMAI, distributore esclusivo per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta dallo scorso dicembre 2023. Piovano, Area Manager di Bobcat presso COMAI, ha
affermato: “Siamo orgogliosi che DueB Costruzioni abbia scelto di affidarsi alla combinazione vincente di COMAIBobcat con l’acquisto di questo primo telescopico e i relativi accessori, oltre all’escavatore Bobcat E60. Alla luce di questa positiva esperienza l’impresa sta attualmente valutando l’acquisto di nuovi mezzi Bobcat per potenziare il proprio parco mezzi. Attualmente siamo in trattativa per la fornitura di un secondo telescopico, di dimensioni superiori, equipaggiato con cestello
porta-persone, per un progetto imminente su un importante cantiere. È stimolante osservare la fiducia dei nostri clienti anche nel voler sperimentare nuove macchine. La soddisfazione e rapporto di fiducia instaurato con DueB Costruzioni, anche per il nostro servizio di assistenza, di cui siamo particolarmente orgogliosi, ci fa ben presupporre che rappresenti l’inizio di una partnership di successo e duratura”. Nella foto di gruppo, da sinistra: gli architetti Elena Bielli e Massimo Burroni di Parcstudio; Rocco Barillaro, titolare di DueB Costruzioni; Pietro Castro di DueB Costruzioni (alla guida del telescopico); Giuseppe Ienopoli, carpentiere di DueB Costruzioni; Bledar Canaj, titolare di DueB Costruzioni; Piergiorgio Piovano, Area Manager di Bobcat presso COMAI.
NOTIZIE
INTERMAT
L’edizione 2024 è stata “portatrice di business”
Oltre 1.000 espositori, di cui il 68% d’internazionali, hanno accolto visitatori di alto profilo che hanno particolarmente apprezzato le innovazioni presentate dagli espositori con un’attenzione all’ambiente e alle nuove tecnologie. La fiera ha svolto un ruolo reale di catalizzatore per il business, con una
crescita riconosciuta dei “decision maker”. Un terzo dei visitatori aveva progetti di investimento per accelerare la decarbonizzazione e la digitalizzazione dei cantieri. Con un aumento del 30% del numero di contatti giornalieri per espositore rispetto all’edizione 2018, Intermat 2024 è stato un luogo di incontro dove si sono dati appuntamento tutti gli operatori che sono venuti a scoprire le soluzioni per affrontare le sfide climatiche e sociali dell’edilizia. Il Salone è stato inaugurato dai presidenti delle cinque principali associazioni professionali dell’edilizia (DLR, EVOLIS, FFB, FNTP e SEIMAT), uniti e impegnati attraverso la sottoscrizione del Manifesto “Le quattro chiavi per sostenere la decarbonizzazione delle macchine per costruzioni”. Adottare l’energia giusta per ogni utilizzo, il risparmio energetico, la sensibilizzazione degli stakeholder
alla CSR, ma anche il miglioramento della sicurezza e dell’attrattività delle professioni, sono stati i temi al centro dei ricchi dibattiti delle nuove aree “Espace Filière” e “Academy”. Convegni, tavole rotonde e eventi collaterali hanno permesso ai visitatori, in particolare ai 1.400 giovani presenti, di decodificare le grandi sfide del settore per accelerare le transizioni ecologica e digitale. Quest’edizione ha registrato la presenza di imprese di costruzione internazionali. I paesi maggiormente rappresentati sono stati Belgio, Paesi Bassi, Italia, Germania, Regno Unito, Svezia, Finlandia, Paesi del Maghreb e Turchia. La conferenza ReBuild Ukraine ha affrontato tutti i temi essenziali per rafforzare la nazione ucraina attraverso la ricostruzione, che sono tutte opportunità per le aziende, gli investitori e i partner. Gli “Intermat Innovation Awards” hanno dimostrato la vivace
dinamica di innovazione delle costruzioni di attrezzature a favore della transizione energetica, della digitalizzazione e della sicurezza, selezionando 17 vincitori. Il nuovo Polo “Nuove Tecnologie & Energie” e il “Villaggio delle Start-up” hanno svolto un ruolo determinante in materia di tecnologie e attrezzature che integrano fonti di energia nuove, alternative o rinnovabili (biocarburanti, elettricità, idrogeno, eccetera), ingegneria virtuale e digitale, soluzioni di accumulo di energia e veicoli autonomi.
Le numerose zone di dimostrazione delle macchine e attrezzature all’esterno e negli stand espositivi e le attrezzature 100% elettriche all’interno della fiera hanno permesso ai visitatori di scoprire la dinamica in movimento delle ultime evoluzioni dei costruttori per una maggiore sicurezza, produttività e parsimonia energetica.
L’area espositiva e le conferenze del Forum incentrate sulla traiettoria di decarbonizzazione dell’industria del calcestruzzo hanno suscitato l’interesse di circa un visitatore su due.
Gli “Intermat Innovation Awards” hanno premiato gli sforzi del settore per attivare tutte le leve per ridurre l’impatto di carbonio delle attrezzature, processi, tecnologie e materiali. L’edizione 2024 è stata all’insegna del rinnovamento, con una manifestazione ridisegnata in termini di format e offerta rifocalizzata attorno a quattro pilastri: “Innovazioni”, “Energie”, “Nuove Equazioni” e “Impegni”. Al di là delle fruttuose opportunità di business, la fiera ha confermato la sua ambizione di riunire e condividere con l’intero ecosistema la ricchezza di innovazioni a favore della decarbonizzazione. La prossima edizione si svolgerà in aprile 2027.
Sinergia “industriale” con Riva Carrelli
Riva Carrelli, azienda di Giussano (MB) specializzata nella vendita e noleggio di soluzioni per la logistica, ha deciso di diversificare il proprio portfolio, focalizzato storicamente sui carrelli elevatori, inserendo nella propria flotta una vasta gamma di mezzi JLG per fornire soluzioni sicure ed efficienti per ogni tipo di applicazione nel settore industriale. Con questa partnership strategica Riva Carrelli ha potuto creare una flotta di macchine destinate al noleggio breve, introducendo inizialmente le piattaforme compatte a colonna verticale Toucan 12+ e Toucan 10E. In poco più di un anno l’azienda ha ampliato ulteriormente la propria offerta acquistando anche piattaforme a pantografo ES1530, ES1932, ES2632 e carrelli commissionatori semoventi DSP M. Alberto Riva, contitolare di terza generazione e Chief Operating Officer, afferma: “Abbiamo scelto i prodotti JLG perché rappresentano l’eccellenza e si allineano con i nostri valori aziendali di qualità, innovazione e servizio clienti. JLG è leader indiscusso nella progettazione e produzione di attrezzature per il lavoro in quota, con un focus particolare su sicurezza, affidabilità e prestazioni. Questi sono attributi che riflettono i nostri stessi standard di
qualità e ci permettono di offrire ai nostri clienti soluzioni di alta gamma che rispondono pienamente alle loro esigenze. JLG ci ha accompagnato per mano in un settore nel quale avevamo poca esperienza e sul quale inizialmente non
avevamo riposto grandi aspettative, soprattutto per via di collaborazioni precedenti che non ci avevano soddisfatto pienamente, e ha formato il nostro personale sia dal punto di vista commerciale che tecnico, fornendoci
tutti gli strumenti di cui avevamo bisogno per poter puntare su questa tipologia di prodotto”.
PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE
GRU CINGOLATE, CITY CRANE E MACCHINE SPECIALI
MERCATO DELLE COSTRUZIONI
CAMBIO DI SCENARIO
LA STRETTA SUGLI INCENTIVI FISCALI SULL’EDILIZIA AVRÀ UN SEGNO NEGATIVO MOLTO FORTE NEL 2024, BILANCIATO PARZIALMENTE DA UNO POSITIVO SUGLI INVESTIMENTI IN OPERE PUBBLICHE, IL PNRR IN PARTICOLARE. QUESTO NON RIUSCIRÀ PERÒ A COMPENSARE LA SITUAZIONE CONTINGENTE, QUINDI L’ANCE (ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI) PREVEDE UN CALO DI CIRCA SETTE PUNTI NEL 2024, DOPO TRE ANNI ECCEZIONALI
Cristina Cassinari
L’economia italiana, nel 2023, sembra aver perso lo slancio che l’aveva caratterizzata nel biennio precedente, periodo nel quale si era contraddistinta per tassi di crescita particolarmente significativi e superiori a quelli dei principali partner europei (+12,3%, contro il +9% della Francia e il +5% della Germania). Tensioni geopolitiche, inflazione e politica monetaria restrittiva hanno rallentato la prosecuzione della ripresa post-Covid, alimentando un clima d’incertezza che ha scoraggiato sia i consumi che gli investimenti.
Come osserva l’Ance nell’Osservatorio Congiunturale sull’industria delle costruzioni di gennaio 2024, all’interno di questo contesto appare cruciale l’evoluzione degli investimenti in costruzioni, che sono stati il principale motore di crescita dell’economia italiana nel biennio 2021-2022. Circa un terzo della crescita del Pil (+12,3%) nei periodi considerati, infatti, è attribuibile all’edilizia. Un contributo che raggiunge il 50% se si consi-
INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI* PER COMPARTO
NEL 2023, GLI INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI AMMONTANO, A LIVELLO NAZIONALE, A 230.876
MILIONI DI EURO. RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE SI STIMA UN ULTERIORE INCREMENTO DEL +5% IN TERMINI REALI, SINTESI DI AUMENTI GENERALIZZATI IN TUTTI I COMPARTI
(FONTE: ANCE)
dera anche tutta la sua filiera (edilizia e immobiliare), come emerge da stime Mef contenute nell’audizione del 23 maggio scorso.
Un 2023 positivo per le costruzioni
L’Ance per il 2023 stima un ulteriore aumento del 5% in termini reali degli in- vestimenti in costruzioni, sintesi di aumenti genera-
PNRR, LE PRIORITÀ PER L’ANCE
Con il nuovo PNRR, approvato dal Consiglio Europeo l’8 dicembre 2023, le risorse europee del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) aumentano da 191,5 miliardi a 194,4 miliardi di euro. La revisione ha determinato rimodulazioni e cancellazioni di alcuni investimenti, oltre che l’introduzione di nuovi, con uno spostamento in avanti degli investimenti e di conseguenza delle rate previste per il versamento all’Italia dei fondi europei. Quest’operazione determinerà una riduzione delle dotazioni di cassa dello Stato nel triennio 2024-2026 per circa 11 miliardi di euro, che rischia di incidere sulla realizzazione degli investimenti per le possibili conseguenze sui pagamenti alle imprese esecutrici dei lavori. In merito al PNRR l’Ance intende porre l’attenzione
su alcuni aspetti che incidono sulla fase esecutiva degli investimenti. In primo luogo è prioritario definire le coperture, sia di competenza sia di cassa, di tutte le opere che sono state eliminate dal Piano, per garantirne la continuità realizzativa. Per comprendere il reale destino del Piano, poi, sarà importante valutare, con estrema attenzione e tempestività, il concreto avvio delle attività realizzative. È necessario che tutte le fasi antecedenti alle lavorazioni (progettazioni, finanziamenti, autorizzazioni) siano realmente compiute, per evitare ritardi che, successivamente, non potranno essere recuperati entro la scadenza del PNRR. Occorre, in particolare, superare qualsiasi tensione finanziaria, derivante dalle carenze di cassa conseguenti alla revisione del PNRR che possa determinare
lizzati in tutti i comparti. Questa crescita, in linea con la previsione tendenziale formulata a maggio dello scorso anno, conferma una moderata ripresa già dal 2017, interrottasi nell’anno pandemico e rafforzatasi nell’ultimo triennio. Tra il 2021 e 2023, infatti, i livelli produttivi settoriali sono aumentati di circa 75 miliardi; in soli tre anni il settore è riuscito a recupe-
rallentamenti o interruzioni nelle lavorazioni. Garantire regolari pagamenti alle imprese, secondo gli standard europei, rappresenta infatti il presupposto indispensabile per la realizzazione degli investimenti. Inoltre, con l’obiettivo di rimuovere le difficoltà che stanno emergendo nella fase realizzativa, si deve intervenire con ulteriori semplificazioni delle fasi autorizzative, soprattutto in materia ambientale, che allungano oltremodo i tempi necessari per l’inizio delle lavorazioni, con il rischio di concentrare gli investimenti in un tempo troppo limitato, insostenibile per le imprese esecutrici. La presenza di vincoli e limiti fisici dovuti all’organizzazione stessa del cantiere e delle lavorazioni, rendono difficile comprimere la fase di esecuzione dei lavori.
LE PREVISIONI PER IL 2024
IL SEGNO NEGATIVO PER LE COSTRUZIONI PREVISTO PER IL 2024 (-7,4%) RISENTE DEL MANCATO APPORTO ESPANSIVO DELLA MANUTENZIONE STRAORDINARIA, PER LA QUALE SI STIMA UNA FLESSIONE DEL -27%, A CAUSA DEL VENIRE MENO DELLO STRUMENTO DELLA CESSIONE DEL CREDITO/SCONTO IN FATTURA
(FONTE: ANCE)
rare larga parte del gap produttivo dovuto alla ultradecennale crisi che aveva portato ad una perdita per le costruzioni di circa 92 miliardi. Anche i dati relativi alle quantità consegnate di tondo per cemento armato, secondo stime Federacciai, relative ai primi 10 mesi del 2023, confermano l’andamento positivo in atto negli ul-
timi anni, con un incremento tendenziale del +16,5%. Con riferimento all’occupazione nel settore delle costruzioni, i dati elaborati dalle Cnce su 113 casse edili/edilcasse evidenziano nei primi nove mesi del 2023 - sia per il numero di ore lavorate che per i lavoratori iscritti - un aumento nel confronto con lo stesso periodo del 2022,
sebbene con intensità diverse: infatti, se per le ore lavorate l’incremento si attesta al +0,9%, per i lavoratori iscritti quest’ultimo sale al +2,9%.
Infine, accanto alla lettura degli indicatori settoriali disponibili, è importante sottolineare gli impatti positivi legati alle misure economiche di interesse del settore promosse negli ultimi anni, come il Superbonus e il PNRR. Anche nel 2023 gli incentivi per la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare si sono dimostrati decisivi driver di sviluppo per il settore delle costruzioni e per l’economia raggiungendo a fine anno, secondo i dati Enea-MASE, un ammontare di investimenti realizzati superiore ai 44 miliardi, posizionandosi al di sopra dei livelli del 2022 (circa 35,4 miliardi).
Un ulteriore importante contributo è stato fornito dai bonus ordinari (ristrutturazioni, sismabonus, barriere architettoniche, eccetera), che, sulla base dai dati riferiti ai
QUEST’ANNO GLI INVESTIMENTI IN OPERE
PUBBLICHE, SECONDO LE STIME DELL’ANCE, REGISTRERANNO UN INCREMENTO DEL 20%
RISPETTO AL 2023 GRAZIE ALLA SPINTA DEL PNRR
IL 2023 IN CIFRE
• L’aumento dei livelli produttivi stimato dall’Ance per gli investimenti in costruzioni (+5% rispetto al 2022) è generalizzato a tutti i comparti
• Nuova edilizia abitativa: +1,3%
• Investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo: +0,5%
• Costruzioni non residenziali private: +5%
• Opere pubbliche: +18%
• Occupazione: +0,9% ore lavorate e +2,9% dei lavoratori iscritti alle casse edili nei primi nove mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022
• Si interrompe il trend positivo del mercato immobiliare
• I bonus edilizi hanno generato lavori per oltre 80 miliardi, di cui 44 miliardi (9 in più rispetto al 2022) relativi al Superbonus
A queste risorse si sommano, poi, i fondi della politica di coesione nazionale ed europea della nuova programmazione 2021-2027 (circa 143 miliardi di euro nel periodo) e gli ulteriori finanziamenti plu-
riennali destinati agli investimenti e alle infrastrutture dalle manovre di bilancio degli ultimi anni. Più timida in materia di nuovi investimenti è invece la manovra di finanza pubblica 2024-2026 che, in un contesto di spazi di bilancio molto contenuti, concentra le limitate risorse disponibili sulla realizzazione di specifici progetti infrastrutturali, primo fra tutti il Ponte sullo Stretto di Messina, e solo residuali misure di sostegno agli investimenti di portata generale.
Le stime per il 2024
La previsione per il 2024 risente di un quadro macroeconomico particolarmente incerto, i cui mutamenti vanno di pari passo con l’evoluzione di tre fattori chiave: l’inflazione, la politica monetaria e le tensioni geopolitiche. In particolare, un rientro dell’inflazione più rapido del previsto indurrebbe la Banca Centrale Europea a correggere i tassi di interesse verbonifici parlanti, hanno sviluppato - nei primi 11 mesi del 2023un giro di affari che ha superato i 38 miliardi, cifra imponente sebbene in lieve calo (-5%) rispetto agli eccezionali livelli dello stesso periodo del 2022. Infine, come noto, il settore delle costruzioni è centrale nelle politiche di sviluppo dell’economia definite nel PNRR sia per l’ingente ammontare di investimenti pubblici in infrastrutture, sia per le riforme previste che riguardano ambiti prioritari per l’attività edilizia. Si tratta di investimenti e riforme che potranno gettare le basi per uno sviluppo duraturo che non dovrà esaurirsi con la conclusione del Piano nel 2026, ma innescare un processo di crescita sostenibile e di lungo periodo.
so il basso, aprendo dei margini per una prima ripartenza sia dei consumi che degli investimenti. D’altro canto, l’acuirsi del conflitto in Medio Oriente porrebbe una seria minaccia al transito di navi commerciali nelle rotte del Mar Rosso verso il canale di Suez, spingendo al rialzo i prezzi delle principali materie prime. Fattori questi che portano a valutare con cautela l’andamento economico per l’anno in corso: i principali istituti di ricerca stimano, per il 2024, un aumento del PIL italiano più contenuto rispetto a quanto prospettato in estate, che si collocherebbe tra il +0,6% della Banca di Italia e il +0,9% della Commissione Europea. Con riferimento alle costruzioni, le quali ovviamente risentono di tale contesto così complesso e instabile, la previsione dell’Ance per il 2024 è di una riduzione del 7,4% degli investimenti in costruzioni. Un risultato che risentirà del mancato apporto espansivo della
manutenzione straordinaria (che nell’ultimo triennio è giunta a rappresentare il 40% del mercato), a seguito del venir meno dello strumento della cessione del credito/ sconto in fattura. Ciò riporterebbe il valore complessivo degli impieghi nel comparto su livelli di poco superiori a quelli pre-Covid. Per tale comparto quest’anno si prevede una flessione tendenziale del 27%. La previsione 2024 considera, viceversa, un’ulteriore e importante crescita negli investimenti in opere pubbliche (20%), legata alla necessaria accelerazione degli investimenti del PNRR che assume un ruolo ancor più centrale per il sostegno all’economia
e del settore delle costruzioni, a seguito del ridimensionamento del driver rappresentato dalle ristrutturazioni.
Le scadenze inderogabili del PNRR, che hanno già determinando accelerazioni nelle fasi di aggiudicazione e consegna dei lavori, dovranno imporre una riduzione anche dei tempi per le realizzazioni, se si vogliono raggiungere gli ambiziosi obiettivi del Piano. In caso contrario, l’Italia avrà perso una grandissima opportunità di sviluppo e di ammodernamento del Paese.
La crescita stimata per il comparto delle costruzioni non residenziali pubbliche nel 2024, corrispondente a maggiori investimenti per
GLI ELEMENTI D’INSTABILITÀ GEOPOLITICA
ED ECONOMICA NON RISPARMIANO IL SETTORE
DELLE COSTRUZIONI, PER IL QUALE LA PREVISIONE ANCE 2024 SI PROFILA NEGATIVA DEL 7,4%
RISPETTO AL 2023
circa 10 miliardi di euro, è comunque prudente rispetto all’obiettivo del Piano, al fine di tenere conto dei possibili effetti della revisione del PNRR approvata a novembre 2023 che, oltre a determinare uno slittamento in avanti degli investimenti, con una loro maggiore concentrazione negli anni finali di Piano (2025-2026) provoca anche un posticipo delle rate di rimborso dei fondi europei, con conseguenti possibili tensioni sulla cassa e sulla liquidità necessaria a garantire regolari pagamenti alle imprese esecutrici dei lavori. Per quanto concerne la nuova edilizia abitativa e il non residenziale privato si stima un ridimensionamento dei livelli produttivi pari, rispettivamente, a -4,7% e a -1% rispetto al 2023. Su entrambi i comparti pesa l’inversione di tendenza riscontrata nei permessi di costruire e, per la componente non abitativa, anche il quadro macroeconomico così volubile, da cui questo comparto risulta particolarmente influenzato. ■
TRT 80L LEVEL UP
MAGNI TH
UN PROGETTO DI SVILUPPO NEL CUORE DELL’EMILIA
IL COSTRUTTORE EMILIANO STA DIMOSTRANDO ANCORA UNA VOLTA IL PROPRIO
IMPEGNO VERSO LA CRESCITA SOSTENIBILE E LO SVILUPPO DEL SUO TERRITORIO CON UN PROGRAMMA DI CONTINUI INVESTIMENTI. SIAMO ANDATI A VISITARE LO STABILIMENTO
PRODUTTIVO DI CASTELFRANCO EMILIA PER SCOPRIRNE LE STRATEGIE DI (ULTERIORE)
AMPLIAMENTO E LE ULTIME NOVITÀ IN TERMINI DI PRODOTTO
di Ettore ZanattaL’ATTUALE QUARTIER GENERALE MAGNI TH DI CASTELFRANCO EMILIA - DEDICATO ALLA PRODUZIONE DEI SOLLEVATORI TELESCOPICI RTH E CHE HA AFFIANCATO DAL 2021 LO STABILIMENTO ORIGINARIO, SORTO NEL 2013, TUTTORA IN FUNZIONE E FOCALIZZATO SULLE LINEE TH E HTH - SI CARATTERIZZA PER L’IMPIEGO DI PROCEDURE E DI STRUMENTAZIONI ALL’AVANGUARDIA CHE HANNO CONSENTITO DI TRIPLICARE LA PRODUZIONE. LA STRUTTURA, CHE SI SVILUPPA SU UNA SUPERFICIE DI OLTRE 20 ETTARI, INCLUDE TUTTE LE FASI DI PRODUZIONE: DALL’ASSEMBLAGGIO ALLA VERNICIATURA, DALLA PRODUZIONE ALLA FINITURA E TARATURA, FINO ALLE AREE DI COLLAUDO E FORMAZIONE
All’inizio di quest’anno Magni TH ha presentato alla Regione EmiliaRomagna un ambizioso piano di investimenti dal valore di quasi 52 milioni di euro, che mira a creare 347 nuove opportunità di lavoro per consolidare ulteriormente la sua posizione di eccellenza nel panorama internazionale. L’iniziativa si colloca all’interno di una strategia più ampia promossa dall’azienda emiliana per rispondere all’aumento della domanda del mercato e di diversificazione dei prodotti. Allo stesso tempo, punta a ridurre la dipendenza dai fornitori esteri grazie all’internalizzazione di una parte significativa della produzione dei bracci telescopici, componente chiave dei sollevatori. È quindi con grande curiosità che abbiamo trascorso un’intera giornata all’interno dello stabilimento produttivo di Castelfranco Emilia (MO), un sito all’avanguardia oggetto di costanti ampliamenti, finalizzati a consolidare la posizione del costruttore quale player internazionale nella progettazione, produzione e vendita di sollevatori telescopici e di piattaforme ae-
ree. Un’azienda che vanta un fatturato 2023 di 509 milioni di euro, a fronte di 20 milioni di investimenti totali, e la collaborazione con fornitori di prestigio quali Liebherr Components, Volvo Penta, Würth Elektronik, Gates, Trackunit, Dana, Deutz, Rexroth, SSAB e Danfoss. In occasione della nostra visita abbiamo potuto definire il suo attuale organigramma (662 dipendenti, con età media di 35 anni, 195 concessionari dislocati tra USA, Europa, Asia, Sud America, Africa e Oceania e otto filiali tra Germania, Francia, Benelux, USA, Svezia, Regno Unito, Polonia e Sud Africa, nonché il suo stato dell’arte produttivo, toccando con mano le dinamiche a cui è stata soggetta la gamma e scoprendo le ultime novità in termini di prodotto.
Tre gamme di sollevatori telescopici
L’attuale gamma di sollevatori telescopici Magni comprende 17 modelli RTH (Rotating Telescopic Handlers), con capacità di carico da 5 a 13 t e altezze di sollevamento da 18 a 51 m, 14 modelli TH (Telescopic Handlers), da 3 a 7 t e da
6 a 24 m, e nove HTH (Heavy-duty Telescopic Handlers), da 10 a 50 t e da 10 a 14 m.
L’attuale gamma di sollevatori rotativi RTH, ideale per applicazioni in ambito edile e industriale, si contraddistingue per un accesso migliorato alla cabina e alla parte posteriore del lato destro della macchina rispetto al passato. La cabina è certificata ROPS/FOPS livello 2 di serie, sigillata ermeticamente, pressurizzata, con filtraggio dell’aria al 100% e visibilità a 360°, dotata di porta con apertura a 90° e 180° sia nella parte superiore che inferiore. Inoltre, sono disponibili tre modelli RTH EC (6.22, 6.26 e 6.31) con cabina elevabile standard che, montata su un supporto mobile idraulico, può alzarsi fino a 1,5 m e raggiungere un ulteriore grado di libertà con un’inclinazione da 0° a 16°. La struttura presenta un design rinnovato e nuove finiture, una nuova forma del vetro superiore, una griglia di protezione standard in tutti i modelli, oltre che una colonna di sterzo regolabile, un sedile Premium standard nei modelli a partire da 6 t, uno schermo touch 12”, due
MACCHINE L’OPINIONE
RICCARDO
MAGNI CEO & PRESIDENT DI MAGNI TH“Il piano presentato alla Regione EmiliaRomagna comprende quattro progetti di ricerca per lo sviluppo della base tecnologica di una nuova generazione di sollevatori telescopici, consolidando la posizione dell’azienda quale player internazionale negli ambiti della progettazione, della produzione e della vendita. Il programma è stato accolto con entusiasmo: è stata riconosciuta la coerenza della nostra proposta con le previste priorità di sviluppo. Questo parere positivo rappresenta un importante riconoscimento nel promuovere lo sviluppo economico e l’innovazione tecnologica sul nostro territorio. L’assessorato regionale allo Sviluppo economico e Lavoro ha infatti evidenziato l’importanza di questo progetto per rafforzare ulteriormente il perimetro della ‘Motor Valley’, aumentando la competitività e riportando in regione elementi di produzione precedentemente demandati all’estero. L’’innovazione a km zero’ - che consiste, tra le altre cose, nell’incorporare fisicamente nello stabilimento alcuni fornitori chiave, come ad esempio la Stilfer e la Italsab - è la chiave per creare un’azienda con solidi valori sul mercato, limitando i trasporti e velocizzando i processi produttivi. Lo stabilimento produttivo di Castelfranco Emilia rappresenta un esempio concreto dell’abbraccio di questa tematica, è l’espressione di uno stretto rapporto tra la visione che caratterizza la nostra azienda e l’ambiente che ci circonda. Tutti noi, d’altronde, siamo sempre stati animati da un unico motto: ‘Se lo sogni, puoi farlo!’”.
IN OCCASIONE DELLA NOSTRA VISITA ABBIAMO POTUTO TESTARE SUL CAMPO LE POTENZIALITÀ DI ALCUNI SOLLEVATORI TELESCOPICI MAGNI. IN PARTICOLARE, IL MODELLO FISSO TH 4,5-15P (PREMIUM), CHE HA EVIDENZIATO LE SUE PECULIARITÀ RAPPRESENTATE DAL NUOVO TELAIO E DAL BRACCIO TELESCOPICO, NONCHÉ DAL SISTEMA DI LIVELLAMENTO SU PNEUMATICI, E I ROTATIVI RTH 5.18, RTH 6.31 E RTH 8.35, TUTTI DOTATI DI STABILIZZATORI, PER GARANTIRE MIGLIORI PRESTAZIONI E UNA MAGGIORE STABILITÀ IN FASE DI SOLLEVAMENTO
joystick CAN BUS, luci a LED e un vano per il radiocomando. Da citare anche il software MCTS (Magni Combi Touch System), unificato per tutta la gamma e facile da usare, e il sistema Magni LLD (Load Live Diagrams), grazie al quale è ora possibile visualizzare il diagramma di carico standard in tempo reale (dove viene mostrata solo l’area dove ci si può muovere in sicurezza con il carico) e dinamico a 360°. All’interno della gamma RTH, recentemente rinnovata, si evidenzia il modello RTH 5.18 da 5 t di capacità di sollevamento: introdotto per sostituire il precedente 4.18, offre una rotazione continua a 360° come i modelli di alta gamma, è dotato di stabilizzatori pivotanti e di motore Deutz da 55,4 kW. Da citare anche le versioni RTH 6.22, RTH 6.26 e RTH 6.31, che hanno sostituito i modelli RTH 6.21, RTH 6.25 e RTH 6.30 e che offrono anch’essi un design avanzato della cabina, un più alto livello di visibilità e accessibilità e che sono dotate di motore Deutz o Volvo Penta (solo per l’RTH 6.31),
per potenze di 100 o 160 kW. All’interno della gamma troviamo anche l’RTH 8.27 dotato di rotazione 360°, di un motore Volvo Penta da 160 kW e di un sistema idraulico da 350 bar. È stato progettato per combinare le prestazioni e la portata dei precedenti RTH 7.26 e RTH 8.25, ottenendo una portata alla massima altezza di 4.000 kg (è inoltre possibile mantenere una capacità di sollevamento di 1.000 kg pur avendo raggiunto lo sbraccio massimo di 23,1 m). Altrettanto strategici sono i modelli RTH 8.35, RTH 8.39 e RTH 8.46, frutto della riprogettazione degli RTH 6.35, RTH 6.39 e RTH 6.46: le nuove versioni sono dotate di due modalità di sfilo (M1 e M2), che consentono di ottenere due diagrammi di carico diversi per massimizzare le prestazioni in tutte le condizioni operative: la M1 permette di raggiungere il massimo sbraccio e portate maggiori alla massima altezza; la M2 limita lo sbraccio massimo a favore della maggiore capacità di carico. Ciò si traduce, ad esempio, per il modello RTH 8.35
in una capacità di sollevamento di 8 t fino a 12 m, di 400 kg a 27 m di sbraccio orizzontale e di 3 t alla massima altezza di 34,9 m; per il modello RTH 8.46, invece, in una capacità di sollevamento di 8 t fino a 22,5 m, in una portata di 1 t a 31 m di sbraccio orizzontale e di 500 kg al massimo sbraccio di 33 m. Comune a tutti i modelli sono la cabina e il sistema “Easy Access”, che consente un agevole ingresso e uscita dal modulo sfruttando un lieve disallineamento tra torretta e telaio. Nuovo, infine, è anche il sollevatore telescopico RTH 10.37 da 10,3 t di portata, con altezza di
sollevamento di 36,7 m e sbraccio di 30,5 m, dotato di motore Volvo Penta da 175 kW.
Anche la gamma di sollevatori telescopici fissi TH è stata oggetto di un recente restyling, che ha coinvolto il telaio (più evoluto, per migliorare la visibilità) e la cabina, anche in questo caso dotata ora di nuove finiture e dotazioni di serie. Progettati anch’essi per soddisfare le esigenze dei settori edile e industriale, presentano dimensioni compatte, ideali per operare in aree ristrette garantendo un alto livello di maneggevolezza. Le macchine da 10
MEZZO SECOLO DI STORIA
L’attuale Magni TH ha radici lontane, ben piantate negli anni Settanta, quando Pietro Magni - insieme ai figli Franca, Giorgio e Riccardo - nel 1972 fonda la FARGH, azienda specializzata nella progettazione e produzione di gru idrauliche e che, nel 1980, realizza il sollevatore telescopico 4000 FS con braccio brevettato. Nel 1981 l’attuale presidente dell’azienda, Riccardo, succede al padre e, basandosi sul primo prototipo di telescopico, crea i modelli FARGH 5500 RTL e 3000 RT. Dal 1982 Riccardo inizia a collaborare con il Gruppo Manitou: è l’inizio di una joint-venture che durerà
27 anni (terminerà nel 2009) durante la quale Magni contribuirà all’attività con oltre 40 brevetti. Nel 2013 viene ufficialmente fondata la Magni Telescopic Handlers e da quel momento è un crescendo ininterrotto: nel 2015 l’azienda crea tre gamme composte da 21 modelli (13 RTH, sette HTH e un TH); nel 2019 l’RTH 13.26, il sollevatore da 13 t con la più alta capacità di carico mai realizzato, entra a far parte della gamma RTH; nel 2021 l’azienda amplia la gamma TH (composta da quattro modelli in nove versioni, da 55 a 75 kW), e avvia la produzione della gamma RTH nel nuovo “headquarter” e stabilimento di
a 19 m sono dotate di un motore da 55 kW nella versione standard e da 75 kW nella versione Premium, quest’ultima disponibile per tutti i modelli da 10 a 19 m con A/C di serie e sistema di autolivellamento per macchine dotate di stabilizzatori. I modelli TH 5,5.24 e TH 6.20 sono dotati di un motore da 100 kW. Tra i modelli in evidenza in gamma ci sono certamente gli aggiornati TH 5,5.15, TH 5,5.19 e TH 5,5.24 e il TH 6.20, più compatto pur mantenendo le caratteristiche di successo già apprezzate dai clienti, come le prestazioni di sollevamento e lo spo-
Castelfranco Emilia, nel frattempo sorto su una superficie di oltre 200.000 m 2 a poca distanza dalla sede storica; nel 2022 vengono presentate le rinnovate gamme RTH e TH con il nuovo sistema di bordo MCTS (Magni Combi Touch System), consultabile attraverso il display in cabina e oggi arricchito di nuove funzioni. Nel 2023, Magni TH ha continuato a rinnovare e a completare la propria gamma di telescopici.
MACCHINE
ELEMENTO DISTINTIVO DEI TELESCOPICI MAGNI È LA CABINA ROPS/FOPS LIVELLO 2 DI SERIE. DISPONIBILE SUI MODELLI RTH 6.22, 6.26 E 6.31, LA CABINA ELEVABILE, MONTATA SU UN SUPPORTO MOBILE IDRAULICO, PUÒ ALZARSI FINO A 1,5 M E RAGGIUNGERE UN ULTERIORE GRADO DI LIBERTÀ CON UN’INCLINAZIONE DA 0° A 16°. SIGILLATA ERMETICAMENTE, PRESSURIZZATA, CON FILTRAGGIO DELL’ARIA AL 100% E VISIBILITÀ A 360°, LA CABINA È DOTATA DI PORTA CON APERTURA A 90° E 180° SIA NELLA PARTE SUPERIORE CHE INFERIORE. LA STRUTTURA PRESENTA, TRA LE ALTRE DOTAZIONI, UN DESIGN RINNOVATO E NUOVE FINITURE, UNA NUOVA FORMA DEL VETRO SUPERIORE E UNA GRIGLIA DI PROTEZIONE STANDARD. IL SISTEMA “EASY ACCESS”, BREVETTATO DA MAGNI, FACILITA LE FASI DI INGRESSO E USCITA PERMETTENDO UN LIEVE DISALLINEAMENTO TRA LA TORRETTA E IL TELAIO
stamento laterale della parte posteriore del telaio - e, con essa, il braccio telescopico - rispetto all’asse longitudinale della macchina, per correggere la posizione del carico senza doverla spostare (questo sistema, condiviso con il modello TH 5,5.24, consente uno spostamento di ±5°, che corrisponde a uno spostamento di oltre ±1,5 m con il braccio completamente esteso, indipendentemente dall’attrezzatura con cui è equipaggiato). Da segnalare anche il sistema di livellamento su pneumatici - che permette di regolare il livellamento della macchina e di disporre del diagramma di carico completo per tutte le operazioni, anche in presenza di inclinazioni che influirebbero sulle prestazioni di sollevamento - e il sistema di riconoscimento automatico degli accessori R.F.ID, montato di serie sulla testa del braccio. Tra i modelli più recenti, esposti a Intermat 2024, sono da citare i nuovi TH 3.6 e RTH 6.31 EC. Il primo, da 3 t e 5,8 m, è dotato di motore da 55 kW, di quattro ruote motrici e sterzanti, raggiunge una velocità di 35 km/h ed è pensato
all’operatore una posizione ergonomica, soprattutto quando si manovrano carichi delicati o si utilizzano accessori specializzati.
Non solo sollevatori telescopici
La gamma Magni non si concentra solo sul prodotto “storico”, rappresentato dai sollevatori telescopici, ma include anche tre gamme di piattaforme aeree, che si concretizzano in: 26 modelli a pantografo da 230 a 1.000 kg e da 5 a 32 m, a uso interno e fuoristrada, diesel o elettriche, dotate di motore Kubota o Deutz; tre modelli verticali “mast lifts”, da 200 a 227 kg e da 7 a 11 m; 19 piattaforme a braccio, da 250 a 454 kg e da 16 a 44 m, proposte in versione diesel, ibrida ed elettrica, anch’esse dotate di motore Kubota o Deutz dove previsto. Tra le versioni a pantografo sono da evidenziare i modelli elettrici
NELLO STABILIMENTO PRODUTTIVO DI MAGNI TH
L’ATTENZIONE NELLA FASE DI RICERCA & SVILUPPO
È MASSIMA, COSÌ COME L’ACCURATA SELEZIONE
DELLE MATERIE PRIME E LA PRECISIONE DELLE SUE
LINEE PRODUTTIVE ALL’AVANGUARDIA “ „
per il settore edile e per i contesti – come la logistica – in cui servono dimensioni contenute senza rinunciare a prestazioni e innovazione (in futuro questo modello sarà adattato per una versione agricola). Il suo design ribassato lo rende ideale per lavorare in spazi ristretti e consente di trasportare fino a tre macchine sia su camion che in container. La luce libera dal suolo resta sempre ottimale consentendo di operare anche su terreni accidentati e irregolari. L’RTH 6.31 EC è il nuovo modello che, insieme al 6.22 e al 6.26, è dotato di cabina elevabile standard. Quest’ultima è stata pensata per ottimizzare il lavoro in condizioni dov’è richiesta una visibilità maggiore e per garantire il massimo comfort, offrendo
“oil free” che, al posto dei tradizionali cilindri idraulici a olio, impiegano due tipologie di attuatore elettrico: uno per il sollevamento e l’abbassamento e uno per la modalità di guida. Queste piattaforme consentono di ridurre le emissioni sonore e sono adatte a contesti in cui è essenziale evitare contaminazioni dovute a perdite d’olio o carburante, come nell’industria alimentare e chimica. Tutti i modelli sono alimentati da batterie AGM (Absorbent Glass Mat) da 55 a 185 Ah e minimizzano la manutenzione, riducendo i costi di gestione. Inoltre, i controlli proporzionali aumentano l’efficienza eliminando il tremolio, assicurando movimenti fluidi e un’elevata versatilità anche in spazi ristretti. ■
RAIMONDI CRANES
IL FUTURO ALL’ORIZZONTE
A PARTIRE DALLO SCORSO MARZO LUIGI
MAGGIONI HA ASSUNTO LA CARICA
DI AMMINISTRATORE DELEGATO DELLO
STORICO GRUPPO SPECIALIZZATO
NELLA COSTRUZIONE DI GRU A TORRE.
LO ABBIAMO INCONTRATO NELLA SEDE
DI ARLUNO (MI) PER APPROFONDIRE
LE STRATEGIE CHE INAUGURERANNO
UNA NUOVA FASE DI ESPANSIONE AZIENDALE
Lo scorso marzo Raimondi Cranes, storico costruttore italiano di gru a torre, ha annunciato la nomina di Luigi Maggioni quale Amministratore Delegato della società, inaugurando di fatto una nuova fase di espansione aziendale attraverso (anche) una serie di nuove iniziative. Il ruolo di Maggioni si estende a tutto il gruppo aziendale, comprese le filiali Raimondi Cranes in Turchia, a Bursa, e nel Medio Oriente, a Dubai. Supportato da una vasta esperienza manageriale, il nuovo CEO guiderà l’internazionalizzazione del marchio, lo sviluppo di nuovi mercati e, in generale, una serie di strategie mirate a una crescita della sua rete mondiale di distributori (in Italia, attualmente, si contano la lombarda Assistedile, la veneta Tecnocrane e la toscana CAME), nonché tramite operazioni di acquisizione e fusione (le cosiddette “M&A”), l’ampliamento delle linee di business e l’inserimento, all’interno del team dirigenziale, di nuove figure chiave che consentiranno di potenziare e implementare strategie operative e finanziarie, al fine di sfruttare appieno i vantaggi competitivi della società.
ESECUTIVO AHMED ALKHOSHAIBI
La “voce” dei protagonisti Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo - rappresentato dal presidente di Raimondi S.A.R., il Principe Khaled bin Alwaleed bin Talal Al Saud, insieme al vicepresidente esecutivo Ahmed Alkhoshaibi - ha formalizzato la nomina di Luigi Maggioni in occasione di una recente visita ufficiale presso la sede di Arluno (MI), durante la quale ha affermato che “Luigi Maggioni entra in Raimondi Cranes portando con sé anni di espe-
rienza dirigenziale di alto livello. La sua assunzione riflette l’intenzione dell’azienda di concentrarsi su un processo di crescita e sulla trasformazione completa del business. La sua nomina è in linea con la nostra nuova visione aziendale, che punta sulla professionalizzazione dell’organizzazione, nonché sull’innovazione e sull’eccellenza del prodotto”. La nomina dà seguito ai programmi di rinnovamento aziendale lanciati recentemente dalla società, tra cui una più ampia visione globale e una nuova identità del marchio. Sul fronte produttivo, Raimondi ha introdotto un numero significativo di nuovi modelli, con l’obiettivo di aumentare la quota di mercato e allargare la propria rete distributiva. Con oltre 16 anni di esperienza alla guida di organizzazioni comples-
MACCHINE
L’ACQUISIZIONE DEL NUOVO SITO PRODUTTIVO DI ARLUNO È PARTE INTEGRANTE DEL PIANO DI SVILUPPO STRATEGICO DI RAIMONDI CRANES SIA PER QUANTO RIGUARDA
L’EFFICIENZA PRODUTTIVA CHE L’ESPANSIONE DEL SUO PORTAFOGLIO PRODOTTI.
L’OBIETTIVO È QUELLO DI SODDISFARE LE ESIGENZE DELL’ATTUALE MERCATO DELLE GRU A TORRE E DI POTERSI ADATTARE DINAMICAMENTE AI FUTURI TREND DI MERCATO. UNA SECONDA AREA DELLO STABILIMENTO (NELLE FOTO) È OCCUPATA DAL MAGAZZINO
RICAMBI E DAL REPARTO ELETTRICO, IN CUI VENGONO PERALTRO ASSEMBLATE LE VECCHIE E LE NUOVE CABINE
se e team interfunzionali all’interno di contesti internazionali, Luigi Maggioni è riconosciuto come una figura di leadership nel panorama delle aziende europee e porta con sé una vasta esperienza maturata in diversi ruoli di CEO e di CTO in TK Elevator in Italia, Spagna, Olanda e Germania. Completano il suo profilo la comprovata esperienza nello sviluppo e nell’implementazione di strategie delle citate M&A e di gestione del cambiamento. Sulla base dell’evoluzione di Raimondi e della sua “mission” di diventare “il leader globale più dinamico nelle soluzioni per il sollevamento”, citando le parole espresse dal Principe Khaled bin Alwaleed bin Talal Al Saud, il ruolo da CEO di Maggioni si estende come accennato all’intero Gruppo. “ Ho accolto questa nomina come un’opportunità personale, ma soprattutto professionale, puntando a tracciare un nuovo importante percorso aziendale in Raimondi Cranes”, ha dichiarato Luigi Maggioni. “Sono orgoglioso di entrare a far parte di un’azienda che è una realtà italiana storica, fondata su un passato prestigioso. La Raimondi Cranes odierna ha
un approccio innovativo alla ricerca e allo sviluppo, rimanendo però saldamente ancorata ai suoi valori fondamentali. Riconosco il valore delle risorse umane come motore principale dell’azienda, per questo motivo mi sono già impegnato nel creare un ambiente che attragga talenti e permetta loro di crescere. Voglio guidare la nostra azienda verso nuovi traguardi internazionali, con passione e determinazione, ma soprattutto seguendo un piano strategico ben definito”. Dal punto di vista strategico, in questa nuova fase Raimondi Cranes si concentrerà sulla massimizzazione dell’efficienza produttiva, sul potenziamento del processo di controllo della qualità e sull’espansione “aggressiva” del marchio Made in Italy. Conferma Luigi Maggioni: “ Condivido pienamente la visione del Consiglio di Amministrazione di Raimondi Cranes. Credo che una leadership forte sia fondata su una cultura aziendale solida, in cui tutti condividano obiettivi comuni. Per questo motivo puntiamo a costruire un’identità di Gruppo che vada oltre i confini nazionali, rimanendo fedeli però ai valo-
ri fondamentali dell’azienda. Questo approccio segna l’inizio di una nuova era per Raimondi Cranes”.
I prossimi step operativi comprenderanno la digitalizzazione delle operazioni e l’ampliamento dell’offerta post-vendita, oltre alle attività di M&A. Obiettivo di queste iniziative sarà diversificare in modo significativo l’offerta dei prodotti a marchio Raimondi e posizionare l’azienda come fornitore completo per il settore del sollevamento pesante.
Una rinnovata identità aziendale
Il percorso di “rinnovamento dell’identità aziendale” è già iniziato dal 2022, quando Raimondi Cranes ha annunciato ufficialmente una nuova visione per il pubblico globale delle costruzioni e del sollevamento. Un’identità che si basa sulla lunga tradizione dell’azienda in quest’ambito industriale e che ha beneficiato di ingenti investimenti da parte della proprietà, innanzitutto nel reparto di ricerca e sviluppo e nel nuovo stabilimento di Arluno (MI), un impianto di produzione all’avanguardia con una capacità produttiva di circa 400 unità/anno, che coinvolge oltre 100 persone e che implementa tecniche innovative di “lean-manufacturing” e lo sviluppo di gru realizzate in base ai feedback dei clienti. “Con quasi 160 anni di storia produttiva e di attività - conferma Luigi Maggioni - la passione e la conoscenza di Raimondi Cranes rafforzano la sua reputazione nello sviluppo di prodotti di qualità che rispondono alle esigenze dei clienti. Un approccio incentrato sul cliente è sempre stato una delle caratteri -
stiche principali di questa società”
La recente decisione strategica di cambiare marchio ha fatto eco alle recenti innovazioni e ha inteso racchiudere la visione dell’azienda di essere il leader globale più reattivo nelle soluzioni per il sollevamento di carichi pesanti. La revisione dell’identità visiva dell’azienda ha rappresentato un processo durato 16 mesi e ha rappresentato una pietra miliare per Raimondi Cranes, in quanto si è trattato del primo “rebranding” completo dell’azienda dopo decenni di attività. Ricordiamo che il nuovo logo rende omaggio all’e-
redità di Raimondi Cranes ponendo l’accento su uno dei suoi elementi di design più forti, l’icona “R”, semplificata e modernizzata per indicare efficienza e innovazione. La tonalità di rosso che contraddistingueva il marchio è stata sostituita da uno schema monocromatico che trasmette l’approccio modernizzato dell’azienda al mercato. Il rosso tradizionale continua a essere applicato ai prodotti Raimondi, a simboleggiare l’idea che passato e presente possono coesistere nella crescita. Mantenere il patrimonio e i valori di Raimondi era infatti una priorità assoluta per
L’OPERATIVITÀ DELLO STABILIMENTO PRODUTTIVO DI ARLUNO SI BASA SU UN CICLO INTEGRATO DOVE LA CARPENTERIA, I SISTEMI DI CONTROLLO E GLI ASSEMBLAGGI VENGONO EFFETTUATI IN LOCO. IN UNA TERZA AREA (NELLE FOTO) SI SVOLGONO TUTTE LE ATTIVITÀ DI SALDATURA E ASSEMBLAGGIO RELATIVE ALLA STRUTTURA DELLE GRU, COMPRESI I TEST DEL SISTEMA DI CONTROLLO “CONCORE”
l’azienda. Il nuovo marchio riflette il suo posizionamento in evoluzione e le sue crescenti ambizioni di mercato, con l’obiettivo di aumentare le aspettative.
Innovazioni con la “T” maiuscola
In termini di prodotto, le più recenti innovazioni presentate da Raimondi Cranes al mercato internazionale - pensate all’insegna delle parole d’ordine attuali “innovazione”, “digitalizzazione” e “sostenibilità” - si sono concretizzate nelle nuove gru a torre “topless” della Serie “T”, lanciate in occa -
FORMAZIONI “INTENSIVE” PER I PROFESSIONISTI INTERNAZIONALI
Al fine di introdurre gli operatori internazionali all’uso delle gru e delle tecnologie Raimondi, attraverso conoscenze sia pratiche che teoriche, il costruttore ha organizzato presso la sede di Arluno degli appositi corsi e seminari “intensivi” di formazione che hanno visto la partecipazione di specialisti di prodotto e opera-
tori provenienti da ogni parte del mondo: dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia alla Francia e alla Germania, oltre che naturalmente dall’Italia. Il primo “product training” si è svolto nel mese di luglio 2023 e il progetto prosegue tuttora. La formazione è servita come piattaforma per fornire agli ospiti una
comprensione completa del “nuovo corso” intrapreso da Raimondi Cranes, il quale - combinando un approccio teorico con uno pratico - intende dotare i partecipanti delle competenze necessarie per massimizzare le prestazioni e la sicurezza delle macchine nelle rispettive regioni.
MACCHINE
NELL’AREA ESTERNA SONO PRESENTI
DIVERSE GRU DELLA NUOVA SERIE “T”, CON LE QUALI VENGONO ESEGUITI LE NECESSARIE PROVE DI CARICO
sione del Bauma 2022 e già ampiamente apprezzate dagli operatori del settore in diversi Paesi. Molti modelli T187, infatti, sono all’opera in Italia, Belgio, Turchia, Ungheria e Francia, gru T147 sono operative in Italia e Francia e la più “piccola” della gamma Classe 110, la T97, è utilizzata in alcuni cantieri italiani. Tra i modelli appartenenti alla Serie “T” ricordiamo che la citata gru T187 e la versione T357 sono state presentate per la prima volta proprio a Monaco, insieme alla nuova cabina “Lumina X”. La T187, in particolare, ha rappresentato un grande passo avanti per Raimondi Cranes, in quanto è stata concepita e progettata come parte di una gamma completa di gru, la Classe 110, e non come una macchina a sé stante. Uno dei maggiori cambiamenti attuati dal costruttore è stato un nuovo approccio di progettazione e sviluppo nel sistema di produzione. La modularità delle parti meccaniche e di carpenteria, unita all’intercambiabilità degli elementi del braccio, ha facilitato la produzione in serie di una gamma utilizzando le più recenti tecniche di “lean manufacturing”, garanten-
DOTATE DEL NUOVO SISTEMA DI
CONTROLLO CONCORE, LE GRU DELLA
SERIE “T” DI RAIMONDI CRANES
VANTANO DIVERSI PROGRESSI
TECNICI E OPERATIVI. GLI OPERATORI
HANNO ACCESSO A UNA MIGLIORE
DIAGNOSTICA DEGLI ERRORI, A UNA
MESSA IN SERVIZIO PIÙ RAPIDA
E A UNA MAGGIORE SICUREZZA
GENERALE, OLTRE AI VANTAGGI
DELLA MODULARITÀ DELLE PARTI
MECCANICHE E DI CARPENTERIA E DELL’INTERCAMBIABILITÀ DEGLI
ELEMENTI DEL BRACCIO
do quindi un maggiore controllo sulla qualità e una migliore precisione produttiva. Ulteriori vantaggi sono la capacità di fornire standard qualitativi più elevati e di ridurre al minimo i tempi di fermo in cantiere, riducendo inoltre i costi di manutenzione e le scorte di ricambi per le società di noleggio. La varietà di scelta - 8 e 10 t, tiro II/IV o a due funi permanente - consente infatti ai noleggiatori di accontentare i loro clienti e le diverse esigenze di progetto, considerando peraltro la lunghezza del braccio di 67,5 m e la portata in punta di 1,61 t in UltraLift. Le torri, di nuova concezione, sono state rinforzate permettendo il raggiungimento di altezze libere maggiori rispetto al passato. La T187 si presta quindi alla costruzione di edifici medioalti, grazie anche alla velocità di sollevamento di 115 m/min - nella versione con argano da 37 kW – e alla capacità del tamburo di 620 m. Tutti i nuovi argani sono dotati anche del sistema DOS (“Down Over Speed”), che permette un incremento delle velocità intermedie in discesa. L’intera serie è stata sviluppata con i sistemi più avanza-
ti utilizzando il metodo degli elementi finiti (FEM), per ottimizzare pesi e dimensioni strutturali. Ogni gru è poi dotata di un’unità di elaborazione centrale che garantisce il funzionamento anche in condizioni ambientali estreme.
La gru T357, invece, rappresenta al meglio le caratteristiche più importanti della Classe 150 che, come la serie Class 110, è stata progettata e concepita come un insieme di gru, privilegiando la modularità delle parti meccaniche e di carpenteria, così come l’intercambiabilità degli elementi di braccio. Con una capacità di sollevamento compresa tra le 12 e 24 t, questa serie è stata progettata pensando ai mercati dell’Europa centrale e settentrionale, dell’America e del Canada. Con un raggio massimo di 77,5 m e un carico in punta di 2,67 t in UltraLift, la T357 è adatta alla costruzione di infrastrutture medio-grandi grazie alla sua velocità massima di sollevamento di 152 m/min con un argano da 75 kW e una capacità di fune di 800 m circa. Sia le gru appartenenti alla Classe 150 che quelle della Classe 110 si differenziano dalle gru della serie MRT per il sistema di controllo ConCore: interamente studiata e sviluppata internamente dal dipartimento tecnico di Raimondi Cranes e basandosi sui sistemi precedenti, questa soluzione è in grado di rilevare e segnalare in tempo reale errori, malfunzionamenti e guasti in modo più specifico, grazie anche a un database di oltre 100 possibili errori codificati, nonché di verificare se la macchina è stata manomessa, stressata o sollecitata più del necessario. Un’importante integrazione che semplifica le operazioni di manutenzione e assistenza, riducendo i tempi di fermo cantiere. Inoltre, grazie a specifici sensori elettronici e a controlli ridondanti, consente di calibrare interamente e con precisione la macchina direttamente dalla postazione in cabina, tramite un display multifunzionale, o in remoto. ■
DIECI
DIECI E... L’ODE!
L’ODE CITATA NEL TITOLO È RISERVATA AD ALCUNE
IMPORTANTI NOVITÀ LANCIATE DAL COSTRUTTORE
REGGIANO SUL MERCATO IN OCCASIONE DI UN
RECENTE EVENTO TENUTOSI PRESSO LA SUA SEDE
DI MONTECCHIO EMILIA. SOLUZIONI DESTINATE
A LASCIARE IL SEGNO NEL MONDO EDILE
E A CONTRASSEGNARE IL FUTURO
DEI SUOI SOLLEVATORI TELESCOPICI
di Raffaella Chierici
Dieci, realtà di Montecchio
Emilia (RE) specializzata a livello mondiale nel comparto dei sollevatori telescopici rotativi da oltre 20 anni, si è da sempre distinta per l’innovazione delle soluzioni tecnologiche apportate a tutte le soluzioni proposte sul mercato. Oggi l’azienda reggiana presenta due novità di prodotto - i sollevatori telescopici Pegasus Elite 60.35 (nella foto di copertina) e Apollo-e, a cui si aggiunge un nuovo kit elettrico rimovibile “Dual Energy” - che rappresenteranno delle pietre miliari per quanto riguarda il futuro dei suoi sollevatori telescopici. Macchine affidabili, sicure e durature nel tempo, che potranno essere utilizzate in qualsiasi ambito lavorativo, anche laddove sarà vietato l’uso di mezzi dotati di motori endotermici.
Il nuovo Pegasus Elite 60.35 È iniziato nel 2022 il restyling completo della gamma di sollevatori telescopici rotativi Pegasus, nata nel 2000, con la presentazione della nuova Pegasus Elite.
Oggi quest’ultima si arricchisce di una nuova versione, il Pegasus Elite 60.35, che integra le altre due linee di prodotto Essential (Pegasus 40.16 e 40.18) e Classic (60.16, 60.21, 50.25, 75.25, 60.26 e 60.30), per un totale di nove modelli. Il Pegasus Elite 60.35 è una soluzione ad alte prestazioni supportata dalle avanzate prestazioni tecnologiche dell’“Easy Tech System”, il nuovo software sviluppato dal reparto R&D di Dieci su una piattaforma software e hardware di controllo completamente nuova al fine sia di ottimizzare aspetti legati a facilità d’uso, efficienza, sicurezza e
comfort, sia di implementare una nuova interfaccia uomo-macchina più semplice e intuitiva per l’operatore. Anche gli stabilizzatori a forbice rientrano tra le principali novità di questo modello: azionabili a partire da qualsiasi posizione e indipendenti l’uno dall’altro, consentono di sfruttare al massimo l’area disponibile - quando chiusi, rimangono perfettamente in sagoma - e garantiscono una stabilizzazione efficace in spazi ridotti. Ma sono diversi gli elementi che rendono questa macchina altamente efficiente e intuitiva.
Tra questi: la funzione “Soft Motion, che garantisce movimenti rallentati in base al carico trasportato e alla configurazione della macchina, per ridurre effetti dinamici e shock a fine corsa; l’“Easy Work System”, che consente di adattare in modo automatico la capacità di carico in base alla posizione dei piedi stabilizzatori e alla superficie d’appoggio della macchina, al fine di interrompere ogni movimento aggravante in caso di sovraccarico; un sistema di autolivellamento che stabilizza automaticamente il mezzo su qualsiasi conformazione di terreno;
MACCHINE L’OPINIONE
ENRICO OGNIBENE
DIRETTORE TECNICO DI DIECI
“Con le innovazioni presentate oggi Dieci ha fatto un ulteriore passo verso il futuro del mondo edile. Il Pegasus Elite 60.35 è un sollevatore telescopico totalmente nuovo, ad alte prestazioni, nato da un foglio bianco e pensato per offrire ai professionisti dell’edilizia prestazioni migliori in tutte le operazioni di movimentazione. Abbiamo voluto realizzare qualcosa che andasse esattamente nella direzione indicata dal mercato e, sfruttando tutta la tecnologia disponibile, abbiamo ottimizzato gli aspetti legati all’utilizzabilità della macchina, rendendola molto più intuitiva, utile e sicura, supportata da funzioni e sistemi innovativi. Abbiamo voluto applicare i concetti già recepiti e applicati al settore automotive anche alla nostra gamma Pegasus Elite, lavorando soprattutto sull’interfaccia uomo-macchina. Il sollevatore telescopico Apollo-e sancisce invece l’ingresso di Dieci nel mondo ‘elettrico’. L’aspetto ecologico e quello economico hanno infatti reso ormai inevitabile una svolta dai combustibili fossili verso forme di alimentazione alternative, senza tralasciare le normative sempre più stringenti che, già oggi, impediscono l’accesso in numerose aree di lavoro ai mezzi a impatto ambientale elevato”.
IL NUOVO SOLLEVATORE TELESCOPICO
DIECI PEGASUS ELITE 60.35. GLI STABILIZZATORI A FORBICE DI CUI È
DOTATO SONO AZIONABILI A PARTIRE
DA QUALSIASI POSIZIONE E SONO INDIPENDENTI L’UNO DALL’ALTRO: CIÒ CONSENTE DI SFRUTTARE AL MASSIMO L’AREA DISPONIBILE. QUANDO CHIUSI, RIMANGONO PERFETTAMENTE IN SAGOMA
PER RENDERE LA MACCHINA PIÙ SEMPLICE E INTUITIVA I CONTROLLI IN CABINA SONO STATI
RIORGANIZZATI, POSIZIONANDO QUELLI ESSENZIALI E PIÙ UTILIZZATI SULLA DASHBOARD, MENTRE LE FUNZIONI AVANZATE (CUSTOMIZZABILI) SI TROVANO SUL DISPLAY DIGITALE.
LE SCHERMATE OPERATIVE DI QUEST’ULTIMO CONSENTONO DI VISUALIZZARE E GESTIRE IN MODO INTUITIVO SVARIATE FUNZIONI, TRA CUI LA MODALITÀ DI LAVORO, IL DIAGRAMMA
DI LAVORO, GLI STABILIZZATORI E IL BARICENTRO DELLA MACCHINA
l’“Anti-Crash System”, che delimita l’area di lavoro di braccio e macchina inserendo i parametri desiderati nella funzione “limiti”; l’“Anti-Tilt System Pro”, un nuovo sistema antiribaltamento avanzato con blocco dei movimenti aggravanti basato sul calcolo dinamico dei carichi di lavoro che consente all’operatore di capire quanto margine di manovra può avere e di lavorare in completa sicurezza, grazie anche al display che mostra in continuo l’attrezzatura collegata, la configurazione della macchina, il carico sollevato e il carico massimo ammissibile. Oltre a ciò, il nuovo Pegasus Elite 60.35 è in
grado di riconoscere automaticamente l’attrezzatura collegata e il relativo diagramma di carico. Altro fiore all’occhiello di questo modello rotativo è il radiocomando che, oltre alla funzione standard di movimentazione dalla cesta, consente di sollevare i piedi stabilizzatori e di traslare con la macchina su ruota, velocizzando le manovre di trasferimento durante gli interventi di manutenzione. Ulteriori aspetti da evidenziare, poi, oltre a una riorganizzazione generale dei controlli in cabina, dov’è presente un display da 12’’, sono: la movimentazione del braccio in modo automatico grazie all’“High Tech
Boom Pro”, che tramite centralina comanda sei modalità di lavoro (“Soft”, “Fast”, “Normal”, “Eco”, “Wall” e “Floor”); l’“High Resolution Control”, una rete di sensori che monitora i movimenti della macchina e li confronta con quanto richiesto dall’operatore attraverso il joystick; la pompa Load Sensing a controllo elettronico, che setta i valori di funzionamento in modo dinamico e più approfondito; la trasmissione idrostatica a controllo elettronico, con tre diverse modalità di guida (“Normal”, “Creeper” ed “Eco”).
La novità “elettrica” Apollo-e è il nome di un nuovo sollevatore telescopico elettrico proposto da Dieci e basato sulla piattaforma dell’attuale Apollo 26.6 diesel (peso, portata e dotazioni in cabina sono similari, con display da 7”).
Caratterizzato da una capacità di sollevamento (con forche) di 2.600 kg, un’altezza di sollevamento di 5,78 m, un peso di 5.100 kg e un layout semplice, questo modello – che raggiunge una velocità di traslazione di 24 km/h - è stato progettato e sviluppato partendo da una domanda proveniente dagli utilizzatori: “Devo svolgere questo lavoro, posso farlo con questa macchina elettrica?”. È stata questo lo spunto per Dieci, citato in occasione della presentazione della nuova macchina da Davide Comastri, “Project Manager - Technical Dept.” dell’azienda: creare una macchina elettrica versatile che si adatti a diverse tipologie di lavoro, grazie possibilità di adottare diverse configurazioni. Il sollevatore telescopico Apollo-e è infatti pronto a soddisfare le diverse esigenze del mercato: dai lavori a basso consumo energetico a quelli più intensivi, compreso il comparto del noleggio.
Tra i concetti principali della macchina: le batterie modulari, con funzionalità di sostituzione rapida e con la possibilità di aggiun-
IL SOLLEVATORE TELESCOPICO ELETTRICO APOLLO-E È PRONTO A SODDISFARE LE DIVERSE ESIGENZE DEL MERCATO: DAI LAVORI A BASSO CONSUMO ENERGETICO A QUELLI PIÙ INTENSIVI, COMPRESO IL COMPARTO DEL NOLEGGIO
LA SCHEDA TECNICA
gere o rimuovere batterie aggiuntive in qualsiasi momento; il sistema di ricarica a bordo standard “all in one”, adatto a qualsiasi infrastruttura che si può trovare in cantiere i presso i clienti; diversi optional speciali, come il sistema di riscaldamento a bioetanolo; gli pneumatici antitraccia; il layout innovativo aperto a sviluppi futuri. Senza dimenticare l’“Adaptive Load Sensing System” (la pressione di stand-by del distributore viene mantenuta più bassa possibile durante le operazioni di guida senza movimentazioni di braccio); l’“Adjustable Hydraulic System Pressure management” (la pressione dell’impianto idraulico vie-
Il sollevatore telescopico Pegasus Elite 60.35
Capacità
Dimensioni max. (lung. x altezza):
Larghezzza (macchina/con stabilizzatori aperti):
MACCHINE
ne impostata su un valore molto basso quando i movimenti arrivano a fine corsa).
Attraverso un innovativo caricabatterie modulare (“Smart Charging System”) la macchina può essere ricaricata direttamente dalla rete elettrica, con spina industriale. Ricarica consentita attraverso le prese monofase 110 V o 220 V, trifase 380-400 V o tramite stazioni di ricarica/“wallbox” per autovetture IEC 61851 modo 2 e 3 con spina di tipo 2. Il sollevatore Apollo-e, poi, è stato progettato con un’innovativa posizione delle batterie, montate in posizione molto bassa, tra la parte inferiore del telaio e il cilindro di sollevamento. I pacchi batterie (standard, al litio, da 22 kW/228 Ah, che possono essere raddoppiati aggiungendo un altro pacco) sono posti in posizione trasversale e il loro
LA SCHEDA TECNICA
baricentro è molto vicino al centro della macchina: questa disposizione consente di rimuovere facilmente le batterie senza attrezzi speciali e garantisce un miglior bilanciamento dei pesi, che aumentare la stabilità laterale della macchina.
Un kit elettrico rimovibile La terza novità presentata da Dieci si chiama “Dual Energy System”: si tratta di un kit rimovibile disponibile come optional che, applicato sui sollevatori telescopici rotativi, permette di utilizzarli senza avviare il motore diesel, garantendo così un funzionamento silenzioso e a zero emissioni. Il kit consente il funzionamento sia da cabina che da radiocomando e viene montato nella parte anteriore del telaio della macchina. Collegando i telescopici rotativi Dieci a una presa
Il sollevatore telescopico elettrico Apollo-e
Capacità di sollevamento max.: (con forche): 2.600 kg
Altezza di sollevamento max.: 5.78 m
Peso operativo: 5.100 kg
Velocità max.: 24 km/h
Forza di traino: 4.000 kg
Batterie standard: 22 kW / 228 Ah
Tensione sistema elettrico: 96 V
Caricabatterie “on-board”:
IL “KIT DUAL ENERGY” - NELLA FOTO, ILLUSTRATO DA STEFANO GABRINI, “R&D ELECTRICAL DEPT. – TECHNICAL DEPT. DI DIECI - PUÒ ESSERE MONTATO SUI SOLLEVATORI TELESCOPICI
PEGASUS PREDISPOSTI E CONSENTE IL FUNZIONAMENTO SIA DA CABINA CHE DA RADIOCOMANDO. VIENE MONTATO NELLA PARTE ANTERIORE DEL TELAIO DELLA MACCHINA E PUÒ
ESSERE MONTATO E SMONTATO
A SECONDA DELLE ESIGENZE DEL CANTIERE. È SOLLEVABILE CON CATENE E TRASPORTABILE DA UNA MACCHINA ALL’ALTRA
esterna da 380-400 V (è prevista in dotazione una prolunga di 10 m) è possibile alimentare la macchina ed eseguire tutte le normali operazioni di sollevamento e posizionamento del carico. Il motore elettrico da 22 kW e la pompa a pistoni Load Sensing da 45 cc consentono di svolgere diverse operazioni lavorative erogando una pressione fino a 300 bar. Ciò significa che con l’utilizzo di questo sistema non c’è alcuna limitazione in termini di capacità di sollevamento della macchina. L’utilizzo del motore elettrico non produce emissioni e ciò permette di lavorare in ambienti chiusi senza l’obbligo di dispositivi di ventilazione. Da evidenziare che il “Dual Energy” - che è fissato con attacco rapido, modulare, sollevabile con catene e trasportabile - può essere attivato solo quando la macchina si trova sui piedi stabilizzati e il motore diesel è spento. ■
25-27 giugno 2024
Quarry | Buxton Derbyshire | Regno Unito La più grande fiera per i settori di costruzione, estrazione e riciclaggio del Regno Unito
Email: hillhead@qmj.co.uk
Tel.: +44 (0) 115 945 4367
SOLUZIONI SOSTENIBILI PER L’EDILIZIA
IL COSTRUTTORE SPECIALIZZATO
NEL SETTORE DEL SOLLEVAMENTO
AEREO, SUPPORTATO DAI SUOI
DISTRIBUTORI FRANCESI, HA
PRESENTATO A INTERMAT 2024
UN’AMPIA GAMMA DI SOLUZIONI
SOSTENIBILI CHE AIUTANO
I CLIENTI A OTTIMIZZARE I COSTI DI PROPRIETÀ
In occasione di Intermat 2024, Genie e i suoi distributori autorizzati in Francia (SNM Lift, EMM, Mazoyer, Hydrolift e AB Equipments) hanno presentato le piattaforme a forbice e a braccio progettate per supportare le società di noleggio nel fornire ai loro clienti soluzioni ecologiche per lavorare in quota. “Insieme ai nostri distributori locali abbiamo proposto ai nostri clienti e agli operatori del settore del sollevamento una gamma di macchine di alta qualità con il servizio e l’assistenza locale che si aspettano”, ha dichiarato Thibaut Itzel, direttore vendite Genie per l’Europa meridionale, l’Africa settentrionale e occidentale. Le opzioni GGS (“Service Solutions”) e la telematica “Lift Connect” sono altri strumenti proposti da Genie, che i proprietari di flotte possono utilizzare per gestire e ridurre i costi di proprietà. I pacchetti di assistenza completa GSS offrono ai proprietari di flotte la massima tranquillità, mentre “Lift Connect” aiuta a comprendere e ottimizzare l’utilizzo della flotta e a pianificare la manutenzione e l’assistenza. Recentemente, poi, Genie ha annunciato l’integrazione delle risorse “Lift Connect” in “Trackunit Manager”, una soluzione che amplia le opzioni a disposi-
TRA I MODELLI ELETTRICI O IBRIDI ESPOSTI IN FIERA C’ERANO LE PIATTAFORME A FORBICE GS-1932M MICRO E GS-4655 (NELLE FOTO). TUTTE LE PIATTAFORME A FORBICE GENIE SONO DOTATE DEI SISTEMI ELETTRICI “E-DRIVE” IN CORRENTE ALTERNATA E SONO PROGETTATE PER AIUTARE LE SOCIETÀ DI NOLEGGIO A RIDURRE I COSTI DI PROPRIETÀ
zione dei clienti e fornisce una soluzione di alta qualità per gestire al meglio le flotte miste.
Macchine elettriche e ibride “Il mercato francese richiede macchine con un basso impatto ambientale senza rinunciare alle prestazioni o alla qualità. Genie è da tempo leader nell’elettrificazione del nostro settore. Oltre il 70% dei modelli che offriamo attualmente sono disponibili in configurazione ibrida o elettrica”,
ha dichiarato ancora Thibaut Itzel. Tra i modelli elettrici o ibridi esposti in fiera c’erano le piattaforme a forbice GS-1932m micro e GS-4655. Tutte le piattaforme a forbice Genie sono dotate dei sistemi elettrici “E-Drive” in corrente alternata. Queste piattaforme a bassa manutenzione - con motori CA senza spazzole e completamente sigillati e il 70% in meno di tubi e raccordi idraulici - sono garanzia di prestazioni di alto livello e aiu-
MACCHINE
tano le società di noleggio a ridurre i costi di proprietà. La piattaforma a forbice GS-1932m, in particolare, presenta un ingombro ridotto e un raggio di sterzata interno nullo, che la rendono produttiva per le attività di installazione e manutenzione a bassa quota in spazi ristretti. Queste macchine sono inoltre adatte a lavori in cui normalmente si utilizza una piattaforma a forbice standard da 5,55 m. Con due modalità di funzionamento (elettrica o ibrida), le piattaforme a braccio ibride Genie sono soluzioni versatili e sostenibili che si adattano ad applicazioni al chiu-
so e all’aperto, anche quando non è disponibile l’energia elettrica in loco. In modalità ibrida questi modelli possono funzionare per più di una settimana lavorativa standard con un solo serbatoio di gasolio. Le piattaforme ibride di Genie, quando funzionano in modalità elettrica, e le sue piattaforme a braccio elettriche possono lavorare per un intero turno con una sola carica della batteria. La versione Z-60 FE da 20,16 m esposta in fiera era dotata di motori a corrente alternata che forniscono una coppia simile a quella dei motori idraulici, pur consumando il 30%40% di energia in meno. I motori a corrente alternata, con grado di protezione IP67, prolungano inoltre in modo significativo la carica della batteria, riducendo i costi di gestione e di manutenzione. La trazione integrale, la gestione elettronica della trazione e gli assali oscillanti attivi consentono una velocità di guida di 6,4 km/h e il superamento di pendenza del 45% su terreni fuoristrada.
Grandi prestazioni per cantieri difficili
Il sistema TraX di nuova generazione di Genie è stato riprogettato per semplificare la manutenzione, offrendo al contempo le stesse prestazioni “senza compromessi” che i clienti hanno sperimentato con il precedente sistema a quattro cingoli indipendenti. Questa soluzione è disponibile come opzione installata in fabbrica su quattro piattaforme a braccio, tra cui il modello Z-62/40 da 20,87 m, esposto a Parigi. I quattro cingoli indipendenti assicurano un superamento agevole dei terreni fuoristrada. Gli assali oscillanti e la capacità di ruotare verso l’alto e ver-
so il basso di 22° consentono ai cingoli di affrontare e superare gli ostacoli nelle condizioni di lavoro più estreme. Con il 50% in meno di parti riparabili rispetto agli altri sistemi con cingoli presenti sul mercato, le ispezioni sono semplificate. Molti componenti sono comuni tra i sistemi TraX per telai di piccole e grandi dimensioni, riducendo il numero di ricambi per le società di noleggio. Inoltre, i cingoli possono essere sostituiti con pneumatici (il tempo di sostituzione varia a seconda del modello), offrendo una maggiore flessibilità in termini di opzioni di rivendita. Genie offrirà peraltro dei kit di aggiornamento post-vendita per convertire i modelli di piattaforme a braccio S-65 XC e Z-62/40 da ruote a TraX. Se fornita con una cesta da 4 m, la piattaforma a braccio telescopico S-45 XC con Xtra Capacity di Genie è in grado di eseguire un’ampia gamma di ope-
VERSATILITÀ IN CESTA
La cesta Genie da 4 m per le piattaforme a braccio è disponibile per l’uso su tre piattaforme a braccio Genie XC (Xtra Capacity) in Nord America e nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa e India). La cesta aggiunge oltre il 60% di spazio in più, aumentando la versatilità delle flotte di piattaforme a braccio delle società di noleggio e incrementando l’efficienza del cantiere. “Questa nuova cesta offrevantaggiaiproprietarieaglioperatoridellemacchine:poichélospaziodilavoro ampliato consente agli operatori di coprire un’area maggiore, il numero di movimentidellapiattaformaabraccionecessari per portare a termine un lavoro può
razioni di sollevamento più pesanti grazie alla sua doppia capacità di sollevamento e alle sue caratteristiche per terreni fuoristrada. La piattaforma aggiunge oltre il 60% di spazio in più, aumentando la versatilità per le flotte di noleggio e incrementando l’efficienza
del cantiere. Questa cesta di grandi dimensioni è particolarmente adatta per le attività che riguardano un’area di lavoro estesa, come la ristrutturazione e la verniciatura di edifici e la pulizia di finestre e rivestimenti, nonché per i cantieri in cui lo spazio di ma-
essere dimezzato, aumentando in modo significativo la produttività del cantiere”, afferma Logan Wood, Associate Product Manager di Genie. “Allo stesso tempo, poiché la cesta è compatibile con diversi modelli di piattaforme a braccio Genie e può essere sostituita in giornata alla cesta standard della macchina, offre alle società di noleggio un modo semplice ed economico per aumentare la versatilità dei bracci della loro flotta”. Compatibile con le piattaforme a braccio Genie S-45 XC, S-65 XC e S-85 XC, la cesta da 4 m è particolarmente adatta per le attività che comportano un’area di lavoro estesa, come la ristrutturazione e la verniciatura di
edifici e la pulizia di finestre e il rivestimento di facciate, nonché per i cantieri con spazio di manovra limitato a terra. Oltre ad aumentare il comfort dell’operatore, lo spazio extra consente di fare di più e più velocemente, fornendo l’accesso a un’area di lavoro doppia con lo stesso numero di movimenti del braccio rispetto a una cesta di dimensioni standard da 2,44 m. Dopo aver seguito le istruzioni per l’installazione della cesta da 4 m e la calibrazione della macchina, i modelli S-45 XC, S-65 XC e S-85 XC possono portare in quota fino a due lavoratori e garantire una capacità di sollevamento di 272 kg. Inoltre, gli operatori beneficiano di altre caratteristiche delle piattaforme XC di Genie, tra cui il controllo automatico dell’area di lavoro, una curva di lavoro liscia e un sistema attivo di rilevamento del carico.
MACCHINE
LA SCHEDA TECNICA
novra a terra è limitato. Poiché lo spazio di lavoro ampliato consente agli operatori di coprire un’area maggiore, il numero di movimenti del braccio necessari per portare a termine un lavoro può essere dimezzato, aumentando in modo significativo la produttività del cantiere.
Focus sul sistema TraX
Il citato sistema TraX di nuova generazione di Genie, come detto, è stato riprogettato per semplificare la manutenzione e offrire al contempo le stesse prestazioni “senza compromessi” che i clienti hanno sperimentato con il sistema a quattro cingoli indipendenti. Genie TraX è disponibile come opzione installata in fabbrica su quattro piattaforme a braccio: due con capacità di sollevamento standard (Z-62/40 e S-80 J) e due con capacità di sollevamento Xtra Capacity (S-45 XC e S-65 XC). Questo sistema proposto da Genie può essere montato su macchine con capacità di sollevamento elevate, consentendo loro di mante-
nere la loro doppia portata. Il nuovo Genie TraX aumenta la flessibilità delle piattaforme, dunque, in quanto può essere utilizzato in cantieri che richiedono sia una capacità di sollevamento aggiuntiva che un lavoro su superfici delicate. I quattro cingoli indipendenti assicurano un superamento agevole dei terreni fuoristrada. Gli assali oscillanti e la capacità di ruotare verso l’alto e verso il basso di 22° consentono ai cingoli di affrontare e superare gli ostacoli nelle condizioni di lavoro più estreme. Il sistema TraX riprogettato è disponibile in due dimensioni: una versione per telaio piccolo, per le macchine S-45 XC, e una per telaio grande, per le piattaforme S-65 XC, Z-62/40 e S-80 J. Con il 50% in meno di parti riparabili rispetto agli altri sistemi con cingoli presenti sul mercato, le ispezioni sono semplificate. A parte il cingolo in gomma e il telaio, tutti i componenti sono comuni tra i sistemi TraX per telaio grande e piccolo, riducendo il numero dei ricambi che le società di noleggio devono
tenere in stock. “I clienti dei settori delle telecomunicazioni, dell’industria petrolifera e del gas, delle cave, del settore forestale e dell’edilizia utilizzano le piattaforme a braccio TraX da oltre 15 anni in tutte le stagioni e su tutti i terreni, dai pendii rocciosi alle cave di sabbia e ghiaia, con neve e ghiaccio”, ha dichiarato Simone Manci, del dipartimento Product Management per le Piattaforme Aeree a Braccio. “Le piattaforme a braccio TraX riprogettate sono state rigorosamente testate in questi ambienti e hanno superato gli elevati standard di Genie in termini di resistenza e affidabilità”.
I sistemi Genie TraX offrono una pressione di contatto mediamente inferiore del 72% rispetto alle versioni con pneumatici standard: ciò è dovuto alla più ampia distribuzione del peso, che può offrire maggiori possibilità di utilizzare le piattaforme a braccio TraX su superfici delicate, pavimentazioni o su terreni fangosi, senza bisogno di posizionare assi di legno o griglie per sostenere il peso della macchina. ■
HAULOTTE
LA (RI)PROGETTAZIONE DELLA PRODUTTIVITÀ
IL COSTRUTTORE FRANCESE HA PRESENTATO AL MERCATO INTERNAZIONALE LA NUOVA
PIATTAFORMA AEREA A BRACCIO ARTICOLATO HA20 RTJ COMPLETAMENTE RIPROGETTATA, REALIZZATA PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DI LAVORO IN QUOTA FINO A 20 M
di Stefano Vitali
Haulotte ha lanciato sul mercato la nuova generazione della piattaforma aerea semovente articolata HA20 RTJ, una nuova versione completamente riprogettata e realizza -
ta per affrontare con successo le tante e impegnative sfide dei cantieri moderni. La concezione rinnovata e la progettazione “smart” rispondono a tutte le sfide del lavoro in quota fino a 20 m di altezza.
Sicurezza e produttività
Versatile e facile da utilizzare, la piattaforma aerea semovente Haulotte HA20 RTJ è ideale per lavorare all’aperto su terreni impegnativi. Il braccio articolato e lo sbraccio laterale di 11,9 m le per-
mettono di superare qualunque ostacolo e di raggiungere le aree di lavoro più inaccessibili. Grazie alle caratteristiche di cui è dotata, la macchina garantisce un alto livello di sicurezza e di produttività. Inoltre, l’opzione “Haulotte Dual Reach” consente di aumentare la portata e la capacità d’inclinazione della macchina. All’interno del cantiere, infatti, capita molto spesso di dover trasportare carichi pesanti in cesta mentre si lavora su suoli in pendenza: per rispondere a queste sfide e dare una spinta alla produttività, Haulotte ha introdotto quest’opzione nel suo portfolio prodotti, ora disponibile anche sulla nuova HA20 RTJ. Con “Dual Reach”, dunque, il carico in cesta aumenta da 250 a 350 kg e la macchina può lavorare su suoli con pendenza fino a 6°. Una volta attivato il sistema tramite la postazione di comando, la macchina regola le operazioni di sollevamento secondo i parametri di riferimento, riducendo la frequenza delle salite e discese tra suolo e quota di lavoro. “Dual Reach”, in definitiva, garantisce una maggiore sicurezza e maggiore produttività sui terreni in pendenza.
Affidabilità su terreni accidentati
Equipaggiata di serie con quattro ruote motrici e due ruote sterzanti (quattro sul modello PRO), la piattaforma aerea Haulotte HA20 RTJ affronta agevolmente tutti i tipi di terreno. L’assale oscillante permette alla macchina di adattarsi a qualunque condizione, mantenendo le ruote sempre in contatto con il suolo. Il differenziale a bloccaggio automatico assicura trazione extra su terreni non compatti o scivolosi, garantendo tutta la manovrabilità necessaria per superare gli ostacoli senza difficoltà.
L’HA20 RTJ mantiene le sue rilevanti capacità sui terreni accidentati grazie alla combinazione tra il nuovo motore e la nuova architettura (assale meccanico).
La sicurezza come priorità L’attenzione per le persone fa parte del DNA del Gruppo Haulotte ed è la sua priorità assoluta; oltre alla citata opzione Dual Reach, la piattaforma HA20 RTJ è dotata di tutte le caratteristiche di sicurezza proposte dal costruttore francese.
I comandi proporzionali assicurano all’HA20 RTJ una guida precisa e senza scatti, con un avvicinamento dolce alla zona di lavoro.
Il quadro comandi ergonomico offre all’operatore un comfort ottimale. La HA20 RTJ è poi equipaggiata
con il sistema Haulotte “Activ’ Lighting”: con i dieci punti luce a LED del sistema l’operatore può caricare e scaricare la macchina in tutta sicurezza anche in condizioni di scarsa illuminazione. Due nuovi pannelli catarifrangenti, opportunamente posizionati sul contrappeso, rendono inoltre la macchina ben visibile negli ambienti urbani o quando ne è richiesto l’impiego combinato con altre attrezzature. Il dispositivo Haulotte “Activ’Shield Bar” è di serie sul modello HA20 RTJ PRO: in caso di schiacciamen-
MACCHINE
LA PIATTAFORMA HA20 RTJ, OLTRE A ESSERE DOTATA DI TUTTE LE CARATTERISTICHE DI SICUREZZA PROPOSTE DA HAULOTTE, È ORA DOTATA DI UN NUOVO MOTORE, ABBINATO A SISTEMI MECCANICI E IDRAULICI OTTIMIZZATI
to, l’operatore viene spinto contro la barra e la macchina si arresta automaticamente (l’ampio spazio libero protegge l’operatore dallo schiacciamento).
Riciclabilità e manutenzione
Consapevole delle sfide ambientali che l’industria delle costruzioni deve affrontare, Haulotte ha scelto di intervenire sulla motorizzazione della nuova HA20 RTJ. Il nuovo propulsore, abbinato a sistemi meccanici e idraulici ottimizzati, fornisce valori di coppia ottimali ma con consumi del 35%-50% inferiori (calcoli prodotti dal confronto tra i modelli HA20 RTJ vecchi e nuovi; il consumo di carburante dipende
dal tipo di motore e dalle specifiche locali in linea con le normative attuali). Gli ingegneri Haulotte hanno anche riprogettato il telaio della macchina e semplificato l’architettura idraulica, migliorata con l’assale meccanico. Grazie a questi miglioramenti ingegneristici il numero dei flessibili idraulici è stato ridotto del 35% (calcolo di confronto tra i modelli precedenti e quelli e nuovi), l’accesso ai componenti e le operazioni di manutenzione sono più agevoli e i tempi di fermo sono inferiori. Haulotte ha poi lavorato con impegno per migliorare l’impatto ambientale delle sue macchine; questa preoccupazione si riflette non solo nella concezio-
ne e nel design dei suoi prodotti, ma anche nel loro utilizzo, grazie alle numerose innovazioni e tecnologie integrate a bordo. La nuova HA20 RTJ vanta un tasso di riciclabilità del 97%.
Gestione e diagnostica
L’HA20 RTJ offre diverse soluzioni di diagnostica di bordo per facilitare la gestione della flotta e ridurre al minimo i tempi di fermo. Questi strumenti consentono principalmente la raccolta dei dati di funzionamento della macchina, la risoluzione dei codici di guasto e la rapida risoluzione dei problemi. La soluzione telematica “SHERPAL”, ad esempio, permette
IL SISTEMA DI ANCORAGGIO UNIVERSALE “FASTN”
Haulotte ha sviluppato, in modalità “entrepreneurship”, una soluzione per affrontare la principale causa di incidenti mortali sulle PLE: le cadute degli operatori. Sotto la guida di due “entrepeneur” HaulotteCatherine Perrier e Maxime Girard - è stato concepito il sistema “FASTN”, che consente ai clienti di sostenere la loro strategia “zero incidenti” proteggendo il proprio personale e rendendo i cantieri edili un luogo di lavoro più sicuro. Inoltre, grazie a “FASTN” le società di noleggio possono migliorare ulteriormente le proprie offerte di sicurezza e tecnologia digitale. Lo scorso marzo si è svolta la cerimonia del “Grand Prix Matériel”, durante il 59° Congresso della federazione francese delle attrezzature professionali. La giuria ha premiato il sistema “FASTN” con il premio “preferito dalla giuria”, la quale ha sottolineato tre punti di forza per motivare la sua scelta: “FASTN” rappresenta una risposta affida-
bile a un importante problema di sicurezza; il sistema è universale e può essere adattato a tutti i tipi di piattaforma a braccio; l’accesso ai dati consente l’analisi dei rischi sul campo. “FASTN” funziona secondo lo stesso principio della cintura di sicurezza dell’automobile. Lo scopo è quello di cre-
are un “riflesso” nell’operatore, un’abitudine, in modo tale che quando l’operatore sale sulla macchina ancori l’imbracatura al sistema proprio come farebbe su un veicolo. Il sistema “FASTN” è costituito da due “scatole” collegate e installate nel cestello della piattaforma.
di monitorare lo stato delle macchine in tempo reale da remoto e riduce notevolmente i tempi di inattività, fornendo accesso ai codici della diagnostica e indicando le azioni di rettifica da intraprendere. I dati telematici sono molto utili anche per organizzare i percorsi e preparare gli interventi dei team di assistenza. Lo strumento di diagnostica di bordo Haulotte “Activ’Screen” consente invece
l’accesso ai parametri di stato della macchina con indicazione in tempo reale delle informazioni chiave. Le funzioni citate sono disponibili anche tramite l’applicazione mobile “Haulotte Diag”, insieme a funzioni di diagnostica avanzata e procedure di ricerca guasti dettagliate. Con la piattaforma articolata HA20 RTJ di nuova generazione, dunque, Haulotte offre ai propri clienti una macchina di alta
BRACCIO ARTICOLATO E LO SBRACCIO LATERALE DI 11,9 M
qualità in grado di combinare innovazione e tecnologie all’avanguardia. Come dichiarato dai responsabili di prodotto del costruttore, “la nuova HA20 RTJ offrire agli utenti un’esperienza di lavoro in quota sicura in ogni tipo di cantiere e su qualunque terreno. Questa piattaforma non solo migliora la produttività e rafforza la sicurezza, ma garantisce anche un utilizzo ottimale per un ritorno misurato dell’investimento”. ■
Hands On
SFIDA AL FUTURO!
PRESENTATA UFFICIALMENTE AL MERCATO INTERNAZIONALE IN OCCASIONE DI INTERMAT 2024, L’AUTOGRÙ FUORISTRADA GRIL 110.100 DA 100 T RAPPRESENTA UNA SOLUZIONE COMPLETAMENTE NUOVA PER IL COSTRUTTORE DI MAPELLO (BG), UNA MACCHINA INNOVATIVA SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA CHE PORTA CON SÉ
SOPRATTUTTO UNA MARCATA EVOLUZIONE IN TERMINI DI ELETTRONICA
Non c’è dubbio: la nuova autogrù fuoristrada della serie GRIL lanciata quest’anno da Locatelli Crane si è laureata davanti al grande pubblico internazionale dell’Intermat di Parigi con… 110 e lode. La sua denominazione, infatti, non lascia adito a equivoci o incertezze:
GRIL 110.100 indica un livello di eccellenza mai raggiunto prima dal costruttore di Mapello (BG) e implica in sé la spiccata evoluzione rappresentata da questa macchina da 100 t di portata, un concentrato di quelle innovazioni che l’azienda ha immaginato - e poi concretizzato - negli ultimi anni. Un’evoluzione che si manifedi Ettore Zanatta
sta qui in una struttura elettronica all’avanguardia, una conformazione tecnologica che sarà il “core” dell’attività futura di Locatelli Crane ma che coinvolgerà a cascata anche l’intera gamma di autogrù attualmente presenti in gamma, oggetto nel prossimo futuro di aggiornamenti e “restyling” tecnici e operativi.
Hands On
L’autogrù Locatelli GRIL 110.100 è dotata di quattro stabilizzatori idraulici a doppio sfilo movimentati da cilindri orizzontali e martinetti con valvole di blocco. La macchina prevede la possibilità di lavoro con stabilizzazione asimmetrica, che consente di estendere le travi in modo indipendente e avere sempre il massimo della portata disponibile nella parte interessata. Travi per le quali sono previste tre posizioni: 0%, 50% e 100%. I piedi di appoggio sono facilmente removibili. I comandi e l’indicatore di livello sono presenti in cabina. Il riconoscimento della configurazione degli stabilizzatori è automatico
LO SGUARDO RIVOLTO AL FUTURO
La posizione di Locatelli Crane riguardo al futuro è chiara, il cammino è tracciato e l’azienda bergamasca è decisa a perseguire gli obiettivi posti in termini di innovazione. Questa filosofia è ben esplicitata dalle parole dell’Ing. Mauro Nastati e di Vittorio Lumina (da sinistra nella foto), rispettivamente amministratore delegato e presidente di Locatelli Crane: “Da 70 anni Locatelli Crane è sinonimo di eccellenza nel settore delle autogrù e da 13 anni a questa parte la sua storia è una testimonianza dell’evoluzione tecnologica costante e dell’impegno profuso dalla proprietà verso il futuro. Un futuro tecnologico e all’avanguardia, oltre che sostenibile. Attraverso anni di esperienza e ricerca abbiamo portato avanti l’innovazione, adattandoci alle esigenze
del mercato e ai cambiamenti tecnologici e proponendo ogni anno qualcosa di nuovo, alzando costantemente l’asticella dell’ambizione. Un esempio concreto è l’autogrù fuoristrada GRIL 110.100 lanciata sul mercato quest’anno, una vera e propria ‘sfida a futuro’ frutto di tre anni di elaborazione di intuizioni e progetti che si sono concretizzati in un prodotto completamente nuovo e di altissimo livello tecnologico e prestazionale. D’altronde il legame storico di Locatelli Crane con l’innovazione ci guida verso un avvenire sempre migliore, che prevede il lancio nel 2025 di un’ulteriore novità, che andrà a occupare una fascia di portata intermedia. Un avvenire in cui le nostre autogrù non solleveranno solo meri ‘carichi’, ma anche lo standard dell’industria e della sostenibilità. Questo
grazie anche alla capacità dell’azienda di supportare i propri clienti con personale interno esperto e affidabile e all’inserimento in azienda di nuove e giovani figure professionali che sono attualmente in fase di formazione e che a breve saranno responsabilizzate al fine di fornire un contributo effettivo all’attività di Locatelli Crane. Tutto ciò con quello spiccato orgoglio di appartenenza che caratterizza il marchio e con la volontà di garantirne una prospettiva luminosa”.
Con l’autogrù GRIL 110.100 Locatelli ha introdotto di serie (e lo sarà in seguito anche sugli altri modelli in gamma) il controllo della pressione sugli stabilizzatori: ciò ha lo scopo di abilitare l’operatore all’utilizzo della macchina solo quando quest’ultima è stata posizionata e stabilizzata. Nella foto, particolare del sensore, presente su tutte e quattro le travi
L’origine di un’idea
Fondata nel 1954, Locatelli Crane è stata la prima azienda italiana costruttrice di autogrù idrauliche telescopiche, specializzata nella produzione di autogrù fuoristrada, di gru autocarrate e delle cosiddette
“City Crane”. Oggi Locatelli Crane - che nel 2011 è entrata a far parte del Gruppo Plana, realtà specializzata nei settori Energia, Costruzioni e Finanza - rimane un marchio di riferimento sia nel panorama nazionale che internazionale.
L’assale anteriore è di tipo traente/sterzante con differenziale e mozzi con riduzioni planetarie, montato rigidamente sul telaio; quello posteriore, anch’esso traente/sterzante con differenziale e mozzi con riduzioni planetarie, può essere oscillante per l’impiego fuoristrada o bloccato in posizione orizzontale per l’impiego su gomme. Il peso della macchina sull’assale anteriore è di 31 t, quello sull’assale posteriore è di 26 t. La parte frontale dell’autogrù è molto “pulita”: presenta una scala di accesso alla parte superiore del mezzo, la fanaleria “full LED” di ultima generazione e gli alloggiamenti dei piedi stabilizzatori
Il braccio telescopico da 47 m è a 5 sezioni, azionato idraulicamente e sincronizzato. La struttura si caratterizza per un sist ema di sfilamento proporzionale. La sezione del braccio semisferica è ottimizzata, per garantire elevate capacità di carico. Il sollevamento del braccio avviene tramite un cilindro idraulico a doppio effetto con valvola di blocco. Tra i dispositivi di sicurezza presenti sulla macchina si trova il finecorsa di salita gancio, il dispos itivo di taglio movimenti, le valvole di blocco su tutti i cilindri e le valvole di massima pressione su tutti i circuiti idraulici
I PUNTI DI FORZA
LA GESTIONE COMANDI SU LINEA “CAN”
IL BRACCIO CON NUOVO DESIGN OTTIMIZZATO
LA CABINA INTERNA COMPLETAMENTE RINNOVATA
IL SISTEMA “LOCALIVE” PER DIAGNOSTICA DA REMOTO
BRACCIO TELESCOPICO A 5 SEZIONI DA 47,1 M
LIMITATORE DI CARICO CON DISPLAY 10” TOUCHSCREEN A COLORI CON “ACCOUNT” PERSONALIZZABILE
MOTORE CUMMINS B6.7 “PERFORMANCE SERIES” (“HVO READY”)
CONTROLLO PRESSIONE
STABILIZZATORI ROTAZIONE CONTINUA A 360° CON QUATTRO VELOCITÀ SELEZIONABILI
LA NUOVA ELETTRONICA DI BORDO IN STILE “AUTOMOTIVE” PNEUMATICI “FUORISTRADA”
“ANTI TO BLOCK”
FARI DI LAVORO “FULL LED”
CABINA INCLINABILE (MIGLIORE COMFORT PER L’OPERATORE)
NUOVO SOFTWARE “LMI” CON FUNZIONI SEMPLIFICATE
Hands On
L’autogrù Locatelli GRIL 110.100 si presenta completamente carenata in alluminio su entrambi i lati. Sotto la carenatura, rimuovendo la scaletta di accesso alla parte superiore della macchina, si trovano il quadro elettrico e le batterie. Alla sinistra della scaletta si trova lo stacca-batterie, mentre nella parte destra si trova un’area di stoccaggio e, nella parte superiore, i serbatoi del gasolio e dell’urea
Nello specifico comparto delle autogrù fuoristrada attualmente Locatelli Crane propone sul mercato la gamma GRIL, esplicitata nelle fasce di portata “Light Duty”, “Medium Duty” e “Heavy Duty”, ognuna composta da due modelli: GRIL 13.12 e GRIL 33.30, GRIL 52.47 e GRIL 55.50 e GRIL 70.65 e GRIL 87.80. Si tratta di macchine semplici, robuste, affidabili e facilmente manovrabili con portate da 12,5 a 80 t, caratterizzate da un’elevata visibilità di manovra e di sollevamento, da robusti bracci telescopici e dalle quattro ruote motrici e sterzanti, in grado di assicurare la massima resa e le più elevate prestazioni anche su terreni difficili. Macchine, quindi, ideali per cantieri quali le
grandi opere viarie, gli acquedotti, le linee sotterranee e i lavori pubblici, ma anche nelle pratiche per la movimentazione nei cantieri navali e per le applicazioni industriali. La nuova autogrù fuoristrada GRIL 110.100 rappresenta oggi il top di gamma di Locatelli Crane, l’evoluzione di un progetto visionario che ha inteso progredire e accrescerne i contenuti tecnologici e concretizzatosi in una realtà innovativa in grado di alzare - e
accoppiato a riduttore a riduzione epicicloidale. Il sistema presenta un freno di rotazione negativo a dischi multipli
Sempre sul lato sinistro dell’autogrù, nella parte posteriore, si trovano un secondo quadro elettrico, il condizionatore (anch’esso elettrico per svincolare il condizionamento dalle manovre idrauliche della macchina), il sistema di posttrattamento, l’estintore e il filtro dell’aria
non di poco - l’asticella dell’azienda in termini di performance e di reputazione sul mercato.
Ispirazione “automotive”
Nel settore dell’“automotive” ci sono molte storie di successo che possono ispirare e motivare i costruttori di altri comparti industriali. Diverse grandi aziende automobilistiche si sono rese protagoniste negli anni di progetti innovativi e altrettan-
Nell’apposito vano posto nella parte superiore della torretta, costruita con piastre e profilati elettrosaldati in acciaio altoresistenziale, si trova il cofano motore, in alluminio, dal quale si accede comodamente dall’alto e lateralmente al propulsore diesel Cummins B6.7, Stage V, a 6 cilindri, turbo intercooler a controllo elettronico e raffreddamento ad acqua, dalla potenza nominale di 168 kW a 2.200 giri/min e coppia massima di 1.186 Nm a 1.300 giri/min. Da citare il fatto che la macchina monta un cambio ZF completamente automatizzato
Anche sul lato destro la macchina presenta una carenatura in alluminio e una scaletta di accesso integrata nel serbatoio, al cui fianco è ben visibile l’indicatore del livello dell’olio
ti attori del settore delle macchine per il sollevamento, così come in quello del movimento terra, hanno ottenuto risultati significativi sia in termini di fattiva operatività che di mera estetica. Per la progettazione di questa nuova autogrù fuoristrada - il cui progetto è rimasto oggetto di definizione per circa tre anni e nel quale Locatelli Crane ha investito ingenti risorse - il team di engineering del costruttore bergamasco si è ispirato proprio a questa concezione tecnologica e stilistica. Il primo aspetto riguarda il forte svi-
Gli pneumatici di cui è dotata l’autogrù GRIL 110.100 sono di tipo “fuoristrada”, montati in singolo. La macchina, che è in grado di raggiungere una velocità di traslazione di 30 km/h, si caratterizza per le quattro ruote motrici permanenti e per le quattro modalità di sterzatura (solo ruote anteriori, solo ruote posteriori, coordinata e a granchio). I freni di servizio/emergenza sono a disco, di tipo idraulico a doppio circuito indipendente azionato a pedale su tutte le ruote. Il freno di stazionamento è a disco sull’assale anteriore
Sull’autogrù Locatelli GRIL 110.100 è possibile prevedere l’utilizzo di una telecamera sia nella parte posteriore del mezzo che sull’argano
luppo della linea dati della macchina: già le versioni della generazione precedente e attualmente in gamma sono dotate di linea CAN, caratterizzate dallo sfruttamento del protocollo CANBus: con questo nuovo modello Locatelli Crane ha voluto sviluppare fortemente que-
L’argano principale, con fune da 18 mm di diametro e 260 m di lunghezza, presenta un motore idraulico a pistoni accoppiato a un riduttore a riduzione epicicloidale. Il tiro massimo è pari a 69 kN in configurazione standard. La macchina è predisposta per montare anche un argano ausiliario
sto concetto riducendo il numero dei cablaggi a favore di un invio dei comandi attraverso la citata linea CAN. Ciò comporta, tra le altre cose, una riduzione fisica - e una re-
“LOCATRONIC 4.0”: UN MONDO INTERCONNESSO
Con l’introduzione sul mercato dell’autogrù GRIL 110.100 da 100 t Locatelli Crane ha inteso ridisegnare, anche in termini di immagine, tutti gli aspetti che coinvolgono l’intero sistema elettronico della macchina e la sua gestione da remoto, nonché la parte relativa alla manualistica e ai ricambi. In pratica, il costruttore di Mapello ha creato un “mondo 4.0 interconnesso”, un sistema operativo globale, moderno e sofisticato denominato “Locatronic”, uno strumento proattivo con specifiche funzionalità che pongono l’azienda a un livello tecnologico di primario livello. Grazie al sistema di diagnostica da remoto “LOCALIVE” installato sull’autogrù, in particolare, Locatelli Crane ha la possibilità di collegarsi con la macchina da remoto e instaurare con essa un “dialogo bidirezionale”, consentendo ai tecnici di intervenire come se fossero seduti in cabina e di diagnosticare ed eseguire eventuali interventi di assistenza in tempo reale, in ogni parte del mondo. Una soluzione che, nell’attuale versione, consente di verificare anche i minimi malfunzionamenti e che si rivela fondamentale anche in termini di pre-diagnostica, poiché permette - in caso di avaria del mezzo - di prevedere e ottimizzare i costi di trasferimento di persone e materiali nel luogo d’intervento, nonché di limitare i fermi macchina, garantendo un’assistenza rapida e una continuità fondamentale nella fornitura dei ricambi, oltre a un aumentato livello di sicurezza, di efficienza e di prestazioni della macchina stessa.
Hands On
SIMULAZIONE A PORTATA DI… PANNELLO
Al fine di formare, istruire e aggiornare il personale interno e i propri clienti sul corretto uso delle proprie autogrù e sulla relativa manutenzione, Locatelli Crane mette loro a disposizione uno strumento di formazione completo consistente non in un tradizionale “simulatore per gru mobile”, bensì in
lativa ottimizzazione - dei cavi presenti sulla macchina e questa filosofia sarà condivisa in futuro con i modelli già esistenti. In termini estetici, invece, il concetto “automotive” si concretizza - oltre che nell’utilizzo di materiali di altissima qualità, in particolare per quan-
un vero e proprio pannello dove sono stati preventivamente sezionati tutti gli impianti della macchina, facilmente identificabili. Attraverso questo strumento è dunque possibile prendere confidenza con l’utilizzo del limitatore di carico e dell’elettronica di bordo del mezzo interessato. L’obiettivo di questo strumento è didattico, poiché il “simulatore” si accende ed è come essere seduti sull’autogrù, avendo sott’occhio e a portata di mano ogni componente vitale: dal display al limitatore di carico, dalla componentistica a tutti gli strumenti presenti sulla macchina. Il pannello in oggetto offre dunque funzionalità di valutazione approfondite ed esercizi di apprendimento progressivi per principianti ma anche per operatori di gru mobili esperti.
to riguarda la realizzazione della struttura del braccio telescopiconell’ottimizzazione e nella (quasi) sparizione di tasti sulla plancia di comando, così come ormai diventata una consuetudine a bordo di un’automobile di ultima generazione. Pur mantenendo la stessa
La cabina è sospesa elasticamente sul lato sinistro della torretta ed è inclinabile fino a 20° (all’interno il sedile è inclinabile elettricamente, per ottimizzare la posizione e la visuale dell’operatore verso l’alto in fase di sfilo del braccio). Il modulo presenta ampi vetri di sicurezza a visibilità panoramica con possibilità di apertura anteriore e posteriore. Sulla parte posteriore del modulo è prevista una struttura di protezione
Particolare dei distributori elettroidraulici post-compensati proporzionali, che garantiscono la combinazione simultanea dei movimenti della gru. Da evidenziare che la macchina monta una pompa a pistoni Load Sensing azionata dalla presa di forza del convertitore che consente di ottimizzare e risparmiare energia e di adattare i valori di pressione e portata alle richieste di ogni singola utenza presente nel circuito. La trasmissione presenta un convertitore di coppia con trasmissione elettronica e cambio automatico (sei marce avanti + tre marce indietro)
Nella parte anteriore della macchina è presente un ampio vano di ricovero dove gli operatori possono stoccare catene e altri accessori, facilmente raggiungibili con il bozzello della gru
La macchina è dotata di fanaleria “full LED” sia nella parte anteriore che posteriore
La cabina è stata completamente riprogettata ed è all’avanguardia rispetto ai modelli già esistenti in gamma. Oltre a un sedile ergonomico scorrevole e regolabile in altezza sono presenti comandi a controllo globale di tipo automotive con “keypad” CANBus ad azionamenti retroilluminati e device “TPR” CANBus di tipo rotativo per la scelta delle funzioni e delle pagine del sistema di controllo della macchina. A disposizione dell’operatore ci sono joystick elettronici per il comando indipendente o simultaneo dei movimenti dell’autogrù, con funzione di acceleratore del motore integrato. Da citare anche l’azionamento elettronico per la sterzatura indipendente delle ruote posteriori, il cambio automatico con selezione di programmi dedicati per la marcia in condizioni predefinite e il freno di parcheggio e il display grafico avanzato LOCATECH10 touchscreen a colori con grafica personalizzabile. Il cruscotto è predisposto per montare, in caso di necessità, un secondo display
cabina in termini di estetica esterna, l’interno dell’autogrù fuoristrada GRIL 110.100 è stato completamente riprogettato e, a fronte di un cruscotto estremamente “pulito”, l’operatore è in grado di gestire
LA SCHEDA TECNICA
L’autogrù fuoristrada GRIL 110.100
tutte le funzioni della macchina attraverso il display LOCATECH10 e può beneficiare di un elevato livello di comfort operativo e funzionale. Dopo il suo debutto al Salone parigino dello scorso aprile, l’autogrù
Altezza braccio: 50,2 m
Portata max.: 100 t
Peso operativo con bozzello: 55 t
Peso assale anteriore/posteriore: 31/26 t
Lunghezza braccio: 12-47 m
Sezioni braccio: 5
Angolo d’inclinazione braccio: -2°/+80°
Motore: Cummins B6.7 - Stage V
Potenza motore: 168 kW a 2.200 giri/min
Coppia max.: 1.186 Nm a 1.300 giri/min
Diametro/lunghezza fune: 18 mm/260 m
Tiro max.: 69 kN
Velocità di traslazione: 30 km/h
fuoristrada GRIL 110.100 è disponibile per i clienti di tutto il mondo ed è pronta a confrontarsi ai massimi livelli sul mercato con i più rinomati e storici competitor della stessa categoria. ■
R25
FLASH BATTERY
L’IMPORTANZA DEL “COSTO A LUNGO TERMINE”
L’AZIENDA EMILIANA HA PRESENTATO UN’ANALISI
DEL “TOTAL COST OF OWNERSHIP” SULLO
STESSO TIPO DI VEICOLO ALIMENTATO A DIESEL,
ELETTRIFICATO AL PIOMBO O AL LITIO.
IL RISULTATO? NELL’ARCO DI 10 ANNI I COSTI CHE
INCLUDONO LA MANUTENZIONE E IL CARBURANTE
DEL MODELLO CON MOTORE ENDOTERMICO SONO
SUPERIORI DI QUASI TRE VOLTE RISPETTO A QUELLI
DEL CORRISPETTIVO CON BATTERIA AL LITIO
di Daniele Smiraglia
Chi non è avvezzo a termini di natura economica probabilmente non conoscerà il significato dell’acronimo TCO, che va a indicare il “Total Cost of Ownership”, ovvero il valore complessivo di un investimento. Questo indicatore viene utilizzato soprattutto quando in azienda si valuta l’acquisto di un bene - come veicoli, attrezzature o componentistica di vario genere - e pone l’accento su un concetto fondamentale: non bisogna focalizzarsi solo sul prezzo di acquisto iniziale, perché da quel momento in poi inizierà il sostenimento di tutta una serie di costi che andranno a incidere sul bilancio aziendale lungo l’intero ciclo di vita del bene. Il TCO naturalmente diventa un utile strumento per valutare l’impatto della spesa nel corso degli anni anche nell’ac -
quisto di una macchina movimento terra o per il sollevamento. Approfondiamo questa tematica con Marco Righi, fondatore e CEO di Flash Battery, la società di Sant’Ilario d’Enza (RE) specializzata nella fornitura di batterie al litio ai costruttori di macchine industriali e veicoli elettrici con medi volumi produttivi e alte esigenze di personalizzazione.
Da poco Flash Battery ha realizzato un’analisi comparativa decennale sul TCO di un trattore industriale con alimentazione diesel, elettrificato al piombo o al litio. Ci racconta i risultati?
“Flash Battery vanta un’esperienza di oltre 12 anni nella progettazione e produzione di batterie al litio per il settore industriale e questo know-how ci ha permesso di guidare un’ampia schiera di costruttori, provenienti dai settori più diversificati, nel percorso di transizione al litio. Proprio in virtù di questo abbiamo assistito nel tempo alla completa trasformazione di diverse flotte dei nostri clienti che, gradualmente ma in modo irreversibile, hanno scelto di affidarsi all’elettrificazione al litio. Certamente nel momento in cui un direttore tecnico o un ‘technical manager’ decide di valutare un cambio di direzione verso le batterie al litio uno dei maggiori freni è legato al prezzo di partenza elevato. Per rompere ogni indugio, quindi, qualche tempo fa abbiamo presentato un’indagine sul ‘Total Cost of Ownership’ di uno stesso mezzo industriale alimentato a diesel, batterie al piombo e al litio. L’analisi è stata effettuata su un periodo di 10 anni di utilizzo, tenendo in considerazione il costo iniziale, le spese per la manutenzione e il bilancio energetico o prezzo del carburante. Il risultato dimostra senza ombra di dubbio quanto sia elevato il risparmio di chi sceglie di perseguire la strada
dell’elettrificazione con batterie al litio. Il TCO decennale per un trattore industriale diesel, infatti, evidenzia una spesa complessiva superiore a 130.000 euro; lo stesso tipo di veicolo con batteria al piombo consentirebbe di risparmiare più della metà, scendendo addirittura a 47.680 euro se la batteria scelta è al litio”.
Tenendo in considerazione che, come evidenzia l’indagine, il costo iniziale per un veicolo con batteria al litio è più elevato, quali sono gli elementi che incidono maggiormente nell’innalzamento del TCO nel corso dei 10 anni?
“La manutenzione gioca un ruolo fondamentale nel rendere molto più vantaggiosa la scelta di investire su un veicolo con batteria
al litio. L’assenza di un motore endotermico comporta costi di gestione sensibilmente minori rispetto ai veicoli a combustione, con conseguente necessità di sostituire meno frequentemente componenti e parti mobili soggetti a usura. C’è inoltre una forbice importante tra i costi di manutenzione ordinaria delle batterie al piombo e quelli della controparte al litio. Con le prime occorre eseguire periodicamente il rabbocco dell’acqua e la manutenzione del circuito di riempimento, oltre alla pulizia degli elementi e dei poli dall’ossido. Non solo: tra gli altri costi da sostenere per il produttore ci sono quelli necessari per le strutture dedicate alla ricarica delle batterie al piombo, se sono utilizzate in ambienti indoor, quelli per l’aspirazione dei gas rilasciati, che devono essere rimossi dall’area di ricarica e smaltiti con appositi sistemi di aspirazione e ventilazione, ma anche quelli per il sistema di demineralizzazione dell’acqua, fondamentale per il rabbocco delle batterie. In base all’analisi vediamo che in 10 anni la spesa per la manutenzione di un trattore industriale elettrico con batterie al litio è praticamente nulla (circa 100 euro), mentre quella per manutenere nel migliore dei modi una batteria al piombo supera i 20.000 euro”.
Quindi la manutenzione delle batterie al piombo risulta essere estremamente più onerosa rispetto a quella delle batterie al litio. Quali sono i principali vantaggi che contraddistinguono quest’ultima soluzione? “I benefici sono innumerevoli, e spaziano dalla durata all’efficienza, passando per i tempi di ricarica e questioni di tipo puramente logistico. Le batterie al piombo hanno una vita utile di circa quattro volte più breve rispetto a quelle al litio (1.000 cicli di ricarica contro i più di 3.500 o addirittura oltre 4.000 nel nostro caso), con conseguente capacità di erogare energia che diminuisce nel tempo, richiedendo sostituzioni più frequenti. Inoltre, la carica della batteria al piombo offre un’efficienza più ridotta: circa il 75% contro il 96% di quelle al litio. Anche i tempi di ricarica
sono più lenti e possono richiedere dalle sei alle otto ore, mentre le batterie al litio accettano cariche parziali e rapide, rendendo possibile ricaricare più volte durante il giorno. Un altro svantaggio delle batterie al piombo riguarda il fatto che dopo circa otto ore di operatività devono essere sostituite e messe in carica, con conseguente necessità di installare una seconda batteria sul mezzo. Se inoltre consideriamo il fatto che le batterie al piombo sono più pesanti e ingombranti, con le operazioni di sostituzione che richiedono tempo e comportano rischi per la sicurezza degli operatori, è evidente che elettrificare il proprio mezzo con batterie al litio è una scelta finanziariamente vantaggiosa. Inoltre, le batterie al litio - se implementate con un sistema di gestione intelligente, come nel caso del
nostro BMS proprietario, il Flash Balancing System - sono in grado di migliorare l’efficienza complessiva del mezzo, garantendo tempi di carica brevi e prevedibili, con un tempo di bilanciamento inferiore ai 30 minuti e carica completa in sole due ore, un monitoraggio in tempo reale di tutti i parametri della batteria, una gestione termica efficiente e una lunga vita operativa”.
I costi per la manutenzione non sono l’unico indicatore in aggiunta al prezzo iniziale del veicolo che vanno a concorrere alla formazione del TCO. Cosa ci può dire dei costi legati al carburante e all’energia?
“Oggi l’elettricità viene considerata più economica rispetto al gasolio per più di una ragione. Innanzitutto, l’efficienza energetica dei veicoli elettrici è superiore rispetto a quella dei mezzi a combustione interna. È poi è da tenere in considerazione il fattore ‘prezzo’: l’elettricità tende a essere più stabile e meno volatile rispetto al petrolio e ai derivati del petrolio, oltre a essere meno soggetta alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime rispetto ai combustibili fossili; se questo specifico indicatore del TCO presenta nell’analisi un costo di circa 77.000 euro per un trattore industriale a diesel, per alimentare una batteria al piombo si scende a 12.350, che diventano addirittura 9.580 se la batteria è al litio. Il calcolo del Total cost of Ownership deve essere per i produttori di mezzi una leva fondamentale per comprendere appieno i vantaggi del passaggio all’elettrico sul lungo periodo. Scegliere di elettrificare le proprie flotte con batterie al litio non solo comporta un ritorno economico, ma incontra le nuove normative europee che impongono la drastica riduzione delle emissioni inquinanti, verso un minore impatto ambientale e una maggiore sostenibilità”. ■
MANITOWOC CRANE GROUP ITALY
UNA GMK5250XL-1 PER BALDINI GROUP
IL COSTRUTTORE STATUNITENSE HA RECENTEMENTE CONSEGNATO
UNA (ALTRA) AUTOGRÙ MULTISTRADA GROVE ALLA SOCIETÀ DI FAENZA,
SUO CLIENTE FIN DAL 2005, CHE HA SCELTO DI INSERIRE QUESTO
MODELLO A 5 ASSI NEL SUO PARCO MEZZI PER VIA DEL SUO DESIGN INNOVATIVO COMBINATO AL BRACCIO TELESCOPICO PIÙ LUNGO
DELLA CATEGORIA, L’INGOMBRO RIDOTTO E LA RILEVANTE MANOVRABILITÀ
di Ettore Zanatta
Noleggio di autogrù e piattaforme aeree, soccorso stradale, autodemolizione e trasporti eccezionali, ma anche pulizia strade e vendita di pezzi usati e di ricambio: le attività di Baldini Group sono molteplici e consentono all’azienda di Faenza (RA) di rappresentare un punto di riferimento nel mercato, grazie anche all’esperienza accumulata in oltre 50 anni di attività e contraddistinta da un alto livello di competenza e professionalità. Come dichiara il suo titolare Andrea Baldini,
figlio dello storico fondatore dell’azienda Arrigo Baldini e che insieme alla sorella Barbara gestisce oggi le attività societarie, “ l’esperienza maturata dai nostri operatori fa in modo che nei nostri progetti niente sia lasciato al caso e tutto sia programmato al meglio per soddisfare la clientela”. Ma facciamo un passo indietro: nato nei primi anni Sessanta come soccorso stradale da un semplice Sali & Tabacchi, il Gruppo si è velocemente esteso al settore del sollevamento, dei trasporti eccezionali e dell’autodemolizione.
Gli anni Settanta hanno visto partire le prime attività nel settore del sollevamento grazie all’acquisto di mezzi specializzati che hanno poi portato alla fondazione, nel 1984, della specifica società di noleggio Autogru Baldini. Una crescita che nel 1997 ha portato all’acquisizione dell’azienda Nannini di Forlì, realtà specializzata nel noleggio di autogrù e dotata di una licenza per l’attività di demolizione.
Il definitivo salto di qualità è avvenuto nel 2000, quando la Campedelli & C., principale società di Ravenna di noleggio autogrù e piattaforme aeree e contrattista ENI fin dai primi anni Settanta, è entrata a far parte di Baldini Group, spingendolo ulteriormente verso il settore delle manutenzioni industriali e dei grandi impianti. L’anno successivo gli orizzonti di Baldini Group si sono allargati anche al mercato emiliano attraverso l’inaugurazione di una nuova sede a Bologna, a San Lazzaro di Savena. “La voglia di continuare a crescere e migliorarsi è il ‘fil rouge’ che ha attraversato la storia del Gruppo fin dai suoi albori”, continua Andrea Baldini. Nel 2014 il settore del noleggio si è espanso ancora in seguito all’acquisizione del pacchetto clienti e del marchio della società F.lli Tomassoni di Fano (PU), azienda con alle spalle più di 40 anni di esperienza in sollevamenti e movimentazioni. “Oggi Baldini Group può vantare diverse filiali sul territorio nazionale - tra Faenza, Forlì, Ravenna,
NELLA FOTO DI GRUPPO: ANDREA NICOLÒ, RESPONSABILE GRU ELETTRICHE DI BALDINI GROUP; ENRICO ANGIOLINI, “REGIONAL SALES MANAGING DIRECTOR” DI MANITOWOC; ANDREA BALDINI, TITOLARE DI BALDINI GROUP; NICOLA LIVERANI, DIRETTORE COMMERCIALE DI BALDINI GROUP; ROBERTO ZUCCHI, “SALES AREA MANAGER” DI MANITOWOC. NELLA FOTO SOTTO, BARBARA BALDINI, CEO DI BALDINI GROUP, RICEVE LA “CHIAVE VIRTUALE” DELL’AUTOGRÙ GMK5250XL-1 DA ROBERTO ZUCCHI
Bologna e Fano - nelle quali sono attivi tutti i suoi servizi”, conclude Baldini. “L’organico totale del Gruppo conta attualmente oltre 150 dipendenti nei diversi settori, con un fatturato annuo di circa 22 milioni di euro”.
Focus sul sollevamento Il servizio di noleggio di Baldini Group mette a disposizione di privati e imprese un parco macchi-
ne composto da mezzi di ogni dimensione e portata, tecnologicamente avanzati e adatti per ogni attività di sollevamento e di movimentazione (nel parco mezzi sono presenti, tra gli altri, anche gru elettriche per la movimentazione e installazione di macchinari all’interno di capannoni o ambienti interni e carrelli SPMT). Spiega Andrea Baldini: “Siamo in
GRAZIE AL BRACCIO PRINCIPALE DA 13,4-78,5 M E ALLA SUA CAPACITÀ OPERATIVA, UNITAMENTE ALL’INGOMBRO CONTENUTO E ALLA RILEVANTE MANOVRABILITÀ, L’AUTOGRÙ MULTISTRADA GROVE GMK5250XL-1 È STATA SCELTA DA BALDINI GROUP PER ARRICCHIRE IL SUO GIÀ AMPIO PARCO MEZZI
La parola ai protagonisti “Ho avuto l’opportunità di incontrare Andrea Baldini nel 2007 in un momento di crescita comune, qualche anno dopo che Manitowoc avegrado di offrire un pacchetto completo ‘chiavi in mano’ di elevata qualità, dal trasporto al sollevamento, fino al montaggio di strutture di ogni tipologia. Per quanto riguarda le autogrù, in particolare, offriamo due modalità di noleggio, con operatore (a caldo) e senza operatore (a freddo), e disponiamo di una quarantina di mezzi con portate che vanno dalle 10 alle 500 t e con bracci telescopici fino a 80 m (con l’aggiunta del jib fino a 145 m). Per ciò che concerne la ‘composizione’ del parco mezzi ci affidiamo solo ai migliori costruttori sul mercato, tra cui spicca Grove. In tal senso, l’acquisto più rilevante degli ultimi anni è senza ombra di dubbio quello dell’autogrù multistrada GMK5250XL-1”.
va acquisito il marchio Grove”, racconta Roberto Zucchi, “Sales Area Manager” di Manitowoc. “Già dall’ inizio del rapporto Baldini Group ha investito sui primi modelli di gru multistrada come la GMK6300, la GMK4100 da 100 t, la GMK5130 con 60 m di braccio e molte altre, fino ad arrivare oggi a contare in flotta ben 15 modelli Grove, da 3 a 6 assi, coprendo il range di capacità da 75 t a 300 t. Recentemente abbiamo celebrato una nuova importante consegna, quella dell’autogrù GMK5250XL-1 a 5 assi, modello lanciato al Bauma 2019 e che ha riscosso da subito un notevole successo sul mercato grazie a un design che combina il braccio telescopico più lungo della categoria (13,4-78,5 m, in 8 sezioni), un ingombro ridotto e un’eccellente manovrabilità”. Aggiunge Andrea Baldini: “Le autogrù Grove sono una garanzia di alte capacità e versatilità che, se confron-
TRA GLI INTERVENTI IN CUI SI È DISTINTO BALDINI GROUP SPICCA LA MOVIMENTAZIONE E IL VARO DI TRE IMPALCATI IN CARPENTERIA METALLICA, CON PESO CIASCUNO DI 70 T E LUNGHEZZA 52 M, ESEGUITI UTILIZZANDO ANCHE UN’AUTOGRÙ GROVE GMK5250L
BALDINI GROUP È IN GRADO DI OFFRIRE UN PACCHETTO COMPLETO ‘CHIAVI IN MANO’ DI ELEVATA QUALITÀ, DAL TRASPORTO AL SOLLEVAMENTO, FINO AL MONTAGGIO DI STRUTTURE DI OGNI TIPOLOGIA. NELLA FOTO, LA SOSTITUZIONE DI GRUPPI DI CONDIZIONAMENTO ESEGUITA CON UN’AUTOGRÙ GROVE GMK5250L, VERSIONE CHE FA GIÀ PARTE DEL PARCO MACCHINE DELL’AZIENDA
tate con altre, a parità di portata si dimostrano molto generose nelle prestazioni di sollevamento, soprattutto in modalità ‘taxi’. Si tratta di caratteristiche che soddisfano le esigenze che vanno dal noleggio classico ai servizi di manutenzione e di trasporto e di logistica nel settore industrialepassando per attività in piattaforme ‘off-shore’, assemblaggio di blocchi prefabbricati, eccetera - e permettono di operare con professionalità e tempestività. Abbiamo deciso di acquistare la GMK5250XL-1 per ampliare una fascia operativa di mezzi che si dimostra essere la più richiesta. La macchina è stata inserita nella flotta di noleggio e, viste le sue peculiarità in termini di dimensioni, versatilità e compattezza nel piazzamento, sarà impiegata all’occorrenza con la configurazione più adatta. Si tratta davvero di un’ottima sotto tutti gli aspetti: velocità, piazzamento, sterzata, sospensioni e robustezza del carro”.
Aggiunge Roberto Zucchi: “Il carro citato è senz’altro uno dei punti di forza dell’autogrù GMK5250XL-1 e si caratterizza, tra le altre cose, per la trazione/sterzo 10x6x10 (opzionale 10x8x10), per il sistema di sospensioni MEGATRAK, per il motore MercedezBenz da 390 kW, per la trasmissione Mercedes e per la cabina di guida di ultima generazione. Da evidenziare sono anche la torretta inclinabile di 20°, il sistema di controllo della gru CCS, la modalità Eco e il contrappeso da 80 t, nonché le dimensioni compatte (lar-
PARTICOLARE DELLA POSA DI VASCHE PREFABBRICATE DA 30 T CIASCUNA ESEGUITA DA BALDINI GROUP UTILIZZANDO UN’AUTOGRÙ GROVE GMK5170-1
ghezza minima di 2,75 e lunghezza totale di 15,4 m), il raggio di sterzata posteriore di 5,2 m e la base degli stabilizzatori di 9 x 7,8 m”. “Ulteriore aspetto da considerare –conclude Baldini – è che quest’autogrù è molto intuitiva e semplice da configurare in quanto riporta svariate immagini illustrative sul display e non
è particolarmente complessa nel piazzamento Anche l’assistenza tecnica Grove, peraltro, si è sempre dimostrata molto disponibile e i tecnici sono sempre attenti a tutte le nostre richieste. Una menzione speciale la vorrei riservare al tecnico Mario Marenco, che ha sempre dimostrato serietà e grande professionalità”. ■
TRASPORTO E SOLLEVAMENTO DI OTTO U.T.A. (UNITÀ TRATTAMENTO ARIA) A CESENA (FC) ESEGUITO DA BALDINI GROUP UTILIZZANDO UN’AUTOGRÙ GROVE CON GMK5170-1. OGNI ELEMENTO AVEVA UN PESO DI CIRCA 6 Q E RICHIEDEVA DI ESSERE SPOSTATO A UNA DISTANZA MASSIMA DI 50 M
IL NOLEGGIO? SEMPRE PIÙ PROFESSIONALE!
NEL 2023 IL SETTORE DEL NOLEGGIO HA FATTO REGISTRARE QUOTA 3 MILIARDI DI EURO IN TERMINI DI VOLUME DI AFFARI. LE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA SONO CONSIDEREVOLI.
IL SEGRETO DI QUESTO SUCCESSO? IL PASSAGGIO DA SEMPLICI “FORNITORI DI MACCHINE
E ATTREZZATURE” A “PARTNER STRATEGICI E PROFESSIONALI” A CUI RIVOLGERSI PER OTTENERE LA SOLUZIONE PIÙ PERFORMANTE DI FRONTE A NECESSITÀ SPECIFICHE
di Raffaella Chierici
Partiamo dalle basi: cos’è il noleggio? Qualcuno può pensare che questa sia una domanda banale, ma non lo è: il noleggio non è la mera fornitura di un dato mezzo o di una data attrezzatura, bensì l’impiego a 360° del macchinario o dell’equipaggiamento. È proprio questo il punto nodale di tutta l’attività di ogni noleggiatore: quella serie di servizi collegati alla fornitura e all’uso produttivo e in sicurezza di un determinato macchinario. Servizi “nascosti” che, spesso, non vengono riconosciuti come indispensabili dagli utilizzatori finali. Il noleggiatore deve essere capace di “vendere” l’intera attività che sta dietro al semplice mezzo: assistenza, manutenzione, parco mezzi sempre aggiornato
MARCO PROSPERI
DIRETTORE DI ASSODIMI/ASSONOLO
e di ultima generazione in grado di garantire un miglioramento sostanziale all’attività del cliente. “ Il noleggio - come dichiarato da Marco Prosperi, direttore di Assodimi/Assonolo, l’Associazione Distributori e Noleggiatori di Beni Strumentali - è difficile da ‘rivendere’.
Soprattutto in Italia, dov’è ancora molto forte l’attitudine all’acquisto”.
Perché si noleggia?
In Italia, principalmente, gli operatori del settore delle macchine
da costruzione o per il sollevamento (ma non solo) noleggiano perché si trovano ad affrontare un picco particolarmente elevato di lavoro, perché devono operare al di fuori della loro zona abituale o
perché non hanno la macchina - o l’attrezzatura - adeguata al lavoro richiesto. Il noleggio professionale è un alleato del cliente che gli consente di lavorare meglio e in sicurezza grazie alla possibilità di scelta tra mezzi innovativi e di ultima generazione. Ed è questo il punto, ancora oggi, più complesso dell’attività del noleggiatore: “scardinare” l’abitudine all’acquisto, che ancora predomina in Italia, e rendere chiari e immediati tutti i vantaggi insiti nel noleggio di un mezzo o di un’attrezzatura. Il convegno “Il noleggio in Italia nel settore edilizia e nella filiera del calcestruzzo, numeri e dinamiche” organizzato da Rental Blog in collaborazione con Assodimi/Assonolo, svoltosi a Piacenza Expo durante la scorsa edizione del GIC-Giornate Italiane del Calcestruzzo, è stata un’occasione di confronto tra noleggiatori e costruttori di macchi-
ASSODIMI/ASSONOLO: UNA NUOVA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
Assodimi/Assonolo, associazione in rappresentanza nel noleggio professionale di beni strumentali, è diventata negli anni un’importante interlocutrice presso enti e ministeri. Per implementare ulteriormente questo ruolo all’interno del mercato del noleggio è stato deciso un cambio di approccio in termini di comunicazione interna, verso gli associati e il mercato esterno. Sono nati di conseguenza cinque i diversi portali che, collegati tra loro, consentono di comunicare con trasparenza ed efficacia a target diversi di utenti dell’associazione. Il principale obiettivo di questo pluralismo di portali sul mondo del noleggio è quello di differenziare le informazioni destinando un diverso ruolo, facilmente individuabile, a ogni singolo portale. Assodimi.it mantiene una valenza istituzionale mettendo in luce progetti e attività dell’associazione legate al settore noleggio; Nolo.News darà voce e visibilità a notizie e aggiornamenti provenienti dai soci, con un’agenda dedicata agli appuntamenti e alle fiere
dedicate al settore noleggio; Scuola di Noleggio ha l’obiettivo di fornire informazioni - da fonti autorevoli - chiare e puntuali sul noleggio. Il portale propone inoltre una formazione specifica e di livello a chi opera nel noleggio. Assonolo.it è il portale che consente di
individuare sulla mappa tutte le aziende di noleggio, associate ad Assodimi/ Assonolo, che operano sul territorio italiano. Il portale Job.Assodimi, infine, nasce per rispondere alla crescente esigenza delle aziende di noleggio di attrarre e ricercare collaboratori.
ne e attrezzature. Un confronto –moderato da Luca Tagliabue e Pier Angelo Cantù di Rental Blog – che ha confermato la via già intrapresa anche per i prossimi anni: una piena e fattiva collaborazione finalizzata a creare e consolidare figure sempre più professionali e preparate nel mondo del noleggio.
La crescita del noleggio
Nel 2023 il noleggio in Italia ha superato quota 3 miliardi di euro in termini di volume di affari, con una crescita esponenziale rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, questo importante sviluppo dell’attività si ridimensiona se paragonata al mercato tedesco - dove i volumi sono più del doppio - o a quello inglese, che supera quello italiano di oltre due terzi.
“Il noleggio presenta un grande potenziale”, afferma il direttore di Assodimi/Assonolo. “Come rilevato dal Centro Studi Assodimi/Assonolo, che ogni anno analizza oltre 1.200 bilanci aziendali, la spesa pro capite italiana verso il noleggio è aumentata di 60 punti negli ultimi tre anni, arrivando a una quota di oltre 60 euro. In Italia ci stiamo sempre di più avvicinando al noleggio di beni strumentali, sia che si tratti di lavoro che di hobby o di svago”. Nello specifico, il noleggio delle piccole attrezzaturenonostante conti solo il 5% del totale dell’intero settore - è uno dei segmenti più dinamici. Dagli studi effettuati da Assodimi/Assonolo è stato rilevato che quasi il 50% delle piccole attrezzature utilizzate in Italia è noleggiato. “Un dato, questo, che ci fa affermare quanto oggi manchi più l’offerta che la domanda di noleggio di piccole attrezzature”, afferma ancora Marco Prosperi. “E come offerta intendiamo un’offerta specializzata e professionale. Sempre il nostro Centro Studi ha osservato quanto il noleggio stia crescendo, soprattutto per ciò che concerne alcune tipologie di lavoro, ad esempio le ristrutturazioni, laddove il noleggio è sempre stato presente. Tuttavia, in Italia mancano
zone territoriali e di tipologie di clienti raggiunte dal noleggio e questo sarà uno degli interventi che dovranno fare i noleggiatori nel futuro. Non dovranno più essere noleggiatori ‘passivi’ in attesa del cliente, ma diventare noleggiatori ‘attivi’ e propositivi alla ricerca di nuovi partner”.
Considerando che il ritorno di spesa di acquisto delle piccole attrezzature è molto rapido - addirittura inferiore a un anno - e che la redditività di questi strumenti è dinamica ed elevata appare chiaro quanto questo genere di servizio sia ormai basilare per il continuo dialogo tra noleggiatori e operatori finali. Un dialogo costante, che deve portare al miglioramento delle attività per il cliente, soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, oltre che a un incremento della redditività del noleggiatore stesso.
Il futuro del settore
Analizzando i dati italiani rapportati a quelli del resto dell’Europa il margine di sviluppo appare potenzialmente molto elevato. Prendiamo ad esempio la Francia: il noleggio delle piccole attrezzature rappresenta il 40% del totale del noleggio per il settore delle costruzioni e il totale dei noleggiatori si
attesta sulle 400 unità. In Italia, come già accennato, il segmento delle piccole attrezzature rappresenta il 5% del totale, mentre il numero dei noleggiatori si aggira attorno ai 4.000. Appare più che evidente quanto le opportunità di crescita ci siano. Lo sviluppo di questo comparto, inoltre, rappresenterà una vittoria per tanti attori in campo: dal produttore al noleggiatore, dal cliente fino ad arrivare a tutto l’indotto legato a tutti e tre i protagonisti appena citati. In effetti, i vantaggi sono molteplici: i costruttori potranno investire su prodotti tecnologicamente avanzati e su un’implementazione della gamma offerta anziché pensare più banalmente a realizzare attrezzature dal costo accessibile per gli acquirenti. Il noleggiatore potrà investire sulla creazione di un’offerta convincente in grado di stimolare la domanda grazie a incrementi strutturali, organizzativi e formativi. Infine, l’utilizzatore che avrà a disposizione prodotti e attrezzature di ultima generazione, assistenza tecnica e nessun rischio di fermo macchina. Senza dimenticare che l’acquisto di un bene si ammortizza in cinque anni, mentre il costo del noleggio si “scarica” nell’anno d’esercizio.
Noleggio sì, ma professionale
A fronte di un mercato in grande espansione è indispensabile che il noleggio sia un’attività di qualità, costituito da figure professionali tecnicamente preparate. Negli ultimi anni la figura del noleggiatore ha assunto un ruolo molto più profes-
sionale e rilevante. Diventa fondamentale, anche a fronte di rallentamenti del mercato e dell’economia, che questo percorso di crescita e valorizzazione del noleggio continui a incrementarsi. Il noleggiatore deve sempre più porsi come “professionista del settore”, attraverso adeguati investimenti in formazione,
CRESCITA DEL 18% PER IL GRUPPO
Il gruppo francese Kiloutou ha fatto registrare un fatturato di 1,2 miliardi di euro nel 2023, confermando il suo slancio di crescita in tutti i mercati in cui opera. In Francia, la società di noleggio ha registrato un fatturato di 759 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto al 2022. Negli altri sei Paesi europei in cui il Gruppo opera - Polonia, Spagna, Germania, Italia, Danimarca e Portogallo - Kiloutou ha chiuso l’anno con un fatturato di 448 milioni di euro e una crescita del 42%. Nel 2023 Kiloutou ha quindi rafforzato la sua posizione di terza società di noleggio in Europa e la sua penetrazione nei vari mercati, grazie anche a diverse acquisizioni realizzate in parallelo all’apertura di una quindicina di nuove filiali in tutto il continente. Grande è l’attenzione all’ambiente: un terzo degli investimenti nel 2023 è destinato all’acquisto di attrezzature a basse emissioni. Kiloutou, che in Francia ha riunito la sua gamma di attrezzature a basse emissioni di carbonio in una linea dedicata iMPAKT, mira a introdurre gradualmente una gam-
ma a basse emissioni a partire dal 2024. Contemporaneamente sta proseguendo il progetto di decarbonizzazione della flotta aziendale (veicoli di servizio, di soccorso e di consegna). Il Gruppo prevede che il 27% dei suoi rinnovi di veicoli nel 2024 sarà decarbonizzato. Ma come viene visto il 2024? Ricco di opportunità e di sfide. Il contesto economico è ancora segnato dall’inflazione e dall’emergere di crisi settoriali e geopolitiche che potrebbero turbare l’industria dei lavori pubblici e delle costruzioni. Di fronte a queste sfide il noleggio di attrezzature si sta rivelando una soluzione concreta per le imprese di costruzione e di lavori pubblici: in primo luogo, consentendo loro di ottimizzare la struttura dei costi; in secondo luogo, offrendo loro attrezzature a basse emissioni di carbonio che sono ancora più costose da acquistare. Anche per il 2024 il gruppo Kiloutou intensificherà la propria diversificazione aprendo filiali specializzate e rafforzando la propria attività in diversi settori in crescita, tra cui l’industria, l’energia e i servizi.
sicurezza e transizione energetica che elevino la qualità dei prodotti e dei servizi, distinguendosi da tutti quei - speriamo sempre in misura minore - noleggiatori improvvisati. È un mondo che sta crescendo, su cui scommettere e su cui i produttori stanno investendo molte risorse in termini di sviluppo tecnologico e completamento di gamma proposta sul mercato, senza dimenticare i grandi investimenti in assistenza e formazione. Grazie al mondo del noleggio professionale, infatti, i costruttori possono investire e puntare sulla realizzazione di macchine particolari ed estremamente specifiche. E questo perché l’utilizzatore finale sa di potersi affidare a tecnici specializzati per l’uso saltuario di una macchina senza sentire la necessità di doverla acquistare. Il noleggio è una “opportunità” e il noleggiatore professionale diventa il mezzo con cui i produttori devono lavorare per cogliere quest’importante occasione.
La parola ai costruttori
Il mercato del noleggio professionale e specializzato è un importante segmento su cui i produttori stanno investendo. Se è vero che l’utilizzatore finale tende ad acquistare un mezzo o un’attrezzatura “tradizionali” e di uso quotidiano risulta altrettanto vero che, sempre più, si affida al mondo del noleggio per l’uso di attrezzature particolari ed estremamente specifiche. Il produttore può quindi destinare risorse allo sviluppo di attrezzature specializzate e specialistiche senza correre il pericoloso rischio che esse non vengano vendute. Diventa sempre più indispensabile che si crei un rapporto di collaborazione e fiducia tra produttori e noleggiatori, una cooperazione e una sinergia professionale dove la formazione sia il punto di partenza. L’offerta italiana di piccole attrezzature a noleggio, per il momento, è molto bassa e il 5% che il segmento occupa dell’intero settore ne è la conferma. Una percentuale
destinata ad aumentare nei prossimi anni vista, soprattutto, l’attenzione dei produttori verso i noleggiatori professionali.
“In Tyrolit - ha affermato Alberto Dus, Sales Manager per l’Italia dell’azienda specializzata a livello mondiale in utensili per la rettifica, il taglio, la perforazione e la levigatura, oltre che di macchinari per l’edilizia e la demolizione controllata - siamo convinti che l’incremento del numero di attrezzature proposte sia una grande opportunità da conquistare per il noleggiatore. Tyrolit si sta approcciando sempre più al settore del noleggio attraverso diversi canali, il primo dei quali è il ‘Tyrolit Rental Service’”. La formula proposta dal “Tyrolit Rental Service” è semplice: chi sottoscrive un contratto di noleggio della durata di 24 mesi con Tyrolit, al termine del periodo indicato potrà riconsegnare le sue macchine, sostituendole con
modelli nuovi in caso di proseguimento dell’accordo. Le macchine ritirate e rigenerate entreranno a far parte del parco dei mezzi previsti come macchine sostitutive, evitando quindi di generare concorrenza con i partner e consegnando loro attrezzature nuove e performanti. Qual è il vantaggio in tutto questo?
SPIRITO DI SQUADRA PER IL SUCCESSO
Qualche numero per descrivere il 2023 del Gruppo Mollo: 518 collaboratori (+75 rispetto all’anno precedente), 57 centri noleggio operativi (nove in più rispetto al 2022) dislocati in nove regioni e 36 province italiane, 85.000 contratti di noleggio (+12.300 rispetto al 2022). Il fatturato è stato pari a 127 milioni di euro (in crescita del 22% rispetto all’anno precedente), generato esclusivamente da attività di noleggio e non di vendita. Il noleggio è una soluzione adottata da tante tipologie di aziende operanti nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, ma non solo: manutenzioni e ristrutturazioni, infrastrutture, manutenzione del verde, scavi e demolizioni, industria e logistica, eventi e manifestazioni. “Offriamo unventagliod’offertaa360°”, conferma il presidente dell’azienda albese, Mauro Mollo, ricordando che il Gruppo oggi offre noleggi con operatore e a freddo. Da non dimenticare la sua Academy formativa, che nel 2023 ha rilasciato ben 6.600 patentini, aggiudicandosi diversi ricono-
scimenti quale miglior centro di formazione italiano. Gli obiettivi per il 2024 sono chiari: arrivare a quota 65 centri noleggio in Italia e a un fatturato di 150 milioni di euro. Per quanto riguarda i progetti a lungo termine, l’azienda continuerà a incrementare e rinnovare la propria flotta di mezzi (oggi composta da più di 13.000 unità tra piattaforme aeree, mezzi per il sollevamento, gru edili, veicoli commerciali, macchine movimento terra e attrezzature edili, monoblocchi, con-
“Sicuramente economico”, conferma Alberto Dus. “Il noleggio delle attrezzature in Italia ha un costo elevato; con il vantaggio offerto di non dover comprare l’attrezzatura permettiamo al noleggiatore di abbassare i costi di noleggio nei confronti dell’utente finale. Il noleggio ha bisogno di ‘educazione’: dobbiamo educare i noleggiatori italiani all’offerta della piccola attrezzatura vista, troppo spesso, come un’attività secondaria e trasformarla in un elemento trainante della loro attività. Con questo intento abbiamo creato la ‘Tyrolit Academy’, tramite la quale vogliamo incrementare la conoscenza dei nostri prodotti e la formazione di noleggiatori e di rivenditori. Crediamo nella formazione e soprattutto nella formazione tecnica di qualità”.
Sea Technology è partner Assodimi/ Assonolo dal 2010, avendo intercettato da subito l’esigenza da parte dei noleggiatori di incrementare
tainer, bagni mobili) selezionandoli, come sempre, tra i costruttori più affidabili e innovativi sul mercato mondiale. Nel biennio 2024-2025 il Gruppo Mollo investirà 120 milioni di euro in nuovi mezzi, puntando in particolare su soluzioni “green” e tecnologie elettriche e ibride. A tale scopo, Mollo Noleggio punta sul rafforzamento del marchio Blue&Green, con l’obiettivo di ridurre i consumi, le emissioni e la rumorosità.
la gamma di prodotti offerti inserendo la piccola attrezzatura. Tutte le nuove macchine e le attrezzature vengono progettate e realizzate improntandole al noleggio rendendole di più facile utilizzo, più durature e di più facile manutenzione. “Abbiamo creato ‘We Rent’ - ha sottolineato Alessandro Turri, vicepresidente dell’azienda - per un servizio completo di assistenza e formazione dedicato al noleggiatore che vuole cimentarsi nel noleggio delle nostre attrezzature. Il servizio comprende assistenza meccanica e formazione sull’uso pratico delle nostre attrezzature attraverso la creazione di giornate dedicate, presso l’area test nella nostra azienda” “We Rent” è un servizio che offre la massima flessibilità di utilizzo poiché, data la completezza del parco macchine Sea Technology, è sempre possibile per il noleggiatore professionale sostituire il noleggio di una macchina con quello di un’altra più idonea a un servizio ben misurato. Husqvarna Group, nella figura del suo responsabile vendite per la divisione Edilizia, Massimiliano
ALESSANDRO TURRI VICEPRESIDENTE DI SEA TECHNOLOGYBortolozzo, conferma l’andamento di crescita del settore del noleggio per i prossimi anni e l’intento dei costruttori volto alla creazione di soluzioni sempre più affidabili e di semplice utilizzo per questo mercato. Rilevante è anche l’impegno verso la formazione dei noleggiatori stessi perché, come dichiarato da Bortolozzo stesso, “oggi si sta abbandonando la scelta di un’attrezzatura o mezzo a noleggio in base al costo. Oggi si sceglie un mezzo o un’attrezzatura in funzione che questo ri-
LO STATO DEI NOLEGGIATORI 3/ VENPA
sponda appieno a necessità specifiche. Il cliente, oggi, va dal noleggiatore chiedendo consigli e soluzioni: una preparazione tecnica diventa fondamentale”. Il noleggiatore è un partner di prestigio per i costruttori e il noleggiatore professionale e preparato riesce ad assicurare un valore aggiunto alle aziende produttrici stesse. “Il mondo del noleggio in questi anniha sottolineato ancora Bortolozzo - ha dato la possibilità di valorizzare la macchina performante, mettendo in secondo piano il costo della macchina stessa. L’obiettivo finale è soddisfare le necessità dell’utilizzatore finale e per noi avere partner noleggiatori capillarmente posizionati in tutto il territorio nazionale ci consente di rispondere tempestivamente a chi ci chiede un’attrezzatura in qualsiasi zona d’Italia”.
La parola ai noleggiatori
Uno degli aspetti principali per lo sviluppo del settore è il cambio di rotta affinché cessi il ricorso al noleggio solo quando serve una macchina. Come può avvenire questa inversione di tendenza?
FORMAZIONE CONTINUA E ALTA SPECIALIZZAZIONE
Dal monitoraggio e analisi dati Assistenza Venpa 2023 sono emersi i risultati di un anno di lavoro che hanno attestato al 72% la percentuale degli interventi effettuati che non hanno richiesto ulteriori assistenze, risolvendosi positivamente con un unico passaggio del tecnico in cantiere. In Venpa l’aggiornamento dei tecnici meccanici ed elettrotecnici avviene in maniera continuativa: ogni anno, per tutti i tecnici di officina, viene infatti predisposto un fitto programma di incontri formativi che vede coinvolte le case costruttrici, al fine di conoscere i nuovi mezzi a parco noleggio, e il personale tecnico interno esperto Venpa, per quanto invece concerne la diagnostica. Allo stesso tempo in Venpa sono stati istituiti nuovi ruoli professionali altamente specializzati a
supporto di tutte le officine. Tecnici esperti Venpa sono stati designati quali formatori tecnici di riferimento per la risoluzione di guasti e malfunzionamenti di varia origine, tanto meccanici quanto elettrotecnici. L’ampia conoscenza di questi professionisti, maturata sul campo in anni di lavoro, è ora quindi a disposizione di tutto il comparto tecnico Venpa, al fine di snellire
i tempi di risoluzione del problema che blocca la rimessa in opera del mezzo noleggiabile. La conoscenza del singolo diventa patrimonio comune per tutti i colleghi, anche grazie alla condivisione di registri di lavorazione dei mezzi a parco e di documentazione tecnica redatta al fine di storicizzare interventi e problematiche emerse nella vita di un mezzo.
Evidenziando tutti i vantaggi derivanti dal noleggio che, ancora oggi, non sempre vengono recepiti dai potenziali clienti. Assistenza nella scelta del prodotto migliore per le specifiche esigenze, proposta di mezzi tecnologicamente all’avanguardia e perfettamente controllati e revisionati, assistenza tecnica e conoscenza precisa dei mezzi proposti, soluzioni finalizzate al miglioramento del lavoro dei clienti: sono questi alcuni dei principali plus che devono essere evidenziali affinché il noleggiatore non sia più solo un semplice “affitta-mezzi”. In estrema sintesi possiamo parlare di professionalità al primo posto. È opinione comune tra i noleggiatori, infatti, che la professionalità sia l’obiettivo da raggiungere se si vuole davvero crescere come e quanto i dati di Assodimi/Assonolo prospettano. “In una catena formata da un mercato in crescita, dai produttori, da noi noleggiatori e dal cliente finale mi sento di affermare che l’anello debole sia proprio quello dei noleggiatori”, ha spiegato Leonardo Gnaga, responsabile dell’attività di sviluppo del noleggio in CGTE. “Troppo spesso, ancora oggi, non siamo in grado di trasmettere ai clienti finali la forte competenza e le capacità tecniche e tecnologiche dei costruttori. Dobbiamo acquisire tutte le competenze necessarie se vogliamo conquistare nuove aree di mercato, non possiamo più permetter-
ci di essere semplici fornitori di mezzi, ma divenire un partner di riferimento dei nostri clienti che ricercano specifiche soluzioni. Ricordiamoci che è ‘la somma che fa il totale’, non il singolo ‘grande’ noleggio. Entrare in empatia con i clienti, offrendo loro attrezzature per lavori specifici e non usuali, crea nuovi clienti, volume di affari importanti e… mercato”. Investimenti nell’ampliamento continuo delle gamme e, soprattutto, investimenti nella formazione continua e precisa, infatti, sono gli sforzi che CGTE sta intraprendendo per la fidelizza-
zione dei suoi clienti e per lo sviluppo di nuovi mercati, come citato da Gnaga.
CGTE nasce come azienda di noleggio per il movimento terra per poi sviluppare diverse altre linee specializzate per il noleggio tra cui, appunto, la piccola attrezzatura. L’obiettivo di questa scelta nasce anche dalla volontà di affiancare il cliente nella sua attività quotidiana proponendo accessori e attrezzature che possano farlo lavorare meglio e, di conseguenza, migliorarne la produttività. Se da un lato il noleggio di un mezzo di grosse dimensioni (un escavatore convenzionale, ad esempio) porta un beneficio immediato in termini economici e, perché no, di soddisfazione personale al noleggiatore, è importante sottolineare quanto il mercato delle piccole attrezzature si caratterizzi per una grande mar-
ginalità di guadagno e costituisce un’enorme possibilità di conquista di nuovi clienti. È proprio in questo segmento che HSS Nolo è nata oltre 30 anni, fa specializzandosi nel noleggio di piccole attrezzature. “Il nostro vero obiettivo - ha spiegato il suo portavoce, Alessandro Combi - è quello di cercare di aiutare il nostro cliente ad avere successo e di aiutarlo semplificandoli la vita. Deve lavorare con la migliore tecnologia possibile, il migliore prodotto disponibile e, soprattutto, la migliore consulenza che possiamo fornirgli. Perché molto spesso
i clienti non conoscono i prodotti che andranno a noleggiare e devono potersi fidare della nostra parola. È solo attraverso la formazione e la continua ricerca di attrezzature specializzate e altamente performanti che possiamo raggiungere il nostro obiettivo. Oggi possiamo affermare che, grazie ai nostri continui investimenti, sia imprese che artigiani e privati si affidano alla professionalità e disponibilità dei nostri consulenti di noleggio per trovare l’attrezzatura più adatta al proprio lavoro”. Possibilità di scelta, rapidità in termini di fornitura, opportunità di noleggio a breve termine, prodotti sempre controllati e verificati, assistenza tecnica e fornitura di soluzioni mirate e precise: sono queste, in conclusione, le caratteristiche che il noleggiatore professionale di piccole attrezzature deve poter e saper proporre. ■
MESSA IN SICUREZZA E RIQUALIFICAZIONE DEL RIONE PIAGGIO A GRAVINA IN PUGLIA
A STRAPIOMBO SUL GRAVINA
LA CITTÀ METROPOLITANA DI BARI HA DATO IL VIA ALLA PRIMA
FASE DI UN PROGETTO DI RIGENERAZIONE URBANA DI UNO DEI QUARTIERI STORICI DI GRAVINA IN PUGLIA, ORIENTATO
ALLA MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI PERICOLANTI E ALLA
RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE PUBBLICHE. IN CONSIDERAZIONE DELL’IMPOSSIBILITÀ DI ACCEDERE DIRETTAMENTE AL
QUARTIERE L’UTILIZZO DI SOLLEVATORE ROTATIVO TELESCOPICO
BOBCAT TR60.250 È STATO FONDAMENTALE PER MOVIMENTARE
LA MERCE DA UNA POSIZIONE SOPRAELEVATA DIRETTAMENTE
NELLE AREE DI INTERESSE
di Daniele Smiraglia
foto di Pietro Amendolara (www.pietroamendolara.it)
Il rione Piaggio è in assoluto il più antico di Gravina in Puglia, comune in provincia di Bari che ospita il parco nazionale dell’Alta Murgia e che prende il nome dalle omonime gravine, ovvero profondi solchi simili a canyon scavati dalle piogge nelle rocce calcaree. Un quartiere affacciato a strapiombo sul torrente Gravina che, pur caratterizzandosi per un elevato valore paesaggistico e per una straordinaria bellezza, da qualche decennio è inabitato, completamente abbandonato al degrado e alla mercé di rifiuti, erbacce e sporcizia. Gran parte del rione è inaccessibile, con le coperture che sono crollate e intere facciate che si so-
no distaccate dai corpi di fabbrica, mentre le strutture non ancora soggette a crolli sono pieni di lesioni e fratture. Non è un caso che da poco meno di un anno, complice la forte necessità di un’azione di recupero orientata a ripristinarne la piena accessibilità e la fruizione del luogo, abbia preso il via un importante progetto di rigenerazione urbana interessato da due finanziamenti della Città Metropolitana di Bari (2 milioni e 700.000 euro) e di Regione Puglia (515.000 euro), caratterizzato da diverse fasi. La prima, denominata Accessibilità e fruizione de “la Gravina” e tuttora in atto, prevede la messa in sicurezza degli edifici pericolanti e la riqualificazione delle aree pubbli-
che, con la ripavimentazione delle strade e la realizzazione di arredi urbani, il rifacimento della pubblica illuminazione, la costruzione di nuove condotte idriche e di un impianto di raccolta, trattamento e riutilizzo delle acque piovane. Dopo le operazioni di messa in sicurezza si darà avvio alla seconda fase dell’intervento, che prevede il “Potenziamento dell’impianto di risalita attraverso il recupero e il riutilizzo delle acque reflue del Rione Piaggio”, ovvero l’adeguamento della rete fognaria esistente con la sostituzione dei tronchi fognari e la realizzazione di un nuovo impianto di sollevamento dei reflui che si connetterà alla rete fognaria di superficie.
Una riqualificazione a 360°
Questo intervento nasce dall’esigenza di ‘rianimare’ il centro antico di Gravina, facilitando l’accesso al rione Piaggio in modo che possa tornare a soddisfare i requisiti di accessibilità, ricono -
CALDAROLA: UN 2023 DA RECORD
Caldarola è concessionario Bobcat per la Puglia e la Basilicata dal 1986, quando Agostino Caldarola, titolare fondatore, intuisce che il futuro per la propria azienda e per l’edilizia in generale è nelle macchine compatte e sceglie fin da subito il marchio Bobcat come partner. L’azienda presidia egregiamente il territorio grazie alle tre strutture dirette di Matera, Bari e Lecce e al sub dealer Officina Colucci per la provincia di Foggia e Bari Nord, offrendo un servizio di vendita, noleggio e assistenza affidabile e puntuale, oltre a disporre di un importante stock di magazzino ricambi in pronta
consegna rigorosamente a marchio Bobcat. “Nel mese di maggio 2023 Caldarola ha festeggiato i suoi primi 50 anni di attività, un traguardo importante che è indice di grande solidità e che conferma il suo forte radicamento con il territorio”, spiega Marcello Masi, direttore commerciale dell’azienda. “Il 2023 è stato anche un anno che ha portato la società a raggiungere un fatturato record, favorito dalle agevolazioni gover-
native ma anche dall’introduzione della gamma di nuovi sollevatori telescopici rotativi Bobcat, che hanno incontrato fin da subito le esigenze del mercato. Il nostro obiettivo per il 2024 è ambizioso: confermare gli eccezionali risultati ottenuti durante lo scorso anno, nonostante la netta riduzione degli incentivi. Sarà certamente una grande sfida, ma noi faremo di tutto per riuscire in questa impresa”.
scibilità, emozionalità e benessere, che concorrono a determinare la qualità di uno spazio urbano. Un recupero altamente simbolico, ma anche un’opportunità per l’intero territorio, grazie a una progettualità che non dovrà cancellare la memoria del luogo e la sua storia, sovrascrivendola con un intervento asettico, ma che dovrà saper raccontare e mettere in mostra l’insieme dei valori che contraddistingue il Rione Piaggio. Le imprese coinvolte sono intervenute sul rifacimento e sul restauro del basolato del manto stradale e calpestabile, senza tralasciare nel contempo gli interventi sulle infrastrutture come l’impianto di illuminazione pubblica e quello della rete gas, oltre alla realizzazione di un nuovo sistema di trattamento delle acque meteoriche. In aggiunta sono stati previsti lavori di messa in sicurezza e valorizzazione di alcuni manufatti
e di alcune piazze anche attraverso il posizionamento di arredo urbano. Al termine dell’intervento, che dovrebbe concludersi entro a ridosso della gravina e saranno realizzati spazi comuni di socialità attraverso la riqualificazione dell’affaccio sulla gravina stessa
L’IMPORTANZA DEGLI ACCESSORI
Sul sollevatore telescopico rotativo TR60.250 in questo caso, ma in generale su tutti i 10 modelli che compongono la linea, gli accessori si rivelano importanti quasi quanto la macchina stessa. L’ampio ventaglio di oltre 20 accessori, come ad esempio forche (in dotazione di serie), falconi, verricelli o falconi con verricello, piattaforme di lavoro aereo e benne, garantiscono un lavoro in altezza versatile, efficiente, comodo e sicuro. Grazie alla tecnologia RFID tutti gli accessori vengono riconosciuti automaticamente dalla macchina, in modo che possa essere pronta a lavorare in completa sicurezza in pochi secondi. Sul display “touchscreen” è visualizzata una tabella di carico dinamica che permette all’operatore di controllare il baricentro del carico. La maggior parte dei nuovi sollevatori telescopici rotativi Bobcat è dotata di un radiocomando per azionare la macchina sia dal cestello porta-persone in posizione elevata che da remoto, per migliorare la visibilità e la precisione sul lavoro.
la fine dell’anno, il Rione Piaggio di Gravina in Puglia diventerà un “Gateway”, ovvero una porta di accesso fisica all’ecomuseo dell’abitare (aree archeologiche e complessi rupestri), ai suoi sentieri naturalistici e al patrimonio rurale. Un luogo da dove poter fruire e conoscere il notevole patrimonio identitario, culturale e immateriale, mediante l’uso di nuove tecnologie (wifi, totem interattivi, app). Un “luogo dell’abitare” vissuto tra tradizione e innovazione, un “aggregatore”, ovvero un luogo di connessione e condivisione, un grande spazio pubblico formato da una serie di piazzette e slarghi con sedute, rastrelliere, wi-fi, spazio per spettacoli all’aperto, Giardino di Pietra (Orto urbano) e Belvedere.
Protagonista rotativo
Complice la particolare conformazione del territorio e la conseguente impossibilità di accedere direttamente all’area interessata dall’intervento di riqualificazione si è qui optato per l’utilizzo di un sollevatore telescopico rotativo Bobcat TR60.250, posizionato nei pressi dell’ingresso della vecchia Cattedrale Belvedere, per poter procedere alla movimentazione dei materiali necessari negli spazi sottostanti. I lavori si sono svolti in un centro storico completamente inaccessibile a qualsiasi tipo di macchina, così come sarebbe stato impensabile, in un contesto così particolare, pianificare l’installazione di una gru per consentire le operazioni di movimentazione. Grazie al sollevatore telescopico Bobcat si è riusciti a utilizzare il piccolo piazzale antistante la chiesa, posizionato circa 20 m sopra il quartiere interessato dalle lavorazioni, sfruttando le peculiarità in termini di sbraccio della macchina per poter far scendere i vari materiali verso il basso in totale sicurezza. Il TR60.250 fa parte della gamma di sollevatori telescopici rotativi
Bobcat che ridefinisce l’efficienza nella movimentazione dei materiali grazie al suo design “3 in 1” (in grado di combinare le potenzialità di un telescopico, di una piattaforma di lavoro aereo e di una gru fuoristrada) e che si compone di 10 diversi modelli con altezze di sollevamento da 18 a 39 m e capacità di sollevamento da 4 a 7 t. “Caratterizzato da una tecnologia all’avanguardia, in linea con il tema della ‘reinvenzione’ alla base della filosofia ‘Next is Now’ di Bocat, il sollevatore telescopico rotativo TR60.250 offre prestazioni migliorate e può essere considerato uno strumento eccellente per affrontare anche i più complessi lavori di movimentazione in cantiere, come ad esempio quelli relativi al caso specifico di Gravina in Puglia” , spiega Marcello Masi di Caldarola, il concessionario Bobcat per la regione Puglia che ci ha accompagnato in questo cantiere estremamente suggestivo. “ Il sollevatore vanta un’altezza di sollevamento fino a 25 m e uno sbraccio in avanti di 21,2 m, una velocità di traslazione massima di 40 km/h che permette all’operatore di spostarsi facilmente tra un cantiere e un altro, quattro stabilizzatori per lavorare saldamente ancorati e una rotazione a 360° della torretta che dà la possibilità di movimentare carichi in qualunque punto dell’area di lavoro senza bisogno di spostare la macchina. Non solo: come per tutti i prodotti Bobcat, anche nei nuovi sollevatori telescopici rotativi il comfort dell’operatore assume una valenza
LA SCHEDA TECNICA
fondamentale. L’innovativo design brevettato della cabina consente di lavorare in sicurezza in cantiere in quanto offre un ambiente completamente pressurizzato, una filtrazione dell’aria al 100%, riscaldamento e aria condizionata, finestrini ampi per una visibilità ottimale, certificazione ROPS/FOPS, piantone dello sterzo facilmente regolabile e comodo sedile, anch’esso completamente regolabile”. ■
Il sollevatore telescopico rotativo TR60.250
Capacità nominale (con baricentro del carico a 600 mm): 6.000 kg
Altezza di sollevamento max. (stabilizzatori estesi): 25 m
Rotazione torretta: 360° continua
Livellamento telaio: ±8°
Velocità di traslazione: 40 km/h
Stabilizzatori: telescopici a forbice
Area di stabilizzazione (stabilizzatori estesi): 5,19 x 5,61 m
Motore: Deutz TCD3.6 L4 - Stage V
Potenza motore: 100 kW
Trasmissione: idrostatica con regolazione elettronica/ trazione integrale
Modalità di sterzo: 3
Raggio di sterzata esterno: 3.98 m
Pneumatici standard: 445/65 R22.5
Peso: 18.000 kg
MANITOWOC
Potain presenta la gru più grande d’Europa
Così Manitowoc ha annunciato il lancio della gru a torre Potain MDLT 1109, presentata come la più grande e tecnologicamente avanzata in Europa e progettata specificamente proprio per il mercato europeo. Prodotta nello stabilimento Manitowoc di Moulins, in Francia, questa gru combina un’elevata portata di sollevamento con dimensioni di trasporto compatte e una procedura di montaggio semplificata. La gru a torre Potain MDLT 1109 risponde alla crescente domanda in Europa di gru di portata maggiore dovuta al sempre maggiore utilizzo di elementi prefabbricati più pesanti nel settore costruzioni, tendenza che accelera la programmazione dei progetti. Il nuovo design compatto soddisfa anche le moderne esigenze di facilità di trasporto e montaggio.
Con una portata massima di 40 t e una portata in punta di 11,1 t con sbraccio massimo di 80 m, la gru Potain MDLT 1109 è adatta a progetti di costruzione impegnativi su larga scala, quali centrali nucleari, ponti e altri importanti sviluppi delle infrastrutture.
Il peso leggero e la configurazione flessibile consentono il montaggio in ambienti complessi, tra cui dighe, viadotti e cantieri navali. Basandosi sull’eredità del modello di grande successo MD 1100, la MDLT 1109 ne riprende la forza e l’affidabilità con aggiornamenti significativi basati sull’indagine di mercato di Manitowoc effettuata sugli utilizzatori finali, denominata “The Voice of Customer”. I principali progressi includono
l’uso di torri K850 da 2,45 m, che offre un ingombro ridotto rispetto alla torre da 4 m disponibile sul precedente modello MD 1100: ciò si traduce con un significativo vantaggio logistico, con meno mezzi di trasporto e in un montaggio più rapido ed efficiente. La gru è disponibile anche con due diversi argani di sollevamento, 150 HPLTM 100 o 270 LVF GH Optima. Al contrario del modello MD 1100, gru a torre con cuspide, il modello MDLT 1109 è una gru
a cuspide bassa con dimensioni complessive compatte (meno di 6 m sopra il braccio) che consente di lavorare senza problemi di interferenza con altre gru in uno stesso cantiere. Altre caratteristiche moderne del modello MDLT 1109 includono le curve di carico P+ per portate maggiori, il sistema Potain CCS (Crane Control System, sistema di controllo della gru), il nuovo sistema telematico Potain CONNECT per l’accesso remoto ai dati della gru sulla base di applicazioni accessibili da tutti gli utenti (tecnico, responsabile dell’assistenza, direttore del parco macchine, direttore di cantiere, ecc.) al fine di aumentare prestazioni e durata. È inoltre possibile includere un ascensore interno per gruisti Potain Cab-IN. “Il modello MDLT 1109 rappresenta un punto di svolta per i progetti infrastrutturali in Europa. Combina una potenza senza precedenti con una sorprendente facilità di trasporto e installazione: riducendo in questo modo i tempi e le modalità di esecuzione del progetto”, ha affermato Thibaut Le Besnerais, vicepresidente dei settori Marketing e Sviluppo per le Gru a torre di Manitowoc.
GRUPPO CEM
Nuovi elevatori componibili
CEM, specializzata nella commercializzazione degli elevatori, ha lanciato una nuova innovativa linea di elevatori componibili. L’azienda milanese, infatti, ha ampliato il suo portfolio prodotti introducendo i nuovi modelli Castor, Maxial e Tranzvolt, progettati per offrire prestazioni di alto livello nel settore dell’installazione di moduli fotovoltaici e nell’edilizia in generale. Elementi di particolare rilievo degli elevatori componibili sono i sistemi di motorizzazione eco-sostenibili. Per i modelli Castor e Maxial è impiegato un motore elettrico monofase alimentato a 220 V. Il primo offre una portata fino a 150 kg, mentre il secondo può supportare fino a 200 kg. Per quanto riguarda i Tranzvolt, il sistema di alimentazione è a batteria, dotato di una power box da 1.000 W con una durata operativa superiore alle otto ore. La portata massima di questi modelli è fino a 113 kg. Queste caratteristiche conferiscono ai prodotti un alto grado di sostenibilità, rendendoli adatti alle varie funzioni lavorative per le quali sono stati progettati. La nuova gamma di elevatori componibili è ora disponibile per i clienti in tutto il mondo. CEM è nota per il suo team altamente specializzato e competente, che garantisce un servizio completo e di eccellenza, sia prima che durante che dopo l’acquisto, per soddisfare appieno le esigenze dei clienti. Il lancio della nuova linea di elevatori componibili rappresenta un passo significativo nell’evoluzione dell’azienda.
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TEKNO GRC
La nuova “crawler crane” TK45 LS
Tekno GRC (Bariano - Bg) presenta la TK45 LS, una “crawler crane” compatta da 32 t di peso totale con sistema di stabilizzazione a travi estensibili e martinetti idraulici a comando indipendente. La guida con volante, il sistema di traslazione gestito da centralina Danfoss e le dimensioni ridotte consentono all’operatore di manovrare la gru in aree ristrette. Anche per questo motivo la TK45 LS è adatta per l’installazione e la manutenzione di strutture in quota come tralicci per alta, media e bassa tensione, linee elettriche, funivie e antenne. I potenti motori Danfoss installati
di aree di lavoro inacessibili ai comuni mezzi di sollevamento, mentre il sistema di stabilizzazione a travi telescopiche permette la movimentazione di carichi nelle più difficili condizioni di lavoro.
Le tre inclinazioni del jib offrono la possibilità di sollevare tali carichi in spazi ristretti senza l’ausilio di attrezzature speciali. I martinetti idraulici di stabilizzazione con autolivellamento sono facilmente azionabili da bordo macchina.
Il citato jib ripiegabile permette di raggiungere l’altezza massima di carico di 51,5 m, mentre la cabina inclinabile offre all’operatore una visuale completa sul carico sollevato. Il radiocomando in dotazione facilita il carico e scarico della gru.
I moderni sistemi di trattamento dei gas di scarico assicurano emissioni particolarmente ridotte. Tra le caratteristiche tecniche principali di questa gru citiamo: capacità di carico max. di 45 t (classe di capacità); altezza di sollevamento max. di 41,2 m (51,5 con jib); velocità dell’argano di 67/ 154 m/min; velocità di sollevamento/ estensione del braccio di 55/120 s; velocità di rotazione della torretta di 1 giro/min; velocità di traslazione di 4 km/h; pendenza max. superabile di 87,8%; lunghezza del braccio telescopico di 40,3 m (50,2 con jib); inclinazione braccio di -2°/+80°.
BOBCAT
Con DMO per la logistica
DMO, storico concessionario autorizzato Bobcat, ha annunciato che a partire dallo scorso mese di aprile offre ai clienti dell’Emilia Romagna la nuova gamma di carrelli elevatori Bobcat, che già comprende pale, miniescavatori, sollevatori telescopici, compattatori leggeri e la linea completa di accessori. DMO è il risultato di anni di appassionato impegno ed esperienza del fondatore Gabriele Silvagni nel settore del movimento terra. Grazie a questa dedizione l’azienda dispone oggi di una robusta infrastruttura con diverse sedi a Russi (RA), Melegnano (MI), Limena (PD) e Crespellano (BO). “La scelta di ampliare la nostra gamma completa di mezzi Bobcat con la linea di carrelli elevatori - afferma Silvagni - nasce dalla volontà di offrire nuove soluzioni ai clienti di un numero crescente di settori industriali. Siamo entusiasti delle opportunità che questa nuova gamma porterà non solo ai nostri clienti attuali, ma anche a un pubblico nuovo nel settore manifatturiero, dei magazzini e dell’industria in generale. Oltre alla vendita e al noleggio in DMO abbiamo sempre posto una forte attenzione all’assistenza cliente, offrendo un servizio post-vendita completo e di alta qualità. Ciò include manutenzione, riparazione e fornitura di ricambi originali e compatibili, garantendo efficienza, sicurezza e durata nel tempo. La nostra esperienza e organizzazione si estenderanno anche alla nuova gamma di mezzi per la movimentazione dei materiali, assicurando lo stesso livello di supporto e attenzione ai dettagli”. La gamma in oggetto è composta da carrelli diesel con capacità di sollevamento da 2 a 16 t e carrelli elettrici con capacità da 1,2 a 10 t. Quest’ultimo segmento comprende anche una linea di carrelli elettrici a tre ruote per lavori leggeri da 1,2 a 2 t.
PIATTAFORME
• Modelli per uso interno/esterno
• H max. di lavoro in interno: 6,9 m
• H max. di lavoro in esterno: 6,35 m
• Portata max. 230 kg (130 kg su estensione)
• Sterzatura elettrica sulle ruote anteriori
• Trazione elettrica sulle ruote posteriori
• Estensione manuale piattaforma 66 cm
• Dimensioni compatte
• Batterie AGM
• Ringhiere pieghevoli di serie
• Trasportabili anche sui furgoni commerciali
PRODOTTI
CO.ME.T OFFICINE
La linea Euroflag
CO.ME.T Officine ha diversificato la propria gamma produttiva con l’introduzione della linea Euroflag, appositamente progettata per essere utilizzata nelle operazioni condotte dai Vigili del fuoco. Questa nuova linea è studiata per svolgere diverse funzioni, tra cui salvataggio in quota, evacuazioni, controllo e spegnimento degli incendi e supporto per attrezzature ausiliarie come illuminazione o posizionamento attrezzi. Progettate per missioni antincendio e di soccorso, queste macchine eccellono nel fronteggiare emergenze in una vasta gamma di contesti, dal contesto urbano ai complessi industriali. Con un’attenzione alla versatilità, questi modelli forniscono una distribuzione affidabile di acqua e schiuma, garantendo operazioni antincendio efficaci. Il cestello e i componenti supplementari della scala di salvataggio agevolano l’accesso a zone difficili da raggiungere, mentre i loro precisi sistemi di distribuzione
LIEBHERR
di acqua e schiuma assicurano che gli operatori dispongano degli strumenti necessari per sopprimere gli incendi in modo efficace. Attualmente sono in sviluppo tre modelli, con altezze di lavoro comprese tra 35 e 55 m. Le unità iniziali sono state lanciate con la presentazione del modello Euroflag 45, che può essere configurato in diverse modalità e personalizzato per soddisfare specifiche esigenze. Le caratteristiche elencate devono essere considerate informazioni standard, con la flessibilità per ulteriori personalizzazioni in base alle singole esigenze. Tra le caratteristiche degne di nota c’è un braccio telescopico con JIB e una scala laterale essenziale per le operazioni di soccorso. La piattaforma Euroflag 45 raggiunge un’altezza di lavoro di 45 m ed è progettata per essere installata su autocarri a 3 assi a partire da 26 t di PTT. Inoltre, è dotata di un sistema di controllo elettronico che collega tutti gli attuatori idraulici e i sistemi di controllo necessari alla sicurezza
e al funzionamento della macchina, sfruttando le più moderne tecnologie disponibili. Il sistema di controllo si basa su una serie di unità elettroniche con tecnologia di comunicazione CAN BUS, responsabili della gestione logica della macchina. Il sistema di gestione riceve segnali dai sistemi di controllo posizionati in vari punti della macchina per stabilire la sua configurazione geometrica e di carico, consentendo movimenti sequenziali con il livello di sicurezza richiesto. Tra gli altri valori aggiunti: elevata portata verticale e orizzontale; operazioni rapide e sicure, completamente stabilizzate in pochi secondi con la funzione di autolivellamento; cestello di lavoro spazioso e versatile; sistema di controllo CO.ME.T. Officine facile da utilizzare; diverse opzioni disponibili.
Un’altra gru mobile con il sistema LICCON3
La famiglia delle gru mobili Liebherr con il nuovo design della gru e la nuova generazione di sistemi di controllo LICCON3 è in crescita. Non saranno solo i tipi di gru futuri a ricevere il nuovo sistema di controllo, Liebherr infatti convertirà progressivamente anche i tipi di gru esistenti. L’ultima cifra della designazione del tipo viene incrementata di uno: l’LTM 1300-6.3 sta diventando l’LTM 1300-6.4. I parametri prestazionali e le capacità di sollevamento delle gru rimangono invariati. La terza generazione del controllo LICCON (Liebherr Computed Control) si basa su un funzionamento
collaudato, ma con un software e un linguaggio di programmazione completamente nuovi, nonché un bus dati più veloce, una memoria significativamente maggiore e prestazioni del computer superiori. I gruisti che hanno familiarità con il sistema di controllo precedente si abitueranno rapidamente e
facilmente a quello nuovo, poiché il valore di riconoscimento è molto elevato. Sono stati adottati componenti hardware collaudati come l’unità operativa e di visualizzazione mobile BTT. La funzione touch sul nuovo display nella cabina superiore ha reso il funzionamento ancora più semplice e comodo. La visualizzazione degli annunci è stata rielaborata e semplificata. Le gru LICCON3 sono predisposte di serie per la telemetria e la gestione della flotta. In futuro, il gruista sarà in grado di visualizzare e valutare tutti i dati rilevanti attraverso il portale clienti MyLiebherr.
INSERZIONISTI
La rivista per il sollevamento, la movimentazione industriale, la logistica e i trasporti speciali
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