BUONA LETTURA
del numero digitale di Gennaio-Febbraio 2023
questa è la replica dell’edizione stampata La lettura è promossa da
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Con un ingombro di rotazione minimo, stabilità ai vertici della categoria e un ottimo comfort della cabina Volvo, l’EWR130E stabilisce un nuovo standard nelle prestazioni degli escavatori gommati nella classe da 12 a 14 tonnellate. Che si lavori in strette aree urbane, in progetti infrastrutturali, paesaggistica o altro, l’EWR130E offre agilità e prestazioni eccezionali.
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GENNAIO-FEBBRAIO
46 Bomag La persona al centro di Silvio Crespi
52 Wacker Neuson & Kramer “Meet the future” di Vincenzo Florio
56 Volvo Una scelta versatile di Ettore Zanatta
60 Bauer Macchine Italia Barra a dritta! di Stefano Vitali
86 Flash Battery
Una guida alla (giusta) chimica a cura di Vincenzo Florio
90 Aftermarket
Parola d’ordine: “tempestività” di Cristina Cassinari
4 Editoriale di Ettore Zanatta
6 Notizie a cura di Liliana Rebaglia
34 Lavori pubblici
Codice degli Appalti: prospettive e novità di Gianni Gennari
40 Liebherr Visione lungimirante di Stefano Vitali
74 Simex Epopea americana di Stefano Vitali
78 Indeco Le specialiste del “decomissioning” di Vincenzo Florio
82 Berco Un’impronta produttiva globale di Stefano Vitali
98 Perforazione automatizzata in miniera per la creazione di celle ipogee Nel “frigorifero” delle Dolomiti di Ettore Zanatta
106 Scavi di sbancamento con sistema “machine control” di Topcon Il “regista” del cantiere di Ettore Zanatta
14 Conexpo-CON/AGG
“Only Vegas” di Liliana Rebaglia
116 Prodotti a cura di Liliana Rebaglia
L’ESCAVATORE CINGOLATO HITACHI ZX135US-7
Direttore responsabile
Luigi Zaffagnini - l.zaffagnini@capoversoeditrice.it
Direttore editoriale
Ettore Zanatta - ettore.zanatta@capoversoeditrice.it
Responsabile commerciale
Luisa Casazza - l.casazza@capoversoeditrice.it
Hanno collaborato a questo numero: Cristina Cassinari, Silvio Crespi, Vincenzo Florio, Gianni Gennari, Liliana Rebaglia, Stefano Vitali
Ufficio amministrazione
Roberta Fabbri - r.fabbri@capoversoeditrice.it
tel. 0545 967722
Ufficio abbonamenti
tel. 0545 967722
e-mail: info@capoversoeditrice.it
Abbonamenti
Italia: euro 48,00 (IVA inclusa)
Other countries: euro 60,00 (IVA inclusa)
Stampa
MDM - Forlì
Periodicità
Sono previsti 8 numeri/anno
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Registrazione Stampa Tribunale di Ravenna n. 1432 del 6/12/16
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Periodico associato a UNACEA e A.N.E.P.L.A.
Chi l’avrebbe detto che nel 2022 appena passato il settore delle costruzioni si riavvicinasse ai “picchi” del 2007. Da non crederci, se torniamo con la memoria al periodo pre-pandemia, in quel 2019 dove le speranze di crescita sembravano essersi infrante definitivamente.
Seguendo le analisi del Cresme - che considera un costo del comparto lievitato del 25-30% rispetto al 2019, in considerazione dell’attuale livello di inflazione - a valori correnti gli investimenti in costruzioni nel 2022 valgono 232 miliardi di euro (91 in più rispetto a tre anni fa). Quantità e prezzo, quindi, hanno determinato due anni eccezionali di crescita del settore, con tassi da anni Sessanta, trainati dagli incentivi fiscali per la ristrutturazione e dalla ripresa delle opere pubbliche. Ma lo stesso Cresme pone una questione fondamentale: “La nuova fase che stiamo vivendo riporta sul mercato il tema dell’inflazione e dei tassi di interesse”, ammoniscono i ricercatori. “Che cosa succederà nei prossimi due anni e come incideranno queste dinamiche sul mercato delle costruzioni?”.
Il quesito è fondamentale e se lo pone anche Unacea, l’associazione di categoria che rappresenta il settore delle macchine e attrezzature per le costruzioni. Nell’ultima comunicazione dei dati consuntivi 2022 sulle vendite si evidenzia un rallentamento già indicativo di uno scenario di incertezza futura. “Negli ultimi due anni il mercato delle costruzioni è stato alimentato da importanti risorse private (il risparmio accumulato dalle famiglie e dalle imprese, sia nel 2020 che nel 2021), oltre che dalle importanti risorse pubbliche degli incentivi”, considerano ancora i ricercatori del Cresme. A questi vantaggi si aggiungono le risorse del PNRR e gli stanziamenti per opere pubbliche derivati dal biennio 2014/2015, tramutate in aggiudicazioni di lavori a partire dal 2021. Lo scenario che preoccupa di più - con riferimento soprattutto agli incentivi culminati nel Superbonus 110% - riguarda il mercato delle ristrutturazioni, entrato in una fase di eccessi irragionevoli rispetto al rapporto tra domanda e offerta e per il quale si attende una brusca inversione di tendenza.
“
Gli incentivi andranno riducendosi e fermeranno il principale motore che ha trainato le costruzion”, prevede il Cresme. “Ma nel 2023, a maggio, quando si presenteranno i bilanci del 2022, si faranno anche i conti con i cassetti fiscali accumulati e con i rischi di tenuta di molti operatori”. Che cosa succederà quindi quest’anno al settore delle costruzioni? Si sosterrà ancora o si prefigura una prossima crisi di cui non se ne sente proprio il bisogno?
Preferiamo credere che l’imprenditoria sana continuerà a crescere, con uno scenario in evoluzione selettiva. Non sarà un male se l’erba gramigna dell’edilizia sarà differenziata dalle colture autentiche. Questa volta il vantaggio sarà per tutti e la tenuta del sistema sarà un punto d’onore per tutti i suoi protagonisti.
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Nei 12 mesi del 2022 sono state immesse sul mercato italiano 25.923 macchine per costruzioni, con una crescita del 18% rispetto al 2021. Più in dettaglio, le macchine movimento terra vendute nel 2022 sono 25. 121 unità (+19%) e 802 le macchine stradali (-10%): questi i dati elaborati e diffusi da Unacea - Unione italiana macchine per costruzioni, sulla base delle vendite dei produttori e degli importatori del settore. Confrontando i dati del quarto trimestre 2022 sullo stesso del 2021 la crescita del comparto risulta tuttavia più contenuta (+12%). Il segmento delle macchine movimento terra si mantiene positivo, ma rallenta la crescita al 13%, mentre le macchine stradali registrano un calo del 19%. Positivi gli scambi internazionali di settore secondo quanto emerge dall’ultimo numero del Report commercio estero Unacea-Cer. Le esportazioni tra gennaio e ottobre 2022 hanno infatti raggiunto
i 2,5 miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Positive anche le importazioni, che crescono del 33% per un valore di 1,6 miliardi di euro, in linea con l’andamento vivace registrato dal mercato italiano. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene in avanzo per oltre 800 milioni di euro, pur cedendo il 22%
rispetto allo scorso anno. “Il mercato italiano di macchine e attrezzature si conferma in crescita anche nel 2022, sebbene si intravedano i primi segni di rallentamento, specie sul segmento delle macchine stradali”, ha dichiarato Michele Vitulano, presidente di Unacea. “In questi anni, anche grazie agli interventi pubblici di incentivazione, abbiamo
Corimag, azienda produttrice di utensili e ricambi per martelli demolitori, ha aderito a Unacea come socio aggregato. Questa realtà di Bosconero (TO) vanta oltre 40 anni di esperienza nel settore e progetta e realizza prodotti per esecuzioni standard e personalizzate per applicazioni speciali. “La nostra azienda ha una forte vocazione all’internazionalizzazione e abbiamo avuto modo di apprezzare le iniziative messe in campo da Unacea su questo versante”, ha dichiarato Barbara Rocca, direttore commerciale dell’azienda. “Aderiamo a Unacea con la convinzione che la competitività sul mercato globale si raggiunge anche grazie al supporto dell’associazione, sia nelle dinamiche di promozione internazionale che in quelle informative e di analisi economica di settore”.
assistito all’avvio di un reale meccanismo di rinnovo del parco, con effetti positivi sull’ambiente e la collettività. L’uso di nuove macchine e attrezzature, infatti, contribuisce in modo sostanziale alla sicurezza dei lavoratori e alla sostenibilità ambientale dei cantieri e delle nostre città. Ci auspichiamo quindi che questo sforzo non sia vanificato e che si individuino per il futuro delle misure strutturali di premialità per le aziende che investono in macchinari e nuove tecnologie”.
Frantoio a mascelle. Installato sulla tua macchina operatrice, trasforma lo scarto in materiale di qualità pronto al riutilizzo.
Hyundai Doosan Infracore (HDI) sostituisce il marchio Doosan sulle sue macchine movimento terra e introduce il nuovo brand “Develon”. Il cambiamento avviene a un anno e mezzo dall’agosto 2021, quando HDI è diventata una controllata di HD Hyundai. HDI cambierà il nome del marchio delle sue macchine movimento terra in “ Develon”, confermandolo come nuova brand identity globale oggi 18 gennaio 2023. “Develon” è una combinazione delle parole “Develop” (sviluppo) e “Onwards” (in avanti). Il nuovo nome del brand esprime la direzione di HDI verso il futuro attraverso l’innovazione e la sua intenzione di proporsi con macchine e soluzioni ulteriormente innovative.
HDI pianifica il lancio del nuovo marchio da quando è diventata una controllata di HD Hyundai nell’agosto 2021. Con il lancio del nuovo brand l’azienda intende fare un salto in avanti per diventare un attore globale di primo livello nel settore
delle macchine movimento terra. Con il cambio del nome del marchio, la nuova decalcomania “Develon” sarà utilizzata sulle macchine movimento terra di HDI. “I nostri tre business nel settore delle macchine movimento terra hanno già consolidato il loro status di uno dei principali pilastri aziendali di HD Hyundai e hanno costruito
una solida base per raggiungere obiettivi di performance e creare effetti sinergici tra loro, in un contesto economico globale in rapida evoluzione”, ha dichiarato Cho Young-cheul, CEO di HDI. “‘Develon’ guiderà il futuro mercato dell’elettrificazione e dell’automazione per stimolare la crescita e continuare a essere un marchio di riferimento per i nostri clienti”. HDI ha in programma di presentare più nel dettaglio la storia e la visione del brand pubblicando un “New Brand Showcase” attraverso i social media entro la fine di febbraio. Presenterà inoltre i mezzi con il nuovo marchio a Conexpo-CON/AGG, che si terrà a Las Vegas, negli Stati Uniti, il prossimo marzo.
Simex ART è una tecnologia brevettata studiata specificatamente per la rigenerazione del conglomerato bituminoso e che riutilizza il 100% del materiale presente in sito senza asportazione di fresato o aggiunta di altri materiali. Durante la fase di fresatura questa tecnologia sfrutta un additivo chimico ecosostenibile per rigenerare a freddo il granulato di conglomerato bituminoso prodotto. Essa strova applicazione negli interventi superficiali del manto stradale di tipo funzionale, a una profondità variabile tra i 30 e 100 mm. Non provoca disturbo al traffico veicolare e garantisce un’immediata percorribilità della strada. Tra i principali campi di applicazione citiamo quindi le
fessurazioni ramificate o “a pelle di coccodrillo”, i rigonfiamenti/ depressioni/coorugamenti, le buche e i distacchi e i rappezzi temporanei. Gli obiettivi di questa tecnologia? Il risanamento degli ammaloramenti stradali superficiali in maniera veloce e efficace, senza l’interruzione totale della viabilità, l’abbattimento dei costi legati all’acquisto e alla movimentazione di nuove materie prime e
ò’ecosostenibilità ambientale (recupero e rigenerazione del 100% del materiale presente in sito e riduzione del traffico di cantiere). Diversi i vantaggi operativi e ambientali: nel primo caso, ripristino dell’ammaloramento superficiale in modo veloce e duraturo nel tempo, la garanzia di un cantiere stradale ridotto e dinamico (pochi addetti e un unico veicolo contenente le attrezzature necessarie) e l’evidente risparmio economico (nessun costo relativo al reperimento e al trasporto di nuove materie prime). Nel secondo, l’impatto zero (si riutilizzano materiali preesistenti, riciclando e riabilitando il conglomerato bituminoso usurato), l’mpiego di materiali ecocompatibili e l’assenza di movimentazione e gestione di materiali o di rifiuti speciali.
In occasione della fiera di Hillhead 2022, Marubeni Komatsu Ltd.distributore Komatsu per il Regno Unito - ha consegnato la macchina iMC (intelligent Machine Control) numero 2.000 a TRU Plant, azienda a conduzione familiare con sede nel sud-est dell’Inghilterra appartenente al Gruppo TRU7. Le macchine iMC presenti oggi in Europa sono più di 2.000, con oltre 7 milioni di ore di funzionamento presso i clienti. Lanciato nel 2013, l’ormai collaudato sistema “intelligent Machine Control” (iMC) di Komatsu integrato in fabbrica è facile da usare e garantisce una grande efficienza operativa in ogni momento, ogni giorno. Rob Macintyre, Product Manager iMC di Komatsu, afferma: “In base ai feedback degli operatori di tutta Europa, le funzioni della tecnologia iMC di Komatsu completano davvero le loro competenze, permettendo loro di concentrarsi per aumentare la produttività. Grazie al sistema iMC, un operatore inesperto può diventare rapidamente molto abile e
TREVI
ottenere enormi benefici in termini di produttività, efficienza e risparmi. Il feedback dei clienti ci dice che anche gli operatori più esperti sono più rilassati e concentrati, non dovendo preoccuparsi di scavare o tagliare troppo, perché la tecnologia iMC elimina questo rischio”. Il sistema iMC, integrato in fabbrica, è stato collaudato con milioni di ore di funzionamento presso i clienti e il suo utilizzo è supportato da una rete di esperti in soluzioni tecnologiche (TSE) presso i distributori Komatsu. Questi esperti di controllo macchine operano come consulenti nel campo delle tecnologie emergenti per i clienti di Komatsu, guidandoli e assistendoli affinchè
ottimizzino il rendimento del loro investimento. Dan Smith, esperto in soluzioni tecnologiche di Marubeni Komatsu Ltd., ha dichiarato:
“
Sono molto orgoglioso sia della vendita a TRU Plant di questa macchina, la numero 2000, sia del fatto che possiamo collaborare con questo cliente e soddisfare tutte le sue richieste di supporto e dati. Cerchiamo di supportare gli operatori, le persone in ufficio e ovviamente i loro clienti nei cantieri per garantire il funzionamento corretto delle macchine e per ottenere i migliori risultati possibili”. Jake Nicholls, amministratore delegato di TRU 7, ha aggiunto:
“
È una questione di rapporti e di comunicazione e con Komatsu siamo tranquilli in tal senso. L’assistenza è ottima. I dozer intelligenti ci semplificano la vita perché tutte le funzioni sono integrate. È sufficiente collegare il computer e il gioco è fatto”. Nella foto: Eamonn Delaney, addetto vendite MKL, consegna la macchina a Jake Nicholls di TRU Plant.
Trevi Foundations Philippines, filiale del Gruppo Trevi, specializzato a livello mondiale nel campo dell’ingegneria del sottosuolo, è impegnata nell’esecuzione dei lavori di fondazione per l’espansione di un impianto di bonifica delle acque (WRF) di Maynilad Water Services, Inc. (Maynilad), situato a CaloocanMalabon-Navotas (CAMANA). Trevi sta eseguendo questo intervento per conto del cliente D.M. Consunji Inc. (DMCI). Il lavoro di Trevi Foundations Philippines consiste nell’esecuzione di oltre 1.300 pali
trivellati di diametro compreso tra 800 e 1.000 mm, con una profondità media di 35 m, che serviranno a sostenere le fondamenta dell’impianto di trattamento delle acque reflue. Inoltre, sarà realizzata una parete diaframmata di 1.200 mm
di spessore come sistema di contenimento per sostenere lo scavo del pozzo circolare per la stazione di pompaggio di aspirazione di 45,2 m di diametro alla profondità di 34,5 m dal livello del suolo esistente.
Lo scavo 3D automatico alla portata di tutti. Il nostro nuovo sistema automatico per escavatore trasforma ogni operatore in un professionista esperto, offrendo maggiore qualità in tempi più rapidi.
SAMOTER 2023
La 31ª edizione di SaMoTer (Verona, 3-7 maggio 2023) si preannuncia all’insegna dell’innovazione. Tra le numerose partecipazioni spicca il ritorno all’evento di CGT, distributore esclusivo delle linee di prodotto Caterpillar e parte del Gruppo internazionale TESYA. Hanno inoltre confermato la loro presenza a SaMoTer, e al salone Asphaltica che si tiene in contemporanea, anche Ammann, Bobcat, Bomag, Cifa, Dieci, Doosan, Hidromek, Kato Imer, Kobelco, Komatsu, Magni TH, Marini, Merlo, Sany, Sermac, Sunward, Takeuchi, VF Venieri,
Wacker Neuson, Wirtgen, Yanmar e Zoomlion. Riflettori accesi sull’area demo di SaMoTer Lab, il cuore pulsante del salone ad alto tasso tecnologico, dove prenderà vita il Cantiere Digitale. Non un esercizio di stile, ma un vero e proprio cantiere automatizzato e integrato che vedrà all’opera macchine 4.0 e tecnologie di digital control, uno spettacolo ad alto tasso di innovazione tecnologica che andrà in scena più volte al giorno per tutta la durata dell’evento fieristico e che sarà proiettato in diretta sugli schermi presenti all’interno di Samoter Lab
nel padiglione 12 e all’ingresso della fiera. Il Cantiere Digitale nasce dalla volontà di mostrare in concreto la filosofia sottesa a SaMoTer Lab: l’adozione delle nuove tecnologie rende le imprese del settore construction più innovative, maggiormente competitive e più sostenibili. Nel Cantiere Digitale verranno dunque evidenziati i vantaggi dell’innovazione tecnologica legata alla connettività e all’utilizzo dei dati in termini di efficienza, grazie all’ottimizzazione dei cicli di lavoro e alla riduzione dei consumi, di produttività, attraverso i sistemi di monitoraggio in tempo reale, e di sicurezza, con il controllo da remoto per interventi in ambienti pericolosi e il rilevamento predittivo dei guasti. Nel 2023 SaMoTer rappresenta l’unico evento per la filiera in Europa e, pertanto, il Cantiere Digitale è un’importante occasione per costruttori, buyer e operatori del settore per conoscere e capitalizzare gli effetti dell’innovazione tecnologica.
Lo scorso dicembre Neomach
Nova X30 è stata decretata vincitrice del German Design Award nella categoria “Utility vehicle”. Il prestigioso concorso premia i design più innovativi in diversi settori. “In Neomach siamo tutti estremamente orgogliosi di ottenere tale risultato già all’inizio della nostra avventura”, afferma Stefano Belia, amministratore dell’azienda. “Non capita spesso che un marchio ‘giovane’ vinca un titolo così importante, di respiro internazionale, contro concorrenti di tutto rispetto e con un lungo
storico alle spalle. Il settore degli articolati multifunzione compatti è da sempre un business forte e consolidato: ci piace pensare di aver portato nuova linfa al lato estetico e funzionale del nostro competitivo segmento. Un prodotto di successo, con prestazioni superiori, deve essere anche accattivante nelle forme, affinché gli operatori di tutto il mondo possano lavorare su mezzi non solo efficienti, ma anche piacevoli alla vista e curati nei dettagli. Il lavoro del nostro team di Ricerca e Sviluppo, capitanato dal direttore R&D Stefano Bortolato,
è stato supportato dall’esperienza e dalla competenza di Main Engineering (San Marino), con un team dedicato di ingegneri e designer che hanno collaborato con noi per dare al mercato una soluzione innovativa, confortevole, sicura, destinata a operatori alla ricerca di soluzioni nuove per le loro esigenze professionali quotidiane”.
Un martello demolitore Indeco HP 1200 e un IHC 75 sono attualmente al servizio dell’edilizia civile in Australia, per mano dell’impresa Nugget Haulage PTY. LTD. Come racconta Gavin Negrin, dell’azienda australiana, “la nostra è un’azienda di famiglia fondata da mio padre nel 1994 Inizialmente ci occupavamo di trasporto di materiali da e per i cantieri con un camion a rimorchio. Nel 2007, con il mio ingresso in azienda, abbiamo acquistato il primo escavatore e cominciato la nostra attività nel settore dell’edilizia abitativa. Attualmente possiedo due escavatori Komatsu, un PC138 e un PC35, che utilizziamo per
realizzare opere di scavo. Prima del 2007 ho lavorato diversi anni nel settore dell’edilizia civile per un’altra azienda che possedeva diversi martelli Indeco e ho avuto modo di utilizzare il martello demolitor HP 3000, un prodotto fantastico che avrebbe potuto lavorare tutto il giorno senza perdere un colpo. Per questo motivo, quando è arrivato il momento di acquistare un martello demolitore per la mia attività non ho avuto esitazioni e ho acquistato un Indeco HP 1200, che si adatta perfettamente al mio escavatore Komatsu PC138”. Continua Negrin, dettagliando le peculiarità del martello demolitore HP 1200: “Il particolare design della carcassa e la posizione dei tubi di collegamento consentono di utilizzare il martello in trincea evitando che subisca danneggiamenti. Principalmente utilizzo il martello demolitore Indeco per realizzare scavi di drenaggio o per impianti elettrici, scavi in roccia, o riduzione di massi. Possiedo
anche un compattatore Indeco IHC 75, un prodotto dal design e dalle prestazioni eccezionali che mi ha dato ottimi risultati anche in trincee profonde, con un numero ridotto di passaggi grazie alla sua potenza idraulica, con un conseguente risparmio di tempo. Sulla base dell’esperienza accumulata negli anni non esiterei a consigliare i prodotti Indeco, per la loro efficienza, facilità di utilizzo e manutenzione, nonché per l’eccellente servizio di fornitura di ricambi”.
Bosch Rexroth Italia è tra le aziende certificate “Top Employers 2023”, attestato che rappresenta il riconoscimento ufficiale delle eccellenze aziendali nelle politiche e strategie HR e della loro attuazione per contribuire al benessere delle persone, migliorare l’ambiente di lavoro e il mondo del lavoro.
La certificazione “Top Employers” viene rilasciata alle aziende che raggiungono e soddisfano gli elevati standard richiesti dalla HR Best Practices Survey.
“Le persone devono essere al centro del processo d’innovazione
e devono fare la differenza”, ha affermato Ugo Caratti, Managing Director e CFO Sales Europe South Bosch Rexroth. “Ma se è così, le persone devono essere i soggetti attivi di tale processo. Per farlo è però necessario alimentare una
fiamma, offrire stimoli, dare un senso al loro ruolo all’interno della nostra organizzazione e diventare bravi a dare risposta a domande sempre più individuali”.
“
La crescente capacità di elaborare macro e micro dati in modo diversificato e complesso aiuta a prendere decisioni facendo affidamento su basi molto solide. Questo aiuta a creare un ambiente aziendale inclusivo, dove le reali esigenze di ogni persona vengono rimesse al centro”, ha dichiarato Anna Saccon, HR Director di Bosch Rexroth.
La SERIE RANGER DX incarna lo spirito audace e la prestigiosa eredità dei celebri modelli precedenti, consentendo di perforare in condizioni in cui altri non possono. Con un consumo di carburante per metro perforato in media inferiore del 27% rispetto al già ridotto quantitativo precedente, la perforatrice RANGER DX rappresenta la scelta migliore in termini di efficienza energetica nella perforazione di superficie.
Dolomiti Strade ha siglato una partnership con Fondazione Cortina, la neocostituita realtà fortemente voluta da Regione Veneto, Provincia di Belluno, Comune di Cortina e altre realtà del territorio per l’organizzazione di grandi eventi sportivi che siano di impulso allo sviluppo e alla promozione della montagna bellunese e veneta. Si è recentemente conclusa, nella fattispecie, Cortina Ski World Cup, la tre giorni della Coppa del mondo femminile di sci alpino andata in scena sul territorio ampezzano dal 20 al 22 gennaio scorsi. Dietro le quinte della macchina organizzativa, ma in prima linea nei lavori di preparazione delle piste da sci e di tutti gli aspetti logistici-operativi, c’era quindi l’impresa bellunese Dolomiti Strade, specializzata in opere di prevenzione del rischio idro-geologico, di difesa del suolo e di ripristino a seguito di fenomeni di dissesto, di interventi su reti fognarie e acquedotti, di preparazione di pavimentazioni stradali e silvo-pastorali. Dolomiti Strade si sta occupando dei lavori preparatori di tutte le manifestazioni sportive in calendario a Cortina fino al grande epilogo del 2026: sistemazione delle piste da sci
e della finish area, sgombero neve nelle aree coinvolte negli eventi, pulizia strade e piazzali, trasporti, movimentazione materiali, montaggio container e tutte le altre attività di carattere logistico-operativo. Dolomiti Strade rappresenta una nuova generazione di impresa a conduzione familiare che, nata nel 2011 con poche risorse e grandi ambizioni, è oggi una delle realtà più importanti della provincia, impegnata in numerosi lavori strategici per il territorio. “Siamo orgogliosi di proseguire il cammino iniziato la scorsa stagione, un percorso che ci ha visto affiancare l’organizzazione di un evento di
grandissima tradizione come le gare della Coppa del Mondo femminile a Cortina”, afferma Christian Chinol, responsabile di Dolomiti Strade. “La nostra azienda è da sempre impegnata in lavori strategici nel territorio dolomitico ed essere a fianco di Fondazione Cortina rappresenta per noi un’opportunità in più per lavorare a favore di questo territorio bellissimo, che merita di essere valorizzato al meglio. Alla Fondazione ci accomunano la passione per l’ambiente in cui viviamo e il desiderio di raggiungere obiettivi ambiziosi: questa sinergia è nata in maniera naturale, all’insegna di grandi motivazioni ed entusiasmo” I numeri dell’azienda: 40 dipendenti, una nuova sede di 8.000 m2, un’area operativa che va dal Veneto al FriuliVenezia Giulia fino alle Marche e un parco macchine sempre aggiornato sia dal punto di vista tecnologico che sotto il profilo della tutela ambientale. Una realtà che può essere considerata come una vera storia di rispetto per il territorio e per tutti i suoi collaboratori. “Nei prossimi anni il contesto bellunese vedrà una profonda trasformazione infrastrutturale per ospitare i grandi eventi del 2026 e Fondazione Cortina con i suoi partner di eccellenza vuole essere protagonista di questa trasformazione”, dice Stefano Longo, presidente di Fondazione Cortina, struttura che ha raccolto la grande eredità dei Mondiali di sci alpino 2021. “Dolomiti Strade è sinonimo di passione e altissima qualità professionale. Il fatto che sia un’azienda nata e operante nel territorio è un valore aggiunto.
Il supporto operativo che Dolomiti Strade offre durante gli eventi che organizziamo, nello specifico per l’allestimento e la sistemazione delle piste, è di importanza strategica e avere questa azienda al nostro fianco è per noi un vanto”
DEALER
HD Crawler
Crawler Cranes
Telescopi Cranes/Multi-Crane
JCB
I dipendenti dello stabilimento JCB Compact Products di Cheadle, Staffordshire (Regno Unito), si sono recentemente riuniti per festeggiare il 1.000° esemplare di miniescavatore 19C-1E uscito dalla linea di produzione. JCB ha fatto il suo esordio nel 2019 con il primo miniescavatore completamente elettrico prodotto in serie al mondo. Il presidente di JCB, Lord Bamford, ha dichiarato: “Siamo lieti del successo del miniescavatore elettrico 19C-1E, che si sta rivelando molto popolare in tutto il mondo, in particolare in Nord America, Francia e Regno Unito, dove si registra una crescente domanda di macchine a zero emissioni in grado di operano in aree urbane e ambienti protetti”. JCB è stata all’avanguardia nello sviluppo della tecnologia elettrica per soddisfare le richieste dei clienti di prodotti a emissioni zero.
L’azienda ha aperto la strada con l’introduzione di una soluzione elettrica a batteria per le macchine più piccole. Il 19C-1E è cinque volte più silenzioso del suo analogo modello diesel, può essere ricaricato in meno di due ore e può completare con una singola carica un tipico turno complete di lavoro. Il modello ha riscosso un grande successo tra le aziende che lavorano all’interno di edifici e in aree urbane sensibili alle
emissioni e al rumore. È ideale per lavorare all’interno o all’esterno, in fabbriche, tunnel o scantinati, per scavare fondazioni o per progetti di utilità pubblica.
Nel 2019, il miniescavatore JCB 19C-1E ha ottenuto uno dei riconoscimenti più prestigiosi dell’industria ingegneristica quando il Royal Automobile Club ha conferito a JCB il Dewar Trophy con la motivazione “Outstanding Technical Achievement in the British Automotive Industry” per lo sviluppo della macchina. L’anno successivo, la Royal Academy of Engineering nel Regno Unito ha assegnato al 19C-1E il “MacRobert Award”, un premio per l’innovazione assegnato fin dal 1969 per onorare un’ampia varietà di imprese ingegneristiche, tra cui lo scanner CT e Il motore Rolls-Royce Pegasus.
Il nuovo motore a combustione a idrogeno di JCB - la soluzione a zero emissioni di carbonio dell’azienda britannica per le macchine edili e agricole - sarà svelato al Conexpo-CON/AGG 2023 nell’ambito dell’International Fluid Power Exposition (IFPE). Lord Bamford, che sta guidando personalmente il progetto, ha affermato che “il team di ingegneri JCB ha fatto passi da gigante in un breve lasso di tempo per sviluppare un motore a combustione interna a idrogeno che alimenta già i prototipi di una terna e di un sollevatore telescopico. Come prima azienda di macchine movimento terra a sviluppare un motore a combustione alimentato a idrogeno completamente funzionante sono lieto che ora siamo in grado di presentare questa tecnologia sulla scena internazionale”. All’avanguardia nel settore ambientale, sociale e di governance (ESG) per il settore delle macchine per l’edilizia, JCB è stata responsabile di una serie di innovazioni per il settore nell’ambito della sua strategia “Road to Zero”. Il costruttore ha sviluppato il primo miniescavatore elettrico a batteria al mondo ed è stata all’avanguardia nello sviluppo della tecnologia elettrica per soddisfare le richieste dei clienti di prodotti a zero emissioni di carbonio con la sua gamma E-TECH. L’impegno di JCB per la riduzione delle emissioni risale a quasi 25 anni fa e i suoi ultimi motori diesel hanno già raggiunto una riduzione del 97% delle emissioni di NOx dal 1999 e del 98% del particolato. Oggi le macchine diesel di JCB emettono il 50% in meno di CO2 rispetto a quelle prodotte nel 2010. Anche la tecnologia dei motori diesel puliti di JCB sarà presentata allo stand di Las Vegas.
MOLLO NOLEGGIO
La società di Alba (CN) ha lanciato un nuovo servizio per i suoi clienti: il ritiro e la riconsegna dei mezzi in filiale, 24 ore su 24 e sette giorni su sette, via smartphone tramite APP. “Fai da te - Noleggio 24/7” è una soluzione che mira a innovare in chiave digitale la “customer experience” e a garantire flessibilità operativa, combinando l’efficienza dell’automatizzazione digitalizzata al forte know-how di Mollo nel campo del nolo di mezzi. Con questo
check-out l’utente dovrà seguire semplici istruzioni e validare alcune semplici operazioni. In questa fase di lancio il servizio è legato al noleggio di piattaforme autocarrate utilizzabili con patente B e veicoli commerciali, quali autocarri con cassone fisso e ribaltabile, con gru, doppia cabina. Il servizio è già attivo in alcune filiali, ma l’obiettivo dell’azienda è quello di estendere “Fai da te - Noleggio 24/7” a tutti i centri Mollo in Italia. I vantaggi per l’utilizzatore di questo
Noleggio 24/7” è il più recente e concreto esempio di come Mollo continui a innovare, e soprattutto lo fa in chiave digitale. L’azienda guidata dai fratelli Mauro e Roberto Mollo torna a proporre un progetto innovativo basato sull’utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Il Gruppo si distingue per il suo dinamismo nei confronti della crescita, per i costanti investimenti nell’ambito del servizio clienti, per il continuo rinnovamento del proprio parco macchine e
servizio l’azienda risponde alle esigenze dei clienti, che avranno il vantaggio di ritirare e riconsegnare in filiale in modo rapido e semplice, in qualsiasi giorno e ora, il mezzo di cui hanno bisogno. Il funzionamento del servizio è semplice: dopo aver prenotato il mezzo e richiesto l’attivazione del nuovo servizio - e dopo aver scaricato l’APP Mollo Noleggio disponibile per Android e iOs e utilizzabile da smartphone e tablet - il cliente riceverà su cellulare le credenziali per ritirare e riconsegnare il mezzo in modo autonomo, quando vuole, anche in orari diversi da quelli di apertura aziendale. In fase di check-in e
nuovo servizio sono evidenti, a partire dalla disponibilità “open all day” per il ritiro e la riconsegna dei mezzi a nolo, che si traduce nella massima libertà operativa per il cliente. Non vanno dimenticati i tradizionali “plus” del noleggio Mollo, quali il livello qualitativo, l’affidabilità e la varietà del parco mezzi, la digitalizzazione e la velocità delle procedure, le coperture assicurative chiare e vantaggiose, e molto altro. Mollo Noleggio offre un parco mezzi “giovane”, risultato di una politica di investimenti che si traducono nell’inserimento continuo e frequente di mezzi e attrezzature nuove. La “formula” “Fai da te -
per l’attenzione all’innovazione tecnologica. La APP Mollo Noleggio, lanciata nel 2021, è stata ideata per semplificare l’esperienza di noleggio dei clienti, renderli più autonomi, consente di snellire e velocizzare le procedure e comunicazioni. Facile da utilizzare, comoda e sicura, garantisce una “user experience” ricca di funzionalità e con continue implementazioni. Il servizio “Fai da te - Noleggio 24/7” fruibile tramite App si aggiunge a quelli che il Gruppo Mollo ha introdotto negli ultimi anni, come quello di digitalizzazione dei documenti di noleggio e quello della firma digitale dei contratti di nolo.
Cyril e Louis Keller, i fratelli che hanno inventato la prima pala compatta al mondo (più tardi denominata “Bobcat skidsteer loader”), sono stati scelti per essere inseriti nella National Inventors Hall of Fame (NIHF), negli Stati Uniti. Ogni anno la NIHF riconosce inventori, promuove la creatività e favorisce lo spirito imprenditoriale e di innovazione. Negli anni Cinquanta i fratelli Cyril e Louis gestivano insieme una piccola officina meccanica per macchine utensili in Minnesota (Stati Uniti), dove costruivano e riparavano le macchine per gli agricoltori della zona. Un giorno un agricoltore si rivolse a loro perché aveva bisogno di una pala semovente che fosse sufficientemente leggera per essere trasportata al secondo
e una ruota pivottante posteriore, l’antenata del moderno skid-steer loader. La macchina fu notata da Melroe Manufacturing Company (oggi Bobcat), che invitò i fratelli Keller a presentare la loro invenzione presso lo stand dell’azienda alla Minnesota State Fair nel 1958. Dopo il successo riscosso in fiera a Melroe Manufacturing Company vennero attribuiti i diritti di fabbricazione esclusivi della macchina, in cambio di royalty, e i fratelli Keller vennero
avviare la produzione della
la M400 divenne la prima vera pala compatta al mondo. Il termine “skidsteer” indica l’esclusivo sistema di sterzo che permette alla macchina di girare entro la propria lunghezza. In seguito fu creato il marchio Bobcat per rispecchiare la robustezza, la rapidità e l’agilità della macchina. Joe Keller, figlio di Louis, ha commentato: “La pala compatta Bobcat ha avuto un impatto positivo sulla vita di migliaia di dipendenti che hanno lavorato per l’azienda,
dei concessionari che l’hanno venduta e dei clienti che l’hanno utilizzata ogni giorno. Anche se non sempre ce ne rendiamo conto questa macchina svolge un ruolo importante nella nostra vita quotidiana: supporta gli agricoltori nelle attività agricole che producono il cibo che portiamo in tavola e trasporta i materiali nei cantieri in cui vengono costruite le nostre case e i nostri uffici”. Bobcat festeggia il 65° compleanno dell’invenzione della macchina che ha creato il settore delle macchine compatte e oggi offre più di 100 prodotti per i settori delle macchine compatte, industriali e per la manutenzione del suolo, producendo oltre 150 famiglie di accessori. Ricevendo il riconoscimento per conto di suo padre e suo zio Joe Keller ha commentato: “Ottenere questo riconoscimento è un grande onore per le famiglie di papà e dello zio Cyril, ma non è certo solo per noi. È un riconoscimento per tutti i dipendenti Bobcat del passato e del presente che hanno contribuito a trasformare la piccola ‘pala Keller’ nella macchina Bobcat di oggi. È stato un grande onore occupare una posizione privilegiata e vedere questa invenzione rivoluzionare il modo di lavorare in tutto il mondo”.
È online il nuovo sito di BKT, che ha debuttato dopo un lungo lavoro di restyling e redesign dell’esperienza di navigazione. Dalle grafiche interattive ai contenuti multispecializzati, la nuova piattaforma restituisce agli utenti un ambiente confortevole e user friendly, dove non mancano contenuti esclusivi, testimonianze e informazioni in aggiornamento costante. Ogni pagina di prodotto si arricchisce di informazioni sempre dettagliate e utili, tra cui video dei prodotti in azione, schede tecniche, “case study” esclusive e approfondimenti che aiutano gli utenti a scegliere lo pneumatico più adatto alle proprie esigenze. Un’estetica rinnovata, seguendo le ultime tendenze digitali, mantenendo però linee e colori identitari.
Tutto è stato reso molto più visuale e
fotografico, cercando di comunicare i valori distintivi di BKT e gli obiettivi aziendali anche solo attraverso le immagini. Il nuovo sito presenta da subito la suddivisione nei tre settori principali, “Agricoltura”, “OTR” e “Industriale”, una segmentazione che permette l’immersione totale dell’utente nel proprio settore di appartenenza, attraverso una navigazione multispecializzata e informazioni esclusive, che comprendono sia prodotti che eventi, oltre a novità, costantemente
aggiornate. In evidenza, ma con una nuova veste, resta la sezione blog, dove si possono trovare approfondimenti settimanali, raccontati dalle voci dei dipendenti di BKT. Il sito di BKT è nuovo, ma i suoi valori fondamentali rimangono gli stessi: proporre la migliore qualità, essere un modello di imprenditoria virtuosa attenta alle persone e all’ambiente, condividere ed includere. In questo spazio rinnovato BKT si proietta nel futuro, condividendo conoscenze circa le tematiche ambientali che riguardano il futuro del nostro pianeta. L’ampliamento dello spazio dedicato alla sostenibilità mostra infatti l’attenzione sempre più crescente di BKT verso l’innovazione, come obiettivo chiave per mettere al centro del business il nostro pianeta e le persone che vi abitano.
Rental Academy, che dal 2010 progetta e realizza corsi di formazione specifici per il noleggio, per il 2023 mette a disposizione tre diversi percorsi formativi. Il primo è il Master in Noleggio, pensato per offrire una panoramica delle competenze necessarie per lavorare nel noleggio in qualsiasi posizione organizzativa, dal management al personale tecnico e commerciale. Lanciato nel 2017, il Master è giunto alla 7ª edizione: avrà inizio il 7 marzo e si svilupperà in sei incontri online di tre ore ciascuno più una giornata conclusiva in presenza (il 27 giugno a Milano), per un totale di 26 ore di formazione. Il corso di Comunicazione
e Marketing nel Noleggio è invece progettato per chi svolge queste attività nelle aziende di noleggio e per il personale delle agenzie digitali che lavora con i noleggiatori: la data di inizio è fissata per il 14 marzo. Il corso di Vendita del Noleggio, infine, è dedicato al personale
commerciale che lavora nelle società di noleggio: l’inizio del percorso è previsto per il 21 marzo e il termine, come per gli altri, sarà la giornata in presenza del 27 giugno a Milano. La formazione di Rental Academy è rivolta al personale delle seguenti aziende, di qualsiasi dimensione e struttura organizzativa: noleggiatori; dealer di macchine e attrezzature; dDistributori di materiali e accessori; aziende miste di noleggio e vendita; produttori di macchine e attrezzature. Sul sito www.rentalacademy.it è possibile approfondire ulteriormente i contenuti dei corsi e gli argomenti specifici delle singole date.
Presenti sul mercato da oltre 20 anni, l’H.P.S. opera nel settore della vendita e revisione di componenti oleodinamici in tutte le applicazioni di pertinenza quale il navale, la pesca, il ferroviario, l’industria, la cantieristica e l’agricoltura
Unità mobili perfettamente attrezzate che ci consentono di raggiungere velocemente i nostri clienti e di risolvere in loco ogni emergenza adempiendo appieno ad ogni loro esigenza. Riparatori autorizzati delle maggiori case costruttrici del settore quali Rexroth, Kawasaki, Samhydraulik-Brevini e riparatori ufficiali della Danfoss
Disponiamo inoltre di un assortito magazzino ricambi.
Valvole ed elettrovalvole
Tubi
Scambiatori
Ricambi per pompe e motori
Motori
Moltiplicatori | Riduttori
Guarnizioni e sistemi di tenute
Filtri e sistemi di filtrazione
Distributori oleodinamici
Cilindri oleodinamici
Centraline elettroidauliche
Strumenti di misurazione
Manometri
Raccordi ERMETO
Pressostati
Prese di forza
Pompe a mano
Pompe
Pneumatica
Lubrificanti
Innesti rapidi
Innesti meccanici
Idroguide
Accumulatori
Insieme ai nuovi rulli tandem della serie HX, Hamm ha lanciato sul mercato il sistema assistito di compattazione “Smart Compact”, un sistema che supporta attivamente il conducente nella scelta dei tamburi e della modalità di compattazione (vibrazione, oscillazione o statica). I conducenti devono solo stabilire se occorra compattare uno strato portante, uno strato di legante per asfalto o uno strato superficiale di asfalto. Al resto pensa “Smart Compact”. A tale scopo il sistema valuta le diverse caratteristiche fisiche dell’asfalto, quali temperatura o rigidezza, tenendo conto anche del complesso comportamento di raffreddamento
dell’asfalto, che viene influenzato anche dai dati meteorologici locali inviati da una stazione meteo integrabile a richiesta. Elaborando queste informazioni, “Smart Compact” trasmette la regolazione adatta per la compattazione separatamente per entrambi i tamburi. In base ai valori di misura “Smart Compact” rileva i casi in
Per ottenere prodotti finali per la produzione di asfalto, nello stato insulare di Trinidad e Tobago viene utilizzato un treno di macchine “PRO” di Kleemann: il frantoio a mascelle MOBICAT MC 120 Z PRO e il frantoio a cono mobile MOBICONE MCO 11 PRO. L’impianto di vagliatura semovente MOBISCREEN MS 953 EVO completa il processo nella cava di calcare. Nel treno di macchine “PRO” di Kleemann il lavoro è agevolato dalla semplicità di concatenamento delle macchine e dal processo
automatico e coordinato dei singoli impianti. Il treno è composto da tre macchine, i cui processi sono combinati tra loro. La sintonizzazione automatizzata non solo facilita il lavoro degli operatori, ma armonizza e stabilizza anche il processo. Ogni macchina lavora sostanzialmente da sola, ma segnala alle macchine a monte e a valle eventuali guasti o sovraccarichi, dovuti a un eccesso di materiale in entrata. La regolazione dell’alimentazione Continuous Feed System (CFS) permette inoltre uno sfruttamento ottimale dei
cui la compattazione dinamica deve essere ritirata, ad esempio in caso di temperatura dell’asfalto eccessivamente bassa. Il sistema inverte automaticamente la compattazione dinamica e commuta il rullo in modalità ECO, riducendo il regime fino al 20% e risparmiando fino al 15% di carburante. “Smart Compact” non solo si prende cura della macchina, ma contribuisce anche alla salvaguardia delle risorse. Con “Smart Doc” Hamm ha presentato un’app Android per la documentazione della compattazione e l’automonitoraggio che può essere utilizzata con il ricevitore GNSS dello smartphone.
frantoi, che in tal modo vengono caricati uniformemente. Inoltre, un collegamento di tutte le macchine è garanzia di sicurezza: se viene premuto un arresto di emergenza in un qualsiasi punto del treno si arrestano immediatamente tutti gli impianti. Questa configurazione permette di evitare danni o situazioni di sovraccarico. Grazie all’accoppiamento delle linee l’impresa esecutrice di Trinidad e Tobago ha potuto raddoppiare l’operatività e il rendimento rispetto agli impianti impiegati in precedenza nella cava. “Apprezziamo in particolare la disponibilità a trovare soluzioni praticabili. Abbiamo sperimentato quest’ottimo livello di cooperazione anche con altri marchi del Wirtgen Group”, ha dichiarato Kyle Parsons, Project Manager responsabile della Jusamco Ltd.
“A ciò si aggiunge la certezza di poter contare sui nostri referenti in loco per un’eccellente assistenza tecnica e la fornitura dei ricambi”.
TESYA ha iniziato il 2023 con una nuova acquisizione in Europa: la società di noleggio spagnola Emerent, attiva nel settore del noleggio e con sede nelle Asturie. Quest’acquisizione persegue gli obiettivi delineati dal Gruppo TESYA nel piano industriale al 2025 di crescere dimensionalmente, creando valore in nuove opportunità di business e continuando a evolvere nelle linee più tradizionali. Il Gruppo vanta una storia imprenditoriale italiana (quasi 90 anni) e ha rafforzato la propria leadership di mercato grazie all’acquisizione di realtà imprenditoriali
WALVOIL
una pluridecennale esperienza in diversi segmenti di mercato, offrendo soluzioni diversificate: dalle macchine movimento terra di CGT ai carrelli e attrezzature in ambito intralogistico con CLS, dai veicoli industriali di CGT Trucks al noleggio multispecialista di CGTE.
L’acquisizione riguarda la società Emerent, specializzata nel noleggio di macchine per l’edilizia, le opere civili e l’industria, soluzioni complete per attrezzature e montaggio nell’organizzazione di eventi sociali, ricreativi e culturali. “Si tratta di un passo importante e un investimento significativo per il nostro Gruppo”, ha dichiarato Lino Tedeschi, presidente e CEO del Gruppo TESYA. “Nel percorso di sviluppo e consolidamento del nostro piano strategico abbiamo l’obiettivo di rafforzare in maniera significativa la nostra presenza nel noleggio a breve in Spagna, analogamente a quello
Facendo seguito all’approvazione unanime del Comune di Cavriago dell’ottobre scorso Walvoil, dal 2015 parte del Gruppo Interpump, ha avviato i lavori di ampliamento della sua sede produttiva e quelli di costruzione del nuovo Innovation Center. I lavori, che insistono
su una superficie di 3 ettari, rappresentano un ennesimo segno del profondo radicamento dell’azienda nel territorio reggiano ed emiliano. I nuovi edifici, che avranno le dimensioni rispettivamente di 9.000 e di 3.000 m2, hanno previsto un investimento
totale di circa 31 milioni di euro, comprensivi degli allestimenti interni in tecnologie e macchinari, e saranno costruiti secondo le più moderne metodologie per garantirne la massima efficienza e sostenibilità sia ambientale che sociale. Fabio Marasi, presidente e AD di Walvoil, spiega: “Si tratta di un grande passo in avanti per noi come azienda. Una conseguenza naturale della nostra crescita, che si concretizzerà, oltretutto, nell’anno di ricorrenza del nostro 50° anniversario, che festeggeremo prima della
che abbiamo fatto in Italia con CGTE. Come Gruppo vogliamo puntare a una più estesa copertura geografica nel comparto e a una forte interazione con l’obiettivo di aumentare in modo rilevante l’offerta in Italia e ampliare la nostra presenza nella penisola iberica in tutti i segmenti in cui faccia premio il valore aggiunto delle nostre soluzioni. Questa acquisizione rappresenta la conclusione di un lungo processo di ricerca di una società su cui costruire l’ambizione di diventare azienda di riferimento nel settore del noleggio a breve termine anche nella penisola iberica”.
fine dei lavori a giugno 2023. Abbiamo voluto dare ulteriori gambe alle potenzialità dell’azienda. Per farlo abbiamo scelto ancora una volta il nostro territorio: è qui che ci sono le nostre radici, e da qui tutto è cominciato. È nostra volontà e responsabilità come impresa investire ancora una volta nello sviluppo delle nostre attività nel territorio reggiano e nella valorizzazione delle competenze e del know-how dei nostri collaboratori, essenziale e distintivo punto di forza del nostro Gruppo”.
Nell’ambito della riqualificazione dell’aeroporto di Lipsia/Halle, la pista nord dell’aeroporto, lunga 3,6 km, e le relative vie di rullaggio dovevano essere completamente rimosse entro 30 giorni. Circa 350.000 t di calcestruzzo molto duro rinforzato con rete d’acciaio (CRCP) sono state rimosse con il metodo del taglio. Per far fronte a questo grande progetto l’appaltatore ha utilizzato potenti macchine della classe Wirtgen W 250 Fi con tamburi di fresatura speciali modificati. La rimozione completa della pista nord si era resa necessaria perché il cosiddetto “cancro del calcestruzzo” aveva distrutto il calcestruzzo dall’interno, in modo irreparabile. Per un progetto di questa portata erano necessarie macchine potenti e una configurazione ottimale degli utensili da taglio del tamburo di fresatura. La classe Wirtgen W 250 Fi offre riserve di potenza sufficienti con oltre 1.000 CV in ogni momento. Per poter utilizzare la potenza in modo ottimale per il processo di taglio le frese grandi sono state dotate di pesi aggiuntivi. Il peso operativo più elevato si traduce in una maggiore trazione sui carri cingolati e, quindi, in un’ottima resa di taglio del tamburo di fresatura. Per l’intervento le frese grandi sono state equipaggiate anche con tamburi di fresatura ECO e denti speciali. I tamburi di fresatura ECO sono dotati di un numero inferiore
di denti fino al 50% con interlinee maggiori (LA) rispetto ai tamburi di fresatura standard. Il numero ridotto di denti riduce la resistenza al taglio, rendendo possibile la fresatura di superfici in calcestruzzo duro.
In 30 giorni, la potente flotta di fresatura ha rimosso 350.000 t di calcestruzzo. Ciò significa che in media ogni macchina ha dovuto fresare oltre 1.100 t di calcestruzzo al giorno. A questo scopo la pavimentazione in calcestruzzo è stata prima rimossa a strati il più rapidamente possibile.
Le macchine con un livellamento 3D estremamente preciso sono state poi utilizzate per fresare la posizione finale al fine di garantire una base ottimale per la ricostruzione. Per garantire uno svolgimento senza intoppi, la pianificazione è stata iniziata in anticipo. Già otto mesi
prima dell’avvio del cantiere sono iniziate le prove pratiche di applicazione. In questo modo è stato possibile fare previsioni precise sui consumi dei denti per fresatura e di altre parti d’usura e stoccare quantità sufficienti direttamente in loco.
I tempi di inattività dovuti al cambio denti e alla manutenzione hanno potuto essere ridotti al minimo, massimizzando la produttività. Il grande progetto che gravita intorno alla pista dell’aeroporto di Lipsia/Halle è stato completato nei tempi previsti. Le basi sono state gettate con il completamento puntuale della rimozione del calcestruzzo e con un risultato ottimale della fresatura. Bernhard Fischer, Project Manager e direttore di filiale dell’impresa di costruzioni Kutter, si è detto soddisfatto del successo dell’implementazione
del progetto: “L’enorme durezza del calcestruzzo comporta velocità di fresatura leggermente inferiori rispetto alla fresatura dell’asfalto. Inoltre, l’usura degli utensili di fresatura è notevolmente superiore. I costi aggiuntivi dovuti alla maggiore usura del materiale sono più che compensati dalla rapidità di costruzione e dalla precisione. La rimozione mediante fresatura a freddo si è rivelata essere il metodo ideale per questo progetto”.
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C’è grande attesa per l’approvazione definitiva del Codice degli Appalti, in quanto il provvedimento è di fondamentale importanza per il futuro del settore Construction, anche in relazione al complesso disegno riformatore previsto dal PNRR
Dal 1° aprile 2023 entrerà in vigore il nuovo Codice degli Appalti, provvedimento che il Governo ha approvato in esame preliminare con un decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78. Lo schema del nuovo Codice Appalti è sotto la lente d’ingrandimento soprattutto in questo delicato momento di “passaggio”.
Il nuovo Codice degli Appalti muove da due principi cardine, stabiliti nei primi due articoli: il “principio del risultato”, inteso quale interesse pubblico primario dell’intero testo, punta all’affidamento del contratto e alla sua esecuzione con la massima tempestività e al migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza; il “principio della fiducia” invece iden-
tifica l’azione legittima, trasparente e corretta della PA, dei suoi funzionari e degli operatori economici. Il motore per modernizzare l’intero sistema dei contratti pubblici è individuato nella digitalizzazione, da adottare in ogni fase del ciclo di vita dell’appalto. Si punta ad avere un “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale” basato sulla Banca dati nazionale dei contratti pubblici, sul fascicolo virtuale dell’operatore
economico, appena reso operativo dall’ANAC, sulle piattaforme di approvvigionamento digitale, sull’utilizzo di procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici. L’obiettivo è quello di realizzare una digitalizzazione integrale in materia di accesso agli atti, in linea con lo svolgi-
mento in modalità digitale delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici, che permetterebbe anche a tutti i cittadini di richiedere la documentazione di gara, nei limiti consentiti dall’ordinamento vigente, per il tramite dell’istituto dell’accesso civico generalizzato.
FEDERICA BRANCACCIO
PRESIDENTE ANCE
La presidente dell’ANCE, Federica Brancaccio, ha sottolineato come diverse delle innovazioni introdotte dal testo sono senz’altro condivisibili. Il riferimento è, ad esempio, al processo di digitalizzazione delle procedure, così come all’introduzione del principio dell’equilibrio contrattuale (che andrebbe declinato anche come principio di redditività della commessa), oltre al rafforzamento degli strumenti di deflazione del contenzioso giurisdizionale
“Tuttavia, per far sì che questi principi siano effettivi e per non ripetere gli errori fatti nel Codice 50 occorrono alcuni essenziali correttivi al testo, per eliminare soprattutto le contraddizioni tra i (buoni) principi espressi e talune norme pure presenti nel Codice. Al riguardo, innanzitutto, c’è un tema di mercato. Il nuovo Codice consentirà a un’ampia quota di appalti di non essere più sottoposti alle regole di piena pubblicità e concorrenza. Si pensi alla fascia di appalti compresi fino alla soglia comunitaria (vale a dire, per i lavori pubblici, fino a 5,3 mln di euro). Il Codice sta optando per rendere stabili le procedure emergenziali introdotte con il decreto semplificazione, rendendo possibile utilizzare le procedu-
re ordinarie solo sopra 1 mln di euro e solo se tale scelta venga accompagnata da un’adeguata motivazione. Si tratta però di una soglia elevata, che rischia di azzerare il mercato e che è in contraddizione con il principio di concorrenza e trasparenza. Si è preferito tagliare sui tempi delle procedure di gara quando invece, com’è noto, la maggior parte dei ritardi si annida nella fase ‘a monte’ della gara, in tutto quel labirinto di atti di autorizzazioni preventive rimasto pressoché intatto. Non va dimenticato che anche per la Commissione UE alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d’appalto, non sono conformi alla legislazione dell’UE in materia di appalti pubblici. Si pensi poi anche alle scelte sui settori speciali: la sottrazione dagli obblighi di esternalizzazione delle gare per quei concessionari nei settori speciali che hanno ottenuto la concessione senza gara non è nella legge delega, né, tantomeno è rispettoso dei principi comunitari sul tema. Anche la forte flessibilità concessa ai settori speciali si traduce in alcuni passi indietro rispetto alla normativa attuale, come le norme sulla fase di esecuzione del contratto o anche quelle sull’illecito professionale, che dovrebbero essere omogenee con i settori ordinari. Ciò tanto più ove si consideri che i settori speciali rappresentano una componente sempre più rilevante della domanda pubblica. Il combinato disposto di queste innovazioni può essere uno shock per il mercato e per gli operatori che vi operano”.
IL PRINCIPIO DELLA FIDUCIA È UNA SVOLTA
NEI RAPPORTI TRA PA
E IMPRESE: FAVORISCE E VALORIZZA L’INIZIATIVA E L’AUTONOMIA
DECISIONALE DEI
FUNZIONARI PUBBLICI
Tempestività e slancio agli interventi
Il testo punta a dare slancio alla programmazione di infrastrutture prioritarie: si prevedono: l’inserimento dell’elenco delle opere prioritarie nel Documento di economia e finanza (DEF), a valle di un confronto tra Regioni e Governo; la riduzione dei termini per la progettazione; l’istituzione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici di un comitato speciale appositamente dedicato all’esame di tali progetti; un meccanismo di superamento del dissenso qualificato nella conferenza di servizi mediante l’approvazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; la valutazione in parallelo dell’interesse archeologico.
L’appalto integrato diviene possibile senza i divieti previsti dal vecchio
Codice. Il contratto potrà quindi avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Sono esclusi gli appalti per opere di manutenzione ordinaria. Un’altra novità riguarda le procedure sotto la soglia europea, che si adottano stabilmente se sono previste per l’affidamento diretto e per le procedure negoziate nel cosiddetto decreto “semplificazioni Covid-19” (d.l. n. 76/2020). Sono previste eccezioni, con applicazione delle procedure ordinarie previste per il sopra-soglia e per l’affidamento dei contratti che presentino interesse transfrontaliero certo. Si stabilisce il principio di rotazione secondo cui, in ipotesi di procedura negoziata, è vietato procedere in modo diretto all’assegnazione di un appalto verso il contraente uscente. In tutti gli affidamenti di contratti sotto-soglia vengono esclusi i termini dilatori, sia di natura procedimentale che processuale. Il nuovo Codice reintroduce poi la figura del General Contractor, figura che rappresenta la collaborazione tra la PA e gli operatori privati nello svolgimento di attività d’interesse generale. Nel partenariato pubblico-privato si semplifica il quadro normativo, per rendere più agevole la partecipazione degli investitori istituzionali alle gare per l’affidamento di progetti. Nei settori speciali si prevede una maggiore flessibilità e una
• Accentuazione della discrezionalità in capo all’amministrazione, con maggiore possibilità di utilizzo di procedure flessibili e di valutazione di requisiti specifici;
• Spinta sulla digitalizzazione dell’intero contratto pubblico, dalla progettazione all’esecuzione;
• Nuovo impulso verso la centralizzazione e qualificazione delle stazioni appaltanti;
• Riduzione dei livelli della progettazione da tre a due: PFTE (progetto fattibilità tecnica economica) e PE (progetto esecutivo);
• Stabilizzazione di alcuni istituti e norme introdotte in fase emergenziale (tra cui la procedura negoziata senza bando, fino alla soglia comunitaria, appalto-integrato, consegna d’urgenza);
• Rafforzamento della disciplina del soccorso istruttorio;
• Definizione dell’illecito professionale;
• “Liberalizzazione” della disciplina degli RTI (raggruppamento temporaneo di imprese), sia in fase di partecipazione che in fase di esecuzione;
• Maggiore “autonomia” della disciplina dei settori speciali rispetto a quella dei settori ordinari;
• Revisione obbligatoria dei prezzi, sebbene ancorata a soglie di alea e a percentuali di compensazione;
• Revisione della disciplina del Partenariato Pubblico. Privato (PPP), estesa anche a figure atipiche;
• Estensione di poteri di vigilanza dell’ANAC anche alla fase esecutiva;
• Rafforzamento delle ADR (“Alternative Dispute Resolution”Risoluzione alternativa delle controversie) con messa a regime del Collegio Consultivo Tecnico;
• Presenza di numerosi allegati al Codice (circa 36), taluni con valore regolamentare.
più marcata peculiarità, in coerenza con la natura essenziale dei servizi pubblici gestiti dagli enti aggiudicatori (acqua, energia, trasporti, eccetera). Le norme introdotte sono “autoconclusive”, quindi prive di ulteriori rinvii ad altre parti del Codice. Si introduce un elenco di “poteri di auto-organizzazione” ricono-
LA DIGITALIZZAZIONE DIVIENE IL “MOTORE” PER MODERNIZZARE L’INTERO SISTEMA DEI CONTRATTI PUBBLICI E CICLO DI VITA DELL’APPALTO
sciuti alle imprese pubbliche e ai privati titolari di diritti speciali o esclusivi. Si prevede la possibilità per le stazioni appaltanti di determinare le dimensioni dell’oggetto dell’appalto e dei lotti in cui eventualmente suddividerlo, senza obbligo di motivazione aggravata.
Il subappalto a cascata viene introdotto adeguandolo alla normativa e alla giurisprudenza europea attraverso la previsione di criteri di valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante, da esercitarsi ipotesi per ipotesi. Per i concessionari scelti senza gara si stabilisce l’obbligo di appaltare a terzi una parte compresa tra il 50% e il 60% dei lavori, dei servizi e delle forniture, tuttavia tale obbligo non vale per i settori speciali (ferrovie, aeroporti, gas, luce). Nell’ambito della revisione dei prezzi è confermato l’obbligo di inserimento delle clausole di revisione prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5%, con il riconoscimento in favore dell’impresa dell’80% del maggior costo. Per la fase dell’esecuzione si prevede la facoltà per l’appaltatore di richiedere, prima della conclusione del contratto, la sostituzione della cauzione o della garanzia fideiussoria con ritenute di garanzia sugli stati di avanzamento. In ipotesi di liquidazione giudiziale dell’operatore
economico dopo l’aggiudicazione non ci sarà automaticamente la decadenza, ma il contratto potrà essere stipulato con il curatore autorizzato all’esercizio dell’impresa, previa autorizzazione del giudice delegato.
Per fugare la cosiddetta “paura della firma” è stabilito che, ai fini della responsabilità amministrativa, non costituisce “colpa grave” la violazione o l’omissione determinata dal riferimento a indirizzi giurisprudenziali prevalenti o a pareri delle autorità competenti. Si effettua il riordino delle competenze dell’ANAC,
in attuazione del criterio contenuto nella legge delega, con un rafforzamento delle funzioni di vigilanza e sanzionatorie. Si superano le linee guida adottate dall’Autorità, attraverso l’integrazione nel Codice della disciplina di attuazione. In merito ai procedimenti dinanzi alla giustizia amministrativa si prevede che il giudice conosca anche delle azioni risarcitorie e di quelle di rivalsa proposte dalla stazione appaltante nei confronti dell’operatore economico che, con un comportamento illecito, ha concorso a determinare un esito della gara illegittimo. Si applica l’arbitrato pure alle liti relative ai “contratti” in cui siano coinvolti tali operatori. ■
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In continuità con il Bauma 2019, alla fine dello scorso anno Liebherr - in occasione dell’edizione 2022 della manifestazione bavarese - ha presentato al mercato internazionale una panoramica del progresso tecnologico del Gruppo nel campo delle tecnologie alternative di trazione, disponibili già oggi e utilizzabili nel prossimo futuro. Nell’occasione il costruttore tedesco ha mostrato in funzione macchine alimentate da diverse fonti di energia come il diesel, l’HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), l’elettricità e l’idrogeno. In questo contesto sono state presentate diverse soluzioni innovative, a sottolineare l’ampio lavoro svolto da Liebherr su progetti all’avanguardia. L’obiettivo è offrire ai clienti prodotti sicuri, efficienti ed ecocompatibili nel tempo. Ciò include servizi come il programma Reman, grazie al quale i vecchi componenti vengono ricondizionati secondo i più alti standard qualitativi e possono essere utilizzati come alternativa a un pezzo nuovo. Un altro punto focale su cui si è concentrata Liebherr è rappresentato dai settori della digitalizzazione e dei servizi: l’azienda sviluppa continuamente soluzioni in tal senso insieme ai partner di vendita e assistenza e con i clienti. La digitalizzazione consente peraltro di progettare prodotti sempre più
personalizzati, concretizzatisi in nuove soluzioni digitali che consentono di aumentare l’efficienza, le prestazioni, l’affidabilità, la sicurezza e il comfort. Liebherr ha proposto anche vari sistemi di assistenza “intelligente” e applicazioni per soddisfare le esigenze sempre più complesse degli operatori di macchine: l’applicazione “MyAssistant for Earthmoving”, ad esempio, fornisce informazioni rilevanti su tutti gli aspetti del funzionamento e della manutenzione delle macchine. Un supporto per il lavoro quotidiano dei tecnici di assistenza è fornito invece dal “Remote Service”, che consente di intervenire sulle macchine indipendentemente dal luogo e dall’ora.
L’escavatore a idrogeno
R 9XX H2
L’R 9XX H2 è un escavatore cingolato con motore a combustione di idrogeno sviluppato da Liebherr-France SAS a Colmar (il motore H966 installato proviene dalla Liebherr Machines Bulle SA in Svizzera). L’utilizzo di questo propulsore consente di ridurre le emissioni inquinanti, poiché non richiede un’alimentazione energetica permanente e produce emissioni di NOx e CO2 molto basse. L’R 9XX H2, sviluppato sulla base del progetto della generazione di escavatori cingolati G8, offre le stesse prestazioni della versione diesel sia in
Il colosso tedesco si è reso recentemente protagonista del lancio sul mercato di numerosi nuovi prodotti, “highlight” e innovazioni tecnologiche in tutti i suoi settori di competenza, compresi quello delle macchine per le costruzioniL’ESCAVATORE CINGOLATO LIEBHERR R 9XX H2 CON MOTORE A IDROGENO
termini di potenza erogata che di dinamica e risposta del motore. Adatto alle temperature estreme, agli urti e alle operazioni in cantiere ad alta intensità di polvere l’R 9XX H2, con il suo peso di 50 t, potrà diventare una soluzione altrettanto robusta per le applicazioni di movimento terra e di cava, come lo sono già gli escavatori Liebherr con motore tradizionale della stessa classe. Il rifornimento è garantito dalla comunicazione a infrarossi tra il mezzo e la stazione di rifornimento.
I nuovi escavatori
da 70 a 100 t
Liebherr ha lanciato anche i nuovi escavatori cingolati delle generazioni G5.2 e G6.2: i nuovi modelli tra le 70 e le 100 t di peso operativo presentano vari miglioramenti e si distinguono per i dati prestazionali ottimizzati, l’alto livello di comfort, i nuovi sistemi di assistenza e il minor consumo di carburante.
I nuovi R 972, R 978 SME, R 992 e
I SOFTWARE DELL’ESCAVATORE CINGOLATO LIEBHERR R 928 G8 E DEL SISTEMA DI COMANDO MACCHINA DI LEICA GEOSYSTEMS SONO STATI ARMONIZZATI TRA LORO GRAZIE A UN LAVORO SINERGICO DEI TEAM DI SVILUPPO DI ENTRAMBE LE AZIENDE
GLI ESCAVATORI CINGOLATI R 972, R 978 SME, R 992 E R 998 SME SOSTITUISCONO I MODELLI R 966, R 970 SME, R 976 E R 980 SME
Liebherr sviluppa e produce escavatori gommati-ferroviari per la costruzione di rotaie dal 1967. La sua più recente novità in quest’ambito è l’escavatore
A 922 Rail Litronic con trasmissione idrostatica (la macchina è equipaggiata con il nuovo attacco rapido idraulico LIKUFIX). Con un peso operativo di circa 23 t, la macchina è dotata di un motore Stage V da 120 kW e di un sistema idraulico ottimizzato. L’impianto idraulico comprende una doppia pompa a portata variabile (2 x 220 l/min) e circuiti di regolazione indipendenti. Una novità, qui, è l’unità di traslazione idrostatica su rotaia dell’A 922 Rail: due motori muovono l’escavatore gommato-ferroviario direttamente sulla rotaia e ciò porta a una minore usura degli pneumatici, in quanto non c’è alcun contatto diretto con la rotaia stessa. Lo scartamento standard è di 1.435 mm, ma in futuro saranno disponibili anche altre carreggiate. L’escavatore A 922 Rail è dotato di un’interfaccia MIC 4.0, uno standard di comunicazione universale che consente di semplificare l’integrazione e il controllo delle attrezzature più diverse in combinazione con le macchine Liebherr.
R 998 SME (la nuova denominazione è direttamente correlata al peso operativo delle macchine) sostituiscono gli R 966, R 970 SME, R 976 e R 980 SME e sono stati sviluppati a Colmar con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico complessivo. Il sistema brevettato “Liebherr Power Efficiency (PE) - Engine Control” presta particolare attenzione a quest’aspetto. In concreto, la nuova funzione “PE” rappresenta una modalità di lavoro integrativa rispetto a quelle già esistenti per gli escavatori cingolati (P+/ P/E): questa significativa innovazione consente di ridurre il consumo di carburante del 10%-15% rispetto ai modelli precedenti. La gamma è disponibile con la funzione “Bucket Fill Assist”, un sistema di assistenza dotato di una modalità “antistallo” che impedisce alla benna di bloccarsi durante la fase di scavo. Oltre a ridurre il consumo di carburante, ciò ri-
duce l’usura dell’attrezzature e le vibrazioni. Tutti gli escavatori Liebherr G5.2 e G6.2 sono equipaggiati con la funzione Modetronic, che ha dato prova della sua validità nella generazione 8: questo ulteriore sviluppo consente all’operatore di adattare le caratteristiche idrauliche dell’escavatore alla rispettiva applicazione e alle sue abitudini personali.
L’escavatore R 928 G8 integra la gamma di cingolati Liebherr posizionandosi tra gli R 926 G8 e R 930 G8. Questo nuovo modello convince per la forza di trazione, la capacità di sollevamento e la benna di grande capacità. Il peso operativo inferiore a 30 t è stato ottimizzato con l’obiettivo di semplificare la logistica di trasporto tra i cantieri. L’R 928 G8 è dotato del controllo semiautomatico installato in fabbrica da Leica Geosystems, un sistema di assistenza che consente di eseguire lavori precisi ed efficienti. La partnership tra le due aziende, annunciata nel marzo 2020, consentirà di mettere a disposizione dei clienti le competenze di entrambe. I comandi macchina 2D e 3D installati in fabbrica saranno disponibili come opzione per gli escavatori cingolati e gommati delle generazioni 6 e 8. Quest’ultima, rispetto alla precedente, garantisce una maggiore forza di scavo e di strappo e un incremento della coppia di serraggio della torretta. Una nuova concezione dell’attrezzatura di lavoro consente di ottimizzare la curva di carico. I componenti dal peso ottimizzato migliorano il dinamismo della macchina, riducendone contemporaneamente il consumo di carburante. I nuovi sottocarri a “X” garantiscono una maggiore stabilità in tutte le situazioni.
Il dozer PR 766 G8
Con il dozer PR 766 G8, Liebherr ha ampliato la sua Generazione 8 con peso operativo fino a 55 t. Allo stesso tempo, la gamma di applicazioni di questa macchina è stata estesa al settore minerario: come il più grande PR 776, infatti, la macchina è ora dotata del sottocarro “High Drive”, già testato con successo nelle operazioni di estrazione pesante. Il suo nuovo design, in combinazione
con i vantaggi offerti dalla cabina, promette prestazioni ottimali e alta produttività di macchina e operatore anche su terreni sassosi e durante le lunghe operazioni. I vantaggi in termini di efficienza, soprattutto per quanto riguarda il consumo di gasolio, sono significativi quanto quelli della serie precedente e delle macchine gemelle più grandi e più piccole. Il dozer è azionato da un motore diesel a 8 cilindri Liebherr, Stage V, con potenza massima di 360 kW. Il peso operativo è di 54,3 t. Sono disponibili lame con capacità di 13,6 m³ (lama semi U) o 17 m³ (lama a U). La trasmissione idrostatica a regolazione continua permette di utilizzare la macchina limitando il consumo di risorse. I relativi componenti e la gestione “intelligente” del motore Liebherr sono integrati tra loro, in modo che la velocità venga mantenuta costante nel range ottimale in termini economici grazie alla trasmissione idrostatica stessa (~1.600 giri/min).
Le pale gommate Generation 8
Nel settore delle pale gommate Liebherr ha lanciato due serie rinnovate, la cui caratteristica distintiva è un aumento delle prestazioni rispetto ai modelli precedenti. Qui spiccano l’L 504 Compact, l’L 506 Compact (entrambe disponibili su richiesta in versione “Speeder”, per raggiungere una velocità di 30 km/h) e l’L 508 Compact, con carichi di ribaltamento da 3.000 a 3.900 kg, capacità benna da 0,7 a 1 m3, pesi in ordine di marcia da 4.600 a 5.700 kg e potenze motore da 34 a 47,5 kW. Il modello L 546 si fa invece portavoce delle pale di medie dimensioni, essendo la più grande della serie. È affiancata dai modelli L 526 e L 538, per carichi di ribaltamento da 8.730 a 11.010 kg, capacità benna da 2,2 a 3 m3, pesi in ordine di marci da 13.170 a 15.410 kg e potenze motore da 116 a 138 kW. Tutti i modelli sono dotati di numerosi sistemi di assistenza “intelligenti”, come il nuovo sistema di telecamere “Skyview” o il riconoscimento attivo delle persone.
L’escavatore elettrico
R 950 Tunnel-E
L’R 950 Tunnel-E è un escavatore che deriva dal modello R 950 Tunnel lanciata nel 2015 in versione diesel. Dotata di un sistema di alimentazione elettrica, questa nuova macchina può essere collegata alla rete direttamente o utilizzando un avvolgicavo opzionale.
L’ESCAVATORE CINGOLATO ELETTRICO R 950 TUNNEL-E SI PRESTA A ESSERE IMPIEGATO IN AMBITI SOTTERRANEI. I MOVIMENTI VENGONO AUTOMATICAMENTE BLOCCATI GRAZIE ALLA LIMITAZIONE DELLA CORSA IN ALTEZZA. LE TELECAMERE LATERALI E POSTERIORI, ABBINATE A UN RAGGIO DI STERZATA RIDOTTO, DIMINUISCONO IL RISCHIO DI COLLISIONE CON PARETI, ATTREZZATURE E PERSONE
Per una maggiore flessibilità è disponibile come optional un “mobility kit” a batteria in grado di garantire una migliore mobilità temporanea senza collegamento alla rete. Quest’ultima innovazione è destinata ai cantieri sotterranei: l’impatto sull’ambiente è ridotto grazie
Liebherr ha recentemente presentato la pompa per calcestruzzo cingolata 110 D-K. Grazie alla sua versatilità questa macchina è adatta per l’impiego in cantieri che richiedono frequenti cambi di postazione della stessa. Montata su un telaio cingolato, la pompa può essere controllata tramite comando wireless ed è disponibile in due classi di potenza, la THS 110 D-K e la THS 140 D-K. La versione più potente gestisce fino a 135 m³/h. Entrambe sono dotate di potenti motori a 6 cilindri. I gruppi di pompaggio si distinguono per la loro silenziosità. L’impianto idraulico è di facile manutenzione grazie al circuito idraulico aperto. Il design facilita la sostituzione delle parti soggette a usura, semplificando gli interventi di assistenza. La forma della tramoggia di alimentazione riduce la presenza di residui di calcestruzzo e l’imbrattamento. La dotazione della macchina comprende un serbatoio acqua da 500 l e una cassa per gli attrezzi con serratura.
alla diminuzione del rischio di inquinamento del suolo, prima causato dall’olio motore o da idrocarburi, e la macchina garantisce l’assenza di emissioni di CO, CO2, NOX e particolato. Anche il sistema di ventilazione dell’aria è stato semplificato. L’attrezzatura, il telaio, il sottocarro, le catene dei cingoli, le cabine e la carrozzeria sono stati rinforzati. L’escavatore è dotato di un motore sincrono raffreddato ad acqua elettrico al 100%: l’alimentazione richiesta è di 400 V trifase, a una frequenza di 50 Hz; il motore ha una potenza compresa tra 150 e 190 kW con opzione di fresatura.
ANCHE IL DUMPER ARTICOLATO TA 230 LITRONIC È STATO
PRESENTATO PER LA PRIMA VOLTA AL PUBBLICO INTERNAZIONALE ALLA FINE DELLO SCORSO ANNO: SVILUPPATO PER LE APPLICAZIONI OFF-ROAD PIÙ GRAVOSE, È IDEALE PER IL TRASPORTO DI CARICHI
PESANTI, NELL’INDUSTRIA
MINERARIA, IN GRANDI PROGETTI INFRASTRUTTURALI E IN APPLICAZIONI SPECIALI COME LA COSTRUZIONE DI TUNNEL
Come optional è disponibile un pacco batteria con tecnologia NMC di tipo automobilistico, anch’esso raffreddato ad acqua. La capacità energetica è di 64 kWh, ovvero due batterie da 32 kWh che gli consentono di circolare per 30 minuti a 2 km/h. Sono necessarie 2,5 ore di ricarica per passare dal 20% al 100% di carica delle batterie con la macchina in funzione alimentata tramite cavo. ■
Il costruttore tedesco ha concluso il 2022 all’insegna del motto “Better. Roads. Road Equipment & Solutions by Bomag”. Uno slogan che intende mettere al centro dell’attenzione le persone e che racchiude in sé tematiche ad ampio spettro, concretizzatesi in nuovi prodotti innovativi
di Silvio CrespiInuovi sviluppi e le riflessioni di Bomag, oggi come in passato, sono incentrati sull’utilizzatore.
“Digitalizzare”, in particolare, significa mettere al centro dell’attenzione le persone: ecco perché l’azienda si impegna costantemente affinché quest’attività porti sempre con sé (anche) un vantaggio in termini di comfort di comando e lavoro, sicurezza e semplifi-
cazione degli iter lavorativi quotidiani. Innovazione, attenzione per gli utilizzatori, “know-how” relativo alle applicazioni e sostenibilità: queste le tematiche ad ampio spettro su cui Bomag sta puntando la propria attenzione, concretizzatesi alla fine dello scorso anno in nuovi e innovativi prodotti. Riassumiamo qui le soluzioni più interessanti proposte sul mercato dal costruttore tedesco.
La gamma “Smart Line”
Bomag ha lanciato i rulli monotamburo della “Smart Line” (SL), macchine dotate di un’interfaccia per l’app Bomap, l’assistente “intelligente” per tablet e smartphone che incrementa l’efficienza attraverso mappe in tempo reale per il controllo della compattazione su tutta la superficie e che semplifica la documentazione trasparente e digitale dei cantieri.
Questi nuovi rulli si caratterizzano per le grandi ampiezze, la distribuzione ottimale del peso e il carico lineare elevato: ne risulta un’azione ideale in profondità e, di conseguenza, grandi rese superficiali nella compattazione di sabbia, ghiaia, pietrisco e terreni poco coerenti. Durante i lavori di costruzione di strade, dighe o discariche l’operatore manovra il rullo tenendo tutto sotto controllo, anche in presenza di terreni difficili, grazie alla coppia elevata del motore e alla capacità dei mezzi di superare forti pendenze. Per i terreni molto coerenti, ricchi di limo o argilla sono disponibili i modelli “PD” con tamburo a piede di montone, tipologia dalla forma realizzata per penetrare in
profondità nel terreno. I modelli con tamburo liscio sono invece ideali per i lavori su terra: un guscio a segmenti a tre componenti, facile da montare, consente di ampliare gli impieghi del rullo. La postazione di lavoro offre all’operatore comfort e libertà per le gambe. La visuale in avanti e indietro è libera, così fare manovra e mantenere la corsia è semplice. Ogni funzione della macchina è contrassegnata con simboli intuitivi. Il sistema d’informazione centrale a bordo è un display a colori a 5” che, su richiesta, può essere ampliato con i sistemi di assistenza per il controllo della compattazione Terrameter ed Economizer. La citata app Bomap consente anche di analizzare e visua-
lizzare la posizione, la velocità e i valori EVIB misurati dal Terrameter. Per questo componente aggiuntivo digitale è sufficiente un’interfaccia wireless (Joblink), ora offerta da Bomag come optional per la “Smart Line”. La struttura del telaio del tamburo impedisce che la terra penetri e si incastri tra questi due elementi. Il raschiatore in acciaio di serie garantisce la pulizia del tamburo del rullo. L’immissione dell’aria si trova sul lato superiore della macchina, in modo da limitare la quantità di polvere introdotta; l’uscita della stessa sul retro permette di ridurre le turbolenze della polvere stessa. Un cofano robusto protegge i componenti del motore, i filtri e i bocchettoni di riempimento da sporcizia e umidità, ma anche dai vandali. Anche il sistema elettronico centrale è riparato dall’umidità, coperto con sicurezza e dotato di un punto di accesso per le ispezioni. I punti per la manutenzione, gli scarichi centrali e i tamponi in gomma sostituibili sono accessibili da terra. Lo snodo articolato non richiede manutenzione e pertanto non è necessario effettuare la lubrificazione.
Il nuovo BC 773 EB-5 Bomag ha lanciato sul mercato anche il nuovo compattatore per terreno BC 773 EB-5 da 37,3 t, rappresentante di una nuova generazione di macchine basate sulla piattaforma utilizzata per i compattatori di rifiuti del costruttore
di Boppard. Qui il comfort di seduta e utilizzo si associa a sistemi di comando “intelligenti”, per garantire cicli di lavoro precisi ed efficienti, più sicurezza nei cantieri e un’usura minima. Tramite i joystick di sinistra e di destra l’operatore può avere il pieno controllo di questa
Tecnologie quali Ecomode ed Ecostop consentono di ridurre il consumo di carburante senza pregiudicare le prestazioni. Così si risparmiano risorse, si tutela l’ambiente e si riducono i costi. Inoltre, Bomag punta su sistemi di trasmissione alternativi come ad esempio la tecnologia ibrida, quella elettrica e i motori con consumi ridotti. L’attenzione è sempre rivolta alla protezione di operatori, macchine, residenti e ambiente. Soluzioni sostenibili e innovative come l’”Ion Dust Shield Bomag” riducono l’inquinamento da polveri sottili in cantiere: questa tecnologia di nuova generazione è disponibile anche per le nuove frese a freddo della serie BM/65.
macchina da 456 CV di potenza (motore Stage V). Le braccia poggiano su braccioli regolabili e le mani afferrano le leve di marcia multifunzione dalla forma ergonomica: tutto ciò rende obsoleto l’uso del volante. La cabina garantisce libertà di movimento e il poggiapiedi offre al corpo un sostegno ottimale sui terreni più difficili. L’abitacolo è isolato da rumori e vibrazioni. Anche il comfort di accesso e uscita è stato migliorato. Riscaldamento e climatizzazione automatici sono di serie. Un moderno impianto per il flusso di aria di ricircolo crea una leggera “sovrapressione” in cabina (per l’utilizzo in presenza di polveri e gas pericolosi è disponibile un impianto di ventilazione protettivo opzionale che trattiene all’esterno le sostanze nocive, così la macchina può essere utilizzata anche su suoli contaminati). Il conducente può apprezzare la visibilità a 360° e le comunicazioni chiare sul grande display a colori antiabbagliante posto al centro del suo campo visivo. Il sistema informativo riepiloga i dati fondamentali e consente di lavorare senza distrazioni. Altezza della lama
con dispositivo d’inclinazione, direzione di marcia, inclinazione laterale della macchina: negli interventi più complessi il sistema di informazione e assistenza si trasforma in un vero copilota. Si rivelano inoltre pratiche le funzioni volte ad automatizzare le impostazioni. Così è possibile memorizzare le posizioni della lama: marcia avanti, impostazione della posizione, retromarcia, reimpostazione della posizione. Ora queste fasi di lavoro si possono combinare tra loro. Inoltre, la funzione Tempomat consente di impostare con precisione la velocità di lavoro per la marcia avanti e la retromarcia, quasi indipendentemente dal numero di giri. La lama del compattatore è stata ottimizzata per sospingere e distribuire la terra. La lama angolabile è inclinabile anche a destra e sinistra, per consentire alla stessa di defluire sui lati. Lo snodo oscillante consente di distribui-
re il peso sulle quattro ruote. Il compattatore per terreno BC 773 EB-5 è utilizzabile su quasi tutti i materiali e affronta senza problemi anche i lavori sui fondi molto coerenti e in presenza di pioggia.
La macchina è particolarmente indicata per la distribuzione e la compattazione in grandi cantieri ed è concepita per la compattazione di terreni misti e coerenti in strati medio-sottili.
CON I NUOVI RULLI TANDEM CON STERZO A RALLA BW 154 E BW 174 BOMAG DETTA NUOVI
UTILIZZATE
LAVORO QUOTIDIANO SONO POSIZIONATE IN MODO DA ESSERE A PORTATA DI MANO DELL’OPERATORE. IL DISPLAY “TOUCH” DA 10” MOSTRA TUTTE LE INFORMAZIONI RILEVANTI
I rulli tandem BW 154 e BW 174
Bomag ha presentato anche i nuovi rulli tandem con sterzo a ralla BW 154 e BW 174, dotati di myCockpit, soluzione digitale che consente di scegliere fra tre sistemi di comando intuitivi: che preferisca la modalità “touch”, il selettore ro-
Alla fine del 2022 Bomag ha presentato le sue ultime innovazioni anche nel campo delle attrezzature, progettate per aumentare l’ergonomia, l’efficienza e la sostenibilità nella costruzione di strade e sentieri. Il BT 60, ad esempio, è un vibrocostipatore con motore elettrico a batteria che offre nuove prospettive per la realizzazione di fossati e canali, nell’architettura del paesaggio, nei lavori di compattazione in terrapieni e fondazioni e nelle opere di ripristino (sono disponibili batterie con capacità da 1.000 o 1.400 Wh). La piastra vibrante unidirezionale BR 95, invece, mostra i propri punti di forza dov’è necessario compattare in spazi ristretti, grazie a una piastra base quadrangolare (larghezza di lavoro 450 mm) con angoli arrotondati, a un design slanciato ed ergonomico, a una staffa di guida continua a 360°, a una velocità di lavoro di 30 m/min e a un’altezza della gettata che arriva fino a 25 cm. Un’altra soluzione è la piastra vibrante reversibile BPR 45/45, che garantisce elevate prestazioni nei lavori in terra e nelle pavimentazioni in pietra. I rulli manuali BW 65 e BW 65 D (diesel), infine, sono dotati di avviamento elettrico di serie e sono disponibili con motore a benzina Stage V/CARB fase 3 o in versione diesel Stage V.
tante o il classico joystick è l’operatore a scegliere di quanto comfort digitale dotarsi. Grazie al display “touch” da 10” ad alta risoluzione - risposta di Bomag alla crescente digitalizzazione nella realizzazione di strade urbane e rurali, configurabile individualmente per consentire di predefinire varie impostazioni e gestire e controllare tutte le funzioni - l’operatore ha sotto controllo tutte le funzioni. Il nuovo selettore rotante aggiuntivo, posto sulla leva di comando, consente di scorrere e selezionare le funzioni sul display. Per cambiare la posizione della seduta il conducente non è obbligato a staccare le mani dal volante, poiché in quest’ultimo è integrato il pulsante di sblocco. La postazione di lavoro, comprendente le funzioni nei braccioli, può essere ruotata di 180° a destra e 75° a sinistra. Come opzione è disponibile un sedile con sospensione pneumatica e impostazione elettronica del peso, ventilato e riscaldato attivamente. Le superfici in vetro sono state ampliate, soprattutto verso la parte inferiore (anche con il finestrino chiuso l’operatore del rullo seduto in posizione laterale può vedere il bordo del tamburo). Un sistema di ventilazione “intelligente” crea un ambiente di lavoro ottimale all’interno della cabina, evita l’appannamento e garantisce sempre un perfetto campo visivo. La nuova generazione di rulli tandem è disponibile in diverse varianti e dotazioni: la larghezza di lavoro è di 1.500 o 1.680 mm, il peso operativo varia da 7,1 a 9,8 t e i sistemi di compattazione sono disponibili in tre tecnologie differenti: Asphalt Manager 2, Vibration o TanGO4 (oscillazione con tamburi divisi). L’utilizzo dell’Asphalt Manager, in particolare, è stato semplificato: il sistema regola l’ampiezza e la direzione d’azione in automatico a seconda dello strato di asfalto selezionato, raggiungendo una qualità di compattazione ottimale con un numero minimo di passate. L’Asphalt Manager è ideale anche per la stesa di asfalto a bassa temperatura. Inoltre, Bomag Ecomode garantisce la massima efficienza nella compattazione. Chi desidera puntare su tecnologie ecologiche e sostenibili può dotare i rulli del sistema opzionale Ecostop o della tecnologia ibrida. ■
All’insegna di questo motto il costruttore tedesco ha recentemente lanciato sul mercato alcune interessanti novità, insieme al suo marchio gemello Kramer. Ma “Meet the Future” sottolinea anche come i temi del futuro, come l’elettrificazione e la digitalizzazione, giochino ormai un ruolo fondamentale
di Vincenzo FlorioAmpliamento del portafoglio di attrezzature a emissioni zero, lancio dell’escavatore gommato EW100 e del dumper
Dual View DV465: queste sono le principali azioni di cui si è resa protagoni-
sta Wacker Neuson nell’autunno 2022. Nel primo caso, in particolare, Wacker Neuson ha presentato un’innovazione: la prima piastra vibrante reversibile alimentata a batteria con trazione diretta sul mercato, denominata APU3050e (la trazione diretta DireX sviluppata dal co-
struttore garantisce un aumento dell’efficienza). Altre novità da citare sono il rullo completamente elettrico RD28e, alimentato con una collaudata batteria agli ioni di litio, e il primo sollevatore telescopico elettrico di Wacker Neuson. Il TH412e, che rappresenta un’utile ag-
E DI KRAMER-WERKE SONO STATE PRESENTATE UFFICIALMENTE AL PUBBLICO INTERNAZIONALE IN OCCASIONE DEL BAUMA 2022
giunta al portafoglio “a zero emissioni”, grazie al suo design compatto consente di lavorare in parcheggi sotterranei in assenza di emissioni locali. Wacker Neuson ha presentato anche la terza generazione della pala gommata elettrica WL20e, dotata di una potente batteria agli ioni di litio, e una nuova Charging Box come “power bank” per il cantiere. Focalizziamoci qui sulle proposte più interessanti.
L’escavatore gommato EW100
L’escavatore gommato EW100 di Wacker Neuson è stato progettato per stabilire nuovi standard qualitativi. Durante lo sviluppo della macchina l’attenzione del costruttore tedesco si è concentrata sulla tematica Industria 4.0. Alcuni esempi? La gestione “intelligente” degli attrezzi, un’interfaccia aggiornata “uomo-macchina” e la predisposizione per diversi sistemi di assistenza. La macchina agevola l’attività dell’operatore durante il cambio degli accessori, ad esempio adattando il flusso dell’olio idraulico all’utensile preimpostato e selezionato sul display
GRAZIE ALLA POTENTE IDRAULICA DI GUIDA E ALL’ELEVATA POTENZA DI LAVORO DI BASE L’ESCAVATORE GOMMATO EW100 È ADATTO ANCHE IN APPLICAZIONI PER LE QUALI ALTRIMENTI DOVREBBE ESSERE
UTILIZZATO UN ESCAVATORE DA 14 T
touch-screen da 10”. Inoltre, l’escavatore gommato Wacker Neuson EW100 si mette in evidenza in termini di sicurezza grazie a un’elevata visuale e stabilità, anche con una rotazione di 360° e con carico sollevato. La facilità d’uso e l’efficienza sono stati punti centrali durante lo sviluppo di questa macchina: grazie al potente impianto idraulico e all’elevata potenza di lavoro l’EW100 è adatto anche per interventi per i quali altrimenti dovrebbe essere utilizzato un escavatore da 14 t.
L’innovativo concetto del dumper Dual View, la cui consolle di comando può essere ruotata di 180°, si è già affermato sul mercato. L’operatore può guardare nella direzione di lavoro o di marcia, a seconda delle esigenze, e ha sempre una visuale libera davanti a sé. Il nuovo dumper Dual View DV45 è garanzia di ulteriori innovazioni: la cabina girevole elettroidraulica, ad esempio, può ora essere ruotata di 180° avanti e indietro e di 90° lateralmente premendo un pulsante sul joystick. In questa modalità “Multi View” il DV45 può anche essere guidato lateralmente con la cabina ruotata. Il meccanismo di ritorno automatico del cassone fa sì che quest’ultimo venga riportato alla sua posizione iniziale premendo semplicemente un pulsante. La macchina offre ulteriori funzioni di sicurezza con la “Hill-Hold”, il monitoraggio dell’inclinazione e il monitoraggio delle cinture di sicurezza con blocco dell’avviamento opzionale.
Le novità Kramer
Anche Kramer-Werke ha presentato alle fine del 2022 diverse innovazioni nel settore delle emissioni zero.
Nel 2016 Kramer è stato il primo costruttore a presentare la pala gommata a sterzo integrale, che all’epoca venne premiata con il “Bauma Innovation Prize”. Lo scorso anno Kramer-Werke ha presentato il successore del modello
5055e, il 5065e. La pala “e-wheel” più grande del portafoglio Kramer è dotata di una batteria agli ioni di litio da 96 V per un’autonomia fino a quattro ore senza ricarica intermedia. Dal punto di vista del design il caricatore elettronico
Homs Rentals, una società spagnola di noleggio di macchine edili, ha fornito all’impresa edile Sorigué i prodotti a zero emissioni di Wacker Neuson. “Si tratta di uno dei primi progetti di costruzione in Spagna in cui vengono utilizzate esclusivamente macchine a zero emissioni, utilizzate lungo l’intero processo, dalla demolizione allo scavo, al riempimento e alla compattazione”, spiega Marc Homs, direttore finanziario di Homs Rentals. “Siamo sempre desiderosi di fare un passo avanti ed essere all’avanguardia nel settore e ciò è possibile solo con un partner forte e impegnato come Wacker Neuson”. Una Charging Box di Wacker Neuson è stata utilizzata in cantiere a scopo di prova: questa stazione di ricarica mobile consente la ricarica delle batterie di tutte le macchine elettriche durante la notte o le pause di lavoro. In tal modo il cantiere è completamente indipendente dalla rete elettrica e stabilisce nuovi standard per cantieri “zero emission” del futuro. Wacker Neuson ha messo a disposizione la sua assistenza in anticipo per l’intera pianificazione del processo: dalla scelta delle macchine e delle attrezzature idonee, dei relativi accessori e delle batterie, alla consulenza sul fabbisogno di elettricità e sul carico allacciato, al miglior utilizzo possibile della Charging Box e alla gestione delle ricariche intermedie.
si evidenzia anche per il cofano appiattito, studiato per garantire una visibilità posteriore ottimale. Indipendentemente dalla tecnologia elettronica applicata il caricatore offre dimensioni compatte, pur garantendo prestazioni ottimali nell’impilamento e nell’utilizzo della benna. Con un carico utile di 1.750 kg e un peso operativo di 3.800 kg la macchina non ha nulla da invidiare alla sua controparte diesel. Altra novità a emissioni zero è il sollevatore telescopico elettrico ultracompatto 1445e: anche in questo caso è installata la tecnologia agli ioni di litio da 96 V. Grazie alle sue dimensioni, a un’altezza inferiore a 2 m e a una larghezza di circa 1,6 m, nonché a un peso massimo operativo di 3.250 kg, questo telescopico garantisce performance molto interessanti. Sia i parametri prestazionali che la mobilità fuoristrada e la facilità d’uso corrispondono alle caratteristiche della versione diesel Kramer 1445. Anzi, le prestazioni complessive del nuovo veicolo sono addirittura superiori: grazie al motore elettrico la potenza è immediatamente disponibile nella trazione e nel sistema di carico. La velocità di traslazione massima raggiungibile è di 25 km/h. Per questo modello è disponibile una batteria da 18 o 28 kWh. Il tema della ricarica è stato completamente ripensato per entrambe le macchine: non solo è stata aumentata la capacità di carica del caricatore di bordo, ma è stata data grande importanza a una migliore accessibilità alla ricarica. L’uniformità di funzionamento su tutti i prodotti è stata importante
La soluzione software basata su cloud EquipCare Pro di Wacker Neuson consente ai clienti dell’azienda di gestire, programmare e valutare tutte le macchine, i dispositivi e gli articoli separati, indipendentemente dal produttore o dalla marca, contribuendo all’aumento della produttività del parco macchine. Oltre ai vantaggi della conosciuta soluzione telematica EquipCare di Wacker Neuson - come informazioni in tempo reale sulle ore di esercizio o sull’ubicazione della macchina, la gestione della flotta e la gestione delle date di manutenzione e controlli - i clienti possono utilizzare EquipCare Pro per pianificare l’uso di attrezzature e personale in un unico sistema e gestire tutto ciò che viene utilizzato in cantiere, dagli escavatori alla flotta di auto, alle recinzioni del cantiere.
quanto l’integrazione della spina standardizzata di tipo 2, ben conosciuta nel settore automobilistico. In futuro, quindi, non sarà più importante se la ricarica avverrà tramite una presa domestica convenzionale, una presa industriale, una wallbox o un punto di ricarica pubblico. “ L’emissione zero è
ormai un tema centrale ”, ha chiosato Christian Stryffeler, AD Di KramerWerke. “ Kramer-Werke non solo ha presentato nuove macchine ma offre anche, ad esempio, la nuova soluzione di finanziamento ‘Operate Lease’, che mira a facilitare il passaggio dei nostri clienti alla mobilità elettrica ”. ■
TRA LE NOVITÀ PRESENTATE DA KRAMER-WERKE CI SONO IL SOLLEVATORE TELESCOPICO ELETTRICO ULTRACOMPATTO 1445E E IL SISTEMA DI ATTACCO RAPIDO COMPLETAMENTE IDRAULICO “SMART ATTACH”, GRAZIE AL QUALE LE ATTREZZATURE POSSONO ESSERE AGGANCIATE E SGANCIATE IN POCHI SECONDI SENZA DOVER LASCIARE LA POSTAZIONE IN CABINA
L’EWR170E è uno degli escavatori gommati di maggior successo del costruttore svedese. Questa macchina coniuga un ridotto ingombro di rotazione e un’elevata stabilità, dimostrando di essere una macchina efficiente e versatile anche in cantieri caratterizzati da spazi ristretti
di Pietro GabrielliL’escavatore gommato EWR170E di Volvo Construction Equipment si distingue per un ingombro di rotazione particolarmente ridotto (1.790 mm). Questa macchina, realizzata in Germania sull’onda del successo del modello EWR150E, consente di lavorare anche nei cantieri più ristretti senza rinunciare alla sicurezza e all’efficienza. Per la sua realizzazione Volvo ha coinvolto i propri clienti in tutte le fasi di progettazione e di costruzione, creando una sinergia che ha portato a raggiungere un alto livello di produttività e di redditività. Come accennato, l’ingombro ridotto di rotazione consente di lavorare in sicurezza in svariate situazioni, anche in presenza di strade strette a corsia singola. “Grazie all’elevata capacità di sollevamento rispetto a un escavatore tradizionale della stessa classe - assicurano gli ingegneri
della Casa svedese - l’operatore trae un vantaggio evidente da questa lunghezza ridotta della parte posteriore, che non compromette lo sbraccio e le prestazioni di sollevamento e scavo”.
Il propulsore Volvo D4J Stage V con tecnologia V-ACT sviluppa una coppia elevata a basse velocità, allo scopo di diminuire i consumi di carburante. Questo motore è dotato della modalità ECO di Volvo, una soluzione “intelligente” che riduce i livelli di emissione, diminuendo l’impatto sull’ambiente, e conforme alle più recenti norme sulle emissioni. Per evitare qualsiasi interruzione del regolare funzionamento l’EWR170E dispone di un nuovo sistema di rigenerazione passiva.
Un ambiente efficiente La cabina offre una visibilità in grado di migliorare la sicurezza delle operazioni. La macchina può essere do -
tata anche dell’optional “Volvo Smart View”: si tratta di tre telecamere fissate a un telaio che funzionano in sinergia per offrire una vista “a volo d’uccello” della macchina. Le telecamere offrono viste singole, quindi l’operatore può controllare tutti gli angoli ed effettuare sempre una rotazione sicura del mezzo. Il sistema di sospensione del braccio con il circuito idraulico e gli ammortizzatori a gas consentono all’operatore di traslare con maggiore rapidità sui terreni sconnessi. Anche l’impianto idraulico è stato migliorato, per offrire una migliore risposta ai comandi. I robusti assi dell’escavatore EWR170E con oscillazione dell’assale anteriore automatica o controllata dall’operatore sono progettati per essere resistenti e duraturi, così come il sottocarro, protetto dall’elevata altezza da terra e abbastanza robusto da resistere agli ambienti più impegnativi.
Per aumentare la stabilità, l’EWR170E può essere dotato su richiesta di assale e lama da 2.750 mm di larghezza. Il freno automatico di scavo interviene quando la velocità della macchina si azzera, consentendo di iniziare a lavorare subito dopo l’arresto. Gli operatori dispongono di una vasta scelta tra 12 diverse
configurazioni di pneumatici (comprese ruote singole o gemellari), a seconda delle condizioni del terreno. La macchina è omologata per l’uso stradale e può essere dotata di un gancio in grado di trainare fino a 8 t con freni a repulsione e 3 t senza freni. Gli operatori possono anche portare con sé tutti i loro attrez-
zi in uno speciale contenitore a cassetti che fuoriesce dal sottocarro. La cabina offre anche altre opportunità per riporre i propri oggetti, nonché un ampio spazio per le gambe. Tutti i dispositivi di interfaccia dell’escavatore - compresi i joystick, il tastierino e il grande schermo LCD - sono progettati e posizionati ergonomicamente per offrire un controllo adeguato e un’efficienza di livello ottimale. Per una maggiore comodità e facilità d’uso il numero degli interruttori è stato ridotto.
Versatilità d’utilizzo
È possibile ordinare l’escavatore gommato Volvo EWR170E con uno dei due
CON L’ESCAVATORE GOMMATO EWR170E È POSSIBILE LAVORARE ANCHE NELLE SITUAZIONI PIÙ INTRICATE, GRAZIE ALLE TELECAMERE POSTERIORE E LATERALI FORNITE DI SERIE E ALLA VISIBILITÀ SU TUTTI GLI ANGOLI. LA VISIBILITÀ PUÒ ESSERE MIGLIORATA
UTILIZZANDO L’OPZIONE “VOLVO SMART VIEW”, CHE OFFRE UNA VISTA DALL’ALTO IN TEMPO REALE DELLA MACCHINA. IL SISTEMA CDC (COMFORT DRIVE CONTROL) CONSENTE DI OPERARE UTILIZZANDO SOLO IL POTENZIOMETRO SUL JOYSTICK, A VELOCITÀ FINO A 20 KM/H. È POSSIBILE INTEGRARE I COMANDI DI LAMA E STABILIZZATORI NEL JOYSTICK SINISTRO. LA TECNOLOGIA DIG ASSIST-ALIMENTATA DAL SISTEMA VOLVO CO-PILOT AD ALTA RISOLUZIONE E CON DISPONIBILITÀ DI PACCHETTI SOFTWARE 2D, IN-FIELD DESIGN E 3D - CONSENTE DI GESTIRE IN MODO SEMPLICE E VELOCE LE FUNZIONI DELL’ESCAVATORE DA UN UNICO SISTEMA IN CABINA
tipi di sottocarro, scegliendo il peso e la trazione più adatti per le diverse applicazioni. L’EWR170E è compatibile anche con un’ampia gamma di attrezzature: con i tilt-rotator e gli attacchi rapidi, le benne a lunga durata e i martelli demolitori questa macchina può lavorare in spazi ristretti e anche scavare, caricare, demolire e spostare materiali in modo efficiente e produttivo.
Le funzioni idrauliche opzionali “martello demolitore/cesoia X1” e “tilt-rotator X3” alimentano le attrezzature richiedendo una portata a una o due pompe e una portata a due pompe per inclinare o ruotare le attrezzature rispettivamente. Un apposito sistema di gestione facile da utilizzare consente di alloggiare fino a 20 diverse attrezzature: esso consente all’operatore di predefinire il flusso e la pressione idraulica attraverso il monitor, rimanendo in cabina e
VOLVO RISPETTA LE NUOVE NORMATIVE UE STAGE V PER I VEICOLI FUORISTRADA CON UNA SERIE DI INNOVAZIONI NEI PROPRI MOTORI DI NUOVA GENERAZIONE CON “VOLVO ADVANCED COMBUSTION TECHNOLOGY” (V-ACT). LA MACCHINA MONTA UN MOTORE DIESEL VOLVO D4J, 4 CILINDRI, SOVRALIMENTATO IN LINEA CON SISTEMA COMMON RAIL (112 KW A 2.000 GIRI/MIN)
potendo così utilizzare diversi accessori, per una maggiore versatilità. Questa macchina è stata pensata per agevolare le operazioni di manutenzione: appena avviata, l’escavatore EWR170E controlla automaticamente i livelli di tutti i fluidi, compreso gli oli motore e idraulico, e segnala all’operatore le eventuali situazioni che richiedono attenzione mediante il display. Per agevolare il rifornimento la pompa elettrica è ubicata in una posizione comoda, accanto al serbatoio del carburante, ed è accessibile da terra. ■
La filiale italiana di Bauer Maschinen ha recentemente noleggiato una perforatrice Klemm KR801-3GK all’ATI competente per contribuire alla realizzazione di un tratto stradale di circa 1,5 km volto ad alleggerire il traffico nei comuni di Varna e Bressanone, in Trentino-Alto Adige
Oltre 20.000 m di barre autoperforanti: questa è l’entità dell’apporto che ha recentemente contraddistinto una perforatrice Klemm KR801-3GK noleggiata da Bauer Macchine Italia all’ATI impegnata nella realizzazione di un tratto stradale di circa 1,5 km volto ad alleggerire il traffico nei comuni di Varna e Bressanone, in Trentino-Alto Adige. La circonvallazione di Varna rappresenta il completamento di quella di Bressanone verso nord e ha il preciso scopo di alleggerire il traffico lungo la SS12 del Brennero. Il tratto interessato dai lavori è di circa 1,5 km, inizia in corrispondenza dello svincolo di Bressanone nord, si sviluppa attraverso due gallerie (Autogrill e Varna) e all’aperto, parallelamente all’Autostrada del Brennero A22, per poi ricongiungersi alla viabilità esistente a nord del comune di Varna. È in questo contesto, dunque, che la gran parte delle opere di consolidamento per lo scavo del tracciato sono state affidate alla perforatrice Klemm KR801-3GK.
Cinematismo a doppio snodo
Macchina versatile e stabile, la perforatrice Klemm KR801-3GK si caratterizza per l’adozione del cinematismo “K”, il doppio snodo che permette i posizionamenti più particolari, consentendo perforazioni sotto cingolo o laterali a oltre 3 m fuori cingolo. Questa peculiarità si associa alle peculiarità proprie delle macchine del marchio, noto per la robustezza dei suoi prodotti. La KR801-3GK è infatti una perforatrice leggera e compatta, ma ideale per l’impiego in molteplici cantieri, anche i più complessi.
La perforatrice Klemm KR801-3GK
è pensata anche per le lavorazioni meno usuali, quali le operazioni sottomacchina, sotto il livello dei cingoli frontalmente e lateralmente con il mast orizzontale. Inoltre è in grado di garantire un’elevazione molto estesa, consentendo di lavorare in orizzontale a una quota di quasi 5 m di altezza. La possibilità di eseguire barre in ogni posizione assicura una grande versatilità operativa, come accennato. Il tutto agevolato da un’antenna alleggerita che permette
di raggiungere un notevole sbraccio pur mantenendo una delle caratteristiche tipiche delle macchine Klemm, l’assenza di stabilizzatori, in quanto in perfetto bilanciamento. Venendo alle prestazioni, la perforatrice KR801-3GK può utilizzare barre autoperforanti fino a 2,5 m di lunghezza, con diametri - in relazione alla tipologia di terreno - fino a 114 mm, pur dando il meglio di sé con barre medio-piccole. Le performance sono inoltre assicurate dal martello KD1011, che garantisce una coppia
di 1.000 kNm e una massa battente di 11 kg per la rotopercussione.
La macchina è completamente radiocomandata, il che permette di lavorare in sicurezza e di vedere sempre perfettamente il foro. Il radiocomando multifunzione è intuitivo: la prima funzione sovrintende i cingoli e il basculante; la seconda tutti i movimenti dell’antenna; la terza funzione riguarda tutti i movimenti di perforazione quali altezza, avanzamento, battuta del martello e velocità di rotazione. Oltre al martello, la macchina può montare una testa di rotazione per la realizzazione di micropali tradizionali.
Come accennato, la perforatrice Klemm è stata impegnata nelle opere di consolidamento. “Man mano che siamo avanzati con i volumi di scavo – ha spiegato l’operatore della perforatrice – abbiamo proceduto ai consolidamenti mediante una parete chiodata e uno spritz-beton a doppia rete con spessore di circa 18 cm. Il calcestruzzo proiettato è stato ancorato con chiodature autoperforanti di varie lunghezze, da 6 a 9 m a seconda del terreno. Quest’ultimo determina anche i diametri, in particolare abbiamo proceduto con punte da 52 mm in presenza di rocce (in questa zona si trovano blocchi di granito anche di 2 m) o con punte da 76
mm nelle aree sabbiose, mentre il diametro delle barre è di 32 mm con snervamento pari a 280 kN con entrambe le tipologie di punta”. “Il cantiere - ha aggiunto l’Ing.
La perforatrice Klemm KR801-3GK
Simone Prisco,Key Account Manager di Bauer Macchine Italia - è caratterizzato dall’operatore che aziona la macchina cui si aggiungono l’assistente che carica le barre sotto il martello e, a distanza, l’impiantista che sovrintende all’invio della boiacca alla testina d’adduzione del martello dall’impianto di miscelazione”. La scelta di questa tipologia di macchina per il cantiere in oggetto è dipesa essenzialmente da due fattori: prima di tutto la perfetta conoscenza della perforatrice Klemm da parte dell’operatore, seguita dalle intrinseche qualità della macchina, che risulta ideale per questa tipologia di intervento. “Il cinematismo della perforatrice KR801-3GK - ha continuato l’Ing. Prisco - è ideale per questo genere di scavo di pareti chiodate su più livelli e permette di forare su diversi piani velocizzando le operazioni. La coppia disponibile permette di eseguire perforazioni medio-lunghe, mentre la potenza del martello consente di oltrepassare anche i blocchi di granito più consistenti. Inoltre, in questo caso eravamo in presenza di pareti lunghe e su più livelli, trattabili solo grazie al cinematismo tipico della KR801-3GK. Veloce sui cingoli, la macchina beneficia anche dell’autolivellamento, che risulta ottimale in casi come il cantiere di Varna, caratterizzato da terreni particolarmente sconnessi. In tal modo la macchina è sempre perfettamente stabilizzata e, quindi, risulta più facile e sicuro lavorare”. Da segnalare come la perforatrice Klemm benefici del pacchetto di efficienza energetica EEP (Energy Efficient Power), che regola i giri del motore a seconda dell’effettivo bisogno in fase operativa, una soluzione che permette di abbattere i consumi. “Con un pieno di gasolio, che è di 330 l - ha concluso l’operatore che ha utilizzato la Klemm
KR801-3GK - copriamo il fabbisogno di un’intera settimana di lavoro”. ■
LA PERFORATRICE KR801-3GK SI CARATTERIZZA PER L’ADOZIONE DEL CINEMATISMO “K”, IL DOPPIO SNODO CHE PERMETTE I POSIZIONAMENTI PIÙ PARTICOLARI, CONSENTENDO PERFORAZIONI SOTTO CINGOLO O LATERALI A OLTRE 3 M FUORI CINGOLO
Motore: Cat C4.4 Acert EEC - Stage IV/Tier 4F
Potenza motore: 117 kW
Sistema idraulico: con sistema di efficientamento EEP
Pompe primarie: con sistema Load Sensing
Pressione d’esercizio max: 350 bar
Capacità serbatoio idraulico: 550 l
Mast: mod. 305, con corsa massima di 2.500 mm
Lunghezza totale mast: 5.120 mm
Forza di tiro/spinta: 30 kN
Velocità di tiro/spinta: 18,6 m/min
Velocità di tiro/spinta rapida: 42 m/min
Sottocarro: oscillante
Forza di trazione cingoli: 100 kN
Velocità: 1,6 km/h
Pressione al suolo: 6,7 N/cm2
Dimensioni di trasporto: 7.480 x 2.200 x 2.480 mm
Peso: circa 11 t
Martello idraulico: KD 1011, con motori ad alta pressione
Coppia max.: 11 kNm
Apertura morse: 30-152 mm
Forza di serraggio: 125 kN
Coppia di svitamento: 43 kNm
Serbatoio gasolio: 330 l
L’ESCAVATORE DI MEDIE DIMENSIONI ZX135US-7 È STATO PROGETTATO DA HITACHI PER GARANTIRE AFFIDABILITÀ, VERSATILITÀ E PRODUTTIVITÀ E, DI CONSEGUENZA, PER CONSENTIRE AI PROPRI CLIENTI DI FAR ACCRESCERE I PROFITTI E RIDURRE I COSTI D’ESERCIZIO
Lanciato sul mercato da Hitachi Construction Machinery nel 2021 insieme al “fratello minore” ZX130-7, l’escavatore cingolato idraulico ZX135US-7 ha fortemente attirato l’attenzione degli operatori internazionali e si stanno registrando importanti consegne anche
nel mercato italiano. Una di queste è stata recentemente eseguita dalla SCAI di Bastia Umbra (PG) a Motocross Dorno, uno dei circuiti di motocross più rinomati in ambito europeo con sede a Dorno, in provincia di Pavia, dove siamo andati a tastare con mano le peculiarità tecniche e le potenzialità di questa macchina.
Con la serie di escavatori cingolati di medie dimensioni Zaxis -7 Hitachi
Construction Machinery ha inteso offrire agli operatori il pieno controllo sulle loro attività. Il modello ZX135US-7,
così come lo ZX130-7, è testato rigorosamente e costantemente negli appositi centri in Giappone, è conforme alla normativa Stage-V e offre ai clienti del costruttore giapponese l’opportunità di incrementare i profitti e di ridurre i costi
La cabina ROPS “CRES VII” presenta una struttura con montante centrale rinforzato e una protezione del tettuccio OPG conforme a livello I (ISO 10262:1998). Più spaziosa rispetto alla generazione di escavatori precedente, con uno spazio maggiorato per le gambe e una disposizione ottimizzata dei pedali, è dotata di una portiera con apertura più ampia di 15 cm e garantisce il 16% di vibrazioni in meno. Il raggio d’azione aumentato dei tergicristalli a braccia parallele aumenta la visibilità nelle condizioni di lavoro più gravose. I finestrini sul lato anteriore, superiore, inferiore e sinistro sono apribili. Per l’escavatore ZX135US-7 sono disponibili luci di lavoro a LED, che migliorano la visibilità in condizioni ambientali difficili
Il servizio di report offerto dal sistema “ConSite” invia con frequenza mensile tramite e-mail una sintesi delle informazioni disponibili su “Global e-Service” per ciascuna macchina Hitachi della flotta. Il report comprende un’analisi dei dati, dei coefficienti e delle ore operative per monitorare la produttività e l’efficienza delle macchine nel mese trascorso. Le informazioni contenute nel report
sono salvate sull’Owner’s Site, per facilitarne la consultazione. Le ore lavorative quotidiane e il consumo di carburante sono visualizzati in formato calendario con codificazione a colori. Vengono inviate anche statistiche sui coefficienti delle modalità operative, evidenziando il confronto con i parametri di consumo, efficienza ed emissioni di CO 2 del mese precedente. Il report valuta an -
che i dati non operativi e di efficienza nella rotazione e rapporta le prestazioni
Dalla cabina, insonorizzata, si ha il controllo totale dell’escavatore. La consolle integrata, l’isolamento acustico migliorato e le sospensioni del sedile (con ammortizzatore ad aria riscaldato) contribuiscono a ridurre l’affaticamento dell’operatore il quale può beneficiare, tra le molte altre dotazioni, di climatizzatore con regolazione automatica, presa d’alimentazione USB, supporto per smartphone, poggiapiedi, porta-bicchieri, vari vani porta-oggetti, ganci appendiabiti, prese di corrente 12V e 24V. Da sottolineare il riposizionamento della leva di esclusione del circuito di pilotaggio, facilmente raggiungibile per evitare qualsiasi azione involontaria e aumentare la sicurezza in cabina. Nella parte superiore è presente un tettuccio trasparente con tendina parasole scorrevole. Il telaio della torretta presenta una sezione a “D” antideformante e garantisce una velocità di rotazione di 13,3 giri/min, con una coppia di rotazione pari a 34 kNm. Il raggio di rotazione ridotto rende quest’escavatore ideale anche negli spazi ristretti
d’esercizio. Le sue caratteristiche potenziate in termini di comfort e di sicurezza fanno sentire gli operatori a proprio agio nella cabina dal design rinnovato, permettendogli di lavorare in maniera produttiva. L’economia energetica garantita dall’escavatore cingolato ZX135US-7 implica un risparmio di carburante del 9% rispetto ai modelli precedenti ZX-6, conseguito grazie al sistema idraulico “HIOS V di Hitachi. I costi relativi al ciclo di vita della macchina risultano inferiori grazie al nuovo propulsore
L’escavatore cingolato Hitachi ZX135US-7 oggetto di questo Hands On è configurato con braccio a triplice articolazione e braccio di penetrazione da 2,52 m di lunghezza, che può essere fornito anche con lunghezza di 2,10 e 3,01 m. La macchina è disponibile anche con braccio monoblocco, sempre con le tre citate tipologie di braccio di penetrazione. Il sistema di supporto degli accessori consente un’elevata versatilità
della macchina a quelli dei modelli HItachi di egual classe presenti nella stessa regione. Le ore mensili e complessive vengono divise per il numero di operazioni dei vari componenti (braccio, rotazione, traslazione e attrezzo): questi dati aiutano a determinare l’uso effettivo del mezzo e mettere a punto il programma manutentivo. L’analisi mensile delle variabili è rapportata alla vita utile complessiva dell’unità in un diagramma di facile lettura; un grafico lineare mostra la quantità di ore attuali e future e aiuta a gestire gli interventi manutentivi.
Il sistema “ConSite” può essere d’aiuto anche nell’eventualità di un guasto: il sistema invierà al proprietario e al rivenditore un report di allerta permettendo di agire rapidamente e ridurre il tempo di fermo non programmato.
IL COMFORT IN CABINA
L’EFFICIENZA POTENZIATA
L’ELEVATA MANOVRABILITÀ
I BASSI CONSUMI DI CARBURANTE
IL RAGGIO DI ROTAZIONE RIDOTTO
MONITOR “LCD” DA 8” ANTIRIFLESSOMOTORE TOYOTA – STAGE V
LUCI DI LAVORO A LED
CIRCUITO IDRAULICO “HIOS V”
PANNELLO DI COMANDO MULTIFUNZIONE
SOTTOCARRO RINFORZATO
DESIGN INNOVATIVO DELLA CABINA
SISTEMA DI TELECAMERE “AERIAL ANGLE”
SPORTELLO DEL RADIATORE MAGGIORATO
BATTERIE DI GROSSE DIMENSIONI (2 X 12V/74AH)
TORRETTA CON SEZIONE A “D” ANTIDEFORMANTE
L’escavatore ZX135US-7 è manovrabile in modo semplice e senza sforzi grazie ai joystick di cui è dotato e al design ergonomico di comandi e interruttori. La consolle è regolabile in tre posizioni a scelta. La connessione Bluetooth consente all’operatore di telefonare in vivavoce mentre lavora e di ascoltare musica tramite radio DAB+. Il pannello di comando multifunzione rende più agevoli le manovre
Il comfort dell’operatore è stato uno dei fattori chiave al centro della progettazione dell’escavatore cingolato Hitachi ZX135US-7. La cabina è stata riprogettata e ottimizzata e presenta oggi un design innovativo. Il livello di comfort è molto alto, così come la qualità degli interni e dell’isolamento acustico, tra i migliori sul mercato. Inoltre, con questo modulo Hitachi garantisce agli operatori meno vibrazioni rispetto alla generazione di macchine precedente.
Toyota a 4 tempi, raffreddato ad acqua, a iniezione diretta, Common Rail, conforme alla direttiva Stage V: il motore prevede un sistema di post-trattamento DOC+CSF che non richiede un sistema SCR, eliminando così la necessità di urea, di sostituzione dei filtri e della manutenzione derivante da tutto ciò. Anche il nuovo indicatore ECO sul monitor, che indica come ridurre il consumo di carburante, aiuta gli operatori a controllare l’efficienza dell’escavatore abbattendo di conseguenza i costi di gestione del mezzo. La sostituzione degli attrezzi avviene rapidamente grazie al sistema d’aggancio potenziato, integrato sul monitor. In tal modo l’operatore ha un maggiore controllo della mac-
Le informazioni sul monitor LCD a colori da 8” sono facilmente visualizzabili grazie allo schermo antiriflesso ad alta risoluzione e sono gestibili tramite un controller multifunzione. È possibile selezionare diverse disposizioni di immagini, per adattarle all’ambiente di lavoro. L’indicatore ECO suggerisce come ridurre il consumo
china. Operatore che beneficia inoltre della spiccata versatilità dell’escavatore cingolato ZX135US-7, garanzia di incremento dei profitti e affidabile partner nei progetti più diversi e nella più svariata gamma di applicazioni.
L’accesso facilitato ai filtri e ai componenti interni è stato migliorato, grazie anche alla dimensione maggiorata dello sportello del radiatore, e garantisce una rapida e facile pulizia e manutenzione. Appositi sensori monitorano costantemente il flusso dell’olio e contribuiscono alla manutenzione preventiva, aiutando a ridurre i tempi di fermo macchina
La porta della cabina dello ZX135US-7, inoltre, è più larga di 15 cm e l’interno più ampio, con un maggiore spazio per le gambe. La facilità di manovra è il risultato del design ergonomico del quadro comandi e degli interruttori e del comodo accesso ai comandi. Il movimento sincrono del sedile e del quadro comandi riduce l’affaticamento degli operatori a fine giornata. Questa cabina, con la configurazione migliorata del pedale e l’ampia area intorno alla testa, è la più spaziosa finora prodotta da Hitachi. Per una maggiore sicurezza l’escavatore ZX135US-7 offre un’ampia visuale sul sito di lavoro: il sistema di telecamere “Aerial Angle” consente di avere una vista di 270° dall’alto e dà all’operatore la possibilità di scegliere tra sei opzioni di
L’escavatore cingolato ZX135US-7 è dotato di un propulsore Toyota - 4 cilindri, raffreddato ad acqua, iniezione diretta, Common Rail - da 74 kW a 2.000 giri/min (cilindrata 2.982 l). Conforme alla direttiva Stage V, questo motore sfrutta un sistema di post-trattamento DOC+CSF che non necessita del sistema SCR, consentendo così di ridurre i costi d’esercizio. Non occorrono nemmeno l’urea, la sostituzione del filtro e la relativa manutenzione
La maggior efficienza del circuito idraulico “HIOS V” riduce il consumo di carburante (fino al 9% in meno rispetto ai modelli precedenti) e consente una più elevata produttività, aumentando la velocità di avanzamento dell’escavatore
Il sistema di visualizzazione periferica con tecnologia di rilevamento degli oggetti “Aerial Angle” è un’innovazione utilizzata già da diversi anni da Hitachi Construction Machinery, anche in ambito minerario. Questa tecnologia ottimizza la visibilità per gli operatori, avvisandoli della presenza di ostacoli durante la guida, l’arresto o l’avviamento della macchina. Grazie al sistema di telecamere presente sull’escavatore l’operatore beneficia di una visuale a 270° dall’alto e può scegliere sul monitor da 8” presente in cabina tra sei opzioni di rappresentazione, per controllare l’ambiente circostante la macchina e per garantire la propria sicurezza e quella di chi si muove nel sito di lavoro.
visualizzazione dell’area circostante alla macchina. Le nuove luci di lavoro LED e il tergicristalli con un raggio d’azione più ampio sono ulteriori elementi che permettono di lavorare con maggiore sicurezza, anche in condizioni gravose.
Se l’escavatore deve lavorare in condizioni estreme o se si desidera minimizzare i costi di manutenzione è possibile usufruire del programma esclusivo di garanzia estesa chiamato HELP (Hitachi Extended Life Program) e dei contratti di assistenza onnicomprensivi. Soluzione, questa, che aiuta a ottimizzare le prestazioni, ridurre i tempi di fermo mac-
Il sottocarro, largo 2.490 mm e posto a un’altezza minima da terra di 830 mm, è costituito da un rullo di sostegno, sette rulli di appoggio, 44 pattini per i cingoli, adeguatamente protetti. Ognuno di questi è azionato da un motore a pistoni assiali a due velocità. Il freno di stazionamento è del tipo a dischi con innesto a molla e sblocco idraulico
L’escavatore cingolato ZX135US-7, essendo sottoposto a rigorosi collaudi presso i centri Hitachi dedicati in Giappone, è costruito per durare. La dotazione di molti nuovi componenti ne potenzia ulteriormente l’affidabilità, mentre le migliorie apportate
china e garantire un maggior valore dell’usato. All’ampia gamma di ricambi di alta qualità fornita da Hitachi viene applicata la stessa avanguardia tecnologica data alle sue macchine. Il risultato? Minimi i tempi di fermo macchina non programmati e massima operatività. La gamma di ricambi comprende parti originali Hitachi, componenti per alte prestazioni, filtri, sottocarri e componenti rigenerati, nonché attrezzature da scavo e benne fabbricate con gli stessi standard di precisione. Con il programma Hitachi Premium Rental, poi, è possibile avere accesso immediato agli escavatori di classe media Zaxis-7, per un periodo che va da un mese a un anno, tramite contratti flessibili e costi fissi che rendono più semplice la pianificazione degli investimenti.
L’escavatore cingolato ZX135US-7 è dotato nella parte posteriore di un contrappeso da 3.550 kg e, nella parte anteriore, di una lama da 600 x 2.490 mm (sollevamento max. 460 mm; abbassamento max. 540 mm; angolo di avvicinamento 26°). La distanza tra l’estremità anteriore della lama e l’asse di rotazione è di 2.430 mm
I miglioramenti apportati al sottocarro - che comprendono il telaio a “X” potenziato e i freni dei tendicingolo idraulici (a grasso) rinforzati e maggiorati - hanno consentito di aumentare la durabilità dell’insieme. I perni di collegamento sono trattati termicamente con tenute antipolvere
La visibilità del cantiere è stata ottimizzata grazie al sistema di telecamere “Aerial Angle”, con vista a 270°, e al nuovo monitor LCD presente in cabina
rilevano eventuali deterioramenti della qualità dell’olio, così i clienti avranno la certezza che le macchine saranno sem-
pre in buono stato e gli interventi manutentivi e i fermi non programmati saranno meno frequenti. ■
Forza
Velocità di traslazione (lenta-alta): 0-3,3 km/h-0-5,5 km/h
Forza di trazione max.: 117 kN
Pendenza superabile: 70% (35°) continua
Capacità benna a colmo (ISO): 0,19-0,66 m3
Peso operativo: 14.100-16.300 kg
* configurazione braccio con triplice articolazione, braccio di penetrazione da 2,52 m
due sensori dedicati che
al sottocarro allungano la sua vita utile. La disponibilità operativa è perfino maggiore perché il design ha tenuto conto di come agevolare la manutenzione e la pulizia. Ad esempio, il carter del radiatore più ampio montato su questo modello alloggia una batteria di maggiori dimensioni (più larga) e facilita l’accesso al radiatore e al filtro dell’aria. L’ampia gamma di servizi postvendita di Hitachi, poi, contribuisce al pieno controllo della flotta e dei carichi di lavoro. I sistemi di monitoraggio remoto “Owner’s Site” e “ConSite” inviano quotidianamente i dati operativi tramite GPRS o satellite dall’escavatore al “Global e-Service”. Inoltre, il sistema “ConSite” invia una e-mail mensile contenente una sintesi dei vari dati, mentre l’applicazione “ConSite Pocket” mostra messaggi di allerta in tempo reale in caso di eventuali malfunzionamenti. Un’altra innovativa funzione monitora in ogni momento la qualità dell’olio motore e di quello idraulico (i dati vengono trasmessi quotidianamente al “Global eService”
L’intera gamma di attrezzature per la manutenzione stradale e per la posa di sottoservizi del costruttore di San Giovanni in Persiceto è ora disponibile sul mercato americano, oggetto di un ambizioso piano di espansione attuato dall’azienda bolognese anche grazie all’apertura della filiale Simex Nord America
di Stefano Vitali
Il percorso di avvicinamento alla manifestazione fieristica americana Conexpo-CON/AGG 2023, in programma a Las Vegas dal 14 al 18 marzo prossimi, è in realtà già stato anticipato nel gennaio 2021 con l’inaugurazione della prima filiale nordamericana Simex Nord America a Corpus Christi, nello stato del Texas. La partecipazione al più importante evento fieristico nel settore del movimento terra dell’intero continente non sarà dunque solamente per l’azienda di San Giovanni in Persiceto (BO) una mera occasione espositiva, ma sancirà l’inizio di una nuova fase strategica e commerciale dei prodotti Simex sul mercato locale.
Strategia di espansione
L’apertura della sede Simex Nord America ha consentito di creare un
PARTENDO DALLA CONSOLIDATA
TECNOLOGIA DI FRESATURA
SVILUPPATA E AFFINATA IN OLTRE
30 ANNI DI ATTIVITÀ SIMEX
GARANTIRÀ AGLI OPERATORI
DELLA MANUTENZIONE STRADALE
AMERICANA TUTTA LA LINEA PL, DA 250 A 2.000 MM DI LARGHEZZA, FINO
A 350 MM DI PROFONDITÀ (NELLA FOTO, IL MODELLO PL 45.20)
IL QUARTIER GENERALE DI SIMEX A SAN GIOVANNI IN PERSICETO (BO)
E LA FILIALE SIMEX NORD AMERICA, INAUGURATA NEL 2019 A CORPUS
CHRISTI, NELLO STATO DEL TEXAS
ampio stock di attrezzature e ricambi in loco e, conseguentemente, tempi di consegna molto più rapidi e un’immediata assistenza pre e post-vendita, oltre che installazioni e applicazioni in loco supportate da personale locale qualificato. Parallelamente, l’espansione della rete commerciale ha permesso a Simex di imboccare la strada verso il Conexpo-CON/AGG 2023 con una maggiore consapevolezza delle proprie esigenze di business sul vasto territorio statunitense, potendo adottare una precisa strategia di penetrazione del mercato. L’investimento fatto dall’azienda in quest’ambito è frutto di un piano di espansione ben più ampio, che parte dal proprio quartier generale italiano di San Giovanni in Persiceto, alle porte di Bologna. Lo stabilimento produttivo di Simex raggiunge oggi i 54.000 m² di superficie: qui, ampio spazio è dedica-
to alla fase di collaudo delle attrezzature, organizzato per garantire ai propri clienti i più alti standard qualitativi; il nuovo magazzino logistico, inaugurato alla fine del 2019, è dislocato su oltre 7.000 m² di superficie e ha consentito di aumentare la capacità di stock e di accorciare i tempi di consegna. Tra le svariate implementazioni strutturali della struttura Simex è bene ricordare anche le aree di stoccaggio verticali automatizzate e le stazioni di alesatura e saldatura robotizzate, che permettono di migliorare la qualità di componenti quali tamburi e ruote di taglio, garantendo al contempo elevati standard di sicurezza. Infine, in sede è disponibile una vasta area demo che permette all’ufficio R&D di testare e sviluppare soluzioni e prodotti sempre nuovi, simulando i molteplici contesti applicativi e operativi.
Ma torniamo al Conexpo-CON/AGG 2023 e alle novità a cui abbiamo accennato precedentemente: quest’edizione segnerà un cambio di passo nell’approccio di Simex alla vendita sul mercato statunitense. D’ora in avanti, infatti, sarà commercializzata tutta la gamma di fresatrici stradali PL e delle escavatrici a ruota della gamma RW e T, rilanciandosi così nel settore della manutenzione stradale e dei sottoservizi con oltre 30 modelli, per pale, pale compatte ed escavatori. Partendo dalla consolidata tecnologia di fresatura Simex, sviluppata e affinata in oltre 30 anni di attività, verrà quindi garantita agli operatori della manutenzione stradale americana tutta la linea PL, da 250 a 2.000 mm di larghezza, fino a 350 mm di profondità. A tal proposito, in occasione della kermesse americana Simex darà ampia visibilità alla fresatrice stradale più grande sul mercato degli “attachment”, il modello PL 2000, che con i suoi 200 cm di tamburo può raggiungere i 4 m di fresatura in sole due passate. Nel settore delle mini e micro trincee, invece, la gamma di escavatrici a ruota RW e RWA ruberà la scena per le sue caratteristiche peculiari quali l’autolivellamento al piano di lavoro, la ruota di taglio a settori imbullonati (andando a modificare la larghezza di scavo senza variare la ruota base) e l’inclinazione laterale idraulica del modello RWA 500 (esposto in occasione della fiera) che mantiene il disco di taglio sempre verticale al terreno anche se la macchina operatrice non è parallela al piano stradale.
Al Conexpo-CON/AGG 2023 verrà inoltre presentata una soluzione per minipale innovativa, che andrà ad aggiungersi alla già vasta gamma di attrezzature stradali Simex. Si tratta della
LE ESCAVATRICI A RUOTA RW
E RWA RUBERANNO LA SCENA
AL CONEXPO-CON/AGG 2023 PER LE
LORO CARATTERISTICHE PECULIARI, QUALI L’AUTOLIVELLAMENTO
AL PIANO DI LAVORO, LA RUOTA
DI TAGLIO A SETTORI IMBULLONATI E
L’INCLINAZIONE LATERALE IDRAULICA
DEL MODELLO RWA 500
“D-BLADE 200”, una tagliasfalto con disco diamantato in grado di raggiungere profondità di taglio fino a 200 mm. La gamma “D-BLADE” nasce con l’intento di portare sulle minipale la tecnologia delle seghe tagliasfalto a spinta, a tutto vantaggio però della sicurezza dell’operatore. Come suggerisce il nome stesso, questa nuova tagliasfalto Simex è ideale per tagli lineari su pavimentazioni stradali e cemento, nonché per la creazione di giunti di dilatazione su superfici continue. Tra gli utilizzi più frequenti, la “D-BLADE” contempla l’asportazione di sezioni predefinite di asfalto per il successivo ripristino oppure per l’apertura di nuovi chiusini stradali, ma viene spesso utilizzata anche per eseguire tagli rettilinei per la posa di cavi in fibra ottica. Il taglio netto e senza sbavature produce minime quantità di materiale di risulta ed evita
problemi di “franatura” all’interno della trincea, agevolandone la copertura e la qualità del ripristino.
Simex rinnova la sua vocazione per le cosiddette tecnologie “no-dig”, ossia tutte quelle pratiche operative che permettono di effettuare la posa, l’esercizio e la manutenzione delle reti di sottoservizi minimizzando l’impatto sulla pavimentazione esistente. Il costruttore bolognese propone per il mercato statunitense 15 modelli di ruote da taglio specifici per lo scavo di trincee a sezione ridotta. Le attrezzature si suddividono in quattro gamme di prodotto: RW, T e “D-BLADE” per pale e minipale e la linea RWE per escavatori di diverse taglie. ■
Le cesoie ISS 20/30 e ISS 30/50 del costruttore barese sono utilizzate per lo smantellamento dell’ex centrale Enel “Torre del Sale” di Piombino. Un impegno gravoso, con oltre 70.000 t di acciaio da demolire, ridurre volumetricamente e inviare in fonderia
Quando si parla di demolizioni di strutture in acciaio non si hanno sempre ben presenti le reali difficoltà operative nell’affrontare cantieri che di ordinario hanno ben poco. Come nel caso dell’ex Centrale Enel “Torre del Sale” di Piombino, dove l’impresa torinese Perino Piero - dal 1963 attiva nel settore del movimento terra, nonché delle demolizioni controllate e delle bonifiche
ambientali - sta lavorando da oltre un anno per il suo completo decommissioning. Stiamo parlando di una delle centrali termoelettriche più grandi d’Italia, un impianto che forniva 1.280 MW di potenza elettrica e che oggi ha tutto il fascino indiscusso della grande architettura industriale. Costruita all’inizio degli anni Settanta, la centrale termoelettrica prese servizio nel 1977-1978 con l’entrata in funzione dei primi due gruppi da 320 MW ciascuno, mentre nei due anni
successivi ne entrarono in servizio altri due. In totale si parla quindi di quattro sezioni alimentate a olio combustibile funzionanti a ciclo Rankine, con impianti che occupavano in totale 40 ettari situati all’interno di una superficie che si estende per circa 140 ettari. Il cantiere, molto complesso sia da un punto di vista ambientale che operativo, ha come obiettivo quello di restituire l’area completamente sgombra e bonificata per la successiva costruzione di un
TITOLARI DELLA PIERINO PIERO
“Abbiamo acquistato le cesoie Indeco dopo averle testate sul campo: avevamo noleggiato la ISS 20/30 per un intervento da svolgere all’interno di uno stabilimento a Torino e l’attrezzatura ci ha colpiti per la sua efficacia, quindi abbiamo deciso di acquistarla insieme alla ISS 30/50. Quest’ultima è stata ancora più sorprendente e sta svolgendo un lavoro molto impegnativo nel cantiere di Piombino, dove la sua struttura agevola la demolizione e lo spostamento dei grandi elementi metallici. I nostri operatori, anche sotto nostra indicazione, provano costantemente diverse tipologie di attrezzature, senza avere pregiudizi di alcun genere; noi cerchiamo un dialogo continuo con loro chiedendone le opinioni, in modo da aumentare l’efficienza del cantiere. Le due cesoie Indeco sono state apprezzate fin dal primo momento e il fatto che i nostri collaboratori le usino in modo così assiduo è un chiaro segno di gradimento. Non abbiamo avuto alcun problema durante il loro utilizzo e la produttività assicurata è elevata. Sono due prodotti che si stanno rivelando fondamentali a Piombino: la demolizione di questa centrale è un formidabile campo di battaglia per le cesoie e questi due modelli stanno dimostrando tutto il loro valore”.
L’EX CENTRALE TERMOELETTRICA
“TORRE DEL SALE”, FUORI SERVIZIO DAL 2015, SARÀ RIQUALIFICATA IN CHIAVE DI SOSTENIBILITÀ A VOCAZIONE TURISTICA, AMBIENTALE E COMMERCIALE. IN VISTA DELLA BONIFICA COMPLETA DEL SITO, PREVISTA ENTRO LA FINE DEL 2024, SONO STATE AVVIATE LE ATTIVITÀ DEL CANTIERE DI DEMOLIZIONE
insediamento a destinazione turistica. Le opere di decostruzione della centrale sono iniziate alla fine del 2021 e stanno procedendo in modo regolare secondo un piano che prevede operazioni tra loro funzionali e complementari.
L’ex centrale Enel si trova all’interno dell’area umida di Orti Bottagone gestita dal WWF: si tratta di un’oasi faunistica dove trovano rifugio molte specie volatili, tra cui anche i fenicotteri. L’area è stata ampliata di altri 12 ettari e fa parte di un quadro complessivo di valorizzazione ambientale. La posizione è in riva al mare dove nell’antistante porto, costruito ad hoc, attraccavano le navi cisterna che portavano l’olio combustibile per il funzionamento delle caldaie dell’impianto. Al limite dell’area portuale sorge la Torre del Sale, un antico fortilizio eretto nel Basso Medioevo che fungeva da dife-
sa e avvistamento per l’allora Principato di Piombino. Sussistono vincoli molto stringenti qui, che pongono diverse difficoltà tecniche per la demolizione all’interno del cantiere, ragion per cui sia le caldaie che le ciminiere vengono demolite con tecniche non invasive e che richiedono macchine e attrezzature adeguate. Per le caldaie si procede tramite lo svuotamento dal basso e il successivo e graduale abbassamento degli elementi con martinetti idraulici per la graduale demolizione; le ciminiere richiedono invece l’impiego di specifici ponti mobili per eseguirne un graduale e controllato abbassamento tramite la demolizione con mezzi meccanici di piccole dimensioni. Una tecnica che prevede la demolizione per gradi del manufatto con lo scarico del materiale all’interno del camino. Da qui, tramite un accesso alla base, sarà poi possibile rimuovere e inviare a smaltimento o riciclaggio tutto il materiale risultante.
La rimozione degli impianti della centrale è l’operazione più spettacolare. Qui sono in azione macchine e attrezzature che, ogni giorno, mettono in luce le proprie potenzialità in un ambiente duro e selettivo. Si parla di elementi che rappresentano un vero e proprio “fuori scala” con caldaie, sala macchine, filtri e ciminiere che, al primo sguardo, fanno capire immediatamente la complessità e la durezza del lavoro. Prima della demolizione dei manufatti è stato necessario asportare e smaltire tutti gli eventuali liquidi ancora presenti nella centrale. Quasi tutti gli elementi impiantistici erano ricoperti da strati isolanti in lana di roccia, materiale che va incapsulato, rimosso e smaltito con precisione. Il dato complessivo supera i 300.000 m2 di materiale da trattare, insaccare e inviare a smaltimento.
Le fasi operative del cantiere sono semplici e prevedono la completa demolizione dei cinque serbatoi che contenevano l’olio combustibile per il funzionamento delle caldaie, quattro con capacità di 50.000 m3 e uno da 100.000 m3. Le cesoie Indeco sono state tra le prime in assoluto a entrare in scena: la ISS 20/30 è stata installata in modo quasi permanente su un escavatore cingolato Doosan DX340LCN-5, mentre la più grande ISS 30/50 è utilizzata da un escavatore da demolizione Kiesel KMC600.
Entrambe sono costantemente impegnate nella demolizione dei manufatti e nel successivo taglio del materiale per la riduzione volumetrica, operazione che facilita il carico per l’invio in fonderia. Le due attrezzature sono sottoposte a ritmi operativi serrati e, soprattutto nelle fasi di demolizione, l’impiego è molto gravoso. Per demolire in modo sicuro e razionale gli impianti occorre spesso operare spostando grandi elementi, interventi che hanno sollecitato in modo rilevante le cesoie. In particolare, la ISS 30/50 è quella più sollecitata (dal suo arrivo in cantiere ha operato con i coltelli originali). La ISS 20/30 è invece impegnata in modo prevalente nel taglio dell’acciaio demolito e nel-
lo smantellamento degli impianti che convogliavano l’olio combustibile alle caldaie.
Il cantiere di Piombino è gestito in modo razionale e metodico. Le dimensioni mastodontiche dell’area e degli impianti hanno richiesto un’organizzazione meticolosa per procedere regolarmente nelle complesse opere di decommissioning. In cantiere sono impegnate oltre 50 persone fra tecnici, operatori e addetti alle bonifiche. Gli escavatori idraulici in azione sono cinque, con
pesi operativi tra le 25 e le 90 t. Due di questi sono dotati di bracci da demolizione in grado di arrivare ad altezze massime di 28 e 36 m. A supporto sono presenti due movimentatori industriali che si occupano sia del carico dei rottami metallici sui veicoli di trasporto che di assistere alla movimentazione dei materiali nel corso delle opere di bonifica e demolizione. Tutte le macchine sono dotate di attrezzature per la demolizione, tra cui appunto le due cesoie Indeco ISS 20/30 e ISS 30/50. ■
Lo specialista di Copparo in parti sottocarro ha recentemente svelato le sue più recenti strategie, approntate per rafforzare le proprie attività in produzione, catena di fornitura, vendite ed “engineering” e per trasformarsi in un player sempre più globale, a tutti i livelli
di Stefano VitaliBerco, azienda globale leader nella produzione e fornitura di parti sottocarro per i principali produttori mondiali di macchine movimento terra cingolate, ha recentemente svelato le sue recenti strategie, che vedono l’azienda rafforzare le proprie attività in produzione, catena di fornitura, vendite ed engineering per divenire un
leader sempre più globale. Grazie all’appartenenza, dal 2017, alla Business Unit Forged Technologies di thyssenkrupp, l’azienda di Copparo (FE) beneficia della presenza globale del Gruppo, che comprende oltre 50 presse di forgiatura e più di 150 linee per la lavorazione e l’assemblaggio dislocate in 15 siti nel mondo. Come prossimo passo, da quest’anno Berco acquisirà ulteriore capacità per la produzione di componenti per i CTL e dei Berco Mini Undercarriages (BMU) nello stabilimento in Messico di Forged Technologies, fino a oggi dedicato alla produzione di componentistica automotive. Con oltre 100 anni di esperienza nella realizzazione di prodotti propri - peculiarità che distingue Berco sul mercato - la società è destinata quindi a sfruttare ulteriori sinergie producendo componenti strategicamente importanti nelle strutture automotive di thyssenkrupp Forged Technologies.
La trasformazione di Berco si riflette anche nel modo in cui la sua catena di fornitura è stata ristrutturata. A tal proposito, la società sta istituendo strategici hub locali, responsabilizzandoli a livello globale per migliorarne l’efficienza e armonizzarne tutti i processi. In Cina, ad esempio, un hub destinato alla gestione dei materiali, con sede nello stabilimento di Nanjing di “thyssenkrupp Forged Technologies”, è ora responsabile della gestione di tutti i fornitori cinesi. La catena di fornitura dell’azienda sarà inoltre rafforzata da un team globale dedica-
to agli acquisti per garantire l’approvvigionamento dei materiali nel modo più rapido ed economico possibile.
Per quanto riguarda le vendite, Berco ha concepito una nuova strategia comune per armonizzare le condizioni di fornitura per i clienti globali. Questo implicherà, ad esempio, che a ogni cliente sia assegnato un “Key Account Manager” che coordinerà accordi e condizioni e che assicurerà che essi restino coerenti in ogni parte del mondo. Il Customer service, inoltre, sarà ulteriormente potenziato dalla più stretta integrazione dei team di vendite della società, con l’aumento degli incontri in presenza e virtuali che avverranno in modo da assicurare che le migliori pratiche locali vengano diffuse con maggiore regolarità. Attraverso la Berco Academy la società sta mettendo un’enfasi ancora maggiore sulle capacità di engineering e sul supporto tecnico offerti globalmente ai clienti. Ciò comporta la
“Mentre l’Italia continuerà a rappresentare la ‘casa spirituale’ e il ‘cuore pulsante’ di Berco, la creazione di hub strategici globali porterà benefici a tutta l’azienda a livello di business internazionale. Le conoscenze acquisite vengono quindi condivise in tutto il mondo, rafforzando Berco a livello globale”.
CON OLTRE 100 ANNI DI ESPERIENZA NELLA REALIZZAZIONE DI PRODOTTI PROPRI, BERCO È DESTINATA A SFRUTTARE IMPORTANTI SINERGIE PRODUCENDO COMPONENTI STRATEGICAMENTE IMPORTANTI NELLE STRUTTURE AUTOMOTIVE DI “THYSSENKRUPP FORGED TECHNOLOGIES”
L’IMPEGNO DI BERCO
NELL’INNOVAZIONE È DIMOSTRATO
DAI SUOI CONTINUI INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO, NONCHÉ
DALLA FORNITURA AI PRINCIPALI COSTRUTTORI DI SOLUZIONI DI LUNGA DURATA E DALLE ELEVATE PRESTAZIONI
messa a disposizione di risorse dedicate per tutte le principali regioni del mondo, in modo che le esigenze e le condizioni di lavoro specifiche di ogni luogo geografico si riflettano pienamente nei prodotti Berco. A tal fine Berco si impegnerà a condividere maggiormente le conoscenze con i propri clienti, in modo che possano comprendere meglio i prodotti e la tecnologia dell’azienda. Tutto questo avverrà attraverso corsi di formazione virtuali e in loco, nonché attraverso visite sul campo da parte di tecnici esperti che accelereranno la risoluzione dei problemi. Tutte le diverse attività a livello globale contribuiranno nel lungo periodo a ridurre i costi e la complessità e a migliorare l’efficienza e la capacità di risposta alle esigenze dei clienti.
Una realtà “data-driven”
“Il nuovo sito produttivo messicano di Forged Technologies non solo ci consente di aumentare la nostra capacità produttiva globale, ma ci avvicina ai clienti nel mercato nordamericano e alle loro specifiche richieste. In particolare, ottimizzeremo ulteriormente la nostra impronta globale, integrandola con componenti provenienti dalla nostra base di fornitori di fiducia. Questa è solo una delle misure che adotteremo in futuro per assicurarci che i nostri prodotti siano di altissima qualità e per migliorare ulteriormente la nostra catena di fornitura”.
Berco si è organizzata per essere una società sempre più “data-driven”. I dati rivestono un ruolo strategico per il supporto ai clienti e lo sviluppo di soluzioni di sistema, in un’ottica di miglioramento continuo. È finalizzato a ciò il sistema brevettato “Smart Undercarriage”, sviluppato dall’azienda insieme a una società spin-off dell’Università di Roma. Questa soluzione, anteprima assoluta per il mercato nata per il Primo Equipaggiamento, consente di monitorare la temperatura dei rulli di macchine CTL tramite un sensore incorporato, un RFID e un’antenna che trasmette i dati a una centralina. La temperatura
BERCO “R&D EXECUTIVE DIRECTOR”“La raccolta dei dati sul campo, l’archiviazione e la successiva analisi giocano un ruolo sempre più strategico per la nostra azienda nel supporto ai clienti, consentendo loro benefici in termini di ‘uptime’ delle macchine. L’archivio dei dati, costantemente ampliato, rappresenta peraltro un potente strumento in mano a Berco per lo sviluppo di soluzioni di sistema sempre più performanti, a conferma del suo ruolo di leadership nei prodotti per il sottocarro”.
del rullo può essere visualizzata sul display della macchina o su un qualsiasi altro dispositivo (smartphone, tablet) consentendo un monitoraggio costante del componente. Facilmente implementabile su ogni rullo e installabile su ogni tipo di CTL presente sul mercato, lo “Smart Undercarriage” permette all’OEM di verificare se il componente lavora nel range ottimale di temperature e di intervenire per tempo, evitando guasti sul campo e migliorando l’uptime del veicolo. Berco ha già stanziato finanziamenti per lo sviluppo di un kit aggiunto destinato alla clientela aftermarket e per poter ricevere direttamente - e in modo costante - i dati raccolti sulle temperature. Ciò consentirà all’azienda di conoscere sempre più in dettaglio gli ambienti operativi delle singole macchine e implementare la propria proposta di tecnologie dedicate. Da citare sono le applicazioni mobile e web di Bopis Life, una piattaforma basata su cloud dove vengono registrate le ispezioni condot-
te sulle macchine dai “field engineer” di Berco o dai suoi dealer. Tramite strumenti manuali o dispositivi a ultrasuoni viene misurato lo spessore del materiale di ogni elemento del sottocarro, monitorandone così lo stato di usura. Il dealer può quindi pianificare al meglio la gestione del magazzino e l’efficienza operativa, con una riduzione del TCO. La piattaforma è impiegata in tutto il mondo: a oggi sono oltre 20 le licenze attivate presso i dealer Berco e più di 300 le ispezioni effettuate negli ultimi tre anni, con altrettante raccolte e analisi dati.
La mole di dati raccolta oggi da Berco tramite Bopis Life e “Smart Undercarriage” si dimostra fondamentale per le attività di benchmarking condotte dalla divisione T&I sui prodotti, così come su quelli di concorrenti o fornitori. Per i relativi test Berco si avvale anche di una serie di apparecchiature presenti nello stabilimento di Copparo, che permettono di conservare i dati raccolti, utilizzabili per analisi successive. Sui componenti chiave vengono svolti, tra gli altri, controlli dimensionali, analisi metallurgiche e test funzionali. Tutte le attività a riguardo attingono al metodo dell’analisi e dell’ingegneria del valore (VAVE), propedeutico allo sviluppo delle linee aftermarket. Il VA definisce le funzioni di un prodotto e la proporzione tra il suo
valore e i costi, mentre la valutazione del design e della realizzazione viene effettuata tramite VE con l’obiettivo di eliminare quegli elementi che non contribuiscono alla funzione del prodotto.
Soluzioni complete per il sottocarro
I dati raccolti grazie alle ispezioni sul campo, così come quelli ricavati dalle indagini di laboratorio e sul banco prova, permettono a Berco di avere una padronanza rilevante delle singole applicazioni, consentendole di proporre soluzioni ingegnerizzate, configurate in base alle esigenze della singola applicazione, sia per il Primo Equipaggiamento che per il mercato del ricambio. In quest’ultimo ambito è nata così un’offerta tra le più complete, composta da tre diverse linee: “Original”, “Service Line” e “Platinum”. La prima fornisce ai dealer componenti identici alle corrispondenti parti di Primo Equipaggiamento, per geometria e processi produttivi; la seconda è stata creata per quei macchinari che operano nel mondo delle costruzioni e offre il perfetto equilibrio tra valore e prestazioni; “Platinum Line” è infine stata sviluppata per operare in condizioni estreme di alto impatto e abrasività, dimostrando prestazioni importanti per quanto riguarda la vita utile, superiore al primo montaggio di valori che arrivano anche al 35%. ■
“Una recente novità è il lancio di ‘Berco Aftermarket’, la nuova società dedicata all’aftermarket mondiale (a eccezione della regione nordamericana, coperta da Berco of America): proprietà al 100% di Berco, questa realtà - assicurando un ampio portafoglio prodotti e un servizio eccellente ai nostri clienti - si pone come obiettivo quello di divenire la società leader nel mercato del ricambio. Ci aspettiamo una crescita del 50% entro i prossimi anni grazie alla nostra rete di concessionari. La nuova organizzazione è situata vicino a Copparo, dove Berco è stata fondata e dov’è ubicato il suo principale sito produttivo. La fabbrica locale continuerà a essere la principale fonte della produzione per il Primo Equipaggiamento e la sede delle attività di R&S. Bologna, dove sarà ubicata Berco Aftermarket, rappresenta invece la posizione perfetta per crescere nel business aftermarket, dato che la zona ha un lungo retaggio nella realizzazione di prodotti per il sottocarro e ciò consentirà alla società l’accesso a importanti risorse e talenti. La nuova struttura include un magazzino dedicato che servirà da cuscinetto tra Copparo e i concessionari della società che richiedono flessibilità e tempi brevi di consegna. Ciò assicurerà consegne più celeri presso le strutture dei clienti, fattore cruciale per le richieste aftermarket e per l’attività di e-commerce lanciata di recente, che beneficeranno dalla nuova disponibilità a stock”.
Scegliere la batteria al litio più idonea per il proprio mezzo è diventato, oggi più che mai, un compito complesso. Per questo motivo il team tecnico dell’azienda emiliana ha recentemente pubblicato un interessante articolo, di cui vi riportiamo qui un estratto, per poter individuare quali sono le “chimiche” più adatte per l’elettrificazione delle più diverse tipologie di applicazioni
a cura di Vincenzo Florio
Le batterie al litio coinvolgono l’elettrificazione di una fetta sempre più ampia di applicazioni. Se inizialmente coinvolgevano telefoni, computer e piccole applicazioni di utensileria, questi elementi si sono via via evoluti trovando attualmente
una massiccia applicazione in veicoli ibridi o “full-electric”. Sono sempre di più, infatti, i produttori di macchine industriali e veicoli elettrici che si rivolgono a questa tecnologia per la transizione elettrica delle proprie flotte, nei più svariati settori, dalle macchine movimento terra alle piattafor-
me aeree, dalla logistica al “material handling”, dall’agricoltura ai mezzi aeroportuali e nautica. Le batterie al litio, però, non sono tutte uguali. Sono molti gli elementi che concorrono a creare la soluzione più adatta per una specifica applicazione. Sul mercato esistono diverse tipologie di batterie al litio, ma
dietro a termini come “tensione”, “Ah” e “dimensioni” c’è un modo complesso, fatto di studi, ricerche e sviluppi, test tecnici e scelte della giusta chimica, che può essere più o meno adatta alle esigenze del proprio veicolo. Flash Battery ha esaminato le sei principali tipologie di batterie al litio e le relative chimiche utilizzate per la loro fabbricazione in un interessante articolo. In questo estratto ci soffermiamo ovviamente su quella più interessante per il nostro settore di competenza.
Le batterie al litio con chimica LCO (Litio-Cobalto-Ossido) - le meno recenti e impiegate soprattutto per dispositivi elettronici e applicazioni mobili - sono formate da un catodo in ossido di cobalto (elettrodo positivo) e un anodo in carbonio di gra -
fite (elettrodo negativo). Questa chimica ha il vantaggio di avere un’alta energia specifica ed è perfetta per batterie medio-piccole, quindi ideali per gli smartphone, le macchine fotografiche digitali e i laptop portatili.
Le batterie al litio con chimica LMO (Litio-Manganese-Ossido) si comportano in modo molto simile a quelle che sfruttano la tecnologia LCO e trovano largo impiego in piccoli dispositivi, come ad esempio gli elettroutensili.
Le batterie con chimica NMC (NichelManganese-Cobalto) sono quelle a oggi più frequentemente utilizzate nel settore automotive, così come quelle con chimica NCA (Nichel-CobaltoAlluminio), anche se con un grado di sicurezza leggermente inferiore rispetto alle precedenti, ma con un’altissima densità energetica.
La LTO (Litio Titanato), invece, è una
chimica di cui si sente ancora parlare poco, ma sembra essere promettente in termini di cicli vita, in quanto le sue basse tensioni interne e l’assenza di stress meccanico le consentono un bassissimo degrado, facendole raggiungere agevolmente i 15.000-20.000 cicli. Grazie a questo vantaggio potrebbe essere utilizzata per l’elettrificazione di macchine e veicoli con utilizzi molto intensi, ma al momento porta con sé ancora qualche problematica che ne limita l’utilizzo e la diffusione. La chimica LFP (Litio-Ferro-Fosfato) è quella che, fra tutte, risponde meglio alle esigenze specifiche del settore industriale, ambito di nostro interesse e in cui non sono richieste energie specifiche eccessive, ma dove sono necessari una sicurezza molto elevata e lunghi cicli di vita. Parliamo di un mondo molto vasto, che va dall’automazione
alla robotica, dalla logistica alle costruzioni, dall’agricoltura alla nautica, dai veicoli elettrici ai mezzi aeroportuali, dalle piattaforme aeree ai mezzi speciali. Le batterie con chimica LFP sono le più sicure e stabili sul mercato e sono disponibili in formati di grande capacità, come richiesto dai sistemi industriali, senza aver bisogno di collegare in parallelo tante piccole celle che ne abbasserebbero la stabilità compromettendo la sicurezza del mezzo. La vita di una batteria con chimica LFP supera i 3.500 cicli e, se dotata di un buon sistema BMS, può superare i 4.000 (in futuro ci si aspetta di arrivare a oltre 6.000 cicli). Attenzione però: quando parliamo di “cicli vita” non dobbiamo pensare che dopo 3.500 cicli una batteria sia completamente esausta; è infatti importante ricordare che il fine vita di una batteria su un mezzo si considera sempre con una capacità rimanente dell’80%, ma ci saranno ancora numerose possibilità di utilizzo in altri ambiti, come ad esempio l’”energy storage”. Oltre alla sua sicurezza intrinseca e agli alti cicli di vita un altro vantaggio della chimica LFP è quello di avere una curva di scarica piatta.
Nel grafico 1 si può notare una curva che tende a salire: è la cosiddetta “cur-
molti i produttori di batterie al litio che cercano di diminuire la percentuale di cobalto all’interno delle batterie, quindi la chimica LFP, essendone priva, parte con un grande vantaggio. Se fino a qualche anno fa le batterie LFP sembravano destinate all’oblio, in quanto la loro densità energetica era molto bassa e si attestava intorno ai 100 Wh/kg, oggi questa tecnologia è tornata in auge con un incremento di densità energetica importante, che in poco tempo le ha fatto raggiungere i 170 Wh/kg, stimolando un forte interesse anche da parte del mondo “automotive” (a oggi si prevedono già ulteriori incrementi di densità gravimetrica nei prossimi anni fino a raggiungere i 220-230 Wh/kg).
Dalla teoria alla pratica Abbiamo illustrato le sei principali tipologie di chimiche su base litio che
va di ricarica”, mentre le curve discendenti si riferiscono alla tensione della batteria durante la sua scarica. Si può quindi osservare che la tensione dal 100% allo 0% è molto simile e questo è un dato fondamentale, in quanto permette alle macchine e ai veicoli industriali di garantire le medesime performance dall’inizio alla fine della scarica. Questo vantaggio può però trasformarsi in uno svantaggio, in quanto a causa della curva piatta, leggendo solo le tensioni, sarà più complicato determinare un corretto stato di carica (SOC). Per ovviare a questo limite il sistema BMS che gestisce la batteria dovrà essere concepito in ottica “smart”, per fornire il corretto stato di carica e svolgere adeguatamente la funzione di bilanciamento. Infine, tra i numerosi vantaggi di questa chimica c’è la totale assenza di cobalto, materiale tossico e tra i più impattanti per l’ambiente. Oggi sono
attualmente sono maggiormente impiegate nelle varie sfere dell’elettrificazione. Non dobbiamo pensare, però, che queste chimiche siano in competizione le une con le altre: al contrario, sono tutte valide e performanti, ma come citato ogni chimica al litio esprime il suo meglio in diversi settori di utilizzo. All’interno del grafico 2 sono messe a confronto le varie caratteristiche delle chimiche in termini di: energia specifica o densità gravimetrica [Wh/kg], cioè il rapporto tra la quantità di energia contenuta (Wh = V x Ah) e il peso della batteria; sicurezza, che va di pari passo con la stabilità termica perché la sicurezza intrinseca dipende da quanto sono stabili termicamente i componenti; “C- Rate”, che è la velocità di carica/scarica, ovvero il rapporto tra la corrente di carica o scarica (A) e la capacità nominale della cella (Ah); ciclo vita, quindi il numero di volte per cui la cella può
essere scaricata e ricaricata fino a raggiungere il fine vita, normalmente considerato al raggiungimento dell’80% di capacità residua; costo.
Diagrammi come questo sono utili per fare una panoramica sulle peculiarità di ogni chimica, aspetti che rimangono veri
nel tempo. Ricordiamoci però che a livello quantitativo parliamo di dati indicativi, a causa di un aspetto da non sottovalutare: l’evoluzione tecnologica. La tecnologia,
così come l’innovazione in senso lato, sono concetti in continuo movimento e, grazie a essa, anche le chimiche evolvono rapidamente. Ognuna, dopo gli studi e le ricerche opportune, potrà essere a sua volta declinata in altre varianti per migliorare una caratteristica a scapito di un’altra (ad esempio, per ottenere una densità energetica alta, magari a scapito della potenza o ciclo vita). Per questo motivo è importante rimanere aggiornati e, se inesperti, affidarsi a un produttore con esperienza che possa studiare e progettare la batteria secondo le esigenze specifiche dell’applicazione che si vuole elettrificare. La chimica non è però il solo elemento determinante nel definire le corrette prestazioni di una batteria al litio: i rendimenti delle batterie derivano anche da un altro elemento, il BMS. Un “Battery Management System” intelligente, infatti, è in grado di sfruttare al meglio le caratteristiche della chimica prescelta, garantendo performance uguali nel tempo tramite la gestione e il controllo di tutti i dispositivi che ruotano intorno alla batteria. ■
Fonte dell’articolo: https://www.flashbattery. tech/tipi-batterie-litio-quale-chimica-utilizzare/
Il mercato continua a godere di buona salute, pur scontando alcuni “freni” quali le difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, con il conseguente rialzo dei prezzi finali, il caro energia e le turbolenze geopolitiche internazionali. Uno scenario “caldo” e complesso in cui l’aftermarket si è dimostrato ancora una volta la carta vincente che ha permesso agli operatori di superare i punti di crisi. Ne parliamo con gli operatori del settore
Grazie al PNRR e agli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie la forte spinta nel settore delle costruzioni ha stimolato la necessità di acquistare macchine movimento terra. Allo stesso tempo gli incentivi del piano Industria 4.0, e in generale le agevolazioni che hanno interessato
l’Europa, hanno creato un giro d’affari importante per quello che riguarda l’immissione sul mercato di macchine nuove. Siamo quindi ancora in presenza di un mercato “frizzante”, con dati positivi influenzati dall’onda lunga del citato piano Industria 4.0. Allo stesso tempo, però, dal 2020 le imprese di costruzioni europee stanno subendo i ritardi nel-
la consegna dei macchinari nuovi, con tempi di attesa sempre più lunghi e una conseguente difficoltà nell’approvvigionamento di mezzi e attrezzature. Senza dubbio, nel settore delle macchine movimento terra continuano a sussistere problemi e ritardi nella consegna dei mezzi, causati dalla pandemia Covid-19, dalla scarsità di chip per
computer e dall’aumento del costo delle materie prime. La particolare situazione congiunturale, le turbolenze internazionali e le discontinuità nelle forniture stanno causando ritardi di consegne e un forte aumento dei prezzi. Il motivo principale dei ritardi nelle consegne è da ricercare nell’approvvigionamento di alcune componenti industriali necessa-
rie per costruire macchine di ultima generazione. L’impossibilità di rispettare i tempi di consegna pattuiti con le aziende a causa delle interruzioni nelle “supply chain”, che rendono difficile reperire materie prime e componenti, sono motivi indipendenti dalla volontà delle aziende fornitrici e fuori dal loro controllo. Sebbene molti produttori si siano
mossi tempestivamente per garantirsi l’approvvigionamento e abbiano messo in campo molte forze per cercare nuove strade la situazione non sembra essere destinata a risolversi in tempi brevi. Il ritardo della consegna anche di un solo componente ha effetti a cascata su tutta la filiera, dal produttore al distributore, fino al cliente finale.
Produttori e imprese stanno quindi prendendo in considerazione diverse modalità alternative per trovare i macchinari di cui hanno bisogno, quindi sia il settore del noleggio che il mercato dell’usato sono più popolari che mai. Torna la scelta tra “buy or rent”, in un’epoca storica che vede una sempre più forte spinta delle aziende a noleggiare le macchine necessarie per la produzione, invece che acquistarle. Nonostante gli incentivi quali il super ammortamento abbiano sensibilmente sostenuto la motivazione all’acquisto, l’antica concezione del possesso quale scelta obbliga-
ta, anche per ragioni di prestigio, viene sempre più spesso sostituita dall’opzione dell’utilizzo: grazie al noleggio gli imprenditori del settore possono utilizzare le macchine che di volta in volta meglio si adattano alle commesse incamerate, riducendo l’esposizione finanziaria che un mercato ancora singhiozzante renderebbe troppo onerosa.
La domanda di macchine a noleggio è in costante crescita. Il settore sta però attraversando alcune problematiche contingenti che rischiano di ridurre gli effetti di questo sviluppo del mercato. Uno di questi nodi è la carenza di macchine nuove e l’incremento dei costi dell’usato di quali-
tà. Molti noleggiatori, infatti, vorrebbero ampliare la propria flotta a noleggio per far fronte alle richieste in aumento dei loro clienti, ma non riescono a trovare una soluzione per pianificare l’ingrandimento del loro parco in linea con la domanda di noleggio espressa sul territorio. In questo contesto di mercato al comparto dell’aftermarket è richiesta una riorganizzazione per garantire consegne il più possibile puntuali e precise.
L’attività dei costruttori di macchine per l’edilizia è quindi fortemente condizionata dall’impennata dei costi di produzione
CHRISTIAN MAGGIONI REGIONAL BUSINESS LINE MANAGERPassare da un aftermarket “a chiamata” a uno “proattivo” è la strategia messa in campo da Epiroc, fornitore di attrezzature innovative e sicure come carri di perforazione, attrezzature per le costruzioni, la demolizione ed utensili per applicazioni di perforazione in superficie ed in sotterranea.
“ Se fino a ieri era il cliente che ci chiamava perché necessitava ricambi o un intervento di manutenzione ora avviene il contrario: siamo noi a contattarlo per calendarizzare manutenzioni quando necessarie, anticipare le problematiche e intervenire evitando imprevisti e fermi macchina”. Ciò è possibile grazie ad Hatcon, un dispositivo di monitoraggio remoto per demolitori e frese a tambu -
ro che tiene traccia della posizione e delle ore di funzionamento per migliorare l’efficienza e la sicurezza. La piattaforma basata su cloud “My Epiroc” fornisce notifiche sulla manutenzione, crea elenchi di attività e fornisce una panoramica completa dell’intera flotta. Tutti i dati vengono presentati in modo diretto per semplificare sia le attività quotidiane che le decisioni a lungo termine. Il sistema fornisce un nuovo livello di controllo: permette di sapere sempre dove sono gli utensili, cosa fanno, quando hanno bisogno di manutenzione, se un utensile viene utilizzato più degli altri, eccetera. Queste informazioni non solo contribuiscono a creare un flusso di lavoro più fluido con meno tempi di fermo macchina, ma possono anche essere fondamentali per raggiungere gli obiettivi aziendali. Hatcon è già disponibile di serie o come kit retrofit e da quest’anno è
diventato uno standard su tutte le macchine Epiroc. Il sistema è compatto, stabile e affidabile e consente di monitorare ogni singolo utensile e mantenere aggiornati i clienti. Le notifiche sulla manutenzione e gli avvisi sulle parti soggette a usura sono solo alcune delle caratteristiche che contribuiscono ad aumentare l’efficienza. Al momento della manutenzione Epiroc interviene con il suo personale dedicato al service o con le officine ufficiali dei dealer ufficiali, distribuiti in modo capillare in tutta Italia. “Con i dati disponibili da qualsiasi dispositivo, in qualsiasi momento e anche offline, tutti - dagli operatori ai responsabili della flotta - avranno una visione più completa e saranno in grado di prendere decisioni più intelligenti. Inoltre, poiché i dati sono condivisi anche con Epiroc, possiamo fornire un servizio migliore, ad esempio spedire parti soggette a usura in tempo per un arresto di manutenzione programmato. Per le flotte più grandi con logistica complessa la funzione GPS è una risorsa importante. Conoscere la posizione di ogni utensile è anche un ottimo supporto per il sistema antifurto dei clienti”, conclude Maggioni.
dovuta ai rincari delle materie prime e ai problemi nella “supply chain”. Ora alle pressioni inflazionistiche causate dalla ripresa della domanda post-pandemia e da fattori congiunturali speculativi si è aggiunta la guerra in Ucraina. Con ordini in continuo arrivo, difficoltà nel consegnare le macchine rispettando i tempi, catena del valore spesso compromessa. In questo scenario anche l’aftermarket si sta riorganizzando per garantire la consegna dei pezzi richiesti. Lo conferma Christian Randi, Parts Aftermarket Manager di Doosan: “Doosan risponde alla situazione attuale puntando sull’ottimizzazione delle risorse a sua a disposizione. Stiamo ampliando lo stock nel magazzino centrale in Germania. Allo stesso tempo stiamo lavorando a stretto contatto con i distributori per ottimizzare stock e magazzini e per avere sempre a disposizione i prodotti aftermarket - tipo ruote motrice e catene in gomma per escavatori, pale gommate e dumper articolati - cercando di ottimizzare il più possibile i nostri tempi di consegna. La variabile dei ritardi dei fornitori – che è un problema generale e riguarda tutto il mercato e i costruttori di macchine movimento terra – purtroppo è in contrasto con il bisogno di assistenza e con le richieste che ci arrivano anche in conseguenza dell’enorme volume di macchine nuove che abbiamo immesso sul mercato negli ultimi anni”. Per ridisegnare la propria catena del valore e riorganizzare forniture e distribuzione ci vuole tempo ma Doosan può già contare, oltre che sul magazzino tedesco, anche su un altro sito a Cardiff che serve tutto il Regno Unito, area che per l’azienda è il primo mercato europeo di riferimento. In Italia la rete si compone da 11 distributori dislocati sul territorio nazionale. Oltre a lavorare sull’ottimizzazione, il costruttore punta anche ad ampliare la gamma di prodotti aftermarket da proporre ai distributori: “Abbiamo iniziato con una serie di martelli demolitori, un prodotto assemblato in Asia dall’ottimo rapporto qualitàprezzo che ha avuto un ottimo riscontro di mercato in Europa. Basti pensare che nel 2022 in Italia, Spagna e Grecia ne abbiamo consegnate ben 255 unità”,
conferma Randi. “Ora l’obiettivo è ampliare ulteriormente le possibilità, partendo dall’ascolto dei clienti e dalla comprensione delle loro necessità specifiche. Stiamo lanciando nuovi optional e kit, come quello delle protezioni aggiuntive per le pale gommate, molto richiesto in alcuni settori, ad esempio da chi opera nelle discariche e nello smaltimento rifiuti. Cerchiamo di entrare nell’ottica dei distributori e di capire le necessità dei loro mercati, per offrire sempre più possibilità di configurazioni e allestimenti e dar loro le maggiori opportunità possibili”. Anche le applicazioni speciali fanno parte dell’aftermarket per Doosan: “Forniamo macchine non complete ad aziende terze che le utilizzano come base per applicazioni che esulano dallo scavo, come ad esempio le applicazioni ferroviarie. Siamo uno dei pochi costruttori che
si prestano a questo genere di business e riusciamo a garantire una discreta capacità produttiva da destinare a soluzioni di questo tipo”, spiega Randi.
L’azienda punta quindi a continuare a dare nuovi servizi e ad ampliare la propria presenza in tutto il mondo. A quest’ultimo scopo risulta di grande valore la partnership rafforzata nel 2022 con Geax. L’azienda di Montefano, in provincia di Macerata, è tra i costruttori leader di mercato nel settore delle perforatrici; il suo rapporto con Doosan è iniziato nel 2019 quando, a seguito della difficoltà dei fornitori abituali nella consegna dei mezzi da trasformare, ha iniziato la ricerca di un partner affidabile a livello globale. Un logico supporto pronto a essere al proprio fianco in qualsiasi Paese del mondo. Gli escavatori sono forniti da Doosan senza braccio per poter essere trasformati da Geax in una macchina perforatrice per pali da fondazione fino a 30 m di profondità e diametro fino a 1,5 m. L’altro valore aggiunto degli escavatori Doosan, elemento fondamentale per un costruttore come Geax, è il servizio di assistenza. La rete del costruttore coreano è infatti oggi estremamente capillare e in grado di intervenire per ogni necessità. Sia in caso di manutenzione ordinaria che straordinaria, che per riparazioni e garanzie. Allo stesso tempo, la sinergia con Geax consente a Doosan di rafforzare la presenza in alcuni mercati strategici, come quello americano.
Per quanto riguarda l’Italia riportiamo l’esperienza di Yanmar, azienda specializzata nella costruzione di escavatori (mini e midi), escavatori gommati, pale gommate e dumper e presente su tutto il territorio italiano attraverso i 38 concessionari. La filosofia aziendale è quella di comprendere le sfide che i clienti devono affrontare, superare le loro aspettative e “offrire l’eccellenza”.
Nel comparto aftermarket l’obiettivo di Yanmar è quello di garantire che ogni cliente in possesso di una macchina Yanmar abbia ricambi originali e assistenza “premium” disponibili in modo semplice e rapido, per assicurare manutenzioni e riparazioni che garantiscano la longevità della macchina e la massima tranquillità durante tutta la sua vita. Per fornire questo livello di servizio la presenza e la disponibi -
lità di un team aftermarket altamente qualificato è fondamentale, anche per creare e sviluppare relazioni solide e durature tra i concessionari e i clienti. Davide Agostini e Roberto Caruso, rispettivamente Parts Sales Manager e Field Service Manager dell’azienda, portano avanti questa missione supportati da tutti i dipartimenti interni di Yanmar (servizio clienti, assistenza tecnica, marketing, centro di formazio-
tale di 5.000 m2, ma ha potuto creare al contempo una filiale in Spagna, dotata di un proprio magazzino. Al suo interno i dipartimenti commerciale, produzione, qualità, ricerca e sviluppo collaborano strettamente per fornire consulenze e soluzioni dedicate.
SAMEP TOOLS è un’azienda di Rivoli (TO) a gestione familiare nata dalla passione per l’ingegneria meccanica. Oggi è una realtà presente sul mercato mondiale a cui hanno scelto di dare fiducia anche i più grandi nomi del settore. Focalizzata da 30 anni sulla demolizione, vanta un team di ingegneri e tecnici che conoscono profondamente l’evoluzione della tecnologia dei martelli demolitori idraulici: ciò le consente di offrire una gamma assortita che include anche i ricambi per i martelli di nuovissima generazione. Da sempre proiettata verso la crescita l’azienda ha scelto di investire nello sviluppo, nel personale qualificato, in macchinari e tecniche di produzione all’avanguardia e, non ultimo, in un magazzino che annovera oggi più di 5.000 item tra utensili e ricambi. Grazie alla crescente fiducia accordata dal mercato mondiale, SAMEP TOOLS non solo ha potuto ingrandire lo stabilimento produttivo, che conta oggi una superficie to-
Nel periodo di ripresa dalla pandemia di COVID-19, la SAMEP TOOLS è tornata alle regolari tempistiche di evasione degli ordini, riuscendo anche a migliorarle. Nello specifico, un prodotto disponibile a magazzino viene spedito il giorno stesso; viceversa, occorrono in media 8-10 giorni di lavorazione. Inoltre, per distinguersi nel mercato del ricambio adattabile, è stata installata all’interno dello stabilimento una cabina verniciatura dedicata al settore utensili, elemento che avvalora il lato estetico del marchio. La SAMEP TOOLS parla spagnolo in tutti i sensi. Ad oggi vanta un rapporto preferenziale con i paesi centro-sudamericani, dalla Repubblica Dominicana alla Colombia, dal Brasile al Perù e al
Cile che, a seguito della riapertura dei canali commerciali, negli ultimi due anni hanno trovato nell’azienda torinese una qualità insostituibile per le loro attività. La SAMEP è, infatti, il primo produttore europeo di utensili e ricambi che può essere considerato allo stesso livello dei brand originali. Viene usato, non casualmente, lo slogan ‘100% tested’: sta a significare che ogni singolo prodotto ha una propria scheda di qualità e un serial number
identificativo che ne garantisce i rigidi controlli in tutte le fasi del suo processo produttivo. Specialmente nel trattamento termico. Negli ultimi anni si sono consolidate le partnership con i trattamentisti che hanno concesso dei forni dedicati ai prodotti di SAMEP. Questo fatto ha comportato in primo luogo una maggiore qualità e durata, in secondo luogo una minore attesa del materiale trattato per le varie fasi del processo di lavorazione.
ne, eccetera). “La rete di concessionari Yanmar rappresenta il primo interlocutore per i clienti e gli operatori, rappresentando il marchio e mettendo a disposizione la loro esperienza per supportare tutte le loro attività. Per questa ragione Yanmar rinforza continuamente la sua presenza in Italia per soddisfare le esigenze e le abitudini di ogni concessionario e cliente, per guidarli nella scelta dei ricambi originali, per pianificare la manutenzione, per aiutarli a mantenere il giusto livello di stock e la giusta selezione di ricambi disponibili, per organizzare azioni promozionali e
campagne di marketing sulle reti social o giornate di Open House, con l’obiettivo di affermare la presenza sul mercato italiano. Forniamo anche soluzioni complete grazie a estensioni di garanzia e contratti di manutenzione, al fine di avere tutti i costi sotto controllo, nel pieno rispetto degli standard di qualità Yanmar, consentendo alle macchine di funzionare a lungo in condizioni ottimali. Questa conoscenza dettagliata delle esigenze dei concessionari e dei clienti genera in ultima analisi un elevato livello di soddisfazione e fedeltà dei clienti, favorendo uno sviluppo sostenibile e la presenza del marchio in Italia. Ci focalizziamo molto anche sulla formazione della nostra rete di concessionari, sia presso le loro sedi che nel nostro centro di formazione in Francia, in modo che essi abbiano sempre il migliore livello di competenza da offrire ai clienti e agli utilizzatori delle macchine, oltre
a una conoscenza completa degli ultimi sviluppi tecnologici e delle soluzioni Yanmar. La reattività e la competenza tecnica dei nostri concessionari sono la chiave del successo e della collaborazione continua in tutta Italia ”, spiegano Agostini e Caruso.
Fondata nel 1992, Trevi Benne costruisce attrezzature per macchine movimento terra oltre che linee per riciclaggio, demolizione e soluzioni per il segmento forestale. “Dal 1992 accompagniamo l’utilizzatore e il concessionario nella scelta di benne per escavatore e pala, standard, speciali e su misura, per ogni tipologia di impiego, dal cantiere all’industria estrattiva in cava e miniera, dal miniescavatore alla grande macchina operatrice, utilizzando i migliori materiali antiusura in commercio. Operiamo a livello internazionale, sia in Europa sia nei paesi extraeuropei, tanto che l’export conta per il 75% del nostro fatturato”. L’area produttiva è il centro nevralgico dell’intera attività dell’azienda veneta: taglio, saldatura, assemblaggio, collaudo e verniciatura avvengono nelle due sedi di Noventa Vicentina, dove trovano impiego più di 110 persone.
Il sito è stato recentemente protagonista di un ampliamento produttivo e commerciale da 3.000 m2 con 18 postazioni di lavoro e 1.000 m2 di magazzino. Nel 2022 Trevi Benne è entrata a far parte del gruppo tedesco Kinshofer: “Quest’acquisizione si traduce in prospettive di una migliore prosperità e nella possibilità di raggiungere nuovi mercati. A livello operativo l’azienda mantiene la sua autonomia a livello gestionale, nulla è cambiato nel rapporto con i clienti”. Neanche per ciò che concerne la gestione del post-vendita, che si basa su un software CRM (“Customer Relationship Management”), che consente di automatizzare e integrare tutte le attività rivolte al cliente e di avere in breve tempo tutte le informazioni relative al prodotto e allo storico del cliente, per fare quindi le considerazioni del caso, individuare anomalie e produrre statistiche. Ma come funziona? “Tutte le chiamate di servizio sono inserite all’interno di una specifica sessione del nostro gestionale CRM, dove partendo dal numero di matricola di ogni prodotto è identificata la tipologia di attrezzatura, la scheda produttiva con i riferimenti dei componenti sensibili (fornitore/lotto), il relativo ‘spare part’ comprensivo di eventuali customizzazioni e tutta la storicità dell’attrezzatura dalla messa in servizio. Grazie a questa informatizzazione sia la divisione tecnica che commerciale è in grado di identificare il prodotto. All’interno di questo modulo è descritta l’anomalia con la possibilità di allegare foto e altro materiale necessario per
la completa determinazione su quanto accaduto. Lo step successivo è la definizione delle azioni che possono essere di tipo immediato e, se necessario, sarà poi definita una successiva azione programmata a seguito di quanto emerge dopo la Failure Trouble Analysis. Emessa la BoM (Bill of Material/Distinta Materiali) per l’intervento si verifica la disponibilità a magazzino delle parti necessarie. La modalità d’intervento è definita principalmente in funzione della tipologia delle operazioni da eseguire e se la collocazione dell’attrezzatura in cantiere consente di operare in conformità alle norme di sicurezza e di reale fattibilità il rientro in sede è sempre l’ultima strada che percorriamo per non creare difficoltà operative al cliente. Per ultimo è quantificato economicamente l’intervento stabilendo le responsabilità. Questo step è fondamentale per stabilire se l’intervento è coperto da garanzia o se le riparazioni/modifiche sono da addebitare all’utilizzatore finale
o al nostro distributore. Con questa utility siamo in grado di registrare l’intera storicità degli interventi allo scopo di fare tutte le valutazioni necessarie per il miglioramento del prodotto”. E i ricambi? “Sui prodotti correnti il magazzino ricambi attinge dalla produzione, pertanto godono degli stessi standard qualitativi con una continua rotazione. Questo per offrire al cliente un servizio immediato e vantaggioso dal punto di vista economico. Sui prodotti di vecchia generazione i ricambi sono gestiti a stock in quantitativi minimi per i componenti d’usura e di lungo approvvigionamento, stabiliti sulla base delle richieste ricevute nel periodo precedente considerando anche la fisiologica sostituzione. Mediamente la disponibilità per gli articoli di normale usura è giornaliera, le richieste particolari riusciamo evaderle al massimo in quattrocinque giorni. Siamo in grado di offrire per i componenti di maggior costo il servizio di re-marketing ritirando il vecchio e fornendo un prodotto rigenerato conforme. Aspetto fondamentale è inoltre il nostro impegno a istruire i nostri distributori a gestire e approvvigionare un minimo di magazzino di componenti sensibili e di maggiore usura basato sulla loro esperienza, sulla storicità delle macchine vendute e sul numero delle attrezzature presenti nel proprio mercato. Per il futuro stiamo valutando la gestione e l’ordine dei ricambi attraverso un apposito portale predisponendo un’area riservata, accessibile con username e password, dove sarà possibile richiedere il materiale necessario secondo lo specifico esploso ricambi in esame”.
Il servizio aftersales di Trevi Benne è gestito all’interno della Divisione Tecnica allo scopo di rendere gli addetti costantemente informati sulle specifiche tecniche dei nuovi prodotti, ma al tempo stesso per trasmettere alla parte R & D le osservazioni segnalate dal campo. L’unione di queste risorse consente di mettere a disposizione del cliente/distributore delle informazioni razionali ed efficaci, per un miglioramento costante e continuo. In breve, la filosofia di Trevi Benne corre su due binari: servizio e innovazione, tra loro costantemente collegati. Tutte le richieste in
ingresso dal campo sono gestite dalla Divisione Commerciale che per esperienza e storicità è in grado di filtrare il tutto dando delle prime istruzioni, mettendo sempre per conoscenza il Service.
Successivamente, per maggiori dettagli, entra in campo l’addetto al Servizio Assistenza. L’obiettivo è quello di dare risposte in tempi brevi ai clienti.
“La tempestività nel dare risposte è fondamentale, non dimentichiamo che i nostri clienti sono imprese che hanno appalti, contratti in essere, scadenze e impegni da rispettare e la prontezza nel far loro un servizio fa quindi la differenza. In tempo reale, grazie all’esperienza e alle competenze del nostro staff, possiamo apportare migliorie alle attrezzature”.
Attrezzature che, nella filosofia di Trevi Benne, sono realizzate “su misura” per i clienti: “La flessibilità nella progettazio-
ne e nella realizzazione delle attrezzature
è la nostra forza, non proponiamo prodotti di serie e questo ci ha premiato sul mercato. Ci distinguiamo a livello mondiale anche per la fornitura di soluzioni per demolizione sopra le 30 t di peso, ma il rapporto e la relazione con il cliente è fondamentale”.
Infine, merita un approfondimento l’aspetto della formazione del personale tecnico: “ Mettiamo a disposizione un documento informatico, disponibile anche in versione cartacea, denominato ‘Shop Manual’, per ogni tipologia di prodotto, contenente i dati tecnici prestazionali, di funzionamento, le specifiche dei vari componenti, i programmi di manutenzione ordinaria (preventiva) e straordinaria per gli interventi di riparazione guidata dal ‘Trouble Shooting’. Per gli interventi di sostituzione dei com-
ponenti e revisione degli stessi c’è un appropriato capitolo, dove l’operatore è guidato in ogni passaggio mettendo in risalto i punti che necessitano precise prescrizioni (ad esempio: coppie di serraggio, attrezzature, chiavi speciali e altro). La documentazione è poi illustrata al personale incaricato programmando dei corsi d’istruzione supportati da prove pratiche in officina per approfondire ogni relativo aspetto. Le attività di formazione sono programmate periodicamente in funzione dei nuovi prodotti lanciati e in caso di aggiornamenti all’attuale produzione. Tutto ciò è svolto in azienda coinvolgendo il personale interno ed esterno suddiviso per Paese. Questo supporto viene anche svolto presso i nostri concessionari, dove partecipa anche personale incaricato dai clienti finali strutturati per eseguire interventi sulle attrezzature al proprio interno”. ■
sui mezzi e la disponibilità di cataloghi online e cartacei permettono di individuare con precisione tutti i ricambi indicati dal cliente. La convenzione con tutti i principali spedizionieri permette di valutare sempre, a seconda dei pesi e delle dimensioni, le condizioni più rapide e vantaggiose per ogni cliente.
MATTEO RIBOLINI RESPONSABILE IT DI RMC
RMC (Piacenza) è un affidabile punto di riferimento nel panorama del movimento terra per tutto ciò che concerne la ricambistica: sia originale che non. Con oltre 50.000 articoli tenuti correntemente a stock, RMC vanta un magazzino completamente computerizzato, capace di fornire entro 24 ore i ricambi in gran parte d’Europa. Inoltre, grazie ai rapporti con i principali costruttori italiani, sono oltre 300.000 gli articoli che possono essere inviati entro le 48 ore. L’esperienza accumulata
“Diamo al cliente la possibilità di scegliere tra ricambi originali e non, in entrambi i casi riceverà un prodotto della massima qualità, coperto da garanzia, e forniamo servizio di assistenza e post-vendita sul ricambio. Ad esempio, a volte per ottimizzare i costi si può optare per un pezzo non originale. La scelta dipende dal caso specifico, a
seconda dei costi, delle esigenze, del pezzo da cambiare, ognuno effettua la valutazione e il nostro staff tecnico è disponibile per consigliare al meglio. Il servizio al cliente è infatti il nostro punto di forza. Abbiamo una profonda conoscenza delle macchine, competenza tecnica e grande familiarità con i produttori e cataloghi. Diamo inoltre la possibilità di scelta tra tutte le principali marche sul mercato. Siamo concessionari per i brand Yanmar, Merlo e Hitachi, ma proponiamo tantissime altre marche, offrendo anche noleggio e servizio officina, nell’ottica di seguire il cliente a 360°”.
Lo scorso novembre Epiroc ha consegnato al gruppo trentino Miniera San Romedio un Boomer XE3C, impiegato per eseguire lo scavo di gallerie finalizzate alla creazione di celle ipogee di forma e dimensione adatte allo stoccaggio di mele e svariati altri prodotti. Un caso esemplare di conservazione in atmosfera controllata
Nei “meandri” della Miniera Rio Maggiore, in Trentino-Alto Adige, all’interno di cavità derivanti dall’attività estrattiva della roccia Dolomia, Melinda - consorzio della Val di Non fondato nel 1989 ben noto per la coltivazione e la vendita di mele - ha realizzato il primo e unico impianto al mondo per la frigo-conservazione di frutta in ambiente ipogeo (cioè sotto-
terra), in condizioni di atmosfera controllata. Si tratta di un vero e proprio frigorifero naturale sotterraneo, un sito che rispetta l’ambiente e mantiene intatta la qualità dei prodotti stoccati. Ma non dobbiamo immaginare grotte umide e buie e stretti cunicoli: quello di cui parliamo è un’affascinante cattedrale sotterranea costituita da ampie gallerie e celle in cui si incontrano tecnologia e natura. A circa 300 m sotto le radici dei meli, infatti, oggi si trova-
no oltre 30 celle ipogee che consentono di stivare oltre 30.000 t di questi frutti. Il risparmio energetico calcolato, rispetto alla conservazione epigea - cioè in superficie - è di circa 1,9 GW/h, che corrispondono all’energia elettrica utilizzata da 2.000 persone in un anno. La qualità delle mele conservate in sotterraneo - a una temperatura di 1°, con un’umidità relativa del 99% - è peraltro migliore di quelle conservate in superficie.
Conservazione sostenibile
La produzione di mele in Val di Non aumenta costantemente: questo non perché venga ampliata la superficie dedicata ai frutteti, ma perché il continuo miglioramento delle tecniche di coltivazione fa sì che se ne incrementi la produzione. Ma più mele ci sono, più spazio serve per stoccarle. Quale la soluzione per garantirne l’ottimale conservazione, quindi? La costruzione di nuovi magazzini, delle dimensioni equivalenti a decine di
campi da calcio, sarebbe stata un’opzione; nel 2013, invece, Melinda - in sinergia con Tassullo, marchio specializzato nel comparto dei materiali per l’edilizia e appartenente al Gruppo Miniera San Romedio - ha pensato a un’alternativa sostenibile: sfruttare le gallerie lasciate libere dall’attività estrattiva di quest’ultima che, tramite una continua attività di perforazione, ha scavato a oggi oltre 90.000 m3 di roccia, tutti già utilizzati per la produzione di materia-
li edili. Ognuna delle celle citate è lunga 25 m, alta 11 m e larga 12 m, in grado di contenere circa 1.000 t di mele. L’impermeabilità ai gas è garantita dalla struttura della roccia e da un sottile strato di spritz-beton, mentre la coibentazione termica è assicurata dall’ammasso roccioso che, una volta raffreddato fino a 5-7 m di profondità intorno alle celle, funge da isolante termico per le celle stesse, tutte dotate dei più moderni dispositivi tecnici e di sicurezza come, ad
esempio, gli assorbitori esterni di CO2 in eccesso rispetto al valore ideale per la conservazione e la composizione standard dell’aria interna. Questo metodo di conservazione contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente, grazie alla citata riduzione del consumo di energia (che comporta una diminuzione dell’immissione di CO₂ nell’atmosfera), al forte risparmio idrico conseguente alla possibilità di usare la geotermia per il raffreddamento dei compressori, all’eliminazione dei pannelli coibentanti in poliuretano espanso (il cui smaltimento genera forte inquinamento), alla tutela del paesaggio e del territorio agricolo (non occorre più costruire magazzini per lo stoccaggio in superficie) e all’ottimizzazione di una cavità mineraria esistente, altrimenti inutilizzata. Ciò che prima era
uno “scarto” del lavoro di scavo, dunque, oggi è uno spazio pronto a ospitare un’attività ad alto grado di sostenibilità. E non solo per la conservazione di frutta Melinda: qui dal 2021 è partito il progetto, previsto della durata di quattro anni, per lo stoccaggio del vino Trentodoc (nella miniera si trova principalmente Altemasi millesimato), mentre da aprile 2022 è iniziata la fase sperimentaleche terminerà nella primavera 2023 - relativa allo stoccaggio per la maturazione di forme di formaggio Trentingrana. Inoltre, è in corso lo studio di fattibilità e inquadramento economico per lo stoccaggio di centri d’elaborazione dati e per la realizzazione di bacini di acqua potabile. Il sito è talmente affascinante e suggestivo che “aprirà le sue porte” anche a visite turistiche guidate.
La Miniera Rio Maggiore è sempre asciutta, perché ci sono 80 ettari di Dolomia coperti da un cappello di marne (calcari marnosi) impermeabili. Dove questa finisce, invece, l’acqua attraversa lo strato e va ad alimentare la falda sottostante, costituita da acqua che sarebbe addirittura imbottigliabile per le caratteristiche oligominerali che presenta. Una faglia verso valle funge da barriera che ne impedisce il passaggio, facendo sì che la falda presente sotto la miniera resti a una quota più elevata che nel resto della valle: in tal modo l’azienda ha disponibilità d’acqua in grandi quantità e a piccola distanza verticale, utilizzata per il raffreddamento delle punte dei bracci delle macchine da perforazione qui utilizzate. La temperatura interna costante
IL CARRO DI PERFORAZIONE BOOMER XE3C CONSENTE DI AVANZARE RAPIDAMENTE
ANCHE NELLE CONDIZIONI ROCCIOSE PIÙ DIFFICILI. GRAZIE AL SISTEMA DI CONTROLLO RCS 5 (RIG CONTROL SYSTEM) È POSSIBILE GESTIRE LA PERFORAZIONE DI QUALSIASI TIPOLOGIA DI ROCCIA. UNA VOLTA DISEGNATO IN UFFICIO LO SCHEMA DI VOLATA, CIOÈ LA POSIZIONE DI OGNI SINGOLO FORO CON LA RELATIVA INCLINAZIONE E SEQUENZA, QUESTO VIENE “REGISTRATO” SULLA MACCHINA, LA QUALE ESEGUE LE OPERAZIONI DI SCAVO IMPOSTATE IN MODO TOTALMENTE AUTOMATICO. UN DISPOSITIVO DI SICUREZZA (VEDI LUCE ROSSA NELLA FOTO) DENOMINATO “DRILL STOP PROTECTION SYSTEM” DELIMITA L’AREA DI LAVORO LATERALMENTE, RILEVA EVENTUALI PRESENZE OLTRE QUESTO LIMITE CHE, SE OLTREPASSATO, BLOCCA TEMPORANEAMENTE LE FUNZIONI LA MACCHINA. LA GALLERIA IN CUI SI TROVAVA LA MACCHINA AL MOMENTO DELLA NOSTRA VISITA PRESENTAVA UN’ALTEZZA DI 8,5 M E UNA LARGHEZZA DI 12,5 M
è di 12°-13° e, a oggi, sono stati scavati circa 15 km di galleria. La coltivazione dell’area mineraria avviene mediante volate di esplosivo. L’avanzamento del fronte di scavo prevede la realizzazione in successione di precise fasi di lavoro: tracciamento volata, perforazione fori da mina, caricamento e brillamento volata, sfumo, disgaggio di sicurezza, smarino, disgaggio con martellone (eventuale), perforazione fori per bulloni di ancoraggio (eventuale), esecuzione spritz-beton (eventuale), posa bulloni di ancoraggio (eventuale) e posa centine (eventuale). La tecnica utilizzata nella volata è quella del “drill & blast” (circa 200 fori a esplosione, profondi circa 4,5 m), che permette un’elevata libertà di movimento, al contrario delle talpe utilizzate nelle gallerie stradali. Le detonazioni sono impostate con dei micro-ritardi per ciascun foro, in modo tale che le vibrazioni instaurate nella roccia si compensino anziché sommarsi per risonanza. Ciò fa sì che la roccia si distacchi nella direzione e nella quantità desiderata con una quantità contenuta di vibrazioni emesse. La tecnica del “drill & blast” permette inoltre di ottenere inerti di diversa pezzatura,
necessaria per la successiva lavorazione in frantoio e per l’ottenimento delle granulometrie desiderate (lo scavo con strumenti tipo talpe per gallerie stradali produce inerti quasi tutti uguali e più fini, che non si prestano alle strumentazioni e ai frantoi qui utilizzati). La forma (volta) del vuoto scavato è autoso-
stenente, per cui non servono rinforzi di alcun genere. In fase di post-esplosione avviene il disgaggio, che consiste in un controllo dei distacchi locali e in una successiva chiodatura come sicurezza per gli operatori sul fronte di cava (i chiodi restano nella roccia a perdere). Lo spritz-beton posato nei locali a uso
L’azienda Tassullo nasce nel 1909 come cooperativa di minatori, con l’intento di generare sul territorio delle opportunità di lavoro grazie ai giacimenti minerari di Scaglia Rossa Trentina (l’attuale sede aziendale sorge nel sedime della prima cava, risalente proprio al 1909). Il nome originario “Cooperativa Anaune Produzione Cementi Tassullo” nasceva proprio per sottolineare il collegamento con la località di Tassullo. Nel secondo Dopoguerra Tassullo si trasforma da cooperativa a società per azioni, grazie alla crescente domanda di prodotti per l’edilizia e alla ricostruzione post-bellica. L’azienda espande la propria attività, realizza nuovi forni per la cottura della calce idraulica naturale e acquisisce nuove cave. Negli anni Settanta viene acquistata anche la società “Anauniense Miniera San Romedio” e viene realizzato il primo impianto industriale di premiscelazione per la produzione di intonaci e malte per l’edilizia. Negli anni Duemila l’azienda investe in un progetto di indagine e ricerca e conferma le proprietà geologiche uniche del sito dove si trovava l’antica Miniera San Romedio, sotto alla quale si estende un banco di centinaia di ettari di Dolomia purissima. Inizia così l’estrazione in profondità di questa roccia incontaminata e l’azienda – che nel frattempo ha modificato la propria ragione sociale proprio in Minera San Romedio (mentre Tassullo indica il suo marchio “core business”) – si rende protagonista di un progetto di rigenerazione di questi spazi: l’estrazione della Dolomia viene infatti programmata in un’ottica di economia circolare e i vuoti minerari si trasformano in “magazzini sostenibili”.
IL CARRO DI PERFORAZIONE BOOMER
XE3C È DOTATO DI TRE BRACCI
A SEZIONE RETTANGOLARE BUT 45 L, A DOPPIA ROTAZIONE. LA LORO
STRUTTURA ASSICURA UN’ADEGUATA
RIGIDITÀ IN FASE DI POSIZIONAMENTO
E UN’ELEVATA CAPACITÀ PORTANTE
RISPETTO A ELEMENTI A SEZIONE
ROTONDA. LE SLITTE BMH 6816
QUI UTILIZZATE MONTANO ASTE
DI PERFORAZIONE DA 4,9 M DI
LUNGHEZZA, PER UNA PERFORAZIONE
UTILE DI 4,5 M. LA MACCHINA È DOTATA
DI UN MOTORE DEUTZ TCD 6.1 L06
STAGE V; OGNI BRACCIO DI UN MOTORE
ELETTRICO DA 75 KW
industriale non ha alcuno scopo statico ma serve solo a diminuire il livello di polvere in ambiente.
Qui si esegue mediamente una volata al giorno e scava circa 60.000100.000 m 3/anno di materiale, per un totale di 80 milioni disponibili nel sito. L’avanzamento medio giornaliero è circa di 4 m. Sul fronte di scavo viene effettuato meccanicamente un ricambio d’aria per il ricircolo delle polveri e dei gas di scarico delle macchine; nel resto della miniera invece esso è garantito da aperture che producono un “effetto camino”. Per ogni volata vengono utilizzati circa 350-500 kg di esplosivo.
La Dolomia è la roccia estratta nella Miniera Rio Maggiore, lo “scheletro portante” dei prodotti Tassullo. Questo è il materiale di cui sono fatte le Dolomiti e permette di raggiungere resistenze maggiori nei prodotti finiti, circa il 30% in più rispetto all’utilizzo di altri inerti calcarei. L’estrazione in ipogeo permette di ottnere un materiale asciutto e pulito, che non richiede lavorazioni prima della frantumazione (a differenza degli inerti di fiume che vanno lavati ed essiccati): questo vantaggio riduce l’impatto di energia complessivo richie-
sto per la lavorazione della materia prima rendendo quindi il processo meno energivoro. L’altro aspetto che abbatte l’incidenza di energia utilizzata è il riutilizzo dei vuoti minerari. La Dolomia è un doppio calcare con contenuto di magnesio (silicato) dall’elevata massa, >2.000 kg/m3; la materia prima estratta dalla miniera viene prima frantumata nel frantoio all’ingresso della galleria e poi in stabilimento, ottenendo la granulometria necessaria, per garantire un’omogeneità di ritiro al prodotto applicato.
LA CABINA FOPS DEL BOOMER XE3C È SOLLEVABILE IDRAULICAMENTE, PER OFFRIRE ALL’OPERATORE UNA MAGGIORE VISIBILITÀ SULL’AREA DI LAVORO. ALL’INTERNO LA CABINAADEGUATAMENTE PRESSURIZZATA E INSONORIZZATA - SI DISTINGUE PER LA RECENTE RIPROGETTAZIONE DI CUI È STATA OGGETTO, CHE HA COMPORTATO TRA LE ALTRE COSE LA SEMPLIFICAZIONE DEI COMANDI E L’INTRODUZIONE DI UN SEDILE OPERATORE ERGONOMICO
La forza di tre bracci
Abbiamo evidenziato le fasi di lavoro sul fronte di scavo, ma ovviamente non è meno importante parlare delle macchine che affrontano quotidianamente le varie operazioni di scavo e perforazione. Nella fattispecie, la protagonista assoluta è il carro da perforazione Boomer XE3C, progettata da Epiroc - così come tutte le versioni della serie E3 ed E4 (quest’ultima utilizzata essenzialmente nel mercato finlandese) - per realizzare scavi di medie e grandi dimensioni e gallerie con sezioni fino a 205 m². Questa macchina è utilizzata principalmente per interventi di tunnelling, infatti, essendo le sue dimensioni eccessive per le tradizionali sezioni minerarie. La Miniera Rio Maggiore, invece, è un caso straordinario per via della sua struttura fuori dal comune, e quindi si è optato per questo modello.
Ma iniziamo dal nome della macchina: la “X” indica che il Boomer, contrariamente alla versione “WE3C” che offre uno sviluppo della sezione di battuta più lar-
Quando il carro è in posizione e pronto per iniziare la perforazione è necessario stabilirne il posizionamento per poter perforare con precisione secondo il piano di digitale stabilito. La stazione totale - in questo caso una iCON iCR70 di Leica Geosystems - consente di definire con esattezza la posizione del carro di perforazione e dei relativi bracci con l’aiuto di misure e prismi automatizzati sul mezzo e in galleria, in base al sistema di coordinate della miniera. Ciò si traduce in un’elevata accuratezza e coerenza di perforazione, oltre che in un aumento della produttività e in un’adeguata ripetibilità. In pratica, un ispettore prepara il lavoro montando e misurando i prismi della miniera per determinarne la posizione; successivamente questi dati vengono inseriti nel sistema “Underground Manager” per essere trasferiti al carro di perforazione tramite USB o in modalità wireless tramite il software RRA (Rig Remote Access). Quando i dati di pianificazione sono stati importati il sistema di controllo RCS 5 dispone di informazioni sulla posizione esatta dei prismi. Poiché tutti i dati e le misurazioni sono stati eseguiti dal topografo nella fase precedente chiunque può eseguire questa delicata operazione: è sufficiente impostare la stazione totale in piano e premere “Naviga” sul touch-screen in cabina, il resto del processo è automatizzato e garantisce un enorme risparmio di tempo e, quindi, è garanzia di produttività.
go e basso, si distingue per uno sviluppo più stretto e alto (come qui richiesto) grazie all’impiego di una parte frontale (pantografo) - e della relativa modalità di apertura - differente dai modelli “W”. La lettera “E” significa invece che il mezzo è equipaggiato con tre bracci (da qui il numero “3”) modello BUT 45 L. La lettera “C”, infine, sta per “Computerizzato”. I bracci BUT 45 L citati presentano una sezione rettangolare (fino al 2007 le macchine Epiroc di questa gamma presentavano la medesima nomenclatura, ma al posto della “E” riportavano una “L”, che indicava l’allestimento con bracci BUT 35, simili a questi ma a sezione rotonda), introdotta per garantire una serie di benefici: innanzitutto una maggiore rigidità, quindi la garanzia di migliori performance in fase di posizionamento, con assenza di oscillazioni e relativi tempi morti; in secondo luogo per la loro maggiore capacità portante, superiore del 30% alla versione precedente (sulla slitta si possono installare dei componenti che altrimenti non sarebbe possibile prevedere, come ad esempio il caricatore aste automatico). Questa tipologia di braccio, poi, di distingue per un sistema di doppia rotazione, già adottato sulle macchine Epiroc precedenti, e per la capacità di eseguire rotazioni di ±190° parallelamente all’asse del tunnel e di ±135° perpendicolarmente (può dunque ruotare in due direzioni, su altrettanti piani, contemporaneamente): ciò significa che è possibile raggiungere in modo preciso ogni punto della galleria, sia esso frontale o radiale. Il Boomer XE3C è dotato del sistema elettronico di gestione e controllo RCS (Rig Control System), il vero e proprio
“cervello” della macchina, che ne gestisce tutti i parametri della perforazione e di tutto ciò che accade nel momento in cui essa viene posizionata. Il sistema, implementato sulle macchine Epiroc nel 1998, è giunto alla quinta generazione (la denominazione corretta è infatti RCS 5) e beneficia di svariate evoluzioni. Tra queste, la riprogettazione completa della cabina, pressurizzata e insonorizzata, caratterizzata dalla presenza di comandi “semplificati” nel loro utilizzo, dall’introduzione di un monitor “touch-screen” e di un unico joystick (nella versione precedente i joystick erano due, uno per movimentare il braccio e uno per eseguire le operazioni di perforazione). Ma torniamo al sistema RCS 5. Esso può garantire tre livelli di automazione: “Basic” (raramente utilizzato), con il quale l’operatore esegue tutte le operazioni in modo manuale, assistito dal computer; “Regular”, che prevede il posizionamento del braccio e della slitta in modo manuale da parte dell’operatore e una perforazione eseguita in modo automatico; “Total” (versione utilizza-
IL BOOMER XE3C PUÒ ESSERE DOTATO DI UN’AMPIA GAMMA DI FUNZIONI DI ASSISTENZA, IN GRADO DI AUMENTARE L’EFFICIENZA DELLA MACCHINA. LE OPZIONI INCLUDONO, COME IN QUESTO CASO, IL POSIZIONAMENTO AUTOMATICO DEL BRACCIO (ABC TOTAL) E IL SISTEMA AUTOMATICO DI MOVIMENTAZIONE DELLE ASTE (AUTO RHS E). IN CABINA L’OPERATORE PUÒ GESTIRE LA MACCHINA ATTRAVERSO DUE POSTAZIONI IDENTICHE (UNA STANDO SEDUTO, L’ALTRA IN PIEDI) E FUNGE DA “CONTROLLORE”, POICHÉ IL BOOMER OPERA IN COMPLETA AUTONOMIA
MINIERA
SAN ROMEDIO STA
UTILIZZANDO UN BOOMER XE3C DI EPIROC
NELLE OPERAZIONI DI SCAVO FINALIZZATE
ALLA REALIZZAZIONE
DI CELLE IPOGEE
DESTINATE
ALLO STOCCAGGIO DI SVARIATI PRODOTTI
ta nella Miniera Rio Maggiore), che prevede la totale automazione del processo. Ma come si svolge quest’ultimo? In pratica, in ufficio viene disegnato lo schema di volata, cioè la posizione di ogni singolo foro, con la loro relativa inclinazione; una volta stabiliti il piano di volata e la sequenza dei fori (ogni braccio ne avrà una da eseguire) si “caricano” le informazio-
ni sulla macchina che, semplicemente posizionandola sul fronte di scavo, esegue le varie operazioni in modo automatico. L’operatore in cabina funge da “controllore” e interviene solo in caso di necessità, variando ad esempio la sequenza di perforazione in corsa, se necessario. Modifica che la macchina salva automaticamente e mantiene in memoria per il proseguo dell’intervento. Ma non è finita, perché il Boomer è connesso in wifi grazie a un software denominato RRA (Rig Remote Access) che, tramite un router installato in cabina, trasmette i dati “dalla” e “alla” macchina: a quest’ultima viene inviato il piano di volata; dalla stessa vengono salvati e trasmessi tutti i dati di perforazione, che possono essere visualizzati ovunque ci si trovi (i tecnici Epiroc utilizzano ad esempio una app sul loro telefono in grado di visualizzare il display della macchina e, tramite un apposito accesso, sono in grado di gestire la perforazione direttamente dal cellulare). Per tutte queste ragioni, quindi, il Boomer XE3C rientra a pieno titolo nelle linee guida del Piano Nazionale Industria 4.0. ■
Un’importante impresa umbra si è distinta nella demolizione di una storica fabbrica di abbigliamento sportivo e nei successivi lavori propedeutici alla realizzazione di un nuovo polo commerciale e direzionale.
Gli scavi di sbancamento sono stati realizzati alla perfezione grazie all’utilizzo del sistema “machine control” per escavatore Topcon MC-Max
Il mondo delle costruzioni - e delle tecnologie a esso applicate - cambia quotidianamente. Coloro che prestano poca attenzione a questi cambiamenti e agli sviluppi correlati è destinato a subirne le conseguenze, in termi -
ni di concorrenzialità ed efficienza. Le macchine movimento terra dotate di comandi automatici garantiscono un alto livello di precisione e consentono un regolare trasferimento dei dati relativi al cantiere in cui esse operano. Per tale ragione costituiscono le fon -
damenta per un’esecuzione efficiente di un qualsivoglia progetto di costruzione. Ottimizzare l’utilizzo dei mezzi in base agli interventi da eseguire e alla loro ubicazione consente peraltro di limitare i costi senza compromettere la qualità del lavoro.
GIACOMO TROVATI (TROVATI SRL) CI
SPIEGA LE FUNZIONALITÀ E I VANTAGGI
APPORTATI DAL SISTEMA DI “MACHINE CONTROL” PER ESCAVATORE TOPCON MC-MAX APPLICATO ALL’ESCAVATORE CAT 323 “NEXT GEN”
Questa è una delle armi a disposizione delle imprese edili moderne per battere la concorrenza “sul campo”.
L’ha capito bene l’impresa di costruzioni umbra Trovati, alla quale è stata recentemente commissionata dalla Cagimm di Perugia la quasi totale demolizione (resterà intatto solo il centro
direzionale) dell’ex stabilimento produttivo locale della Ellesse di Ellera di Corciano, azienda creata nel 1959 da Leonardo Servadio (la denominazione sociale indica le iniziali del fondatore) e passata nel 1993 nelle mani degli inglesi di Pentland Group, proprietario di altri marchi come Lacoste, Speedo e Kickers. L’ha capito bene soprattutto nella fase relativa agli scavi di sbancamento succeduti alla demolizione e finalizzati alla realizzazione di un nuovo polo commerciale del gruppo Oasi. È qui che abbiamo incontrato Giacomo Trovati, che insieme al fratello Filippo si sta occupando dei molteplici interventi all’interno del sito e che per garantirne la perfezione e l’efficacia ha utilizzato il
nuovo sistema di “machine control” per escavatore Topcon MC-Max applicato a un Cat 323 “Next Gen”.
La parola ai protagonisti
“La nostra azienda - spiega Giacomo Trovati - svolge la sua attività dalla sede principale di Capanne (PG) e tramite due unità locali sempre in provincia di Perugia, a Fontignano e Osteria San Martino (Magione). Nella prima effettuiamo le attività di produzione e vendita di conglomerato bituminoso a caldo tramite un impianto Benninghoven TBA3000 operativo dal 2021; nella seconda ci occupiamo del trattamento e vendita di materiali inerti, oltre che del recupero e trattamento di materiali da costruzione
e demolizione; per il cantiere invece disponiamo di un impianto mobile per il riciclaggio a freddo Wirtgen KMA220, che permette di realizzare direttamente in situ miscele di qualsiasi genere tramite l’utilizzo di inerte vergine, granulato di fresato e leganti. Il nostro ufficio tecnico esegue lavori di progettazione, modifiche progettuali in corso d’opera, ope-
L’IMPRESA UMBRA TROVATI SI È OCCUPATA DELLA QUASI TOTALE DEMOLIZIONE DELL’EX STABILIMENTO PRODUTTIVO DELLA ELLESSE DI ELLERA DI CORCIANO E, SUCCESSIVAMENTE, DEGLI SCAVI DI SBANCAMENTO E DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE FINALIZZATI ALLA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO POLO COMMERCIALE DEL GRUPPO OASI
razioni topografiche ante e post-operam. Svolgiamo inoltre attività collaterali di ricerca nel campo dell’edilizia stradale e disponiamo di un laboratorio prove interno, in cui vengono quotidianamente eseguiti test sui materiali prodotti, e di uno mobile, per l’esecuzione di prove in situ. Per le nostre attività disponiamo di un ampio parco mezzi, tutti equipaggiati con accessori all’avanguardia. Ad esempio, utilizziamo la tecnologia GPS Machine Control sia per le macchine movimento terra che per i tracciamenti eseguiti da operatore”. In particolare, l’impresa Trovati utilizza strumentazioni GPS Machine Control di Topcon fin dal 2007, quando le utilizzò
applicate a un escavatore Cat 320C SVA e a un dozer Cat D6M, che avrebbero lavorato in RTK (Real Time Kinematic). L’anno successivo l’azienda portò avanti insieme all’Università degli studi di Perugia una sperimentazione con l’in-
tento di ricevere le correzioni in VRS (Virtual Reference Station), quindi senza installare la stazione base in cantiere, ma con l’ausilio delle stazioni permanenti della Regione Umbria. Conferma Giacomo Trovati: “I vantaggi del siste-
L’INSTALLAZIONE DEL SISTEMA DI ‘MACHINE CONTROL’ TOPCON MC-MAX
SULL’ESCAVATORE CAT 323 ‘NEXT GEN’ DELL’IMPRESA TROVATI È LA PRIMA
ma GPS Machine Control di Topcon sono stati da subito evidenti: eliminazione delle fasi di picchettamento preliminare, riduzione dei tempi di esecuzione e dei controlli in corso d’opera, maggiore precisione in ogni fase di lavoro e digitalizzazione del lavoro. Da lì in avanti abbiamo equipaggiato in questo modo sia tutti i mezzi movimento terra che quelli adibiti ai lavori stradali”.
L’ultimo acquisto in ordine di tempo da parte dell’impresa Trovati è stato un escavatore cingolato Cat 323 N equipaggiato con il sistema MC-Max di Topcon.
“
Ai soliti vantaggi della tecnologia GPS - spiega Trovati - in questo caso bisogna considerare quelli della piattafor-
ma Sitelink3D V2 associata al sistema, che permette di eseguire un controllo da remoto e di effettuare modifiche e integrazioni progettuali in tempo reale, favorendo al contempo una comunicazione immediata con macchina e operatore. Inoltre, qui sono utilizzabili altre importanti funzioni collegate alla geolocalizzazione e alla valutazione della produzione. Il primo utilizzo di questo escavatore così equipaggiato è stato proprio nel cantiere in oggetto, destinato alla realizzazione del polo commerciale che sta nascendo dalle ceneri della Ellesse, storica fabbrica di abbigliamento sportivo chiusa da oltre 25 anni e che da lungo tempo aspettava di essere riqualificata. Nella fattispecie il General Contractor ci ha affidato la demolizione del complesso, per un volume pari a 80.000 m3, la realizzazione degli scavi di sbancamento, per circa 50.000 m3, e di tutte le opere di urbanizzazione. Sulla base degli elaborati progettuali il nostro ufficio tecnico ha realizzato un DTM (Digital Terrain Model) di superficie da caricare nel pannello di controllo dell’escavatore, che permette di lavorare per strati con precisione centimetrica sia nelle fasi di scavo che in quelle di realizzazione delle fondazioni stradali. Così facendo l’operatore verifica costantemente e in tempo reale quote di scavo, allineamenti e pendenze ed è indipendente in ogni fase dell’intervento”.
L’impresa Trovati (www.trovatisrl.it) opera nel settore delle costruzioni stradali dal 1980, originariamente con la denominazione “Fratelli Trovati” di Lamberto e Valeriano Trovati. Oggi l’a zienda è condotta dalla seconda generazione della famiglia ed è specializzata nella realizzazione di grandi lavori stradali, opere di movimento terra, demolizioni, stabilizzazione e consolidamento di terreni e fondazioni stradali, opere di difesa idraulica, opere speciali in calcestruzzo armato e opere di urbanizzazione. Con sede a Capanne (PG), l’azienda svolge la sua attività anche attraverso due unità locali, sempre in provincia di Perugia, a Fontignano e Osteria San Martino (Magione), dove effettua produzione e vendita di conglomerato bituminoso a caldo, inerti vergini e riciclati. Inoltre, collabora con la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia per la formazione degli studenti presso le proprie unità operative e i cantieri stradali. Il parco mezzi comprende, tra gli altri, stabilizzatrici, frese e vibrofinitrici, escavatori, dozer e grader (tutti equipaggiati con componenti GPS Machine Control). Per il trattamento di materiali inerti in cantiere dispone di vagli e frantoi mobili e di un impianto di riciclaggio Wirtgen KMA220. L’attività operativa si concretizza tramite 40 dipendenti con vari livelli di specializzazione, tutti formati esternamente da organi competenti in tema di sicurezza sul lavoro. L’azienda possiede la certificazione SOA per otto categorie e ha acquisito negli anni le certificazioni ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001, ISO 37001, ISO 39001 e SA 8000.
La soluzione versatile Topcon ha progettato l’architettura MC-X per consentire la massima versatilità dei sistemi per dozer, grader e, in questo caso, per escavatori. La combinazione di tecnologie di comunicazione multiple, il supporto a numerosi sensori di elevazione, IMU (Intertial
Measurement Unit) e antenne GNSS rendono questa piattaforma una scelta efficace in svariate applicazioni. In particolare, il sistema MC-X sfrutta la modularità e funzionalità di facile utilizzo per aiutare gli utenti a ottenere di più dalle macchine con soluzioni “su misura” per il metodo di lavoro
Lo scorso anno il gruppo Topcon Positioning ha lanciato una nuova opzione per gli utenti di escavatori Caterpillar “Next Gen” per sfruttare la funzionalità di machine control Topcon 3D insieme alle caratteristiche Cat Assist. Come risultato della nuova compatibilità del sistema 3D per escavatore Topcon con sensori NGH installati in fabbrica da Caterpillar i clienti hanno già potuto giovarsi di un’installazione semplificata del sistema aftermarket di Topcon nei sistemi 2D per escavatori Cat esistenti, in coordinamento con Topcon e con i concessionari del marchio statunitense. Nell’occasione il vicepresidente esecutivo di Topcon ha dichiarato:: “Con l’aumento della pressione sulla produttività e la precisione e la richiesta di operatori di settore qualificati la soluzione è tempestiva. Il cliente può ora trarre vantaggio dall’uso combinato del sistema Topcon 3D Excavator e dalle funzioni Caterpillar Assist. Dopo aver familiarizzato con il sistema combinato l’operatore ha la possibilità di aumentare facilmente la propria produttività”. Il sistema Topcon è progettato per fornire in tempo reale - e in modo dinamico - la posizione della benna sullo schermo e le viste di progetto, con un livello di taglio più veloce e più preciso. L’operatore può creare, sterrare e controllare i progetti direttamente dalla cabina. Insieme all’automazione del braccio e della benna Caterpillar gli operatori possono svolgere un lavoro di qualità per tutto il giorno e con meno fatica.
IL CUORE DELLA PIATTAFORMA MC-X È L’UNITÀ DI CONTROLLO. QUESTA TECNOLOGIA È IN GRADO DI MIGLIORARE I FLUSSI DI LAVORO PER AUMENTARE LA PRODUTTIVITÀ E LA REDDITIVITÀ RIDUCENDO, AL TEMPO STESSO, RILAVORAZIONI E SPRECHI
individuato. Un approccio, questo, che riduce gli acquisti di apparecchiature non necessarie e offre un migliore ritorno sull’investimento. La piattaforma MC-X, oltre che flessibile, è anche potente e si adatta alle diverse applicazioni e tipologie di macchine, migliorando le prestazioni di livellamento e velocità. “ In termini pratici - spiega Giacomo Trovati - con un’esperienza software riprogettata e immersiva la piattaforma MC-X - e in particolare con il sistema MC-Max qui adottato - offre le stesse applicazioni ricche di funzioni come in precedenza ma con una struttura più semplice. È possibile controllarne il funzionamento grazie all’integrazione di servizi a bordo e basati su cloud, con una copertura che include i principali sistemi satellitari GNSS (GPS, GLONASS, Galileo e BeiDou). Inoltre, è possibile scegliere tra stazioni con basi locali e soluzioni di correzione basate su reti di stazioni di riferimento”.
La piattaforma MC-X fornisce componenti modulari, può realizzare un’operazione completa e creare visibilità tra processi e posizioni in molteplici campi d’applicazione. Come nel caso di Ellera di Corciano, soprattutto in scavi e spianamenti. “Ottenere tagli più precisi - conferma Trovati - significa evitare una doppia movimentazione
LA PIATTAFORMA MC-X SUPPORTA LA SERIE DI DISPLAY TOPCON GX. OLTRE A OFFRIRE AFFIDABILITÀ IN AMBIENTI ESTREMI, QUESTI POSSONO ESSERE SPOSTATI DA UNA MACCHINA ALL’ALTRA. LA PIATTAFORMA PREVEDE INOLTRE TABLET WIRELESS DA COLLEGARE ALL’ASTA CHE CONDIVIDONO IL FILE DI PROGETTO CARICATO IN CABINA PER CONTROLLO E VERIFICA
dei materiali, con evidenti risparmi in termini di riduzione dei tempi per fase, ore/uomo, tempi di viaggio e spese di carburante. Negli interventi di spianamento, poi, questa tecnologia sostituisce le supposizioni e il lavoro ‘a occhio’, con precisione e accuratezza. Con il sistema Sitelink3D già citato, poi, è possibile trasferire facilmente i file tra il nostro ufficio e la macchina e viceversa”.
Conclusioni
Molto spesso si è sentito dire, discutendo con gli attori impegnati in cantiere, che sarebbe utile se un escavatore fungesse anche da topografo, da operatore e da addetto al controllo del livellamento.
L’escavatore dotato di sistema “machi-
ne control” MC-Max può essere configurato per effettuare rilievi topografici con la benna, può lavorare in modalità automatica per seguire i progetti come un operatore esperto e controllare costantemente il livellamento, permettendo agli addetti ai controlli di stare al sicuro fuori dalla trincea e di dedicarsi ad altre attività. “Quando ci si occupa di complessi progetti di livellamento serve un’indicazione della profondità della benna rispetto all’inclinazione”, aggiunge Giacomo Trovati. “Certo, una soluzione 2D offre le indicazioni necessarie e la libertà di scavare a modo proprio, ma se serve conoscere con esattezza la quota e la posizione nel cantiere la modalità 3D automatica nel sistema MC-Max
permette di mantenere il livellamento e di seguire il file del progetto senza avere sovra o sotto-escavazioni”. Per fare un altro esempio: lo scavo di una trincea in un’autostrada offre spesso una condizione di ottima visibilità dei satelliti GNSS per le indicazioni planoaltimetriche; scavare in un parcheggio sottoterra richiede invece una stazione totale robotica per indicazioni sul controllo della macchina. Ecco che una soluzione come quella utilizzata a Ellera di Corciano offre versatilità nella scelta delle possibili opzioni di guida più consone alla situazione. L’escavatore equipaggiato con il MC-Max, infatti, permette di configurare le modalità più adatte alle esigenze giornaliere degli operatori. ■
La manifestazione in programma il prossimo marzo, già riconosciuta da tempo come la più grande fiera del Nord America, ha già venduto da molti mesi tutti gli spazi espositivi disponibili. Gli organizzatori della manifestazione di Las Vegas assicurano che l’edizione 2023 sarà la più grande della storia
di Liliana RebagliaL’aggiunta della nuova West Hall e del Diamond Lot al Las Vegas Convention Center ha offerto a noi e ai nostri espositori una serie di nuove opportunità per mostrare come stiamo portando l’industria delle costruzioni al livello successivo”: così ha dichiarato il direttore di CONEXPO-CON/AGG, Dana Wuesthoff, introducendo le particolarità e le aspettative di questa nuo-
va edizione della manifestazione statunitense. “Con oltre 2,8 milioni di metri quadrati di esposizione a disposizione i professionisti dei settori dell’edilizia e delle costruzioni potranno vedere molte più macchine e soluzioni rispetto al passato”. CONEXPO-CON/AGG, ora più estesa di quasi il 5% rispetto al record stabilito nel 2020, sarà caratterizzata dalla presenza di 1.800 espositori e di 150 sessioni di formazione durante il periodo che andrà dal 14 al 18 marzo 2023.
Nonostante quest’edizione di CONEXPO-CON/AGG sia stata annunciata come la più grande di sempre, le recenti aggiunte al Las Vegas Convention Center (LVCC) la renderanno anche la più agevole da girare. Sotto l’intero campus del LVCC corre il “Convention Center Loop”, un sistema di trasporto sotterraneo progettato da “The Boring Company” di Elon Musk che trasporta gratuitamente i partecipanti in tutta l’a-
rea in meno di due minuti a bordo di veicoli Tesla. “Siamo entusiasti di accogliere nuovamente il CONEXPO-CON/AGG a Las Vegas per un altro evento da record”, ha dichiarato Brian Yost, direttore operativo della Las Vegas Convention and Visitors Authority (LVCVA), che possiede e gestisce il LVCC. “L’aggiunta della West Hall e del ‘Convention Center Loop’ migliorerà ulteriormente l’esperienza ‘Only Vegas’ sia per i partecipanti che per gli espositori”.
Anche i professionisti del settore sono pronti per il ritorno a questa fiera: il ritmo di registrazione dei partecipanti registrato è stato quasi il doppio rispetto a quello verificatosi per l’edizione 2020.
“CONEXPO-CON/AGG è l’evento che i professionisti dell’edilizia e delle costruzioni - specialmente quelli che prendono decisioni a livello aziendale - non possono perdere”, ha affermato Phil Kelliher, presidente della fiera e vicepresidente
AGG 2023 è stata impostata per riservare la più grande attenzione alla sostenibilità da quando la fiera è iniziata nel 1948. “L’industria delle costruzioni e CONEXPO-CON/AGG si stanno evolvendo in molti modi per adattare e presentare tecnologie, prodotti e pratiche a sostegno di un mondo più sostenibile”,
ha dichiarato Dana Wuesthoff. “Ora più che mai i partecipanti alla fiera vedranno la sostenibilità al centro dell’attenzione, dalle attrezzature edili elettriche e a idrogeno ai materiali riciclabili, dalle opportunità di riduzione dei rifiuti ai cambiamenti che stiamo apportando per supportare meglio questa tematica”. Uno dei maggiori esempi di sostenibilità da parte di CONEXPO-CON/AGG è anche la partnership annunciata tra la fiera e la Fondazione Arbor Day, che porterà all’impiantamento di 130.000 alberi nelle foreste più bisognose. Gli espositori e i partecipanti di CONEXPO-CON/ AGG potranno contribuire ai fondi della Fondazione e coinvolgersi maggiormente nella missione di piantare e coltivare alberi in tutto il mondo. ■
• Organizzatore: AEM – Association of Equipment Manufacturers
• Luogo/data evento: LVCC (Las Vegas Convention Center), 14-18 marzo 2023
• Frequenza: triennale
• Espositori: 1.800
• Superficie espositiva: oltre 230.000 m2
• Settori merceologici: edilizia e costruzioni (movimento terra, sollevamento, macchine stradali, calcestruzzo, miniera, macchine per perforazione e fondazione, attrezzature e componenti)
Senior di Caterpillar. “Vedere le nuove attrezzature e tecniche su uno schermo non è paragonabile ad ammirarle di persona; al CONEXPO-CON/AGG per gli operatori del settore sarà possibile toccare con mano le macchine e le attrezzature, scoprire le nuove tecnologie applicate, interfacciarsi con i costruttori e capire realmente quanto queste soluzioni possano apportare alla loro attività”.
Un’edizione “sostenibile”
Considerate quanto le tecnologie nel settore delle costruzioni si sono evolute negli ultimi anni, CONEXPO-CON/
CASE ha annunciato il lancio della nuova gamma di escavatori gommati Serie E, composta da quattro modelli, ai quali se ne aggiungerà in futuro un quinto più grande. Le macchine rientrano nell’ambito di un accordo di fornitura esistente con il produttore sudcoreano Hyundai Construction Equipment. La gamma comprenderà i modelli tradizionali WX140E e WX160E, oltre ai compatti girosagoma, o “short radius”, WX155E SR e WX175E SR. A questi si aggiungerà, in una fase successiva, il tradizionale WX210E. Alcune delle caratteristiche distintive di questa serie di escavatori sono: il sistema idraulico Load Independent; il Flow Sharing di Bosch Rexroth (installato sui
la cabina operatore dotata del CASE Maximum View Monitor, che consente una visibilità a 360° con le immagini delle telecamere e un radar posteriore aggiuntivo; il Cruise Control per il massimo comfort, il controllo della marcia opzionale e i comandi a joystick; l’alimentazione con biodiesel, HVO e altri carburanti sintetici grazie ai motori diesel Cummins Stage V che non richiedono il ricircolo dei gas di scarico (EGR). Le specifiche sono personalizzabili. Per i nuovi escavatori gommati CASE Serie E saranno disponibili diversi layout del telaio inferiore, con diverse combinazioni di lame apripista anteriori e posteriori e di stabilizzatori anteriori e posteriori. L’equipaggiamento superiore comprenderà una scelta di bracci principali monoblocco o a triplice
Il Cruise Control di serie faciliterà gli spostamenti tra i cantieri, mentre
resa più efficiente dal controllo di dall’utilizzo dei comandi dello sterzo
gommati CASE sono alimentati da propulsori Cummins Stage V.
I quattro modelli più piccoli utilizzeranno un Cummins B4.5 da 129 kW, mentre il WX210E sarà dotato del più grande B6.7 da 145 kW. I motori sono dotati di un modulo di post-trattamento dei gas di scarico che incorpora un catalizzatore di ossidazione diesel (DOC), un sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR) e un filtro antiparticolato diesel (DPF). Non essendo necessario un complesso sistema di ricircolo dei gas di scarico (EGR) per soddisfare i requisiti della norma Stage V i costi di manutenzione sono molto ridotti. I motori sono in grado di funzionare con un’ampia gamma di carburanti, dal biodiesel B7 e B20 agli oli vegetali idrotrattati (HVO), ai carburanti paraffinici da gas a liquido (GTL), da carbone a liquidi (CTL) e da biomassa a liquido (BTL). I gommati dal WX140E al WX175E SR utilizzano tutti un sistema idraulico Load Independent Flow Sharing di Bosch Rexroth, che offre un controllo della macchina fluido e progressivo, migliorando al contempo il funzionamento multifunzionale di braccio, bilanciere e benna. Un compensatore di pressione è integrato nel sistema di controllo, per consentire la condivisione del flusso per le attività simultanee di traslazione e movimento del braccio. Il modello più grande WX210E sarà dotato di un impianto idraulico a centro aperto con controllo elettrico del flusso positivo prodotto da Kawasaki. Gli operatori possono inoltre usufruire di un freno di scavo automatico opzionale e di un controllo dell’oscillazione fine, per facilitare ulteriormente il controllo dei movimenti della macchina.
Un blocco di sicurezza automatico, simile al sistema presente sui modelli cingolati della Serie E di CASE, impedisce movimenti indesiderati della struttura superiore della macchina quando il sistema
di blocco viene rilasciato. La cabina è dotata di un piantone dello sterzo telescopico con due punti di inclinazione, per facilitare gli operatori di tutte le taglie nella ricerca della posizione di guida più confortevole. Il parabrezza è dotato di tergicristalli paralleli sia nella parte superiore che in quella inferiore, per ottenere una copertura più ampia possibile. Inoltre, le macchine possono essere fornite con una telecamera posteriore opzionale sul lato destro. Il CASE
360° Maximum View Monitor è offerto su richiesta, insieme al radar posteriore per la massima visibilità e sicurezza. Il monitor CASE
Maximum View utilizza quattro telecamere montate intorno alla macchina per ottenere una visione panoramica a 360°. L’allarme radar opzionale può essere impostato a cinque distanze dalla macchina, avvisando l’operatore di eventuali rischi di collisione sul retro o sui lati
dell’escavatore.
Le sei luci di lavoro a LED sono di serie e migliorano la visibilità in condizioni di scarsa illuminazione. Un monitor touchscreen da 8” consente di accedere a un sistema di configurazione a menù che permette di controllare tutte le funzioni della macchina. È disponibile uno schermo secondario per le telecamere.
L’operatore può selezionare all’interno dei menù del monitor fino a 10 impostazioni predefinite di portata e pressione idraulica ausiliaria. Ciò facilita l’interscambio di attrezzature idrauliche, con flussi idraulici adatti a ciascun attrezzo di lavoro. Il joystick destro è inoltre dotato di un interruttore per attivare il flusso ausiliario unidirezionale o bidirezionale.
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DALBobcat ha lanciato a livello europeo una nuova gamma di trattori compatti, che vanno a integrarsi nella linea di attrezzature per la manutenzione del suolo GME (Ground Maintenance Equipment) annunciata dall’azienda lo scorso ottobre. Sulla scia del successo riscosso nel mercato nordamericano, quindi, Bobcat mira a entrare tra i tre fornitori “top” di GME in Europa e a raddoppiare la crescita sul mercato globale entro il 2027. Insieme ai trattori compatti la gamma GME di Bobcat per la regione EMEA include falciatrici e attrezzature per il manto erboso, nonché le minipale cingolate e le pale articolate di piccole dimensioni. Daniele Paciotti, GME Product Line Director di Bobcat, commenta: “Bobcat offre tre piattaforme di trattori compatti, le serie 1000, 2000 e 4000, con nove modelli da 25 a 58 HP di potenza progettati per rispondere alle svariate esigenze dei clienti della regione EMEA. Le prime consegne di trattori compatti ai nostri concessionari sono previste
per questo mese di febbraio, inizialmente in Italia, Polonia, nel Regno Unito e nel Benelux, dove queste macchine hanno suscitato un grande interesse”. I trattori compatti Bobcat sono progettati per incrementare la produttività, la versatilità e l’affidabilità; a prescindere dall’applicazione, queste macchine consentono di portare a termine i lavori in modo efficiente grazie alla loro struttura robusta, al funzionamento fluido, alla configurazione flessibile e alla compatibilità con un’ampia gamma di accessori Bobcat. I nove trattori compatti Bobcat variano per dimensione e potenza e possono essere dotati, a scelta, di trasmissione manuale o idrostatica.
Inoltre, sono dotati dell’attacco a tre punti con controllo velocità di discesa del braccio posteriore, di barre telescopiche e di protezione ROPS o cabina. Tutti i modelli garantiscono il massimo comfort: aria condizionata (modelli con cabina), sedile a sospensione, sterzo regolabile, pedale collegato e comandi ergonomici intuitivi completano la dotazione. Offrono inoltre un’ampia scelta di soluzioni applicative “intelligenti” e possono essere equipaggiati con presa di forza anteriore, centrale e posteriore. Tra le caratteristiche ci sono la presa di forza indipendente, la presa di forza automatica, la velocità costante garantita dal sistema Cruise Control, al fine di garantire un’elevata produttività e disponibilità operativa. Il sistema Bob-Tach è di serie su tutte le versioni con l’opzione pala caricatrice frontale e permette di sostituire facilmente l’accessorio in base al lavoro da svolgere, garantendo la massima versatilità. I consumi sono ridotti al minimo grazie alla presa di forza Eco, mentre il pedale collegato garantisce prestazioni di guida ottimali grazie al propulsore a 3 cilindri. Ogni trattore è dotato di trazione integrale di serie, che i clienti possono inserire per usufruire di potenza e trazione adeguate anche nelle condizioni di lavoro più gravose. La filosofia progettuale e costruttiva di Bobcat è stata applicata anche in quest’occasione, per garantire l’omologazione, la certificazione, l’approvazione tecnica e la caratteristica Plug&Play di tutti gli accessori a montaggio anteriore, centrale o posteriore. La manutenzione quotidiana è semplice grazie al cofano del motore monoblocco. Per ogni trattore Bobcat offre una garanzia di 24 mesi/2.000 ore.
MTA, multinazionale che opera nel settore globale dell’automotive attraverso tre Business Unit –Elettrica, Elettronica ed Elettronica di Potenza – ha recentemente presentato MEC 97, la centralina elettrica modulare per applicazioni off-highway, oggi interfacciabile con un modulo CAN Bus plug-in. MEC 97 è una centralina “plug & play” progettata per l’installazione nel vano motore e realizzata con la logica di circuito stampato (PCB) e modalità di inserimento “press-fit”. Grazie a un design razionale e compatto la centralina consente l’integrazione di tutte le funzioni in un’unica unità e presenta un elevato livello di personalizzazione.
La presenza del modulo CAN Bus “plug-in” permette il collegamento di MEC 97 alla rete CAN del veicolo, caratteristica sempre più richiesta dagli OEM, rendendola un’unità “intelligente”. Attraverso tale rete, infatti, il modulo trasmette i comandi per pilotare i relè e generare le attuazioni necessarie, oltre a veicolare le informazioni diagnostiche. Il modulo CAN è programmabile grazie a MTA Studio, un tool software sviluppato dall’azienda che consente anche ai clienti meno esperti di personalizzare in modo semplice e
rapido tutti i quadri di bordo, display e centraline elettroniche proposti da MTA, sia “off-the-shelf” che “custom”.
Ciò rappresenta un grande vantaggio per
coloro che già utilizzano i prodotti dell’azienda, che possono così beneficiare delle migliori sinergie possibili.
Doosan ha lanciato sul mercato il nuovo miniescavatore DX85R-7 a ingombro di rotazione ridotto (RTS): questo modello da 8 t utilizza una nuova piattaforma con torretta migliorata, ancora più robusta. Rinnovata è anche la disposizione del cilindro per il brandeggio del braccio, che ora consente un angolo di brandeggio fino a 60°. La configurazione RTS e l’ampio angolo di brandeggio rendono il DX85R-7 ideale per il lavoro in spazi ristretti nelle applicazioni di costruzione, paesaggistica, servizi pubblici, noleggio, agricoltura, smaltimento e riciclo dei rifiuti. Il DX85R-7 ha una forza di scavo alla benna di 6,7 t e una forza di trazione di 6,6 t. La velocità di traslazione è di 2,9 km/h in marcia bassa e di 4,8 km/h in marcia alta. Allineato nell’aspetto al nuovo stile comune a tutti i nuovi miniescavatori Doosan da 2 a 10 t, il DX85R-7 monta un propulsore Stage V Doosan D24 da 48,5 kW a 2.100 giri/min e combina un’elevata potenza con una coppia elevata a basso numero di giri, oltre il 9% in più rispetto al precedente modello DX85R-3. Il DPF offre un intervallo per la pulizia delle ceneri pari a 5.000 ore, cioè il 25% più rispetto al DX85R-3. La porta della cabina (FOPS) è interamente finestrata per massimizzare la
visibilità dall’abitacolo anche su quel lato della macchina. Le quattro luci di lavoro a LED a grande luminosità di serie sulla cabina migliorano la visibilità. La sicurezza dell’operatore è rafforzata dalla telecamera posteriore in dotazione di serie e dal sistema opzionale AVM (Around View Monitoring) con ripresa a 360° e cinque diverse modalità di visualizzazione sul display (dall’alto; posteriore; dall’alto + destra; destra + angolo; e 3D). Il sistema HVAC potenziato offre un maggior numero di bocchette per dirigere il flusso di aria calda e fredda.
Il sistema di climatizzazione e l’audio DAB sono controllati tramite il touchscreen da 8”, mentre le immagini acquisite dalla telecamera posteriore sono visualizzabili sullo schermo. Il monitor mostra
anche l’impostazione della portata, regolabile tramite la rotella sul joystick con 10 diversi incrementi, grazie alla nuova valvola limitatrice di pressione elettroidraulica proporzionale EPPR per gli accessori rotanti o a due vie. Il DX85R-7 utilizza un nuovo distributore idraulico (MCV) che assicura prestazioni migliori e perdite interne di pressione inferiori rispetto a quello del DX85R-3.
Il nuovo distributore riduce gli sprechi di energia e le perdite di pressione di oltre il 40%, abbassando i costi operativi. La base del braccio è stata riposizionata, spostandola di 100 mm in avanti e di 50 mm in alto. Il DX85R-7 offre inoltre maggiore stabilità e potenza di sollevamento grazie a una serie di ulteriori modifiche, tra cui l’incremento di 127 mm della lunghezza dell’interasse (2.952 mm), il carro ridisegnato con un angolo di avvicinamento al suolo ribassato, un raggio di rotazione posteriore più ampio e rulli a doppia flangia e doppio profilo, sia per i cingoli in gomma che per quelli in acciaio. Il miniescavatore DX85R-7 è equipaggiato di serie con la versione più recente di DoosanCONNECT, il sistema di gestione telematica che raccoglie e sfrutta i dati generati dai sensori presenti sulla macchina.
Gli operatori di macchine movimento terra sostengono che per poter affrontare le loro continue sfide e le sempre maggiori difficoltà operative hanno bisogno di soluzioni in grado di offrire sicurezza, informazioni in tempo reale, possibilità di monitorare le macchine e la produttività, assistenza alla guida, massima efficienza, valore per il futuro e facilità di utilizzo, senza causare alcuna distrazione: Komatsu Europe si è fatta carico di queste richieste e ha lanciato il nuovo “SubMonitor” per pale gommate. Con l’obiettivo di semplificare le operazioni concentrando numerose funzioni in un solo dispositivo, il “SubMonitor” offre una nuova interfaccia che consente all’operatore di interagire con i sistemi di assistenza all’uso della macchina, tra cui il sistema “Load-Pilot” potenziato, un nuovo sistema di supervisione posteriore con telecamera ad
alta definizione e rilevamento radar degli ostacoli, oltre a un innovativo modulo “Efficiency Trainer” studiato per aumentare l’efficienza. L’ergonomico touchscreen da 12,1” è semplice e intuitivo da utilizzare, riducendo la confusione e le interruzioni del lavoro che caratterizzano i numerosi sottosistemi separati fin troppo diffusi al giorno d’oggi. Il “SubMonitor” di Komatsu è il punto di partenza per una nuova era in cui funzioni operative sempre più avanzate garantiranno controllo, comfort e sicurezza senza precedenti. Il collaudato sistema “Load-Pilot” di Komatsu per il controllo del carico è stato rinnovato in termini di funzionalità e controllabilità. Poiché tutti gli elementi importanti sono visualizzati sul monitor, è possibile eseguire la regolazione sullo schermo in modo semplice, con pochi click, senza perdersi nel menù della macchina.
La chiara rappresentazione di tutte le funzioni è assolutamente intuitiva. Dati di carico precisi e veloci grazie alla perfezionata funzione di auto pesatura, definizione del materiale a piacere e display indicante produttività ed efficienza per i diversi materiali consentono all’operatore di lavorare senza preoccupazioni. La nuova funzione “Efficiency Trainer” migliora le abilità dell’operatore durante il lavoro vero e proprio, aumentando le prestazioni e l’efficienza. Basato su un nuovo algoritmo di autoapprendimento, il sistema viene alimentato con nuovi dati e conoscenze ad ogni ciclo di carico. Il riferimento è dato dall’operatore, tenendo conto delle diverse condizioni operative, invece di essere determinato dalla macchina sulla base di dati fissi. La valutazione si basa su numerosi dati della macchina, valutati con un sistema a punti. Man mano che le prestazioni di carico migliorano, l’asticella di riferimento si alza. Se le prestazioni diminuiscono, vengono visualizzati i deficit sulla base di determinati criteri e suggerite migliorie. Le pale gommate devono invertire la marcia a ogni ciclo di carico. Non essendoci una vista diretta sul retro dalla cabina il monitoraggio dell’area posteriore è uno dei sistemi di sicurezza più elementari. Il nuovo sistema a telecamera digitale, combinato con la funzione di rilevamento radar degli ostacoli, fornisce un quadro completo della situazione dietro la macchina. Lo schermo ad alta risoluzione del “SubMonitor” mostra un’immagine nitida e chiara e la funzione di rilevamento ostacoli avvisa l’operatore dei rischi presenti nella zona posteriore con segnalazioni sonore e visive. Il “SubMonitor” è disponibile come attrezzatura opzionale per i modelli di pala gommata WA380 e WA500-8.
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