UNA STORIA CONTEMPORANEA CAPITOLO I
Stava rifacendo il letto e sistemava i cuscini, era una camera davvero bella, curata in ogni particolare. Era stata proprio lei ad ammobiliarla, era enorme, con un grande letto, con struttura in legno antico, dei drappi che appena si sporgevano dalla parte superiore dello stesso; una cassettiera antica con un grande specchio, che vi si poggiava al di sopra ed un armadio guardaroba, tutto in stile antico, perché a lei sembrava di recuperare così principi che a volte sembrano dimenticati, oltre che ritenere l’arredamento contemporaneo molto freddo, quasi indifferente. Lauren ebbe un sussulto, ripensando a quando la sua vita era iniziata in quella casa, un attico posto nella zona dei Parioli a Roma, ripensava alla cura che aveva dedicato nell’arredare da sé, non volendo affidarsi a persone “del mestiere”, gli arredatori, secondo lei, possono esprimere le loro idee, ma le emozioni sentite possono essere trasmesse solo in prima persona, cioè chi vuole comunicare deve non usare intermediari, così anche per il suo rifugio, dove vivere e condividere con marito e figli. Credeva che una casa dovesse dare calore e nulla più, che un parquet color mogano come pavimentazione e dei tendaggi color porpora e dorato, potessero raggiungere lo scopo. Un terrazzo molto ampio, con piante e numerosi fiori, secondo lei, avrebbero potuto rappresentare la storia di un amore e l’entusiasmo di questo incontro, oltre che dire tante cose dell’anima delle persone che vi abitavano. Ora lei e Claudio avevano un figlio di tre anni che frequentava la scuola materna, ma le maestre si lamentavano di lui:” E’ troppo timido, comunica poco ed è 1