Pontecagnano Faiano, 18 luglio 2014
Al Sindaco di Pontecagnano Faiano All’Assessore alle Politiche Ambientali All’Assessore alla Salute e Qualità della Vita Per conoscenza Ai Consiglieri Comunali Al Segretario Comunale
PONTECAGNANO FAIANO E IL BENE COMUNE “ACQUA” Egregio signor Sindaco, Egregi Assessori, L’acqua è un bene pubblico e non è negoziabile. Le sollecitazioni rivolte negli ultimi anni a codesta Amministrazione, al fine di modificare lo Statuto Comunale per affermare che l’acqua è un bene comune e che la sua gestione deve restare pubblica e libera dal lucro dei privati, non hanno ottenuto l’attenzione desiderata. Allo stesso tempo ci permettiamo ricordare che è responsabilità del Comune di Pontecagnano garantire ai cittadini che l’acqua sia sicura e, in subordine, assicurare adeguata comunicazione sulla sua qualità, Ciò presuppone la formalizzazione e l’implementazione di un piano di controllo, che rispetti quanto previsto dalla legge e che preveda rischi specifici, condiviso con gli altri Enti competenti (ARPAC, ASL) e la sistematica individuazione di eventuali azioni di miglioramento e correttive ove ci siano dubbi, inadempienze, dati mancanti non conformità. Ci permettiamo altresì evidenziare che, a nostro avviso, è indispensabile formalizzare un piano di comunicazione, indirizzato alla cittadinanza e realizzato con il supporto delle associazioni di volontariato presenti in comunità, che riguardi la qualità dell’acqua e il uso sicuro e consapevole nonché virtuoso. Riteniamo che l’ Amministrazione deve impegnarsi con azioni coerenti che la rendano protagonista: ad esempio promuovendo l’installazione/costruzione delle “case dell’acqua”. Le “case dell’acqua” rappresentano un’opportunità da cogliere. Grazie a progetti indirizzati al Settore Ambiente della Provincia di Salerno molti comuni a noi vicini hanno promosso l’utilizzo dell’acqua pubblica di qualità (ottenendo anche contributi economici dal citato Ente). Progetti che costituiscono un percorso educativo sotto il profilo ecologico, economico e sociale, in quanto il riutilizzo delle bottiglie dell’acqua permette di ridurre alla fonte la produzione di imballaggi e la riduzione della produzione del rifiuto di plastica, inoltre realizza una riduzione della spesa delle famiglie, derivante dall’acquisto di acque imbottigliate, infine permette di riavvicinare la cittadinanza all’acquedotto quale bene pubblico, oltre che luogo di centralità e di Incontro sociale, alternativo al centro commerciale. Il consumo dell’acqua potabile viene garantito dai continui controlli effettuati dalle aziende sanitarie locali in relazione agli standard di qualità e sicurezza, e l’addizione di anidride carbonica e la refrigerazione lo rendono anche più appetibile, sia in termini di gusto che economici, in quanto i costi di erogazione risultano contenuti. Come funzionano? Il cittadino si reca in questi luoghi appositi con i propri recipienti in vetro, li riempie in autonomia e li porta a casa. Si paga, ma il risparmio è assicurato rispetto all’acquisto delle bottiglie in plastica. L’acqua distribuita da queste particolari fontane è quella dell’acquedotto comunale, ma non è la stessa che esce dai rubinetti di casa, perché viene microfiltrata e sterilizzata con una lampada a raggi ultravioletti che distrugge il DNA dei batteri, mentre un filtro composito, poi, rende l’acqua priva di cloro e
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