Magazine Oltre

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C O P IA O M A G G IO

MARZO 2018 n.69

ECCELLENZE

ITALIANE

INTERVISTA

INTERVISTA

PIPPO CAN NILLO

GIUSE PPE TODI

carne: l’evoluzione della conoscenza

Maiora: una storia di successo e qualità INTERVISTA

INTERVISTA

RAFF AELE PETR ONI

TANTA CREATIVITà PER UNA DOLCE PASSIONE

RAFFA ELE PE TRUZZ ELLI IT’s time to change




Olio extra vergine MimĂŹ: a ogni piatto la sua cultivar.

Az. Agricola Donato Conserva C.da Gravinella, sn 70026 Modugno (BA)

www.oliomimi.com Olio MimĂŹ




ECCELLENZE

ITALIANE

MARZO 2018 02 - PIPPO CANNILLO

Maiora: Una storia di successo e di qualità

14 - RAFFAELE PETRONI

Tanta creatività per una dolce passione

28 - GIUSEPPE TODI

Carne: l’evoluzione della conoscenza

36 - RAFFAELE PETRUZZELLI It’s time to change

46 - ATELIER EMé

Inaugurazione

48 - OLTRE FOOD

Vittorio Cavaliere

56 - PAOLA PREZIOSA Haiticamente

58 - MIMMO CORMIO

Solo, intorno al mondo

60 - FABIO ROMANO

Società di capitali a ristretta base proprietaria e presunzione di distribuzione degli utili

62 - NICOLA PUGLIESE N.I.D.I. 2018

64 - Paolo D’ambra

Sostegno alle famiglie: quale priorità?

66 - gaia marchese

La focaccia barese

68 - IL LIBRO DEL MESE

#raccontateanchevoi Un gelato, un orologio che cambia colore, un giovanissimo manager e un progetto di eccellenza nel mondo della carne. In questo numero di OLTRE, che strizza l’occhio alla primavera, vi parliamo di rinascita e di cambiamento. Quando rinascere vuol anche dire reinventarsi, modificare il proprio punto d’arrivo strada facendo. Le nostre storie in fondo sono questo. L’avventura di uomini e donne illuminati che hanno un’idea, la sposano e portano a compimento nonostante gli ostacoli che si frappongono. Come un romanzo epico, o come il più classico degli intrecci cinematografici. Allora anche questo mese, pronti a godervi il nostro film… Scriveteci, raccontateci cosa ne pensate… Fateci sapere se le storie che vi raccontiamo vi emozionano, se vi identificate, se vi appassionano… seguiteci sui nostri social o inviateci una mail… siamo curiosi di sapere cosa ne pensate voi lettori, che mese per mese ci seguite con un affetto che ogni volta ci sorprende e ci rende orgogliosi! Tommi Guerrieri tommi.guerrieri@gmail.com

Books: Una storia nera di Antonella Lattanzi

70 - MAMAMU

Scoprire e comprendere il ondo attraverso l’arte: apre il museo dei bambini a Trani

oltre - rivista iscritta nel registro dei giornali mensili del tribunale

di Trani n.8/12 del 13/02/2012 editore Gio Group direttore responsabile Tommi Guerrieri progetto grafico e impaginazione OnibuR Communication & ADV fotografia Stefania Pastore stampa Grafiche Deste – Capurso (BA) tiratura 5000 copie

LISTEN ON

collaboratori Paolo D’ambra, Nicola Pugliese, Fabio Romano, Mimmo Cormio,

Gaia Marchese, Paola Preziosa, Vittorio Cavaliere, Irene Cristallo. contatti Commerciale 3491149247 / Distribuzione 3204088892 / Redazione 3489357822 giogroupoltre@libero.it Le collaborazioni sono a titolo gratuito. La riproduzione anche parziale di immagini e contenuti è vietata.

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PH Rino Gorgoglione ANDRIA (BT)

INTERVISTA

PI PPO CAN NILLO MAIORA: UNA STORIA DI SUCCESSO E DI QUALITÃ di Tommi Guerrieri

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CORATO

PIPPO CANNILLO

MAIORA: UNA STORIA DI SUCCESSO E DI QUALITà

PI PPO CAN NILLO

Fatturati in crescita, nuove assunzioni e tanti progetti in cantiere. Questa è la storia di un giovane imprenditore, Pippo Cannillo. Una storia di successo, innovazione, formazione e qualità. Prosegue l’espansione dell’azienda coratina nel Centro-Sud. Abruzzo e Molise la nuova frontiera. Volano i cash&carry.

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P

ippo Cannillo, presidente e amministratore delegato di Maiora Srl, trentotto anni questo mese, una laurea in economia alla Bocconi, giovane manager del gruppo nato nel 2012 dalla fusione tra la Cannillo Srl e la Ipa Sud Spa della famiglia Peschechera. Un incarico impegnativo? Operiamo in un settore in continua evoluzione e in cui la concorrenza è fortissima. Riuscire a soddisfare le richieste dei clienti, riuscire a fidelizzarli al proprio marchio è fondamentale. Chi si ferma è perduto. I numeri della concessionaria del marchio Despar nel Mezzogiorno crescono di anno in anno. Abbiamo chiuso il 2017 abbattendo, per la prima volta, il muro degli ottocento milioni di euro di fatturato alle casse, cifra che sarà superata a fine 2018.

Dalle ultime proiezioni è emerso che il fatturato, già in crescita nel primo semestre rispetto a un anno fa, aumenterà ancora. I cash&carry in particolare stanno andando fortissimo con un incremento previsto del 22,4%. E bisogna considerare che il nostro quinto punto vendita, quello di Crotone, è attivo da pochi mesi. Risultati confortanti che continuano a rappresentare un punto di partenza e non un punto d’arrivo… La strada da fare è ancora tanta: l’azienda mira a diventare leader nella grande distribuzione organizzata nel Centro-Sud e per farlo deve ulteriormente accrescere le sue quote di mercato. La logica conseguenza è l’apertura di nuovi punti vendita con il marchio dell’abete. Ne sono stati aperti trentuno negli ultimi nove mesi, di cui quattro a gestione diretta a Trani, Canosa, Pescara e alla stazione di Bari.

Un ampio programma di sviluppo porterà tanta altre insegne in franchising ad essere illuminate entro la fine dell’anno mentre ad aprile 2018 sarà pronto un Interspar a Terlizzi. Una struttura realizzata, come già fatto per i punti di vendita aperti a Trani e Giovinazzo, riqualificando un’area precedentemente abbandonata all’incuria e al degrado. Un test pilota nel quale Maiora ripone grande attenzione e fiducia. Per la prima volta in Puglia è stata creata un’area ristoro interna al punto vendita dove i clienti potranno acquistare e consumare varie pietanze. La struttura del centro commerciale è particolare anche dal punto di vista architettonico ed è stata realizzata utilizzando materiale innovativo nel rispetto della tradizione locale. All’interno del supermercato sarà dato ampio risalto ai prodotti salutistici. L’investimento complessivo ammonta a circa cinque milioni di euro e prevede una quarantina di nuove assunzioni. SEGUE> 05


I piani di espansione per il nuovo anno sono già partiti… Sarà riservata grande attenzione non solo alla Puglia, terra d’origine delle famiglie Cannillo e Peschechera, ma anche e soprattutto ad Abruzzo e Molise, considerate la nuova frontiera. In Abruzzo il marchio Despar mancava da diciassette anni. Al punto vendita ad insegna Eurospar aperto nel centro di Pescara, dovrebbero a breve affiancarsene un altro paio nell’hinterland della città abruzzese. Lo stesso avverrà in Molise. Contestualmente, oltre a queste aperture, ci sono piani di sviluppo anche per quanto riguarda l’insegna Altasfera. Nuove aperture, assunzioni, progetti innovativi che comportano investimenti importanti. Un rischio in un periodo in cui l’economia italiana cresce più lentamente rispetto agli altri paesi dell’Eurozona? La grande distribuzione organizzata oltre a dover far fronte alla contrazione dei consumi a causa della crisi economica, soprattutto nella vendita di prodotti non alimentari, ha dovuto fronteggiare anche la crescita dei discount e dell’e-commerce. La chiave per venirne fuori è lavorare in sinergia oltre che con i propri dipendenti anche con le istituzioni locali. 06

Avete scelto di puntare molto sulla formazione per poter contare su un team di lavoro altamente qualificato. Vengo da un percorso in cui ho imparato che dove c’è crisi c’è opportunità. E di opportunità la nostra terra ne offre tante, a patto di riuscire ad individuarle. Tra dipendenti e affiliati, in aggiunta ai corsi di sicurezza alimentare e sicurezza sul lavoro obbligatori per legge, sono stati erogati corsi per cinquecento persone e che riguardano più profili, sia per chi svolge lavoro d’ufficio sia per chi opera direttamente nei punti vendita. Nel 2017 per la formazione dei nostri dipendenti abbiamo speso più di un milione di euro. Ma è un prezzo che siamo disposti a pagare visto che ci permette di ottenere un vantaggio in termini di competitività. Dipendenti migliori ci aiutano a prendere decisioni migliori. Le lezioni si sono tenute nella sede centrale di Corato e nelle altre sedi regionali. L’obiettivo è permettere ai partecipanti di fare proprie anche le cosiddette competenze trasversali oltre a competenze linguistiche e informatiche necessarie per il corretto utilizzo dei nuovi mezzi digitali.

Personale qualificato e motivato che possa anticipare per tempo i cambiamenti in atto nel mondo degli alimentari. Non è un mistero che gli italiani siano sempre più attenti a ciò che mangiano. Per quanto riguarda la grande distribuzione organizzata la vendita di prodotti Bio è aumentata del 16% e ha raggiunto un volume d’affari superiore al miliardo di euro. E’ aumentata anche la vendita di prodotti integrali, vegani e la serie di prodotti senza glutine, senza lattosio. Fare previsioni sta diventando un compito arduo. C’è una rinnovata sensibilità sulle tematiche ambientali che coinvolgono direttamente il settore alimentare e il mercato è sempre più segmentato. Ciò che prima era di nicchia ora non lo è più. Per questo cerchiamo di avere un rapporto molto stretto con il territorio, con i clienti e con i fornitori. SEGUE>



I controlli sono costanti lungo tutta la filiera? Se un prodotto non risponde a determinati requisiti, sia in termini di qualità che di sostenibilità, viene subito eliminato dall’assortimento. L’azienda vuole farsi essa stessa promotrice di uno stile di vita sano ed equilibrato. Il punto vendita, la disposizione stessa dei vari assortimenti, cambia per cercare di offrire a un consumatore sempre più informato, e quindi sempre più esigente, ciò di cui ha veramente bisogno. In termini concreti il consorzio Despar Italia, di cui fa parte Maiora, ha lanciato la Linea Despar Premium che fornisce prodotti della tradizione enogastronomica italiana rigorosamente certificati e in aggiunta il contenitore Despar Natural per offrire un concreto aiuto al consumatore nella scelta di determinate categorie di alimenti, con un paniere di oltre duecento referenze. I cambiamenti più importanti nelle tecniche di vendita hanno riguardato il reparto ortofrutta, quello che da sempre è il nostro principale punto di forza. D’altronde lo slogan di Despar è passione per i freschi. Se non ci riusciamo noi… Tommi Guerrieri

(Un ringraziamento all’Ufficio stampa & comunicazione Maiora – Grazia de Gennaro e a Domenico Piccione) 08



Pippo Cannillo Maiora: a story of success and quality Pippo Cannillo, president and CEO of Maiora Srl, 38 years this month, graduated in Economics at Bocconi. Young manager of the group born in 2012 from the fusion between Cannillo Srl and Ipa Sud Spa, owned by the family Peschechera. A challenging role? We work in a constantly evolving sector where the competition is very strong. Succeeding to satisfy the clients’ requests, retaining them to your brand is fundamental. Who hesitates is lost. The numbers of the dealership of the brand Despar in the South are growing year by year. We closed the year 2017 breaking down, for the first time, the wall of the 800 million of euros at the cashes, even more at the end of 2018. From the last forecasts it came out that the sales, grown in the first semester compared to a year ago, will keep growing. In particular, the cash&carry are doing well with a predicted incremental of 22,4%. And we need to consider that our fifth sales point, in Crotone, is active since few months. Reassuring results that keep representing a starting point instead of an arrival one… The road is still long: the company aims to become leader in the big organized distribution in the Central-South and to do it, it has to increase its market share. The logic consequence is opening new sales points with the fir brand. In the last 9 months, 31 shops have been opened, 4 of them are directly managed in Trani, Canosa, Pescara and in the train station of Bari. A wide developing program will lead several other franchising signs to be lit by the end of the year and in April 2018 an Interspar in Terlizzi will be ready. A structure that has been realized, as well as in Trani and Giovinazzo, requalifying an area that was previously abandoned to neglect and degradation. A pilot test where Maiora is putting great attention and trust. For the first time in Puglia, it has been created a catering area inside the sales point where the customers can buy and consume the meals.

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The structure of the mall is particular also from the architectural point of view and it has been realized using innovative materials respecting the local tradition. In the supermarket the focus will be on the health product. The total investment is about 5 million euros and it implies 40 new hires.

The expansion plans for the new year already started… The attention will be not just on Puglia, land of origin of the families Cannillo and Peschechera, but also and above all on Abruzzo and Molise, considered as the new frontier. The brand Despar was missing in the last 17 years in Abruzzo. Next to the Eurospar, opened in the center of Pescara, soon there will be others in the hinterland of the city. The same will happen in Molise. At the same time, there are developing plans also for the sign Altasfera. New openings, hires, innovative projects that imply important investments. Is it a risk in a period in which the Italian economic growth is lower than in other countries of the Eurozone? The big organized distribution, in addition to the reduction of the consumption due to the economic crisis, above all in not-alimentary products, had to face also the growth of discounts and e-commerce. The key to overcome all of this is working in synergy with the local institutions, beyond the employees. You decided to invest on the training to be able to rely on a high-qualified working team. I come from an experience where I learnt that where there’s crisis there is opportunity. And our land offers a lot of opportunities, if you are able to identify them. In addition to the food and job security courses, mandatory by law, courses were provided for 500 people with different profiles, both for back and front office jobs. It is a price we are ready to pay since it gives us an advantage in terms of competition.

Better employees help us to take better decisions. The lectures were taken in the headquarter in Corato and in the other regional sites. The goal is to allow the employees to gain also transversal skills, besides linguistic and informatic skills, necessary to the correct use of new digital means. A qualified and motivated staff able to anticipate the changes in the food sector. It is not a mystery that Italians pay always more attention to what they eat. Regarding the great organized distribution, the sale of bio products increased of 16% and reached a business volume bigger than 1 billion of euros. The sale of whole, vegan, gluten and milk free products increased too. It is becoming difficult to make forecasts. There is a new sensibility to the environmental topics that directly involve the food sector and the market is more and more segmented. What previously was a niche, it is not anymore. For this reason, we try to have a close relationship with the territory, with the clients and the suppliers. The controls are constant along all the production chain? If a product does not answer to certain standards, both in quality and sustainability terms, is immediately removed from our selection. The company wants to be in first place promoter of a healthy and balanced lifestyle. The sales point, the position of the various assortments, changes to offer to an always more informed and exigent customer, what he really needs. Concretely, Despar Italia, to whom Maiora belongs, launched the line Despar Premium. It furnishes products of the Italian gastronomic tradition, certified and in addition to the Despar Natural container, to offer a concrete help to the customer in the choice of certain food categories, with a range made of more than 200 references. The most important changes in the sales technics were referred to the fruit and vegetables area, that has always represented our strength. In fact, the Despar’s slogan is “passion for the freshes”…

Traduzione inglese a cura di Irene Cristallo





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PH Rino Gorgoglione ANDRIA (BT)

INTERVISTA

RAFF AELE PETR ONI TANTA CREATIVITÃ PER UNA DOLCE PASSIONE di Tommi Guerrieri

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San Ferdinando di Puglia

RAFFAELE PETRONI

TANTA CREATIVITà PER UNA DOLCE PASSIONE

RAFF AELE PETR 16

Coperture croccanti a base di cioccolato croccante al pistacchio, alla nocciola, al caffè… Panettone a lievitazione naturale, con il lievito madre che ha bisogno di essere coltivato, di essere mantenuto vivo… L’attività produttiva della famiglia Petroni è iniziata nel 1982 e da 30 anni con Geladis si è specializzata nel settore della gelateria e pasticceria. L’azienda ha una grande storia ricca di successi e novità nel mondo ed è presente in ogni continente. Oggi è una delle aziende produttrici più complete. “I nostri ingredienti sono il risultato di anni di ricerche, innovazione e lavoro intenso motivato dalla passione nel fornire solo la più alta qualità ai nostri clienti. Gli ingredienti devono servire e ispirare la creatività dei consumatori, come la possibilità di combinare nuovi prodotti e nuovi sapori fino al limite dell’immaginazione. Utilizziamo solo ingredienti selezionati ottenuti da risorse garantite. Il nostro scopo è quello di non compromettere gli standard relativi alla qualità e sicurezza, offrendo una garanzia dalle materie prime al confezionamento dei prodotti finiti. Nel corso degli anni, i nostri prodotti hanno dato prova di soddisfare e valorizzare ogni situazione basandosi sulle tradizionali conoscenze acquisite e concentrandosi sulle nuove innovazioni”.


C

ome siete partiti? Noi veniamo dal mondo dall’olio… Delle mandorle. Tutti prodotti del suolo. Io ho iniziato veramente giovanissimo questo percorso di lavoro… siamo quattro fratelli e io, essendo il più grande, ho dovuto iniziare molto presto a lavorare e ad assumermi la responsabilità del lavoro, perché papà a un certo momento ha avuto dei problemi di salute… abbiamo iniziato a portare avanti il frantoio oleario, che è stato il nostro mondo per circa cento anni. Mia figlia adesso è la quinta generazione… E poi cos’è successo? Io trent’anni fa ho trasgredito. Ho abbandonato il mondo di olio e mandorla per cambiare strada… e man mano anche gli altri fratelli mi hanno seguito, al punto che oggi, abbiamo il frantoio solo per simbolo, se così si può dire… ogni lavoro ha bisogno di dedizione, non può essere solo un hobby. Per questo io sono concentrato su ciò che faccio adesso… Che però ha un legame con il mondo delle mandorle? Sì, perché gli attuali clienti della Geladis erano clienti della produzione di mandorle… e’ stato un percorso di evoluzione più che di cambiamento. Ci spiega questa fase di passaggio? Producevamo mandorle fino all’ 87, ’88, dopodiché ho smesso di appassionarmi…

io sono uno che lavora per passione. Dico ai miei collaboratori che non devono sentirsi operai, come si diceva una volta… Voi siete i collaboratori della vostra azienda… ecco come gli dico, perché la maggior parte del tempo lo passano in azienda… questa è la loro casa, nel bene e nel male, anche quando si devono affrontare le salite… Così, per seguire una passione sono diventato venditore di materie prime per pasticcerie. Avevo 23, 24 anni… andavo a vendere gli ingredienti e nemmeno sapevo come si usavano… Poi ho iniziato a frequentare dei corsi, perché credo che se sei professionale riesci a vendere meglio i prodotti che rappresenti. Perché questo settore l’ha appassionata? Perché è un settore sempre in evoluzione, che non si ferma mai. Mi spiego meglio : l’olio è olio. Punto. Nella pasticceria ogni giorno si possono inventare prodotti nuovi. La notte pensavo a cosa sviluppare il giorno… nel ’95 abbiamo fondato la Geladis. Producevamo alcuni ingredienti per la gelateria. Ricordo che il primo catalogo della Geladis aveva due pagine. Alcuni ingredienti per il gelato e alcune polveri… poi man mano l’azienda si è evoluta. Con il resto della famiglia? Certo. Ognuno con il suo incarico. Il mio ruolo era quello di venditore locale. Andavo a proporre prodotti non miei… L’altro fratello si è dedicato alla produzione.

Oggi produciamo oltre ottocento articoli… e per noi è una gran bella soddisfazione. Pensare di essere passati a produrre una gamma di prodotti che prima solo commercializzavamo, è per noi un risultato importante. Il tassello della produzione ci è sempre appartenuto per formazione, da quando producevamo olio… qui abbiamo le materie prime che fanno la differenza… E immagino facciano la differenza. Molti degli ottocento prodotti del vostro catalogo avranno per protagoniste materie prime del territorio. Le mandorle oggi diventano pasta di mandorla. E pensando al nostro passato, dopo le mandorle, lo scorso anno abbiamo iniziato un percorso con un prodotto dell’alimentazione moderna… l’alimentazione vegana. Abbiamo portato avanti il burroil… un burro all’olio extravergine di oliva. un prodotto che sarà commercializzato nel prossimo autunno e che ora i nostri clienti di fiducia stanno testando… Un burro che viene usato al posto del burro animale nel panettone, nella colomba e in vari dolci, come i biscotti di frolla… un prodotto più leggero che mantiene la stessa materia grassa… all’84%, come il burro tradizionale. Questo burro si chiamerà Petroni, quindi riprenderà nel marchio il nome della nostra famiglia. Sarà distribuito dalla nostra azienda naturalmente… poi vedremo come sarà recepito dal mercato. SEGUE> 17




Molta attenzione al mondo vegano? Naturalmente si. Abbiamo dei preparati per dolci vegani, per il gelato vegano o per coloro che sono intolleranti al latte, per chi ha problemi con gli zuccheri… Una linea benessere, che a dirla tutta in casa Geladis è presente ormai da più di tre anni. Oltre alla produzione e alla commercializzazione, oggi la vostra forza è la formazione… Anche quando non avevamo le aule abbiamo organizzato centinaia di corsi. Il cliente è una risorsa da custodire e coccolare. Va rispettato. Se porti innovazione, il cliente torna da te. Facevamo due pullman all’anno per andare a fare i corsi, anche 13 ore di viaggio per andare nelle aziende a seguire i corsi… Poi abbiamo iniziato a costruire qualche aula e a far venire da noi i tecnici per tenere qua i corsi. Geladis ha un indubbio impegno nella formazione e organizzazione costante di corsi presso il nostro “Centro di formazione” e presso i nostri clienti. Crediamo che la formazione sia la chiave del successo, infatti i nostri corsi sono parte integrante dei servizi offerti, fornendo ai frequentanti tutti gli strumenti necessari per la loro attività, con una vasta conoscenza e un supporto continuo nel tempo. Geladis ha un team di venditori e assistenti che sono una fonte eccellente per tutte le esigenze dei nostri clienti. La nostra clientela è supportata da un sistema di vendita dinamico e un team che offre un’assistenza completa per ogni eventuale necessità. SEGUE> 20



Come dicevamo prima, la ricchezza di materie prime della Puglia è di sicuro un vantaggio… La ricchezza della frutta ci da grandi soddisfazioni. Usiamo fragole fresche, e non più aromi, meloni, fico d’India… abbiamo degli accordi con produttori che coltivano, lavorano e certificano questi prodotti, ce li consegnano e noi li lavoriamo per trasformarli nella nostra materia prima. Infatti abbiamo un alinea che si chiama “tutto naturale”… Luciano braccio destro, segue nelle idee e le sviluppa, tecnologo alimentare. L’altro fratello è Mario, rimasto a curare la parte commerciale locale e l’ultimo arrivato Carmine, fa parte della divisione commerciale dell’azienda. Qual è il suo Oltre? Noi abbiamo già guardato Oltre! Guardi il nostro slogan è “Siamo andati Oltre…”, da due anni. Tommi Guerrieri Ph: Stefania Pastore 22



Raffaele Petroni A lot of creativity for a sweet passion How did you start? We come from the oil world… from the almonds. All earth’s products. I started this work path when I was very young… we are four brothers and, being the youngest, I had to start really soon to work and to take the responsibility because my father at a certain point had health problems… we started to manage the oil mill, that has been our world for about hundred years. My daughter now represents the fifth generation… What happened then? Thirty years ago, I transgressed. I abandoned the oil and almonds’ world to change road… and going on, my brothers followed me too so today we have the oil mill just as a symbol… every job needs dedication, it cannot be only a hobby. For this reason, I’m focused on what I’m currently doing… However, it has a relationship with the almonds? Yes, because the current clients of Geladis were clients of the almonds production… more than a change, it has been an evolution. Can you explain us this passage phase? We produced almonds until ’87,’88… then I was not passionate anymore… I am a person who works for passion. I tell to my collaborators they don’t have to feel as workers, as it was once common to say… you are the workers of your company… this is what I tell them, because they spend in the company the greatest part of their time… this is their home, in good and bad moments, even when we need to face the climbs… so, to follow a passion, I became a seller of raw materials for pastry shops. I was 23, 24 years old… I used to go to sell the ingredients and I didn’t know neither how to use them… then I started to attend courses, because I believe that if you are professional you can better sell the products you represent. Why did this sector passionate you? Because it is a constantly evolving sector, it never stops. I better explain myself: oil is oil. That’s it. In the pastry, you need to make up every day new products. During the night I used to think what to produce the day after… in ’95 we founded the Gedalis. We produced some ingredients for the ice-cream shop. 24

I remember the first brochure of Geladis had two pages. Some ingredients for the ice-cream and some powders… going on, the company has evolved. With the rest of the family? Sure. Everyone with his job. I was a local seller. I used to propose products that were not mine… the other brother dedicated himself to the production. Today we produce more than 800 articles… and it is a big satisfaction for us. It is an important result having started to produce a selection of products that we just used to sell in past. The production part always belonged to us, for our formation, since when we used to produce oil… here we have the raw materials that make the difference. And I imagine they make the difference. The great part of the 800 products in your catalogue shall have as main character the raw materials of the territory. Nowadays almonds become almond’s paste. And thinking about our past, after almonds, we started last year a path with a modern alimentary product… the vegan food. We developed the “burroil”… a butter made of extra virgin olive oil. A product that we will start selling next autumn and that our trusted clients are now testing… a butter that is used in replace of the animal butter in the “panettone”, “colomba” and in other sweets, like the shortbread biscuits… a lighter product that keeps the same fat… at 84%, like the traditional butter. This butter will be called Petroni, so it will recall the name of our family. Of course, it will be sold from our company… then we will see the market answer. A lot of attention to the vegan world? Yes, sure. We have some pastries for vegan sweets, for the vegan ice-cream or for people with milk intolerance or problems with sugar… a healthy line that, to be honest, is present in Geladis since more than 3 years.

In addition to the production and the sale, your strength today is the formation… We organized hundred courses even when we didn’t have the classrooms. The client is a resource to protect and cuddle. He needs to be respected. If you bring innovation, he comes back to you. We used to do two buses per year to do the courses, even 13 hours traveling to attend the courses in the companies… then we started to build some classrooms to organize here the courses with the technicians. Gedalis puts an undoubted commitment in the formation and constant organization of courses in our “Formative centre” and at our clients’ sites. We believe formation is the key of the success, in fact our courses are an important part of the offered services, giving to the participants all the necessary instruments for their activities, with a wide knowledge and a continuous support along the time. Gedalis has a team of sellers and assistants that is an excellent source for all the needs of our clients. They are supported by a dynamic selling system and a team that offers complete assistance for all the possible needs. As we were saying, the Puglia’s raw materials richness is for sure a great advantage… The richness of the fruit gives us great satisfactions. We use fresh strawberries and not aromas anymore, melons, prickly pear… we have agreements with producers that grow, work and certify these products, they give them to us and we transform them in our raw material. In fact we have a line that is called “All natural” … Luciano, right arm and food technologist, follows the ideas and develop them. The other brother is Mario, still in charge of the local commercial area and the last arrived is Carmine, who’s in the commercial division of the company. What is your “Oltre”? We have already seen beyond! Look at our slogan, it is “We went beyond…”, since two years.

Traduzione inglese a cura di Irene Cristallo


FESTA DI COMUNIONE A PALAZZO SAN GIORGIO INDIMENTICABILE DA TUTTI I PUNTI DI VISTA

WEDDING BANQUETING EMOTIONS




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PH Rino Gorgoglione ANDRIA (BT)

INTERVISTA

GIUS EPPE TO DI CARNE: L’EVOLUZIONE DELLA CONOSCENZA di Tommi Guerrieri

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ANDRIA

GIUSEPPE TODI

CARNE: L’EVOLUZIONE DELLA CONOSCENZA

GIUS EPPE TO 30

Mais, fieno, soia sono elementi indispensabili per l’alimentazione dei bovini. L’ultimogenito della stirpe Todi, il più piccolo, da due anni si è incamminato lungo una strada nuova… quella del perfezionamento del prodotto... “Perché non iniziamo a fare anche noi un prodotto di filiera corta?”. A questa domanda, che si è posto non per avere un risparmio, o per scavalcare passaggi temporali, ha risposto con un prodotto di una qualità costante nel tempo. Prima, pur acquistando bovini della stessa razza, consegnavano ai loro clienti una carne dal sapore differente sapore, con una differente quantità di grasso, dovuta soprattutto al tipo di alimentazione. Oggi la mission di To.Di. è quella di puntare all’evoluzione della conoscenza e di investire sui clienti, che nel loro progetto diventano “i macellai gastronomici”…


G

iuseppe, due anni fa avete iniziato questa nuova avventura. In cosa consiste? Nel selezionare gli animali migliori da destinare al nostro allevamento e di seguirne tutto il ciclo, svezzamento e ingrasso, assicurando l’alimentazione più adeguata che si riflette sulla salute dell’animale prima e sulla qualità della sua carne poi. Questo metodo che prodotto vi garantisce? Questo garantisce un prodotto costante nel tempo, sempre con le stesse qualità, perché tutta la carne proviene dallo stesso allevamento. Trascorre la sua vita con lo stesso clima, lo stesso cibo, gli stessi pascoli… Quindi è l’omogeneità di prodotto che rincorrete... Sì, perché prima avevamo sempre un buon prodotto, ma non costante. Giuseppe, tu sei il più giovane. Hai soli 32 anni, e ti occupi della parte iniziale della filiera… Questo era il compito di papà. Poi l’ho affiancato io e ho ereditato la sua passione e le sue competenze…

Si tratta di un incarico di grande responsabilità, perché le tue scelte vanno ad incidere sul resto della produzione aziendale… Parte tutto dall’acquisto dei capi di bestiame. Se non sono attento nelle mie scelte, rischio di creare difficoltà agli altri… Per me la soddisfazione più grande è quando i clienti si complimentano per la qualità del prodotto che ricevono. Ad essere particolarmente importante per raggiungere il vostro obiettivo, è l’alimentazione degli animali. Gli animali vengono alimentati con cereali (mais, frumento, orzo, soia) di origine aziendale, provenienti dai nostri appezzamenti. La dieta è affidata ad un alimentarista al fine di creare una razione sana ed equilibrata per il benessere degli animali. Quanto è grande questa avventura? Come dimensione dell’allevamento e quantità di capi di bestiame? Il concetto di grandezza è relativo. Ti dico solo che lo scorso anno abbiamo contato 570 bovini solo dal nostro allevamento.

Che sembrano tanti, ma sono pochi… perché noi cerchiamo di avere un prodotto di nicchia. A chi scegliete di destinarlo? Non amiamo la grande distribuzione come filosofia aziendale. Mi piace pensare di poter valorizzare la macelleria di quartiere, il negoziante con cui il cliente può ancora avere un contatto umano e non lo scaffale… Perché questa scelta? Il consumatore non sempre conosce i tagli anatomici della carne, ha spesso bisogno di un consiglio e mi piace pensare che quel consiglio gli possa arrivare dal macellaio, con cui instaurare un rapporto di fiducia. Seguite questo progetto da due anni, con dei risultati incoraggianti. I nostri clienti ci hanno dato fiducia al punto che in questo anno, spero nei prossimi sei otto mesi, vorrei realizzare un’altra filiera corta. SEGUE>

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I consumi della carne non si sono ridotti, ma certamente sono cambiati. Sono cambiati, è vero. Ma cambiamo anche noi, per andare incontro alle novità che il tempo ci detta. In che modo? Stiamo lavorando a un progetto che possa rendere i nostri clienti una realtà diversa. Che li trasformi in macellai gastronomici. Puntiamo all’evoluzione della conoscenza… Insieme all’azienda che da oltre 35 anni è specializzata nella progettazione e realizzazione di attrezzature per la ristorazione professionale, in particolare forni misti, promuoviamo una serie di eventi dimostrativi, che puntano a formare il macellaio. Con l’ausilio di questi forni, uno chef e la nostra carne, per puntare a riscoprire ritrovi i sapori di una volta… il ragù, il brasato, quelle cotture lunghe che ora non si fanno più… oggi non c’è più tempo in casa di cucinare… In questo modo il macellaio potrà dare al cliente un pronto cotto in vasetto, che il consumatore, una volta a casa, potrà rigenerare e gustare… 32

Al palato in cosa è diversa la carne proveniente dai vostri allevamenti? Al palato senti il sapore, la tenerezza della carne. Quanto influisce la dieta nel prodotto che poi il cliente trova nel piatto? Tanto. Influisce la dieta e anche la frollatura della carne… Più è lunga la frollatura, più la carne sarà tenera. Al nord si vendono i giorni di frollatura, cosa che invece qui da noi non viene ancora capita molto bene… Anche la dieta naturalmente ha la sua parte… Io vado ogni settimana a controllare gli arrivi dalla Francia e lo stato di salute dei capi di bestiame. Non modifichiamo la crescita per poter fare peso, o per poter ridurrei cicli di produzione. Come dicevo già prima solo alimentazione naturale e senza farmaci. Questo tipo di metodo fa si che nel più breve tempo possibile la carne sia buona, non con trenta ma anche con venti giorni di frollatura… Il grasso che si crea in questo modo non è duro, ma morbido, e durante la cottura si distribuisce nella carne, rendendola più gustosa…

Che tipo di riscontro state avendo? Siamo partiti per gioco, e ora stiamo pensando di aumentare le quantità con un altro padiglione. Anche se non siamo per i volumi, ma per il poco, fatto bene… vogliamo continuare ad essere quel tipo di azienda in cui si parla con il cliente, con pochi intermediari… in cui si può contare su contatti diretti e umani… Grande sintonia, grande soddisfazione e risultati in crescita… Il lavoro di squadra è importante. Così come il rapporto di fiducia fra noi in azienda… Ci mettiamo il cuore e l’impegno… al mattino, quando ti svegli, a terra prima il cuore, poi i piedi… Tommi Guerrieri Ph: Stefania Pastore



Giuseppe Todi Meat: the evolution of the knowledge Giuseppe, you started this adventure two years ago. What is it about? It consists in selecting the best animals for our cattle breeding and following all the cycle, the weaning and the fattening, ensuring the most adapt food for the animal’s health before, and for the quality of its meat then. What is the product that this method guarantees you? This guarantees a constant product over the time, always with the same quality, because all the meat comes from the same breeding. It spends its life with the same clime, the same food and the same pastures… So, it is the homogeneity of the product that you try to reach… Yes, previously we used to have a good product but not constant. Giuseppe, you are the youngest. You’re 32 years old and you are in charge of the beginning part of the production chain… This was my dad’s job. Then I started to assist him and I inherited his passion and his skills… It is a great responsibility because your choices have an influence on all the company production… Everything starts from the purchase of the cattle. If I am not careful in my choices I risk to create difficulties to the others… my greatest satisfaction is when the clients make us compliments for the quality of the product they receive. One of the most important things in reaching your goal is the animals’ diet.. The animals are fed with cereals (corn, wheat, barley, soy) coming from the company, from our fields. An alimentary veterinary is in charge of the diet in order to create the a health and balanced ration for the animals’ welfare.

How big this adventure is? The dimension of the breeding and the quantity of the cattle? It is a relative concept. Last year we counted 570 cattle just from our breeding. It may look a lot, but it is not…because we try to have a niche product. To whom do you decide to give it? We don’t love the great distribution as company philosophy. I like the idea to give value to the small butcher’s shop of the neighborhood, the shop where the client can still have a human contact with the owner and not with the shelf… Why this choice? The client is not always able to recognize the anatomic pieces of the meat, often he needs an advice and I like to think that that advice comes from the butcher, with whom to create a relationship based on the trust. You follow this project since two years with encouraging results. Our clients gave us trust so during this year, I hope in the next 8 months, I’d like to realize another short production chain. The meat consumption has not decreased, but for sure it has changed. It has changed, that’s true. But we change too, to meet the news the time imposes to us. How? We are working on a project that may lead our clients to be a different realty. It should turn them in gastronomic butchers. Our objective is the evolution of the knowledge… together with the company specialized, since more than 35 years, in projecting and realizing professional restaurants equipment, in particular mixed ovens, we promote demonstration events, that aim to train the butcher. With these ovens, a chef and our meat we try to rediscover the tastes of the past…

the ragù, the brasato, all that long cooking we don’t do anymore, we don’t have time to cook at home… in this way the butcher can give to the client a ready meal in a pot that the client can taste once at home. For the palate, in what is your meat different? You can feel the taste, the softness of the meat. How much influent is the diet in the product that the client finds in the plate? A lot. The diet is influent and the maturation too… the longer the maturation, the softer the meat. In the North they sell the days of maturation, this is not really understood as a concept here… also the diet makes its part… I go every week to check the arrivals from France and the health status of the cattle. We don’t modify the growth to make them heavier or to reduce the production cycles. As I was saying, just natural food and no medicines. This method makes the meat good even with 20 maturation days instead of 30… the fat in this way created is not hard, but soft, and during the cooking it gets distributed in the meat, making it even tastier… What kind of reply are you receiving? We started playing, and now we are thinking about increasing the quantities with another pavilion. Even if we don’t believe in the volumes but in the little, well done… we want to continue to be that kind of company where you talk with the client, using few intermediaries… where you can count on direct and human contacts… Great tuning, great satisfaction and growing results… The team working is important. As well as the trust relationship among us in the company… we put the heart and the effort… in the morning, when you wake up, put on the floor first the heart and then the feet…

Traduzione inglese a cura di Irene Cristallo 34


QUELLO CHE PER NOI È SEMPLICE PER GLI ALTRI È INNOVAZIONE

Barletta, Via Trani 330 - Ph. +39 0883 348758 | Fax +39 0883 348272 - info@newandbest.it

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PH Rino Gorgoglione ANDRIA (BT)

INTERVISTA

RAFFA ELE PE TRUZ ZELLI IT’S TIME TO CHANGE di Tommi Guerrieri

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ANDRIA

RAFFAELE PETRUZZELLI

IT’S TIME TO CHANGE

RAFFA ELE PE TRUZ

Nei ricordi dei più fortunati di noi, l’infanzia è quel periodo bello della vita, legato al gioco e alla crescita… Ed è proprio pensando a un gioco della sua infanzia, che Raffaele Petruzzelli ha dato vita a un oggetto che cambia pelle… Come un camaleonte, il suo orologio ha la capacità di cambiare colore… Raffaele Petruzzelli è un designer che spinto dalla passione per i gioielli, ha lasciato Andria e si è trasferito a Roma, dove ha prima studiato design del gioiello e poi ha insegnato, presso l’Istituto Europeo di Design… Il suo percorso è continuato in aziende come Fendi, Morellato, Sector e Zoppini, fino a un altro trasferimento. Questa volta a Rio de Janeiro… Ma questa è una storia che ci facciamo raccontare direttamente da lui. Si, ma è una storia lunga…

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o tempo… Iniziamo col dire che sono in Italia da sette mesi. Sei tornato da Rio de Janeiro, dove avevi un incarico importante… Lavoravo allo IED, l’Istituto Europeo di Design, come coordinatore… Perché sei tornato? E Perché sei partito? Sono partito perché mi hanno fatto una proposta interessante e difficile da rifiutare… avevo vissuto per 10 anni a Roma… prima ho studiato e poi insegnato allo IED. Hai lavorato anche per marchi molto importanti… Si… Sector, Morellato, Fendi… due anni con Karl Lagerfeld lasciano il segno… Poi mi hanno offerto un incarico importante in Brasile… e sono partito… sono stato lì 5 anni… ho lavorato in una grossa azienda di moda, una sorta di Gucci o Prada italiana… di nome ANIMALE , azienda davvero molto importante… Ritorno alla mia domanda di prima… Perché sei tornato? Ho aperto Kama nel 2015…

Kama? Kamawatch da camaleonte… nel 2016 ho fatto i primi campioni e ho trovato un distributore qui in Italia. Ero lì e seguivo la distribuzione… Parliamo di orologi? Certo. Come mai, dopo tanti anni di gioielli, hai scelto l’orologio? Perché l’orologio adesso non lo usa più nessuno per guardare l’ora… c’è chi non riesce a star senza e chi invece non lo porta e non guarda mai… e poi mi è venuta questa idea del cambio di colore… Ma come ti è venuta in mente? Ho pensato di usare questa vernice termosensibile che rende unici questi orologi. La particolarità di questi orologi è che cambiano colore. Cambia colore quando raggiunge una temperatura di 31 gradi° e da nero diventa camouflage, per esempio, oppure bronzo… e poi torna al colore originale quando la temperatura scende…

Cosa gli fa cambiare colore? Come ti dicevo, una vernice termosensibile… noi abbiamo questa base stampata camouflage, poi viene verniciata di nero termosensibile, che diventa trasparente al calore e rende visibile ciò che c’è sotto. Sono unisex… Vari modelli, varie dimensioni… diciamo per tutti i gusti e tutti gli stili… sono pronti i nuovi che stanno per uscire… i primissimi erano fluo… Ma come hai avuto questa idea? Ripensando alle macchinine della Mattel che usavo da piccolo… avevo sette o otto anni e giocavo con queste macchine che cambiavano colore mettendole in acqua calda o fredda… Esercitavano su di me un fascino incredibile… Per questo i Kamawatch, cambiano colore come un camaleonte… Esatto. I primi erano fluo e più piccoli…. Siamo stati pubblicati su tantissime riviste… SEGUE>

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Sei l’unico a utilizzare questo brevetto per questi orologi? Sì sì… Abbiamo un brevetto per Europa e Stati Uniti… Disegni tu… Ma dove produci? Tutta la parte di design e comunicazione viene fatta qui, ad Andria. Tutta la parte di produzione in Cina. Ci avvaliamo di diversi distributori in varie parti del mondo… Come ha risposto il mercato? Benissimo… Come li vendi? In Italia abbiamo una decina di agenti che seguiamo direttamente. Attraverso gioiellerie selezionate e qualche store di abbigliamento… Poi Giappone, Korea, Malesia, Singapore, Messico, Emirati Arabi, Libano, Kuwait… Anche on line? Sì. Siamo partiti ad agosto con l’on-line. Anche per inserire i nuovi modelli… 40

Dai primi fluo a questi c’è stato un grande cambio di look… Vero. Perché abbiamo cercato di intercettare i gusti di una clientela più vasta… un target trasversale, dai 16 ai 40 anni… che possano essere indossati con facilità con stili differenti… Comunicare questi concetti non è semplice… Serve una comunicazione dinamica, fatta attraverso dei video, un modo per mostrare il cambiamento di colore… Che fascia di prezzo abbracciate? Dai 70 ai 90 euro… La tua città come ha risposto? Benissimo. Mi ha mostrato grande affetto… E’ quella in cui vendiamo più orologi… SEGUE>



In questa avventura sei solo? No… Ho un partner… Raffaele Capoferro… Lui e’ entrato un anno dopo, uomo di grande esperienza a livello commerciale , ha lavorato come presidente America di grandi marchi Italiani. Lui segue la parte commerciale e siamo in contatto tutti i giorni. Che progetti hai per il futuro? Sicuramente di sviluppare la parte estera… E di arricchire la gamma di modelli… Poi mi piacerebbe realizzare qualche co-branding importante… come abbiamo già fatto con la rivista Rolling Stone Italia.

Quali prossimi obiettivi? Non faccio grandi progetti a lungo termine… pianifico il futuro al massimo per i prossimi sei mesi… Per ora vorrei arrivare ad essere presente in cinquecento negozi in Italia, a fronte dei trecento in cui siamo già presenti… Mentre all’estero guardiamo a consolidare le posizioni acquisite e puntiamo verso Dubai, verso gli Stati Uniti… Ti senti più un creativo o un imprenditore? Creativo, senza dubbio… Oggi fare impresa è una vera impresa… Tommi Guerrieri Ph: Stefania Pastore

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Raffaele Petruzzelli It’s time to change I have time… Let’s start saying I’m in Italy since 7 months. You came back from Rio de Janeiro, where you were covering an important role… I worked as coordinator at IED, the European Institute of Design… Why did you come back and why did you leave? I left because they made me an interesting and difficult to refuse proposal… I had lived for 10 years in Rome… previously I studied and taught at IED. You worked also for important brands… Yes… Sector, Morellato, Fendi… two years with Karl Lagerfeld leave the sign… then they offered me an important role in Brazil… and I left… I spent 5 years there… I worked for a big fashion company, a kind of Gucci or Prada in Italy named ANIMALE, a very important company… I go back to my previous question… Why did you come back? I opened Kama in 2015… Kama? Kamawatch from chameleon… I made the first samples in 2016 and I found a distributor in Italy. I was there and I used to follow the distribution… Are we talking about watches? Sure. Why, after several years on jewels, you chose the watch? Because no one nowadays uses the watch to look at the time… there is who cannot live without and who doesn’t wear it and never looks at it… and then I had this idea of the changing color… How did you have it? I thought to use this heat-sensitive paint that makes these watches unique.

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The particularity of these watches is that they change color. It changes color when it reaches a 31 degrees temperature and from black it turns camouflage, for example, or bronze… and then it comes back to the original color when the temperature goes down…

What makes it change color? As I was saying, it is a heat-sensitive paint… we have this printed camouflage basis, then it is painted with heat-sensitive black, that turns transparent with heat and makes visible the underneath things. They are unisex… Different models, different dimensions… let’s say for all the tastes and the styles… the new models are done and ready to go out… the very first ones were fluorescent… But how did you have this idea? Thinking about the Mattel cars I used when I was a child… I was 7 or 8 years old and I used to play with these cars that changed color with warm or cold water… they had an incredible charm on me… This is the reason why the Kamawatch change color like a chameleon… Correct. The first models were fluorescent and smaller… we have been published on several magazines… Are you the only one to use this patent for these watches? Yes… We have a patent for Europe and USA… You are the designer… but where do you produce? All the design and communication parts are done in Andria. The production is in China. We use several distributors around the world… How has the market answered? Very good… How do you sell them? In Italy we directly follow almost 10 agents. Through selected jewelers and some clothing stores… then Japan, Korea, Malaysia, Singapore, Mexico, United Arab Emirates, Lebanon, Kuwait… Online too? Yes. We started in August with the online. To insert new models too…

From the first fluorescent models to the current ones there has been a big change in the look… That’s true. Because we tried to capture the tastes of a wider clientele… a transversal target, from 16 to 40 years… that can be easily used with different styles… It is not easy to communicate these concepts… It is necessary a dynamic communication, through videos, in order to show the color change… What is the price range? From 70 to 90 euros… How has your city answered? Very good. It showed great affection… it is where we sell more watches… Are you alone in this adventure? No, I have a partner… Raffaele Capoferro… he entered a year later with his great commercial experience, he worked as American president of big Italian brands. He is in charge of the commercial part and we are daily in contact. What projects do you have for the future? Without doubts to develop the foreign part…and to increase the models range… then I would like to realize some important co-brandings… as we already did with Rolling Stone Italia. What are the next goals? I don’t plan long term projects… I plan the future to not more than 6 months… at the moment I would like to be present in 500 shops in Italy, compared to the 300 where we already are… In the while, we try to consolidate our position abroad and we aim towards Dubai and USA… Do you feel yourself more as a creative or an entrepreneur? A creative, without doubts… Nowadays business is a real adventure…

Traduzione inglese a cura di Irene Cristallo


BEAUTY HAIR & MAKE-UP Via Regina Margherita, 185 Barletta tel. 0883 19 83543

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Vicoletto Santa Lucia, 6 Barletta (fronte chiesa) con servizio innovativo.


Atelier Emè di Andria

I

l 18 febbraio ha aperto ufficialmente le sue porte l’Atelier Emè di Andria, nel centralissimo Corso Cavour. In un’atmosfera da sogno, tra pizzi, ricami e tessuti pregiati, hanno sfilato bellezze eteree tra gli sguardi esterefatti del numeroso pubblico. Raffinatezza ed eleganza hanno fatto da cornice ad un evento glam e di alta moda, confermando ancora una volta l’eccellenza del made in Italy. Atelier Emè realizza abiti da sposa di altissima qualità; vari gli stili che soddisferanno i gusti di ogni tipologia di sposa. 46


Ma non solo, l’Atelier non trascura affatto chiunque voglia indossare l’eleganza e la bellezza. Vasta, infatti, la collezione di abiti da cerimonia. Un luogo, insomma, in cui ci si sente coccolati e assecondati in ogni richiesta; non a caso la presenza di una sartoria all’interno del punto vendita. Non abbiamo dubbi, l’Atelier Emè sarà il nuovo punto di riferimento per ogni sposa che voglia rendere il giorno delle sue nozze un sogno indimenticabile.

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4 ristoranti Provati per voi da

LEGENDA:

Nato a S. Antonio Abate (NA) il 15/01/1958, lascia nel cassetto il sogno di diventare geologo. Con rammarico esce dall’azienda agricola condotta dal padre ed i fratelli senza mai smettere di apprezzare e promuovere le migliori produzioni agricole. Svolge l’attività di area manager per il Sud Italia per conto di prestigiose case vinicole e aziende di distribuzione di specialità alimentari. Collabora con riviste enogastronomiche nazionali ed estere, guide specializzate e dispensa a gente del calibro di Daniel Thomases e Christine Smallwood preziosi suggerimenti a completamento di autentico affetto. Insieme ai più significativi operatori del comparto agroalimentare, organizza manifestazioni e degustazioni, per citarne una “Ricerca & Qualità” rassegna enogastronomica itinerante nei castelli del Sud Italia, la prima edizione fu ospitata nel castello di Barletta il 10 Marzo 1997. Partecipando a tasting di respiro internazionale ha acquisito conoscenze e simpatie da parte dei più qualificati giornalisti del settore che lo considerano ambasciatore del buon vino. Collabora con Istituti Alberghieri e Associazioni di Settore, é relatore ufficiale di corsi di qualificazione. Per più di dieci anni è stato convenzionato con il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali – Sopraintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico della Puglia per la gestione e l’organizzazione di manifestazioni nei Castelli di Puglia.

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Particolare attenzione ai piatti regionali, d’origine o d’adozione del patron. Particolare attenzione alla cucina classica, senza l’esclusione di quella creativa o regionale. Prevalenza della cucina marinara. Prevalenza della cucina creativa. Segnala la cucina: Molto buona

Ottima

Eccellente

Ottima

Eccellente

Ottima pasticceria. Segnala la cantina: Molto buona

Particolare attenzione ai vini regionali. Particolare attenzione ai distillati. Caffè superbo. Consigli e presenza del sommelier. Casa di particolare bellezza. Patron stravagante, genio e sregolatezza, per non sbagliare non si attribuisce il punteggio.

Attribuita da Vittorio Cavaliere non al ristorante ma a un singolo piatto, emozionante, merita una deviazione.

Appropriazione del simbolo che il Maestro Luigi Veronelli utilizzava per i ristoranti d’affinità elettiva e le ragioni del cuore: amicizia, ricordi memorabili gli impedivano di esprimere valutazioni mediate. Ottimi salumi.

Gran scelta di formaggi. Ottima scelta di olio d’oliva di frantoio. Pane fatto in casa. Casello autostradale più vicino. Ristorante all’interno di albergo o comunque dispone di camere; Tipo di locale;

Anno di fondazione; Sala fumatori;

Indirizzo Mail;

Giorno di chiusura;

Periodo di ferie;

Responsabile di cucina e di sala;

Numero coperti;

Parcheggio proprio;

Prenotazione consigliabile o obbligatoria;

Dispone di carte di credito e POS;

Vertice, in tal caso i simboli vengono omessi, ritenendo tutti i valori al vertice.

70 / 79 Segnala la cucina molto buona Più la valutazione indipendente della cantina. 80 / 89 Segnala la cucina ottima Più la valutazione indipendente della cantina. 90 / 99 Segnala la cucina e la cantina eccellente 100 Vertice


OLTREFood

Quattro segnalazioni al mese, almeno per ora il progetto nasce così. Ho forte convinzione che l’eccellenza possa dimorare nella trattoria di campagna così come nel più elegante dei ristoranti. Motivo questo per invitarvi a ponderare i miei punteggi, liberi di criticarli o di adoperarli come esercizio di verifica,in ogni caso vi condurranno a un simpatico viaggio di gola. La scelta di evidenziare i punteggi, del tutto personali, rischiosa, ma rispettosa del lettore, la chiarezza troppo spesso è bandita e anche per me sarebbe stato più facile utilizzare il simbolo ,avrei ancora una volta utilizzato l’occasione di enfatizzare la mia gratitudine al più grande dei Maestri: Luigi Veronelli.

OLì olà Via Ruvo, 86 Bisceglie (BT)

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Trani/Corato per chi proviene da nord – Molfetta per chi proviene da Sud 080 3921478. info@oliodipuglia.it 70. Nell’ampio spazio antistante l’ingresso. Tutte. 2010. Lunedì e martedì per l’intera giornata, domenica di sera, gli altri giorni a pranzo. Due settimane a ottobre. Il locale nasce per enfatizzare la propria vocazione di frantoiani, sulla presentazione è segnato frantoio bruschetteria Di Molfetta. € 30,00 vino escluso. In cucina Sergio Frizzale giovane ma con l’intento di fare sempre meglio con l’aiuto di Giuseppe Simone e un’affiatata squadra di giovani volenterosi; anche in sala il servizio è a cura di sorridenti giovani guidati da Lucia Mastropasqua con l’attenta supervisione dei patron Lucia e Girolamo Di Molfetta. Astice cotto in confit con verdure e aria di olio EVO. Non di proprietà ma facile. Il locale, moderno ben si armonizza ai tratti rustici e alla volontà di rafforzare anche con gli arredi l’origine. La famiglia Di Molfetta vanta tre generazioni come frantoiani e la quarta ormai attiva affianca i genitori e mostra il piglio giusto per proseguire. Tutto ebbe inizio nel 1950 a Trani, qui il nonno, Girolamo come l’attuale patron riuscì a trasferire ai suoi figli la passione per la produzione della materia che più rappresenta la Puglia nel mondo: l’olio extra vergine d’oliva. Dopo quattro anni si trasferirono a Bisceglie e nel 1997 in quella che è l’attuale sede, qui nel 2010 una felice intuizione, ovvero offrire la possibilità di degustare nella maniera più classica il proprio olio, nasce così la bruschetteria Olì Olà e all’intramontabile pane e olio si aggiungono 25 bruschette in gran parte realizzate con prodotti del territorio. Oggi non è più così e la fiducia riposta sul giovane chef Sergio Frizzale ci permette di ritrovare le immancabili 25 bruschette e piatti ben eseguiti che gratificano l’impegno dei patron e dei tanti giovani collaboratori. Piatti: Hamburger di gamberi rossi, zucchine alla scapece e salsa ai crostacei – Cappesante lardellate con crema parmentier di patate e clorofilla di prezzemolo – Tartare di Fassona con vellutata di broccoli, acciughe del Cantabrico e tuorlo d’uovo cotto crudo – Spaghettone “Cavalieri” all’assassina – Maccheroncino, frutti di mare con salicornia e mollica sfritta – Troccoli con gamberi rossi, crema di cime di rapa e stracciatella – Grigliate di carne o di pesce – controfiletto d’agnello con salsa barbecue, melanzana perlina confit e cialda di parmigiano. Dolci: Mousse di cioccolato Manjari con cremoso alla vaniglia e salsa ai frutti rossi – Tartelletta al cioccolato con ganache Guanaja e pera confit – Noisette alla nocciola con pralinato di nocciola, vaniglia e e crumble. Salumi e Formaggi: Attenta e accurata selezione con favore ai prodotti locali ma con intriganti deviazioni nazionali ed estere. Olio d’oliva: Descrizione superflua, siamo in un frantoio e la matrice rimane indissolubile. Notizie varie: Ci tengo a sottolineare che l’offerta proposta si può confondere, il servizio dinamico con sfumature che allontanano lo standard classico di un ristorante, il vocio un po’ alto degli avventori sempre numerosi portano a pensare a un locale solo di numeri, così non è, la materia prima adoperata è qualitativamente ineccepibile. 49


OLTREFood LA BOTTEGA DELL’ALLEGRIA Via Matteo Renato Imbriani, 49 Corato (BA)

Corato – Trani Km 5. 080 8722873 info@bottegadellallegria.it 40 disposti in due salette. Non è privato ma facile. € 35,00 vino Tutte tranne American Express. Lunedì. Una settimana escluso. 2001. In cucina Cinzia a gennaio e una in luglio ma può variare. Piccarreta si dedica con impegno e gran rispetto igienico e qualitativo degli ingredienti in gran parte ricercati e selezionati da Savino Di Bartolomeo, marito e autentico Anfitrione, ti accoglie nella propria casa, ti senti davvero in famiglia. Spaghettone con cardoncino spinoso salsiccia di Minervino, pomodorino Il locale semplice, rustico, familiare, il legno prevale al filo e ricotta dura. e le scaffalature sullo stile enoteca sono ricche di bottiglie, regionali ma non mancano buone presenze nazionali. Savino è attento al rapporto qualità/ prezzo ciò permette anche la vendita da asporto. Piatti: Carciofo ripieno – Vellutata di cardone interrato e patate di Margherita di Savoia – Fave e cicorie – Millefoglie di zucca con grissino ai broccoli – Orecchiette e rape con mollica sfritta e acciughe – Pasta schiacciata con funghi cardoncelli – Calamarata con baccalà e pomodorino – Linguina con sponsali grigliati, pomodorino e crema di carciofo – Agnello al coccio – Guanciale di cavallo con verdure spontanee e funghi – Bistecca e tagliata di Podolica arrosto – Stracotto di asino – Arrosto di cavallo. Dolci: Soufflè di mela con uvetta sultanina – Crostata con crema e ricotta – Tiramisù – Dolci tipici delle ricorrenze. Olio d’oliva: da vero appassionato Savino durante la campagnia olearia si reca personalmente a seguire la molitura, segnala: Mimì-Masseria Faraona Rigorosamente realizzato con lievito madre. – Le Macine – Il Secolare. Notizie varie: Il forte impegno di Savino per la valorizzazione del suo territorio ha permesso l’apertura al pubblico di una delle masserie più autentiche e tipiche, in contrada San Magno, Masseria Cimadomo a tal proposito qui incontrerete uno dei personaggi più ospitali e simpatici, Francesco Cimadomo, i suoi racconti vi affascineranno e la storia dei tanti tesori che ricadono nelle sue terre acquisirà un sapore particolare.

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IL MELOGRANO Via G. Bovio, 189 Trani (BT)

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Trani-Corato BA Km 5. 0883 486966 ilmelogranotrani@libero.it 50 più sorprendente sala per ricevimenti da 120 posti situata nel cuore di uno splendido giardino ovvero la corte dello storico palazzo che riporta lo stile e l’eleganza del locale. € 50,00 a salire Tutte. Mercoledì. Una settimana vino escluso. a gennaio e una in luglio. 1990. In cucina Domenico Mondelli con l’aiuto di Francesco Scaringi e in sala da sempre Francesco Figliolia con la preziosa e attenta supervisione della patron Tania Torelli, particolarità Tania con il chiaro intento di creare un sinergico e armonioso ambiente lavorativo ha realizzato una società di gestione dove Domenico Mondelli e Francesco Figliolia ne sono diventati attivi componenti. Spaghetto alla polpa di riccio. Il locale si presta a immediate sorprese, nonostante l’ingresso e l’ubicazione in uno dei palazzi storici della splendida Trani l’avventore non può immaginare gli spazi, la luminosità e la cura degli arredi che si fondono in una moderna struttura in legno chiaro che si staglia nel bel mezzo di un rigoglioso giardino. Anche la cucina rispecchia e risente positivamente del luogo e se integriamo la storia di famiglia di Tania il tutto diviene più facile da interpretare. Terra e Mare dialogono e si completano, tradizione rispettata e tramandata dal papà di Tania autentico riferimento per gran parte della ristorazione marinara con il suo stabulario per i frutti di mare, mentre per i frutti di terra basta ricordare che sua madre appartiene alla famiglia Protomastro che sin dall’ottocento è proprietaria della masseria Protomastro in contrada Aspro Piccolo in agro di Gravina in Puglia BA. Piatti: Gran vassoio di frutti di mare – Tagliata di polpo con bietoline, pinoli e uva passa – Salmone marinato in crosta di pistacchi – Frisella integrale con gamberi rossi e burratina - Pacchero rigato allo scorfano - Risotto ai frutti di mare – Pesce secondo pescato, con verdurine in acqua di pomodoro;grigliato con battuto di sponsali e carciofi; al sale; all’acquapazza. Dolci: Sorbetti di frutta fresca e naturale – L’opera a modo mio, 6 versioni di cioccolato + nocciola – Cremoso al cioccolato bianco e pistacchio – Tiramisù – Mousse alla mandorla – Biscotto all’olio EVO. Olio d’oliva: da proprie olive frante in frantoio di fiducia e ad arrichire le selezioni di Muraglia e Mimì. Notizie varie: A costo di essere ripetitivo, il garbo e la gentilezza di questa famiglia mi obbligano a indicare la Masseria Protomastro per chi vuole legare un importante evento a uno degli scorci più autenteci della campagna pugliese, in agro di Gravina in Puglia in realtà molto più vicino a Poggiorsini, il luogo si presta anche a soggiorni all’insegna della quieta assoluta.

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OLTREFood UMAMI Via Trani, 103 Andria (BT)

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Andria-Barletta BT Km 5. 0883 261201 info@umamiristorante.it 40 disposti in più salette e livelli. Ampio e capiente. Negli spazi Tutte. molto curati nell’antistante ingresso.€ 65,00 vino escluso. Una settimana a gennaio e una in agosto ma Martedì e domenica sera. può variare. 11 Febbraio 2011. In cucina Felice Sgarra si dedica con impegno e i risultati sono più che evidenti, è considerato tra i maggiori interpreti pugliesi, ad assisterlo Eligio Ponterisi e una giovane brigata; in sala suo fratello Roberto sotto attenta condivisione di Gabriele Leonetti anche socio di Felice. Chiaramente ai gourmet che frequentano questa accogliente casa non mancheranno mai i consigli e le spiegazioni di Felice. Calamaro con mandorle di Toritto, cipollotto e il suo nero. Il locale è ricavato a livello terra di una splendida villa dell’ottocento, conservando tanto dell’architettura originaria si è creato un’ambiente raffinato, innovativo ma soprattutto accogliente. Altro aspetto non trascurabile la felice posizione, su via Trani che dista pochi chilometri e sullo svincolo di una tangenziale che collega il vicino casello autostradale e le innumerevoli bellezze storiche e paesaggestiche, per brevità cito solo Castel del Monte. L’intento di Felice e dei suoi compagni di ventura era quello di creare un locale che fosse immediatamente riconoscibile per la sua ricerca e la caparbia volontà di essere utili per la propria città. Dai prodotti più umili sono state estrapolate tutte le potenzialità sino a enfatizzarli abbinandoli ad alimenti più rari e celebrati. Da allora è cambiato poco, la filosofia e l’impegno immutati, la consacrazione è stata un giusto premio. Piatti: Insalata di crostacei crudi, Saschimi e panna acida – Segreto di maialino iberico, profumo di tartufo e caciocavallo podolico – Cappesante, spinaci, Champonzu e capocollo di Martina Franca – Risotto Carnaroli, finta carbonara e gnumarielli – Tubettino “Cavalieri”, scampi, ceci neri della Murgia e zenzero – Fagottino, gambero rosso, burrata di Andria e cime di rapa – Dentice in crosta di pane, sedano rapa e perle di Balik – Baccalà morro “Rafols”,pomodorino galatino e amaretto – Filetto d’asino panato al fumo. Dolci: Cassata a mo’ di Umami – Tiramisù, marmellata di pesca e aceto al miele – Come dire… Montebianco al rum. Olio d’oliva: da vero appassionato e conoscitore Felice lo propone già al benvenuto, intrigante con le olive secche, tra i suoi preferiti Rigorosamente realizzato con lievito madre, ottimi anche i grissini e i taralli. Sabino Leone- Muraglia – Mimì e Raguso. Ottima selezione, la Puglia in grande evidenza ma vi sono rarità da tutto il mondo. Notizie varie: Si rischia di apparire ripetitivi ma la crescita qualitativa e il consenso ormai mondiale mi obbligano a un plauso particolare e sperare che tanti altri giovani chef individuano in quello che Felice sta tracciando la strada da seguire.

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paola preziosa

HAITICAMENTE

mimmo cormio

Solo, intorno al mondo FABIO ROMANO

SOCIETà DI CAPITALI A RISTRETTA BASE PROPRIETARIA E PRESUNZIONE DI DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI

nicola pugliese

N.I.D.I 2018

PAOLO d’ambra

Sostegno alle famiglie: quale priorità?

gaia marchese

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HAITICAMENTE

PAOLA PREZIOSA Ciao! Sono Paola Preziosa, studentessa di moda presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Sono ancora molto giovane per una biografia completa, ma cerco ogni giorno di formare la mia persona grazie a diverse passioni come la fotografia, lo sport e la musica (suono l’arpa). In questa rubrica vi mostrerò mode e persone che, a mio parere, sono capaci di andare OLTRE gli schemi mentali e le richieste di mercato, affermando ogni giorno la propria unicità. paola.preziosa96@gmail.com PAOLA PREZIOSA

La Haute Couture è nata alla fine dell’Ottocento quando lo stilista inglese Worth, trasferito a Parigi, cominciò a disegnare e realizzare abiti per l’alta società e a farli sfilare indossati da modelle: nacque allora il concetto di sfilata come è conosciuta ancora oggi. Dai primi anni duemila, le settimane della moda si sono diffuse in diverse parti del mondo. Seppur timidamente, il mondo della moda comincia a trovare spazio anche in Paesi culturalmente e socialmente indietro rispetto alle grandi capitali mondiali. Un esempio è la Haiti Fashion week nata nel 2012. Siamo soliti conoscere questo territorio come uno dei più poveri al mondo. Colpita più volte da disastri ambientali come terremoti e uragani, la repubblica haitiana è popolata da una condizione di povertà degradante: il 54% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, e il lavoro è principalmente basato sul settore agricolo. In questo Paese è attualmente in corso una missione internazionale di aiuto sotto l’egida dell’ONU. Nonostante ciò, a fine gennaio 2018 (dal 28 al 31), accanto alle più importanti fashion week di Milano, Parigi, Londra e New York, ha avuto luogo la quinta edizione della Haiti Fashion week, in cui hanno sfilato una quarantina di designer caraibici, americani, africani e francesi, confrontandosi sul tema “Moda e innovazione”. L’innovazione haitiana si basa sull’uso di materiali sostenibili, unito alle procedure etiche e al rispetto dei territori, delle risorse e delle tradizioni delle comunità indigene. Fare moda ad Haiti significa affermare l’importanza delle proprie radici, proteggerle e rendergli omaggio, generando oggetti di sofisticata eleganza, nati in atelier ai piedi di Baobab, in cui la formazione viene fatta attraverso i racconti dei più anziani e viene messa in pratica dalla forza motrice femminile. Il risultato sono collezioni originali, nate dalla strabiliante capacità di improvvisazione di gente povera, che deve dare conto alla scarsità di mezzi, restando fedele alle tecniche di lavorazione tradizionali, che sempre più attraggono la moda internazionale. Non a caso, Stella Jean, designer italo-haitiana profondamente legata alle sue origini, è sempre molto attenta a creare sinergie tra piccoli produttori locali e le grandi imprese mondiali. Haiti oggi ci rende testimonianza di come la moda non rappresenti soltanto un fattore estetico, ma possa essere un veicolo per una crescita economica, sociale ed etica. Paola Preziosa

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Solo, intorno al mondo

MIMMO CORMIO Ideatore e promotore del movimento culturale “iologico“ che si prefigge lo scopo di valorizzare e rispettare l’unicità della persona e del territorio. Lo fa promuovendo uno stile di vita improntato su scelte ragionate e consapevoli, rispolverando un modello sociale ereditato dal passato. In questa rubrica v’introdurrà nel mondo della nautica, cominciando dalle barche storiche. Scoprirete un mondo diverso da quello solitamente rappresentato. Non solo beni di lusso e segni di opulenza, ma tanta cultura e testimonianze della nostra identità nautica e marinara. info@iologico.com www.iologico.com IOLOGICO

Quella degli uomini che hanno circumnavigato il globo in solitario, è una storia che comincia con Joshua Slocum. Nato nel 1844, all’età di 14 anni, inizia la sua esperienza di marinaio imbarcandosi come cuoco su un peschereccio. A 16 anni, persa la mamma, s’ imbarca come mozzo su una nave mercantile a vele quadre. Fu il capitano della nave a fare di Joshua, il valoroso uomo che ha solcato tutti i mari del mondo. Dal 1890, in seguito alla perdita del Libertade, la sua barca, Joshua lavora come maestro d’ascia fin quando, nel 1892, un vecchio comandante cacciatore di balene gli regala la propria barca, lunga poco più di 11 metri, datata 1801, Spray è il suo nome. In realtà si trattava di un relitto, ma le proprie abilità artigianali gli permisero di ridargli nuova vita e così, come scrisse nel suo libro: “ ...lo feci saldo, robusto e bello. Chiglia, braccioli e ordinate di dura quercia. Il fasciame era di pino della Georgia spesso tre centimetri e mezzo....” La sera del 24 Aprile del 1895, Joshua Slocum, a bordo dello Spray, salpò da Boston, senza una meta precisa. Dopo tre anni, due mesi e due giorni, dopo aver solcato 46.000 miglia, il 27 giugno del 1898 alle ore 01,00 gettò l’ancora nel porto di Newport, dopo aver circumnavigato il globo da est a ovest, in solitario!“Joshua” è anche il nome dato alla barca con la quale Bernard Moitessier, il vagabondo degli oceani, ha partecipato nel 1968, alla prima regata intorno al mondo senza scalo, in solitario. Tra le eccellenze italiane cito Ambrogio Fogar che, senza una grande esperienza velica, fu il primo italiano ad aver compiuto il giro del mondo in solitario, controvento, a bordo di “Surprise” una barca a vela in legno lunga 11 metri. E’ grazie a Fogar che gli italiani hanno conosciuto la vela. Altri navigatori in solitario italiani, sono Giovanni Soldini, tante le sue imprese in mare. Sul suo petto ci sono ben 2 medaglie d’oro al merito di Marina. Una di queste racconta il salvataggio di Isabelle Autissier, una concorrente francese naufragata durante una regata intorno al mondo in solitario. Come non menzionare Vittorio Malingri, figlio di Franco, entrambi “maestri di mare”, il primo italiano ad aver partecipato alla Vendée Globe. E poi c’è Francesco Cappelletti, skipper di 007, unico italiano a partecipare alla Golden Globe Race 2018, La partenza di questo giro intorno al mondo in solitario senza scalo e senza assistenza è fissata per il 1 luglio 2018, la durata prevista della sfida è di circa 9 interminabili mesi. Forza Francesco, tutti i lettori di Oltre saranno con te! Mimmo Cormio

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SOCIETà DI CAPITALI A RISTRETTA BASE PROPRIETARIA E PRESUNZIONE DI DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI FABIO ROMANO Dottore Commercialista e Revisore Contabile Titolare dello Studio Romano Via Napoli n.90, Andria e socio dello Studio Associato OKTO & Partners, Contenzioso tributario P.zza Sacra R. Udienza n.8, Trani. Specializzato in contenzioso tributario e consulenza aziendale; laureato in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari, Università di Siena; iscritto all’Albo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani; iscritto al Registro dei Revisori Contabili; C.T.U. e Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Trani. +39 0883 882744 info@studiofabioromano.it www.studiofabioromano.it STUDIOFABIOROMANO

In presenza di società di capitali a ristretta compagine sociale, è ormai consuetudine, da parte dell’Agenzia delle Entrate, attribuire il maggior reddito accertato in capo alla società anche ai singoli soci, in proporzione alle proprie quote di possesso. Tale modo di operare mira evidentemente ad ottenere in ogni caso la soddisfazione del credito erariale, e per quanto appaia in contrasto con “l’autonomia patrimoniale perfetta” di tale tipologia societaria, viene avallato dalla Corte di Cassazione, che, con plurime pronunce, afferma: “in tema di accertamento delle imposte sui redditi, è legittima la presunzione di attribuzione pro quota ai soci, nel corso dello stesso esercizio annuale, degli utili extra bilancio prodotti da società di capitali a ristretta base azionaria”. I Supremi Giudici introducono quella che tecnicamente viene chiamata presunzione semplice (ex art. 2729 c.c.), di fonte giurisprudenziale, che, trova fondamento nella ristretta base azionaria, consentendo l’accertamento in capo al socio del maggior reddito della società che si presume da lui percepito in proporzione alla sua partecipazione, salva “la facoltà del contribuente di offrire la prova del fatto che i maggiori ricavi non sono stati distribuiti” ovvero che sono stati percepiti da altri. In altre parole la Suprema Corte sancisce che in presenza di una società di capitali a ristretta base proprietaria (non necessariamente familiare), accertato un maggior reddito in capo ad essa, si può presumere che lo stesso sia stato “distribuito” ai soci, lasciando la possibilità al contribuente di fornire prova contraria. A parere dello scrivente tante sono le forzature di carattere logico e giuridico presenti nelle diverse pronunce della Corte di Cassazione che lasciano fortunatamente spazio a diverse strategie difensive, spesso accolte dai giudici di merito. Non ci resta che auspicare in un cambiamento di rotta da parte della Suprema Corte, che magari possa essere maggiormente orientato ai principi costituzionali e di diritto e meno penalizzante per i contribuenti. Fabio Romano

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43 • Oltre


N.I.D.I. 2018

NICOLA PUGLIESE Laureato in Economia & Commercio, e iscritto presso l’ODCEC di Trani. In questa rubrica e nella mia carriera professionale mi occupo di Finanza Agevolata, offrendo ai clienti e a tutti coloro che ne sono interessati, la possibilità di poter sfruttare i Fondi concessi dai vari enti Regionali, Provinciali, Comunali e dagli Enti Statali ed Europei per poter Avviare o Ammodernare/Ristrutturare le proprie Aziende. +39 333 4401047 info@nicolapugliese.it www.nicolapugliese.it http://pugliesenicola.blogspot.it DOTT. NICOLA PUGLIESE COMMERCIALISTA NICOLA PUGLIESE

Il già noto bando “N.I.D.I.” presente dal 2014, appone ulteriori importanti modifiche alla misura, estendendo notevolmente la platea di interesse. AGEVOLAZIONI La presente misura di finanziamento, consente l’avvio di un nuova attività d’impresa con un investimento tra i 10mila ed i 150mila euro, offrendo un finanziamento a tasso 0, un fondo perduto del 50% ed un ulteriore contributo in conto gestione pari a 10mila euro. Con la nuova modifica, inoltre è stato ampliato il fondo finanziabile, in caso di Passaggio Generazionale, rilevamento di impresa in crisi da parte dei dipendenti, società cooperative di lavoratori dipendenti dell’impresa confiscata a 250mila euro. Nel merito quindi il contributo prevede : • Investimento tra 10mila e 50mila euro – finanziamento 100% – fondo perduto 50% • Investimento tra 51mila e 100mila euro – finanziamento 90% – fondo perduto 45% • Investimento tra 100mila e 250mila euro – finanziamento 80% – fondo perduto 40% Inoltre è previsto un contributo 100% a fondo perduto (a rimborso) relativo alle prime spese di gestione (fitti, merce, polizze, servizi web etc..) fino a 10mila euro (20mila in caso di acquisizione aziende confiscate) Il prestito a tasso 0 dovrà essere rimborsato in 60 rate mensili. REQUISITI Per poter accedere alla domanda almeno il 50% dei proponenti devono avere uno dei seguenti requisiti : • Under 35 anni • Donne • Over 35, disoccupati da almeno un mese • Persone in procinto di perdere un posto di lavoro (Cassa Integrazione, Mobilità, dipendenti di aziende in liquidazione, in procedura concorsuale, o confiscate alla mafia) • Titolari di Partita IVA in regime di monocomittenza (non iscritti in CCIAA) • Soci lavoratori e Amministratori di cooperative sociali assegnatarie di beni immobili confiscati • Amministratori assegnatari della misura “PIN – Pugliese Innovativi” Sono in ogni caso escluse la candidature presentate da pensionati, dipendenti con contratto a tempo indeterminato, amministratori e titolari di partita IVA (anche se inattiva). Le attività ammissibile devo essere concentrate in uno dei seguenti settori: • Attività Artigiane o Industriali (costruzioni, trasformazioni, produzioni, etc..) • Attività di Servizi (servizi alle persone, servizi alle imprese, etc…) • Ristorazione solo ed unicamente con CUCINA (esperienza certificata di almeno un proponente) • Attività Professionali (solo attraverso studi associati) • E-commerce • Commercio al dettaglio o all’ingrosso e ristorazione senza cucina, solo ed unicamente in caso di aziende che intendano acquisire aziende confiscate alla mafia. La dotazione Finanziaria attualmente ammonta a 54milioni di euro. Nicola Pugliese

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Sostegno alle famiglie: quale priorità? paolo d’ambra Nato a Canosa 39 anni fa, si occupa di economia e finanza da circa 20 anni. Laureato in economia politica all’Università Cattolica di Milano, si è poi specializzato in economia pubblica e management bancario. Ha maturato esperienze lavorative a Milano, Parigi e Boston. Dal 2010 dirige filiali bancarie. Sposato e padre di due figli, nel tempo libero si occupa di politica, cultura, viaggi ed organizzazione eventi. paolo.dambra77@gmail.com

Con l’approssimarsi delle elezioni politiche si torna a parlare di sostegno alle famiglie e alla natalità. Nonostante si tratti spesso di attenzione al tema indotta dal timore che la popolazione immigrata possa sostituire quella italiana, dobbiamo apprezzare il fatto che la questione demografica sia tornata al centro di tutti i programmi elettorali; c’è chi propone una revisione del sistema fiscale che favorisca le famiglie, chi vorrebbe dei trasferimenti monetari diretti ai nuclei familiari numerosi, chi preferirebbe forme di sostegno come asili nido o maggiori congedi genitoriali. Tutte misure apprezzabili, ma che inevitabilmente si troveranno a fare i conti con la coperta ‘troppo corta’. Sta di fatto che il ritratto demografico della penisola per il 2017 disegnato dall’Istat ha fatto segnare un nuovo record negativo: appena 464 mila nuovi nati! Un declino che in pochi anni ha fatto registrare una notevole accelerazione, basti pensare che in soli 4 anni si sono persi circa 50.000 nuovi nati. Dobbiamo quindi scommettere sulla capacità del prossimo governo di interrompere questo trend negativo con adeguate politiche familiari. Ascoltando i diversi programmi elettorali si ha purtroppo la sensazione di essere di fronte a proclami realmente poco fattibili, e ciò lascia l’amaro in bocca perché sottovaluta le conseguenze che la cronica denatalità può produrre. Prima conseguenza uno squilibrio generazionale già in atto, e che sarà sempre più difficilmente gestibile; pensiamo alla questione previdenziale, e a quanto potrà essere ancora sostenibile un sistema in cui la popolazione anziana continua ad aumentare e quella giovane a diminuire. Un sistema di welfare è sostenibile quando la popolazione che produce ricchezza, tipicamente la parte più giovane, riesce a garantire il sostegno e l’assistenza sanitaria alla parte più anziana; in Italia, da questo punto di vista, siamo già in emergenza. Da questa considerazione dovrebbe partire il prossimo governo, tenendo bene a mente che in Italia la popolazione over 65 è al 22,6% contro il 13,4% dei giovani under 15. E dovrebbe guardare alle esperienze di altri Paesi europei che, con adeguate politiche di supporto alle nascite, sono riusciti ad invertire la tendenza. Senza dimenticare gli stringenti vincoli di bilancio! Siamo dunque in un vicolo cieco? Forse no, se solo si scegliesse di puntare ad un obiettivo particolare. Per esempio ai giovani tra i 25 e i 34 anni, che sono nella fase cruciale delle scelte di lavoro e di vita, e che si sono trovati ad affrontare la più grande recessione della storia proprio in questa fase delicata. Attualmente circa il 30% dei giovani tra i 25 e i 34 anni ha smesso di studiare e non ha mai lavorato, proprio nell’età in cui si è al massimo della capacità di produrre ricchezza. E non è un caso che cresce il numero di famiglie under 35 sotto la soglia di povertà, mentre diminuisce quello delle famiglie over 65. Da questa classe di popolazione bisogna ripartire, mettendola in condizione di contribuire alla crescita economica e alla ripresa delle nascite. Il prossimo governo, qualunque colore esso abbia, dovrà far leva su questa generazione per cominciare a ridurre gli squilibri generazionali. Paolo D’Ambra

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La focaccia barese

GAIA MARCHESE Food blogger, condividendone le idee, sostengo il movimento culturale “iologico“. Lo faccio attraverso la diffusione di una maggiore consapevolezza alimentare. Nel mio blog parlo di dieta mediterranea concentrando maggiormente l’attenzione sullo stile di vita. Mostro il creare e non solo il creato. Per questo anche nel mio canale youtube pubblico video tutorial che facilitano e invogliano all’auto produzione alimentare. Interagisco con voi sulla mia pagina Facebook, che vi invito a visitare. Che il Sole vi baci! gaia@iologico.com ilgaiomondodigaia.blogspot.com IL GAIO MONDO DI GAIA PAGNOTTELLAALVEOLATA

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Mio nonno abitava in un palazzo antico, nel cuore del centro storico, ai piedi del quale vi era un panificio. Quando io e la mia famiglia gli recavamo visita, puntualmente si faceva un salto in quell’universo di sbuffi di farina, fragranza incomparabile e gradevole tepore, soprattutto d’inverno. Occasionalmente, facilitata dall’estrema vicinanza, i miei mi permettevano di andarci da sola, scortata dalla loro premurosa presenza al balcone. Ero piccola, ma quanto grande mi sentivo varcando quell’ingresso! Prima, però, temporeggiavo qualche secondo per un esame visivo su tutto quanto fermentava al di là della vetrina. “Buongiorno, un pezzo di focaccia, per favore”. Intanto, l’occhio registrava quel che incontrava in laboratorio, la cui porta, spesso spalancata, lasciava scorgere l’andirivieni degli imbiancati panettieri, dal tavolaccio di impasto all’infornata e sfornata, tra pane, taralli e focaccia. Come festosi delfini, le mani s’immergevano in morbide onde di massa bianca formando distese di impasto, in teglia, pezzate di rosso, come boccioli di papaveri sotto il sole cocente di un forno. E mi fermavo lì, in un punto del vestibolo, a meravigliarmi di tanta attività e dedizione. Con o senza patata, con o senza semola, con o senza olive, di focacce pugliesi ci sono tante versioni quanta è la fantasia di chi le realizza. Quella che preferisco è la focaccia barese DOC, che si distingue per la superficie ammantata di pomodori e costellata di olive baresane. Rigorosamente cotta nella tipica teglia in ferro, dalla forma a tappo di bottiglia di birra. Solo il ferro riesce a rendere croccante al punto giusto il fondo della focaccia. La si gusta sempre calda perchè non ha mai il tempo di raffreddare di fronte alla incontenibile voglia di divorarla, prestando attenzione, però, all’elevata temperatura dei pomodori e al nòcciolo delle olive. Molto probabilmente siamo in molti ad aver vissuto questa esperienza. La stessa, rimasta nella memoria emozionale di ciascuno di noi ed è forse per questa ragione che ancora oggi, pur avendo ognuno assunto uno stile di vita differente, a metà mattinata, sente il forte desiderio di recarsi in un panificio per chiedere un “calmante”, quel pezzo di focaccia che spesso lo si divora come farebbe una stella di mare, direttamente con lo stomaco, calmando il proprio appetito e ricongiungendoci col nostro originario io. Un gesto per affermare la propria identità. La focaccia è per i baresi, insieme ad altre prelibatezze culinarie, un simbolo identitario. Le madeleine stanno a Proust come la focaccia sta al barese DOC! Che il Sole vi baci! Gaia Marchese


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Una storia nera di Antonella Lattanzi

Copertina del Libro

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ultimo romanzo di Antonella Lattanzi, “Una storia nera”, è un noir dai toni forti, dalla crudeltà profonda, dalle emozioni di pancia. I pensieri, come le azioni che evocano, si susseguono a ritmo incessante, e al lettore non è concesso il tempo di pensare, di contaminare la storia con supposizioni: ne è semplicemente investito. La violenza di questa storia risiede in prima istanza nel romanzo stesso; non in Vito, non in Carla, non nel crudele scenario costruito dall’autrice, quanto più nella struttura narrativa, fatta di frasi taglienti, incisive, di periodi lunghi da togliere il fiato. “Una storia nera” parla violentemente al lettore, senza filtri; ne tocca le corde più fragili, lo interroga, lo mette a nudo, lo porta a prendere le parti di chi mai avrebbe pensato di difendere, a cercare una giustificazione, a non trovarne nessuna e cento al tempo stesso. “Una storia nera” è un dramma familiare, un saggio sulla violenza, e sull’odio, e sull’amore. È la storia di due che si sono amati, che si sono amati tanto, e che ancora lo fanno. È la storia di un amore lungo una vita intera. Di un amore che può essere crudele. Che spesso, tra le mani di Vito, lo è diventato. Per un sorriso in più, per un vestito troppo corto.

È la storia di Carla e Vito, che dopo due anni dal divorzio si rivedono -quasi- pacificamente in occasione del terzo compleanno della figlia minore: la festa si svolge tranquillamente, ma nelle ore successive di Vito si perdono le tracce. La sua famiglia, quella vecchia di Massafra e quella nuova di Roma, lo cercherà con folle disperazione, insieme alla sua seconda, clandestina, famiglia: quella della sua amante e della sua quasi-figlia. “Una storia nera” indaga più che la scomparsa di Vito, la ragione, la giustificazione, il senso della violenza. Carla, vittima per una vita intera, diventerà assassina per una presunta legittima difesa; ma se il confine tra schiaffi e baci, tra attacco e difesa, tra odio e amore è così labile, chi è esente dal raptus, da quell’istinto primordiale, animale, che ci scorre nelle vene, che ci inquina il sangue, che finisce per mischiare le carte in tavola, per ribaltare i ruoli? Quando la vittima diventa carnefice, e quando il carnefice diventa vittima, è chiaro che il confine è stato oltrepassato. Di poco, ma è abbastanza per chiedersi se la violenza non alberghi dentro ognuno di noi. Se non possiamo considerarci tutti, indistintamente, dei potenziali assassini. Mimmo Cormio



Scoprire e comprendere il mondo attraverso l’arte: apre il Museo dei bambini a Trani

www.mamamu.it www.facebook.com/MAMAMU.museo/

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i parla continuamente di fuga di cervelli, di chi speranzoso guarda oltre i propri confini per costruirsi una condizione di vita migliore e per appagare le proprie ambizioni. Ma c’è una tendenza parimenti lodevole: la tendenza a ritornare. Esperienze, di lavoro, di vita vissuta, alle volte in maniera eccellente come nel caso delle due fondatrici, altre volte al di sotto delle aspettative. In ogni caso prevale, però, il richiamo di madre terra che qui, mai come prima, si traduce in quello di mamma Puglia. Sono due mamme, infatti, le fondatrici del MAMAMU, il museo dei bambini. Paola Cirilli, 34 anni, laureata in Sociologia e mamma di Vittoria e Ludovica e Marzia Ferrara, 32 anni, laureata in Archeologia e mamma di Sveva. Due mamme, sì, ma prima di tutto due donne. La radice comune è la spinta di offrire qualcosa di più ai propri figli, di incanalare la percepibile e vibrante energia in un progetto condiviso che valorizzi il territorio e le prospettive di vita di tutti. Al centro l’arte, la manualità e la bellezza. MAMAMU nasce per diffondere l’educazione non formale, secondo il metodo pedagogico dei Children’s Museums. L’obiettivo è immergere i bambini in un percorso sensoriale, fatto di tappe, di scoperte, di apprendimento e di meraviglia.

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Si può conoscere il mondo attraverso l’arte? Certo, ma non solo. Con l’arte si impara a “sentire”. Il lavoro di empatia, di immedesimazione qui agisce contemporaneamente a quello creativo. Non una mostra passiva, ma un percorso in cui i bambini, accompagnati dai propri genitori, scoprono e apprendono l’arte dagli esordi (l’uomo primitivo) al surrealismo. Le attività del museo sono rivolte a bambini dai 6 mesi ai 12 anni. Lo scenario? Una elegante masseria del 1600 immersa nella natura, Villa Carcano. La villa apre i suoi spazi all’esposizione Mamamu e sposa il progetto lasciando come ultima tappa del percorso creativoesperienziale una bellissima sala affrescata che lascerà senza fiato grandi e piccoli. A guidare il “viaggio” un cantastorie, Cantarella. La mostra “Occhio, si parte” sarà aperta al pubblico dal 1° marzo al 30 giugno 2018. Tutto questo dove? A Milano? a Roma? No, in Puglia, a Trani. C’è un sud che grida innovazione, partecipazione e consapevolezza. C’è un sud che vuole bene ai suoi figli e che li invoglia a restare. Ci vediamo al Mamamu, dove i piccoli scoprono e i grandi imparano. Stefania Pastore


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