Oltre Magazine n. 1 gennaio/febbraio 2021

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VEKAL Hybrid MY 2021 La tecnologia ad alte prestazioni incontra l’innovazione d’avanguardia. Nasce la prima Vekal elettrica su meccanica Maserati Ghibli Hybrid. Vekal Hybrid è in grado di erogare 330CV grazie all’azione congiunta del motore a 4 cilindri e del motore elettrico da 48V che supporta il motore a combustione quando è necessaria più potenza, recuperando energia durante la decelerazione.



SOMMARIO

IN EVIDENZA Con questo primo numero del 2021, Oltre Magazine festeggia i suoi primi 20 anni! Un traguardo importante per una rivista che si è presto affermata come punto di riferimento per i professionisti del funerario, testimone dei profondi mutamenti che in questo ultimo ventennio hanno coinvolto il settore. È per noi un momento significativo e siamo lieti di condividerlo con i nostri lettori!

PARLIAMO DI... I nostri primi vent'anni

Per la rubrica culturale continua il viaggio nell’affasciante mondo nuragico alla scoperta delle Tombe de Giganti di Arzachena. Si parla anche del Cimitero delle 366 fosse di Napoli, un luogo poco conosciuto e in uno stato di semi-abbandono che andrebbe senz’altro rivalutato, in quanto testimonianza di un tragico periodo della storia della città partenopea.

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ASPETTANDO TANEXPO

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Come sarà il funerale del futuro? Ce lo anticipa un articolo che osserva quanto avviene nei Paesi anglosassoni, spesso precursori di tendenze che in breve trovano terreno fertile per attecchire anche nella nostra cultura. Cerimonie sempre più personalizzate e laiche, non più espressione di cupo dolore, ma piuttosto una “celebrazione della vita”, quella di chi ci ha lasciato. Non poteva mancare un ricordo dei due grandi campioni del calcio mondiale, pressoché coetanei, scomparsi a poche settimane di distanza: Diego Armando Maradona e Paolo Rossi, due vite segnate da innumerevoli parallelismi, ma anche da evidenti differenze.

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legale, fiscale Eredità digitali (I parte)

PARLIAMO DI... Un aiuto per riconnettersi con la vita

news prodotti I cofani personalizzati. La parola ai Clienti!

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NEWS PRODOTTI Ambienti a prova di virus

in libreria Mi chiamo Happy

in memoria Vite parallele

CIMITERI D'ITALIA Il Cimitero delle 366 fosse

legale, fiscale Cancella il debito!

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cultura Le Tombe dei Giganti

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Direttore Responsabile: Alberto Leanza redazione@oltremagazine.com Segreteria di Redazione: Raffaella Segantin r.segantin@oltremagazine.com Pubblicità: commerciale@oltremagazine.com Spedizione in abbonamento postale. Diffusione in 8.000 copie, inviato a tutti gli operatori italiani del settore.

Registrazione: Tribunale di Bologna n° 7053 del 23/10/2000 Copyright: Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, seppure parziale, di testi e fotografie, se non con autorizzazione scritta e citando la fonte. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati rimane esclusivamente agli autori.Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Fonti Iconografiche: Adobe Stock, Elena Caradonna, Creative Commons, Massimo Cocchi, Dreamstime, Flickr.com, Pasquale Leuzzi, Miranda Nera, Stefano Montaguti, Raffaella Segantin, Wikipedia Commons impaginazione: Pixel Advertising di Elena Caradonna - Zola Predosa (BO) Stampa: Mediaprint srl - Via Brenta 7 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)

Oltre Magazine Periodico di informazione dell’imprenditoria funeraria e cimiteriale Bimestrale Anno XXI - n°1 Gennaio-Febbraio 2021 OLTRE MAGAZINE

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Direzione, Redazione, Amministrazione: Bexpo srl Via Alfieri Maserati, 20 - 40128 Bologna tel. 051 282611 - fax 051 6374097 redazione@oltremagazine.com

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I nostri primi vent’anni di alberto leanza

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Oltre Magazine compie 20 anni: ripercorriamo brevemente la sua storia e con essa la storia dell’ultimo ventennio del mondo della funeraria.

“Quella che inizia è la nuova, stimolante avventura di un gruppo di persone accomunate da una grande curiosità, dalla voglia di conoscere e di imparare, dal desiderio di confrontarsi su argomenti che fanno parte della vita e della quotidianità ma dei quali spesso si parla con disagio e quasi con fastidio, dalla speranza di intraprendere un cammino capace di condurre a risultati

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importanti, dall'ambizione di costruire, da subito, un qualcosa in grado di crescere, giorno dopo giorno, fino a trasformarsi nell'osservatorio privilegiato di un segmento di mercato che, certo, costituisce una voce significativa nell'economia nazionale e nell'immagine del Made in Italy.” Queste le parole della pagina di apertura del “numero Zero” di Oltre Magazine. 

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Eravamo alla fine dell’anno 2000 quando tutto il pianeta era ancora in fermento per l’inizio del nuovo millennio, quello che nell’immaginario collettivo ci avrebbe traghettato nel futuro e fatto diventare parte di un mondo diverso e migliore. Ovunque era palpabile un’aura di entusiasmo, una forza contagiosa che coinvolgeva ogni attività. È in questo contesto che nasce la nostra rivista con la certezza di offrire un nuovo ed efficace strumento a sostegno dei professionisti del funerario.

nerale, nella società che nel nostro ambito specifico dove possiamo senz’altro affermare che in questo ultimo ventennio sono intervenuti più cambiamenti di quanto non ne siano occorsi nei cinquant’anni precedenti. E pensiamo di aver fatto anche noi la nostra parte grazie ad una puntuale informazione e all’attuazione di alcune iniziative ad hoc.

E l’iniziale avventura di questo gruppo di entusiasti visionari si è

Oltre Magazine fin dagli albori ha, infatti, sempre dato ampio spazio a tematiche di stringente attualità. Un esempio su tutti è costituito dalle case funerarie. Abbiamo cominciato a parlarne fin dai primi numeri, quando in Italia praticamente ancora non esistevano; ci siamo fatti promotori del concetto di casa funeraria quale modello di un servizio necessario alla comunità. Per questo abbiamo analizzato il fenomeno in tutte le sue sfaccettature: dagli aspetti normativi a quelli progettuali, relazionando sulle più significative realtà straniere, e successivamente illustrando le prime realizzazioni sorte nel nostro Paese.

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 Il "numero Zero" di Oltre Magazine

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presto trasformata in una solida realtà che anno dopo anno è stata a fianco del comparto, registrando ogni momento importante che ha segnato le trasformazioni di un settore così particolare e delicato dove coniugare innovazione con tradizioni secolari, abbattere pregiudizi e stimolare la consapevolezza di esercitare una professione unica che merita il dovuto rispetto era ed è tuttora un obiettivo di non facile raggiungimento. Sono così trascorsi 20 anni in cui tante cose sono cambiate sia, in geOLTRE MAGAZINE

La professionalizzazione della categoria è un altro tema a cui la redazione della rivista è sempre stata particolarmente sensibile. Grazie alla costituzione del CSO - Centro Studi Oltre, istituito per iniziativa dell’allora direttore Carmelo Pezzino, sono stati organizzati numerosi incontri, dibattiti e workshop 



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formativi in varie parti d’Italia con relatori di assoluto prestigio che si sono confrontati sulle tematiche più diverse per cercare di fornire agli operatori tempestivi aggiornamenti. Se scorriamo gli articoli delle rubriche di attualità che il giornale ha ospitato in questo ventennio, ci possiamo facilmente rendere conto della portata del cambiamento che non ha coinvolto solo l’avvento delle case funerarie e delle sale del commiato. Un diverso atteggiamento della Chiesa ha determinato una affermazione sempre più crescente della cremazione modifi-

morare la perdita degli animali d’affezione: un'ulteriore sfida a cui essere preparati e al contempo una nuova opportunità per far crescere la propria attività. Gli operatori hanno compreso l’importanza del marketing e della comunicazione e anche le imprese a conduzione familiare, che costituiscono lo zoccolo duro nel nostro Paese, si stanno sempre più strutturando e organizzando secondo moderni modelli aziendali per essere in grado di offrire alle famiglie un ventaglio completo di servizi. Analizzando i focus sui prodotti è

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cando nell’arco di pochi anni prassi e tradizioni antiche e profondamente radicate. È aumentata inoltre la richiesta di funerali laici o comunque sempre più personalizzati a cui le imprese funebri devono essere in grado di far fronte. Una mutata sensibilità ha comportato anche il bisogno di comme-

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evidente come anch’essi abbiano seguito l’evoluzione generale del settore. Il clima di cambiamento non ha sicuramente colto impreparate le aziende che, investendo in studio e ricerca, hanno reso disponibile sul mercato una vasta scelta di articoli esteticamente sempre più raffinati e di indiscussa qualità accanto a soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Un trend inarrestabile che possiamo toccare con mano a Tanexpo, edizione dopo edizione. Ma Oltre Magazine è anche cultura, psicologia, storia, arte, costume e curiosità, affrontati sempre

Non si può negare la morte o significat egare il mb ini ? ome spi rte ai ba il più ri de lla mo essa ent o che lor sì bile nella Come far Sono ente possi bamenti? lle naturalm creare tur de vita senza e più fre qu en ti che nd siti le do ma stessi que e sono gli a tu per mamme ando ero posta qu istico di mi sono bino aut i, un bam aro dell’es tu con Leo tutto ign ondel i ann nostro inc dieci su morte. Il la del ett rifl ere stenza dotta a ne con zio ha ica tro mi comun etti della sottovalutati: molti asp nto el mome uto stufino a qu e ho dov con a ragion to est tat qu per in con entrare diare, per ciale. osa di spe lui, qualc

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Un ringraziamento speciale lo voglio dedicare a Carmelo Pezzino,

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nostro giornale e, più in generale, del nostro lavoro. Ed infine, “ultimo ma non meno importante”, un sentito ringraziamento mio e di tutta la redazione va ai nostri affezionati lettori che ci seguono con costanza ed entusiasmo e da cui spesso riceviamo gradite note di stima. Con tutti voi

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Riposare per semp in un par re co di STEFA NO

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Desidero inoltre esprimere profonda riconoscenza ai nostri inserzionisti che negli anni hanno scelto Oltre Magazine per veicolare le proprie campagne pubblicitarie. Il loro sostegno non rappresenta solo una risorsa essenziale da cui la rivista non può prescindere, ma è anche indice di fiducia e un tangibile riconoscimento della validità del

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abbiamo condiviso un pezzo di storia e ci auguriamo di aver contribuito con il nostro operato a infondere dignità e orgoglio a questa professione, troppo spesso bistrattata, a cui va invece riconosciuto il suo grande valore sociale. Non so che cosa ci possa riservare il futuro, mai come in questi mesi siamo diventati consapevoli di come le cose possano cambiare all’improvviso ed inaspettatamente. Di certo continueremo su questa strada con l’impegno e la determinazione di sempre, aperti a recepire ogni stimolo e ogni novità che ci possa far crescere ulteriormente e continuare ad essere di supporto agli operatori. OLTRE MAGAZINE

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da cui, insieme a Nino Leanza, tutto ha avuto inizio. Direttore della rivista per sedici anni, a lui va riconosciuto il merito, per la sua competenza e professionalità, di aver reso Oltre Magazine quel “luogo d’incontro” aperto a tutti dove ritrovarsi per condividere argomenti, esperienze ed idee di interesse comune.

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Oltre Magazine è una pubblicazione completa che sono orgoglioso di dirigere, un vero punto di riferimento per i professionisti del settore, che non manca di ricevere entusiastici consensi anche da lettori provenienti da altri ambiti. Ringrazio pubblicamente i tanti collaboratori che con il loro lavoro e i numerosissimi contributi hanno determinato il successo del giornale. Augurandomi di non far torto a nessuno, tra le tante persone che con i loro articoli hanno fatto la storia della rivista, desidero far giungere un particolare grazie a Pietro Innocenti alias “Il Viaggiatore”, il nostro corrispondente estero, costantemente in giro per i quattro angoli del pianeta. Gli anni di esperienza nel settore, la sua vasta cultura accompagnata dal piacere della scrittura, la padronanza di

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numerose lingue straniere e la sua innata curiosità hanno regalato ad Oltre pagine di grande interesse, facendogli conquistare il primato per numero di articoli pubblicati.

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nell’ottica che attiene al lutto e alla morte: un universo immenso che ci impegniamo a scoprire e a far conoscere. Abbiamo inoltre seguito i principali avvenimenti che si sono succeduti in questo ventennio dando puntualmente notizia dei grandi eventi luttuosi che hanno segnato e commosso il mondo: dall’attacco alle Torri Gemelle ai disastri naturali come lo tsunami del 2006, dai terremoti che hanno devastato parte del nostro Paese al crollo del ponte di Genova, per finire con gli approfonditi servizi sulla pandemia da Sars-cov2 che ci vede ancora tristemente coinvolti. Non abbiamo mai tralasciato di dedicare articoli anche ai grandi personaggi che ci hanno lasciato perché pensiamo che ricordarli insieme sia il modo più bello per rendere loro omaggio.

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Nuova collaborazione e sinergia con Terrybear Da quattordici anni, Funeral Products offre un'ampia selezione di urne e gioielleria commemorativa per i propri cari e animali domestici, composta esclusivamente da prodotti di alta qualità in ottone, ceramica, vetro e materiali ecologici, realizzati responsabilmente. È di ora la nuova partnership con Terrybear, leader statunitense degli articoli commemorativi, che punta a servire l’Europa, il Regno Unito e l’Irlanda attraverso un partner forte e con una conoscenza approfondita delle richieste e delle normative locali. Ma non solo. “Utilizzando le competenze e tutta l’esperienza acquisita negli anni, stiamo lanciando una nostra linea di prodotti innovativi e di alta qualità in ottone - dice Peter Biemans, titolare e direttore di Funeral Products - progettata dal nostro reparto design e prodotta dagli artigiani di Terrybear, che stupirà sicuramente”. Per le due aziende la responsabilità sociale è un valore imprescindibile e le relazioni personali con i dipendenti, la clientela e i fornitori vengono al primo posto. Questa forte connessione, davvero unica, darà sicuramente impulso a creazioni innovative e a risultati duraturi sul mercato. Pad. 16 Stand D50

È tanta quindi la curiosità per le nuove collezioni che Funeral Products presenterà a Tanexpo.

Il ricordo per sempre in un gioiello Ines Bouwen è il marchio belga che farà il suo debutto in occasione della prossima edizione di Tanexpo. Alla guida, le sorelle Ines ed Inge Bouwen, che hanno ereditato la passione e l’arte della gioielleria dai genitori riuscendo a trasformare il loro primo negozio, situato nel soggiorno di casa, in una solida azienda. Linee eleganti, fatte a mano, ispirate alla natura, all'architettura, all'arte o ad un semplice pensiero. I gioielli, perfettamente rifiniti in oro e argento, sono il frutto di una continua sperimentazione con gli elementi, fino a creare qualcosa di magico e completamente sostenibile grazie all’uso di diamanti etici. Sono le mani esperte degli artigiani a dare vita a queste splendide creazioni, realizzate inserendo un contenitore nascosto in cui conservare una piccola quantità di ceneri del defunto. Una soluzione di classe, ma anche discreta e versatile che permette di indossare il gioiello ogni giorno, anche senza contenitore, e di cambiare ed alternare i ciondoli in base al proprio stile. Pezzi unici che vengono personalizzati per soddisfare le esigenze del cliente, lavorati con cura incidendo un nome, un messaggio o un’impronta digitale. Un modo del tutto personale per rendere eterno il ricordo dei propri cari. 12


Pad. 21 Stand C29-31

L’evoluzione “La bellezza salverà il mondo per questo la ricerchiamo nei materiali e nel design”. Ecco il principio fondamentale che ispira l’attività di Palladini Milano. “Ascoltare le necessità di chi lavora ogni giorno sul campo ci aiuta a proporre novità per semplificare il vostro lavoro con lo stile che da sempre ci contraddistingue”. prosegue Michele Bertolli, che fa del rapporto con il cliente uno dei fondamenti dell’azienda; soddisfare ogni esigenza è il motore che ispira ogni sua creazione. Innovare e rinnovare sono le parole chiave che spingono la casa milanese ad una costante ricerca per dare vita ad oggetti dal disegno sobrio e mai scontato, elegante e allo stesso tempo tecnico. Le linee definiscono la bellezza di coccarde, portamanifesti e tavoli; acciaio e legno massello descrivono le preziose urne; le fantasie colorano la cartotecnica; le idee prendono vita nelle mani artigiane di una piccola realtà tutta italiana pronta per nuove scoperte di stile. Siamo certi che a Tanexpo Palladini Milano sorprenderà nuovamente il visitatore con l’artigianalità dei prodotti made in Italy. Oggetti di classe realizzati con maestria, passione e scrupolosa cura di ogni dettaglio per garantire unicità ed eleganza. Pad. 22 Stand A49-B52

Present L, fatti un regalo! Unione di qualità ed eccellenza, Renova propone dal 2014 autofunebri di classe sviluppate nel cuore della “Motor Valley” per aprirsi all’intero mercato internazionale. L’azienda vanta infatti esperienza e conoscenza del settore garantite dalla professionalità e dal know-how di Wainer Righi che si traducono in veicoli eccellenti dalle alte prestazioni. Benvenuti nel mondo Renova dove le migliori tecnologie si uniscono con l’eleganza delle forme per dare vita a modelli di qualità e allo stesso tempo funzionali. In questo scenario si colloca l’ultima creazione della casa modenese, la nuova ed esclusiva Present L su meccanica Mercedes Benz W213. I pregi? Senza dubbio i numeri! 6.280 mm di lunghezza per un veicolo con un vano feretro di 2.300 mm, 4 porte e 4 posti non solo comodi, ma anche eleganti grazie ai sedili rivestiti in pelle, esattamente come nella versione originale. Un altro punto di forza dell’azienda modenese è sicuramente il servizio di assistenza senza eguali per dare al cliente la certezza di scegliere un veicolo affidabile. Non resta che scoprire la nuova Present L - 4P e l'intera gamma Renova durante la prossima edizione di Tanexpo. Accendete i motori! 13


Pad. 22 Stand B43-C44

Innovatori per vocazione Sortem sarà nuovamente presente a Tanexpo e in questa edizione condividerà lo stand con Ánima, azienda di nuova costituzione dedicata esclusivamente ai prodotti per l'addio all'animale domestico. Per Ánima sarà l'occasione per confermare la buona accoglienza che l'azienda ha avuto sin dalla sua presentazione al settore. “Aggiornarsi per migliorare, migliorare per distinguersi” è l'obiettivo dell'ampio catalogo di corsi professionali realizzati da Sortem: tanatoprassi e tanatoestetica anche con l’uso dell’aerografo con pratiche sul campo. In fiera Sortem promuoverà i propri corsi tenuti anche in Italia attraverso una nuova piattaforma e-learning; il primo a partire sarà proprio quello di tanatoestetica.

Pad. 16 Stand A53

Inoltre, Sortem e Ánima presenteranno a Tanexpo la partnership con LoveUrns, di cui sono i nuovi distributori per Italia, Spagna e Portogallo. Conosciuti in tutto il settore per l'alta qualità delle loro collezioni, le urne LoveUrns sono garantite da un distintivo sigillo olografico e dallo slogan che ne definisce la filosofia aziendale "Handcrafted with Love" (fatto a mano con amore). Uno spazio aperto e funzionale accoglierà i visitatori che, scoprendo tutte le novità in esposizione, vedranno soddisfatte le loro aspettative.

L’esperto di fiducia per l’addio agli animali Ad Altedo, nelle campagne bolognesi, dal 2011 ha sede Vita Nova, casa funeraria e onoranze per animali. L’esperienza trentennale maturata sul campo dal team di Barbara Mainardi, che continua con passione l’attività fondata dal padre, consente di affrontare con professionalità ogni situazione, guidando il cliente verso la scelta più adeguata. “Chi si trova a dover affrontare la morte del proprio pet, può affidarsi a noi per il ritiro della salma e l'eventuale cremazione singola o collettiva, oppure per la sepoltura presso Il Paradiso di Tom & Jerry, così da conservare il ricordo per sempre”. Vita Nova infatti dispone anche di un parco cimiteriale, in cui riposano già 1200 animali, e di un proprio impianto di cremazione, by Gem Matthews, con cui serve tutta l’Emilia-Romagna e le regioni limitrofe.

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Davvero un servizio d’eccellenza a cui rivolgersi, scelto anche per l’addio di Storm, tigre siberiana di 220 kg, scomparsa dopo 18 anni di profondo rapporto con il suo addestratore con cui ha condiviso un lungo tratto di vita. Vita Nova ha predisposto per lui un servizio speciale per il trasporto e per la cremazione. Per Barbara e il suo team un’altra sfida vinta, orgogliosi di aver restituito Storm all’amore dei suoi cari!



Cella a 2 posti salma con possibilità di inserimento carrelli

Dimensioni

Technical Data

96 cm

240 cm

218 cm

Dimensioni porta

Dimensions of the door

85 x 197 H cm

Cella frigorifera per il contenimento di n° 2 salme, di tipo frontale senza pavimento e con porta unica per i due posti. La peculiarità di questo modello di cella frigorifera è che permette anche l’inserimento, direttamente all’interno del vano, di un carrello portaferetri o di un’autocaricante assieme al feretro. Box proposto sia nella finitura interna ed esterna di acciaio verniciato dello spessore di 6/10, oppure nella finitura interna ed esterna in acciaio inox AISI 304 dello spessore di 6/10. Isolante termico costituito da iniezione tra le due lamiere di poliuretano espanso densità 40 Kg/ mc. dello spessore di 80 mm, atossico ed autoestinguente. Struttura interna per l’accoglimento feretri realizzata in profilo sagomato di acciaio inox Aisi 304 2B con dotazione di una barella porta salme dotata di attacchi per autocaricante e un sistema a slitta per cofani.


• Un posto salma con barella o kit scorrimento cofano • Un posto salma con cofano

• Un posto salma con barella o kit scorrimento cofano • Un posto salma con autocaricante abbinata a barella da recupero o cassone da recupero

• Un posto salma con barella o kit scorrimento cofano • Un posto salma con carrello portaferetri

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Impianto frigorifero in versione monoblocco posizionato sopra il soffitto della cella e funzionante a temperatura media di 0°C (-5°C/+5°C). Quadro comandi elettronico a lettura digitale con termostato, termometro, timer sbrinamenti, allarmi per anomalie e variazioni di temperatura. Il montaggio delle celle con impianti monoblocco non presenta particolari difficoltà e può essere eseguito, su richiesta, anche da personale tecnico direttamente incaricato dal committente, seguendo attentamente lo schema di montaggio in dotazione alla cella. L’installazione può essere eseguita, previo preventivo, direttamente da personale tecnico della CEABIS.

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OSCAR MARTA

www.vezzani.it

www.ceabis.it t. 0429 602323 info@ceabis.it

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ATTUALITà

Funerali su misura di DANIELE FOGLI E Manuela Pirani*

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Esploriamo in questo articolo, e in un successivo che sarà pubblicato prossimamente, come sta cambiando la cerimonia funebre nei Paesi anglosassoni, allontanandosi sempre più dai modelli tradizionali. Prima dell’emergenza Covid e delle sue pesanti implicazioni anche nell’ambito della elaborazione del lutto, un considerevole numero di dolenti nel mondo appariva sempre più propenso a scegliere per i propri cari un funerale su misura o a tema, cioè un servizio funebre non standardizzato, ma maggiormente in grado di riflettere quelle che

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erano state in vita le inclinazioni e le passioni del defunto. Nel mondo anglosassone, praticamente ogni agenzia funebre degna di questo nome ha in serbo, nella propria gamma dei servizi offerti, il cosiddetto “tailored funeral”, per l’appunto il funerale su misura che si va ad aggiungere ad un ventaglio di proposte che già comprendeva una 


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Foto di Syda Productions

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possibile varietà di opzioni: dal carro trainato da cavalli al posto dell’autofunebre, ad un tema che richiami il colore preferito del defunto, a composizioni floreali meno tradizionali, a musiche alternative, a lapidi e persino gioielli funebri ad hoc.

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L’obiettivo dichiarato per il mercato funebre resta in ogni caso quello di essere in grado di offrire ai dolenti il funerale che vogliono e di cui hanno bisogno, in un’ottica familiare o nel rispetto di precise volontà del defunto, partendo da un approccio modesto, per arrivare a scelte caratterizzate da originalità e voglia di stupire. Ciò può esplicitarsi nella scelta – fuori listino – di particolari musiche accompagnatorie, di uno specifico dress code da richiedere ai partecipanti o da far utilizzare dallo staff dell’impresa, di feretri ed accessori funebri personalizzati o di mezzi di trasporto alternativi per accompagnare il feretro alla sua destinazione finale.

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Si sta lentamente affermando una diversa tendenza: un profondo cambiamento nel modo di considerare il funerale stesso, non più esclusivamente momento di cordoglio in cui porgere l’ultimo addio, ma occasione per celebrare la vita e tutto ciò che, in essa, il defunto aveva particolarmente amato.

Nel Regno Unito, un numero crescente di britannici sembra ricercare sempre

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più sepolture eco-friendly: con materiali compostabili, con destinazione finale in luoghi naturali, come il bosco, e con un albero piantato all’uopo al posto della tradizionale croce o lapide, ad indicare il luogo dove si trova la tomba e dove i congiunti potranno recarsi per omaggiare defunto. Un numero sempre maggiore di società inglesi si adopera per realizzare funerali personalizzati direttamente in fienili, foreste, nei pressi delle zone naturalistiche prescelte o addirittura nei pub.

Una società calcistica inglese del West Yorkshire ha invece … giocato d’anticipo, creando uno specifico pacchetto funebre per i propri tifosi, a tema interamente calcistico, che comprende il cofano realizzato nei colori della squadra oppure l’utilizzo di una bara tradizionale coperta con la maglietta della squadra con il nome della persona scomparsa; la corona di fiori coi colori sociali accompagnata da un biglietto di condoglianze della società calcistica; il corteo funebre che sfila al ritmo dell’inno della squadra; la veglia della salma nell’ambito dello stadio, in una sala catering appositamente predisposta; l’annuncio del decesso, sia con altoparlanti all’interno dello stadio, che con stampa sul programma calcistico delle partite in casa; e, non ultimo, la dispersione delle ceneri del tifoso defunto intorno al terreno di gioco. Altre aziende funebri fanno invece leva sul fatto di “morire, ma con stile”: proponendo, ad esempio, dei singolari cofani ricoperti di glitter 


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ATTUALITà

(cioè brillantini, lustrini), dopo aver preso atto che la maggior parte dei propri clienti non apprezzava in vita lo stile troppo sobrio e serio delle casse tradizionali. Scelte, queste dei funerali alternativi, che si traducono in nuovi raggi d’azione per il business di un settore che la NAFD, l’Associazione Nazionale dei Funeral Directors della Gran Bretagna con quasi 4000 imprese associate, ha stimato valere oltre 2 miliardi di euro. Negli Stati Uniti il settore delle imprese funebri presenta un giro d’affari pari a 16 miliardi di dollari l’anno. Negli ultimi tempi è decisamente orientato, per quanto riguarda la destinazione finale della salma, verso la pratica cremazionista, preferita rispetto alla tradizionale sepoltura. Tra l’altro oggi la cremazione viene sempre più spesso effettuata in modo “diretto”, cioè in assenza dei familiari, senza riti o cerimonie, potendo poi predisporre un rito ed una cerimonia personalizzata in qualsiasi altro posto e momento successivo. Attualmente negli Stati Uniti è “diretta” una cremazione su tre.

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Foto: Oscar C. Williams (Dreamstime)

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Le ceneri, oltre a risultare di più facile

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movimentazione tra una città e l’altra, permettono diversi tipi di destinazione, con conseguente personalizzazione delle modalità finali di disposizione, anche assolutamente originali e stravaganti: c’è chi sceglie di spararle in cielo, tramite fuochi d’artificio; alcuni le inseriscono in gioielli, appositamente realizzati a contenerle (soprattutto medaglioni ed orecchini), altri scelgono di tramutarle in diamanti. È stata prevista la realizzazione di una capsula di acciaio inossidabile, contenente il DNA del defunto, nonché l’invio delle ceneri nella stratosfera o sul suolo lunare. Il tipo di cerimonia funebre più in voga negli Stati Uniti al momento si configura come una “celebrazione della vita”, più gioiosa e personale del tradizionale funerale, tanto più unica e su misura, in quanto totalmente incentrata sulla personalità dello scomparso. Non è raro assistere a funerali spettacolarizzati, in pieno stile Hollywood, incentrati sul tema cinematografico amato dal defunto: dai racconti della Disney a Star Wars, passando per i vari supereroi, oppure proponendo un tema che richiami l’ambito di lavoro in cui operava in

vita. Il diffuso ricorso alla pratica dell’imbalsamazione consente inoltre di presentare la salma, durante le veglie funebri nelle modalità e nei contesti fra i più bizzarri: collocata


sull’amata moto, posizionata a tavolino nell’atto di giocare a carte e così via. Molto diffusi sono anche i libri della memoria, che raccolgono tutto ciò che può essere condiviso sul defunto: storie, messaggi per la famiglia, ricordi, foto, catturando così istantanee della vita della persona amata a futuro ricordo. Il prodotto finale può essere sia stampato che visualizzato online.

Anche i canti e le musiche per il funerale vengono, sempre più frequentemente, scelti in linea con la personalità e i gusti del defunto, per onorarne la memoria nel migliore dei modi. L’atmosfera individuale, così creata, rende possibile un più intimo raccoglimento, lasciandosi trasportare nel flusso delle emozioni del ricordo, e contestualmente favorisce una comunanza con le altre persone presenti, aumentando il grado generale di empatia e commozione. Questo nuovo modo di vivere la cerimonia funebre si affianca a quelli, già da tempo proposti dai siti di memoria online, che hanno alterato e personalizzato un ambito commemorativo, prima esclusiva prerogativa dei necrologi stampati sui giornali e delle iscrizioni sepolcrali sulle lapidi nel cimitero. Molti scelgono anche di trasformare autonomamente la pagina Facebook della persona amata in un sito di tributo, ad eterna memoria virtuale del defunto. Nel prossimo numero di Oltre Magazine verranno presi in esame altri aspetti dei cambiamenti in atto nella realizzazione del rito del commiato, testimonianza di una mutata sensibilità della società contemporanea.  (*) Manuela Pirani, già segretaria di redazione di Antigone e attualmente di funerali.org

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virus, si è passati negli USA dal 20% delle pompe funebri che proponevano offerte di diretta streaming, ad oltre l’80%. In Italia manco ci sogniamo questi numeri! La maggior parte delle imprese funebri e dei cimiteri americani hanno risposto all’improvvisa necessità, utilizzando canali pubblici come YouTube, Facebook Live o Zoom, più facili e veloci da configurare. Oggi si cerca di personalizzare sempre più anche quest’esperienza virtuale, adeguandola con le necessarie sfumature, meglio garantite da piattaforme all’uopo realizzate. Non solo è possibile configurare l’evento in modo da potersi vedere, condividendo lo schermo, ma è altresì possibile integrarlo con video, foto ed altri ricordi del defunto, successivamente montati sulla falsariga di quanto avviene in occasione di un matrimonio.

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Tra le tante opzioni messe a disposizione da internet, ci sono anche i live streaming dei riti funebri, nati per rendere il servizio funebre e commemorativo un’esperienza più inclusiva e condivisa. Dopo l’inizio della pandemia da Covid-19, a causa delle limitazioni previste per arginare la diffusione del OLTRE MAGAZINE

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legale, fiscale

Eredità digitali (I parte) d i A v v. A l e s s a n d r o d ’A r m i n i o M o n f o r t e

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In che cosa consiste il patrimonio ereditario digitale e quali le conseguenze se non lasciamo le password ai nostri eredi.

Il patrimonio ereditario di ciascun individuo oggi non comprende più solo mobili ed immobili, ma anche i cosiddetti beni digitali (quali fotografie, video, musica, messaggi, criptovalute, software, ecc.), contenuti all’interno di un computer, uno smartphone, un tablet o qualsiasi altro dispositivo di memorizzazione (fisico o virtuale).

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Nonostante ciò sia sotto gli occhi di tutti solo pochi imprenditori oculati del settore funerario sembrano essersene resi conto e aver predisposto servizi di pianificazione successoria dedicati alla cosiddetta eredità digitale. La vita, come è oramai evidente, ruota sempre più intorno agli strumenti digitali e tutti noi (dall’adolescente 


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all’anziano, dall’operaio all’imprenditore, dall’impiegato al professionista) siamo possessori di un patrimonio digitale che non può e non deve scomparire dopo la nostra morte, salvo che non sia così voluto dal defunto. Attraverso questo e un secondo articolo che sarà pubblicato successivamente, vedremo da cosa è composto il patrimonio digitale e cosa accade se una persona muore senza lasciare le sue password, ma soprattutto vedremo come si può fornire ai propri clienti un servizio di pianificazione della propria eredità digitale.

Dunque, i beni digitali si distinguono in due categorie: personali e patrimoniali. I beni digitali personali sono tutti quei beni che rispondono ad interessi individuali, familiari, affettivi o sociali (quali, e-mail, fotografie di famiglia, chat su Facebook o su WhatsApp, scritti intimi o personali, ecc.), mentre i beni patrimoniali si caratterizzano per il loro valore economico intrinseco (quali le fotografie digitali d’autore, i progetti di un architetto, gli articoli di un giornalista, i libri di uno scrittore, i software di uno sviluppatore, i bitcoin, ecc.).

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Già, perché pianificare la propria successione digitale è l’unico modo per assicurare che della vita, della storia, del passato di ciascuno di noi resti qualcosa e per garantire ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai nostri coniugi o partner o ai nostri genitori un nostro ricordo o la nostra ricchezza “digitale”.

Sia i beni patrimoniali sia quelli personali possono, poi, essere qualificati ora quali opere creative dell’ingegno, ora essere equiparati agli “scritti” attinenti alla vita privata della persona, con ricadute sul piano successorio.

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L’account, invece, non è un “bene digitale”, ma è uno spazio virtuale di cui l’utente può usufruire secondo quanto previsto nel contratto con il fornitore del servizio online (sono tali, gli account di scambio di criptovalute, di e-mail, di social network o di cloud). Ciò che è all’interno dell’account è di proprietà dell’utente, mentre lo “spazio virtuale” resta di proprietà del fornitore (come la cassetta di sicurezza di una banca). Come per i beni digitali, anche gli account possono avere un valore patrimoniale derivante dal loro contenuto, dai contratti di sponsorizzazione o dall’essere divenuti

per gli utenti di una comunità un punto di riferimento (ad esempio gli account dei cosiddetti influencer). Non sono beni digitali le credenziali (ovvero le password), sebbene si rivelino essenziali in quanto costituiscono le chiavi per entrare in possesso dei beni digitali memorizzati su computer, tablet, smartphone, ecc. Del resto, senza le password per accedere a tali strumenti informatici, non sarà possibile entrare in possesso di ciò che vi è contenuto. La trasmissione delle password costituisce quindi uno degli aspetti più complessi da regolare

Alessandro d’Arminio Monforte, avvocato e titolare di NetworkLex Studio Legale, è esperto di IT Law ed eredità digitale. È anche autore del testo “La successione ereditaria nel patrimonio digitale”, pubblicato da Pacini Editore nel 2020.


nell’ambito delle successioni di beni digitali in quanto sono segrete e complesse e, soprattutto, conosciute solo dal suo creatore (defunto) e non dagli eredi. Infatti, in caso di successione senza testamento, l’erede, dopo aver reperito i supporti fisici di memorizzazione del defunto (computer, smartphone, tablet, ecc.), potrebbe non riuscire ad accedervi, proprio perché non gli è stata precedentemente comunicata la password di protezione. In tal caso la soluzione migliore per cercare di recuperare i beni digitali senza comprometterli, sarà quella di rivolgersi a un esperto informatico forense che cerchi di recuperare la password forzando il sistema. Per quanto concerne gli account, invece, la questione è diversa: in-

fatti, si potrà richiedere ai fornitori dei servizi online di accedere ai dati personali del defunto e ottenerne copia grazie a quanto disposto dall’ art. 6, par. 1, lett. b e lett. f del GDPR (Regolamento privacy 679/2016) e/o dell’art. 2-terdecies del d.lgs. 196/2003 (codice privacy), che prevede espressamente la possibilità di accedere alle informazioni (dunque ai beni digitali) del defunto. Nel prossimo numero di Oltre Magazine continueremo il discorso analizzando altri aspetti legati a questa problematica. Nello specifico vedremo come si può fornire ai propri clienti un servizio di pianificazione della propria eredità digitale, dato che il classico testamento non è utilizzabile. 

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parliamo di...

Un aiuto per riconnettersi con la vita di RAFFAELLA SEGANTIN

Non sempre però siamo in grado di accettare la morte quale evento naturale, anche quando colpisce persone anziane, magari dopo una lunga malattia. Ognuno ha una propria sensibilità, risultato del suo specifico passato emotivo e del suo carattere,

quindi non codificabile. Il più delle volte il processo di elaborazione del lutto avviene in modo spontaneo, ma per qualcuno rassegnarsi alla perdita e affrancarsi da tanto dolore diventa davvero difficile. Sono questi i casi, non così rari come si potrebbe pensare, che necessitano di un tangibile aiuto da parte di esperti. Per sopperire a tali richieste esistono istituzioni e figure professionali  OLTRE MAGAZINE

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Come si sa, la morte fa parte della vita e tutti noi nel corso della nostra esistenza ci troviamo a dover affrontare la perdita di persone a noi vicine.

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Conosciamo da vicino l’Associazione Maria Bianchi, una realtà che offre un concreto sostegno alle persone in lutto per superare il trauma della perdita.

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specializzate in questo ambito, tra cui merita senz’altro un approfondimento l’Associazione Maria Bianchi, costituitasi nel 1986 a Suzzara (MN) su base volontaria. La finalità associativa è quella di offrire assistenza relazionale ai malati terminali e alle persone in lutto, attività, quest’ultima, divenuta nel tempo prevalente. Oggi, con gruppi avviati anche in altre località del modenese e del mantovano, conta una ventina di addetti e circa 60 soci sostenitori e si avvale della collaborazione di esperti in tutta Italia.

A Nicola Ferrari chiediamo innanzitutto chi era Maria Bianchi. “Maria Bianchi non è stato un personaggio particolarmente in vista nel corso della propria esistenza, ma ha lasciato un ricordo ed una eredità che alla sua morte ha portato alla fondazione di questa associazione. Era una infermiera, giunta alla professione per la quale era naturalmente portata, piuttosto tardi (trentacinque anni) a causa di esigenze familiari. Ha cominciato ad esercitare nel 1972 nell’ospedale di Suzzara dove accanto alle qualità professionali si è distinta per la passione e la capacità di entrare in empatia con le persone sofferenti. Colpita da una malattia inesorabile, ha vissuto la propria condizione con tale forza e volontà d’animo da impressionare chi le stava accanto, tanto che alla sua morte si è voluto perpetuarne il ricordo istituendo una associazione per aiutare chi era colpito da malattie terminali e al contempo fornire un indispensabile supporto psicologico

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È Nicola Ferrari, psicopedagogista con un master nell’Assistenza psicologica nelle situazioni di lutto naturale e traumatico, l’anima dell’associazione. Autore di vari libri e articoli sul tema del lutto e della relazione d’aiuto, è il responsabile dei servizi e della formazione dei volontari.

 Nicola Ferrari, responsabile dell'Associazione Maria Bianchi ai familiari dopo il decesso di un loro caro”. In che modo perseguite i vostri obiettivi? “Oltre ad incontri individuali con le persone colpite da lutto, abbiamo attivato gruppi di auto-aiuto con appuntamenti fissi periodici. Grazie allo scambio di esperienze, alle riflessioni che emergono e alle condivisioni emotive, i partecipanti traggono evidente beneficio nel sopportare e superare il dolore per la perdita riuscendo poi a scoprire e attivare le risorse personali. Dal 1998 abbiamo dato vita anche all’iniziativa Cor-rispondenze unica in Italia e probabilmente nel mondo: un rapporto epistolare organizzato e continuativo tramite lettere e mail.

Sono centinaia coloro che hanno scelto questa modalità comunicativa che rappresenta una occasione singolare per creare, lettera dopo lettera, una connessione e un avvicinamento. Per qualcuno mettere per iscritto la propria esperienza e i propri stati d’animo può rivelarsi il mezzo più efficace per scavare nel proprio intimo, dire addio alla persona scomparsa e riconciliarsi con la vita”. Vi occupate anche di formazione? “Parallelamente all’assistenza dedichiamo molto spazio ed energie ad attività di formazione. Per i volontari dell'associazione sono previsti percorsi formativi obbligatori sulle varie metodologie che avvengono tramite modalità interattive, di coinvolgimento diretto, con il contributo di 


ANTICIPIAMO TUTTE LE SPESE IN ITALIA E IN EUROPA

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RESPONSABILITA’ CIVILE GENERALE

INFORTUNI SUL LAVORO

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 Alcuni dei volumi disponibili nella mediateca dell'Associazione

Come ha influito l’emergenza Covid-19 nella vostra attività? “Da un anno a questa parte, a causa della pandemia, stiamo assistendo a un fenomeno inedito che ha determinato notevoli ripercussioni sull’equilibrio psicologico di chi ha dovuto vivere la perdita di un congiunto. Non mi riferisco solo al trauma della morte in sé, ma all’impossibilità di assistere i propri cari nei loro ultimi momenti, al fatto di non poter potuto vedere e vegliare la salma, e, almeno nella prima fase della scorsa primavera, al divieto di presenziare le esequie.

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esperti. Non ci limitiamo tuttavia solo ai nostri operatori, perché forniamo consulenze, supervisione e aggiornamento per personale curante professionale e volontario a livello più generale. Ultimamente stiamo dando un supporto formativo anche ai docenti, affinché siano in grado di aiutare gli alunni in lutto e/o fornire adeguati strumenti per affrontare eventi luttuosi che coinvolgono la comunità scolastica. Inoltre noi stessi dedichiamo gran parte del nostro tempo a studiare ed aggiornarci costantemente sulla materia”.

Tutto ciò ha dato luogo a quello che abbiamo chiamato lutto soffocato, ovvero uno stato d’animo caratterizzato da profondi sensi di colpa, dallo sconforto dovuto dalla sensazione di aver in qualche modo mancato nei confronti di chi è morto, da una sensazione generale di grande angoscia.

Per aiutare queste persone, l’Associazione ha recentemente avviato un nuovo servizio gratuito di elaborazione del lutto in modalità digitale, tramite video chiamata, e quindi con una fruizione più semplice e rapida poiché non prevede viaggi o spostamenti di sorta. 

 La sala dove si svolgono le riunioni dei gruppi di auto-aiuto


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Nei mesi scorsi abbiamo anche realizzato cerimonie commemorative collettive rivolte a quelle famiglie che non hanno potuto celebrare un funerale consono ai propri defunti: un’esperienza davvero toccante, da cui i dolenti hanno tratto conforto e beneficio sul piano emotivo”. Quali le iniziative più rilevanti dell’Associazione? “Grazie all’entusiasmo e allo zelo di tutto il nostro gruppo vengono messe in campo sempre nuove iniziative. Oltre o produrre noi stessi libri, saggi e testi narrativi sul tema dell’esperienza della perdita, presso la nostra sede abbiamo attivato una “mediateca”, dove è possibile acquistare o prendere a prestito gratuitamente libri, dvd e riviste dedicate al lutto. Realizziamo inoltre

 Il gruppo dei volontari dell'Associazione Maria Bianchi

video per la formazione a distanza che inseriamo nel canale Youtube, con la sintesi delle esperienze più significative e le testimonianze dirette di persone in lutto. Siamo poi soliti promuovere incontri e dibattiti (in questo periodo per forza di cose, solo online) condividere letture e persino organizzare spettacoli teatrali: iniziative che diventano veri e propri spazi di riflessione, momenti che con il patrocinio di con il patroc inio di possono rivelarsi importanti per la crescita interiore personale”.

CONCORSNAZIONALE 5° 5° CONCORSO O NAZIONALE PER TESTI AU TOBIOGRAFICINEDITI PER TESTI AUTOBIOGRAFICI I INEDITI

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PAROLE DISCRETE PAROLE DISCRETE

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Ed izione 20 Edizione 2021 dedicata 21 de dicata aa

LLuis uis SSepúlveda epúlveda

‘E’ la strada e la polvere la ra ne dedei ‘E’ la strada e la polvere la gio ragione i papassi.’ ssi.’

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Ci può parlare del concorso “Parole Discrete”? “Giunto alla quinta edizione, il concorso nazionale Parole Discrete si rivolge a coloro che hanno vissuto un evento luttuoso e che abbiano voglia di raccontarlo con un elaborato scritto. L’iniziativa di quest’anno, dedicata allo scrittore Luis Sepúlveda scomparso a causa delle conseguenze del Covid, ha come tema principale ‘Il lutto soffocato’, proprio per poter portare in superficie e condividere questa esperienza particolarmente dolorosa e complessa. I testi più significativi verranno pubblicati in un volume. Per conoscere tutti dettagli e il regolamento può essere consultata la pagina dedicata alle News del nostro sito www.mariabianchi.it”. Un servizio di grande valenza sociale quello profuso dall’Associazione Maria Bianchi, che risponde ad un bisogno di solidarietà e di accoglienza a cui tutti possono accedere con estrema facilità: è sufficiente inviare una lettera per iniziare una corrispondenza riservata, individuale, gratuita e continuativa con un operatore abilitato. Le risposte sono assicurate nel giro di breve tempo". 



NEWS PRODOTTI

Cofani Personalizzati

La parola ai Clienti! di RAFFAELLA SEGANTIN

Affresco di Prima Bottega è una tecnica esclusiva brevettata nel 2016, che prevede l’applicazione ad un manufatto di un sottile strato di intonaco su cui riprodurre un’immagine con il sorprendente risultato, sia dal punto di vista visivo che tattile, di trovarsi di fronte ad un autentico affresco.

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Prima Bottega, grazie alla sua esclusiva tecnica Affresco, realizza cofani personalizzati. Vediamo che ne pensano coloro che li hanno acquistati.

È una tecnica che offre un’infinita possibilità di applicazioni e personalizzazioni e così, accanto ai numerosi soggetti proposti da catalogo, sono molte le realizzazioni attuate su specifica richiesta dei clienti. Grande successo lo stanno riscuo-

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tendo i cofani personalizzati con l’immagine dei Santi Patroni, una novità che ha ricevuto grande apprezzamento. Lo staff di Prima Bottega lavora su un’immagine fornita dal committente in modo che sia rappresentala con le sue caratteristiche peculiari. La raffigurazione così ottenuta diventa di esclusivo utilizzo del cliente e si connota quale tratto distintivo della sua impresa. Ogni cofano viene corredato da un quadro Affresco abbinato da lasciare alla famiglia a ricordo del loro caro. Per capire l'impatto di questa novità,

pensiamo che non ci sia niente di meglio delle testimonianze che abbiamo raccolto dalla viva voce degli impresari che hanno ordinato uno o più di questi cofani. Vincenzo Vitale di Andria (BAT): “Poiché sono amante delle cose particolari, appena ho visto la pubblicità di questo servizio di personalizzazione ho subito voluto provare. Ho fatto realizzare un primo cofano e poco dopo ho rinnovato l’ordine. Le famiglie appena lo vedono me lo richiedono all'istante, non c’è nemmeno bisogno che sia io a proporlo!” 


 Cofano con la Beata Vergine del Carmine realizzato per l’Impresa Del Zingaro con sede a Riccia e a Sant’Elena a Pianisi (CB)

 Cofano raffigurante San Magno con angeli realizzato per l’Impresa Stefano Ponza di Anagni (FR)

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Cofano con San Leucio  realizzato per l'Impresa Cocchiarella Services scs, con sede a Fragneto L'Abate e a San Salvatore Telesino (BN)

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Vittorio Larotonda, dell’impresa Polidoro di Banzi (PZ): “Ne ho fatto fare uno con l’immagine di San Vito, protettore del paese, sono molto soddisfatto, è un prodotto davvero particolare”. Cinzia Iannotti, Cocchiarella Services scs con sede a Fragneto L'Abate e a S. Salvatore Telesino (BN): “Articoli stupendi a livello di manifattura. Ho fatto fare due cofani con i patroni dei due paesi in cui abbiamo l’agenzia. Si è trattato di un lavoro minuzioso che ha richiesto molto tempo, ma il risultato è stato impeccabile”. Antonio Nicolosi di Alcamo (TP) “Sono un accanito sostenitore del Made in Italy e per me Prima Bottega è il top! Ho accolto con entusiasmo quest’idea: ho richiesto la riproduzione della Madonna di Alcamo e poi dei vari santi patroni della zona. Ho fatto realizzare anche alcuni fondali, tutti prodotti raffinati e di alta qualità”.

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Giuseppe Ieracitano della Croce Gallicese di Gallico (RC): “Ho fatto fare un cofano personalizzato con la Madonna delle Grazie di Gallico, partendo da un quadro conservato nel santuario e completato anche con l’inserimento del testo della preghiera dell’Ave Maria. Lo staff di Prima Bottega è stato molto collaborativo riuscendo a mettere in pratica esattamente ciò che avevo in mente”.

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Roberto Addamo dell’agenzia Alfa e Omega dell’isola di Lipari: “Ho conosciuto Prima Bottega a Tanexpo 2018 e lavorare con loro si è rivelata un’ottima esperienza. Apprezzo moltissimo la serie Affresco e ho fatto fare una cassa ad hoc del nostro San Bartolomeo che ha riscosso subito grande successo”.

Iginio Parente dell’impresa Parente e Nobile di Bellona (CE) “Sono cliente da diversi anni e devo dire che mi trovo molto bene. I primi cofani

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personalizzati li ho conosciuti grazie alla pubblicità. Mi sono piaciuti e ne ho fatto fare diversi anche con le riproduzioni dei santi protettori dei paesi limitrofi”.

famiglie quando vengono da noi ce lo chiedono regolarmente. Apprezzo molto anche il fatto che per ogni acquisto una parte del ricavato sia destinata alla ricerca scientifica”.

Cristina D’Emilio della D’Emilio Pierbiagio srl di Manoppello (PE): “Qui siamo molto devoti alla reliquia del Volto Santo, una sorta di sindone miracolosa, che ho fatto riprodurre con la tecnica Affresco. Prima Bottega è un’azienda molto innovativa, sempre un passo avanti in termini di idee”.

Antonio Fiore di Casalvecchio di Puglia (FG): “Ho molti pezzi della gamma Affresco, sia cofani che fondali. E così non ho mancato l’opportunità di avere una cassa con la nostra Madonna delle Grazie. Il riscontro da parte delle famiglie è eccellente!”

Gianluca Montagna di Scorrano (LE): “Il nostro paese è famoso per le spettacolari luminarie che vengono realizzate per la festa di Santa Domenica. Per l’occasione ho fatto fare due pezzi con la riproduzione della santa: una del volto e una a figura intera. Ora è mia intenzione ordinare anche un fondale”. Giuseppe Loperfido dell’impresa Il Tulipano di Mottola (TA): “Abbiamo diversi prodotti di Prima Bottega e funzionano benissimo, soprattutto la linea Affresco. Il cofano personalizzato con la Madonna protettrice del paese l’ho fatto fare da poco. È molto bello!” Paolo Graziano di Roccavivara (CB): “Un cofano così non si è mai visto! Siamo una piccola comunità, la voce si è sparsa e le

Pierantonio Accarino di Castel San Lorenzo (SA): “Finalmente posso proporre ai miei compaesani il cofano con l’immagine del nostro patrono. L’ho anche messo sulla nostra pagina Facebook dove in pochi giorni ha ricevuto 500 like. Il fatto

 Quadro realizzato per Vicenzo Gioffrè di Bagnara Calabra (RC) con le figure sacre presenti in altrettanti cofani personalizzati


che alla gente piaccia è per me già motivo di grande soddisfazione”. Stefano Ponza di Anagni (FR): “Abbiamo recentemente utilizzato il cofano personalizzato con San Magno per un funerale importante che si è tenuto nella cattedrale della nostra città. I partecipanti alle esequie sono rimasti molto colpiti e per la nostra agenzia è stato un bel ritorno di immagine! È ora mia intenzione far realizzare altri soggetti”.

Daniele Zavagli di Borgo Tossignano (BO): “Da poco ho avuto il mio primo cofano personalizzato. È stato realizzato a regola d’arte, d’altronde Prima Bottega è una garanzia: prodotti

perfettamente rifiniti, idee a valanga e prezzi giusti!” Michele del Zingaro con agenzie a Riccia e a Sant’Elena a Pianisi (CB): “Da noi la devozione religiosa e i funerali sono ancora molto sentiti. Per questo i cofani con l’immagine del patrono delle due località in cui lavoro hanno avuto un’ottima accoglienza. Sono anche contento di contribuire nel mio piccolo a dare lustro ad un prodotto completamente italiano, espressione del mio territorio”. Catia Fiore di Velletri (RM): “Mi piace distinguermi e per questo sono sempre alla ricerca di linee particolari che però devono essere sobrie nel rispetto del dolore. Prima Bottega soddisfa appieno questa mia necessità. Lavorare con loro è un piacere, ho fatto fare diverse creazioni e sono sempre stata soddisfatta e sono felice anche di contribuire con i miei ordini al progresso della ricerca contro le malattie”. Daniele Diotallevi di Foligno (PG): “Ho fatto riportare su un cofano una vera opera d’arte: la Madonna di Foligno di Raffaello a cui ho chiesto di aggiungere, sul fondo, anche

un’immagine della città. Il risultato è stato eccellente, con il team di Prima Bottega ci intendiamo a meraviglia!” Vincenzo Fazio dell’impresa Meneghini e Fazio di S. Agata di Militello (ME): “Ho conosciuto questo inedito cofano dalla pubblicità sulla rivista. Prima di procedere ad ordinarne uno con l’effigie del nostro San Biagio, ne ho parlato con il parroco che ne è rimasto entusiasta. Ho avuto l’occasione di utilizzarlo subito in un funerale molto partecipato, dove è stato portato a spalla, così l’hanno visto ed apprezzato in tanti!” Stefano Iacobucci di Pratola Peligna (AQ): “Prima Bottega è un’industria del nostro territorio e per me è un onore essere loro cliente e al contempo poter essere di sostegno ad un ente di ricerca. Ho fatto realizzare l’immagine della Madonna della Libera (chiamata così perché aveva liberato il paese dalla peste) partendo dalla foto di una statua: un lavoro sopraffino che ha destato grande ammirazione”. C’è bisogno di aggiungere qualcos’altro? Non credo proprio!  OLTRE MAGAZINE

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Vincenzo Gioffrè di Bagnara Calabra (RC): “Per tutta la vita sono stato molto attivo nella comunità religiosa del mio paese, tanto che sono stato nominato priore emerito della confraternita Maria Santissima del Rosario e procuratore onorario della confraternita Maria Santissima della Montagna dei Polsi. Per questa occasione speciale ho fatto realizzare da Prima Bottega dei quadri da regalare che raccontano un po’ di me: al centro, molto piccolo, c’è un mio ritratto e ai quattro lati, le quattro Madonne a cui sono devoto che già in precedenza avevo fatto trasporre su cofani personalizzati. Hanno saputo interpretare magistralmente i miei desideri!”

 Cofano con la Madonna della Libera realizzato per l'impresa Iacobucci di Pratola Peligna (AQ)

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Alessio Orrù dell’impresa D&A con sede a San Sperate e Sestu (CA): “Anche nel nostro settore il cliente apprezza le novità. Ho richiesto cofani con i santi patroni delle due località dove opero a cui ho fatto anche aggiungere altri elementi sacri e lo stemma della mia agenzia. Sono grato a Prima Bottega perché mi dà modo di distinguermi e allo stesso tempo di fare un’opera di bene contribuendo a favore della ricerca medica”.

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NEWS PRODOTTI

Ambienti a prova di virus di nicole bisi

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Massima sicurezza con TiSanifico! Ecco come un’azienda di Reggio Emilia ha trasformato la crisi in una opportunità.

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Sono purtroppo assai numerose le aziende che, se fino ad un anno fa potevano vantare una vita lavorativa soddisfacente e con ottime prospettive future, hanno dovuto assistere pressoché impotenti ad un crollo verticale ed improvviso della propria attività a causa del Covid-19 e del conseguente periodo di lockdown. Ad oggi la maggior parte di esse sono ancora in una situazione di OLTRE MAGAZINE

“stand-by”, riuscendo a rimanere faticosamente a galla attingendo alle proprie riserve, anche personali, e a miseri ristori. Per alcune invece non c’è stata alcuna alternativa e hanno dovuto chiudere definitamente i battenti. In tutta questa situazione così complessa e in questo clima di grande incertezza, c’è stato invece chi ha avuto la capacità e le forze per 


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NEWS PRODOTTI

reinventarsi e ripartire su nuovi binari. È il caso di TiSanifico, nata da un’idea dello staff di Typico, azienda emiliana di comunicazione, elaborazione grafica, realizzazione di stampe digitali e web marketing, particolarmente orientata verso il mondo delle onoranze funebri. L’attività di TiSanifico è facilmente intuibile già dalla sua denominazione che non lascia spazio ad interpretazioni: una scelta azzeccata sia per la sua immediatezza che per il gioco di accostamento dei termini.

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Ci racconta tutto Gabriele Canovi, titolare dell’azienda. “Un anno fa, esattamente il 20/02/2020 (e scusate se questa non sembra una data uscita da una funesta profezia Maya!) anche noi siamo stati catapultati in questo nuovo mondo dove a comandare è un nemico invisibile. Commesse disdette, progetti annullati, preventivi in attesa di conferma decaduti a tempo indeterminato. Da un giorno all’altro, come tanti, ci siamo trovati senza più prospettive. Che fare?

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L’idea a dire il vero l’aveva già avuta mio fratello Domenico, socio fondatore di Typico, in tempi non sospetti, ma era rimasta come molte altre chiusa in un cassetto. Beh, era giunto il momento giusto per tirarla fuori e tradurla in pratica!” La direttiva di comportamento più importante per contenere la diffusione della malattia è quella di prestare massima attenzione all’igiene… “Esattamente, ed è stata da tutti seguita scrupolosamente fin dall’inizio, pensi solo alle peripezie per accaparrarsi l’introvabile Amuchina! Abbiamo semplicemente messo in pratica la regola aurea del mercato, ossia far coincidere la domanda con l’offerta. Ci occupiamo di sanificazioni di abitazioni, uffici e anche ambienti industriali con macchine adatte alle varie situazioni. Eravamo convinti che la nostra proposta fosse di maggior interesse per i privati, ma le prime a chiamarci sono state le grandi aziende con responsabili della sicurezza e titolari preoccupati per la

salute del proprio personale”. Ci descrive come funziona il vostro servizio? “Come le dicevo, operiamo su due fronti - ci spiega Gabriele Canovi: da un lato un sevizio circoscritto che prevede la sanificazione di abitazioni o di locali pubblici dove


Come scegliere la macchina giusta? “Il nostro team si occupa in primis di uno studio attento degli ambienti tenendo conto di tutta una serie di parametri, in modo da poter fornire la risposta più idonea. La nostra gamma attuale si compone di macchinari adatti alla sanificazione di locali da 1 a 20.000 metri cubi, che possono essere acquistati o noleggiati. Il nostro obiettivo è quello di rendere sani gli ambienti che viviamo giornalmente, con soluzioni ecologiche, automatiche, economiche, sostenibili e dal minimo programma di manutenzione. Tutto questo, unito all’abbattimento del consumo di prodotti chimici, e supportati dalle agevolazioni fiscali attive sul tema, ci dà un'ottima spinta”. Partiti in sordina quasi per scommessa, TiSanifico si sta affermando quale importante realtà nel settore della sanificazione tanto da essere alla ricerca di rivenditori, a cui verrebbero fornite le dovute competenze, per soddisfare la crescente domanda di servizi e di prodotti.  OLTRE MAGAZINE

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E se ci fosse l’esigenza di mantenere un ambiente costantemente sanificato? “Gli interventi e i macchinari che le ho descritto sono da utilizzarsi una tantum e nel momento del loro impiego i locali devono essere sgombri dalla presenza umana. Ci

sono però situazioni, basti pensare alle scuole, agli uffici e, restando nel nostro campo, anche alle case funerarie, in cui a causa della circolazione costante di persone si rende necessario garantire una protezione permanente. In questi casi abbiamo impianti, come lo sterilizzatore aria TS Air 200, che possono assolvere al compito di sanificare anche in presenza di persone, agendo in modo continuativo. L’abbattimento dell’inquinamento indoor è il fronte su cui ci stiamo muovendo maggiormente perché è forte la richiesta di rendere sicuri i luoghi di lavoro. Per questo ultimamente i nostri sforzi sono incentrati sullo studio e sulla produzione di macchine versatili e facilmente trasportabili adatte per far fronte ad ogni esigenza. Un altro studio che stiamo sviluppando con alcune aziende del nostro territorio, riguarda la riqualificazione degli impianti fissi già presenti. Grazie alle nostre macchine, integrate nel sistema, possiamo migliorare l’efficienza dell’impianto, riducendone i costi di manutenzione”.

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interveniamo direttamente con il nostro personale; dall’altro proponiamo invece la fornitura o il noleggio di macchinari per uffici, negozi o grandi ambienti dove c’è un turn over costante di gente. Il principio attivo, se così lo vogliamo chiamare, delle nostre macchine è l’ozono, un potente disinfettante naturale in grado di inattivare in brevissimo tempo qualsiasi agente patogeno, sia che si tratti di virus (compreso il Sars-Cov2), muffe, funghi o allergeni, oltre che a neutralizzare gli odori. L’ozono viene prodotto sul posto utilizzando l’ossigeno presente nell’ambiente. Un timer automatico gestisce il processo di purificazione dell’aria e una volta impostato agisce in completa autonomia”.

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Mi chiamo Happy di RAFFAELLA SEGANTIN

Quando in una famiglia accade un evento luttuoso quasi sempre i più piccoli ne vengono tenuti lontani, con l’intento, forse non del tutto corretto, di proteggerli dalla sofferenza.

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Una favola dedicata ai bambini e utile a genitori ed educatori, per comprendere perché si muore e per imparare a superare la tristezza.

Ma ciò è dovuto anche ad un senso di inadeguatezza di noi adulti che non siamo preparati a rispondere in modo appropriato alle schiette domande poste dai bambini e spiegare qualco-

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sa che noi per primi vogliamo evitare, occultare, far finta che non esista e che quando capita non vediamo l’ora di dimenticare. Accade così che i nostri figli sperimentino per la prima volta la consapevolezza e il dolore della perdita quando a morire è un animale d’affezione. Nelle case degli italiani, scodinzolano, fanno le fusa, nuotano, 


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cinguettano e squittiscono ben 32 milioni di animali, considerati a pieno titolo parte integrante del nucleo familiare. Con loro si instaura un rapporto speciale, in particolare con i membri più giovani della famiglia per cui il pet diventa un vero e proprio compagno di giochi. Ma com’è noto, la vita dei nostri piccoli amici è purtroppo molto più breve della nostra e quindi è facile che un bimbo, durante il periodo dell’infanzia, debba vivere questo lutto, che a volte può essere davvero traumatico. Come affrontare e aiutare i piccoli a superare questo momento? Può essere un efficace ausilio il libro Mi chiamo Happy, edito da Mursia, scritto della tanatologa e formatrice Maria Angela Gelati, da poco in libreria. È un racconto con cui i più piccoli possono prendere coscienza della morte e superare il senso di smarrimento e la tristezza che ne consegue.

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Quella di Happy non è una fiaba come le altre a cui ci aveva abituati Maria Angela Gelati per spiegare ai bambini l’ineluttabilità della morte. Qui non ci sono magie, castelli incantati o paesaggi fantastici, a patto di non considerare una magia il fatto che un animale ci parli, ma si sa, chi ne possiede uno è convinto che sia una cosa del tutto normale, perché per esprimersi le

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parole non sempre sono essenziali. Siamo di fronte al “diario postumo” di un cagnolino che racconta la vita quotidiana, anno dopo anno, con la sua famiglia di umani. Happy (che in inglese significa felice) è un buffo cane di razza bull terrier che vive con i bambini Tobia e Mia e con i loro genitori. Allegro e vivace, ama correre, fare salti e piroette. Traspare, pagina dopo pagina, l’amore reciproco che lega l’animale alla famiglia, il piacere della condivisione e l’idea di come insieme si possa imparare e crescere. Arriva però il giorno che Happy si sente stanco, non ha più voglia di saltare e se ne sta sempre di più nella sua cuccia. Capisce che è arrivato il momento del grande viaggio verso il Ponte dell’Arcobaleno ed è pronto ad intraprenderlo. Sul limitare dei due mondi volgerà un ultimo sguardo pieno d’amore ai suoi amici umani rassicurandoli e invitandoli ad aprirsi agli altri perché “quando si riesce 


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LA VOSTRA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO

Oggetto: Indicazioni emergenziali connesse ad epidemia SARS-CoV-2 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e della cremazione -Versione 11 gennaio 2021

Alla Coccato & Mezzetti la ricerca e lo sviluppo non si fermano mai. L’attuale pandemia, ad esempio, ci ha spinto a creare una linea completa di articoli di protezione individuale specifici per le esigenze degli OPERATORI DEL SETTORE FUNERARIO. Dagli indumenti personali biodegradabili Promovita® quali TUTE (cod. 1850), CAMICI (cod. 1856) e CALZARI (cod. 1862), alle leggerissime VISIERE (cod. 1531 - 1533), ai SACCHI RECUPERO SALMA (cod. 1976) e SACCHI FODERA ANTIVIRALE (cod. 1974) targati Sabiosan®, per arrivare agli articoli tecnici come COAGULANTE SUPER ASSORBENTE (cod. 1017-2), KIT DISINFETTANTE (cod. 1532) e al DISPOSITIVO BIOVASCA PORTANTE DIRITTO (cod. 1647), tutti approvati dal Ministero della Sanità. Visitate il nostro catalogo aggiornato e scoprite tutti gli articoli disponibili su www.coccatoemezzetti.com

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a raccontare ciò che far star male o ci preoccupa la nuvola grigia del dolore viene cancellata da un arcobaleno splendente e meraviglioso, come quello che ho visto anch’io”.

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La storia è scritta in modo semplice ed immediato, “a misura di bambino”, utilizzando spesso la rima per imprimere un ritmo ancora più leggero e giocoso, proprio come farebbe un cucciolo felice che corre su un prato. È inoltre accompagnata da simpatiche illustrazioni ad opera di Anna Maria Di Giorgi che possono venire colorate con pastelli o pennarelli. Per creare maggiore empatia, si invita il bimbo che legge il libro ad intervenire in prima persona, incollando la foto del suo animale, oppure realizzando disegni a tema in

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spazi predisposti. Un coinvolgimento che lo farà sentire più partecipe, comprendere meglio il messaggio, attenuare il senso di perdita per fa sì che l’esperienza dolorosa possa fluire in un caro ed affettuoso ricordo. “Ciò che Happy vuole dire - afferma Maria Angela Gelati - è che della morte non bisogna aver timore e che, allo stesso tempo non può essere ignorata, perché per sua stessa natura la vita è costituita da un numero limitato di giorni. Spero con questo mio ultimo lavoro di aver contribuito ad aiutare i bambini a comprendere e ad accettare la scomparsa dei loro pet, ad esprimere la gratitudine e la riconoscenza per gli affetti ricevuti e a serbare una dolce memoria per quel tratto di vita

percorso insieme, anche attraverso un rituale di congedo”. Maria Angela Gelati è da anni impegnata nell’attività di Death Education e i suoi lavori hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di affrontare la tematica della morte, non tanto per prepararci al peggio, ma per placare timori e angosce ancestrali ed accettarla come parte della nostra naturale evoluzione. Particolare attenzione l’ha dedicata ai bambini, consapevole del bisogno che hanno di ricevere un tipo di aiuto particolare, commisurato alla loro giovane età, che difficilmente i genitori o gli insegnanti sono in grado di erogare perché privi di mezzi o di strumenti adeguati. Questa favola è anche per loro. 



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Vite parallele di PIETRO INNOCENTI

Diego Maradona "El Pibe" (il bambino) se n'è andato in un'atmosfera di quasi tregenda il 25 novembre 2020, meno di un mese dopo aver compiuto sessant'anni. Paolo Rossi ("Pablito" non, come molti credono, dal 1982 ma già dal 1978 quando in seguito alle sue prodezze nel mondiale argentino il giornalista Giorgio Lago, futuro direttore de Il Gazzettino, lo appella con soprannome che lo accompagnerà per tutta la vita), che di anni ne aveva fatti 64 meno di tre mesi prima, l'ha seguito a ruota il successivo 9 dicembre. I nostri ricordi di liceo (ahinoi

lontanissimi ormai!) ci portano alle famose "Vite Parallele", la magistrale opera di Plutarco in cui lo scrittore, morto a Delfi verso il 125 d.C., accosta la biografia di un eminente personaggio greco a quella di un romano mettendo in evidenza vizi e virtù di ciascuno di essi. Tra le ventitré coppie esaminate sono famose quella Alessandro Magno/Giulio Cesare come pure quella Demostene/ Cicerone. Quasi tutte le biografie si chiudono con delle "syncríseis", o confronti, che tendono a sottolineare similitudini e divergenze. E per restare su altri parallelismi, più recenti, si pensi alle famose "convergenze parallele", che potevano scaturire soltanto dalla fervida immaginazione bizantina di Aldo Moro. Tale formula definiva l'ipotesi di una possibile convergenza

di intenti tra il suo partito, la DC, ed un partito comunista affrancato dal sinistro e criminale totalitarismo che ne aveva ignominiosamente marcato la storia. Cosa compresa dall’ora segretario del PCI, il sassarese Enrico Berlinguer, che già negli anni '70 si era distinto per la sua indipendenza nei confronti dell'ideologia e degli interessi della famigerata Unione Sovietica. Ciò che accomuna i due calciatori è il fatto di essere stati entrambi campioni del mondo, alla stessa età di ventisei anni. Paolo Rossi nell'indimenticabile notte di Madrid dopo aver rifilato a Barcellona una tripletta al Brasile, fiore all'occhiello della sua vita di calciatore. Ho fatto piangere il Brasile (intendendo non solo la squadra ma l’intero Paese) è il titolo di una autobiografia scritta a  OLTRE MAGAZINE

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Nell'arco di pochi giorni il mondo del pallone è stato scosso per la scomparsa di due leggende del calcio mondiale degli anni '80 del secolo scorso.

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Diego Maradona e Paolo Rossi: due destini segnati da incredibili coincidenze ma anche da profonde divergenze.

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quattro mani con la seconda moglie, la giornalista Federica Cappelletti. Per i brasiliani quell'incontro ha ancor oggi un solo nome: "A tragédia do Sarriá" dal nome dello stadio che ospitò lo storico evento. Una sberla che il Brasile non ha digerito facilmente, tant'è che ben sette anni dopo, nel 1989, un tassista che aveva caricato Pablito in quel Paese per un torneo di ex calciatori, avendolo riconosciuto, lo ha fatto immediatamente scendere accompagnandolo da coloriti insulti.

Diego Armando Maradona diventa campione del mondo nel 1986 in Messico (seconda vittoria dell'Argentina nel mondiale) coronando così il sogno che aveva da ragazzino: giocare una coppa del mondo e vincerla con l'albiceleste (la maglia bianco-azzurra della nazionale argentina). Tutti ricordano il gol della vittoria segnato con la mano malandrina e

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Non tutti i brasiliani sono fortunatamente così. Zico, calciatore e persona elegante, ha osservato che sì Paolo Rossi aveva fatto piangere il suo Paese, ma adesso era lui a piangere per la scomparsa di un avversario stimato ed ammirato. Spirito di cavalleria che, raro nel calcio, è invece profondamente radicato nel mondo della palla ovale, il nostro amato rugby che abbiamo praticato in gioventù, dove non si gioca "contro" qualcuno ma "con" qualcuno il che dal punto di vista semantico è tutt'altra cosa. Purtroppo anche il gioco del rugby è oggi sempre più contaminato dal professionalismo con tutte le conseguenze nefaste che l'irruzione dei quattrini nel mondo sportivo comporta.

 Diego Armando Maradona e Paolo Rossi insieme in una foto d'epoca "divina" dal ragazzo di Lanús. Ancor oggi certi inglesi, simili al tassista brasiliano, serbano rancore, come testimoniato dagli spregevoli titoli di certa stampa trash in occasione della scomparsa del calciatore. Tanto più che oltre alla rivalità sportiva, in quel momento era più che mai aperta la

ferita, ancor oggi non rimarginata, delle isole Falkland (che personalmente preferiamo chiamare con il loro nome argentino di "Islas Malvinas" nome che poi deriva dal fatto di essere state scoperte dai navigatori bretoni di Saint Malo). Qualche anno fa trovandomi a Buenos Aires ho potuto constatare personalmente quanto ancora tale vicenda sia dolorosamente presente nella vita di ogni cittadino. Tanto più apprezzata quindi la famosa "mano de Dios" che punì l'arroganza, quasi genetica, degli avversari ristabilendo una giustizia precedentemente calpestata a favore dei pallonari di Sua Maestà. Ritengo che certi censori d'Oltremanica farebbero bene a riflettere su quanto era successo vent'anni prima in occasione dell'unica, ben più vergognosa, vittoria inglese nel campionato del mondo il cui trofeo era allora la coppa Jacques Rimet, consegnata poi definitivamente al Brasile nel 1970. Quella edizione 

 Un "altarino" realizzato a Napoli in onore del Pibe de Oro


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del 1966 si tenne proprio in Inghilterra, sede scelta dopo varie discutibili vicissitudini. Guarda caso la squadra di casa giocò tutte le partite nel suo giardino di Wembley con la indecente connivenza di un corpo arbitrale incapace e distintosi proprio nella finale contro la Germania per aver concesso agli inglesi due gol, uno molto dubbio e l'altro assolutamente irregolare: non c'era il VAR ma le riprese TV, ancor oggi sono facilmente consultabili, sono inequivocabili. Altro punto che accomuna i due campioni scomparsi, oltre alla crudele brevità delle loro vite, sono il genio, il talento calcistico. Nello stesso tempo, però, le strade divergono. Così come nell'arte anche nel calcio le espressioni creative sono diverse anche se non meno ammirevoli.

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Con Maradona siamo di fronte ad

rindie, italiane, spagnole (di Galizia come quello che sarebbe poi diventato un suo amico, ossia Fidel Castro) e croate. Per sua fortuna fu notato, a 10 anni, dal talent scout dell'Argentino Juniors, Francis Cornejo, che lo integrò nella squadra giovanile "Las Cebollitas" (le cipolline). A meno di sedici anni entra in prima squadra e da lì inizia una carriera unica che lo porterà come giocatore ed allenatore in giro per il mondo facendone un multimiliardario. Boca Juniors, Barça, Napoli, Siviglia etc., una storia troppo nota per riparlarne in questa sede. Rimane, per chi ama il football, il cruccio di non sapere che cosa avrebbe potuto fare come calciatore per poco che avesse avuto "int'a capa", come dicono a Napoli, un po' di quel genio che la provvidenza, anch'essa ingiusta, aveva concentrato quasi unicamente nei suoi piedi. Lui stesso se lo chiedeva pensando lucidamente, e dichiarandolo senza remore, quello che avrebbe potuto diventare se non fosse caduto nel dramma della cocaina (e di tutto il resto). Dramma iniziato a Barcellona propiziato da un giovane collega calciatore già preda del vizio e che avrebbe potuto diventare anche lui, pare, un fenomeno del calcio mondiale anziché finire come un barbone, ammesso che sia ancora vivo. Non me ne ricordo il nome ma non è il caso di contattare l'altissimo ex dirigente del Barça, oltre che personaggio di rilievo nel mondo funerario mondiale, che ci aveva fornito l'informazione. Tanto non cambierebbe nulla. È stato il più grande calciatore della storia? Domanda oziosa come potrebbe essere quella di sapere se, tra i pianisti, Rubinstein sia stato più grande di Benedetti Michelangeli o di Marta Argerich o di Arrau o del mio rimpianto amico napoleta-

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un talento naturale innato sviluppatosi in condizioni di vita estrema nella bidonville di Villa Fiorito. Una specie di giungla urbana dove una palla di stracci era l'unico svago concesso ad un ragazzino che scorrazzava nel fango. Lo stesso di cui era fatto il pavimento della catapecchia in cui viveva priva di luce e di acqua salvo quella che veniva giù dal tetto quando pioveva. I genitori si facevano in quattro per procurarsi di che vivere o, per meglio dire, sopravvivere. Il padre, Diego anche lui diventato poi "Don Diego" o "Chitoro", faceva il manovale mentre la madre Dalma Salvadora Franco, "Doña Tota", faceva servizi domestici e la lavandaia in condizioni, è facile immaginarlo, ben diverse da quelle delle nostre colf. Era il quarto figlio, ed il primo maschio, di una famiglia contadina della provincia di Corrientes (ubicata nel Gran Nord argentino) dalle origini ame-

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Lasciamo volentieri agli amanti del gossip ed ai moralizzatori di professione il compito di commentare la tumultuosa vita privata, le paternità multiple, le noie con la giustizia, la droga, le sue prese di posizione politiche male abbinate con un'opulenza sfrenata e, chi più ne ha

Il parallelismo tra Paolo Rossi ed il fuoriclasse argentino si estende anche ad una carriera terminata molto presto: a 31 anni nel caso di Pablito. Tuttavia la vita di Rossi è stata totalmente diversa da quella del Pibe de Oro, caratterizzata dal trito e ritrito binomio “genio e sregolatezza”. Toscano di Prato seguì il percorso che tanti come lui hanno praticato. L'oratorio, con tutto quello che tale struttura significava mezzo secolo fa, la squadretta di quartiere (in questo caso, a nove anni la Santa Lucia, una frazione di Prato di cui Rossi sarebbe stato presidente onorario fino alla sua scomparsa) e quindi verso i 16 anni la Juventus dove però l'esperienza non fu positiva anche perché incominciarono i guai fisici (3 operazioni al menisco in due stagioni negli Juniores della Juve) che ne contraddistinsero, accorciandola, la carriera. Esordì in prima squadra il 1° maggio del 1974 in una partita di coppa Italia, contro il Cesena, giocando con Zoff, Gentile e Causio, assieme ai quali sarebbe poi diventato campione del mondo. Dopo un passaggio  OLTRE MAGAZINE

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ed il sole che risplende nella bandiera di quel Paese è lo stesso che allieta la vita quotidiana del popolo partenopeo.

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no-parigino Aldo Ciccolini grande interprete di Satie. Quello che è certo è che ci ha affascinati, incantati con certe sue giocate, favorite anche da un baricentro molto basso, che non si sono più riviste dai suoi tempi. Ed è per questo che gli siamo grati oltre che per aver dato ad una città che tanto amo, la diletta Napoli, una forma di riscatto malgrado le ben note piaghe di cui soffre. Un ponte bianco azzurro unisce Napoli all'Argentina

più ne metta! Ci rimane il ricordo di un ragazzo talvolta divertente, che dicono generosissimo (e vittima dei profittatori che si agglutinano attorno ai miliardari) e che se n'è andato in condizioni a dir poco deplorevoli, anzi sordide, dopo una carriera professionale conclusasi troppo presto a soli 34 anni, salvo qualche sporadica ed insignificante apparizione come nell'incontro Boca-Racing (il nemico giurato dei giallo-blu del Boca) a 37. Si potrebbe pensare che fosse preda di una profonda sofferenza, come d’altronde il caso di molte persone che si drogano. Chi meglio degli Argentini che vivono in un Paese dove c'è la più alta concentrazione mondiale di psicologi, psichiatri e psicanalisti sarebbe in grado di spiegare le origini del suo modo di essere?

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inconcludente a Como, la svolta del suo destino venne dal successo dell'iniziativa juventina di cederlo al Lanerossi Vicenza in compartecipazione. Col Lanerossi conquistò la promozione in A per piazzarsi l'anno successivo al secondo posto dietro la Juve marcando 24 gol. La sua prestazione convinse il commissario tecnico Enzo Bearzot a convocarlo per il mondiale argentino dove diventerà "Pablito". Nella stagione 1978-79 altro infortunio al ginocchio e retrocessione impensabile del Vicenza, secondo l'anno prima, malgrado le quindici reti segnate da Paolo Rossi, che comunque rimane, passando però in prestito al Perugia, allora in serie A.

Nel frattempo aveva continuato ad allenarsi con la Juve di Trapattoni, dov'era ritornato, ed alla fine della squalifica nell'aprile 1982 fece in tempo a giocare tre partite ed a conquistare il ventesimo scudetto della "Vecchia Signora" e quindi di partire, un paio di mesi dopo, per la Spagna tra lo scetticismo ed i commenti poco lusinghieri di molti giornalisti, gli stessi che peraltro, dopo la sua esplosione nel mondiale (capocannoniere con 6 reti) si prostravano supinamente coprendolo di elogi per strappargli un'intervista (la dignità, lo constatiamo quotidianamente, rimane una qualità rara per non dire rarissima!) Il resto è storia, con

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Nel 1980 scoppia il "totonero" lo scandalo del calcio-scommesse che finì per coinvolgere, tra tanti dubbi mai del tutto chiariti, lo stesso Rossi. Il tutto a causa di un Perugia/Avellino chiusosi in parità 2-2. Il giocatore, che ha sempre proclamato la sua innocenza, fu squalificato per due anni, ma ciò non impedì al Commissario Tecnico, il cocciuto friulano Enzo Bearzot, uno dei pochi ad essere convinto dell'innocenza del suo uomo, di convocarlo per il mondiale di Spagna.

onori e riconoscimenti vari tra cui il prestigioso "Pallone d'Oro" di France Football che raramente ha premiato un calciatore italiano (Pablito lo ricevette dopo l’italo-argentino Sivori e Rivera e prima di Baggio e Cannavaro). La fine della carriera fu rapida tra Juventus, lasciata in un clima conflittuale, Milan e Verona. La notorietà fu universale. Qualche anno dopo il mondiale mi trovavo a girovagare per un paesino dell'interno dello Sri Lanka, ben fuori dai sentieri battuti dai turisti. Stavo chiacchierando con un torinese finito in quel luogo per amore di una bella cingalese e dove aveva aperto un punto di ristoro, il "Torino", per far conoscere a chi vi si fermava non dico la bagna cauda, ma quantomeno una pastasciutta fatta "come Dio comanda". Ebbene un ragazzino resosi conto che ero italiano, mi si avvicinò festoso con l'affascinante sorriso di quelle genti, gridando a squarciagola: "Paolo Rossi"!!! neanche si trattasse di un campione dello sport nazionale del suo paese, e cioè il "cricket", retaggio della dominazione britannica. Successivamente Paolo Rossi fu candidato alle elezioni europee (nelle file di Alleanza Nazionale, il partito di Gianfranco Fini) e divenne opinionista televisivo e agente immobiliare a Vicenza assieme all'ex compagno di squadra Giancarlo Saivi. Il tutto senza trascurare le molte iniziative di impegno sociale nelle quali era fortemente coinvolto, forse un benefico retaggio degli oratori del tempo che fu! La città berica rappresenta per Paolo Rossi il momento in cui ha spiccato definitivamente il volo verso traguardi che pochi hanno raggiunto. Ad essa è rimasto sempre profondamente affezionato tant'è che pochi mesi orsono gli era stata conferita la cittadinanza onoraria e alla sua scomparsa è stato accolto nello

stadio Menti per rendergli omaggio. Dal 2018 era anche membro indipendente del consiglio di amministrazione del Lanerossi Vicenza ed ambasciatore del club. La città veneta segna anche l’incontro con due persone che, come Bearzot, hanno giocato un ruolo capitale nella sua vita sportiva: il presidente del Vicenza Giuseppe Farina e Giovan Battista Fabbri l'allenatore che lo "inventò" trasformandolo da ala in centravanti. Ad essi potremmo aggiungere il presidente del Perugia Franco D'Attoma che per primo mise in piedi la "sponsorizzazione di maglia" resasi necessaria per finanziare l'oneroso arrivo in Umbria dell'attaccante (500 milioni a stagione, una somma all'epoca!). Dal 2003 era tornato a vivere in Toscana creandovi un complesso agrituristico a Bucine (AR), località dove oggi riposa dopo gli onori resigli a Vicenza ed a Perugia, la città della moglie. La sua struttura fisica, 1,74 di altezza per 67 kg., non gli consentiva di


Giorgio Tosatti, il grande giornalista figlio di quel Renato, giornalista pure lui, che morì quel dannato 4 maggio 1949 nella sciagura aerea di Superga che annientò il "Grande Torino" (mi ricordo ancora le lacrime di mia

Recentemente ho letto un magnifico libro ("Az oz" - Il giovane capriolo) che non credo ancora tradotto in italiano, opera di Magda Szabó probabilmente la più grande scrittrice ungherese del secolo scorso. Essa diceva che finché si continua a parlare di uno scomparso questi rimane sempre vivo. Ho buone ragioni per credere che Diego e Paolo saranno immortali.  OLTRE MAGAZINE

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essere il centravanti di sfondamento alla Nordhal, alla Vieri o, venendo ad oggi, del triestino Petagna il cui nonno, noto come il nipote anche per le sue numerose conquiste, era stato nei primi anni 50 una bandiera della squadra della mia città, Trieste, allora in serie A. Fu proprio Giovan Battista Fabbri che ne fece il primo centrattacco rapido e svelto. Rossi era un attaccante veloce, molto abile negli spazi stretti dell'area di rigore dove poteva sfruttare le sue doti di tempismo ed opportunismo.

Lasciamo la parola a Pablito che così raccontò le sue caratteristiche tecniche: "Io non segno quasi mai di potenza, generalmente conquisto quei due metri che costano il gol all'avversario. Per me è fondamentale il gioco senza palla; lo smarcamento, quando la palla non c'è, è indispensabile. Non ho avuto dalla sorte un grande fisico e mi debbo far furbo". Ed ancora: "…forse sono stato il primo centrattacco rapido e svelto che aveva nelle intuizioni la sua dote principale unita a una tecnica sopraffina. Uno dei segreti del mio successo è stato quello di giocare intelligentemente pensando sempre cosa fare un secondo prima che mi arrivasse il pallone proprio per supplire alla mancanza di qualità fisiche eccelse. Giocare sull'anticipo era una mia grande prerogativa; cercavo sempre di rubare il tempo al mio avversario sfruttando le mie doti di opportunista: in area di rigore cercavo costantemente di sfruttare ogni piccolo errore dei difensori facendomi trovare nel posto giusto al momento giusto". Non credo sia opportuno aggiungere altro a tanta lucidità ed intelligenza.

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madre per la scomparsa di Pino Grezar che aveva abitato nel nostro stesso palazzo e che voleva pigliarmi in braccio quando ci incrociava) lo definì "un impasto di Nureyev e Manolete" un giocatore "con la grazia del ballerino e la spietata freddezza del torero".

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CIMITERI D'italia

Il Cimitero delle 366 fosse di miranda nera

Napoli è la città del teatro, delle viuzze strette del centro che ricordano l’Andalusia; è la città delle chiese barocche, dei colori e dei molteplici costumi folkloristici che si innestano nelle tradizioni religiose più radicate.

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Tra i segreti di Napoli si nasconde un piccolo cimitero che testimonia uno dei periodi più tragici della storia della città.

Napoli è una città unica, solare e generosa, a volte forse un po’ caotica, ma comunque caratterizzata da una bellezza e da una atmosfera senza eguali.

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Nella seconda metà del settecento Napoli ha vissuto il culmine del suo splendore in un periodo di grande trasformazione architettonica, urbanistica e sociale grazie ai Borbone che subirono una tale fascinazione da questa città, tanto da volerla come capitale. Risalgono a questa epoca importanti opere come la reggia di Capodimonte, la Biblioteca Nazionale, il teatro San Carlo e 


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Foto di Sir Francis Barney

 Il Real Albergo dei Poveri molte altre, che dovevano sopperire alle esigenze di una città che si stava espandendo repentinamente per raggiungere l’immagine perfetta di una capitale.

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Il cambiamento però non era solo contraddistinto da un fiorire di palazzi ed altri pregevoli interventi urbanistici: la popolazione stava crescendo vertiginosamente e c’era il bisogno fisico di creare nuovi spazi di vita e … di morte. Videro così la luce in questo periodo storico due importanti interventi architettonici assolutamente legati tra loro: il Real Albergo dei Poveri del 1751 ed il Cimitero delle 366 fosse del 1762.

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Il Real Albergo dei Poveri era l’immagine della Napoli aperta e generosa ed aveva lo scopo di fronteggiare l’esigenza abitativa dei meno abbienti. Si trattava di un edificio imponente, con una facciata di 350 metri ed oltre quattrocento stanze disposte su quattro livelli. Poteva ospitare circa 8.000 tra mendicanti e vagabondi, gli stessi che ogni giorno si aggiravano e riempivano le strade cittadine. Re Carlo III di Borbone, che amava circondarsi di intellettuali, artisti e uomini politici di spessore, aveva a cuore anche tutti gli abitanti della città che tanto amava e l’Albergo dei Poveri rappresenta il sentimento di pietà dei Borbone verso il proprio popolo. Ferdinando Fuga è il geniale arOLTRE MAGAZINE

chitetto che con questo progetto ha realizzato una delle più grandi costruzioni settecentesche di tutta Europa, anche se l’opera non è mai stata completata, poiché sono stati portati a termine solo tre dei cinque cortili previsti. L’idea progettuale puntava a dar vita ad uno spazio diversamente articolato in cui la fascia più povera della popolazione potesse trovare conforto, cure assistenziali ma soprattutto la speranza di poter essere formata e reinserita nel sistema lavorativo della società. La nobile intenzione di riscatto sociale fu destinata a cessare

miseramente nel 1764 a causa di una delle peggiori carestie mai vissute dalla città, sfociata successivamente, tra aprile ed ottobre dello stesso anno, in una epidemia devastante: il morbo delle febbri putride. Migliaia di uomini, donne e bambini sono stati gli attori principali di una tragedia annunciata in cui la lucida follia dei sopravvissuti aveva individuato nei poveri e nei contadini i responsabili di tale devastazione. La città era allo sbando, sconvolta dalla paura e il Real Albergo dei poveri, da luogo di speranza e pietà era diventato 

 Una fila di fosse e un particolare di una delle 366 botole



CIMITERI D'italia

lo spazio angusto in cui stipare i più sofferenti, i cui corpi senza vita si racconta venissero sepolti per sbaglio insieme ai vivi gravemente malati in un clima surreale di tragedia collettiva. Sullo sfondo di una situazione ingestibile, l’esigenza di sepoltura delle salme aveva assunto un’importanza primaria di carattere igienico sanitario. Di norma, i corpi dei defunti venivano seppelliti sotto le chiese, in uno spazio degno e sacro, che però in quel momento non riusciva ad essere né sufficiente per inumare le centinaia di salme né sufficientemente igienico per arrestare l’epidemia che si trasmetteva soprattutto tramite i cadaveri infetti. Il Cimitero delle 366 fosse, progettato dallo stesso Fuga, era la soluzione perfetta per provvedere ad un’inumazione pulita, degna e soprattutto senza rischi di contagio.

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Questo camposanto non è molto conosciuto dai napoletani di oggi, nonostante abbia avuto una valenza importantissima per i cittadini dell’epoca. Realizzato su un quadrato di terra che aveva ospitato i corpi degli appestati del 1656, il cimitero è stato un esperimento, unico nel suo genere, pensato per contenere 366 fosse, "una per giorno seguendo un calendario perpetuo della morte".

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Le salme dei defunti che dovevano essere accolte erano quelle degli ultimi della società, dei poveri e dei carcerati. Il cimitero realizzato fuori le mura della città anticipa di molto l’editto Napoleonico di Saint Cloud del 1804 ed è l’ultimo anello che collega le tre fasi dell’assistenzialismo dei Borbone: ricovero dei poveri nella nuova capitale in espansione, cura dei malati e luogo di accoglienza delle salme per il riposo eterno. Da un punto di vista architettonico il Cimitero delle 366 Fosse appare OLTRE MAGAZINE

come un recinto sacro dalla superficie lastricata di pietra lavica in cui spiccano 366 botole di 80 cm per lato con sopra inciso un numero corrispondente al giorno dell’anno. Ogni fossa garantiva la possibilità di seppellire le salme ad oltre otto metri di profondità ed ogni giorno ne veniva aperta una nuova, in modo tale che ogni botola venisse riaperta solamente dopo un anno dal suo primo utilizzo, quando i corpi in essa contenuti non recavano più alcun rischio di contagio. Ancora oggi abbandonato ed arrugginito, nel giardino del cimitero c’è l’argano che consentiva alle salme di essere adagiate a terra con cura. Il Cimitero delle 366 fosse è attualmente un luogo dimenticato, in pessimo stato di manutenzione; un vero peccato soprattutto se si considera che accoglie i resti degli avi di un gran numero di napoletani scomparsi in circostanze così funeste. Sarebbe pertanto importante ridare dignità a questo luogo della memoria così peculiare dal punto di vista architettonico, emotivo e storico per non scordare coloro che hanno vissuto una devastante tragedia che resterà per sempre una ferita indelebile nella storia di questa grande città. 

 L'argano originale utilizzato per calare i corpi nelle fosse



legale, fiscale

Cancella il debito! a c u r a d i A v v. A l i c e M e r l e t t i e E l e n a A l f e r o

Era fine ottobre, si guardava alla pandemia, al vaccino che stava per arrivare e alle elezioni americane che rubavano più che mai la scena; ma nel mentre in Consiglio dei Ministri si stava compiendo una vera e propria rivoluzione copernicana in tema di debiti e di recupero del credito.

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I debiti potrebbero non rappresentare più un incubo, perché cancellare un debito, almeno una volta nella vita, da oggi si può!

Il 27 ottobre 2020 è stato infatti approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Ristori, pubblicato nella

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Gazzetta Ufficiale il giorno successivo, nel quale sono state inserite anche norme dedicate al settore giustizia. Più in particolare l’art. 4-ter - introdotto dalla legge di conversione del decreto, in vigore dal 25 dicembre 2020 - contiene le modifiche alla legge 27 gennaio 2012, n. 3, già modificata dal decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito in legge 17 dicembre 2012, n. 221, nonché dal decreto legislativo 18 maggio 2018, 


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LEGALE, FISCALE

n. 54. Per dirla semplicemente, con tale articolo il legislatore ha apportato alcune modifiche in materia di accesso alle procedure di sovraindebitamento per le imprese ed i consumatori di cui alla legge n. 3/2012, la cosiddetta “legge salva-suicidi”.

Gli aspetti sono molteplici, ma in questo articolo ci concentreremo su uno solo: il debitore nulla tenente. Quello che non ha nulla da offrire ai creditori, quello che non ricade nella logica del sinallagma, del do ut des, quello che vorrebbe evitare di veder pendente sulla sua testa titoli esecutivi per crediti che non riesce neppur minimamente a pagare e che, per dieci anni (e più ove si interrompa la prescrizione) gravando su di lui come una spada di Damocle, è impossibilitato ad effettuare qualsiasi atto, dall’acquisto di un auto, che si vedrebbe pignorare all’istante, all’intestazione di un conto immediatamente bloccabile da un pignoramento presso terzi.

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La ratio del legislatore è stata quella di porre una “pezza” ulteriore alla grave crisi economica che la pandemia ha cagionato, nel tentativo di rimettere in piedi migliaia di debitori, siano essi persone fisiche o imprese non fallibili in quanto al di sotto dei limiti per fallire, e cercando in questo modo di arginare un prevedibile ricorso all’usura ed all’assunzione presso imprese criminali. Una strada già intrapresa sin dall’approvazione della legge nell’anno 2012 che tuttavia ha trovato nel 2020 una accelerazione notevole derivante dalla volontà di porre al centro della tutela non più il creditore ed il proprio credito, ma il debitore in quanto tale e la propria capacità di esdebitarsi.

Cosa prevedeva la precedente legge del 2012? Andiamo per ordine. La co-

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siddetta “legge salva-suicidi” permette sin dal 2012 a chi era indebitato di evitare il recupero coattivo del credito, mediante la procedura di esdebitazione. Al fine di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento è dunque consentito al debitore di definire un accordo con i creditori nell'ambito della procedura di composizione della crisi. Si tenga conto che per "sovraindebitamento" si intende una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, nonché la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni. La proposta di accordo deve prevedere la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma, anche mediante cessione dei redditi futuri. Se il proponente non adempie puntualmente agli obblighi derivanti dall'accordo, se le garanzie promesse non vengono costituite o se l'esecuzione dell'accordo diviene impossibile per ragioni non imputabili al debitore, ciascun creditore può chiedere al Tribunale la risoluzione dell’accordo stesso. Unico punto dolente: in passato per potersi esdebitare doveva essere offerto qualcosa in cambio, un minimo di soddisfacimento dei creditori doveva esserci. Quali sono ora le novità? Ebbene, tra le novità appor-

tate nel mese di ottobre 2020 la più rilevante è che, dal 25 dicembre scorso, il nuovo art. 14-quaterdecies consente al debitore di ottenere l’esdebitazione anche qualora non abbia alcuna utilità da offrire ai creditori, purché sia meritevole (cioè, in assenza di atti in frode e mancanza di dolo o colpa grave). In sostanza chi non ha utilità da offrire ai creditori ora può chiedere al Tribunale, anche con l’ausilio di un legale, l’ammissione al beneficio della cancellazione dei debiti di qualsiasi natura, tra cui quelli fiscali, bancari, previdenziali, per fruire di una seconda possibilità. Possono farvi ricorso tutte le persone fisiche, anche se soci illimitatamente responsabili di società, dipendenti, pensionati, liberi professionisti, agricoltori etc, oltre ovviamente a tutte le imprese non fallibili in quanto al di sotto dei limiti dimensionali per fallire. Insomma, le recenti previsioni normative offrono una vera e propria àncora di salvezza per i debitori sull'orlo del baratro! 



C U LT U R A

Le Tombe dei Giganti i l v i a g g i at o r e

Le Tombe dei Giganti (tumbas de sos gigantes) sono monumenti funebri costituiti di sepolture collettive ed appartenenti alla cultura nuragica.

date diversità strutturali e tecniche, il complesso evolversi della civiltà nuragica fino agli albori dell'Età del Ferro.

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Continua il nostro viaggio tra i nuraghi della Sardegna alla scoperta delle Tombe dei Giganti.

Rappresentano una delle testimonianze più suggestive della gloriosa età dei nuraghi e, come gli altri, non trovano equivalenti al mondo. Attualmente ne sono state repertoriate circa 800 ma probabilmente ne esistono molte di più. Esse segnano, nelle loro poco son-

Si tratta di costruzioni funerarie megalitiche, la cui pianta rappresenta forse la testa di un toro (animale simbolo della divinità maschile molto importante in varie culture antiche, compresa quella nuragica, in quanto espressione di forza e 

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Nuraghe La Prisgiona


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Foto: Mélisande (Creative Commmons)


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potere) e sono diffuse uniformemente su tutta l'isola pur essendovi una fortissima concentrazione nella sua parte centrale. Ma la forma può richiamare anche l'organo femminile perché probabilmente la morte era considerata come congiunzione rigenerante tra il toro e la dea madre che accoppiandosi ridavano vita ai defunti nell'aldilà. La morte quindi come inizio di una nuova vita concetto ampiamente ripreso da varie credenze come ad esempio, per restare a tradizioni religiose a noi più vicine, quelle cristiane. Tutte queste spiegazioni rimangono tuttavia delle semplici ipotesi. I Nuragici non hanno lasciato testimonianze scritte e la reale simbologia delle loro tombe rimane in parte, e forse rimarrà per sempre, un affascinante mistero.

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Si tratta, come si diceva, di tombe collettive costituite da una camera funeraria allungata, di circa 20/30 metri ed alta dai 2 ai 3, realizzata con macigni di pietra ritti verticalmente con copertura a lastroni (nel tipo più arcaico, dei dolmen) oppure con filari di pietre con copertura ogivale. In origine la struttura era ricoperta

In prossimità delle tombe sorgevano spesso obelischi simboleggianti senza dubbio gli dei o gli antenati che vegliavano sui morti. Si tratta (vedi Nuragico II), dei betili, parola che sembrerebbe derivare dall'ebraico (beth-el) che significa “casa del dio”. In quelle più antiche al centro del semicerchio si trova una stele, raramente monolitica il più sovente bilitica, finemente scolpita e la cui altezza può raggiungere i 4 metri. Alla sua base si trova una piccola apertura che dava accesso alla tomba e che era verosimilmente chiusa da un masso. Molti storici ritengono, probabilmente a ragione, che non si tratti di luoghi di sepoltura, ma di ossari dove venivano deposti i resti ossei quando il loro numero era abbastanza consistente. È fortemente possibile che i corpi venissero scarnificati prima della sepoltura. Sono state infatti

 Necropoli Li Muri di Arzachena rinvenute tracce di questa pratica sulle ossa. La presenza di resti ossei s'è tradotta nella tradizione popolare sarda nella definizione di domus 'e s'orcu cioè casa dell'orco visto che la grande quantità di resti ritrovati poteva far pensare ai resti di un gigantesco banchetto di orchi diventati poi “giganti”. Il nome, nato dalla fantasia popolare, è stato assimilato dagli archeologi che tuttavia spesso preferiscono il termine “tombe dei giganti”. I membri della tribù, del clan o del villaggio venivano a rendere omaggio ai defunti della comunità senza distinzioni di rango, senza particolari privilegi e senza apportare offerte di valore. Esistono poi altri tipi di architettura funeraria a carattere fortemente regionale. Nell'area del Sassarese e del Goceano si diffusero le "domus a

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da un tumulo simile allo scafo di un battello rovesciato. Sul fronte, il corpo tombale si apre in due ampi bracci lunati a limitare un'area semicircolare cerimoniale: è l'esedra in cui si riunivano i partecipanti ai diversi rituali.

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di vista, una zona archeologica di primaria importanza inserita in un paesaggio semilunare puntellato di macchia mediterranea e da favolose rocce granitiche, modellate dalla natura nel corso dei secoli. Esse cambiano aspetto durante le 24 ore in funzione della luce del sole o della luna, delle nubi che galoppano col vento (ancora lui!) o della pioggia purificatrice, assumendo forme cangianti in cui ciascuno di noi può trovare un profilo o un'immagine corrispondenti al nostro stato d'animo momentaneo. Da strani mostri a figure umane o animali, da elementi geografici severi a paesaggi rasserenanti.

prospetto architettonico", ipogei con stele centinata scolpita sul prospetto mentre in Gallura orientale si riadattarono, con la costruzione di muretti a secco di chiusura, degli anfratti naturali detti "tafoni".

Il suo territorio offre al visitatore le mondanità della Costa Smeralda e la bellezza di insenature, spiagge, campagne ricoperte di vigneti, ma anche, e soprattutto dal nostro punto

Il parco archeologico si sviluppa su di una superficie importante in cui si trovano sette siti di grande interesse e tutti permeati di un fitto e fascinoso mistero. Una visita accurata di tutti i siti richiede non meno di 6/7 ore, una intera giornata, ma una giornata che marcherà indelebilmente lo spirito del visitatore. Si va dalla preistoria con quello che è il sito più antico la Necropoli Li Muri, detta delle “tombe a circolo”, risalente alla fine del IV sec. a.C. 

 Uno sorcio di Arzachena

Tra i complessi di maggior interesse di tali realizzazioni uno dei più importanti è certamente quello di Arzachena. G E N N A I O - F E B B R A I O 2 0 21

Il parco archeologico di Arzachena

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Arzachena è una cittadina della Gallura in provincia di Sassari nel quadrante Nord-Orientale della Sardegna. Si erge su di un colle granitico e vanta origini antichissime testimoniate da chiese, siti archeologici e luoghi d'interesse storico-culturale. Il suo cuore è la piazza Risorgimento con la maestosa chiesa di Santa Maria della Neve. OLTRE MAGAZINE

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(più di 5000 anni fa!) fino ad opere più recenti o recentemente modificate come il nuraghe La Prisgiona con l'annesso villaggio databili tra il XIII e l'VIII sec. a.C. Anche la funzione delle costruzioni è variabile. Oltre al nuraghe La Prisgiona vi è il nuraghe Albucciu ed i resti di un modesto nuraghe presso il Tempio Malchittu. E poi vi sono le tombe dei giganti: la Moru, sepoltura pertinente al vicino nuraghe Albucciu, la Li Lolghi e, per finire, l'esempio più significativo, Coddu Vecchju (o 'Ecchju) in regione Capichera che è forse il sito più enigmatico della Sardegna e che probabilmente era in relazione con La Prisgiona, distante qualche centinaio di metri.

La Necropoli Li Muri costituisce un esempio tra i più interessanti del megalitismo preistorico sardo che fece la sua apparizione in un periodo di mutazione della società neolitica dovuto allo sviluppo degli scambi commerciali e quindi dei rapporti sociali. È costituita da quattro tombe circolari e da una piccola tomba a galleria. Fu scoperta nel 1936 da un maestro: Michele Ruzzittu. Questi “circoli funerari neolitici” sono costituiti da ciste (cista, ciste: sepoltura a scatola di pietra) di tipo dolmenico (quattro lastre conficcate nel terreno e ricoperte da una quin-

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Lasceremo ai lettori e ai futuri visitatori, che speriamo numerosi, il compito di approfondire le loro conoscenze sulle costruzioni non propriamente funerarie: il Tempio Malchittu, il Nuraghe Albucciu, l'interessantissimo Nuraghe La Prisgiona con tanto di Villaggio Nuragico dove immaginiamo ancora al lavoro i diversi artigiani e commercianti. Un po' come a Pompei solo quasi 2000 anni prima. Ci soffermeremo invece sulle costruzioni prettamente funerarie.

ta; nessuna delle lastre di copertura è stata ritrovata) attorniate da cerchi concentrici di lastre a coltello. Questi erano destinati a sorreggere il tumulo in terra, una specie di collinetta, che ricopriva la sepoltura. I diametri massimi dei circoli variano da 5,30 ad 8,50 metri. Nel giro di pietre più esterno di ogni circolo è presente un menhir in corrispondenza del punto di tangenza tra i cerchi. Le sepolture, probabilmente singole, avvenivano nella ciste all'interno dei circoli mentre altre piccole “cassette” litiche (ossia di pietra) esterne ai circoli stessi, erano forse destinate alle offerte rituali. La tomba a galleria situata in posizione periferica per rapporto ai circoli è stata costruita nel periodo del Bronzo Medio sopra ai resti di una sepoltura neolitica. Sono stati ritrovati ciottoli di un colore ocra rossiccio che fanno pensare possano essere serviti per preparare un colorante dal forte

 La Tomba dei Giganti Coddu Vecchju

valore simbolico. L'ocra era infatti associata al sangue ed aveva un significato di rigenerazione al punto che veniva spalmata sul corpo del defunto in vista della sua rinascita nell'aldilà. Conclusione logica: 5000 anni fa l'approccio dei nostri antenati non era molto diverso da quello che è il nostro oggi. E di acqua ne è passata sotto i ponti....

Le Tombe dei Giganti di Arzachena La Tomba dei Giganti Moru ripropone il classico schema in pianta costituito da un corpo tombale con vano funerario interno preceduto dall'emiciclo dell'esedra. Il corridoio sepolcrale, con piccolo atrio delimitato da due blocchi paralleli, è fermato da lastre verticali alternate a parti in muratura; due lastroni orizzontali sono quanto resta dell'originaria copertura. Il vano è racchiuso entro una struttura rettangolare delimitata


da un paramento a filari. Sul fronte si sviluppano i resti dell'esedra costituiti da alcuni blocchi di base e piccole lastre mentre della stele centrale rimane soltanto un frammento. Come molte tombe del territorio di Arzachena anche questa è il risultato di ristrutturazioni del XIII sec. a.C.

 Tomba dei Giganti Moru

La Tomba dei Giganti Coddu Vecchju o Capichera è ai nostri occhi la più affascinante e suggestiva. Sorge su un terreno inclinato alle falde di un'area collinare oggi coltivata a vigneti (il che non guasta!) Costruita col granito locale, orientata lungo l'asse Est-Ovest con l'ingresso ad Est, è il prodotto della ristrutturazione di una più antica tomba dolmenica a galleria (allée couverte), lunga 10,5 e larga 3,50/4 metri, con pareti realizzate a lastre ortostatiche sormontate da alcuni filari di pietra e con copertura a lastroni orizzontali. In un secondo momento furono aggiunti gli elementi tipici della tomba dei giganti: l'esedra semicircolare costituita da ortostati e soprattutto la stele centinata, la più grande del genere finora rinvenuta in Sardegna, in due elementi sovrapposti (altezza totale 4,04 m. e larghezza 1,90 m.) con alla base il portello scorniciato. Il monumento era in origine

ricoperto da un tumulo costituito prevalentemente da pietre medio-piccole. I materiali restituiti dallo scavo (tegami, ciotole carenate, vasi a collo rientrante etc.) consentono di datare la prima fase della tomba alla cultura di Bonnanaro (Bronzo Antico 1800-1600 a.C.) e la sua ristrutturazione al Bronzo Medio (1600-1300 a.C.). Chiudiamo con la speranza che le succinte ed evidentemente incomplete informazioni qui proposte inducano molti di voi a fare un viaggio nel nostro passato ristabilendo così, in un certo modo, quella stretta relazione che, aldilà dei millenni trascorsi di fronte ai quali la nostra esistenza è un granello di polvere, ci unisce indissolubilmente a chi ci ha preceduto (ed a chi ci succederà) in una comunione di sentimenti, di gioie e di dolori, sempre attuale di fronte alle vicissitudini della vita. A parte i telefonini, le automobili, gli aerei, i satelliti, i vaccini etc. in fondo siamo sempre tutti gli stessi a porci le stesse domande sui misteri della vita senza trovare una risposta definitiva: “chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?” Buona ricerca!  OLTRE MAGAZINE

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di un vano rettangolare di 27 m. che ingloba, al fondo, la precedente tomba dolmenica coperta. Il corpo tombale era all'origine coperto dal tumulo di piccole pietre che raggiungeva il massimo spessore nella zona absidale in fondo alla tomba.

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Foto: Gian Marco Valente (Dreamstime)

La Tomba dei Giganti Li Lolghi è costruita sui resti di una precedente sepoltura megalitica del tipo “a galleria” (allée couverte). Il fronte è dominato dalla presenza dell'alta stele centinata monolitica (3,75 m. x 2,45 m.) che presenta il consueto motivo in rilievo costituito dal riquadro inferiore e dalla lunetta superiore. È situata al centro dell'ampia esedra semicircolare composta da 14 lastre ortostatiche di altezza decrescente verso le due estremità. Alla base della stele, una delle più alte della Sardegna, si apre lo stretto portello che introduce nella camera funeraria attualmente priva di copertura. Si tratta

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NO VI TÀ 20

Perugino, “La Pietà” • modern spallata, noce


TÀ VI NO

Giotto, “Ultima cena” • modern spallata, miele con croce in foglia oro

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Immacolata con Angeli • spallata, noce


Madonna del giglio • spallata, noce con croce in foglia oro

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Rose • modern spallata, noce


Gigli • modern spallata, miele

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L’ O R I G I N A L E

DEDICHE PERSONALIZZATE Oltre alle preghiere classiche (Ave Maria, Padre Nostro, Eterno Riposo, Preghiera dell’Alpino, etc...) è possibile ordinare un pensiero dedicato (esempio: Mamma, Papà, Amore) o qualsiasi testo su ordinazione. Preghiera, dedica personalizzata per Onoranze “La Cristiana”, Torino


Preghiera™ ha un concept semplice e innovativo: un anello intorno al cofano o all’urna dove è riportata una preghiera o un pensiero di commiato. Il testo è impreziosito da uno sfondo in foglia oro e protetto da una teca in plexiglass originale. Disponibile nelle tonalità: Naturale, Miele, Noce e Noce Medio.

Preghiera Ave Maria - naturale spallata Sullo sfondo: Fondale Espandibile Affresco - Angeli 205


TĂ€ NO VI

Cofano illuminato da una fascia in plexiglass oro a specchio con piccole aperture a forma di cuore ove i partecipanti possono inserire un fiore quale ultimo dono.


VI NO TÀ

Dono, il cofano creato per lasciare un fiore, il nuovo brevetto di Prima Bottega.

Donare un fiore è comunicare un’emozione. È un gesto capace di raccontare i sentimenti più profondi, nel modo più semplice ed elegante di tutti.

Dono - naturale, spallata con croce in plexiglass specchio oro

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TÀ NO VI 30

Dono • spallata, miele con croce a specchio oro


VI NO TÀ

Dono • spallata, noce con croce a specchio oro

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il tuo gesto d’amore

Scrigno del Cuore - naturale


Scrigno del Cuore, il cofano con incisi dei piccoli cuori che possono essere conservati in ricordo del proprio caro e sostituiti con messaggi d’amore dedicati, indispensabile ad ogni moderna impresa funebre che voglia offrire una cerimonia esclusiva, con una dotazione di accessori completa di tutto ciò che serve per confermare visibilità e prestigio.

Alcune immagini di accessori del kit cerimoniale Scrigno del Cuore.

Una ricercatezza progettuale ed estetica che veste la cerimonia funebre di una nuova luce, dando vita a un’atmosfera unica, all’insegna di una spiritualità toccante e intensa: è questa la reale impronta innovativa di Scrigno del Cuore. 33


Mattonelle in metallo da cesello e foglia oro da incidere facilmente, anche con una penna. In questo modo è possibile lasciare messaggi e pensieri d’addio che rimarranno per sempre incisi, rendendo la cerimonia unica e partecipativa. Sigillo d’Amore® è stato pensato per regalare un’esperienza nuova, creativa ed emozionante, per dar vita a un’opera unica, plasmata dal trasporto del momento e destinata a perdurare nel tempo, come i ricordi e la memoria degli affetti. Sigillo d’Amore - spallata, noce


La scritta resterà immutabile a suggellare un vincolo che si protrae nel tempo. Un connubio fra tradizione e innovazione dove il made in Italy è certificato al 100%, in conformità con la filosofia aziendale volta a valorizzare, in ogni suo prodotto, le grandi risorse e capacità dell’artigianalità italiana.

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TESORO essenzialitĂ nelle linee eleganza nel dettaglio

Una nota di luce in oro bocciardato, muta i tradizionali cofani in raffinati prodotti senza tempo.

Tesoro • spallata, miele con croce e fascia in foglia oro

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Arredamento Onoranze Prima Bottega rende più bella la tua Impresa con i Fondali Espandibili.

I Fondali Espandibili sono sistemi flessibili, versatili e modulari che si adattano alla tua personalità, alle dimensioni degli spazi e alle tue necessità. Speciali fogli di intonaco che possono essere arrotolati e srotolati innumerevoli volte e che, grazie a questa peculiarità, danno vita a soluzioni di arredo uniche e totalmente personalizzate; realizziamo infatti volentieri anche le tue idee.

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Espandibile “Immacolata” 130


Vuoi valorizzare la tua impresa di Onoranze Funebri?

COMINCIA DALL’ARREDO Prima Bottega offre nuove, originali idee per dare un servizio completo alle Imprese che vogliono rendere unico il loro ambiente, destinato anche ad accogliere le Famiglie. I FONDALI ESPANDIBILI AFFRESCO hanno proprietà tipiche degli affreschi tradizionali, regalando un percorso tattile ed emozionale che rimanda ad uno stile classico e senza tempo. Hanno un elevato grado di maneggevolezza e leggerezza e, una volta aperti, si distendono perfettamente come una vera superficie muraria. La raffinata foglia oro viene rigorosamente applicata a mano, come da tradizione del più antico artigianato italiano.

ARREDAMENTO ONORANZE è il settore che realizza interni per sedi di onoranze, sale commiato, case funerarie, chiese ed edifici di culto, sia in Italia che all’estero. In alto: Espandibile “Cristo Redentore” 205 39


Chiama Francesca 340 35 64 393 La nostra esperta ti mostrerà in diretta video gli Espandibili Affresco. Servizio attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:30 alle ore 13:30.

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Espandibile “Gardenia” 205, oro bocciardato


Espandibile “Gigli” 205, oro bocciardato

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Espandibile “Giotto, Ascensione Full” 205


Espandibile “Padre Pio” 205

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Espandibile “Paradiso terrestre� 280


Espandibile trittico “Ascensione” 130 e “Angeli” 130

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CON L’ACQUISTO ANCHE DI UN SOLO PRODOTTO

farete subito parte di onoranzeeccellenti.it l’elenco delle Onoranze Eccellenti Italiane che, tramite Prima Bottega, sostengono la ricerca scientifica.

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ONORANZEECCELLENTI.IT Il portale dedicato alle Famiglie per la scelta delle più vicine Onoranze selezionate

SOSTENIAMO INSIEME LA RICERCA SCIENTIFICA E LA SALUTE Su www.onoranzeeccellenti.it le Famiglie trovano l’impresa funebre più vicina che si distingue per il sostegno dedicato alla ricerca per la salute delle future generazioni. Per accogliere i desideri delle Famiglie che prediligono le opere di bene, le Onoranze Eccellenti hanno pensato ad un nuovo modo di contribuire al progresso scientifico. Tramite i prodotti made in Italy di Prima Bottega

le Onoranze Eccellenti sostengono gli istituti in prima linea nella ricerca medica con l’iniziativa:

con la quale una parte dei proventi della vendita dei prodotti viene devoluta da Prima Bottega, su indicazione delle Onoranze, a favore di un Ente di ricerca.

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DIREZIONE COMMERCIALE SALES MANAGEMENT Prima Bottega Ebanisteria Italiana privilegia il rapporto diretto con il Cliente: amiamo ascoltare le sue esigenze, condividere obiettivi e strategie e realizzare soluzioni.

Francesca Colantoni 327 16 54 742 - 340 35 64 393 Simona Rondelli 393 84 04 854 Francesca Faedi 338 34 92 369 Ufficio vendite 0862 76 15 79

Consulente regione SICILIA: Ferdinando D’Angelo 328 57 49 891 Consulenti regione SARDEGNA: Marco e Mattia Mirigliani 328 36 08 574 - 328 36 08 571 Consulente regione UMBRIA: Marco Cherubini 328 91 88 195

www.primabottega.it


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