Red Shoes Magazine - Nicolò Melli all time Olimpia Euroleague Leader Games Played

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MELLI | ALL-TIME OLIMPIA EUROLEAGUE LEADER GAMES PLAYED | REDSHOESMAGAZINE

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Nicolò Melli

“Volevo Milano quando ero a Reggio Emilia, non mi sento una bandiera ma mi piacciono le bandiere, essere il Capitano della squadra è un onore. Sono diventato Melli perché ho capito che le vittorie beneficiano tutti e devi fare in campo le cose che ti permettono di restarci”


Era un predestinato, lo sanno tutti. Era “Io volevo venire a Milano. Era il periodo un bambino quando Reggio Emilia lo in cui stavo prendendo la maturità. portò in panchina in Serie A per la prima Dovevo studiare e al tempo stesso volta. Quando al Palalido fu MVP di un incontrare le squadre interessate a camp per prospetti guidato da Michael me. Ma io volevo Milano. È una città Jordan in persona. Quando andò in che per me è stata sempre attraente. America insieme ai migliori talenti Confesso: lo è anche perché sono europei e persino quando, all’esordio tifoso interista per cui la trasferta a da giocatore, saltò per la palla a due Milano, le poche volte che sono venuto colpendola con un pugno. Quand’era a San Siro, ha sempre avuto un fascino al minibasket ebbe per un periodo particolare. E poi l’Olimpia Milano: non Alessandro Gentile come compagno devo certo essere io a spiegare cosa di squadra. Veniva descritto come significhi. In più io vengo da Reggio una “bestia”, uno che non Emilia e qui a Milano potevi contenerlo. Così ha giocato un giocatore non è una sorpresa la reggiano speciale, Piero carriera di Nicolò Melli. Montecchi. Non posso Ma tra le promesse di dire che da piccolo un quattordicenne e i tifavo Olimpia, perché successi di un trentenne naturalmente tifavo ci sono in mezzo anni di Reggiana, ma era una lavoro, fatica, sacrifici, squadra importante, un soddisfazioni, lacrime, obiettivo. Quando si è sangue, sudore, gioia. E concretizzato l’arrivo lui stesso ha intenzione sono stato solo contento, di restare in giro ancora ma anche consapevole a lungo, pensa al 2028 che sarebbe stato solo un Il giovanissimo Melli ai primi come prima possibile punto di partenza”. passi in EuroLeague data di scadenza, ma in Hai giocato subito in EuroLeague, realtà conta di giocare il più a lungo fin dal primo anno. Ora hai il record possibile, “ad alto livello e a patto di di presenze in maglia Olimpia. Ma essere presentabili”. Nicolò Melli ha quanto era diversa l’EuroLeague a giocato più partite di chiunque altro con quell’epoca? la maglia dell’Olimpia nella massima competizione europea. Questa è la “Sono diversi i giocatori, la pallacanestro sua confessione. è cambiata, sono passati quasi 15 anni, poi se non ricordo male il mio primo Siamo nel 2010 e al piccolo Nicolò anno di EuroLeague fu anche il primo Melli arriva questa notizia: andrai a anno dopo l’allontanamento della linea giocare all’Olimpia Milano. Ricordi? dei tre punti; quindi, ci fu un periodo Sensazioni di quei momenti? 4

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In posa, al tradizionale Media day di EuroLeague: stagione 2013/14 REDSHOESMAGAZINE

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di adattamento alle nuove dimensioni del campo. Ma è cambiato anche il fatto che si giochino quasi 20 partite in più all’anno, quindi, il livello, l’intensità fisica di ogni partita è diversa. È tutto parte di un’evoluzione, non sto a dire se buona o meno buona, per quanto mi riguarda è un bene, perché gioco di più, ma sì c’è tanta differenza”. La stagione 2013/14 è stata quella della tua affermazione: prima di vincere lo scudetto quella squadra ebbe una cavalcata eccezionale in EuroLeague con sette vittorie di fila, i playoff. Quanto era divertente giocare in quel gruppo?

bel basket per larghi tratti”. Nell’anno dello scudetto eri partito per fare il cambio di Wallace, poi di Kangur, e invece hai giocato in quintetto; l’anno successivo dovevi fare il cambio di Linas Kleiza e invece sei rimasto in quintetto. Questo dover tornare sempre indietro, ricominciare, è stato alla base della scelta di cambiare, cercare fiducia altrove?

“Sicuramente, prima di Wallace e Kangur, c’era stato anche Antonis Fotsis. Succede, un anno parti dietro un giocatore e finisci davanti; il secondo anno parti dietro non uno ma due giocatori e “Era bello, c’era una bella finisci davanti; il terzo atmosfera, funzionavamo anno, dopo aver vinto lo bene in campo, c’erano scudetto, mi sono detto ruoli precisi, ricordo una “vado dove posso essere bella vittoria in trasferta davvero un titolare”. con il Fenerbahce, nella C’è stato anche questo, prima partita giocata Una delle grandi partite di Nik ma volevo soprattutto all’Ulker Arena. Era bello. fu Gara 7 della finale 2014 mettermi in gioco. Ha Poi ci sono stati i tanto influito, mi ha fatto riflettere, volevo famosi playoff con il Maccabi che mi dimostrare di essere anche io un porterò sempre dentro. Ci fu anche titolare da EuroLeague. Sono contento un’ingiustizia sportiva in quell’anno, della scelta fatta”. nel senso che non credo meritassimo di perdere in Coppa Italia con Sassari, Semifinale del 2015, Gara 7, il qui a Milano, con due canestri quasi da misterioso fallo commesso su centrocampo di Diener. Alla fine, anche Dyson che in realtà era una gomitata lo scudetto l’abbiamo riagguantato da ricevuta. Fosse stato sanzionato 3-2 sotto nella serie. Sarebbe stato correttamente, sarebbe cambiata la danno e beffa non vincerlo, perché tua storia? quella era proprio una bella squadra, stava bene assieme, e giocammo un 6

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L’esultanza di Melli a Siena in Gara 6 dopo “The Shot”: pochi ricordano che la tripla precedente fu sua


“Se sarei rimasto a Milano? Non lo so. Può darsi. Sicuramente quello è stato uno dei fischi peggiori vissuti nella mia carriera. Se l’antisportivo che mi fischiarono contro il Maccabi fu una chiamata giusta, nel senso che l’errore lo feci io, in quella situazione non l’ho davvero toccato. Ho preso una gomitata in faccia. Quello è antisportivo suo, neppure fallo mio. E a quel punto abbiamo vinto la partita e siamo in finale. Di sicuro sarebbe cambiata la nostra storia in quella stagione. Poi le mie decisioni a fine anno, non so quali sarebbero state”.

squadra affermata, Bamberg. Ma quando hanno avuto la possibilità di fare l’EuroLeague quello ha aiutato la scelta. Ma non mi sono sentito coraggioso, ho visto una società e un allenatore che mi volevano, una squadra che aveva giocatori di talento, come Brad Wanamaker contro il quale avevo giocato quando lui era a Pistoia. Volevo provare qualcosa di diverso, mettermi alla prova, non volevo essere coraggioso”.

Fatto sta che sei passato da Milano a Bamberg, hai fatto un passo indietro per farne due avanti come poi hai fatto. È stata una scelta coraggiosa e di un atleta molto sicuro dei propri mezzi.

Hai vinto tanto a Bamberg, a Istanbul e a Milano. È vero come dice Gigi Datome che vincere in Italia è diverso in termini di intima soddisfazione?

“Sì, è diverso. Da italiano vincere il campionato italiano o vincere con una squadra italiana ha tutto un altro significato. E per me farlo da Capitano… La semifinale del 2015 contro “Non mi sono sentito Questo non toglie nulla Sassari è ricordo amaro coraggioso, dico la verità. a quello che ho avuto Come ho detto, anche se credo che si la fortuna di vincere a Bamberg o al debba dimostrare tutti gli anni il proprio Fenerbahce, ma è così. Giochi contro valore, io e tutti, ripartire sempre da amici, compagni di nazionale, che poi dietro non mi aveva stancato ma fatto te li ritrovi in nazionale ed è meglio riflettere sì. Ho avuto questa possibilità, vincere... Ma è diverso, ti conoscono una società ambiziosa, che aveva fatto di più, poi siamo cresciuti guardando il bene in Eurocup e giocava per il titolo campionato italiano…” in Bundesliga, anche se quando finì la Come Dino Meneghin molto prima nostra stagione loro stavano ancora di te, non sei un giocatore che si giocando e solo se avessero vinto il giudica dalle statistiche ma dalle campionato avrebbero partecipato vittorie di squadra. Come si diventa all’EuroLeague. Quindi non era una 8

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Al Fenerbahce Istanbul, Nik è arrivato ad un passo dal vincere l’EuroLeague

A Bamberg, un passo indietro per muoverne due avanti, come è successo

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un giocatore così? È un fatto istintivo?

Spendiamo tanta fatica, impegno, emozioni, che vuoi vincere. Non è l’unica cosa che conta ma è una delle più importanti”.

“Per quanto mi riguarda ho avuto due insegnamenti che mi hanno aiutato tanto nella mia carriera. Il primo, mi Giocando come Melli però non ha aiutato tantissimo in un periodo si vincono i trofei di MVP, come è difficile della mia carriera, è cerca di successo nel 2022 e nel 2023. fare le cose che ti permettono di stare in campo. Se segni 20 punti tutte le “Non mi pesa perché ho visto due partite è ovvio che giochi, ma non è mai compagni di squadra che si meritavano stato il mio caso. Quindi ho imparato, il trofeo e che ci tenevano per motivi guardando, studiando gli avversari, diversi. Shavon per i problemi che quello che potevo fare aveva avuto, tornare, e per stare in campo. I giocare la finale che ha rimbalzi li ho sempre presi giocato, è stato bello. anche a livello giovanile; Gigi, anche se non l’aveva difendere è qualcosa che detto a nessuno, aveva ho imparato, lavorando già deciso di smettere e tanto, poi i passaggi. voleva farlo alla grande. Mi piace guardare la E poi se lo meritava per pallacanestro quindi ho quanto si è sacrificato nel studiato le situazioni. Ho corso della sua carriera. avuto allenatori come Ero contento per loro. Poi Trinchieri e Obradovic ovviamente per quanto io che mi hanno aiutato a sia orientato sulla squadra capire come leggere le e l’obiettivo di squadra Il giorno del ritorno a Milano partite. L’altra – e ne sono è prioritario, e mi pare di convinto – è che, se vinci dimostrarlo in campo a di squadra, tutti ne giovano. Soprattutto sufficienze, se poi ti danno l’MVP non ad alto livello, se sei un vincente è che faccia schifo o lo restituisci. Ma o qualcuno che aiuta la squadra a per me contava lo scudetto. Avessi vincere, alla fine ti torna indietro. vinto anche l’MVP meglio, ma contava Se una squadra ha ambizioni di alto lo scudetto. Anche perché mi pare livello, chi permette di vincere viene che l’MVP si dia sempre a chi vince gratificato. Non è solo una questione Ricordo forse una finale di Coppa economica, ma di soddisfazione. Si Italia Roma-Napoli in cui fu MVP David dice che i trofei si caricano di polvere Hawkins che aveva perso, ma è stata e quelle che contano solo le emozioni. un’eccezione. Quindi prima vinci e poi Sono d’accordo, ma non ho problemi a vediamo chi è l’MVP” spolverare i trofei. Se questo serve… 12

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La difesa è il marchio di fabbrica di Melli: qui una superstoppata su Mam Jaiteh


I due anni di NBA come agonista ti hanno lasciato dentro un senso di incompiutezza? “Tanta. Più il secondo anno che il primo. Non giocando mai ti rimane dentro questa voglia di agonismo che non riesci a esprimere, per quanto ti puoi allenare. In Europa forse esageriamo perché ogni partita è vissuta come da vincere ad ogni costo, mentre nella NBA è quasi l’opposto. Questo pathos, questo vissuto quotidiano mi mancava. Ci sono cose positive nel vivere la stagione in quel modo, ma quello che mi mancava era giocare. Se avessi giocato, il mio spirito competitivo avrei trovato il modo di esprimerlo”.

“Non so se sia più importante a Milano, non voglio sminuire nessuno. Per quanto mi riguarda mi dà un senso di responsabilità sia nei confronti di me stesso, per come mi devo comportare io, sia nei confronti dei miei compagni, della società, dei tifosi. Cerco di metterci la faccia, per quanto posso, di esprimermi, di fare da collante sia all’interno dello spogliatoio che verso l’allenatore, la società. Se c’è qualcosa che ritengo sensato me ne faccio ambasciatore, cerco di fare da filtro. Per me è un grandissimo onore. Significa anche che sto invecchiando. Però penso sia una cosa bella di cui spero di essere degno”.

Quanto è stato diverso tornare a Milano da uomo maturo, esperto, giocatore affermato?

Non hai mai beneficiato del turnover, perché in Germania e Turchia eri troppo importante, qui oltre che importante sei anche italiano e poi vai in Nazionale. Non ti fermi mai.

La potenza fisica di Nik Melli “Ho ritrovato soprattutto in città punti di riferimento “A me piace giocare, poi è ovvio che che avevo avuto nei miei primi cinque ci sono partite più belle e altre più anni. È una sensazione diversa. Sono brutte, in Germania, Turchia e Italia. contento di essere tornato, non me Alcune cnon vedi l’ora di giocarle lo sarei aspettato, non si possono e altre che le devi giocare. Ci sono prevedere certe cose, il futuro, ma momenti della stagione in cui giocare non l’avevo messo in conto e sono è più difficile e più semplice. Ma ho contento che sia successo”. la fortuna di sapermi gestire fuori del Sei il Capitano: è una carica onorifica campo, grazie alla mia famiglia, riesco o avverti un senso di responsabilità a recuperare. Poi è innegabile che in superiore? alcuni momenti sia tutto più difficile. Ma se l’allenatore, la squadra pensano

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Una tremenda schiacciata di Melli, la parte spettacolare del suo gioco

Melli in un’altra delle sue schiacciate


di non poter fare a meno di me, come era in Germania e Turchia, come è qui aldilà del passaporto, penso sia un buon segno. Preferisco così piuttosto che mi dicano stai pure fuori”. Ora che stai accumulando questi record oltre alla soddisfazione cominci a sentirti verso quella fase della carriera in cui si inizia a pensare al futuro?

era arrivato davvero nessuno prima di te. “Sì, è bello, ma non me ne capacito fino in fondo e non voglio pensarci più di tanto. Quello che ho intenzione di fare è riflettere su quello che ho fatto, e spero di fare ancora tante cose, quando mi sarò ritirato, spero il più tardi possibile. Sono contento che succedano queste cose, penso sia giusto ricordarsi quello che è stato e si è fatto, però ho ancora tantissima strada da fare”.

“No, non ci penso, poi vorrei giocare almeno fino al 2028, quindi ho un altro ciclo Però il record di olimpico dopo un club lo puoi quest’anno. Ne ho battere solo se parlato anche con ci rimani tanti Gigi: l’importante anni e per farlo è rimanere ad devi essere alto livello, fare le apprezzato. cose bene, essere presentabili. “Questo sì: da ragazzino Penso di esserlo seguivo molto il ancora. L’unica calcio e ho sempre cosa è che, Melli con la famiglia dopo lo scudetto del 2023 apprezzato i quando mi hanno giocatori come consegnato il Javier Zanetti, Alessandro Del Piero, primo pallone per un record, forse Francesco Totti, o nel basket Dirk era quello dei rimbalzi, non ho scritto Nowitzki a Dallas, le bandiere. Io non sopra per cosa fosse. Invece devo farlo credo di essere una bandiera, ma perché cominciano ad essere tanti. essere un pezzo importante nella storia Non saranno mai quanti ne ha Kyle di un club, anche solo per le presenze, Hines, nella sua cantina o magazzino, è bello. Non è quello che sogni da ma devo iniziare a scrivere sopra per bambino, non sono questi i sogni che cosa sono altrimenti mi confondo”. fai, ma diventando grande ti rendi conto di essere stato una presenza Ma un record come quello delle importante, di un club importante. Non presenze è qualcosa che forse va tutti riescono farlo, io ci sono riuscito”. oltre, perché puoi dire che lì non ci 16

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Melli esulta dopo il terzo titolo italiano vinto a Milano

Qui Nik centra i due tiri liberi decisivi in Gara 2 dell’ultima finale scudetto


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