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l’originale ricostruzione di Messina dopo il terremoto del 1908 Il caso del “Brevetto per Case Asismiche” di Giuseppe Torres è un sistema di costruzione per edifici monolitici a pianta circolare, componibili, destinata alla ricostruzione integrale e originale della Città di Messina dopo il terremoto del 1908. Questo progetto è una testimonianza unica di un atteggiamento di ripristino urbano, che tenta di mettere insieme innovazione tecnologica con la tradizione formale, originando forme nuove e originali di città. Lo studio degli archivi Torres, conservati all’Archivio progetti dell’Università Iuav di Venezia, è stato essenziale per la ricerca. I disegni conservati costituiscono l’unica testimonianza di un progetto quasi sconosciuto, che rappresenta una documentazione essenziale per la riorganizzazione dell’iter progettuale che ha portato al Brevetto tecnico nel 1909, e alla composizione urbana originale successiva. L’atteggiamento di Torres è un esempio di ricostruzione di città in cui l’originalità è rappresentata dalla novità tecnologica e dalla conseguente forma generata. Il ricostruire, nel caso di Messina, è un occasione per innovare sia dal punto di vista tecnico che formale che si traduce in una “nuova città rosata” dalle forme originali.* The case of the “Asymmetric Patent for Homes” by Giuseppe Torres is a construction system for monolithic buildings with a circular, modular plan, used for the complete and original reconstruction of the City of Messina after the earthquake of 1908. This project is a unique testimony of a urban restoration attitude, which attempts to bring together technological innovation with the formal tradition, giving rise to new and original forms of the city. The study of the Torres archives, stored up at the Iuav Projects Archive, was essential for the research. The preserved drawings are the only evidence of an almost unknown project, which is an essential documentation for the reorganization of the design process that led to the Technical Patent in 1909, and the subsequent original urban composition. The attitude of Torres is an example of cities’ reconstruction in which originality is represented by technological innovation and the consequent resulting form. The reconstruction, in the case of Messina, is an opportunity to innovate both from a technical and formal point of view that translates into a “new rosy city” with original shapes.*

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a ricostruzione mette in discussione le capacità di un’intera comunità di affrontare il futuro. All’indomani di guerre o devastazioni, che riducono in macerie luoghi che sono stati case e luoghi di lavoro, si apre un momento di discussione decisivo, i cui risultati spesso si trasformano in vere e proprie opere originali. La novità che comporta la ricostruzione è legata al principio di discriminazione tra ciò che può essere conservato e ciò che inevitabilmente, per gli errori compiuti nel passato, può essere modificato o cancellato. Nel caso specifico della ricostruzione di intere città, la correzione di falli passati, comporta una profonda riflessione sui modi in cui l’uomo vive nel suo ambiente, e per estensione nell’intero pianeta. Con la Prima Guerra Mondiale, e decisamente di più con la Seconda, si apre una straordinaria stagione di innovazione grazie anche alla condizione fisica della tabula rasa che spesso si presenta in ampie porzioni di territorio urbano. La distruzione e ciò che comporta è “condizione ideale […] per proporre un progetto senza eccessivi condizionamenti da parte delle preesistenze” (Mamoli, Trebbi, 1988, pp. 1-8). Il primo dopoguerra propone elementi di novità inattesi, e che fanno parte di una cultura nuova, che in quegli anni si diffonde in tutta Europa. La più grande conquista della ricostruzione postbellica è la liberazione definitiva dal concetto di ripristino filologico di matrice ottocentesca, che impone il “com’era dov’era” (Treccani, 2015, p. 16). Le riflessioni fatte in Italia dopo i due conflitti, devono parte della loro fortuna a una serie di vicende ed esperienze precedenti, che mettono in primo piano la questione della ricostruzione, fra queste hanno rilievo gli eventi messinesi e reggini del 1908. La mattina del 28 dicembre alle 5.02 Messina e Reggio Calabria vengono distrutte da quello che è stato registrato come il più micidiale terremoto avvenuto in Italia. In quella notte più di centomila persone perdono la vita e quasi la totalità degli edifici crolla per l’urto (Tacconi, 2016). Per fronteggiare questa condizione di reale tabula rasa, vengono sottoposte alcune ipotesi di ricostruzione origi-

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