«Letta vara la sua segreteria: Pd Veneto snobbato ancora. Ma è solo colpa nostra»

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queste latitudini un minimo di entusiasmo dopo le stravittorie della Lega e la «desertificazione» delle sezioni dell'epoca renziana (così l'ha chiamata Paolo Giaretta, che del Pd fu nel 2007 il primo segretario in Veneto). Prova a gettare acqua sul fuoco il capogruppo in Regione Giacomo Possamai, che con Letta può vantare un rapporto di amicizia e stima lungo e risalente: «Se si scompone la nuova segreteria si vede che il criterio territoriale non è stato dirimente: su sedici membri ci sono cinque lombardi, quattro piemontesi e tre emiliani... molte regioni possono dirsi scontente, non solo il Veneto. Mi pare che le scelte siano state dettate da altro: ci sono figure di forte rinnovamento accanto ad altre di grande esperienza, e diversi tecnici, in alcumi casi nominati fuori dal perimetro del partito. Non voglio però eludere il problema di fondo: è chiaro che H Pd Veneto deve ricostruirsi dalle fondamenta e ripartire. Abbiamo bisogno di una forte interlocuzione con Roma? Senza dubbio. Ma questa si ottiene con l'autorevolezza delle idee e della proposta politica, non con i posti in segreteria». Marco Bonet a

Ll NOMINE IM LETTA

Pd,i veneti fuori anche dalla segreteria VENEZIA Niente ministri, niente sottosegretari e la delusione continua per il Pd Veneto. Tra i i8 membri della sua segreteria, infatti, Enrico Letta non ne ha nominato neppure uno di qui. «Ma è solo colpa a pagina 9 Bonet nostra».

Letta varalasua segreteria Pd Veneto snobbato ancora. «È soltanto colpa nostra» Dopo ministri e sottosegretari,nuova delusione per i dem VENEZIA E tre. Anche stavolta è andata male. Dopo quello dei ministri e quello dei sottosegretari, finiti entrambi con uno zero tondo a tabellino, anche il giro di nomine della segreteria nazionale del Partito Democratico (16 membri, non pochissimi) ha lasciato i dem veneti con un palmo di naso, finendo per riproporre una volta di più gli interrogativi che da tempo assillano militanti e dirigenti di qui: ci vedono? non ci vedono? e se ci vedono, non ci considerano? e se non ci considerano, perché non ci considerano? «Si ha l'impressione - ammette il segretario regionale, Alessandro Bisato - che il partito nazionale dia il Veneto irrimediabilmente per perso e dunque non lo ritenga meritevole di particolare considerazione. Ma così non solo qui. non si vincerà mai, ma neppure si potrà mai ripartire davvero. Quando si perde, si dovrebbe rilanciare, ci si dovrebbe impegnare di più.E invece...». Ma Bisato, con onestà intellettuale, non guarda solo al di là dei confini ma pure al loro interno: «E colpa nostra e in cima alla lista mi ci metto io per primo: non siamo mai riusciti a creare una vera filiera con Roma, i rap-

gari sono anche buoni, ma dal punto di vista politico il legame è completamente sfilacciato, non c'è». Con le conseguenti difficoltà, oramai arcinote, ad ogni passaggio decisivo della vita del partito, dalla costruzione delle leadership locali alle scelte dei candidati, per arrivare all'impegno dei big sul territorio durante le campagne elettorali (lasciamo perdere il dibattito pubblico quotidiano che vede esponenti di primo piano del Pd quasi più in sintonia con il presidente leghista Luca Zaia che con i loro esponenti regionali). Fa autocritica anche il deputato Roger De Menech, predecessore di Bisato alla segreteria, ma da un punto di vista diverso, quasi antropologico: «Lo scarso riconoscimento del lavoro fatto, anche a livello parlamentare, è evidente, come salta all'occhio l'attenzione avuta dal partito per il Pd della Lombardia o per quello del Piemonte o del Friuli Venezia Giulia, dove in questi anni non è che si siano registrate chissà quali vittorie rispetto al Veneto. Purtroppo noi veneti scontiamo anche un certo modo di intendere la vita, per cui lavoriamo tanto, ci diamo un gran daffare, e trascuriamo le relazioni, i rap-

porti interni, anche di potere, liquidandoli come secondari. Una colpa doppia nel nostro caso, visto che la politica è fatta di relazioni, ma che ritroviamo in tanti altri ambiti, dalle professioni alle imprese. Ripropongo una domanda ricorrente: perché il Veneto non è mai stato in grado di esprimere un presidente di Confindustria nazionale? Dovremmo pensarci sopra tutti». Consola poco sapere, come fa notare lo stesso De Menech, che per la prima volta nella storia repubblicana, dal Pci ad oggi, in segreteria non c'è manco un esponente del Pd di Roma,,epicentro del potere dem.: «E l'ennesima occasione persa, che ci costringe a riflettere sulla poca capacità di incidere che il Pd. Veneto ha dimostrato in questi anni, a tutti i livelli - commenta Vanessa Camani, membro della direzione nazionale e vicecapogruppo in Regione -. La debolezza è strutturale e questo è un problema soprattutto nostro. Speriamo ci siano altre chance per farci valere, per portare le nostre esperienze a livello nazionale». I malumori, insomma, sono diffusi, evidenti e piuttosto radicati e molto dovrà lavorare Enrico Letta per ricostruire

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I territori premiati La Lombardia ha 5 membri, il Piemonte 4 l'Emilia 3, la Toscana e il Lazio 2, Puglia e Sicilia 1


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