CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO UNDICESIMA LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA N. 172 LA GIUNTA REGIONALE INTENDE INTERVENIRE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA DISPONIBILITÀ DI SEDI ADEGUATE PER LE AGGREGAZIONI DI MEDICI DI MEDICINA GENERALE? presentata il 15 luglio 2021 dai Consiglieri Bigon, Zottis, Camani, Montanariello, Giacomo Possamai e Zanoni
Premesso che di recente un esponente della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale ha inviato al presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Azienda ULSS 9 Scaligera la seguente comunicazione: “Con la presente si è a richiedere che la Conferenza dei Sindaci prenda in carico il sempre più urgente problema delle sedi adibite/adibibili a Studi di Medicina Generale Convenzionata, universalmente diffuso su tutto il territorio della AULSS 9 (…) I Medici organizzati in tali sedi ‘di riferimento’ possono, attraverso le maggiori risorse disponibili in aggregazione, non solo offrire un punto di riferimento aperto per 7-8-10 h al giorno (vedi il progetto dei Team o delle Case della Salute) gestire efficacemente e in collaborazione anche eventuali sedi periferiche nelle frazioni o nelle zone comunque limitrofe ma oro- geograficamente decentrate e/o scomode, soprattutto per i cittadini meno giovani o semplicemente in difficoltà a spostarsi dal loro domicilio perché anziani, o malati, o magari senza patente. (…) la sempre più grave carenza di medici impone all’Azienda la necessità di chiedere ai medici di aumentare il numero dei pazienti in carico, rendendo indispensabile una organizzazione di livello superiore in termini di dotazioni e personale. Ora, sedi capaci di accogliere un numero di medici pari a quelli di tutto un comune con quanto su indicato e al contempo perfettamente indipendenti sono praticamente introvabili, a meno di adattare alcune regole alle nuove necessità o di far costruire strutture ex novo (dai Comuni? Dalle Fondazioni tipo Cariverona?). Il quadro attuale di pensionamenti anche anticipati ed ‘abbandoni’ da parte dei MMG, pone il problema della riautorizzazione dei locali in uso, a seguito di cui capita anche che un ambulatorio precedentemente autorizzato, alla luce delle nuove norme o delle rigide interpretazioni delle stesse, risulti non più a norma e tutta una aggregazione, da anni “perfetta” venga messa in discussione quando non invitata a modifiche strutturali pesantissime se non improponibili”.