La discesa senza dine del Pd: l'ora dei processi e dei veleni

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IL GAZZETTINO

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23-09-2020 12 1/2

I grandi sconfitti in Veneto

La discesa senza dine del Pd: l'ora dei processi e dei veleni >Dal milione di voti nel 2005 a 385 mila. Sotto >Neppure il segretario regionale Bisato in consiglio accusa la scelta di Lorenzoni senza le primarie Moretti: «Avversario forte, ma dirigenza sbagliata»

LA BA COSTA

ARIA DI DIMISSIONI Emblematica la sconfitta di Alessandro Bisato, il segretario regionale ciel Pd veneto che, candidato a Padova, non ce l'ha fatta: ha preso 5044 voti, troppo pochi rispetto ai 6.187 dell'ex parlamentare Vanessa Camani. Per stamattina Bisato aveva convocato una conferenza stampa, poi annullata, le voci erano che avrebbe dato le dimissioni, rinviate evidentemente alla prossima direzione regionale del partito. Difficile che non vengano accettate. Sotto accusa c'è la scelta di aver candidato Lorenzoni senza fare le primarie, alle quali peraltro avrebbe potuto partecipare anche un esponente dem,ad esempio il capogruppo uscente Stefano Fracasso. Lo dice chiaramente l'eurodeputata Alessandra Moretti: «Al netto

della forza dell'avversario il risultato di queste elezioni non è tanto imputabile ai candidati, quanto ad una certa dirigenza. Chi da un anno ha in mano il partito ha azzerato il sistema democratico delle primarie che comunque garantiva contendibilità nella selezione della classe dirigente, entusiasmo e partecipazione da parte dei sostenitori. Di positivo vedo la possibilità oltre che la necessità,di far emergere una nuova classe dirigente e un segretario regionale che esca da un percorso di legittimazione dal basso, senza accordi unitari che sono solo accordicchi di palazzo».

FERRO FINI L'altra partita che attende il Pd è la scelta ciel capogruppo in consiglio regionale. La compagine dem vede tre riconferme: Andrea Zanoni clic nello Zaiastan trevigiano è riuscito a tirare su 6.428 preferenze personali, la veneziana Francesca Zottis(3.778),la veronese Anna Maria Bigon (7.521). Tre le new entty: il votatissimo vicentino Giacomo Possamai(11.515 preferenze),la padovana Vanessa Camani, il chioggiotto Jonatan Montariello che a Venezia ha battuto il vicesindaco di Mira Gabriele Bolzoni. Sulla carta la favorita - per esperienza e perché donna - è Zottis, sempre che a Zanoni vada bene continuare a fare il battitore libero. E se la

spuntasse il giovane Possamai?

L'ENDORSEMENT «il problema è che se non si costruisce con determinazione una alternativa, l'elettore veda solo quello che c'è»,d ice Paolo Giaretta, sindaco di Padova negli anni Ottanta,senatore per quattro legislature, primo segretario regionale veneto del Pd. Partito, peraltro, a cui quest'anno non si è ancora iscritto: «Sono un elettore. La tessera'? Prima di prenderla vorrei un Pd che mi dicesse cosa vuol fare». Ma perché il centrosinistra in Veneto arretra di quinquennio in Quinquennio? «Perché per convincere devi presentare un'agenda diversa da quella proposta da chi governa. Il Pd è morto quando ha accettato l'agenda cli Zaia sul referendum sull'autonomia. Dopodiché - dice Giaretta - la politica è fatta anche di leadership, ma se ogni volta decidi il candidato un mese prima del voto e lo mandi allo sbaraglio, è chiaro che vai al massacro. Il mio consiglio al Pd? Di non fare come dopo la sconfitta della Moretti. E cioè niente. Bisogna invece individuare una persona che assuma la guida del partito». Appunto:chi? «Giacomo Possamai è la persona che può prendere in mano il Pd e costruire una rase nuova». Alda Vanzan c; Ri: tL ) . i!(:IïlSl;ìv:,l:,

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VENEZIA Ogni quinquennio per il centrosinistra veneto è un pianto greco. Ogni cinque anni sempre peggio.Senza andare a rivangare il paleozoico(un milione di voti presi nel 2000 da Massimo Cacciaci, un milione 144mila voti nel 2005 con Massimo Carraro), l'era Zaia è più che sufficiente per questo sconfortante confronto. Elezioni regionali del 28 marzo 2010: per Luca Zaia votano un milione e mezzo di veneti, per Giuseppe Bortolussi meno della metà, 738mila. Cinque anni dopo,2015,con la Lega a livello nazionale al minimo storico e in Veneto la frattura dei tosiani,Zaia viene rieletto con 1,1 milioni di voti, la dem Alessandra Moretti ottiene il 22,7 per cento fermandosi a 500mila voti e il Pd arretra al 16 per cento. La Moretti viene"massacrata",lesi imputa di aver sbagliato campagna elettorale, íl consiglio del guru di Matteo Renzi di girare i 579 Comuni del Veneto in cento giorni è una disfatta, così come le preceden-

ti uscite di ladylike e le successive divise da ferrotramviere che la costringono a indossare. E non si sapeva che il peggio doveva ancora arrivare.2020,Zaia al 76 per cento, il centrosinistra di Arturo Lorenzoni al 15 per cento con appena 385mila voti, il Pd che non arriva neanche al 12 per cento e sfiora i 245mi1a consensi. Il tutto, giusto per capire il quadro della batosta, con un aumento dell'affluenza: va a votare più gente, ma non vota né Lorenzoni né il Pd, vota per Zaia anche chi in passato era col centrosinistra.

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