"Agorà democratiche " con Giacomo Possamai "Il Pd spalanca porte e finestre"

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"Agorà democratiche" con Giacomo Possamai «Il Pd spalanca porte e finestre» Marta Randon

I1 capogruppo in regione,chiamato a Roma da Enrico Letta,racconta il suo nuovo incarico. un incarico tagliato su misura quello che Enrico Letta ha riservato al delfino Giacomo Possamai, 30 anni, capogruppo Pd in regione. Il giovane socializzatore dem conosce le nuove tecnologie(ha unsito,una newslettere profili social dove organizza webinar e incontri virtuali),ha giàfrequentato Roma ed è fortemente radicato sul territorio. Dal primo luglio, per sei mesi, avrà la responsabilità= assieme a Delfina Belli e Nicola Oddati -di organizzare Ie "Agorà democratiche" già annunciate dal neo-segretario nel discorso post elezione. Sei mesi per «rilanciare e ripensare il Pd».

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Possamai che cosa sono le Agorà democratiche? In che modo rilanciano e ripensano il Pd? «Le Agorà tracciano un nuovo percorso. Il nostro impegno sarà sulla forma-partito che va rinnovata e innovata. Vogliamo dare maggiore centralità agli iscritti che sono il vero strumento per rendere meno potenti e opprimenti le correnti che,per tanti versi,sono quelle che hanno messo in difficoltà il Pd. Vogliamo aprirci al territorio con il coinvolgimento del mondo civico, associazionistico, del

volontariato pér costruire un partito che sia il perno di una piattaforma larga di centro sinistra. Utilizzeremo soprattutto gli strumenti digitali che possono offrire confronto e partecipazione alla vita di partito organizzando incontri e webinar. Vogliamo coinvolgere anche chi sta fuori dal partito. II Pd spalanca porte e finestre a chi vuole dare una mano e a chi vuole impegnarsi, Il contributo, ad esempio,del mondo cattolico alla riflessione post pandemia è fondamentale.

Daremo maggiore centralità agli iscritti che sono lo strumento per rendere meno potenti le correnti interne.

Le Agorà nascono perché usciamo da un tempo straordinario,. nel senso negativo, che ci costringe a ripensare la politica pubblica del partito e del Paese. Il mondo è cambiato. È un momento di (d., riflessione straor- 1`+' dinario, un-progetto al quale Enrico Letta tiene tantissimo, se ne occuperà in prima persona». Spalancate porte e finestre per accogliere, ma anche per affacciarvi e dire cosa? «Giovani e donne sono due dei pilastri della programmazione non solo del Segretario,ma anche del Recovery fund europeo. In Italia sono fronti nei quali siamo terribilmente indietro.Sono sempre dipiù iragazzi che se ne vanno all'estero o che non hanno i mezzi per studiare. Non parliamo, poi, della bomba demografica,il tema dei temi. Letta ne parlava già nel 2007. Quando si candidò alle primarie fondative inserì tra i punti fondamentali della sua campagna

la denatalità. Il tema donna va oltre la questione deí capogruppo, la verità è che nel nostro Paese le donne partono con un bagaglio più pesante degli uomini. Il welfare non funziona». Come concilierà l'incarico regionale con il nuovo lavoro a fianco del segretario? «Il primo impegno, che ho preso poco più di sei mesi fa, - è per il Veneto al quale tengo moltissimo.La nuova avventura è un'occasione di arricchimeto e relazione in più. È positivo per il Veneto "essere portato" a Roma. Vivrò sempre tra Venezia e Vicenza,andrò nella capitale un paio di volte al mese». Ilsuo sogno - in fondo in fondo è ancora quello di fare il sindaco di Vicenza? «Sono innamorato di Vicenza e sicuramente nell'arco della vita l'idea di spendere tempo per la mia città è ancora nei miei pensieri. Ma non ci sono scadenze a breve».


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