Vivere insieme all’Altro significa condividere emotivamente il suo mondo, condividere un mondo di significati e di emozioni che è prodotto da tutti gli attori sociali, compreso infine l’antropologo.
Una condivisione realizzabile in particolari condizioni, riproducibili dall’etnografo di talento impegnato sul terreno e forse riproducibili in teatro: fluidità dei processi emotivi e stati particolari di coscienza interagiscono in direzione dello stabilimento di processi cognitivi per mezzo dell’azione di scambio fra attori e fra attori e spettatori-attori, un’azione insomma comunicativa.
Si tratta dell’elaborazione di specifiche forme di conoscenza e di costruzione della realtà sociale. E la trance è talvolta protagonista non solo nei culti ma anche nei drammi, ancor più negli etnodrammi, quanto alcuni degli stessi personaggi rappresentati, che spesso agiscono appunto
in stato di trance. È mai possibile, del resto, ignorare il ruolo che la trance ha rivestito nella pratica teatrale di Jerzy Grotowski...