Murales parte 2

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“Il Murales dell’albero di limoni” Coordinamento artistico: Prof. Carmelo Violi Anno 2007 Luogo: San Sperate (CA) Formato dell’opera: cm 350x 700 Tecnica: Idropittura per esterni su muro a secco Allievi classe XI (3° Ist.d’Arte) : Luca Chiaramonti, Giacomo Sigona, Simone Lattanzio, Elisabetta Sisti, Giorgia Natale, Arianna Orozco, Maria Gradnic, Rowena Benigni, Francesca Bogani, Federica Falcone. Quei giorni a San Sperate il sole primaverile si alternava al vento e a qualche sporadica pioggia. In quella meravigliosa località avremmo dovuto realizzare per il terzo anno consecutivo un intervento di pittura murale con una nuova classe. Alloggiammo in una casa coloniale fra alberi di agrumi e pesche, frutti tipici della produzione di questo territorio. Durante i primi giorni ci dedicammo al restauro di un murales (formiche) realizzato qualche anno prima da una classe del nostro istituto ed in seguito cominciammo a riflettere sulla scelta del muro da decorare. Era quasi pomeriggio inoltrato quando tornando verso casa per la cena si vide un muro completamente bianco affacciato su una delle strade che portavano al centro del paese. Esso si articolava in due parti diverse e asimmetriche, separate da un cancelletto che accedeva al cortile. Rimasi fermo per un po’ ad osservare, suggerendo ai ragazzi che forse sarebbe stato proprio quel muro, il “nostro muro”. Dal cortile interno si scorgevano timide le foglie e i rami densi di giallo e di verde. Si trattava di un albero di limoni, ma riuscivamo a vederne solo la parte superiore della chioma, poiché quel muro si poneva di fronte e sembrava di vedere una grande tela bianca non ancora dipinta. Il verde delle foglie di quell’albero, appariva più verde del reale, perché esso spiccava nitidamente accostato al bianco del muro. Le proprietarie della casa ci accolsero con entusiasmo e riuscimmo a persuaderle dei nostri buoni propositi e del fatto che la loro casa avrebbe assunto un tono diverso con all’esterno un bel dipinto murale. Nei due giorni successivi i ragazzi si occuparono del progetto, presero le misure dello stato di fatto e ognuno cercò un’idea da proporre agli altri. Bisognava prestare attenzione a due aspetti: la strada a senso unico percorsa principalmente da macchine permetteva una visibilità dell’ipotetico murales da sinistra verso destra. Suggerii loro di progettare osservando il muro, poiché solo in quella condizione si poteva respirare il luogo e definire un’immagine in linea con il contesto. Come da mia richiesta, tutti o quasi, tennero in considerazione la presenza dell’albero di limoni, molti lo rappresentarono verticalmente ben saldo alla terra e diedero continuità alla parte già visibile della chioma; alcuni accanto all’albero disegnarono finestre dalle quali si scorgevano gli interni delle case, simulando pittoricamente elementi architettonici illusori. Ma questo tipo di temi erano già diffusissimi a San Sperate, e molti pregevoli pittori del luogo come lo stesso Angelo Pillone erano stati bravi nell’illustrarli. Sfogliando fra i vari bozzetti, dal tema di Francesca Bogani, vidi qualche cosa di interessante; l’albero rappresentato mostrava le sue radici ormai fuoriuscite dal terreno, ma era ancora un albero timido che non si appropriava pienamente del suo spazio e la sua inclinazione era solo accennata. Avevamo a disposizione dodici metri di muro ed era giusto che questo albero diventasse protagonista della scena. Tornammo davanti al muro e sollecitai all’osservazione alcuni ragazzi, misi in evidenza l’immagine delle radici, che avrebbero potuto rivestire gran parte della zona sinistra separata dal cancelletto. Sollecitai ad osare, andando al di là dell’immaginazione e del consueto. Disegno dopo disegno, le traiettorie che simulavamo sul muro con la fisicità dei nostri gesti venivano tradotte su foglio e finalmente, riuscirono tutti a vederne quell’immagine mae-


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