Notiziario della Marina settembre 2021

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M ARINA N O T I Z I A R I O d el l a

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L’editoriale di Alessandro Busonero

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are calmo e tempo buono”, così auguro sia trascorsa quest’estate 2021 tra l’euforia italiana dei successi sportivi: la vittoria agli Europei di calcio, le XXXII olimpiadi e i XVI Giochi paralimpici estivi di Tokyo in un percorso globale di “Covid-exit” che - speriamo

- sia il più breve possibile. Mesi dalle temperature alte nei quali si cerca refrigerio tra la bellezza e il fascino del mare. Mesi in cui la marittimità della nostra Italia diviene più familiare a tutti. Quello appena trascorso è il periodo dell’anno nel quale il mare si lascia godere. Grandi e piccoli lo incontrano e lo vivono nel suo aspetto più gioioso. Visto da un altro punto d’osservazione, quello appena trascorso, rappresenta anche il mare frequentato non solo dai professionisti del settore. Un periodo, magari sotto l’ombrellone e sulla spiaggia, per riflettere e condividere ancora una volta un dato di fatto: il mare è vita, benessere e progresso per l’Italia, che in esso si protende con i suoi 8.000 chilometri di coste e che da esso dipende in gran parte in ragione della sua economia di trasformazione per l’approvvigionamento di materie prime (90%), di risorse energetiche (80% del petrolio e 57% del gas) e per il trasferimento delle proprie esportazioni (55%). Fatto di forte rilievo internazionale estivo è stato il rapido deterioramento della situazione in Afghanistan.“Evacuate 5.011 persone di cui 4.890 cittadini afghani grazie all’operazione Aquila Omnia, tra di loro 1.301 donne e 1.453 bambini.

Le Forze Armate italiane, con questa operazione molto delicata e complessa sin dalle fasi iniziali, hanno svolto un eccezionale lavoro garantendo il ponte aereo che, dopo l'aggravarsi della crisi politico e sociale in Afghanistan, ha portato in Italia un numero di persone ben oltre superiore a quello previsto inizialmente” ha commentato così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini al termine, a fine agosto, del ponte aereo da Kabul dell'ultimo volo con a bordo 58 cittadini afghani. In questo numero di settembre, attraverso l’oblò privilegiato del Notiziario della Marina, tanti articoli e approfondimenti. Tra i temi da leggere: Dopo la certificazione con i Marines negli USA agli inizi del 2021 è avvenuto il primo appontaggio di un F35B Joint Strike Fighter a bordo della portaerei Cavour. La fregata Carabiniere rientra in Italia dall’Operazione Atalanta: 28.500 miglia di navigazione per contrastare la pirateria marittima e garantire la sicurezza delle rotte commerciali e la stabilità nel Bacino Somalo e nell’Oceano Indiano. Due approfondimenti interni: le Campagne d’istruzione 2021 per gli allievi ufficiali e marescialli imbarcati sulle navi scuola e navi minori della Marina e i 60 anni del Circolo Ufficiali Caio Duilio di Roma con inediti storici e curiosità. Cinquantesimo anniversario del San Marco nella città di Brindisi e sempre nella città pugliese, presso il Monumento Nazionale al "Marinaio d’Italia", la commemorazione della Giornata della Memoria dei Marinai scomparsi in mare. Allegato a questo numero lo Speciale: Delfini, il futuro è Sottomarino, - Una straordinaria avventura negli abissi tra tecnologia, silenzio e fratellanza. “alla via così”. Buona navigazione tra le pagine del Notiziario della Marina!

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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

SOMMARIO

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

settembre 2021

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

Aviolancio in mare di un paracadutista della Compagnia Nuotatori Paracadutisti del 1° Reggimento durante la cerimonia del 50° anniversario dell’insediamento della BMSM a Brindisi.

DIRETTORE RESPONSABILE Alessandro BUSONERO

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REDAZIONE Luciano REGINA, Antonello D’AVENIA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003

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© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore.

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Nave Fasan flagship delle operazioni NATO di Giovanni Iabichella

Gruppo Navale di risposta rapida della NATO di Francesco Felci

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Incendi estivi: arriva dal cielo l’aiuto della Marina di Antonio Pulvirenti

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Speciale Campagne d’istruzione 2021 Il capo dello Stato a bordo del Palinuro di Autorino Giuseppe

Quel che persevera di Giuseppe Lucafò La 2ª classe su nave Durand de la Penne di Jacopo Bricco Mare e vento per la Campagna d’istruzione delle navi a vela minori di Antonio Funaro 28

COME ABBONARSI Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale ed email).

Operazione Irini, l’Unione europea a tutela del popolo libico di Emanuele Scigliuzzo Operazione Atalanta: il Carabiniere rientra in Italia di Valentina Perna

PER LA COLLABORAZIONE

La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.

Il primo F35-B apponta sulla portaerei Cavour di Alessandro Lentini

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L’editoriale di Alessandro Busonero

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Cinquantesimo anniversario del San Marco nella città di Brindisi di Ambra Francolini Sempre viva la Memoria dei nostri marinai di Alessandro Lentini

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Roma, “Monumento al Marinaio”: la posa della prima pietra di Anita Fiaschetti

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Navigare nella comunicazione di Vincenzo Grienti

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I primi 60 anni del Caio Duilio di Alessandro Busonero

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L’importanza strategica dell’Arsenale di Taranto di Gaetano Appeso

Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

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A scuola di vela a La Maddalena di Marcello Losito

Concessionaria di pubblicità: Difesa Servizi Spa

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Nastro Rosa tour di Mariarosa Lumiero

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Noi Siamo la Marina. Storie di uomini e donne della Marina Militare di Alessandro Busonero

chiuso in redazione il 15 Settembre 2021

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Il primo F35-B apponta sulla portaerei Cavour di Alessandro Lentini N OT I Z I A R I O

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La campagna “Ready for Operations” negli Stati Uniti si è conclusa con la certificazione degli F35-B ad operare a bordo della portaerei Cavour. Adesso i piloti potranno iniziare l’addestramento per la Carrier Qualification

l traguardo è importante: dalla certificazione della portaerei Cavour con i Marines negli USA agli inizi del 2021, al primo appontaggio di un F35B Joint Strike Fighter a bordo della nave lo scorso 31 luglio. Tappe fondamentali nel processo di sostituzione degli AV-8B Plus Harrier, ormai al termine della loro vita operativa, e nel do-

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tare la Marina Militare di una portaerei con aerei imbarcati di ultima generazione. “Una scelta coraggiosa quella di mandare nave Cavour negli Stati Uniti per conseguire la certificazione ad operare Mar Mediterraneo, 31 luglio 2021. Il primo F35-B apponta sulla portaerei Cavour.

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con gli F35B – ha detto il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone al termine delle operazioni – perché eravamo in piena pandemia. Abbiamo deciso di seguire l’onda di quel successo per conseguire anche questo risultato e proseguire il cammino verso il raggiungimento della capacità operativa iniziale (IOC) della portaerei nel 2024 e a seguire la Capacità operativa completa”. Nel panorama continentale europeo solo la Francia, con la Charles de Gaulle, e la Gran Bretagna, con la HMS Queen Elizabeth, possono schierare in mare insieme all’Italia una portaerei, oltre la Spagna che può anche utilizzare la nave d’assalto anfibio Juan Carlos I come portaeromobili STOVL. A seguito della Brexit è l’Italia, tra gli stati dell’Unione europea, l’unica che può schierare una portaerei con velivoli di quinta generazione come il JSF, elevando non solo il rango della Marina Militare tra le marine europee, ma anche quello della Difesa e il peso internazionale dell’Italia. “È un salto generazionale con il quale la Marina moltiplica la capacità di presenza e sorveglianza avanzata per intercettare le crisi “lontane”, in aree come il Mar Arabico, il Mediterraneo orientale o il Golfo di Guinea, prima che gli echi raggiungano le nostre coste -ha concluso

Un salto generazionale con il quale la Marina moltiplica la capacità di presenza e sorveglianza avanzata per intercettare le crisi ‘lontano’, in aree come il Mar Arabico, il Mediterraneo Orientale o il Golfo di Guinea, prima che gli echi raggiungano le nostre coste; uno dei tre cardini, insieme al gruppo anfibio e al binomio sottomarino-forze speciali, su cui si basa uno strumento navale proiettabile e a lungo raggio

il capo di Stato Maggiore delle Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone

l’ammiraglio Cavo Dragone- uno dei tre cardini, insieme al Gruppo anfibio e al binomio sottomarino-forze speciali, su cui si basa uno strumento navale proiettabile e a lungo raggio”. L’arrivo del velivolo consentirà di iniziare a breve l’addestramento per i piloti all’acquisizione della cosiddetta “Caratteristica Bravo”, ovvero l’abilitazione


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all’appontaggio e al decollo dai ponti di volo delle navi della Marina, che nel caso dei velivoli ad ala fissa che operano da portaerei (Aircraft Carriers), prende il nome di Carrier Qualification (CQ). “Adesso si chiude effettivamente un cerchio – ha detto il capitano di vascello Giancarlo Ciappina, comandante della portaerei Cavour – con l’arrivo del ve-

livolo della Marina completiamo il lavoro iniziato a gennaio con la Campagna “Ready for Operations” negli Stati Uniti. Il mio orgoglio è il mio equipaggio per quanto ha fatto, per la professionalità e senso del dovere mostrato specialmente in un momento così difficile per le nostre famiglie e per l’intero Paese, a causa dell’emergenza pandemica”.

31 luglio 2021, Golfo di Taranto. Nave Cavour riceve a bordo il primo F35-B. Nella pagina precedente foto di gruppo dell’equipaggio con il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. In questa pagina in alto a sinistra il momento dell’appontaggio, a seguire il capitano di corvetta Matteo Brambilla, primo pilota ad appontare a bordo di nave Cavour con i nuovi velivoli in dotazione alla Marina.


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ra il 19 gennaio del 2020 quando a Berlino si riuniva la Conferenza sulla Libia tra i Paesi membri dell’Unione europea. In quell’ambito i partecipanti decisero che era tempo di agire, impegnandosi a rispettare e mettere in atto l’embargo sulle armi, già deciso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2011. Il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, proprio a margine di quella conferenza dichiarava: “È incoraggiante vedere i partner regionali e internazionali più influenti riunirsi a sostegno degli sforzi guidati dalle Nazioni Unite per trovare una soluzione politica alla crisi libica. Come l'UE ha costantemente affermato, l'unica soluzione sostenibile è attraverso gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite che mettano in primo piano i bisogni di tutto il popolo libico. Desidero riaffermare oggi l'impegno dell'Unione europea per l'immediata cessazione delle ostilità in Libia nell'interesse della stabilità nelle sue immediate vicinanze. Sosteniamo l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale della Libia, e questo nell'interesse della stabilità e della prosperità regionali: è vitale per l'Europa […]. Stiamo riflettendo sul modo migliore per contribuire al monitoraggio del cessate il fuoco e al rispetto dell'embargo sulle armi. Sull'embargo dalle armi, l'UE è stata

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l'unica organizzazione regionale ad applicarlo dopo il 2016. Intendiamo continuare questo sforzo, lavorando con i nostri partner attorno a questo tavolo, per coprire tutti i corridoi attraverso i quali l'embargo viene violato”. A seguito della Conferenza di Berlino il Consiglio dell’Unione europea ha varato l’operazione militare EUNAVFOR MED IRINI, il 31 marzo del 2020, con il compito principale di attuare l’embargo imposto dall’ONU, ma anche prevenire l’esportazione illecita del petrolio dal Paese, contribuire allo smantellamento della rete per il traffico di esseri umani e per concorrere al potenziamento delle capacità e alla formazione della Guardia Costiera e della Marina Militare libica. Josep Borrell, Alto Rappresentante dell'Unione per gli

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Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e Vicepresidente della Commissione Europea ha dichiarato: “Solo le soluzioni politiche e il pieno rispetto dell'embargo sulle armi imposto dall'ONU risolveranno la crisi libica. Ma la diplomazia non può avere successo se non è sostenuta da azioni. Tale operazione sarà essenziale e darà un chiaro contributo alla promozione della pace nel nostro immediato vicinato mediante un cessate il fuoco permanente”. A più di un anno dalla sua nascita, l’operazione Irini, che in greco significa pace, si è rivelata uno strumento efficace. Dal suo lancio le donne e gli uomini impegnati nell’operazione hanno abbordato e ispezionato 18 navi sospette. Tra queste, una di esse è stata dirottata in un porto di


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Operazione Irini, l’Unione europea

a tutela del popolo libico Varata dal consiglio di sicurezza dell’Unione Europea, l’operazione Irini ha incessantemente contribuito alla stabilità della Libia e all’area del Mediterraneo

di Emanuele Scigliuzzo

uno Stato membro dell'UE dove il suo carico è stato sequestrato. In sei occasioni, uno Stato di bandiera non UE ha negato il consenso a salire a bordo delle proprie navi per condurre l’ispezione. Sono state interrogate circa 3.800 navi mercantili attraverso la richiesta di informazioni tramite chiamata radio, mentre 174 navi sono state visitate con il consenso dei loro comandanti (i cosiddetti approcci amichevoli o Friendly approaches).

L’operazione Irini, la cui guida è affidata all’ammiraglio di divisione Fabio Agostini, ha il Comando operativo a Roma. Le attività in mare sono iniziate il 4 maggio dello scorso anno. Attualmente il Force Commander è l’ammiraglio Stefano Frumento che opera a bordo della nave anfibia San Giusto, nuova flagship dell’operazione, che ha sostituito nave San Giorgio dopo più di quattro mesi di attività.

Nave San Giusto, flagship dell’operazione IRINI, in navigazione. L’Unità ha sostituito nave San Giorgio dopo più di quattro mesi di attività.

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L’intervista Incontriamo l’ammiraglio Stefano Frumento, savonese, con ampia esperienza in campo internazionale, dal 1 aprile Force Commander di Irini: Ammiraglio, il suo mandato sta per terminare. Come sempre in prossimità di un traguardo si fanno i bilanci di quanto è stato appena fatto, qual è il suo ad oggi? IRINI è un’operazione molto importante e complessa, con un ritmo operativo costante ed elevato. Non può essere altrimenti, dal momento che il compito principale della Task Force 464 – il dispositivo aeronavale di cui ho il comando tattico – è quello di controllare il trasferimento di merci da e per la Libia, al fine di scongiurare il traffico d’armi. Gli assetti navali ed aerei offerti dai Paesi membri dell’Unione europea (UE), in supporto diretto o associato, sono numerosi e di vario tipo; il mio staff, in coordinamento con l’Operational Headquarters di Roma, lavora incessantemente per ottimizzarne l’impiego. Ritengo che la nostra azione sul mare sia stata e sia efficace: ogni giorno ci sono almeno una nave militare ed un velivolo da pattugliamento con la bandiera dell’UE che sono presenti in area di operazioni e che svolgono attività di controllo e reperimento informazioni, con le unità navali pronte ad intervenire qualora ci sia il ragionevole sospetto che un mercantile stia violando l’embargo al traffico d’armi disposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Le attività sono molte e diversificate, con compiti secondari della missione altrettanto impegnativi e importanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi che l’UE si prefigge. Nel lavoro quotidiano di tutti non è mai venuta a mancare la serietà, la professionalità, l’imparzialità e la volontà di essere parte

del contributo offerto dall’Europa agli sforzi della Comunità Internazionale per la sicurezza e la pace in Libia. Il bilancio è, dunque, molto positivo. Ritengo che la nostra costante presenza ed attività costituisca un efficace deterrente al traffico d’armi. In parallelo, la comunità marittima, con cui teniamo frequenti scambi tramite le visite consensuali – o Friendly Approaches – percepisce chiaramente l’importanza dell’operazione ai fini della sicurezza marittima, fattore estremamente vitale per il Mediterraneo, in cui viaggia gran parte delle merci da e per l’Europa. In questi mesi di attività operativa, c’è stato un episodio particolarmente impegnativo? Tra le varie attività che la TF 464 conduce, quelle più delicate sono le ispezioni a bordo dei mercantili, al fine di verificare la legittimità del loro carico in accordo alle vigenti Risoluzioni delle Nazioni Unite. Tali azioni si sviluppano a valle di un processo di accurata analisi e valorizzazione delle informazioni, che avviene presso l’Operations Headquartes ed a cui il Force Headquarters contribuisce sostanzialmente con le informazioni acquisite sul campo dagli assetti marittimi ed aerei. Ogni ispezione è impegnativa. Esse vengono condotte da personale specificamente addestrato (il così detto Boarding Team), presente a bordo di ogni nave di Irini. Dopo una dettagliata pianificazione, il team si trasferisce a bordo del mercantile mediante imbarcazione veloce o elicottero. Le operazioni si svolgono in alto mare e, pertanto, nel caso di condizioni meteorologiche marginali, l’azione aumenta il suo grado di difficoltà.

Talvolta, come accaduto, la necessità di condurre l’ispezione in arco notturno o l’atteggiamento non cooperativo del mercantile, rendono ancora più delicata l’operazione. Tuttavia, le unità navali di Irini di ogni bandiera (compresi i Boarding Teams e gli equipaggi di volo) si sono sempre dimostrate all’altezza della situazione e pronte a gestire ogni contingenza con professionalità ed elevata preparazione. Quanto l’operazione Irini è rilevante per la sicurezza del nostro Paese? La rilevanza dell’operazione per il nostro Paese si evince osservando l’area in cui gli assetti di Irini svolgono la loro attività di presenza, sorveglianza e controllo, ovvero il Mediterraneo centrale. L’Italia è uno dei Paesi europei più prossimi alla Libia e con essa tutt’oggi mantiene rapporti economici rilevanti, in particolare nel settore energetico. E’, pertanto, altamente probabile che situazioni di instabilità nell’area abbiano effetti anche nel nostro Paese e, più in generale, in Europa. strumento (fra altri) dell’UE per contribuire al processo di pace in Libia, Irini, conseguentemente, favorisce l’incremento della stabilità nella regione e della sicurezza generale dell’area. L’Italia beneficia, dunque, dei risultati che Irini si prefigge di raggiungere nel suo compito principale ma anche in quelli secondari, contribuendo alla prevenzione dell’esportazione illegale di idrocarburi nonché allo smantellamento del traffico di esseri umani, ed essendo pronta ad assistere la Marina e la Guardia Costiera libica nello sviluppo delle proprie capacità. La stabilità della Libia è importante anche per gli altri paesi dell’Unione europea. In questo momento all’Italia è affidata la guida di questa Operazione e il delicato ruolo di


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Force Commander, impegnato a bordo dell’unità da sbarco italiana, nave San Giusto. Gli altri paesi membri dell’Unione europea come sono impegnati nell’operazione Irini? L’operazione IRINI ha una forte connotazione internazionale, a riprova tangibile dell’impegno coeso e imparziale dell’UE nel supporto alla stabilità in Libia e nel portare pace alla sua popolazione. Basti pensare che alla costituzione del Force Headquarters imbarcato su nave San Giusto, che conta attualmente 27 elementi, partecipano ben 9 Paesi europei, così come varia e diversificata è la nazionalità degli assetti navali ed aerei, assegnati a vario titolo alla TF 464 (in supporto diretto o associato). In questo momento il dispositivo può contare su tre navi – la Flagship italiana e una fregata greca direttamente assegnate al dispositivo, ed un pattugliatore della nostra Marina Militare che collabora con il dispositivo compatibilmente con la sua missione nazionale – e da velivoli da pattugliamento marittimo e UAV di Lussemburgo, Polonia, Italia, Grecia, Germania e Francia. Un esempio particolare dell’internazionalità e volontà di contribuire allo sforzo collettivo a tutto tondo è stata, nel recente passato, la partecipazione alla missione della rifornitrice tedesca FGS BERLIN il cui Boarding Team organico era offerto dalla Lituania. L’Operazione, inoltre, prevede un’efficace attività di coordinamento tra le istituzioni e gli organi dell'UE, gli Stati membri e le altre organizzazioni internazionali operanti per la soluzione della questione libica. Ciò consente la piena complementarità e sinergia tra l'Operazione IRINI e le altre iniziative condotte in Libia e nel Mediterraneo dall'UE, mediante il cosiddetto approccio integrato. Ammiraglio, gli impegni in attività operativa portano il personale, For-

ce Commander incluso, a lunghi periodi di assenza da casa. Nella sua azione di leadership è importante riuscire a trasmettere le giuste motivazioni ai propri collaboratori anche nei momenti di nostalgia dei propri affetti personali. Come? La motivazione e il coinvolgimento nel lavoro quotidiano da parte di tutti i membri dello Staff è ad alti livelli: c’è piena consapevolezza dell’importanza della missione e ognuno di noi si sente ambasciatore del proprio Paese nel contribuire alla volontà di supporto dell’Europa. Il mio lavoro nel motivare il personale è, dunque, facilitato. Tuttavia, la particolare situazione emergenziale che stiamo vivendo mette, in generale, doppiamente alla prova il personale impegnato per lungo tempo in mare. Oltre alla lontananza dai propri affetti, che da marinai si cerca costantemente (direi per tutta una carriera) di gestire al meglio, dall’inizio della pandemia c’è anche la preoccupazione per i rischi a cui sono potenzialmente esposti i nostri cari mentre si è lontani. Pertanto, si cerca di non far mancare la vicinanza ai familiari in ogni momento disponibile, in navigazione e in porto, lavorando nel contempo per mantenere un ambiente collaborativo e professionale. Il coinvolgimento rafforza il senso di appartenenza all’organizzazione: le persone che si sentono parte di un gruppo affiatato danno il meglio di sé per sostenerlo e trovano nel gruppo supporto in momenti di stanchezza. Conoscere i miei collaboratori per notare eventuali variazioni di umore o indicatori di stress è un importante elemento della mia azione, così come la ricerca di brevi occasioni di “decompressione” in navigazione, quando possibile, e durante le soste in porto, sempre nel mantenimento delle previste cautele sanitarie.

Breve curriculum vitae del contrammiraglio (f.) Stefano Frumento Il contrammiraglio (f.) Stefano FRUMENTO ha frequentato l'Accademia Navale dal 1991 al 1995 e nel 1996 è stato impiegato presso il Navy Special Forces Group (GOI) dal febbraio 1998 al luglio 2004. L’ammiraglio Frumento è stato comandante del pattugliatore Spica e successivamente direttore della Scuola di Qualificazione Forze Speciali della Marina presso COM.SUB.IN. Nel 2018 è stato il comandante di nave Garibaldi. Prima di assumere il ruolo di Force Commandere dell’operazione Irini era il capo del secondo Ufficio di Upicom (Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione) – presso lo Stato Maggiore Marina. Dal 1 aprile è il Force Commander dell’operazione Irini.


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Operazione Atalanta: il Carabiniere rientra in Italia di Valentina Perna

Diminuiti gli attacchi pirati al largo delle coste somale grazie al contrasto e prevenzione delle navi dell’UE. La Fregata Multi Missione Europea della Marina italiana, ha terminato la propria missione dopo 28.500 miglia percorse

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opo oltre cinque mesi di impiego fuori area e 28500 miglia percorse, la Fregata Multi Missione (FREMM) Carabiniere, il 12 agosto ha fatto rientro nel porto di Taranto. Nave Carabiniere impiegata nell’ Operazione Atalanta come flagship per 144 giorni ha operato nel bacino somalo nella Task Force 465, il dispositivo aeronavale europeo incaricato di impedire il proliferare della pirateria, di garantire la sicurezza delle rotte commerciali e la stabilità nel bacino somalo e nell’Oceano Indiano. La missione European Naval Force Somalia, detta “Operazione Atalanta” ha l’obiettivo di contrastare e prevenire atti di pirateria

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al largo delle coste somale: solo 1 attacco nel 2019 e 3 eventi sospetti nel 2020 grazie all’impegno di decine di navi e migliaia di marinai in quasi 15 anni di impiego operativo. A partire da gennaio di quest’anno, oltre ai compiti originari (deterrenza della pirateria e supporto/protezione delle unità navali del World Food Programme delle Na-


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zioni Unite), le navi hanno ulteriori task esecutivi: lotta contro il traffico di armi e stupefacenti e task non esecutivi: monitoraggio delle attività illegali in mare. L'estensione del mandato dell’operazione Atalanta, inoltre, prevede l'attuazione dell'embargo sulle armi imposto alla Somalia dalle Nazioni Unite e sostiene la lotta in corso contro Al Shabaab e i suoi flussi di finanziamento. L'ampliamento del mandato consente all'UE di garantire la libertà di navigazione e di implementare la sicurezza marittima regionale, che si estende dal Mar Rosso all'Oceano Indiano occidentale incluso lo stretto di Bab al Mandeb, uno degli snodi di traffico marittimo più importanti al mondo. Come ha ricordato il ministro della Difesa, On. Lorenzo Guerini, in visita a nave Carabiniere il 25 marzo scorso a Gibuti in occasione della prima sosta operativa

dopo essere ufficialmente entrata a far parte della Task Force: ”Garantire la sicurezza marittima è la ragione che ci porta ad essere presenti anche in mari lontani dalle nostre coste, per contrastare il fenomeno della pirateria, che continua a destare grande preoccupazione e a rappresentare una minaccia grave per la libertà di navigazione del traffico mercantile e anche per il trasporto degli aiuti umanitari”. Nave Carabiniere, comandata dal capitano di fregata Alessandro De Lucia, era salpata dal porto di Taranto a metà marzo scorso, per assumere, dopo pochi giorni, il ruolo di flagship della 37ma Rotazione dell’Operazione Atalanta, sotto il comando del contrammiraglio Luca Pasquale Esposito, Force Commander della Task Force 465. Durante la cerimonia di passaggio di consegne tra Force Commanders, tenutasi a Gibuti

il 4 agosto, l’amm. José M. Nunez Torrente, Operation Commander di EUNAVFOR Somalia, oltre a ringraziare il Force Commander cedente, il suo staff e la fregata Carabiniere per l’eccellente lavoro svolto e per gli obiettivi raggiunti, ha sottolineato l’importanza dell’operazione Atalanta non solo per la deterrenza e prevenzione della pirateria, ma anche come operazione che contribuisce a rafforzare la politica europea in materia di sicurezza e difesa, grazie alle numerose esercitazioni congiunte e cooperazioni multilaterali con marine e forze armate estere.

Sullo sfondo la fregata multi missione (FREMM) Carabiniere, flagship dell’Operazione Atalanta ha fatto rientro a Taranto il 12 agosto 2021.


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Nave Fasan flagship delle operazioni NATO Il Comando dello Standing NATO Maritime Group 2, affidato allaMarina Militare

di Giovanni Iabichella

fine giugno la fregata Virginio Fasan è salpata dal porto della Spezia in qualità di nave di bandiera dello Standing NATO Maritime Group 2 (SNMG2). Il 2° Gruppo Navale della NATO è uno dei quattro dispositivi multinazionali permanenti che costituiscono la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) e fa parte della NATO Response Force (NRF), che opera sotto il Comando Marittimo Alleato (MARCOM), a Northwood (UK). Sotto la guida del contrammiraglio Stefano Russo a bordo della fregata Fasan,

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il Gruppo Navale, di cui fanno parte anche la fregata turca Barbaros e quella rumena Regina Maria, ha fatto rotta verso il Mar Nero per prendere parte a due eventi addestrativi di carattere multinazionale: la Sea Breeze 21 e la Breeze 21. Obiettivo: consolidare il processo di interoperabilità delle Forze Armate partecipanti nella gestione delle principali forme di lotta sul mare e dal mare. Riproducendo scenari di crisi, caratterizzati dalla presenza di minacce convenzionali e asimmetriche, le navi, supportate anche da assetti aerei e terrestri, hanno svolto simulazioni di lotta antiaerea, antisommergibile e antinave. In questo modo, sono state messe alla prova sia le capacità di difesa dei Paesi

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Alleati rivieraschi che la prontezza dei dispositivi nel riconfigurarsi per affrontare le incalzanti sfide proposte. La partecipazione di ben oltre 30 Paesi, non solo appartenenti alla NATO, sottolinea l’ambizione e la necessità di rafforzare i rapporti di cooperazione con i partner strategici della regione del Mar Nero nonché il processo di integrazione delle Marine Alleate di quel bacino. Insieme alla missione permanente Sea Guardian, lo Standing NATO Maritime Group 2 ha l’obiettivo di accrescere la sicurezza dei Paesi Alleati e mostrare una forza di deterrenza contro possibili minacce esterne. La costante presenza della NATO nel bacino del Mare Nostrum costituisce un significativo apporto alla


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sicurezza dei confini marittimi e alla libertà della navigazione. Da settembre l’equipaggio di Nave Fasan e lo staff internazionale imbarcato ha ripreso il largo, dopo una sosta a Taranto per continuare le attività tra le quali le esercitazioni internazionali: Dynamic Guard, incentrata sulla guerra elettronica e anti-aerea; Dogu Akdeniz, sulla sicurezza costiera e il S.A.R., e la Niris, in cooperazione con le Marine che si affacciano sul Mar Egeo. Nella sua prolungata attività in mare, nell’ambito del dispiegamento nel secondo semestre del 2021 la fregata Fasan, al comando del capitano di fregata Emiliano Magnalardo, insieme alle altre navi alleate che si susseguiranno nel dispositivo, continuerà ad assicurare la sicurezza marittima nell’area mediterranea a tutela degli interessi strategici dell’Alleanza Atlantica e della stabilità internazionale, in un contesto multinazionale di cooperazione, addestramento e interoperabilità. Noi siamo la Marina! Noi siamo la NATO!

Breve curriculum vitae del contrammiraglio Stefano Russo

Il Contrammiraglio Stefano RUSSO è nato a Taranto (Puglia) il 25 aprile 1969.Ha frequentato l'Accademia Navale di Livorno dal 1987 al 1991, laureandosi in Scienze marittime e navali. Nel maggio 1992 ha conseguito l'Abilitazione Sommergibili e nel giugno 1995 la Specializzazione Sommergibili presso l'Accademia Navale. Dal 2003 al 2005, è stato Comandante del Sommergibile classe Sauro "Salvatore PELOSI". Dal 2005 al 2008 ha prestato servizio presso il "Reparto Addestramento Sommergibili". In particolare, in qualità di Capo Istruttori di Squadra, ha condotto la Valutazione Operativa dei primi due nuovi sommergibili della classe TODARO (TIPO U212A). Dal 2008 al 2009 è stato Comandante del Gruppo Sommergibili (COMGRUPSOM).Dal 2015 al 2017 è stato Comandante della Flottiglia (COMFLOTSOM) dopo esserne stato Capo di Stato Maggiore dal 2012 al 2015. Dal 2017 al 2021 è stato Capo di Stato Maggiore del Comando Sommergibili Italiani (MARICOSOM) a ROMA presso il Comando in Capo della Flotta Navale, gestendo l'OPCON dei sommergibili in mare. Da giugno 2021 è il Force Commander della SNMG2.

La fregata Virgilio Fasan durante un’esercitazione

Riproducendo scenari di crisi, caratterizzati dalla presenza di minacce convenzionali e asimmetriche, le navi, supportate anche da assetti aerei e terrestri, hanno svolto simulazioni di lotta antiaerea, antisommergibile e antinave.

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Gruppo Navale di risposta rapida della NATO Rafforzare la coesione dell’Alleanza arricchendo l’interoperabilità e la prontezza delle forze dispiegabili a livello internazionale. Il cacciamine Alghero nel Gruppo navale dell’Alleanza atlantica di Francesco Felci

opo aver mollato gli ormeggi da La Spezia il 24 luglio, il cacciamine Alghero è giunto nelle acque antistanti Haifa (Israele) e si è ricongiunto con le navi dello Standing NATO Mine Counter Measures Group 2 (SNMCMG2). Questo Gruppo Navale fa parte della risposta rapida della NATO (Nato Rapid Response Force) e coinvolge le Marine dei Paesi alleati operanti principalmente nel Mar Mediterraneo e Mar Nero. Dopo una breve sosta nel porto israeliano, senza libera uscita e senza contatti con personale esterno, in osservanza

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delle restrizioni a contrasto del COVID-19 messe a punto per preservare la salute degli equipaggi, le navi hanno ripreso il mare e condotto attività addestrativa con la Marina israeliana. L’addestramento ha consentito di accrescere l’interoperabilità con la Marina di un Paese al di fuori della NATO e, ancor di più, di rafforzare i rapporti di amicizia con Israele. Il Gruppo, oltre a rappresentare uno strumento di presenza e sorveglianza permanente a disposizione dell’Alleanza

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Atlantica, ha competenze specifiche nella cosiddetta “guerra di mine” (Mine Warfare) e assicura la localizzazione, classificazione e neutralizzazione di ordigni, mine navali e residuati bellici. L’attività di “bonifica” garantisce il libero accesso ai porti e più in generale è indispensabile per la libertà di navigazione lungo le cosiddette Sea Lines of Communications (SLOCs – Linee di comunicazione) sempre più rilevanti nel secolo ribattezzato “blue century” per la crescente importanza che il mare riveste a 360° nell’as-


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sicurare la proiezione del potere marittimo nelle zone d’interesse dei Paesi alleati. La Marina Militare, con il Comando delle Forze di Contromisure Mine (Maricodrag) contribuisce in maniera assidua a tale dispositivo navale impiegando i cacciamine costieri, denominati Mine Hunter Coastal (MHC) della Classe Gaeta. Nave Alghero sta partecipando a questa attività confrontandosi con altre navi ed equipaggi in un contesto internazionale e può fare affidamento sulle eccellenze specialistiche che caratterizzano il sistema di combattimento di

bordo, quali i Remote Operated Vehicles (ROVs – Veicoli subacquei pilotati da remoto) ed il sonar con trasduttore a profondità variabile di ultima generazione. La nave inoltre imbarca un team specialistico di palombari del Comando Subacqueo e Incursori (COMSUBIN) ed è dotata di una camera di decompressione per il trattamento dei barotraumi. Lo SNMCMG2 ha sostato a La Spezia a fine agosto dove, per due settimane e ha partecipato alla Dynamic Move 2021, esercitazione “virtuale” che da molti anni è organizzata presso le strutture di Maricodrag. L’evento costituisce un’opportunità addestrativa complessa al quale partecipano, ogni anno, team specialistici di altre Marine dell’Alleanza Atlantica dove vengono in luce l’eccellenza e la professionalità italiana nella Guerra di Mine. Nelle due settimane di attività

addestrativa sono stati simulati scenari di crisi grazie alle tecnologie d’avanguardia a disposizione del Comando di Contromisure Mine. Le attività simulate e reali in mare nell’ambito del SNMCMG2 e delle cooperazioni con Paesi amici, hanno l’obiettivo di rafforzare la coesione dell’Alleanza arricchendo l’interoperabilità e la prontezza delle Forze impiegabili a livello internazionale.Vere e proprie opportunità dove le competenze dello strumento navale italiano e la dedizione degli equipaggi della Marina si fondono per raggiungere importanti traguardi di rango internazionale.

Il cacciamine Alghero, partito da la Spezia il 24 luglio ha raggiunto le coste di Haifa (Israele) unendosi allo SNMCMG2.

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Incendi estivi: arriva dal cielo l’aiuto della Marina La Stazione Elicotteri della Marina Militare a Catania coopera con il Dipartimento della Protezione Civile. di Antonio Pulvirenti

’attesa per la stagione estiva è ormai un ricordo e, per tante famiglie, si è palesata la possibilità di trascorrere le vacanze in terra sicula, bellissima meta turistica. Purtroppo però, non solo il mare e l’Etna sono stati al centro delle foto ricordo e dei panorami scattati con il telefono poiché, strazianti immagini, hanno ripreso ciò che un clima che supera anche i 40 gradi può comportare: incendi quasi indomabili, molti di questi causati dalla scellerata mano umana. In questo contesto, anche quest’anno, i piloti della stazione elicotteri della Marina Militare di Catania, hanno fornito un contributo fondamentale alla collettività nella lotta agli incendi. La stazione elicotteri di Catania è una base a forte vocazione addestrativa immersa in un ruolo di primo piano nel settore operativo e anche nella lotta agli incendi. Per questa tipologia di attività la Marina Militare prevede l’impiego, con criterio territoriale e su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, degli elicotteri AB 212 collocati a Catania. Ci racconta di più il tenente di vascello, pilota di elicotteri, Alberto Gambino: “Da quando ho iniziato il mio impiego operativo alla base di Maristaeli Catania, già dalla prima stagione estiva, ho volato in missioni reali Anti Incendi Boschivi e mettere, dunque, al servizio della popolazione l’esperienza di pilota dell’Aviazione Navale. Gli interventi devono essere i più immediati possibili e questo è tra i principali fattori in grado di aumentare l’efficacia della nostra azione di contrasto”. Dalla Base di Catania, fino al 30 settembre, operano gli equipaggi del Secondo Gruppo Elicotteri con alle spalle anni e anni d’esperienza e competenza

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nel volo a bassa quota. Oltre 30 le missioni su tutto il versante orientale dell’isola con più di 80 ore di volo e un migliaio di rilasci, per un totale di quasi mezzo milione di litri d’acqua per domare le fiamme. Il tenente di vascello, pilota di elicotteri, Giorgio Favitta, protagonista in una delle situazioni operative più critiche dell’intera stagione antincendio 2021, ricorda un intervento fatto a fine luglio. Un vasto e articolato incendio partito da uno stabilimento balneare della spiaggia catanese ha finito per moltiplicarsi su vari fronti coinvolgendo le abitazioni di alcuni quartieri sorti a ridosso dell’oasi del Simeto: “Il vento era teso, l’aria rovente e nella zona della Playa si iniziavano a vedere i primi fumi di quella che a breve si sarebbe rivelata una vera e propria rovina ambientale. Diverse telefonate arrivavano al numero della Centrale Operativa della Base con disperate richieste di soccorso. Di lì a breve veniva richiesto l’intervento del nostro secondo elicottero, in aggiunta alla missione già in corso. In breve tempo eravamo in volo. L’intera zona era invasa dal fumo grigio proveniente da una decina di fronti di fuoco. Alberi e cespugli in fiamme, ma soprattutto automobili e case. La velocità d’intervento diveniva dunque più che in altre occasioni un fattore determinate. Alla fine e non senza fatica, le fiamme sono state domate. Questo risultato ci rende orgogliosi del lavoro che facciamo e ripaga di tanta dedizione e sacrificio al servizio del Paese e dei cittadini!”

Il personale e gli elicotteri AB212 della base di Maristaeli Catania impegnati nella campagna “Anti incendi Boschivi”.

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Speciale Campagne d’istruzione 2021

Il capo dello Stato a bordo del Palinuro Gli allievi marescialli hanno appreso come gestire li ritmi incalzanti, le avversità dell’andare per mare e la convivenza negli spazi ristretti di una nave. di Autorino Giuseppe omenica 11 luglio è iniziata per 9 allievi marescialli del secondo anno del corso “Hector” la campagna d’istruzione a bordo della goletta Palinuro. Gli allievi marescialli, di categoria nocchiere, hanno supportato l’equipaggio nella navigazione, affiancando il personale di ruolo nelle tante attività di bordo: dai turni di guardia, ai posti di manovra alle vele, dagli ormeggi e disormeggi, ai compiti svolti dal personale nocchiere di bordo del servizio marinaresco. Gli allievi hanno inoltre appreso come gestire la stanchezza, le avversità dell’andare per mare, la convivenza negli spazi ristretti di una nave e quando possibile svagarsi nei pochi momenti liberi. Ciò, allo stesso tempo, non ha fatto altro che incrementare lo spirito di corpo, rendendo l’equipaggio più unito. Un periodo breve, ma intenso, caratterizzato quindi da poco riposo e da tante attività, durante il quale l’equipaggio ha trasmesso agli allievi, in maniera osmotica, le conoscenze basilari della navigazione a vela e la presa di coscienza delle responsabilità derivanti della categoria rivestita. Tuttavia la Campagna d’istruzione 2021 non è stata solo addestramento marinaresco. A chiusura di campagna, poi, la nave scuola è stata sede di un evento straordinario. Il 12 agosto nella rada di Porto Conte in Sardegna, nave Palinuro ha ricevuto la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella accompagnato dal capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone. Nella sua prima volta a bordo del Palinuro, Mattarella ha apprezzato la perfetta sincronia dell’equipaggio nelle manovre alle vele e marinaresche in

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generale e il concetto di fare gruppo in simbiosi con l’ambiente meteo-marino, non ultimo l’equilibrio tra tradizione e modernità nella conduzione in sicurezza e consapevole della navigazione. “Con grande apprezzamento per l’equipaggio di nave Palinuro e per il suo Comandante e altrettanta ammirazione per la nave e il suo contributo al prestigio dell’Italia” - quanto ha lasciato scritto sul libro d’onore della nave il Presidente. “Questa esperienza ha permesso a noi allievi di ampliare le nostre conoscenze teoriche e pratiche permettendoci di comprendere l’importanza che ricopre la categoria più antica della nostra Marina. Nonostante i due anni trascorsi insieme a Taranto, questa Campagna d’istruzione ha saldato ancor di più lo spirito d’equipaggio accrescendo la coesione all’interno del gruppo” è quanto dice l’allievo maresciallo Nicolangelo Manzari, capo sezione dei nocchieri della 2ª classe. In conclusione la campagna d’istruzione è stata un’opportunità per mettere in pratica le conoscenze proprie della categoria nocchieri su una nave storica che, con le sue 15 vele dalla superficie complessiva di 1000 mq circa, mette in rilievo la figura del marinaio. Un percorso che consolida le competenze e le conoscenze tecniche e nautiche apprese durante i due anni accademici alla Scuola Sottufficiali di Taranto. Fondamentali le interazioni createsi tra allievi ed equipaggio, queste hanno permesso di assimilare l’importanza del lavoro di squadra.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la visita a bordo di nave Palinuro, in rada di fronte a porto Conte in Sardegna. Foto: ufficio Stampa Presidenza della Repubblica. A seguire gli allievi della Scuola Navale Francesco Morosini durante un posto di manovra alla vela.

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Speciale Campagne d’istruzione 2021

Quel che persevera Scorcio sulla vita degli allievi a bordo della nave scuola Vespucci, tra emozioni e istruzione, la strada per diventare un ufficiale di Marina.

di Jacopo Bricco uest’anno è il mio turno: nave Vespucci, la “Nave più bella del mondo”, mi ha accolto, insieme ai miei compagni di classe, per la Campagna d’istruzione 2021, l’ultimo atto del primo anno di Accademia navale. Le giornate a bordo scorrono veloci, mettendomi sempre alla prova ed a confronto con quello che è diventato il mio ambiente: il mare. Ne ho avuto la riprova alla prima osservazione stellare, un’arte antica per determinare la posizione della nave grazie alla conoscenza delle stelle, all’utilizzo del sestante epreciso calcolo delle coordinate, nella suggestiva atmosfera del crepuscolo mattinale o serale, primo e ultimo evento di ogni giornata. Mi sembra infatti che nulla sul Vespucci sia lasciato al caso, e che la nave mi spinga a riflettere e maturare in ogni momento, anche quando mi preparo al riposo notturno. Noi allievi dormiamo appendendo le amache nei nostri locali di vita; vanno preparate, fissandone le due estremità, per mezzo di nodi, ad un sostegno al soffitto. Ogni sera rivivo il rituale del fare i nodi, l’ultimo dei compiti a cui ogni giorno adempio, ed ideale simbolo dell’assolvimento del dovere: l’amaca mi ricorda che la motivazione, l’attenzione e la disciplina sono fondamentali dal primo all’ultimo momento della giornata, in tutto ciò che faccio, per evitare un brusco risveglio, ma anche per trarre il massimo dalla mia esperienza a bordo. Non tutti gli imprevisti si possono però evitare, come la battuta d’arresto della campagna, necessaria per arginare alcuni casi di COVID-19. Il passare dalla condivisione che caratterizza la vita a bordo di un equipaggio, all’isolamento a terra non è stato piacevole, ma ho potuto dedicarmi

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all’aggiornamento professionale, valorizzando e condividendo con i miei compagni di classe quanto appreso durante il periodo di imbarco, con la consapevolezza della necessità di tale misura per la ripresa della navigazione in sicurezza e con rinnovato slancio. Come infatti avviene da 90 anni, anche in questa particolare Campagna d’istruzione il motto di Nave Vespucci è stato la vera bussola morale per tutti gli allievi ufficiali della 1ª Classe:“Non chi comincia ma quel che persevera”, proprio a rimarcare che non è tanto importante il coraggio di intraprendere una nuova sfida, quanto non demordere di fronte ad imprevisti e nuove difficoltà. Quindi torno a bordo, riprendo la mia amaca e mi rendo conto di avere ancora l’opportunità di vivere il battesimo del mare sulla Nave più bella del mondo. Ne ho l’ennesima riprova quando dopo lo spegnimento del motore e grazie al duro lavoro di tutto l’equipaggio - il Vespucci rivela la sua magia, il fascino senza tempo del navigare a vela, senza altro ausilio propulsivo che non derivi dalla forza del vento. Ho ancora davanti a me un mese di campagna, ma questo non mi scoraggia, tutt’altro: l’Amerigo Vespucci mi ha insegnato che salire sul pennone più alto è faticoso e che guardare avanti potrebbe fare molta paura, ma, quando i piedi toccano nuovamente il ponte di coperta, rimane vivo solo il ricordo della vista dalla cima. Basta questo per farmi attendere il fischio del nostromo: è di nuovo il mio turno, salire a riva oggi tocca a me.

Allievi dell’Accademia navale a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci durante la Campagna d’istruzione.

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In alto foto dell’equipaggio di nave Durand de la Penne impiegato nella Campagna d’istruzione a favore degli allievi della seconda classe dell’Accademia navale. N OT I Z I A R I O

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Speciale Campagne d’istruzione 2021

La 2ª classe su nave Durand de la Penne Dopo l’esperienza del Modulo Arte del Comando, presso la Brigata Marina San Marco, gli allievi ufficiali proseguono l’attività estiva a bordo della nave della Marina, impegnata nell’operazione Mare Sicuro. di Giuseppe Lucafò

’imbarco a Taranto sul cacciatorpediniere lanciamissili Durand de la Penne ha segnato l’inizio della Campagna d’istruzione 2021 per i 109 allievi della 2ª classe dell’Accademia navale, tra i quali 10 allievi stranieri. La formazione estiva consentirà agli allievi di conoscere più da vicino le peculiari attività svolte dalle componenti specialistiche della Marina, comprendere al meglio la poliedricità della Unità di Squadra e, più in generale, recepire l`importanza che rivestono sia l’addestramento che l`integrazione dell`equipaggio. “Siete stati il primo corso ad aver effettuato due volte il Modulo Arte del Comando con la Brigata Marina San Marco e ad aver preso parte lo scorso anno ad una Campagna d’istruzione a bordo di nave Vespucci, unica nel suo genere. Conosco il vostro valore, ora cogliete ogni occasione per apprendere dalla straordinaria professionalità dell’equipaggio di nave de la Penne. Sarà un’esperienza formativa che vi vedrà impegnati nell’operazione Mare Sicuro e nel Mediterraneo orientale e che, ne sono certo, rappresenterà un importante tassello del vostro processo di crescita per diventare ufficiali”, queste le parole rivolte al “Corso Esperia” dal Comandante in capo della Squadra navale, ammiraglio Enrico Credendino, in occasione della partenza da Taranto. “Condotta della navigazione, servizi di guardia, gestione delle avarie reali e simulate, manovre cinematiche con altre unità navali, esercitazioni di comunicazione diurne e notturne, svolgimento di operazioni per la difesa aerea, di superficie e antisommergibile dell’Unità, voli

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di ambientamento sul mare con l’elicottero, attività di boarding e impiego di armi portatili, sono solo alcune delle attività a cui ho partecipato in appena trenta giorni di permanenza a bordo”, ha commentato l’allievo Simone Unali. Numerose le esercitazioni di sicurezza e di controllo del danno svolte a difficoltà crescente, in varie aree della nave e in orari differenti della giornata, allo scopo di testare la prontezza di ciascun componente dell’equipaggio e ridurre così, i tempi di reazione nel fronteggiare le emergenze. “L’esperienza che sto vivendo in questo periodo è sempre più entusiasmante e le attività che svolgo quotidianamente al fianco del personale di bordo mi mettono a dura prova e mi fanno capire quanto siano importanti anche la prevenzione, l’addestramento individuale e di team, per garantire l’incolumità dell’equipaggio e per assicurare l’operatività della Nave”, ha aggiunto l’allievo delle armi navali, Antonio Caramia, al termine di un intervento risolutivo per l’estinzione di un incendio simulato. Non è ovviamente mancata la cultura marinaresca, intrinseca nella formazione di tutti gli ufficiali della Marina, nonché parte integrante del bagaglio culturale di ogni buon marinaio: l’analisi degli elementi naturali come il vento e la corrente, le attività manutentive per garantire l’efficienza e il corretto assetto dell’unità, il riconoscimento stellare e la determinazione del punto nave astronomico. La Campagna d’istruzione è proseguita fino alla seconda decade di settembre con nuove sfide formative e opportunità di crescita professionale, che gli allievi hanno vissuto, uniti all’equipaggio di nave de la Penne, prima di indossare per la prima volta il tanto ambito grado da aspirante guardiamarina.

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Speciale Campagne d’istruzione 2021

Mare e vento per la Campagna d’istruzione delle navi scuola a vela minori Aspiranti guardiamarina e spirito d’equipaggio alla prova del nove. di Antonio Funaro e Campagne d'istruzione a bordo delle navi a vela minori della Marina Militare, Corsaro II, Orsa Maggiore e Stella Polare hanno visto avvicendarsi due gruppi dii aspiranti guardiamarina della 3ª classe del Corso Spartani dell’Accademia navale. La Campagna d’istruzione 2021 iniziata a Livorno il 6 luglio si è conclusa a metà settembre sfruttando la forza del vento in ogni occasione favorevole. Miglia e miglia nautiche percorse da ciascuna nave a vela vivendo in simbiosi con il mare e gli elementi meteo-marini solcando il Mar Tirreno, lo Stretto di Sicilia, il Mar Ionio e il Mar Ligure. Nel rispetto delle secolari e più nobili tradizioni marinaresche che fondono l’uomo all’ambiente marino, i giovani aspiranti ufficiali dell'Accademia, si sono messi alla prova in attività quali la manovre alle vele, la conduzione della nave a vela e degli impianti di bordo, affinando, con la pratica vissuta in prima persona, la navigazione costiera. Le inevitabili difficoltà pratiche si sono mostrate maestre di vita per coloro che un domani - non troppo lontano avranno compiti di comando e la gestione di un mezzo assai complesso quale la nave militare. L’attività addestrativa sulle navi a vela minori della Marina Militare rappresenta una vera e propria pietra miliare nella formazione degli ufficiali di Marina e non solo nel campo dell’arte velicomarinaresca. Si tratta, infatti, di un momento di crescita professionale e per-

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sonale fondato sui valori tradizionali della Forza Armata, uno su tutti: lo spirito d’equipaggio, ma non da meno la capacità di adattamento conseguente alle lunghe permanenze in mare diurne e notturne con angusti spazi di vita a disposizione e, non da ultimo, la capacità di sviluppare e leadership in condizioni non sempre favorevoli. Terminata questa esperienza estiva di full-immersion nel mondo della vela, al rientro a Livorno in Accademia navale, gli aspiranti guardiamarina hanno indossato il tanto atteso giro di bitta – il grado da guardiamarina – che sancisce il passaggio definitivo da allievi a ufficiali della Marina Militare. Nel vivere con intensità la Campagna d’istruzione, oltre alle tante miglia percorse, al contatto diretto con il mare e il vento, gli ormai neo promossi ufficiali in formazione hanno incrementato il loro bagaglio professionale e umano di esperienze vissute. Le difficoltà superate, unite alle sensazioni uniche che il mare offre a chi lo rispetta e lo ama, hanno permesso e permetteranno ancora in futuro di aumentare la consapevolezza di coloro che hanno fatto una scelta ben precisa: servire il Paese pronti a solcare il mare per il bene della collettività.

Nelle immagini le navi a vela minori della Marina Militare Corsaro II, Orsa Maggiore e Stella Polare che hanno partecipato alla Campagna d’istruzione a favore degli aspiranti guardiamarina della 3ª classe, del Corso Spartani dell’Accademia navale.

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di Ambra Francolini

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La Brigata Marina San Marco celebra le nozze d’oro con la città che nel 1971 aprì le porte ai Fucilieri, un connubio ed un legame che si fortifica ogni giorno.

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uesta edizione speciale e straordinaria è un atto di omaggio alla Marina Militare: un atto di grazie e di solidarietà al Battaglione San Marco. Brindisi comprende il significato espresso e contenuto in questo atto di fiducia ed orgogliosa di averlo meritato, si impegna di rendersene ancor più degna, assicurando ai Comandanti la più schietta partecipazione alla loro fatica ed ai giovani la più calorosa ospitalità. Così il 10 giugno 1971, il direttore de “L’Arengario” – Elia Tripaldi, rivolgeva il suo deferente omaggio ai nuovi concittadini, i Fucilieri dell’allora Battaglione San Marco. Il 17 marzo 1919 i Fucilieri di Marina, gli eroici marinai che sbarcarono dalle navi in difesa di Venezia, ricevono dalla città riconoscente un nome, un motto ed un simbolo, uniti per sempre nel nome di San Marco e guidati dal Leone alato, ma avrebbero atteso ancora a lungo per trovare una sede stanziale ed una dimora. Il Reparto che si era distinto in azione, venne sciolto nel 1946 ma la sua “assenza” dalla vita e dai destini del Paese non perdura a lungo e nel 1948 un ristrutturato Battaglione San Marco seguitava in continue peripezie per l’Italia e cambiamenti di missione, finché transita nelle file dall’Esercito lagunare (un Raggruppamento costituito nel 1957). La Marina, amputata del suo assetto proiettabile a lungo raggio, comincia così a

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dotarsi di unità anfibie (inglobandole nel Comando della 3^ Divisione Navale di Brindisi) e nel 1965 prende forma il ricostituito Battaglione San Marco che, dopo una provvisoria sistemazione a Taranto, presso i Baraccamenti Cugini, approda a Brindisi, destinata a diventare la città dei marò. La storia della città e dei fanti di Marina, conosciuti in loco come quelli “di lu Battaglioni” inizia così a delinearsi ed intrecciarsi indissolubilmente. È sempre Brindisi che accompagna il Battaglione nella sua trasformazione ed ampliamento, passando dal diventare Raggruppamento Anfibio fino all’attuale Brigata Marina San Marco, una forza expeditionary composta da circa 3.000 uomini e donne addestrati e preparati per assolvere diverse missioni. Il 1° Reggimento San Marco con il supporto del Gruppo Mezzi da Sbarco è chiamato a compiere tutte le operazioni anfibie: raid, ripiegamento, assalto e dimostrazione alle operazioni militari diverse dalla guerra quali Non Military Evacuation Operetion, Disaster Relief ed Humanitarian Assistance. Il 2° Reggimento San Marco che con i suoi Boarding Team costantemente schierati sulle navi della Marina Militare, assicura

Brindisi, 8 settembre 2021, in basso a destra un momento significativo della cerimonia, Il comandante del reggimento, capitano di vascello Aldo Sciruicchio rinnova il drappo della Bandiera di guerra del 1° Reggimento San Marco.


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le operazioni di Interdizione Marittima, in supporto al controllo del traffico mercantile ed in difesa degli interessi nazionalei nel Mediterraneo allargato. Il 3° Reggimento San Marco, dislocato su tutto il territorio nazionale in supporto alla difesa e protezione delle basi svolge compiti di alta rappresentanza con la Compagnia Onori Capitale ed il suo Plotone, unico in Italia, Silent Drill, capace di spettacolari dimostrazioni di abilità, fermezza e precisione. Infine il Battaglione Scuole Caorle, ente formatore che non solo prepara le nuove generazioni ad assolvere i compiti richiesti dal San Marco, ma eroga corsi di diverso tipo a favore dell’intera Forza Armata e di altri Paesi. Il Reparto, è dislocato in quattro caserme nel brindisino ed una a Massafra (TA), ma il personale del 3° Regg. opera in tutte le basi della Marina. I fucilieri di Marina hanno voluto sugellare il 50° anniversario della loro presenza a Brindisi, le nozze d’oro con la città divenuta dimora stabile per molti di loro, con eventi culturali, sportivi e militari, celebrando il sempre più vivo legame con la popolazione, le istituzioni ed il territorio. L’evento che ha visto insieme Marina Militare, Regione Puglia e Città di Brindisi, è stato sponsorizzato da Iveco Defence, Confindustria Brindisi ed Antenna Sud, con la collaborazione della Prefettura di Brindisi, della Questura, della Capitaneria di Porto di Brindisi, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Associazione “Le Colonne”, ASD Amatori Brindisi, Lega Navale Italiana sezione di Brindisi, Circolo della Vela di Brindisi ed STP Brindisi. Dal 3 settembre tante le iniziative dall’apertura alla popolazione: dal Castello Svevo con mostra fotografica che racconta le attività dei fanti di Marina dal 1971 ad oggi alla XIII Stracittadina brindisina, tra più di 400 corridori, tra i quali il team San Marco. Il porto interno di Brindisi è stato teatro della dimostrazione anfibia che i fucilieri di Marina hanno voluto regalare alla popolazione ritrovatasi sul lungomare per assistere all’attività. Mezzi anfibi, aerei e navali hanno dato spettacolo, terminando

Suggestive immagini di diverse dimostrazioni anfibie durante la cerimonia: dal lancio di un paracadutista della Compagnia Nuotatori Paracadutisti del 1° Reggimento allo spettacolo dei mezzi anfibi all’interno del porto della città. N OT I Z I A R I O

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con il lancio di un paracadutista della Compagnia Nuotatori Paracadutisti del 1° Reggimento che si è lanciato da un elicottero della Marina Militare, atterrando in acqua con il vessillo del San Marco. La popolazione entusiasta ha cantato all’unisono l’inno d’Italia. In Piazza Lenio Flacco, la cerimonia conclusiva del corso di abilitazione anfibia con la consegna del basco sormontato dal fregio rosso simbolo della specialità anfibia a 8 ufficiali e il rinnovo del drappo della Bandiera di guerra del 1° Reggimento San Marco. La cerimonia di consegna del basco è per tutti i fucilieri di Marina un momento solenne ed ortodosso, un antico rituale che ripercorre gesti e tradizioni rimastie immutate da anni. “L’abnegazione e lo spirito di sacrificio saranno caratteristiche fondamentali del vostro servizio, in ogni caso il tempo che dedicherete al vostro incarico non sarà mai vano ma si tradurrà piuttosto in grandi soddisfazioni. Ma soprattutto e prima di tutto abbiate cura degli uomini che vi verranno affidati e siate sempre i primi in tutto alla loro testa, loro vi seguiranno anche nella missione più rischiosa e vi sosterranno nei momenti più difficili, accetteranno i vostri errori e gioiranno dei vostri successi. Se troverete l'intesa negli sguardi dei vostri Fucilieri allora avrete effettivamente conquistato la loro stima. Così l’ammiraglio Luca Anconelli ha accolto i prossimi Comandanti dei Plotoni assalto. Il tutto si è concluso con l’esibizione del Plotone di alta rappresentanza della Marina Militare, il Plotone Silent Drill. 20 Fucilieri di Marina, hanno eseguito all’unisono tecniche di marcia di precisione ed esecuzione di manovre acrobatiche con le armi che hanno lasciato a bocca aperta la cittadinanza. Una esposizione di mezzi e apparecchiature specialistiche hanno mostrato alla popolazione l’evoluzione di quel Battaglione San Marco che con la stessa passione, determinazione, professionalità e spirito di appartenenza ha continuato ad acquisire nuove capacità e competenze, diventando una delle Brigate più specializzate d’Italia.

Un traguardo raggiunto insieme dopo quasi 2 anni di distanze interpersonali, lockdown, e isolamenti causati dalla pandemia, per celebrare non solo le nozze d’oro tra la Fanteria di Marina e la meravigliosa città che ci ospita, ma anche l’unione fisica e d’intenti, la collaborazione e la condivisione dei valori fondamentali per mare e per terram. il comandante della Brigata Marina San Marco ammiraglio Luca Anconelli

In alto un Fuciliere di Marina durante una dimostrazione anfibia; in basso il plotone della compagnia marcia durante la cerimonia di imbascamento, un antico rituale che ripercorre gesti e tradizioni rimaste immutate da anni.

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Sempre viva la Memoria dei nostri marinai di Alessandro Lentini

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loria ai marinai della nuova Italia che affrontarono audaci la morte perché la Patria risorgendo si affermasse ancora vincitrice sui mari”. Questa è l’iscrizione sul monumento al Marinaio d’Italia a Brindisi, luogo nel quale ogni anno, il 9 di settembre, si celebra la Giornata della Memoria dei Marinai scomparsi in mare. La data scelta non è casuale: il 9 settembre è l’anniversario degli affondamenti della corazzata Roma e dei cacciatorpediniere Vivaldi e Da Noli per mano tedesca, avvenuti nel 1943 all’indomani dell’Armistizio, durante i quali persero la vita oltre 1700 marinai. Quest’anno la cerimonia, istituita a perenne ricordo

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dei marinai, militari e civili, che hanno sacrificato la loro vita al servizio della Patria facendo del mare il loro sacrario, è stata presieduta dal Sottosegretario alla Difesa senatore Stefania Pucciarelli e dal capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. “In questa evocativa cornice del monumento al Marinaio d’Italia commemoriamo questo appuntamento annuale della Giornata della Memoria dei Marinai scomparsi in mare, rafforzati dallo spirito che caratterizza il centenario del Milite

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Ignoto, tributando un particolare pensiero a chi tra loro ha nelle immensità delle acque la propria nota o ignota sepoltura” ha dichiarato la senatrice Pucciarelli durante la cerimonia, davanti alle bandiere della Brigata Marina San Marco, della Marina mercantile e alle autorità civili e militari intervenute. L’ammiraglio Cavo Dragone ha ricordato “il coraggio e il valore dei marinai caduti in mare nei quali ritroviamo ogni giorno i nostri punti fermi per operare”. Il Capo della Marina ha poi sottolineato come “Anche adesso viviamo un momento particolarmente impegnativo, denso di incognite, difficoltà e pericoloso sotto un certo punto di vista, come ci


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Quest’anno la cerimonia arriva proprio al termine di una settimana di eventi organizzati dalla Marina con il Comune di Brindisi per festeggiare i 50 anni dall’insediamento del San Marco nella città pugliese

ha insegnato il nostro Capo dello Stato non può che essere superato con il coinvolgimento, la coesione, la concordia e con lo spirito unitario di tutti. In questo senso la Marina Militare col suo personale ci sarà sempre per rispondere a tutte le chiamate focalizzate sui compiti istituzionali per difendere il nostro Paese”. Quest’anno la cerimonia arriva proprio al termine di una settimana di eventi organizzati dalla Marina con il Comune di Brindisi per festeggiare i 50 anni dall’insediamento del San Marco nella città pugliese. Due momenti che evidenziano il forte abbraccio tra Brindisi, i suoi abitanti e la Marina Militare. Brindisi, 9 settembre 2021. Giornata della Memoria dei marinai scomparsi in mare. In basso il Sottosegretario alla Difesa senatore Stefania Pucciarelli accompagnata dal capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

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Roma, “Monumento al Marinaio”: la posa della prima pietra di Anita Fiaschetti

In attesa della realizzazione, prevista per il prossimo dicembre 2021, posata la prima pietra alla presenza delle massime autorità militari e istituzionali. N OT I Z I A R I O

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ggi celebriamo la posa della prima pietra del ‘Monumento al Marinaio’. È solo una tappa, ma rappresenta per l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia l’inizio della concretizzazione di un sogno. Per noi ricordare tutti i marinai è un dovere morale da tramandare alle nuove generazioni, insieme agli ideali, ai valori, alla storia, alle tradizioni e alla cultura marinara”. È con queste parole che l’ammiraglio Pierluigi Rosati, Presidente

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Nazionale ANMI, ha voluto dare il benvenuto a tutti coloro che lo scorso 21 luglio a Roma, in piazza Bainsizza, hanno assistito alla posa della prima pietra. Una cassetta di travertino romano, opportunamente sigillata, è stata posta a duratura e perpetua memoria nelle fondamenta del manufatto con all’interno una pergamena per i posteri, firmata dalle autorità, e una medaglia commemorativa della cerimonia. All’evento hanno preso parte, oltre al-


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capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, anche la ministra per le Politiche Giovanili, onorevole Fabiana Dadone, la sottosegretaria alla Difesa, sen. Stefania Pucciarelli e la sindaca di Roma Virginia Raggi che ha espresso la sua piena soddisfazione ricordando che: “Questo monumento è simbolo di una collaborazione che ha permesso a Roma di avere un monumento ai marinai d’Italia, unica capitale d’Europa a non averne uno. La memoria è importante, rappresenta la rinascita culturale di tutto il Paese”. La memoria: quella da tramandare alle nuove generazioni così che possano essere costruttrici del futuro. Per questo alla cerimonia erano presenti anche i ragazzi dell’Istituto tecnico nautico “Marcantonio Colonna” di Anzio. “Questa

Il monumento sarà costituito, nei suoi elementi essenziali, da una fontana con un bacino di raccolta dell’acqua, da un’ancora e da quattro bitte, peculiari rappresentazioni dell’identità marinara

piazza rappresenterà la voglia di riscatto e di riqualificazione con un grande significato storico e rievocativo. Meritorio l’impulso dell’ANMI nel proporre un luogo del ricordo per i marinai di ogni tempo caduti o dispersi nell’adempimento del dovere e che, grazie alla sintonia tra le istituzioni, sta trovando realizzazione” ha dichiarato la senatore Pucciarelli. Il monumento sarà costituito, nei suoi elementi essenziali, da una fontana con un bacino di raccolta dell’acqua, da un’ancora e da quattro bitte, peculiari rappresentazioni dell’identità marinara. La realizzazione è prevista entro la prima decade del mese di dicembre 2021 con possibile inaugurazione il prossimo 18 dicembre, giorno in cui ricorrerà l’80° anniversario dell’impresa di Alessandria d’Egitto.

Roma, piazza Bainsizza 21 luglio 2021. Nella pagina a fianco un marinaio e un socio ANMI portano la cassetta di travertino romano che contiene una pergamena e una medaglia commemorativa della giornata. In alto le autorità militari e civili intervenute alla cerimonia. A sinistra il rendering del “Monumento al Marinaio” che sarà realizzato in piazza Bainsizza a Roma e il rendering del prospetto del monumento.

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Navigare nella comunicazione Nel mare magnum della “competizione convergente”

di Vincenzo Grienti gni volta che si prende il largo per una nuova navigazione le variabili che possono condizionare la “missione” sono molteplici. Nell’era del web 4.0 e della media convergence (H. Jenkins) il richiamo alla metafora dell’equipaggio è d’obbligo: occorre avere maestranza, buon senso, spirito di adattamento, responsabilità, competenza e professionalità per affrontare il mare magnum della comunicazione e dell’informazione. Sui social network una cosa è “esserci”, un’altra è “starci”. Una semplice manovra di approntamento oppure una uscita in mare giornaliera non è paragonabile a una esercitazione su vasta scala oppure all’attività vissuta dentro uno scenario operativo. A bordo, così come on line, nulla può essere lasciato all’improvvisazione. Chi naviga per mare sa bene di essere chiamato in ogni momento del giorno e della notte ad adattarsi alle “molteplici contingenze” (P. Thaon di Revel) che via via si presentano. Lo stesso vale per il mondo dei mass media. In ogni circostanza occorre metodo, impostazione, organizzazione, ma anche capacità di pianificazione, programmazione e gestione dell’emergenza. Il Comandante e ogni membro dell’equipaggio sono chiamati a “tradurre l’intraducibile” (P. Ricoer) a tutte le ore della navigazione, in plancia, così come nella centrale operativa di propulsione, in cucina come nella “direzione del tiro”. Occorre insomma far fronte alle più disparate sollecitazioni che provengono dall’interno e dall’esterno dell’unità. La stessa cosa vale per gli operatori dei mass media e per chi si occupa di comunicazione istituzionale. Occorre tener conto dei fattori che ad intra e ad extra possono incidere sull’attività quotidiana in un mondo caratterizzato dalla frammentazione dell’utente, dalla ricerca

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La coperta di nave Stella Polare ripresa in navigazione.

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di contenuti personalizzati, dalla disintermediazione, da fenomeni come l’information overload, ossia il sovraccarico di informazioni a cui è sottoposta ogni singola persona, che possono spesso generare effetti come la disinformazione o la misinformazione. Fernand Braudel nel suo libro Il Mediterraneo, ai tempi di Filippo II richiama al legame profondo tra la storia degli uomini e la storia delle cose in cui il mare non è mai un luogo periferico rispetto alla terra. Anzi è uno spazio vitale, centrale e sussidiario nel cammino dell’umanità. Lo stesso si può dire in passato per i media tradizionali come il giornale, la radio e la televisione, così come oggi per le reti sociali. Questi ultimi, però, rispetto ai primi sono più coinvolgenti e pervasivi e attraverso l’attività di interazione e di condivisione sono capaci di amplificare così tanto un contenuto da farlo diventare una storia o un racconto “virale”. Al riguardo una riflessione è d’obbligo: il mare si può guardare da terra oppure si può navigare da bordo. Nel caso dell’equipaggio-redazione di una rivista come il Notiziario della Marina lo si vive da bordo e la motivazione di fondo può essere parafrasata dal motto dei palombari del Comando Subacqueo e Incursori (Comsubin): “Non si volta chi a stella è fiso”. Solo chi non perde di vista l’obiettivo con costanza, caparbietà e perseveranza raggiunge la meta e l’obiettivo. Il mare e gli uomini di mare hanno una saggezza intrinseca che stimola il pensiero, che richiama ai valori del coraggio e del tenere duro anche quando le condizioni sono avverse proprio come in questo periodo fortemente scosso dalla pandemia di Coronavirus. Chi ha navigato e chi naviga conosce bene le regole del mare. L’emergenza sanitaria ha impresso una nuova accelerazione non solo a chi si occupa di comunicazione e informazione. Il tempo è diventato la nuova moneta di questo nuovo mercato dei contenuti mentre la storia è la nuova unità di misura. Oggi occorre navigare attraverso il canale della “competizione convergente” dove il “tempo” e la “storia” sono centrali. Il mondo dell’informazione e della comunicazione devono solo “allinearsi” a questi due punti cardinali per evitare di perdere la rotta. A guardare dall’oblò, però, l’equipaggio del Notiziario della Marina con il suo nuovo Direttore e Comandante è pronto per la sfida. Buon vento!

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Riprendiamo dall’archivio del Notiziario della Marina, i servizi pubblicati nel 1960

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Giugno 1960: Inaugurazione dei Campi da tennis del Circolo di Marina “Caio Duilio” di Roma - È recentemente iniziata in Roma la costruzione del nuovo circolo di Marina “Caio Duilio” sito nel terreno golenale del Lungotevere Flaminio (sponda sinistra) a poche centinaia di metri dal Ministero. Mentre si prevede che l’intero complesso sarà pronto nell’estate del 1961, la prima parte è già in funzione. Essa comprende quattro campi da tennis in terra battuta ed elegante chalet adibito a spogliatoi.


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I primi 60 anni del Caio Duilio Il Circolo ufficiali di Roma, in un fil rouge che lega la Marina al Tevere: dai Marinaretti, al canottaggio, al Circolo Caio Duilio di Alessandro Busonero ellezza, eleganza, stile. 60 anni fa nasceva il Circolo ufficiali della Marina intitolato a Caio Duilio (260-258 a.c - ?). Senz’altro tra i più bei Circoli della Marina e non poteva essere altrimenti con la sua posizione al centro di Roma a due passi dallo Stato Maggiore Marina, che fa di questa struttura un simbolo che rappresenta tutti gli ufficiali della Marina, le loro famiglie e la Marina Militare stessa agli occhi degli ospiti. Il testo ripercorre la storia del Circolo in una navigazione ideale lungo la riva del Tevere. Un tratto di argine del Lungotevere Flaminio, che sin dagli anni ’20 del secolo scorso rivive la gloria legata al nome di Caio Duilio primo romano a vincere in mare, venne onorato con un trionfo e con l'erezione nel Foro di una colonna costruita con i rostri delle navi nemiche. Il console dell’Impero romano infatti nel 260 a.C. vinse i cartaginesi nella battaglia di Milazzo e portò Roma al controllo del Mediterraneo. L’intitolazione a Caio Duilio oggi del Circolo Ufficiali, ma ieri di altre strutture, lega in un fil rouge lo stesso luogo e tre momenti storici del nostro Paese e della Marina Militare: il periodo pre-bellico e della Seconda guerra mondiale con la Legione Marinaretti Caio Duilio; gli anni del dopoguerra e la rinascita degli anni ’50 -’60 con la trasformazione in “Centro Sportivo della Marina - Caio Duilio (in seguito verrà trasferito a Sabaudia con l’odierno nome di “Centro Remiero della Marina”) sino a giungere all’ultima metamorfosi: il 1° settembre 1961 nasce il “Circolo ufficiali di Marina Caio Duilio”.

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Ottobre 1960: Nuova sede del Circolo Ufficiali M.M. a Roma È iniziata la costruzione sul Lungotevere Flaminio, a circa 300 metri dal Ministero Difesa-Marina, della nuova sede del Circolo Ufficiali della M.M. Il complesso comprenderà campi da tennis, minigolf, e un galleggiante per gli sport remieri. Oltre alle suddette attrezzature, sarà costruita una palazzina comprendente sale di intrattenimento, bar ristorante. Si prevede che la costruzione sarà terminata nella prossima estate.

1961 - Immagine aerea del Circolo ufficiali tra cui gli impianti sportivi. Si noti il campo da minigolf, oggi non presente e la spoglia riva del Tevere. Foto archivio Circolo Ufficiali.

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I Marinaretti della Caio Duilio Roma, 21 aprile 1936. A sinistra Marinaretti schierati sull’attenti; sotto la celebrazione della Santa Messa; a seguire i Canottieri dell’Aniene, vincitori del campionato outriggers festeggiati dai marinaretti. Foto archivio storico Istituto Luce-Cinecittà.

Roma, 21 aprile 1936. Sotto il marinaretto Spartaco riceve l’attestato di Capo squadra da un ammiraglio. Foto archivio storico Istituto Luce-Cinecittà. A seguire la poppa del brigantino con in primo piano il nome Caio Duilio. Foto Franco Bovo.

Il regime fascista fa dell’educazione e della manipolazione delle giovani generazioni un vero e proprio obiettivo strategico. La principale organizzazione giovanile del Regno d'Italia deputata all’educazione morale e fisica della gioventù italiana dai 6 ai 18 anni è l’opera Nazionale Balilla (O.N.B). Dopo gli 8 anni, terminata la permanenza dei bambini tra le fila dei “figli della Lupa”, si può accedere alla sezione giovanile dei Marinaretti. Tra questi, dagli 8 ai 12 anni vengono svolti corsi per segnalatori e nocchieri; dai 12 a 14 corsi per moschettieri e dai 14 ai 18 per cannonieri e mitraglieri. I Marinaretti sono inquadrati nelle “centurie dei marinari” presenti in tutte le città affacciate sul mare e lungo gli argini dei fiumi più importanti d’Italia dove è possibile praticare discipline marinaresche. E’ così che Roma ha i Marinaretti della “Legione Marinara Caio Duilio” nella nuova sede sulla sponda sinistra del Tevere in quel tratto di riva noto come “spiaggia Polverini”. Una colonia modello in grado di accogliere fino a 160 ragazzi. Il 14 settembre del 1930 è il giorno dell’inaugurazione. La festa è grande e nella bella giornata estiva il Gran Pavese issato sull’alberatura del Caio Duilio segnala l’importanza dell’evento. Le più alte autorità presenti sono: l’ammiraglio Giuseppe Sirianni, Ministro della Marina e Renato Ricci presidente dell’O.N.B. La nuova struttura che ospita i Marinaretti spicca ber bellezza ed è ben visibile ai romani e ai turisti in transito sul Lungotevere Flaminio. Il complesso è formato da un edificio a tre piani e impianti sportivi. Un insieme capace di trasmettere un efficace impatto visivo sui più giovani, ma anche sugli adulti, grazie soprattutto alla riproduzione parziale di un veliero con la prora volta verso il Mar Tirreno. Per gli appassionati: un brigantino i cui resti rimangono visibili sino alla fine degli anni ‘50. Sul terreno di Roma, a pochi metri dallo scorrere del Tevere, alti svettano verso il cielo gli alberi della nave completa di tutta l’attrezzatura marinaresca circondata dall’attività di tanti ragazzi con i loro istruttori. Inizia un decennio dove i giovani Marinaretti vengono avviati alla vita sportiva e alla cultura marinara sognando mare e navi vere.

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Inizia così negli anni del dopoguerra un periodo di nuova vita per la Caio Duilio, dove protagonista sarà il canottaggio e i successi agonistici in campo nazionale e internazionale

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I canottieri olimpici della Caio Duilio

utti noi sappiamo come la guerra è finita e la scia di dolore lasciata tra la popolazione. Gran parte dell’Italia è ridotta in macerie, si deve pensare al futuro. Gli ex locali della Legione Marinaretti sono sempre al loro posto, 3.500 metri quadrati di spazi circostanti e il galleggiante ormeggiato lungo il fiume fanno gola a diverse società sportive e enti, ma la Marina gli tiene stretti e sono rimpiegati come Centro Sportivo Remiero e Rappresentanza. Di quegli anni difficili, il compianto capo Giubbi, istruttore di educazione fisica e, ironia della sorte, imbarcato nel periodo della guerra sulla corazzata Caio Duilio, ci restituisce una memoria del 1947 attraverso un dattiloscritto: [...] al distaccamento, fu ricostruita la guardia Reale, poi Rappresentanza. Una trentina di marinai, comandati da un sottotenente di vascello, un Capo Cannoniere ed un Secondo Capo erano preposti al servizio di Rappresentanza. Guardia al Quirinale, al Milite ignoto, alle due Camere, Deputati e Senato e a tutte le cerimonie cui la Marina doveva essere presente. Questo nucleo di marinai, prescelti ai reclutamenti, alti, ben prestanti fisicamente, nelle ore libere dal servizio erano impegnati anche nel settore sportivo. Fu così che, riottenuta la Caio Duilio, iniziammo con alcuni di loro l’attività di canottaggio. Il galleggiante, ancora con tante barche in buono stato di conservazione, facilitò il compito per iniziare questa attività. Il Caio Duilio diviene fucina di sport, del canottaggio in particolare grazie ad un altro sottufficiale: il secondo capo Mario Bovo. Entrambi, ironia della sorte, imbarcati nel periodo bellico sulla Caio Duilio addestrano i marinai sui palischermi di bordo per la partecipazione alla più classica tra le sfide tra gli equipaggi delle navi della Squadra Navale: la voga. Inizia così negli anni del dopoguerra un periodo di nuova vita per la Caio Duilio, dove protagonista sarà il canottaggio e i successi agonistici in campo nazionale e internazionale. Ben 4 le olimpiadi a cui partecipano i marinai-atleti di capo Bovo dal 1952 al 1964 raggiungendo la finale sia a Roma che a Tokio.

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A sinistra, primi anni ‘50, marinai “canottieri” si allenano sul Tevere. Foto Franco Bove. Sotto, veduta panoramica. Si noti il brigantino Caio Duilio e sull’altra parte del Tevere la caserma Grazioli Lante della Rovere. Foto archivio Circolo ufficiali.

In alto canottieri della Marina con il Capo di Marisport ricevuti dal ministro della Difesa R. Pacciardi. Foto Franco Bovo. Sotto, Centro Sportivo, brigantino e in primo piano il galleggiante. Foto Archivio Circolo ufficiali.

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Il guidone Il guidone del Circolo ufficiali di Roma Caio Duilio, è di forma triangolare ed è composto da una croce celeste su sfondo blu. Nei quadranti d’asta è presente la Colonna Duilia (Columna Rostrata C. Duilii), ovvero la colonna rostrata di Caio Duilio.

A destra il crest stilizzato del Circolo ufficiali Caio Duilio; a seguire foto panoramica della piscina e della struttura attuale del Circolo. In basso, dipinto “Battaglia Navale di Lepanto”, 1940 (olio 135 X 70), Rudolf Claudus. Medagliere dell’ammiraglio Gino Birindelli, tra cui la M.O.V.M. per l’azione di Gibilterra del 30 ott. 1940; a seguire foto di un particolare degli interni (autunno 1961 foto dell’Ufficio storico della Marina Militare. Vignetta del comandante P. Giannetti.

Il patrimonio artistico Il Circolo nel corso degli anni è stato arricchito da vere e proprie opere d’arte e oggetti che ne impreziosiscono lo stile. Manufatti, in alcuni casi uniche testimonianze artistiche e pezzi di memoria, che danno ai locali interni, un’identità originale. Numerosi i quadri d’autore e su tutti quelli di Rudolf Claudus. Tra il patrimonio artistico in mostra al Circolo c’è anche l’opera dello scultore e scenografo Mario Ceroli dal titolo “puledro” realizzata nel 1972. La biblioteca con libri in italiano, inglese e francese del 1800 e del 1900. Una splendida polena in legno di una nave italiana del 1700. Un ceppo e contromarra di ancora romana, alcune anfore e per concludere il medagliere dell’ammiraglio Medaglia d’Oro al Valor Militare Gino Birindelli.

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Il Circolo Ufficiali di Roma Caio Duilio Nel 1961 per volere dell’ammiraglio Candido Bigliardi si costituisce il Circolo ufficiali di Marina. Nello stesso periodo, l’ammiraglio Carlo Tallarigo, presidente dell’Ente Circoli, segue la costruzione del Circolo che è costituito ai soli effetti amministrativi, il 1° settembre 1961. Ma è il 22 ottobre 1959 la prima data importante per il Caio Duilio. Con l’atto n° 12551 la Marina Militare riceve in concessione dall’Ufficio del Demanio di Roma l’area lungo il Tevere dove sorgerà il Circolo Ufficiali. Dall’anno seguente, inizia la costruzione di un corpo di fabbrica adibito ad apprestamenti ginnico sportivi che farà parte integrante della struttura del Circolo ultimata due anni più tardi nel 1961. L’Ente Circoli nell’agosto 1961 impartisce disposizioni al Circolo ufficiali che in quegli anni ha sede presso Palazzo Marina: “… In data 1° settembre si chiude definitivamente il Circolo ufficiali M.M. sito al Ministero della Marina. Contemporaneamente si aprirà, ai soli effetti amministrativi, il nuovo Circolo Ufficiali M.M.“Caio Duilio” sito al Lungotevere Flaminio n° 49”. La struttura pressappoco è quella che possiamo ammirare ai nostri giorni. Il Circolo Caio Duilio, come deciso dal Consiglio Direttivo e riportato nel primo verbale del 27 nov. 1961, organizza due eventi in quei primi mesi:“un cocktail di S. Barbara” e un “trattenimento danzante con il tradizionale cenone per la notte dell’ultimo dell’anno”. Il 31 dicembre del 1961 segna quindi il primo importante evento ufficiale dedicato ai Soci e ai loro familiari. L’invidiabile posizione fa del Caio Duilio uno tra i più bei Circoli affacciati sul Tevere. “Come sempre stato nel corso degli anni - afferma il presidente del Circolo, comandante Roberto Recchia - le attività proposte ai soci e alle loro famiglie hanno l’obiettivo di condividere momenti di arricchimento socio-culturali e ludici”. Ogni evento rappresenta un’occasione per stimolare il senso d’equipaggio. Un buon esempio sono le presentazioni di libri, molti dei quali narrano di racconti di mare, altri ripercorrono le gesta di uomini di Marina del passato, altri ancora di argomenti d’interesse contemporaneo. Il salone principale e la sala rappresentanza al secondo piano rappresentano anche il palcoscenico di eventi istituzionali promossi dallo Stato Maggiore Marina che vedono quali ospiti elevate personalità del mondo della Difesa, delle Istituzioni e della società dove la forma diviene sostanza nello stile sobrio ed elegante della Marina.

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L’importanza strategica dell’Arsenale di Taranto Un intenso programma di manutenzione della Squadra Navale e i lavori di riammodernamento di un bacino in muratura, non hanno messo in crisi l’arsenale, struttura indispensabile per supporto logistico e manutentivo della Squadra navale della Marina. di Appeso Gaetano

lla fine di luglio la nave anfibia San Marco ha eseguito il suo spettacolare ingresso in Mar Piccolo, attraversando il canale navigabile, per essere sottoposta, insieme al rimorchiatore d’altura Saturno, ai periodici lavori di manutenzione presso l’Arsenale di Taranto. La particolarità di questa sosta lavori è che entrambe le navi militari sono state messe contemporaneamente a secco all’interno del bacino in muratura Edgardo Ferrati, tra

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i più grandi d’Europa, insieme alla “barcaporta” di chiusura del bacino Brin. L’attività si è resa necessaria per rispettare l’intenso programma di manutenzione della flotta militare di stanza a Taranto, in virtù della limitazione della capacità manutentiva dello stabilimento tarantino, dovuta all’interdizione del secondo grande bacino in muratura Benedetto Brin per manutenzione programmata. Il Brin, bacino storico inaugurato nel 1889 insieme al primo

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nucleo dell’Arsenale di Taranto e al Canale Navigabile, sarà oggetto di lavori di consolidamento e ammodernamento, dopo 132 anni di servizio. L’Arsenale di Taranto, con i suoi 1.400 dipendenti, è il primo stabilimento di lavoro della Difesa e la seconda realtà industriale di Taranto, dopo l’impianto siderurgico Alcelor Mittal. Lo stabilimento mantiene in efficienza il 70% circa delle navi di prima linea della Marina Militare. L’intensa attività operativa della Squadra


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L’Arsenale di Taranto, con i suoi 1.400 dipendenti, è il primo stabilimento di lavoro della Difesa e la seconda realtà industriale di Taranto [...]. Lo stabilimento mantiene in efficienza il 70% circa delle navi di prima linea della Marina Militare.

Navale, legata agli impegni internazionali del nostro Paese, ha comportato una forte crescita dell’esigenza manutentiva. Tra gli impegni più onerosi di questo periodo, meritano menzione i lavori sulla portaerei Cavour, nave ammiraglia della Squadra Navale, resa idonea ad operare con gli F35B, velivoli di ultima generazione: In questa occasione si è avuta una grande collaborazione tra Arsenale, industria nazionale (Fincantieri e Leonardo) e piccola media impresa,

con il coordinamento del Comando Logistico della Marina di Napoli. In questi anni, è in corso un importante progetto di modernizzazione dello Stabilimento tarantino, voluto dal Comando Logistico della Marina. L’Arsenale di Taranto sta cambiando configurazione, da stabilimento di lavoro entro cui entravano materie prime ed uscivano navi da guerra, a moderna industria per le attività manutentive della flotta militare e delle relative

apparecchiature e sistemi. L’Arsenale Militare Marittimo di Taranto rappresenta un patrimonio da preservare e sul quale investire, in quanto elemento fondamentale per assicurare i compiti che la Marina Militare è istituzionalmente chiamata ad assolvere.

Arsenale di Taranto, nave Cavour, ammiraglia della Marina Militare, si allinea per entrare nel bacino Ferrati.

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A scuola di vela a La Maddalena L’arte marinaresca protagonista nella formazione dei futuri sottufficiali, che hanno partecipato presso la scuola sottufficiali di La Maddalena, a un intensivo corso di vela di tre settimane di Marcello Losito ra le attività più belle favorite dall’estate, di sicuro c’è l’andar per mare in barca a vela sospinti dalla forza del vento. Avere l’opportunità di frequentare il corso per allievi marescialli nel golfo di La Maddalena, è un’esperienza unica. Ad agosto si è svolto il corso di vela per gli allievi del 22° Corso Normale Marescialli di Mariscuola Taranto. Nelle tre settimane di corso, gli allievi sono stati impegnati con gli istruttori della Marina Militare in aula e in barca, tra i banchi di Mariscuola La Maddalena che li ha ospitati e il vento dell’arcipelago gallurese che li ha messi alla prova. Sono stati giorni intensi, ma anche divertenti, sotto la guida di due istruttori esperti, i primi marescialli Eliano Celestini e Davide Grill. All’inizio del corso, durante la fase teorica, gli allievi marescialli hanno potuto fare un ripasso di quanto già appreso nell’istituto di formazione tarantino e rinfrescare i

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tanti termini marinareschi appresi: primo vero "scoglio" degli aspiranti “velisti”.Vocaboli tecnici spesso derisi, (memorabile la scena entrata a far parte dell’immaginario collettivo italiano in un film della saga fantozziana: “Fantozzi cazzi quella gomena”), ma che sono necessari per comprendersi in breve tempo e per essere con facilità e rapidità compresi. Durante le manovre, a volte concitate, è infatti necessario dire e fare azioni in maniera decisa, al fine di sfruttare al meglio la “propulsione” del

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vento e non perdere velocità. Così, anziché “girare”, ci si trova a “virare”. Se pronunciamo la parola “tira”, essa può essere confusa con “fila” che significa l’esatto opposto; se il timoniere ha necessità che un compagno dell’equipaggio tiri una cima, dirà “cazza la cima”. Le titubanze iniziali degli allievi, hanno lasciato subito posto alla sicurezza e alla padronanza delle imbarcazioni, quei Micropomo (tipo d’imbarcazioni costruite a partire dagli anni ‘70) che, seppur dallo scafo tozzo e poco veloce, si dimostrano sempre barche scuola stabili, spaziose e perfette per lo scopo. Dopo molti anni, dall’ultima volta, la piccola flotta di dieci Micropomo, ha circumnavigato l’isola di Santo Stefano e dato fondo all’ancora con una coreografica "fonda di squadriglia" che ha permesso


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agli allievi di consumare il pasto per poi proseguire l’attività. Il tutto sotto l’occhio accorto degli istruttori, imbarcati su due gommoni che hanno sempre "scortato" le barche a vela per intervenire a tutela della sicurezza della navigazione e del personale qualora si fosse reso necessario. Uno degli ultimi giorni c’è stata anche l’opportunità di raggiungere il vicino Centro Velico Caprera ed incrociare le rotte delle imbarcazioni "caprerine", a confermare l’ottimo rapporto e la fedeltà d’intenti tra i due istituti. Dulcis in fundo, la classica regata

non competitiva di fine corso, durante la quale gli allievi hanno dato prova di sportività, agonismo e spirito di equipaggio, oltre che mettere in pratica tutte le nozioni apprese e concludere con il sorriso un periodo di formazione importante per la loro crescita professionale. Lo spirito velico, formativo, ma anche goliardico, è racchiuso nelle parole del 1° Maresciallo istruttore Davide Grill:“a similitudine della Barcolana di un tempo, ad ogni fine giornata abbiamo istituito un premio per chi ha commesso più errori. Ho portato a Maddalena un po’ di quello spirito triestino che mi contraddistingue.” Mentre l’allieva di 2ª cl. SSP/tm Roberta Cavalieri ha così riassunto la sua esperienza: “noi allievi marescialli abbiamo impa-

rato nuovi termini marinareschi che hanno permesso di capire in modo rapido, le tattiche di regata, i vari fattori che possono condizionarla e i regolamenti.Tutti aspetti fondamentali per chi decide di intraprendere questo che non è solo uno sport, ma una vera e propria passione per il mare. Non mi dispiacerebbe poter ripetere esperienze simili e magari regatare insieme a colleghi esperti della Marina, come i nostri istruttori che ci hanno trasmesso tutta la loro esperienza, passione e professionalità nel formare le nuove leve di marinai del domani”. Acque antistanti la Scuola Sottufficiali della Marina Militare di La Maddalena. Gli allievi del 22° Corso Normale Marescialli, a bordo delle imbarcazioni, durante il corso di vela.

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i è svolta a Genova, il 26 agosto, la cerimonia inaugurale del Marina Militare Nastro Rosa Tour, il giro d’Italia in barca a vela, che vede regatare team internazionali lungo le coste tirreniche ed adriatiche. Otto tappe (Genova, Civitavecchia, Gaeta, Napoli, Brindisi, Bari, Marina di Ravenna e Venezia). Main partner la Marina Militare, in collaborazione con Difesa Servizi s.p.a. e la SSI sport&events, ha schierato due equipaggi: sul trimarano DIAM24 e sull’ imbarcazione offshore (Beneteau Figaro3). Le discipline veliche in cui si ve-

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dranno gli equipaggi gareggiare sono: double mix offshore, in shore e board. Nello specifico, regata lontano dalla costa con team misto, regate in prossimità della costa e disciplina su tavola in stile kite foiling. Sul trimarano saliranno Ignazio Bonanno, Mario Prodigo e Cecilia Zorzi, mentre per l’offshore Giovanna Valsecchi ed Andrea Pendibene. Tredici le sezioni veliche della Marina Militare, 218 le imbarcazioni (32 d’altura, 41 costiere e 145 derive). Villaggi itineranti, premiazioni e cocktail istituzionali, animano le tappe del Marina Mi-

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litare Nastro Rosa Tour. A Civitavecchia, a far da padrona, la Regina dei Mari, la Nave Scuola Amerigo Vespucci che il 30 agosto ha ormeggiato nel porto della città. Una presenza che sottolinea il legame imprescindibile tra il mare e la vela. Il Marina Militare Nastro Rosa Tour nasce dall’intento di valorizzare il paese Italia, la vela, la salvaguardia dell’ambiente ed il rapporto tra l’uomo ed il mare. Il suo nome ha origine dal Nastro Azzurro, il riconoscimento dato alle navi passeggeri che attraversavano nel minor tempo l’Atlantico. Tramutato


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A Genova la cerimonia d'inaugurazione del giro d'Italia in barca a vela di Mariarosaria Lumiero

in Nastro Rosa perché la Gazzetta dello Sport è tra i maggiori attori della manifestazione sportiva la quale, si avvale del brand Marina Militare. Il presenting partner è Fincantieri ma, non meno importante, è la presenza di Enit. A portare i saluti del capo di Stato Maggiore della Marina, al taglio del nastro del tour, l’ammiraglio di squadra Giueseppe Berutti Bergotto. “Essere parte integrante del Marina Militare Nastro Rosa Tour, vuol dire dare continuità ad un legame indissolubile tra la Marina e la vela”, afferma l’ammiraglio. “E’ il mo-

mento in cui si incrociano passato, presente e futuro: tradizione marinaresca, equipaggi d’elite, imbarcazioni all’avanguardia. Una storia nata negli anni ’50 – continua Berutti Bergotto – evolutasi nel tempo sino ad arrivare ad oggi, nel 2021, con strutture di formazione specializzate, allenatori qualificati, atleti che gareggiano per competizioni olimpiche, imbarcazioni moderne e la storica nave scuola Amerigo Vespucci. Profondere la cultura della navigazione a vela è da sempre uno dei pilastri fondamentali della nostra Forza Armata e lo si fa in

strutture di primo ordine. In questa città, Genova, dove la Marina Militare è rappresentata da un’eccellenza, l’Istituto Idrografico, abbiamo voluto dare il via al Marina Militare Nastro Rosa Tour. Il momento di spiegare le vele e gareggiare – conclude l’ammiraglio Berutti Bergotto – secondo valori imprescindibili: sacrificio, coraggio, generosità, lealtà, leadership e senso di appartenenza Genova, 26 agosto 2021. Partenza del Nastro Rosa tour, il giro d’Italia in barca a vela

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RECENSIONE Noi Siamo La Marina Storie di uomini e donne della Marina Militare di Alessandro Busonero

torie di marinai, uniche ed emozionanti: sono quelle presenti in “Noi siamo la Marina”, tra gli ultimi prodotti editoriali della Marina Militare e la cui presentazione è in programma al Salone del Libro di Torino (14/18 ottobre 2021). Scritto dalla giornalista Anita Fiaschetti, il volume è un racconto inedito della Forza Armata fatto proprio dalle donne e dagli uomini con le stellette: persone che ogni giorno con professionalità, passione e coraggio operano per il bene del Paese. Un libro che inizia con la formazione: è nei sogni e nelle speranze degli allievi della Scuola navale “Francesco Morosini”, dell’Accademia di Livorno, delle Scuole Sottufficiali di Taranto e La Maddalena che scopriamo come si cresce nei luoghi deputati al sapere e verso quali opportunità professionali si è proiettati. Opportunità che diventano esperienze e ricordi di palombari, incursori, piloti, operatori di volo, fucilieri, sommergibilisti, idrografi e personale civile: è grazie a loro che capiamo come si opera in mare, negli abissi, in cielo e su terraferma. Una narrazione che diventa navigazione,

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con gli imbarchi a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci e della fregata Federico Martinengo, e che svela la quotidianità di chi considera la nave e l’equipaggio come una famiglia. A chiudere il tutto le testimonianze di asso-

In alto, la copertina del libro “Noi Siamo La Marina” che sarà presentato al prossimo Salone del Libro di Torino dal 14 al 18 ottobre. Sotto due pagine interne del volume.

ciazioni che negli anni hanno avuto modo di collaborare con la Marina in progetti a favore dell’ambiente, della ricerca scientifica, della disabilità e della solidarietà internazionale e di coloro che, in veste di medici, infermieri e tecnici, sono stati attivi protagonisti nell’emergenza sanitaria da COVID-19. Un libro di aneddoti e curiosità, di traguardi e obiettivi, di lacrime e sacrifici. Un libro fatto da e con le persone, perché sono loro da sempre la nostra risorsa più preziosa. “Noi siamo la Marina” è disponibile su Amazon nel nostro store editoria.

Autore: Anita Fiaschetti Anno di pubblicazione: 2020 Editore: Marina Militare Lingua: italiano numero pagine: 229 brossura prezzo: € 20,00

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