Notiziario della Marina ottobre 2020

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di Antonio Cosentino

Come si può presentare un numero in un momento come questo? È la domanda che mi sono posto quando ho iniziato a riflettere su come fare il punto di un mese e dare il giusto rilievo all'editoriale. Di fronte a una realtà così forte, il resto è secondario ma, oggi più che mai, il nostro compito è entrare nelle vostre case, rallentare ansie e paure, senza cancellare ciò che accade intorno a noi. Mettere in pausa le nostre abitudini, le nostre incognite, per correre veloci; tutto inizia su un foglio bianco con l'azzurro del buon auspicio. Un incontro inaspettato, nascosto dietro un tramonto che diventa alba in un istante, per chi sta per giungere all'approdo finale, raccontato e raccolto nell’allegato al Notiziario, davvero "speciale". Le copertine del mese di ottobre mettono in luce due immagini, una dedicata alla Squadra navale con le autorevoli riflessioni del suo Comandante in Capo l'ammiraglio Paolo Treu, che ha dedicato pillole di saggezza e di vita a favore dei comandanti da avviare al Comando e non solo, dal titolo "il sale del comando, per una leadership sul mare", che consiglio per una attenta lettura. Si spegne un riflettore e se ne accende un altro: con la copertina dedicata allo sport, una continua e meravigliosa palestra di valori, dove i nostri atleti impegnati nelle diverse discipline, si sono aggiudicati numerosi titoli nazionali ed europei. Proseguiamo il nostro viaggio sulle pagine del Notiziario con l'attività della fregata europea multimissione Alpino che ha assunto il ruolo di flag ship di Eunavfor Somalia operazione Atalanta, la missione che opera in una zona compresa tra il Mar Rosso meridionale, il golfo di Aden e parte dell'Oceano Indiano, con l'obiettivo di garantire presenza, sorveglianza e polizia in alto mare finalizzate al contrasto della pirateria. Sempre più costante e forte diventa il sostegno della Marina italiana nei confronti della Nato, difatti sarà la nostra Forza armata a sostegno del primo Sea Control Task Group 1 con la presenza sul campo di due Fremm. L’iniziativa trova la sua dimensione nell’ambito della Nato Readiness Initiative (NRI), volta a migliorare la prontezza delle forze dell’Alleanza, aumentandone capacità e disponibilità. Cura del sapere, studio e capacità di analisi, queste le parole su cui il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha posto l’accento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Istituto di Studi Militari Marittimo di Venezia, un’eccellenza della Forza armata nella formazione di ogni ufficiale di Marina. Continuano a susseguirsi le attività istituzionali a cui partecipa l’ammiraglio Cavo Dragone, la creazione di un tavolo tecnico sullo sviluppo della città di Taranto e la firma dell'accordo tra la Marina e il presidente dell'INPS in merito alla creazione alla Spezia del “Polo nazionale della Marina Militare”. Prosegue senza sosta, nonostante le ultime vicissitudini che hanno devastato Beirut, il progetto di cooperazione con il Libano per rendere l’idrografia libanese autonoma nella creazione delle proprie carte nautiche. Un progetto importante e ambizioso che a distanza di cinque anni sta cominciando a dare i suoi frutti. Il mare è il nostro futuro, una storia affascinante lunga 150 anni che vede protagonista la Marina e trova nelle città di Napoli e Genova terreno fertile per lo sviluppo economico dei due capoluoghi, dell’economie regionali e nazionale. Grande successo di pubblico per la prima edizione digitale della manifestazione Naples Shipping Week, una settimana dove i cittadini del capoluogo campano hanno avuto modo di apprezzare l’impegno delle nostre navi e la concretezza della riflessione scientifica ed esperienziale. La sessantesima edizione del Salone Nautico, definita l’edizione del “coraggio” in uno scenario mondiale di assoluta incertezza, ha rappresentato anche il primo evento internazionale svolto in Italia nel rispetto delle regole anti-Covid 19. In questo numero un nuovo inserto ripercorre la storia della Forza armata dal 1954: “il Notiziario della Marina, la Storia” dedicato agli eventi dell’ottobre del 1957. Mantenere vivo il culto e le tradizioni della marineria in generale e della Marina Militare, è questa la missione del Museo Tecnico Navale di La Spezia, il maggiore museo navale d’Italia, uno tra i più antichi al mondo che conserva cimeli e reperti, testimonianze di navigazioni, esplorazioni, battaglie, esperienze scientifiche, invenzioni e innovazioni. Da sempre punti di riferimento per chi naviga sono i fari che conquistano con il loro fascino e imponenza. Andiamo a scoprire la storia del nostro segnalamento che ci porta ad esplorare le acque a nord della Sicilia e conoscere Strombolicchio, perla del Tirreno, una piccola isola vulcanica delle Eolie. Questo e tant’altro di più, buona lettura.

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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

SOMMARIO

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

ottobre 2020

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO

REDAZIONE

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Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO

di Antonio Cosentino

4 D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME

La prima volta di nave Alpino, flagship nel Mar Rosso di Stefano Febbraro

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Nato Readiness Initiative, la Marina Militare italiana alla guida del primo sea control task group di Andrea Quondamatteo

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Al via l’Anno Accademico dell’I.S.M.M. di Venezia di Andrea Mason

PER LA COLLABORAZIONE

La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.

L’editoriale

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Incontri a Palazzo di Stefano Febbraro

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Obiettivo: piano nautico del porto di Beirut di Osvaldo Marchese

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Combined Maritime Forces Bahrain di Giuseppe Aufiero

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Naples Shipping Week di Giuseppina Maria Greco

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La sessantesima edizione del Salone Nautico di Genova di Emanuele Scigliuzzo

© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore.

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Ottobre 1957, la storia del Notiziario della Marina

COME ABBONARSI

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Un medical advisor al Comando Marittimo Alleato a Northwood di Filippo La Rosa

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Il Museo Tecnico navale della Spezia

Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com oppure per fax al numero 06.36803396, con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale e mail).

di Leonardo Merlini

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di Fabio Dal Cin

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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel 03311783010 amministrazione@necmedia.eu chiuso in redazione il 27 ottobre 2020

Scoglio Strombolicchio, fanale di atterraggio

La bora annulla la Barcolana di Fabio Dal Cin

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Lo sport non si ferma di Pasquale Prinzivalli

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500 anni fa la spedizione di Magellano di Andrea Mason

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La prima volta di nave Alpino, flagship nel Mar Rosso di Stefano Febbraro

Salpata il 19 settembre dal porto di Taranto, nave Alpino partecipa per la prima volta a questa missione, operando nell'area che ha visto negli ultimi mesi l'impegno di nave Luigi Rizzo

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a Fregata Europea Multi Missione (FREMM) Alpino ha assunto il ruolo di flagship di EUNAVFOR Somalia Operazione Atalanta la missione navale dell'Unione Europea che opera in una zona compresa tra il Mar Rosso meridionale, il Golfo di Aden e parte dell'Oceano Indiano. L’obiettivo del gruppo aeronavale composto, oltre che dall’unità italiana, dalla fregata Santa Maria della Armada Espagnola, è garantire la presenza, la sorveglianza e la polizia in alto mare finalizzate al contrasto del fenomeno della pirateria. A bordo della fregata della Marina Militare il contrammiraglio Riccardo Marchiò avrà il compito di guidare, nei prossimi mesi di navigazione, la task force aeronavale che pattuglia le aree di interesse e le zone di transito delle unità mercantili. La missione europea, varata nel dicembre

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del 2008 aveva inizialmente lo scopo di proteggere le navi mercantili del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, incaricate di consegnare gli aiuti alimentari in Somalia, e gli altri carichi vulnerabili. Oggigiorno l’operazione contribuisce anche alla dissuasione, alla prevenzione e alla repressione degli atti di pirateria e delle rapine a mano armata monitorando le attività di pesca al largo delle coste della Somalia. Il comando operativo della forza navale diretta dall’Unione Europea (EU NAVFOR) si trova a Rota, in Spagna, mentre il centro di sicurezza marittima del Corno d’Africa (MSC-HOA) è ospitato a Brest, in Francia. L’operazione fa parte dell’approccio globale dell’UE per la pace e la stabilità, con il compito di sostenere le altre missioni e programmi dell’Europa nella regione. Entrando nel dettaglio, il La flagship nave Alpino della Marina Militare e gli altri assetti di EUNAVFOR Operazione Atalanta. in attività con la Marina Giapponese per promuovere la cooperazione e l'integrazione per la sicurezza marittima e il contrasto alla pirateria.

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dominio marittimo e, più in particolare, la sicurezza marittima sono parte integrante dell’attività della Forza armata, impegnata ad assolvere il proprio ruolo chiave sugli aspetti della sicurezza marittima declinata nelle accezioni di Maritime Security Operations, Maritime Situational Awareness e Maritime Capacity Building. L’obiettivo è non solo operativo, ma strategico per gli interessi della collettività e dello sviluppo dell’economia e sicurezza nazionale lungo le rotte marittime solcate da navi mercantili che battono la bandiera nazionale. L’impegno e la cooperazione internazionale e il conseguente scambio di informazioni tra Marina Militare e shipping stanno

incrementando il livello di conoscenza e consapevolezza di uno scenario marittimo nel quale la presenza dell’Alpino nell’Operazione Atalanta assume un ruolo fondamentale. Soprattutto in un periodo tanto delicato per gli equilibri mondiali in cui, per mutuare un termine caro agli armatori, “Sicurezza equivale ad economia”. Il dislocamento di uomini e mezzi italiani in uno scenario così complesso si interfaccia con la European Union Maritime Security Strategy (EUMSS), documento del 2014 che definisce i principi guida e gli obiettivi, nonché i rischi, le minacce e gli interessi dell’UE in materia di sicurezza marittima. Nel maggio 2019,

Alcune immagini della missione: a sinistra nave Alpino in pattugliamento; in basso il transito dal Canale di Seuz; a sinistra il comandante dell’unità capitano di fregata Fabio Marzano; in basso a destra team della Brigata Marina San Marco durante un’esercitazione friendly boat approach.

inoltre, in piena linea con la EUMSS, ha preso piede il nuovo concetto di Coordinated Maritime Presence (CMP). Questa dottrina ha come obiettivo la diffusione della Maritime Situational Awareness (MSA) nelle aree marittime di maggiore interesse strategico, tramite una condivisione delle informazioni acquisite dalle unità militari impiegate dagli Stati Membri. Salpata il 19 settembre dal porto di Taranto, nave Alpino partecipa per la prima volta a questa missione, operando nell'area che ha visto negli ultimi mesi l'impegno di nave Luigi Rizzo. In precedenza, a testimonianza della presenza della Marina Militare nel delicato scacchiere, nel luglio del 2019 era stata la fregata Marceglia ad assumere il compito di nave ammiraglia della forza navale internazionale. Con l’arrivo dell’Alpino nell’Oceano Indiano e la presenza di nave Martinengo nel Golfo di Guinea, sono due attualmente le unità della Marina Militare impegnate nelle attività di sorveglianza e polizia in alto mare finalizzate al controllo dei corridoi di transito delle unità mercantili. Per entrambe sono già attuate e previste esercitazioni con unità di altre marine. Nel corso dell’operazione l’equipaggio dell’Alpino sarà impegnato anche in attività di civilian and military cooperation. Tra gli obiettivi a carattere sociale ed umanitario è prevista la fornitura di beni di prima necessità alle popolazioni del luogo rispettando le restrizioni antiCOVID in vigore. L’impegno dell’unità e del suo equipaggio durerà sino al prossimo mese di dicembre.

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La formazione navale, che al momento conta sul supporto di Grecia e Turchia, avrà il compito di rispondere rapidamente a qualsiasi crisi nell’area del Mediterraneo

Nato Readiness Initiative la Marina Militare italiana alla guida del primo sea control task group di Andrea Quondamatteo

iventa sempre più forte il sostegno dell’Italia e più in particolare della Marina Militare nei confronti della Nato. A seguito dell’offerta proposta dalla stessa Marina, la Difesa ha chiesto e ha ottenuto l’assegnazione di uno dei Larger Formation del Sea Control Task Group 1 (SCTG1), un raggruppamento temporaneo di unità navali nel Mar Mediterraneo formato allo scopo di intervenire rapidamente in caso di crisi. Oltre alla guida della formazione, l’Italia

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contribuirà materialmente con la partecipazione di due fregate della Marina Militare per bilanciare le forze navali in campo. Al momento il STCG1 conta sull’adesione di Grecia e Turchia, ciascuna inserita nel dispositivo con un proprio assetto navale. Sono tuttavia in corso dei contatti avviati dalla rappresentanza permanente italiana a Bruxelles per coinvolgere nel dispositivo anche la Marina statunitense e la Marina canadese. L’iniziativa trova la sua dimensione nell’ambito della Nato Readiness Initiative (NRI), volta a migliorare la prontezza delle forze dell’Alleanza, aumentandone capacità e disponibilità. Nata dalla deci-

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sione assunta dai vertici di Stato al Summit di Bruxelles del 2018, la NRI è anche nota come i “Quattro Trenta”, in quanto gli Alleati hanno concordato sull’esigenza di rendere disponibili 30 navi da combattimento, 30 battaglioni terrestri e 30 squadroni aerei, secondo un livello di prontezza di schieramento in teatro entro un massimo di 30 giorni. La Nato Readiness Initiative risponde so-

Immagini di repertorio della classe Fremm (Carlo Bergamini e Carabiniere), unità che la Marina metterà in campo nella formazione del Sea Control Task Group 1.


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stanzialmente a due finalità: contribuire in maniera più efficace alla Deterrenza e Difesa collettiva dell’Alleanza, aumentandone la capacità di rispondere rapidamente e in modo decisivo a qualsiasi crisi futura; colmare un gap relativo alla prontezza degli assetti Nato rispetto alla enhanced Nato Readiness Force (eNRF). Un’occasione importante, soprattutto per l’interesse che la stessa iniziativa sta suscitando in ambito Nato nel dare credibilità alla strategia di Deterrenza e Difesa dell’Alleanza (DDA), attraverso la quale l’Italia può continuare a mantenere un ruolo di primo piano nel dominio marittimo in seno al Patto Atlantico.

Il SCTG1, in particolare, sarà affiancato da: un Carrier Strike Group, comandato e basato su forze inglesi; un Gruppo d’Assalto Anfibio comandato e basato su forze francesi; il SCTG2 in cui confluiscono le Marine del Nord Europa ed il cui comando è francese. Il Comando della 1^ Divisione Navale della Marina Militare sarà l’elemento dell’organizzazione che comanderà e fornirà lo staff per le attività previste dal SCTG1, mentre l’addestramento annuale per il raggruppamento sotto comando italiano avverrà nell’alveo del ciclo addestrativo maggiore della Difesa, la Joint Star a partire dal 2021, in linea con la direttiva del capo di Stato Maggiore della Difesa.

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Al via l'Anno Accademico dell'I.S.M.M. di Venezia di Andrea Mason N OT I Z I A R I O

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La prima parola d'ordine è imparare. Siamo in un periodo in cui veniamo bombardati da informazioni, ma va fatta un'analisi delle fonti, che devono essere approfondite per validarne le caratteristiche

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ura del sapere, studio e capacità di analisi unita a quella del comando, attraverso l'esempio e la dedizione. Così il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone ha caratterizzato il proprio intervento nella cerimonia di apertura dell'anno accademico dell'Istituto di Studi Militari Marittimi svoltasi nella Sala degli Squadratori dell'Antico Arsenale di Venezia. Rivolgendosi "agli ammiragli del domani",

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Cavo Dragone ha chiesto di "Sviluppare un pensiero proprio, autonomo, illuminato di intelligenza, indipendenza ed onestà intellettuale". Valori che permeano la formazione degli ufficiali di Marina. Articolati gli interventi che hanno caratterizzato l'intera mattinata alla quale hanno partecipato i frequentatori militari e civili dell'84ma sessione del Corso Normale di Stato Maggiore e master in "Studi Strategici e sicurezza internazionale", che si sta svolgendo nella prestigiosa sede dell'Istituto. Il saluto agli ospiti è stato portato dal contrammiraglio Andrea Romani comandante dell'Istituto e del Presidio Marina Militare a Venezia affiancato dall'ammiraglio di squadra Enrico Credendino comandante delle Scuole della Marina. Stefano Messina, presidente di Assarmatori ha ribadito l'importante lavoro svolto dalle

A sinistra il momento della cerimonia di apertura dell’Anno Accademico; in alto il capo di Stato Maggiore della Marina Militare durante l’allocuzione; sopra la Sala Squadratori dell’Arsenale di Venezia; nella pagina successiva il contrammiraglio Andrea Romani comandante dell'Istituto e del Presidio Marina Militare a Venezia.

unità della Marina Militare a supporto della sicurezza dei mercantili italiani nelle aree di mare più a rischio, dall'oceano Indiano al Golfo di Guinea. Rotte strategiche per il paese. Un concetto condiviso dal capo di Stato Maggiore, secondo il quale il "dominio marino sarà una caratteristica pregnante nel futuro del nostro paese per i prossimi decenni". Il direttore del quotidiano “la Repubblica”, Maurizio Molinari, collegato da remoto,

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ha tenuto una Lectio Magistralis sul tema "Come cambiano gli equilibri nel Mediterraneo", mare che è tornato al centro delle evoluzioni geopolitiche per l'impatto della globalizzazione. "La nuova competizione fra Russia, Cina e Stati Uniti ha infatti, tra i suoi teatri, anche il bacino del Mediterraneo, scacchiere della Seconda Guerra Fredda, come è stata definita dal generale David Petraeus, tra i maggiori esperti di sicurezza nazionale degli Stati Uniti", le parole di Molinari. "A questa si associa la competizione in atto tra grandi potenze regionali e nuovi paesi leader e l'implosione ed indebolimento di stati nazione. Al centro, per l'appunto, il Mediterraneo, identificato da Russia e Cina come uno dei tasselli per indebolire gli Stati Uniti e in generale le due alleanze occidentali delle quali l'Italia fa parte, Unione Europea e Nato". La cerimonia si è svolta in uno dei luoghi più significativi e suggestivi dell’antico Arsenale - la Sala degli Squadratori - un luogo simbolo della città storica. All’interno vi si custodiva il legno utilizzato per la costruzione delle navi della flotta veneziana, che qui veniva tagliato a misura e sagomato da maestranze arsenalizie

specializzate, gli Squadratori appunto. Oggigiorno il salone è tra i simboli del costante, attivo impegno messo in campo della Forza Armata per la conservazione e la valorizzazione dell’antico Arsenale, anche nell’ottica di ottimizzarne le occasioni di fruibilità a favore dalla città. Un impegno che si sviluppa in piena sinergia con l’Amministrazione comunale, rappresentata dall'appena riconfermato sindaco Luigi Brugnaro, anche verso nuovi ambiti, quale quello della formazione

della Polizia locale. Nella seconda metà di ottobre, infatti, per la prima volta, alcuni insegnanti dell’Istituto hanno svolto un modulo formativo etico-professionale, della durata di due settimane, a favore degli ufficiali neo-assunti del Corpo municipale. Per l'ISMM, che svolge la funzione di “polo culturale” della Marina Militare, si tratta di un ulteriore passo in avanti nella processo di integrazione con il capoluogo lagunare.

Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia Il Centro Studi dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia (anche ISMM) ha sede presso l'antico Arsenale di Venezia. I suoi frequentatori sono ufficiali del ruolo normale che vestono il grado di tenente di vascello o capitano di corvetta. La funzione dell'Istituto è quella di aggiornare le conoscenze degli ufficiali frequentatori, di prepararli al primo comando della loro carriera, di agevolare la collaborazione con marine di altre nazioni, e pone anche uno specifico accento alla collaborazione interforze. L’ISMM persegue lo sviluppo del pensiero navale, svolgendo attività di ricerca e studio nel campo militare marittimo, con particolare riguardo alle tematiche strategiche, operative ed ordinative di interesse della Marina Militare. Il Centro Studi organizza e promuove, inoltre, giornate di studio e seminari per dibattere temi di attualità e di interesse generale nei settori strategico-militare, tecnico-scientifico-industriale e sociologico. Intrattiene rapporti con il Centro Militare di Studi Strategici, con varie Università italiane e con altri organismi interessati alle tematiche di carattere strategico e della politica di sicurezza.Ad esso infine è devoluto il compito di redigere e diffondere alcune pubblicazioni a carattere periodico, quali l’Osservatorio, il Bollettino d’informazione e gli Atti delle Giornate di Studio. N OT I Z I A R I O

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Incontri a palazzo Marina a cura di Stefano Febbraro

Marina Militare e Ministero per il Sud: al via il tavolo tecnico sullo sviluppo della città di Taranto l 14 ottobre si è svolto presso palazzo Marina l’incontro tra la Marina Militare ed il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano in merito alla creazione di un tavolo tecnico sullo sviluppo della città di Taranto. Un percorso condiviso di collaborazione istituzionale dedicato a Taranto. Così la sede dello Stato Maggiore della Marina Militare, è risultato l'ideale approdo dell'importante riunione dedicata alla Città dei due mari. Il tavolo tecnico per lo sviluppo del capoluogo pugliese è il frutto del lavoro svolto dal sottosegretario Giulio Calvisi e dal Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale.Ad accogliere la delegazione, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone; tra i presenti il sottosegretario Mario Turco e il consigliere per il Mezzogiorno del Presidente del Consiglio, Gerardo Capozza. Il costante confronto con gli enti locali ha come obiettivo l'impulso e la continuità alla cooperazione già avviata tra il Ministro per il Sud, la Marina Militare, il Ministero della Difesa e la Presidenza del Consiglio. Risale infatti allo scorso 12 ottobre la sottoscrizione del Protocollo di intesa che porterà al trasgerimento alla città di Taranto della Stazione Torpediniere e del relativo affaccio sul Mar Piccolo. Una pietra miliare nei rapporti tra Taranto e la Marina Militare, che permetterà di creare nuove ed ulteriori possibilità di sviluppo turistico, culturale e commerciale per il territorio. La riunione è risultata un ulteriore e importante segnale di attenzione da parte del Governo e della Forza Armata alle sollecitazioni che sono giunte dall’amministrazione di un territorio “tradizionalmente, per storia e cultura, profondamente legato alle

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Marina Militare e INPS: costituito il polo nazionale Marina el corso di una sobria cerimonia, è stato firmato presso la Sala dei Marmi di palazzo Marina l'accordo tra la Marina Militare ed il presidente dell'INPS prof. Pasquale Tridico in merito alla creazione alla Spezia del “Polo nazionale della Marina militare”. Il “Polo nazionale Marina Militare” sarà opera-

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vicende della Marina Militare la cui presenza è elemento di identificazione”, ha sottolineato il Capo di Stato Maggiore. Negli ultimi mesi lo sviluppo di Taranto è stato al centro di una serie di iniziative congiunte tra le varie realtà che operano nella città, in prima fila la Marina Militare, sempre pronta ad ascoltare il territorio e i suoi rappresentanti. La prospettiva tracciata dall’incontro a palazzo Marina è proprio quella di dare continuità al percorso di collaborazione interistituzionale sfociato nella recente sottoscrizione del protocollo d’intesa che riconsegna a Taranto la Stazione Torpediniere. Il nuovo percorso ha avuto origine anche nella conferenza di servizi che nello scorso giugno era stata avviata dall'Amministrazione comunale con il Ministero della Difesa e la Marina Militare, secondo le indicazioni del ministro Lorenzo Guerini. L'obiettivo è la discussione della devoluzione alla collettività di importanti porzioni di territorio non più funzionali agli interessi militari.

che questo accordo serve a “supportare i nostri uomini e donne impegnati costantemente nel servizio. È un accordo che parte da lontano e grazie ai miei predecessori che lo hanno impostato oggi si può concretizzare. Il Presidente Tripodi ha dichiarato che “questo accordo potrà efficientare il sistema, renderlo più snello e così più facile il passaggio dal salario alla pensione e permettere altresì la preparazione del personale della Marina che possa supportare il personale dell'istituto”.

tivo dal 1° ottobre 2020 presso la Direzione provinciale Inps della Spezia e accentrerà tutti gli adempimenti amministrativi di competenza dell’Inps in materia di gestione della posizione assicurativa, prestazioni pensionistiche, posizioni previdenziali e gestione creditizia dei piccoli prestiti e dei prestiti pluriennali relativi al personale della Marina Militare dell’intero territorio nazionale, consolidando così una già rodata collaborazione tra le due istituzioni. La Marina Militare, al fine di uniformare le procedure interne e le tempistiche di erogazione del trattamento pensionistico a favore del proprio personale, ha provveduto già da tempo a centralizzare la gestione delle relative pratiche presso il Reparto Trattamento Pensionistico della Marina Militare, operante alle dipendenze della Direzione di Intendenza di Roma L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di stato maggiore della Marina, ha voluto sottolineare

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Prosegue il progetto di cooperazione della Marina Militare per rendere il Libano autonomo nella produzione di materiale cartografico

Obiettivo: piano nautico del porto di Beirut

di Osvaldo Marchese

l futuro dell’idrografia Libanese passa per la Marina Militare italiana e, più in particolare, per la sede dell’Istituto Idrografico della Marina (IIM) a Genova, dove lo scorso 6 ottobre è iniziato ufficialmente il corso dedicato a un gruppo di idrografi del neonato Lebanese Navy Hydrographic Service (LNHS), tra cui il Direttore dell’Istituto, Commander Afif Ghaith. Due settimane di formazione volte ad accrescere e ad affinare le competenze specialistiche ed informatiche necessarie a elaborare i dati idrografici finora raccolti nella Terra dei Cedri. Si tratta di un piccolo ma importante tassello che si aggiunge al più ampio programma di cooperazione nato sotto l’egida dell’ONU per rendere il Libano autonomo nella produzione delle proprie carte nautiche. Ad oggi, infatti, il Libano non dispone di tale capacità. Al momento la produzione della cartografia nautica è affidata al ser-

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vizio idrografico francese che ha continuato ad operare nel settore del Mediterraneo orientale anche dopo la fine del protettorato, limitandosi di fatto a fornire un servizio piuttosto che effettuare attività di Capacity Building mirate. L’impegno della Marina Militare ha permesso di colmare questo vuoto, contribuendo alla creazione di un servizio

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idrografico in loco, quale strumento fondamentale per l’intero sviluppo commerciale, marittimo e turistico del Libano. Un progetto ambizioso che, a distanza di 5 anni dal suo avvio, sta cominciando a dare i suoi primi frutti. Ad oggi tutti gli sforzi messi in campo hanno creato le condizioni affinché possa essere rea-


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“ Un’attività intensa, che non ha mai conosciuto interruzioni, neanche la tragedia dello scorso 4 agosto, quando due violente esplosioni hanno devastato il porto di Beirut, è servita a scoraggiare il Libano dal portare avanti il progetto

lizzato un piano cartografico: i dati acquisiti dalla nave idrografica Ammiraglio Magnaghi della Marina nel corso di precedenti missioni in Libano e i rilievi effettuati dagli stessi idrografi libanesi con i mezzi messi a disposizione dall’Istituto Idrografico con il supporto della Difesa, dovranno ora essere messi a sistema ed elaborati attraverso dei software per costruire la prima carta nautica, cartacea e digitale, libanese. In pratica, si tratta di stabilire il taglio e la forma delle carte nautiche partendo dalle rappresentazioni a grandi scale, come i piani nautici, fino ad arrivare a carte a scala più piccola per la rappresentazione dei tratti costieri. Il corso di formazione avrà dunque il compito di fornire le capacità necessarie ad affrontare i passi successi. Il piano di cooperazione, disposto formalmente nell’ottobre del 2014, pone le sue radici nell’ambito dell'International Support Group e dello Strategic Dialogue di Unifil, voluto dalle Nazioni Unite al fine di armonizzare e coordinare gli

aiuti mirati a stabilizzare il Libano. La Marina Militare, attraverso l’IIM, ha proposto un progetto di Capacity Building per la realizzazione di un servizio idrografico indipendente, in grado di assolvere tutti i compiti connessi alla sicurezza della navigazione. Tale progetto, fortemente voluto dal Capo di Stato Maggiore della Marina e finanziato dallo Stato Maggiore della Difesa, è stato oggetto fin da subito di un concreto interesse da parte della controparte libanese. Molto in questi ultimi anni è stato fatto: dalla formazione del personale idrografo secondo i canoni dell’International Hydrographic Organization (IHO), all’attività di raccolta dei dati attraverso anche il supporto delle navi idrografiche della Marina italiana, oltre a fornire il Libano dei mezzi e delle strumentazioni idonei ad assicurare gli standard idrografici necessari per la produzione di cartografia nautica. Un’attività intensa, che non ha mai conosciuto interruzioni. Supportato dalla Marina Militare, in occasione della missione umanitaria interforze “Emer-

genza Cedri” un team di idrografi dell’IIM è stato imbarcato a bordo di Nave San Giusto per ripristinare, una volta a terra, le strumentazioni del centro di raccolta dei dati idrografici colpite dall’onda d’urto. Quanto realizzato sul versante idrografico nella Terra dei Cedri è stato inoltre oggetto di una visita istituzionale avvenuta lo scorso 28 settembre a Beirut e che ha visto la partecipazione del direttore dell’IIM, ammiraglio Massimiliano Nannini. Accompagnato da altri due delegati dell’IIM, nel corso della visita il direttore ha incontrato il Capo di Stato Maggiore della Marina libanese, captain commodoro Haithan Dannaoui, e il Capo dell’istituto idrografico libanese, commander Afif Ghaith, i quali hanno espresso la propria gratitudine alla Marina militare per aver assicurato supporto logistico al personale libanese durante questi ultimi difficili mesi. Nel corso dell’incontro è stata ribadita la volontà della Marina libanese di perseguire la strada della cooperazione. Dopo la formazione del personale libanese presso l’IIM, inizierà dunque la fase di elaborazione dei dati che a breve termine porterà alla realizzazione della carta nautica del porto di Beirut coprodotta da IIM e LNHS. Nella pagina di sinistra: l’arrivo di nave Ammiraglio Magnaghi nel porto di Beirut per svolgere i rilievi idrografici; in basso: lo scambio di crest tra il direttore dell’IIM, contrammiraglio Massimiliano Nannini e il Capo di Stato Maggiore della Marina libanese, captain commodoro Haithan Dannauoi. In questa pagina in alto: l’epicentro dell’esplosione avvenuta lo scorso 4 agosto nel porto di Beirut; a seguire un momento del training on the job del personale idrografico libanese presso la sede dell’IIM a Genova.

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Combined Maritime Forces Bahrain di Giuseppe Aufiero

l CMF è una partnership marittima multinazionale nata per sostenere l'International Rules Based Order (IRBO) nel contrastando ai traffici illeciti, al terrorismo e alla pirateria in alto mare e promuovere sicurezza, stabilità e prosperità su circa 3,2 milioni di miglia quadrate di acque internazionali, che comprendono alcune delle rotte marittime più importanti del mondo e tre choke points fondamentali per il traffico commerciale marittimo ubicati in

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un’area altamente instabile geopoliticamente parlando, e cioé lo Stretto di Hormuz, Bab El Mandeb e il Canale di Suez. I principali campi d’interesse del CMF, sono la lotta al narcotraffico, al contrabbando, alla pirateria, tutte fonti di introiti per i gruppi terroristici della regione; inoltre il CMF promuove la cooperazione regionale volta a rafforzare le capacità pertinenti al fine di migliorare la sicurezza e la stabilità complessive dell’ambiente marittimo, senza tralasciare gli aspetti relativi alle crisi ambientali e umanitarie. Per svolgere tutti questi compiti il CMF si avvale di tre Combined Task Forces, le quali, tramite le unità loro assegnate, sono le forze che agiscono “nel campo”. Andiamo a vederle nel dettaglio. La missione del CTF 150 (operazioni di sicurezza marittima al di fuori del Golfo Persico) è di smantellare le organizzazioni criminali e le attività illecite ad essa collegate, bloccando la loro libertà di manovra nel condurre operazioni o spostare personale, armi, narcotici e carbone. L'area di responsabilità (AOR) della CTF 150 copre il Mar Rosso, il Golfo di Aden, l'Oceano Indiano e il Golfo di Oman. Il CTF 151 (contrasto alla pirateria) venne costituito nel gennaio 2009 con uno specifico mandato basato sul contrasto alla pirateria e approvato dalla UNSCR 2500, questo mandato è stato successivamente ampliato per includere la condotta di operazioni di sicurezza marittima più ampie a sostegno della CMF. In conformità con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in collaborazione con gli stati costieri della CMF, la missione di CTF 151 è di scoraggiare, interrompere e sopprimere la pirateria e le rapine a mano armata in mare e di impegnarsi con i partner regionali e altri per rafforzare le capacità pertinenti al fine di proteggere il commercio marittimo e


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la sicura libertà di navigazione. Il CTF 152 (operazioni di sicurezza marittima nel Golfo Persico) opera all'interno del Golfo Arabico dove coordina le attività di Cooperazione per la Sicurezza del Teatro (TSC) con i partner regionali, conduce operazioni di sicurezza marittima (MSO) e protezione antiterroristica delle acque internazionali attorno alle principali infrastrutture marittime comprese le piattaforme petrolifere. Il CMF, attualmente vede la partecipazione di ben 33 nazioni, non vincolate da un mandato politico o militare fisso: Australia, Bahrain, Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Iraq, Italia, Giappone, Giordania, Repubblica di Corea, Kuwait, Malesia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Pakistan, Filippine, Portogallo, Qatar,Arabia Saudita, Seychelles, Singapore, Spagna,Thailandia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti e Yemen. Il contributo di ciascun paese varia a seconda della sua capacità di conferire risorse e della disponibilità di tali risorse in un dato momento. Il CMF è comandato da un ammiraglio di squadra della Marina degli Stati Uniti, che al contempo è anche Comandante del Comando Centrale della marina statunitense (COMUSNAVCENT) e della Quinta Flotta (5th Fleet). Tutti e tre i comandi si trovano ubicati all’interno del Naval Support Activity (NSA) Bahrain. Il vice comandante della CMF è un Commodoro della Royal Navy britannica. Altri ruoli rilevanti, quali i Director, sono ricoperti da personale Senior Officer (SNR) dei paesi membri. Figura di spicco del CMF, nell’ambito della cooperazione con i paesi rivieraschi, è il Comandante per l’Intergrazione e la Cooperazione Regionale, braccio destro del CCMF per gli aspetti politico/militari della regione, incarico attualmente ricoperto da un capitano di vascello della Marina del Kuwait. Il CMF, inoltre, si coordina con le Unità assegnate al CTF 465 (Op. Atalanta, a guida Europea) tramite i Laison Officer designati. L’Italia contribuisce allo staff CMF ricoprendo tre posizioni. Nello specifico abbiamo un capitano di vascello (SNR) quale Direttore della Comunicazione Strategica (DIRSTRATCOM) il quale cura e dirige tutti gli aspetti delle comunicazioni CMF (PAO, PI, Key Leader Engagement, Capacity Building), supervisiona le attività dei media CMF/CTF; sostiene il CMF sugli impegni internazionali e industriali (com-

prese le conferenze simultanee e l'impegno con potenziali nuovi membri), è responsabile del percorso verso il processo di adesione dei nuovi membri; garantisce una formazione tempestiva, efficiente e continua dei nuovi membri CMF e degli NLO, funge da collegamento primario tra SNR/NLOs e lo staff del CMF. A seguire troviamo un capitano di fregata in qualità di CMF Planner del CTF 150 e CTF 152; lui è responsabile dell’esecuzione delle linee guida di Comando dei CTF 150/152, è il pianificatore principale in materia delle missioni dei CTF150 e CTF152, coordina lo sviluppo e l'emissione delle direttive di pianificazione iniziale secondo la procedura operativa standard denominata Pathway to Command, rivede e attua i piani di attività dei CTF 150/152, fornisce i contributi nazionali secondo le direttive ricevute in ambito nazionale. E last but not least un sottufficiale lgt/1º mar. in forza al Dipartimento N2 in qualità di N2 Operational Assistant, che provvede alla produzione, raccolta ed

inoltro delle informazioni intelligence e operative verso il Collection Manager ed il Chief N2 (OSINT, VOI list, Maritime Picture), é inoltre responsabile dell’aggiornamento del database del Pattern of Life (strumento fondamentale per gli analisti che monitorano i traffici della regione), provvede alla preparazione dei briefing giornialieri per lo staff N2 e per il Deputy CCMF e svolge il compito di segretario per gli aspetti nazionali.

A sinistra: lo staff della delegazione italiana del Combined Maritime Forces in Bahrain; sopra: il lgt Roberto Frisenda, è stato riconosciuto quale “CMF Member in the Spotlight”, riconoscimento mensile assegnato a coloro che hanno dimostrato, nei confronti dei colleghi e degli alti ufficiali, un servizio eccezionale durante tutto il periodo d’impiego.

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di Giuseppina Maria Greco

Trasmesso in diretta streaming sui canali social istituzionali, il seminario si è aperto con il saluto del capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, collegato in videoconferenza

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uccesso di pubblico per la prima versione digitale della manifestazione Naples Shipping Week, tenutasi dal 28 settembre al 3 ottobre 2020. Da sempre importante momento di confronto per la comunità marittima, quest’anno l’evento si è svolto con un format innovativo basato su conferenze in presenza, garantendo la massima sicurezza relativamente alle indicazioni Covid, e in streaming offrendo la possibilità di partecipazione ad un pubblico ancor più vasto e internazionale, registrando la partecipazione di oltre duecentomila utenti raggiunti dalle piattaforme e dai canali di comunicazione web. Coinvolti 245 relatori qualificati in un confronto tra professionisti, aziende e istituzioni, per aiutare l’intero comparto a fronteggiare la crisi e ad avviare la ripartenza post-pandemia. Tante le novità relative ai temi trattati, a partire dalla decarbonizzazione, argomento affrontato in Italia per la prima volta, per poi passare alle innovazioni nei processi di automazione e digitalizzazione delle operazioni marittime, alla logistica, e alla presentazione dei più recenti mezzi per la sorveglianza degli spazi portuali e costieri. La Marina Militare è stata partner ufficiale della manifestazione organizzata da Propeller Club Port of Naples, Clickutility Team, e promossa dal Comune di

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Napoli e dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale. "L'Italia e il mare: un legame imprescindibile e indissolubile", è stato il tema del panel presentato dalla Marina Militare nelle sale della Stazione Marittima di Napoli, durante il forum internazionale “Port & Shipping Tech”. Trasmesso in diretta streaming sui canali social istituzionali, il seminario ha accolto il saluto del capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, collegato in videoconferenza dalla Scuola Navale Francesco Morosini di Venezia, e l'intervento del contrammiraglio Flavio Biaggi in collegamento dall'Accademia Navale di Livorno. Presente l’ammiraglio Eduardo Serra, a capo dell’Alto Comando Logistico di Napoli, che ha risposto alle domande del pubblico in merito all’antico Bacino di Raddobbo del Molo San Vincenzo, sottolineando anche l’antico legame storico della Marina Militare con la città partenopea. Il filo conduttore dell'incontro è stato "portualità e logistica marittima", affrontato dall'ammiraglio Valter Zappellini e dai relatori che si sono susseguiti in sala, i capitani di vascello Massimiliano Lauretti e Gabriele Catapano. La Marina Militare è custode di un patrimonio infrastrutturale di grande valenza, a partire dalla Basi Navali che


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non sono solo stazionamento e supporto logistico della flotta, ma sono anche presenza diffusa per trasmettere l’importanza della cultura legata alla marittimità. "L’obiettivo sostanziale a cui puntiamo è quello di realtà locali sincronizzate con una strategia centrale mirata ad avvicinare, consolidare, ristabilire la percezione della presenza sul territorio della Marina attraverso una oculata policy di investimento e tessitura di relazioni sociali e istituzionali. Ove possibile, con una marcata presenza di navi - afferma l'ammiraglio Zappellini - E mi piace sottolineare quanto la presenza di navi militari in porti commerciali rafforzi la percezione di sicurezza dell’intero contesto portuale, rendendone in ultima analisi più appetibile la fruizione da parte degli operatori commerciali e turistici". Grande interesse anche per l’incontro di geopolitica “Il Mondo virato”, a cura del Circolo Ufficiali Marina Militare assieme a CNR-ISMed e Limes Club Napoli, che ha tracciato un bilancio dell’impatto prodotto dal Covid-19 sugli equilibri strategici e geo-economici globali. La settimana dello shipping di Napoli ha visto inoltre il Centro Studi internazionale presentare il Settimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”, analizzando gli impatti della pandemia sul nostro sistema logistico-marittimo e i vari aspetti con cui il fenomeno si sta manifestando: accadimenti importanti come le blank sailing, lo slow steaming, la riduzione dei passaggi

del Canale di Suez, la nuova configurazione dei traffici mondiali, i trend più recenti dei flussi marittimi del commercio internazionale. L’incontro ha inoltre fornito una visione strategica su quali potranno essere, per il futuro, i driver e i modelli portuali che offriranno alle nostre infrastrutture più resilienza agli shock economici e sanitari come ad esempio l’intermodalità e la sostenibilità. La crescita sostenibile dei porti italiani è stato, infine, il fulcro dell’assemblea pubblica di Assoporti

che ha scelto la Naples Shipping Week per l’importante momento di confronto sugli investimenti in nuove infrastrutture logistiche e sull'innovazione tecnologica necessaria per la crescita dell'economia portuale.

In alto un momento della conferenza. In basso l’ammiraglio Eduardo Serra, capo dell’Alto Comando Logistico di Napoli insieme all’ammiraglio Valter Zappellini.

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La sessantesima edizione del Salone Nautico di Genova di Emanuele Scigliuzzo

La nautica è un comparto in crescita che non si è arreso nonostante la pandemia. La 60ªedizione del Salone Nautico si è svolta regolarmente, secondo le regole anti Covid-19.

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al mare, in particolare dal settore della nautica, è arrivato un altro segnale della voglia di ripartire di un Paese, il nostro, costretto ancora a fare i conti con la pandemia che ha colpito anche l’economia globale. “Il Covid ha cambiato le nostre priorità e oggi parliamo meno di numeri, raccontando la fatica e l’orgoglio di vincere la paura. L'organizzazione di questa manifestazione è un esempio”così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli nel discorso di inaugurazione della 60ª edizione del Salone Nautico di Genova. Un tema, quello del coraggio, ripreso anche da Saverio Cecchi, Presidente di

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Confindustria Nautica: “Questa è una edizione del coraggio, oggi tutto il mondo ci guarda. Genova oggi diventa la capitale della nautica europea e del mondo”. Il Salone è stato l’unico ad aprire i battenti in Europa e ha rappresentato anche il primo evento internazionale svolto in Italia. All’inaugurazione è intervenuto anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, che nel suo intervento ha voluto rivolgere un “saluto particolare agli espositori del Salone Nautico che non si è mai fermato, nemmeno questa volta. Come Genova, anche in un'epoca di sfide non facili. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato a concretizzare un percorso


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che è un esempio di lavoro di squadra”. Per la Marina, è stata l’occasione per presentare i risultati della ricerca scientifica High North e per raccontare il Molloy hole. “Mappare il punto più profondo dell'Artico ed esplorare al ciglio dei ghiacci della banchisa artica" questi gli obiettivi nell’ultima missione ha spiegato Roberta Ivaldi, direttore scientifico del programma High North, a capo della missione che ha aggiunto “avvolti dalla nebbia e i ghiacci, ma siamo riusciti a esplorare il punto più profondo, il Molloy hole”. “Nave Alliance con a bordo il team dell'Istituto idrografico, è stata l'unica nave di ricerca che ha fatto attività scientifica al Polo Nord" sottolinea l'ammiraglio Massimiliano Nannini, direttore dell’Istituto Idrografico. Un settore in crescita da 5 anni quello della nautica, che chiude con un incremento del 12% rispetto al 2018, (dati riferiti al 2019), con un fatturato per il comparto di 4,78 miliardi di euro. Una crescita quasi raddoppiata rispetto alla crisi del 2013-2014. Questi i dati presentati nel convegno “Boating economic Forecast” che ha messo in luce anche una crescita occupazionale rispetto al 2018 del 5,4%

e un export che vede l’Italia secondo esportatore globale con un +12% del 2019. I sei giorni di manifestazione hanno visto 73 eventi tra convegni, seminari, workshop tecnici, conferenze e

presentazioni; 18 anteprime mondiali di imbarcazioni, tra cui “Mambo”, la prima barca al mondo interamente realizzata con tecnologie di stampa 3D e oltre 71mila visitatori.

il Molloy Hole risultati scientifici della Camagna High North 20 sono stati presentati durante il 60° salone nautico di Genova, nell’ambito del convengno “La Marina Militare negli abissi dell’Oceano Artico”, presso il Breitling Theatre del Salone. La professoressa Roberta Ivaldi, docente di Geologia Ma-

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rina presso l’Istituto Idrografico e Direttore Scientifico di High North durante il suo intervento ha messo in risalto i brillanti risultati della prima parte della missione che si è conclcusa con oltre 4.000 km2 di fondale inesplorato mappati dell’Oceano Artico.

Tra i risultati anche la misurazione, con strumenti moderni, del punto più profondo dell’Oceano Artico pari a 5.567 metri, il Molloy Hole, precisamente alle coordinate 79° 08.9’N 002°47.0’E. che si trova nello stretto di Fram, tra le isole Svalbard e laGroenlandia, ed ha la forma di uno ziqqurat rovesciato. Dal punto di vista scientifico, conoscere questo dato è importante per i modelli previsionali e di circolazione, di scambio di calore e di come il clima venga condizionato da questa struttura e dalle caratteristiche della massa di acqua che la costituisce.

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Il Notiziario ripercorre la storia della Forza Armata dal 1954

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di Filippo La Rosa urante gli ultimi quattro anni trascorsi come Medical Advisor (MEDAD) al Comando Marittimo Alleato di Northwood ho avuto modo di apprezzare la crescente importanza del supporto sanitario nella sua interezza come fattore cruciale dello strumento militare marittimo della NATO. La NATO in questi ultimi anni sta vivendo un profondo cambiamento per adattarsi

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in maniera adeguata alle sfide future ed aumentare in maniera significativa la propria resilienza. Con tale obiettivo, dal 2017 è stata avviata la pianificazione di un elemento di organizzazione che all’interno del Comando Marittimo Alleato potesse coprire a 360 gradi 7/24 tutti gli aspetti del supporto sanitario militare marittimo della NATO e che ha avuto come portato finale, nel 2019, la creazione/approvazione della NMED Division (Divisione Medica) con un capitano di vascello italiano quale Capo Divisione.

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In particolare uno dei compiti fondamentali della Divisione è quello di supportare e coordinare in maniera diuturna e continuativa le attività sanitarie delle formazioni Navali sotto controllo Operativo NATO impegnate per l’Operazione Sea Guardian o facenti parte delle Standing Naval Forces (SNF) Durante questi quattro anni ho avuto modo di apprezzare la grande preparazione professionale di molti giovani ufficiali medici italiani che hanno prestato la loro opera quali MEDADs nelle navi Comando dei Gruppi Navali e mi piace


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Un medical advisor al Comando Marittimo Alleato a Northwood Riflessioni sul Supporto Sanitario Marittimo per un Alleanza Atlantica più resiliente

ricordare gli ultimi in ordine cronologico i tenenti di vascello Iacobone e Lanzetti che hanno prestato servizio nel 2020 nella SNMG2 (Standing NATO Maritime Group 2) comandata dall’ammiraglio Paolo Fantoni, durante il complicato periodo della pandemia da COVID 19. Per essere sempre pronti e resilienti e fornire un supporto sanitario marittimo di elevato livello sono fondamentali un livello adeguato di addestramento e di interoperabilità, raggiungibile attraverso esercitazioni mirate. Per tale motivo, sotto la decisa

spinta della Divisione Medica di MARCOM nella più importante esercitazione medica della NATO, la Vigorous Warrior, che si è tenuta in Romania nel 2019 (la prossima edizione si terrà in Italia), è stata inserita, per la prima volta, una giornata dedicata esclusivamente alla parte marittima che si è rivelata un grande successo addestrativo per gli attori militari e civili coinvolti. Inoltre al fine di migliorare il supporto sanitario marittimo nel Medio Oriente e facilitare l’interoperabilità con i paesi partners della NATO, all’interno dell’Opera-

zione Sea Guardian è stata creata dal 2018 una esercitazione medica congiunta con Israele, Crystal Sea, che ha messo in evidenza come Israele sia un paese partner fondamentale per le Nazioni della NATO nell’assicurare un supporto sanitario adeguato in Medio Oriente e nel contempo ha sottolineato come il supporto sanitario dei paesi partners della NATO possa essere un elemento essenziale per supportare le operazioni militari della NATO. E’ un imperativo per ogni medico di

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marina poter curare al meglio gli uomini e le donne a bordo delle navi. E’ un imperativo che non conosce bandiere o culture e dove la condivisione di conoscenze ne è fondamento. Condivisione di conoscenze e creazione di network sono il mantra che ha animato, negli ultimi anni, le Nato Maritime Medical Conferences, che hanno visto la condivisione di esperienze non solo di gran parte dei capi dei Servizi Sanitari delle Marine NATO o partners della NATO ma di esponenti di rilievo dei servizi sanitari della Marina Thailandese e Cinese. Rammento con piacere il grande successo dell’evento organizzato dall’Italia a Venezia nel 2017 e l’emozionata relazione, nell’edizione del 2019, da parte del delegato thailandese sul salvataggio dei bambini nella cava di Tham Luang avvenuta nel mese di luglio del 2018. Durante il 2020 la Divisione Medica di MARCOM sta fornendo il suo grande contributo durante quello tsunami che è la pandemia da COVID-19. Il COVID-19 ha sicuramente creato quello strano corto-circuito ove la massima autorità politica militare della NATO (ricordo bene la viva attenzione del Segretario Generale della NATO durante la VTC con i diversi Comandi della NATO) era interessata al minuto aspetto tattico, il potenziale singolo caso di COVID-19 a bordo delle navi NATO. In effetti l’essere stati esenti da casi COVID-19 durante tutto il periodo nonostante un’intensa attività operativa ha messo in rilievo l’efficacia dello strumento militare marittimo della NATO in termini di deterrenza. Sin da gennaio avevamo compreso che trattare il COVID-19 era come guidare una macchina di Formula 1, bisognava essere calmi, veloci e smart e che ogni piccolo errore sarebbe stato pagato a caro prezzo. Da gennaio abbiamo fornito ai MEDADs dei nostri gruppi navali specifiche direttive per implementare l’addestramento e la conoscenza delle misure di prevenzione del COVID-19, da marzo abbiamo attuato piani contingenti per tutte le situazioni che potessero comportare un aumentato rischio di diffusione del virus a bordo delle navi senza mai abbassare la guardia di fronte a questo nemico invisibile. Durante questo difficile periodo era necessario inoltre tenere COVID - free anche il Quartier Generale, e per conseguire tale obiettivo, raggiunto con successo sino al mese di agosto, non solo sono state poste in essere tutte le misure preventive (mascherine, distanN OT I Z I A R I O

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ziamento, smart working, hand sanitizers etc.) ed informative con diversi mezzi (direttive, brochure, newsletter o informazioni sul sito web) ma soprattutto per supportare il sistema sanitario inglese fortemente sottoposto alla estrema pressione dei casi di COVID-19, è stato totalmente e continuamente monitorato tutto il personale internazionale e/o i familiari di MARCOM, che presentavano i

sintomi o erano in isolamento e tutti hanno compreso e seguito il Mantra if you feel sick, stay at home o il successivo if you feel sick, stay at home and book a test (da maggio I test molecolari sono stati resi disponibili per tutti). Quattro anni intensi che hanno mostrato senza ombra di dubbio il valore inestimabile del supporto sanitario marittimo per l’Alleanza Atlantica.

In alto: Igorous Warrior 19, Costanza 12 Aprile 2019. Nella foto in mimetica il Surgeon General Romanian Navy LT CDR Lucian Alexandru. In basso: Crystal Sea 18 HAIFA , nella foto il Former Surgeon General Israelian Navy CDR Itamar Natzer.

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Il Museo Tecnico navale della Spezia Ieri, oggi e domani di Leonardo Merlini foto di Silvio Scialpi e archivio Museo Tecnico navale

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questa la missione del Museo Tecnico Navale della Spezia: mantenere vivo il culto e le tradizioni della marineria in generale e della Marina Militare in particolare ed enfatizzare la grande importanza del “Mare” e di ciò che ha rappresentato anche in termini di avanzamento tecnologico nel nostro passato e per il nostro futuro. Probabilmente pochi lo sanno, ma il

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Museo Tecnico Navale della Spezia, orgoglio della Marina Militare, con i suoi oltre 3000 mq di esposizione, è il più grande museo navale italiano e uno dei più antichi, se non il più antico, al mondo. Conserva decine di migliaia di cimeli appartenuti alle Marine preunitarie, alla Regia Marina e all’attuale Marina Militare, e testimonia da oltre 150 anni, lo stretto legame esistente con la città della Spezia

e l’Arsenale Militare Marittimo. Il nuovo percorso espositivo, inaugurato a ottobre 2019, si snoda tra modelli di navi, testimonianze di scoperte, imprese, eroi e mezzi, straordinari cimeli della storia della Marina, dell’Italia, dell’Umanità, attraverso quattro temi: le Origini; le MaeL’ingresso del Museo Tecnico navale della Spezia.

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Il Museo raccoglie e custodisce degnamente le testimonianze del passato […] delle loro tradizioni, delle loro glorie, dei loro sacrifici e documenta altresì l’evoluzione tecnica delle costruzioni delle navi, delle armi e dei mezzi impiegati nelle attività e nella guerra marittima

stranze; Uomini, Imprese ed, Eroi; la Tecnica e le Eccellenze. Nelle Origini ripercorriamo gli eventi che portarono all’idea di Camillo Benso Conte di Cavour, e alla costruzione da parte di Domenico Chiodo, dell’Arsenale Militare Marittimo, proprio alla Spezia. Il Tema delle Maestranze ci propone l’evoluzione dell’arte marinaresca tramandatasi nei secoli. I modelli esposti ne sono fiera testimonianza, a partire dall’Amerigo Vespucci la nave più bella del mondo, o dalle sezioni della pirofregata Palestro, realizzate per guidare i vecchi maestri d’ascia nella costruzione dell’unità, alla fine del XIX secolo. L’area Uomini,

Imprese ed Eroi è il doveroso tributo verso tutti quegli uomini di Marina che in pace e in guerra hanno contribuito a rendere grande l’Italia. Ne sono testimonianza i cimeli delle esplorazioni compiute al Polo Nord e l’epopea dei mezzi d’assalto della Marina iniziata nella Grande Guerra con la Torpedine Semovente Rossetti detta “Mignatta”, per proseguire nel secondo conflitto mondiale con il Siluro a Lenta Corsa o “Maiale”, gli uomini gamma, i barchini esplosivi, il mitico sommergibile Scirè. La sezione Tecnica ed Eccellenze testimonia come la Marineria italiana si ponga da oltre due millenni quale eccellenza a


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livello mondiale.Ammiriamo così modelli di imbarcazioni, dall’antichità fino ai nostri giorni; strumenti e ausili alla navigazione; siluri, scafandri, e attrezzature usate dai palombari; l’evoluzione di armi e artiglierie navali che si sono succeduti nei secoli sui mari di tutto il pianeta. Infine, i due gioielli che impreziosiscono il Museo Tecnico Navale della Spezia e lo rendono unico al mondo, inaugurati entrambi nel 2017, la Sala dedicata a Guglielmo Marconi e la Sala delle Polene. La “Sala Marconi” custodisce una delle più importanti collezioni al mondo di apparati originali marconiani che testimoniano la lunga e proficua collaborazione

dello scienziato bolognese con la Marina italiana. Una collaborazione duratura, che unì simbioticamente, dalla fine del XIX secolo fino agli albori del secondo conflitto mondiale, le doti di capacità e intraprendenza di Marconi e la forte inclinazione della Marina – ora come allora – nel perseguire e supportare l’innovazione e lo sviluppo della tecnologia in tutti i settori legati al mare. In essa riviviamo l’epopea della sperimentazione e dello sviluppo, e la successiva consacrazione delle trasmissioni radiotelegrafiche in mare. La “Sala delle Polene”, in una cornice suggestiva, incanta per la sua bellezza e libera la fantasia del visitatore.

Unica al mondo, ospita 28 opere lignee posizionate su grosse travi curve che richiamano il dritto di prora dei velieri. Esse provengono da vascelli del diciottesimo e diciannovesimo secolo che parteciparono agli eventi del Risorgimento italiano, anche su fronti opposti. Ogni polena racconta una inedita storia di mare, a ricordare come esse simboleggiassero e rappresentassero il carattere delle navi che solcavano all’epoca i mari del mondo.Tutto questo e altro al Museo Tecnico Navale della Spezia, una visita irrinunciabile di un paio di ore fra storia, cultura e tradizioni marinare da vivere intensamente.

Nelle foto in alto da sinistra: La polena Italia; La centrale di tiro della Corazzata Vittorio Veneto. In basso: Lo scafandro articolato Galeazzi; La sezione di nave Palestro; Una panoramica della Sala delle Polene. In alto un modello della nave romana di Nemi.

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Scoglio Strombolicchio, fanale di atterraggio di Fabio Dal Cin

’ultima navigazione ci ha trasportati nella storia quasi dimenticata del faro, oggi non più esistente, costruito sull’isolotto di San Paolo nel Mar Grande di Taranto. Riprendiamo ora il nostro viaggio nel Mare nostrum alla scoperta dei segnalamenti marittimi meno conosciuti: navighiamo quindi in direzione sud – ovest, costeggiando il versante ionico della costa calabra e raggiungiamo e attraversiamo lo stretto di Messina. La storia del nostro “Notiziario del Segnalamento” ci porta oggi ad esplorare le acque a nord della Sicilia, e conoscere un isolotto facente parte di un arcipelago definito “perla del Tirreno”: qui le isole erano l’incubo dei forzati, mandati per estrarre olio e ossidiana e nella notte dei tempi furono gli abituri delle sirene che attiravano i marinai lungo le loro rischiose rotte. E’ l’arcipelago delle Eolie, il curioso isolotto è Strombolicchio, temporanea meta del nostro viaggio. Qui, racconta il “Notiziario”, nel lontano 1925 “è stato costruito un casotto in pietra a ridosso degli scogli che fa da magazzino. Sullo stesso vi è una torretta cilindrica in muratura alta 7 metri all’interno della quale è posizionato un fuoco di atterraggio”. Il segnalamento, catalogato come “non abitato”, non è dotato di alloggi per il personale farista, ma consente, in caso d’improvvisi fortunali, un ridosso sicuro. Il fanale di atterraggio, quasi come fosse una sentinella avanzata dell’arcipelago, è posizionato su di una rupe quasi inaccessibile, ed essere un “buon marinaio e vogatore”, prosegue il “Notiziario”, “rientrava tra le speciali

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attitudini che il segnalamento richiedeva dal personale.” Una lettera del Comando Zona Fari Messina del 30 novembre 1978 presenta così il fanale di Strombolicchio: “Com’è noto, il fanale Strombolicchio numero 3310 E.F. ubicato sulla sommità dello scoglio omonimo, a circa 50 metri dal livello del mare, è il segnalamento più a Nord delle isole Eolie e, precisamente, a circa 1.400 metri a Levante dalla costa di Stromboli. Il fuoco in questione, in virtù della sua posizione geografica – tra i fari di Capo Vaticano e Paola – è particolarmente importante perché trovasi lungo le rotte maggiormente seguite dalle navi da e per lo stretto di Messina. Lo scoglio su cui è sistemato il fanale è caratterizzato da pareti rocciose a strapiombo sul mare ed è accessibile solo in condizioni meteo favorevolissime, attraverso una scalinata divenuta oramai inagibile per il crollo dei numerosi gradini. Il fuoco predetto è alimentato a gas acetilene compresso in bombole da 70 kg ed il trasporto di bombole sulla sommità dello scoglio avviene a spalla d’uomo con notevoli difficoltà per i motivi anzidetti.”

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Caratteristiche generali Lat.: 38° 49’ Nord Long.: 015° 15” Est Comando Zona Fari: Messina Funzione del segnalamento: Fanale di atterraggio Altezza del piano focale sul livello medio mare: 57 m Portata nominale sorgente principale: 11 miglia Caratteristica: luce bianca Anno di costruzione (riferito al faro): 1925 Costruzione: Torre cilindrica in muratura dipinta di bianco

Con questa premessa a carattere storico, approfondiamo la conoscenza del segnalamento grazie alla testimonianza di un farista in servizio da quasi 41 anni, attuale Reggente del faro di San Raineri del Comando Zona Fari Messina: l’Assistente tecnico nautico Luciano Rizzo.

L’intervista, la parola a Luciano Rizzo Sig. Rizzo, ci racconti la sua storia di “guardiano del faro” Risultato vincitore di concorso per titoli ed esami, dal 3 gennaio al 31 marzo 1980, ho frequentato il corso teoricopratico di farista presso l’ Ufficio Tecnico dei Fari con sede alla Spezia al termine del quale è iniziata la mia avventura presso le “sentinelle del mare”, le “case della luce”: i fari. Dagli anni ottanta a oggi sono stato impiegato presso le Reggenze di Capo Molini (CT) di Capo Peloro (ME) e per finire di San Raineri (ME), dove tutt’oggi svolgo

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l’incarico di Reggente. Lei è quindi il Reggente di San Raineri; di quanti segnalamenti è responsabile e quali sono le sue mansioni? Ricopro questo incarico dal 1998 e mi avvalgo della collaborazione di quattro colleghi “faristi”. Insieme, siamo responsabili di 20 segnalamenti marittimi ubicati in diverse aree della Sicilia nord orientale: dal porto di Messina a Capo Peloro, da Capo Milazzo alle Isole Eolie. Le mansioni che svolgo sono ordinarie e straordinarie, le prime riguardano principalmente la gestione del personale, l’aggiornamento dei registri di Reggenza e le visite periodiche ai segnalamenti assegnati; le seconde invece prevedono interventi di manutenzione e pitturazione delle loro strutture sovente sollecitate dagli agenti atmosferici a dalla perenne azione delle onde del mare. Essere “guardiano del faro”, tuttavia, significa anche rivestire il ruolo di garante delle storie e delle tradizioni dei nostri segnalamenti e di coloro che ci hanno

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L’attuale Reggente del faro di San Raineri del Comando Zona Fari Messina: l’Assistente tecnico nautico Luciano Rizzo

preceduti e che hanno amato questo lavoro. Spesso, infatti, siamo chiamati a concorrere alla divulgazione della storia del Servizio Fari Nazionale e a condurre visite guidate dei fari più antichi a favore degli Istituti scolastici e delle Associazioni culturali.

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Parliamo ora del fanale di Strombolicchio: il segnalamento, che si trova su uno scoglio distante poche miglia dall’Isola di Stromboli, è assegnato alla sua Reggenza, ci racconti qualche aneddoto… Il fanale è costruito in una posizione quasi inaccessibile, è presente un piccolo approdo impiegabile solo da piccole imbarcazioni; durante le manovre di avvicinamento, inoltre, la sicurezza è spesso compromessa da una significativa risacca e da improvvisi peggioramenti delle condizioni del mare e del vento. Sbarcati, una ripida e precaria scalinata conduce fino alla torretta in muratura e quindi alla lanterna. Dopo questa premessa, con forte emozione, ho il piacere di raccontare un episodio che non potrò mai dimenticare: era il 12 dicembre 1986 quando il messaggio “Avvisi ai Naviganti”, emesso per segnalare alla comunità marittima un pericolo per la navigazione, informava i natanti in transito da e verso lo stretto di Messina che il fanale di atterraggio di Strombolicchio era spento. Era mio dovere


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intervenire subito! Il giorno successivo, con un mio collega raggiungemmo l’isola di Stromboli, punto di partenza per navigare verso Strombolicchio. Giunti in prossimità dell’approdo, e dopo aver compiuto diversi tentativi, fummo costretti a rientrare a causa delle condizioni meteo – marine particolarmente proibitive. Nelle settimane successive pianificammo altri tentativi, senza tuttavia raggiungere mai l’obiettivo. Dopo questi insuccessi, cambiammo strategia, proponendo l’impiego di un diverso tipo di vettore: l’elicottero. L’allora Comandante del Comando Zona Fari Messina, chiese al Comando della stazione aeromobili della Marina Militare di Catania la disponibilità per far decollare un elicottero SH – 3D , uno dei mezzi aerei più capaci e affidabili in servizio in quegli anni, con l’obiettivo di trasportarci il prima possibile in prossimità del segnalamento. La missione fu autorizzata, e il 7 gennaio 1987 l’elicottero e il relativo equipaggio fu a nostra disposizione per la missione alla volta dello scoglio di Strombolicchio. Il forte vento di scirocco che perdurava sulla zona di operazioni, rese comunque difficoltosa la nostra manovra di avvicinamento; tuttavia, grazie all’abilità dei piloti, l’elicotero si posizionò ad una quota di circa 25 metri sulla verticale della piccola piazzetta adiacente al fanale. Opportunamente imbracato, fui calato a mezzo verricello sul sito. Raggiunto finalmente il segnalamento, salii fino alla lanterna e constatai la bruciatura della piccola retina posta sulla sommità del lampeggiatore; il tempo a disposizione per la riparazione era però limitato, l’elicottero era in volo da troppo tempo, così mi affrettai: in circa 10 minuti riuscii a smontare e ri-

montare il lampeggiatore in tutte le sue parti meccaniche eliminando le ceneri della retina che avevano tra l’altro otturato l’ugello a gas. Il fanale di atterraggio tornò immediatamante a funzionare e a svolgere il suo essenziale ruolo di ausilio alla navigazione. Con emozione, un pizzico di paura e tanto orgoglio, fui recuperato dall’equipaggio di volo dell’elicottero per il successivo rientro a Catania.

Lampeggiatore gas propano.

La testimonianza del sig. Rizzo ci riporta indietro nel tempo: nel 1987 il fanale funzionava a gas propano; era alimentato da 6 bombole da 10 kg alle quali se ne aggiungevano 6 di riserva. Oggi, la vetustà ed obsolescenza del parco tecnologico è stata superata con l’introduzione delle sorgenti luminose a led, più affidabili, l’automazione e il telemonitoraggio. Questo, tuttavia, non deve trarre in inganno il lettore: i fenomeni atmosferici sempre più violenti, la costante esposizione ai marosi delle apparecchiature e delle strutture dei segnalamenti, continuano a richiedere costanti monitoraggi, periodici sopralluoghi e rapidità d’intervento in caso di avarie. E’ questa la “rotta” che il personale militare e civile del Servizio Fari Nazionale, depositario di tradizioni come quella appena narrata, continua a seguire al fine di garantire un’elevato standard di efficienza dei segnalamenti marittimi, requisito, quest’ultimo, imprescindibile per la sicurezza della navigazione dell’intera comunità marittima

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In questa edizione è stato solo il nostro elemento naturale a fermarci: il vento

La bora annulla la Barcolana di Fabio Dal Cin

li organizzatori hanno monitorato l’evoluzione delle condizioni meteo per tutta la notte, lavorato per rinsaldare gli ormeggi, inviato in mare alle 4 del mattino il rimorchiatore e posizionate le boe di partenza alle 4.30; alle 5.30 il rimorchiatore è stato collocato all’altezza della boa 1 con l’obiettivo di misurare il vento in quell’area del Golfo strategica per la regata e fornire da lì le informazioni necessarie alle successive valutazioni sulle condizioni del mare e del vento. Di fronte a condizioni meteo marine come quelle odierne la gente di mare riconosce la necessità di mantenere gli equipaggi a terra e le imbarcazioni al sicuro. Alle ore sette, a causa delle condizioni meteo marine presenti nel Golfo di Trieste, il Comitato di regata, sulla base delle indicazioni della Capitaneria di Porto, sentita la Società organizzatrice e valutata l'allerta meteo emessa dalla Protezione Civile ha deciso di annullare la Coppa D’Autunno Barcolana 52 presented by Generali. Abbiamo lavorato con grande impegno per realizzare l’evento in sicurezza per quanto attiene gli aspetti sanitari, ora abbiamo risposto nel modo più corretto e secondo le logiche marinare al meteo e annullato la regata. È una decisione impegnativa ma necessaria - ha commentato il presidente della Società velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz - che preserva tutto il popolo della Barcolana e rispetta tutti gli equipaggi familiari con barche di piccola dimensione che sono il cuore di questa regata.

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Stefanie Horn

Raffaello Ivaldi

Lo Sport non si ferma di Pasquale Prinzivalli

Giovanni Abagnale e Marco di Costanzo N OT I Z I A R I O

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Il Coronavirus influenza anche lo sport ma non riesce a fermarlo. Si sono svolte numerose manifestazioni e assegnati titoli nazionali e internazionali in diverse discipline sportive. I nostri atleti hanno ben figurato dalla canoa al canottaggio, dalla vela al tiro al volo

Riccardo Spotti e Michele Bartolini


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Cristina Pertracca e Agata Fantini

na stagione sportiva certamente anomala quella che sta per concludersi. La pandemia da coronavirus non ha però fermato i nostri atleti che nelle diverse discipline sportive hanno continuato, con impegno e determinazione, le loro attività aggiudicandosi numerosi titoli nazionali ed europei. Ad Ivrea sono andati in scena i campionati italiani di canoa slalom, a trionfare Raffaello Ivaldi nella “canadese maschile” e Stefanie Horn nel “kayak femminile”. All’Idroscalo Club di Milano, per la canoa velocità, si sono assegnati i titoli nazionali inerenti le distanze dei 200, 500, 1.000 e 2.000 metri per le specialità K1 e K2 maschile e femminile. Il titolo nella specialità K1 femminile 200 e 500 metri è andato alla nostra atleta

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Cristina Petracca che insieme ad Agata Fantini ha conquistato il titolo anche nella specialità K2 femminile sui 1.000 e 5.000 metri. Per gli uomini a vincere il campionato italiano ci hanno pensato Riccardo Spotti e Michele Bartolini nella specialità K2 200 mt. L’Italia del canottaggio, agli europei assoluti e pesi leggeri di Poznan in Polonia, fa incetta di medaglie conquistando ben 11 titoli. La delegazione azzurra composta da 62 atleti, di cui 39 senior, 14 pesi leggeri e 9 paracanottaggio, con 58 titolari e quattro riserve è il Paese con il maggior numero di equipaggi iscritti, 21 sulle 22 specialità. La Marina Militare, mettendo in campo i suoi atleti, ha fatto la

Catello Amarante, Antonio Vicino, Gabriel Soares e Patrick Rocek

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Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò

sua parte conquistando nella specialità non olimpica un oro nel quattro di coppia pesi leggeri maschile con Catello Amarante, Antonio Vicino e Gabriel Soares insieme a Patrick Rocek (Società Canottieri Lario). Una medaglia d’argento, nel quattro senza senior, è stata conquistata da Giovanni Abagnale insieme a Marco di Costanzo e Matteo Castaldo (Gruppo Sportivo Fiamme Oro) e a Bruno Rosetti (Circolo Canottieri Aniene). Dalle acque dolci dei fiumi e dei laghi ci spostiamo, per lo sport della vela, nelle acque dell’arcipelago toscano, precisamente a Follonica dove si è disputato il C.I.C.O. (Campionato Italiano delle Classi Olimpiche).

Alessandro Chianese N OT I Z I A R I O

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Organizzato dalla Lega Navale Italiana di Follonica, dal Club Nautico Follonica e del Club Nautico Scarlino, il C.I.C.O. ha visto scendere in acqua ben 283 equipaggi per la conquista dei titoli tricolori ed una significativa presenza di campioni internazionali nelle varie classi che ha reso le regate ancora più interessanti. Le regate sono state caratterizzate da condizioni meteo molto impegnative: nei primi due giorni con onda formata e vento fino a 22 nodi, le ultime due giornate da vento medio leggero. A laurearsi campioni italiani tra i nostri velisti sono stati: nella classe 470 maschile Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò, nella classe 470 femminile Benedetta Di Salle insieme ad Alessandra


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Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini

Umberto Crivelli e Leonardo Chistè

Dubbini (Gruppo Sportivo Fiamme Gialle) e nella classe 49er, Umberto Crivelli Visconti insieme a Leonardo Chistè (Fraglia Vela Riva). La classifica per società ha visto al primo posto lo Sport Velico Guardia di Finanza seguita dallo Yacht Club Italiano e dallo Sport Velico della Marina Militare. Restiamo a parlare di vela e dalle derive passiamo alla classe Mini 650. Si è conclusa a Punta Ala “l’Arcipelago 650 2020”, prima tappa del Campionato italiano Mini 650, organizzata dallo Yacht Club Punta Ala. La classifica finale ha visto assegnare un secondo posto, tra i Serie, a ITA-883 di Andrea Pendibene e Giovanna Valsecchi. A testimonianza di una solida ed ormai longeva collaborazione

tra la Federazione Italiana di Tiro a Volo e la Marina Militare si è svolta a Taranto, sul ponte di volo di nave Mimbelli trasformato per l’evenienza in un vero e proprio campo di tiro, la XXVI edizione del Campionato interforze di Tiro a Volo specialità Trap 1. Quarantacinque atleti appartenenti alle Forze Armate, ai Corpi Armati e di Polizia dello Stato si sono sfidati dal 30 settembre al 2 ottobre per aggiudicarsi questa edizione del Campionato. Gli atleti del Gruppo sportivo della Marina Militare, stabilendo il record di 297 piattelli su 300, si sono aggiudicati il titolo nella gara a squadre, davanti alla Polizia penitenziaria e alla Polizia di Stato. Nelle gare individuali, Alessandro Chianese ha vinto in prima categoria.

Giovanna Valsecchi e Andrea Pendibene

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Mentre in Spagna e Portogallo si contendono la figura di Magellano, l’Italia ricorda la storia poco nota, di un uomo del Rinascimento: il vicentino Antonio Pigafetta, che narrò e descrisse l’intero viaggio. Senza di lui oggi non sapremmo nulla

500 anni fa la spedizione di Magellano

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Durò tre anni la spedizione di Ferdinando Magellano che nel mese di agosto del 1519 partì dalla Spagna con 5 navi e 260 uomini, dopo un anno di preparativi.

di Andrea Mason l 20 settembre 2019 è stata una data storica per le celebrazioni in tutto il mondo, dei 500 anni della partenza della spedizione di Ferdinando Magellano. Un’impresa che rappresentò una svolta epocale per l’umanità, e che vide tra i suoi protagonisti, anche un giovane vicentino, Antonio Pigafetta. Una ricorrenza storica di interesse “globale” dove, mentre Spagna e Portogallo si contendono la figura a chiaroscuro di Magellano, l'Italia può con grande soddisfazione raccontare la storia poco nota di un uomo del Rinascimento: Antonio Pigafetta. Si tratta di un giovane intraprendente e attento, che sfidò l'ignoto mosso da uno spirito di genuina ricerca e curiosità. L’esploratore vicentino, ha lasciato nella sua relazione del primo viaggio attorno al mondo, una straordinaria documentazione della circumnavigazione del globo, testimonianza di un’emozionante avventura. Il viaggio mise in contatto l’Europa con popolazioni mai viste, lingue mai udite, cibi mai gustati prima. Antonio Pigafetta, fu uno dei 18 sopravvissuti al termine dell'impresa, che ci concluse nel 1522. Fu lui a raccontare e descrivere l’impresa della quale, altrimenti oggi non sapremmo nulla. La sua “rela-

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zione del primo viaggio intorno al mondo", ritrovata nel 1797, è oggi ritenuta uno dei più preziosi documenti sulle grandi scoperte geografiche del Cinquecento. Giusto 500 anni fa proprio la tenacia di Ferdinando Magellano portò all’attraversamento del passaggio naturale, oggi a lui intitolato, che unisce l’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico. Si tratta di un canale stretto e tortuoso sulla cui esistenza si alimentava la speranza di poter abbreviare il viaggio verso le isole delle Molucche riducendo tempi, rischi e dunque costi delle merci che da là provenivano. La sua esistenza e la sua praticabilità (due aspetti non scontati) erano ciò su cui il comandante portoghese aveva scommesso riuscendo ad ottenere l’appoggio di Carlo V. Il passaggio ebbe luogo, tra imprevisti, soste e difficoltà, dal 21 ottobre al 28 novembre del 1520: circa 37 giorni che portarono per la prima volta l’uomo

A sinistra, il monumento dedicato al navigatore Antonio Pigafetta, eretto a Vicenza. In alto, il varo dell’esploratore leggero Antonio Pigafetta, avvenuto il 10 novembre 1929. L’Unità nel 1938 fu riclassificata cacciatorpediniere.

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europeo ad affacciarsi sul Mar del Sud, poi detto, proprio da Magellano, Pacifico. Il passaggio dello stretto è l’episodio cruciale della spedizione: una prova di coraggio e abilità nautica eccezionale. L’Armata delle Molucche, nel frattempo si era ridotta a sole tre navi, dopo che la Santiago era andata distrutta nel maggio 1520 a causa di un temporale, e la Sant’Antonio aveva disertato facendo vela verso la Spagna, non appena certa

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di aver individuato il passaggio. Le tre navi rimaste, (Trinidad, Victoria e Concepcion), riescono a superare una prova considerata ancor oggi tra le sfide più difficili nella navigazione. Raffiche di vento continue (il termine “raffica” compare per la prima volta proprio nella relazione di Pigafetta), forti correnti e un dedalo di canali in cui Magellano e i suoi navigarono alla cieca avrebbero scoraggiato chiunque. La tenacia del comandante della spedizione, porterà al traguardo tanto atteso e finalmente “il capitano generale lacrimò per allegrezza”, racconta Pigafetta. Durò tre anni la spedizione di Ferdinando Magellano che nel 1519 partì dalla Spagna con l’obiettivo di trovare un passaggio attraverso il continente americano per arrivare più velocemente nell’oceano indiano e negli arcipelaghi ora noti come Indonesia, paradisi di spezie e droghe. A bordo dei cinque vascelli, anche Antonio Pigafetta che descriverà, le drammatiche condizioni degli equipaggi, devastati dal freddo, dalla fame e dallo scorbuto. Il racconto di Pigafetta “relazione del primo viaggio intorno al mondo” è estremamente importante per ricostruire il primo viaggio di circumnaviga-

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In alto, l’omaggio dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, al monumento dedicato ad Antonio Pigafetta. In basso, il busto raffigurante il navigatore italiano.

zione del globo. In realtà Magellano non aveva intenzione di circumnavigare la terra, ma trovare un passaggio agevole dalle Americhe verso l’india, che verrà in effetti realizzato nel 1879 con la costruzione del Canale di Panama. Magellano puntò ad attraversare l’Atlantico, ma non utilizzando la solita rotta che dalle Isole Azzorre prende gli alisei e arriva all’altezza del centroamerica. Decise di costeggiare l’Africa, spingendosi molto a sud per poi attraversare l’Atlantico e approdare sulle coste di Rio de Janeiro, cercando da lì, un passaggio verso le Indie. Il clima rigido dell’autunno sudamericano, costrinse le navi a fermarsi, per poi riprendere la navigazione mesi dopo, tra ammutinamenti e peripezie, cercando di evitare le tempeste a sud di quella che sarebbe stata chiamata “Terra del Fuoco”. Il 27 aprile del 1521, Magellano venne ucciso in uno scontro nell’isola di Mactan, nelle Filippine.


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