Programma ufficiale 2 ed 2017

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A.p.s.

Note Romantiche Verbania Programma ufficiale

2a Edizione

Città di Verbania

12 Giugno - 1 Ottobre

2017

Festival del Pianoforte Romantico

“Les Nuits Romantiques”


Charles Fayod - Pallanza (1928) Museo del Paesaggio di Verbania - Palazzo Viani Dugnani


Organizzazione

A.p.s. Note Romantiche

Con il contributo di

Con il sostegno di

Con il Patrocinio di


Da molti anni grazie al paziente e appassionato lavoro di Pierpaolo Dattrino, a Verbania si trova una straordinaria collezione di pianoforti antichi che, restaurati tornano a dar voce ai repertori a loro coevi. Un'eccellenza del nostro territorio, con pochi eguali in Europa, che dovrà certamente in futuro trovare adeguata sistemazione e valorizzazione. Attorno a questo piccolo patrimonio si sta costruendo nel tempo un programma di concerti e iniziative che, dapprima rivolte ad un pubblico di addetti e appassionati, stanno raccogliendo ora un crescente successo. Il Festival del Pianoforte Romantico, che ha preso avvio lo scorso anno con la direzione di Costantino Mastroprimiano,ben testimonia, in questa seconda edizione, questo percorso di crescita. Dieci gli appuntamenti da giugno a settembre, divisi tra Villa Giulia, il Majestic, e il Maggiore, che ospiterà anche l'importante concerto inaugurale. Molti i riconoscimenti e le trasmissioni che, anche all'estero hanno celebrato la qualità dell'offerta del Festival, contribuendo a far conoscere il nome di Verbania. La sfida per il futuro è ora quella di riuscire a incrementare questo pubblico, per far apprezzare ad una platea sempre più numerosa le sonorità di questa straordinaria collezione, a partire dal concerto di apertura che presso il Maggiore vedrà un Erard in dialogo con i musicisti dell'orchestra sinfonica della Rai, in un ideale incontro tra passato e futuro della città. Silvia Marchionini Sindaco Comune di Verbania Monica Abbiati Assessore Cultura Comune di Verbania

L'interesse, l'entusiasmo e la partecipazione che si sono registrati per la prima edizione di questo nuovo Festival del Pianoforte Romantico “Les Nuits Romantiques”, sono stati certamente stimoli importanti per la creazione di una seconda edizione. Anche la rassegna di quest'anno è animata da una forte passione condivisa per questi straordinari strumenti, in grado di renderci sfumature sonore uniche, andando oltre il repertorio per “pianoforte solo” e oltre al “solo ascolto”, con la prima riproposizione in tempi moderni del film “La Valse de l'adieu”. Un programma certamente interessante e stimolante che, credo, incontrerà la vostra approvazione. Buon ascolto e buona visione. Pier Paolo Dattrino Presidente Associazione Note Romantiche


Se la prima edizione del Festival é nata ' per gioco', la seconda diventa un impegno. Un impegno verso il pianoforte romantico a evidenziare nuovi aspetti del repertorio; un impegno verso il pubblico che ha dato fiducia, intervenendo numeroso a tutti gli eventi della scorsa edizione, ha saputo esprimere le sue opinioni, è stato generoso di consigli e di richieste, che si è sentito parte del Festival non soltanto come fruitore. Un impegno verso chi ha sostenuto il Festival. La seconda edizione guarda oltre, esplora nuove forme, nuovi repertori, nuove sonorità . Non ci resta che attendere un vostro riscontro. Buon ascolto Costantino Mastroprimiano Direttore Artistico

Associazione “Note Romantiche” Il 18 Agosto 2011 si è costituita l'Associazione di promozione sociale "Note Romantiche". E' stato il frutto di una costante tenacia, di una solida fede nelle buone ragioni per ambire a costituire un punto di riferimento musicale e culturale nella nostra Città di Verbania: è certamente il frutto di passione e sacrifici che un ristretto numero di amici ha fortemente voluto. .L'idea fondamentale si basa sulla condivisione con la Città di questo notevole patrimonio culturale e storico costituito dai pianoforti che ho reperito e restaurato nel tempo, allargando poi l'ambito di azione all'organizzazione di concerti tesi al riutilizzo di questi pianoforti, contestualizzandone il repertorio, e all'avvicinamento di più persone possibile a questo fantastico mondo, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni: non quindi un "museo" solo da vedere, ma un "luogo" da vivere. Il 22 Ottobre 2011 è stata inaugurata la sede di Piazza San Leonardo, 2 a Verbania. Non è solo il luogo dove vivono i pianoforti, ma anche uno spazio dove è possibile ascoltare concerti, suonare, studiare, osservare.



Nonsolopianosolo... Questa potrebbe essere la direttiva della programmazione della seconda edizione del Festival " Les Nuits Romantiques ". Un salto nel tempo, in una città - Parigi - dove la presenza soprattutto di Liszt e Chopin, ma soprattutto delle più importanti Maisons di costruttori di pianoforti rendeva unica e inimitabile la socialità musicale di questa città. Concerti nei salons, nelle Salles dei costruttori, negli ateliers, dove era possibile ascoltare non soltanto chi avrebbe cambiato la storia del pianismo e della letteratura tastieristica, ma i loro emuli, chi aveva speranza con il pianoforte di cambiare anche la propria esistenza . Questa edizione valorizzerà della Collezione Dattrino non soltanto i due strumenti già apprezzati lo scorso anno. Ad essi si aggiunge un prezioso esemplare Boisselot del 1845, molto vicino come numero seriale al pianoforte usato da Liszt per la sua tournée nella penisola iberica nel 1844. E sarà proprio l'integrale degli “Études d'exécution trascendente” a far rivivere questo momento storico di ebbrezza compositiva ed esecutiva. Dunque tre grandi - forse le più grandi - Maisons di Facteurs de pianofortes operanti in Francia, al servizio del programma di questa edizione. Concerti con orchestra , musica da camera , musica vocale da camera erano le sfaccettature di performances presentate al pubblico della Parigi dell' epoca. Il compositore-pianista doveva presentarsi con un concerto con orchestra di propria composizione, per dimostrare tanto la propria perizia come esecutore, quanto la preparazione musicale come compositore. Le début" era sempre con orchestra, anche qualora il brano non fosse di propria composizione. La presenza sul territorio di virtuosi di altri strumenti creava occasioni per presentare nuove composizioni, nuove intuizioni timbriche, nuove invenzioni organologiche. Il pianista doveva essere anche un camerista. Anzi, le Maisons prendevano spunto dai timbri di strumenti diversi dal pianoforte per la propria ricerca evolutiva. Nella prima metà dell' 800 i virtuosi vocali continuarono anche sui compositori pianistici a esercitare fascino e suggestioni. La tecnica vocale ottocentesca s'impose come modello anche di ricerca della nuova estetica compositiva per pianoforte, dove la dizione cantata dal tasto divenne sempre più predominante rispetto al passato. Soprattutto all' estero la musica vocale da camera - ancora oggi - assunse la connotazione di un preciso e specifico stilema esecutivo da parte della voce, in combinazione con le evoluzioni organologiche dello strumento pianoforte. Divertissement nel divertissement... l' unione tra cinema e pianoforte. Certo siamo temporalmente oltre, ma la suggestione della timbrica di un Pleyel 1923, l'entusiasmo per scoperta di una pellicola ritenuta integralmente perduta possono senz'altro essere due fattori che nulla possono far eccepire alla coerenza storica della proposta del " La Valse de l' Adieu" in prima riproposizione mondiale, qui a Verbania.

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Erard Piano en forme de Clavecin N° 14231, 1838

Pleyel Piano a queue Petit Patron N° 23635, 1856 8


Boisselot et fils Piano a queue Petit Patron N° 2486, 1845

Pleyel Piano a queue “Gronkowsky” N° 61f287, 1923 9


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Indice del Programma 2017 13

Lunedì 12.06, 20.45 – Verbania, Il Maggiore Centro Eventi Multifunzionale Concerto di Inaugurazione “La Mole Armonica” dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI Costantino Mastroprimiano Pianoforte Erard Piano en forme de Clavecin, 1838

19 Domenica 18.06, 20.45 – Verbania, Grand Hotel Majestic, Sala Toscanini Stefania Neonato Pianoforte Pleyel Piano a queue Petit Patron, 1856 23 Domenica 25.06, 20.45 – Verbania, Grand Hotel Majestic, Sala Toscanini Flavio Ferri Benedetti Controtenore Erard Piano en forme de Clavecin, 1838 27 Domenica 02.07, 20.45 – Verbania, Villa Giulia Carlos Goikoetxea Pianoforte Boisselot et Fils Piano a queue Petit Patron, 1845 31 Domenica 09.07, 20.45 – Verbania, Villa Giulia Keiko Schichijo Pianoforte Pleyel Piano a queue Petit Patron, 1856 39 Sabato 09.09, 20.45 – Verbania, Il Maggiore Centro Eventi Multifunzionale Jean-Yves Patte “La Valse de l'Adieu”, Film Pleyel “Gronkowsky”, 1923 43 Domenica 10.09, 20.45 – Verbania, Villa Giulia Vincenzo Casale Clarinetto Erard Piano en forme de Clavecin, 1838 47 Domenica 17.09, 20.45 – Verbania, Grand Hotel Majestic, Sala Toscanini Edoardo Torbianelli Pianoforte Erard Piano en forme de Clavecin, 1838 51 Domenica 24.09, 20.45 – Verbania, Grand Hotel Majestic, Sala Toscanini Jean-Francois Antonioli Pianoforte Pleyel Piano a queue Petit Patron, 1856 55 Domenica 01.10, 20.45 – Verbania, Villa Giulia Naruhiko Kawaguchi Pianoforte Pleyel Piano a queue Petit Patron, 1856

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Concerto di Inaugurazione Lunedi' 12 Giugno

ore 20.45

Verbania, Il Maggiore Centro Eventi Multifunzionale

La Mole Armonica dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI Costantino Mastroprimiano Pianoforte Erard

Piano en forme de Clavecin 1838

Felix Mendelssohn Bartholdy (1809 – 1847) Sinfoniesatz in Do minore MWV N 14 (1823) I. Grave – Allegro Molto

Concerto in La minore MWV O 2 per Pianoforte e Archi (1821-1822) I. Allegro II. Adagio III. Finale. Allegro ma non troppo

Sinfonia in Sol minore MWV N 12 (1823) I. Fuga (Grave) - Allegro II. Andante III. Allegro molto – più Allegro

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La Mole Armonica L'esecuzione di musica barocca con strumenti d'epoca si è ormai ampiamente affermata almeno da trent'anni, dopo un primo periodo di discussioni seguite alla polemica fra interpretazioni filologiche e interpretazioni classiche, queste ultime identificate sommariamente con un gusto di età tardo-romantica. Il segno più evidente di questa affermazione si ha nel modo in cui anche le orchestre tradizionali si sentono costrette a ibridarsi, per così dire, quando eseguono repertorio barocco: un numero ridottissimo di strumentisti, archi con corde in budello, anche quando i fiati rimangono moderni, presenza del clavicembalo nel ruolo del basso continuo, e così via. Accanto a queste frequenti ibridazioni, si svolge l'attività dei gruppi specializzati, tanti e soprattutto sempre più attenti ai dettagli, alle sfumature della filologia, insomma a tutto ciò che rende la musica barocca (e quella antica) un campo difficile da affrontare senza una preparazione specifica e una esperienza maturata in questo settore. Per una grande orchestra sinfonica come quella della Rai, dalla quale sono nati numerosi gruppi cameristici, dare vita a un ensemble barocco è una sfida e al tempo stesso un risultato. Si tratta infatti di un complesso che valorizza il percorso artistico seguito da alcuni musicisti già prima di entrare in orchestra, ma che rischierebbe di essere sacrificato o lasciato soltanto all'iniziativa individuale. Gli strumentisti che partecipano alla Mole Armonica sono specialisti che non vivono, però, un solo campo e una sola dimensione della musica. Nelle esecuzioni filologiche gli strumenti sono certamente importanti, ma ha un ruolo cruciale la maniera di pronunciare le frasi musicali, di articolare il discorso e di realizzare il suo sostegno armonico. Tutto questo rientra nell'esperienza di La Mole Armonica che a differenza degli altri ensembles cameristici dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai esige un significativo cambio di passo da parte dei musicisti e conferma la loro qualità, individuale e di gruppo, mettendo in mostra doti che raramente hanno la possibilità di emergere all'interno della stagione dei concerti sinfonici. La Mole Armonica e il quinto complesso cameristico dell'Orchestra Rai a esibirsi nella Stagione 2015-2016 dei Concerti del Quirinale.

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Costantino Mastroprimiano é un musicista che ha incentrato l'attività concertistica di pianista e fortista sui risultati del suo lavoro di ricerca. Diplomato al Conserva­torio di Musica di Foggia e diplomato con merito ai Corsi di perfezionamento dell'Accademia Chigiana di Siena sia in pianoforte (1984) sia in musica da camera (1985), ha studiato i principali trattati tastieristici e ha rivolto i suoi interessi musicologici alla riscoperta e rivalutazione della musica strumentale italiana dell'Ottocento; nel suo repertorio figurano anche musiche di autori quali Hummel, Eberl, Pollini, Clementi, Alkan, Dussek, Moscheles, Cramer, Czerny, Kalkbrenner, Ries e Mueller. Ha riscoperto ed eseguito in concerto trascrizioni di sinfonie e concerti di Haydn, Mozart, Beethoven, ad opera di autori come Hummel, Moscheles, Ries, Czerny, Cramer e Clementi. Come fortepianista ha eseguito nel 1996 in "prima assoluta" sul fortepiano le Goldberg-Variationen di J.S.Bach, insieme ai 14 canoni Bwv 1089. E' fondatore e componente l'ensemble Concert sans Orchestret insieme con Fiorella Andriani (fl), Liana Mosca(vl) e Marco Testori (vlc) che si dedica al repertorio cameristico e alle trascrizioni d'autore su strumenti originali. Nel 2009 ha fondato con Nicholas Robinson (vl) e Marco Testori (vllo) il Forthepiano Trio con strumenti originali, poi diventato nel 2014 ForThePiano Consort, con Stefano Barneschi, Elisa Citterio e Marco Testori . Per la Tactus ha inciso un cd dedicato a composizioni fortistiche di Francesco Giuseppe Pollini, dal 2006 al 2009 ha inciso in prima registrazione mondiale per la Brilliant Classics l'edizione completa - in 18 Cd - delle Sonate di Muzio Clementi al fortepiano, e sta registrando l'integrale delle Sonate di Johann Nepomuk Hummel. E' impegnato nella registrazione di 2 CD dedicati a Charles-Valentin Alkan: il Progetto Alkan é supportato dall Fondazione Bru-Zane di Venezia. Dal 2013 e' Fondatore e Direttore artistico del Rome Fortepiano International Competition - Muzio Clementi Prize. Dal 2015 e' coordinatore del Centro Studi per il Pianoforte Storico, attivato presso la Scuola APM di Saluzzo . E' professore di musica da camera e di pianoforte storico al Conservatorio di Musica di Perugia .

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Viole Violini Lorenzo Brufatto Valerio Iaccio Pietro Bernardin Antonio Bassi Paolo Lambardi Carola Zosi

Agostino Mattioni Davide Ortalli

Violoncelli Marco Dell'Acqua Fabio Storino

Contrabbasso Francesco Platoni

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12 Giugno 2017 Felix Mendelssohn Bartholdy

Sinfoniesatz in Do minore MWV N 14 Concerto in La minore MWV O 2 per Pianoforte e Archi Sinfonia in Sol minore MWV N 12

Nell' 800 non era da tutti avere un' orchestra privata in casa che rendesse realizzabili le proprie composizioni. Eppure Felix Mendelssohn Bartholdy ebbe questa particolarità. Il benessere economico della famiglia unito, all' ambiente culturale nel quale il giovane crebbe e maturò, consentirono una copiosa produzione anche sinfonica e concertistica. Essa, conservata fino a pochi decenni fa in manoscritti a Berlino, venne infine pubblicata ed eseguita sempre più correntemente nei programmi concertistici. Più le sinfonie giovanili che i concerti con orchestra ed entrambi i generi accomunati dall' organico per soli archi. Scrittura disinvolta, brillante come il Mendelssohn più maturo, piena di quella facilità fluida, vivace, ma mai nevrotica. Soprattutto il concerto in la minore per pianoforte e archi si presenta come un' opera di notevoli dimensioni, per essere frutto di un adolescente, con una complessa articolazione formale oltre che con la necessità di un virtuosismo tastieristico già completo, rispetto alla successiva produzione pianistica.


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Concerto Domenica 18 Giugno ore 20.45 Verbania, Grand Hotel Majestic, Sala Toscanini

Stefania Neonato Pianoforte Pleyel Piano a queue Petit Patron 1856

Fryderyc Chopin (1810 – 1849) Prelude Op. 45 Notturni Op. 62 N°1 e N°2 Studio Op. 10 N°4 Preludes Op. 28 N°7, N°8 e N°9 Studio Op. 25 N°5 Scherzo Op.54 Impromptu Op. 51 Sonata Op. 35 I. Grave. Doppio movimento II. Scherzo III. Marche Funebre. Lento IV. Finale. Presto

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Nata a Trento, Stefania Neonato si diploma in pianoforte al Conservatorio della sua città e si laurea in Lingue e Letterature Straniere. Si perfeziona con Alexander Lonquich, Riccardo Zadra e Leonid Margarius. Ottiene il Master in Fortepiano all’Accademia Internazionale di Imola con Stefano Fiuzzi e il “Doctor of Musical Arts” in “Historical Performance Practice” con Malcolm Bilson alla Cornell University di New York, dove è assistente di pianoforte dal 2006 al 2008. Dal 2013 è docente di pianoforte storico alla Musikhochschule © David Fontanari

di Stoccarda.

Nel 2007 vince il Concorso Internazionale per Fortepiano "Musica Antiqua" di Bruges e riceve anche il

Premio del Pubblico. É da allora ospite regolare presso i più prestigiosi Festival europei e nordamericani (Van Vlaanderen a Bruges, Styriarte a Graz, Festival Mozart a Rovereto, KlaraFestival a Bruxelles, Festival Alte Musik Knechtsteden, Boston-Early Music Festival, Kölner Fest für alte Musik, Regensburg-Tage der Alten Musik) e presso importanti stagioni concertistiche (Münster-Erbdrostenhof, Bologna-Accademia Filarmonica, BresciaTeatro Grande, Firenze-Accademia Bartolomeo Cristofori e Teatro Pergola, Amici della Musica di Padova, Madrid-Fundacion Juan March, Cornell Concert Series, Boston-Tufts University, Roma-Oratorio del Gonfalone, Vienna-Musikverein). Il suo repertorio spazia dal Classicismo al Novecento storico e ha al suo attivo importanti incisioni con repertorio solistico e cameristico. Unitamente all’attività in campo musicologico, porta avanti un’intensa attività didattica con seminari e masterclass di fortepiano e pianoforte storico in Italia e all’estero. E' stata membro di giuria al Concorso Internazionale per Fortepiano “Giacomo Gotifredo Ferrari” nelle sue prime edizioni (2012 e 2016) a Rovereto.

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18 Giugno 2017 Fryderyc Chopin

Preludes Op. 45 - Op.28 N°7, N°8 e N°9 Nocturnes Op. 62 N°1 e N°2 Studio Op.10 N°4 e Op.25 N°5 Scherzo Op.54 Impromtu Op.51 Sonata Op.35

In Chopin anche i brani piu brevi conservano quella cifra timbrico stilistica che già al tempo contraddistingueva la novità del suo approccio al pianoforte. Risonanze, gestualità singolare, libertà nelle forme con sottili relazioni strutturali che definiscono senza appesantire il brano sono alcuni aspetti essenziali del suo pianismo . Il Prelude Op.45, nonostante le maggiori proporzioni, condivide con quelli dell'Op.28 il senso improvvisativo di esplorazione armonica e timbrica, che, anzi, traspare più che nell' impromptu Op.51, dove la conduzione di scrittura "riflessa" cela raffinatezze di voci nascoste e trascolorazioni armoniche da suoni di passaggio Se negli studi Chopin ha codificato il suo breviario, nella sua produzione successiva e più "matura" il gesto già assimilato crea avanzate esplorazioni come nelle decorazioni non pretestuose dei Notturni Op.62 o del luminoso Scherzo Op.54. La sonata Op.35 contempera l'elaborazione degli elementi formali con la libertà di conduzione di una forma chiusa come la sonata, che rappresenta più un pretesto per la libera espressione chopiniana, culminante nel visionario ultimo movimento.

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Concerto Domenica 25 Giugno

ore

20.45

Verbania, Grand Hotel Majestic, Sala Toscanini

Flavio Ferri Benedetti Controtenore

Costantino Mastroprimiano Pianoforte Erard Piano en forme de Clavecin 1838

Fryderyk Chopin (1810-1849) Canti polacchi tratti dall'Op.74 * Smutna rzeka (Fiume triste) - 1831 * Życzenie (Desiderio) - 1829 * Precz z moich oczu! (Via dai miei occhi!) - 1830 * Piosnka litewska (Canzone lituana) - 1831 * Nie ma czego trzeba (Non c’è ciò di cui ho bisogno)- 1845 * Z gór, gdzie dźwigali (Melodia) - 1847 Mazurka Op.17 Nº 4

Clara Schumann (1819-1896) Sechs Lieder Op.13 (1842-1843) * Ich stand in dunklen Träumen * Sie liebten sich beide * Liebeszauber * Der Mond kommt still gegangen * Ich hab’ in deinem Auge * Die stille Lotosblume

Robert Schumann (1810-1856) Kinderszenen Op.15

Giuseppe Verdi (1813-1901) Dalle Sei Romanze (1838) * 1: Non t’accostare all’urna * 3: In solitaria stanza * 4: Nell’orror di notte oscura * 5: Perduta ho la pace Romanza: L’esule (1839)

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© iJuan Fran Lluch @ 2016

Flavio Ferri-Benedetti nasce a Scandiano nel 1983 e si trasferisce in Spagna durante l’infanzia. Qui ottiene il Diploma di Grado Professionale in Pianoforte (Conservatorio di Vila-real) nel 2004, la Laurea quinquennale in Traduttori e Interpreti (Universitat Jaume I) nel 2005 e infine il titolo di Dottore cum laude in Lingue e Letterature nel 2014 (Universitat de València). È ospite come docente di “Italiano per Cantanti” alla Schola Cantorum Basiliensis (Svizzera) e nella primavera del 2015 è stato docente di canto al Conservatorio di Zurigo. Dal 2006 al 2010 studia canto alla Schola Cantorum Basiliensis col Prof. Gerd Türk e ottiene i diplomi di Bachelor of Arts e Master of Arts coi massimi voti. A Basilea riceve anche lezioni magistrali da Andreas Scholl e Evelyn Tubb/Anthony Rooley tra gli altri. Dal 2010 continua il percorso di perfezionamento con la Prof. Lina Maria Åkerlund a Zurigo. Flavio ha cantato come controtenore solista dal 2000 in Europa e Giappone, con un repertorio che va dalla musica medievale al post-romanticismo. Oltre a un’intensa attività nei campi del Lied e della musica sacra, possiamo citare, tra le altre, le recite d’opera e i concerti eseguiti a Theater Basel (2010), Prinzregententheater München (2011), Oper Frankfurt (2011), Opéra Royal de Versailles (2012), Opéra de Nice (2012), Liederhalle Stuttgart (2012), Ópera de Oviedo (2012), Wigmore Hall (2014), Real Coliseo de Carlos III a El Escorial (2014), Hamarikyu Hall Tokyo in presenza dell’Imperatrice Michiko (2014), Festival Handel Karlsruhe (2015– 2016), Theater an der Wien (2015), Theater Freiburg (2015)... Nominato come Artista Rivelazione da Opernwelt nel 2009 e 2010, ha vinto il 3º Premio al Concorso Internazionale di Musica Sacra di Roma nel 2009 ed è stato semifinalista al 50º Concorso Internazionale “Francisco Viñas” (Barcellona) e finalista al Concorso d’Opera Barocca di Innsbruck nel 2013.

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25 Giugno 2017 Fryderyc Chopin

Canti Polacchi Op.74 Mazurka Op.17 N°4 Clara Wieck Schumann Sechs Lieder Op.13 Robert Schumann Kindrerszenen Op.15 Giuseppe Verdi Sei Romanze L'Esule

“Esule” è una parola particolare. La sentiamo o la intuiamo spesso tra le righe a causa dei terribili eventi che accadono, anche in questo istante, non troppo lontano da noi. E se non la ritroviamo sempre in questa forma esatta, ne vediamo sinonimi non meno significativi: profugo, rifugiato, emigrato, espatriato. L’esule è poeticamente colui che vaga, ma anche colui che va in esilio, sia volontario, per necessità, sia obbligato, per condanna da parte di una qualche forza a esso superiore. L’esule è distaccato dal suolo natio o dalla terra alla quale si sente appartenere. E una cosa è certa: i motivi di questo esilio non sono mai piacevoli. Non si diventa esuli per turismo. Anche l’Ottocento ha visto tanti esilî e tante emigrazioni. Un esempio per tutti è sicuramente quello della Grande Emigrazione degli intellettuali polacchi scomodi alle varie potenze europee che occupavano e si spartivano la Polonia come si trattasse di un oggetto. Il romanticismo vive allora specialmente di nostalgia, di rimembranza della patria, di amori melanconici, di ricordi – e tutto questo si sente intensamente nelle canzoni di Chopin, spesso dimenticate dalle programmazioni concertistiche per via della difficile e bellissima lingua in cui sono scritte. Partendo dalla Polonia e dalla Francia di un Chopin esule, pure la voce emigra e, seguendo questo stimolo, prosegue il viaggio verso la Germania, dove incontra idealmente la coppia Clara-Robert Schumann. La lingua e le tinte cambiano, e il canto scopre il germe meraviglioso dei romantici tedeschi, come nei versi stupefacenti di Heine e Rückert che impregneranno la cultura europea per sempre. Tuttavia rimangono, nei testi, elementi comuni a questo viaggio, come la speranza di un amore nuovo e l’ansia dell’amore finito, la Sehnsucht per gli aspetti più cocenti della vita, quel sentimento forte e profondo che muove con così tanta intensità il frutto del Romanticismo forse più commovente: quello da camera, quello intimo, ascoltato da pochi amici in un salone. Quindi voce e pianoforte attraversano le Alpi e arrivano in Italia, dove il sentimento romantico italiano inizia a farsi sentire tra le note del giovane Verdi – e le connessioni con il Romanticismo europeo non mancano: ad esempio, la romanza Perduta ho la pace non è altro che la traduzione italiana della famosissima Gretchen am Spinnrade di Goethe/Schubert, appunto Meine Ruh’ ist hin. Interessante vedere come uno stesso testo provoca musiche così diverse, in un’Europa in subbuglio dove la poesia tenta di sovrastare quelle frontiere che, per politica, si vanno trasformando senza sosta e non senza pochi dolori. Un’Europa ottocentesca di esuli e rifugiati, oppressori ed oppressi, amori e nostalgie, lacrime e sorrisi, presenze e assenze. Grazie all’amplesso di poesia e musica, la romanza, il Lied o il pieśń per voce e pianoforte racchiudono tutti questi piccoli microcosmi. Buon viaggio! Flavio Ferri-Benedetti

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Concerto Domenica 2 Luglio

ore

20.45

Verbania, Villa Giulia

Carlos Goikoetxea Pianoforte

Boisselot et Fils Piano a Queue Petit Patron 1845

Franz Ferenc Liszt (1811 – 1886) Etudes d'exécution trascendentale S.139 I.Preludio II. Molto vivace III. Paysage IV. Mazeppa V Feux follets VI. Vision VII. Eroica VIII. Wilde Jagd IX. Ricordanza X. Allegro agitato molto XI. Harmonies du soir XII. Chasse-neige

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Nato a Burgos (Spagna) nel 1991, Carlos Goikoetxea è cresciuto a Getxo, dove la municipalità gli ha assegnato il premio Aixegaztea 2014 per la sua carriera. Carlos ha iniziato i suoi studi musicali a Bilbao e si è laureato nella specialità di pianoforte al Conservatorio Superiore di Salamanca all’età di 17 anni. In seguito ha preso lezioni da Josep Colom, con cui ha anche suonato concerti a quattro mani all’Università di Alcala de Henares (Madrid). Ha studiato anche con Monique Deschaussées. Attualmente sta seguendo un master di Fortepiano e una laurea in Cembalo all' Università Mozarteum di Salisburgo (Austria) avendo come insegnante Wolfgang Brunner, dove ha anche conseguito un master di Pianoforte con il maestro ungherese Imre Rohmann. Carlos è un artista attivo con recital e concerti con orchestra dal 2002. Il suo programma da concerto lo ha portato in molti importanti teatri e festival della Spagna, Francia, Germania, Austria, Italia, ecc., suonando fra altri alla Musikhalle di Amburgo, all’“Auditorium Nazionale della Musica” di Madrid, all’“Auditorium Miguel Delibes” di Valladolid, all’“Euskalduna Palace” e al “Teatro Arriaga” di Bilbao “Teatro Maestranza” di Siviglia, prendendo parte a festivals come il festival di fortepiano di Salisburgo, il Noli musica festival, il Musika-Musica festival di Bilbao, Festival Internazionale di Segovia, il Festival Pianistico “Rafael Orozco” di Cordoba, e suonando come solista con orchestre come l’Orchestra Sinfonica Statale di Mosca, l’Orchestra Sinfonica di Castiglia e León, l’Orchestra Sinfonica di Bilbao (BOS), l’Orchestra da Camera della Fondazione Caja Duero, l’Orchestra Sinfonica di Vizcaya (BIOS), l’Orchestra Presjovem, ecc. sotto la direzione di Dmitri Orlov, Alejandro Posada, Gérard Caussé, Ana Uriarte, Pablo Mielgo, ecc. È stato anche premiato con un gran numero di primi premi in concorsi nazionali e internazionali. E stato un artista del Davidsbündler Project, con cui collabora partecipando a corsi di perfezionamento con alcuni dei più importanti pianisti e insegnanti come Aldo Ciccolini, Jacques Rouvier, Vladimir Ovchinnikov, Boris Berman, Cordelia Höfer, Akiko Ebi, ecc. Le sue registrazioni professionali sono state trasmesse in diretta alla radio e in televisione, inclusa RTVE, e da uno studio di registrazione per l’Archivio Storico della Radio Nazionale Spagnola di Musica Classica. Durante l’anno 2012 ha studiato, attraverso i manoscritti rimasti, la musica del compositore spagnolo Antonio Jose (Premio Nazionale della Musica nel 1932, e giustiziato tramite fucilazione all’inizio della guerra civile spagnola) registrando un CD con diversi pezzi mai pubblicati chiamato “Il canto del dolore”. Nel 2013 ha presentato a Parigi un CD intitolato “Hexameron”, registrato con l’etichetta tedesca MDG.

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2 Luglio 2017 Franz Ferenc Liszt

Etudes d'exécution trascendentale S.139 I.Preludio - II. Molto vivace - III. Paysage – IV.Mazeppa - V Feux follets - VI. Vision - VII. Eroica VIII. Wilde Jagd - IX. Ricordanza - X. Allegro agitato molto - XI. Harmonies du soir - XII. Chasse-neige

La genesi delle Etudes parte dall' adolescente Liszt e attraversa la sua esistenza come un fil rouge Formule tecniche che assumono sempre maggior elaborazione, sia nel gesto che nella forma e che accompagnano il compositore fino alla sua maturità. Dalla prima fase che può apparire come "esquisse", si passa all'esasperato virtuosismo per poi definirsi in una fase di ponderata elaborazione delle più complesse combinazioni, ma mai ineseguibili. La difficoltà va assimilata dopo essere stata scomposta, affrontata e poi esposta come elemento che proprio in virtù di questo processo, non appare come tale. Non un'unica tipologia di meccanismo o formula, ma una silloge che coordina e crea un risultato anche di suggestione sonora, come i titoli apposti agli studi suggeriscono. Il pianista non deve trasmettere senso di difficoltà o di sforzo nella loro esecuzione. La logica coordinazione e la lucida distribuzione nella scrittura Lisztiana della gestualità necessaria alla creazione di ciascuno studio sono le direttive che lo studioso deve perseguire nel realizzare questo testo fondamentale della letteratura pianistica.

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Concerto Domenica 9 Luglio

ore 20.45

Verbania, Villa Giulia

Keiko Shichijo Pianoforte

Pleyel Piano a queue Petit Patron 1856

Fryderyc Chopin (1810 – 1849) Polacca Op.26 N°1 Walzer in La minore B150, N °19 Walzer Op.34 N°2 Walzer Op.64 N°2

John Field (1782 – 1837) Notturno N°4

Fryderyc Chopin (1810 – 1849) Ballata N°3, Op.47

Felix Mendelssohn Bartholdy (1809 – 1847) Lieder Ohne Worte Op.19

Robert Schumann (1810 – 1856) Romanza in La minore

Beethoven/Liszt (1811 – 1886) Adelaide Op.49

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La pianista e fortepianista Keiko Shichijo è una voce speciale sia nel mondio della musica classica che nella Worlds Music. Le sue sensibilità tradizionali giapponesi unite alla sua conoscenza delle pratiche di esecuzione storiche europee hanno modellato la sua visione unica, e questo si riflette nella sua passione per la musica, gli strumenti e la storia dietro di loro. Proveniente dal Giappone ma residente nei Paesi Bassi negli ultimi dieci anni, è risultata vincitrice in numerosi concorsi internazionali, tra cui due volte il Concorso internazionale di musica antica (solista e duo) a Bruges, in Belgio, il Concorso internazionale di musica antica "A Tre" a Trossingen In Germania e il Premio Minkoff dell'edizione musicale Edizione Minkoff. Le ulime esibizioni includono il Festival Printemps Des Arts (Francia), Utrecht Oude Muziek Festival (Olanda), MA Festival (Belgio) e Mid-Minimes (Belgio), un concerto per pianoforte e orchestra di Mozart con l'orchestra Stradivaria, un allestimento storico del Pierrot Lunaire di Schoenberg, un programma con musiche di Satie presso il Concergebouw Amsterdam col mezzosoprano Antje Lohse, e tour in tutta l'India e il Giappone. Nel 2012 il Museo Hamamatsu degli strumenti musicali in Giappone ha pubblicato il suo primo CD, con opere di Schubert al fortepiano. Il suo secondo CD da solista "6 danze di Komitas Vardapet" è stato pubblicato nel 2016. Keiko Shichijo suona in duo, violino e fortepiano, con la violinista Cecilia Bernardini esibendosi in tutta Europa. Come specialista della musica contemporanea Keiko ha lavorato con molti compositori, tra cui Helmut Lachenmann, Tom Johnson, Frederick Rzewski, Johannes Kalitzke e Bernhard Lang. Di recente ha suonato la prima esecuzione del concerto di pianoforte di Ben Richter conJanacek Philharmonic. ...purezza dei suoni-mozzafiato ... ... Il suo suono ha riempito la sala come una grande coperta calda ... Keiko Shichijo ha studiato fortepiano con il professor Stanley Hoogland e organo con il prof. Pieter van Dijk al Conservatorio di Amsterdam e in musica contemporanea con il prof. Daan Vandewalle nel Conservatorio Reale di Ghent in Belgio. Keiko Shichijo è attiva in tutto il mondo suonando sia come solista che in formazioni da camera.

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9 Luglio 2017 Fryderyc Chopin

John Field Felix Mendelssohn Robert Schumann Beethoven/Liszt

Ballata N°3, Op.47 Polacca Op.26 N°1 Walzer in La minore B150, N °19 Walzer Op.34 N°2 Walzer Op.64 N°2 Notturno N°4 Lieder Ohne Worte Op.19 Romanza in La minore Adelaide Op.49

Il romanticismo racconta storie non di eroi mitologici, di divinità o di semidei. Il romanticismo parla dell'uomo, delle sue emozioni, piccole o grandi, ma rapportate all' io. Tutte le arti del periodo raffigurano questo microcosmo il cui modello non é ultraterreno, ma intimo e introspettivo. Le piccole forme sono il mezzo più consono a esprimere questo. Non narrano gesta epiche, ma gioie, ansie, dolori, dolcezze dell'anima articolate in libere sezioni musicali o passi di danza che assecondano e descrivono con metriche tradizionali nuovi atteggiamenti.

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Di Martino

Scotti

Via De Amicis, 23 28887 Omegna (VB) - Italia +39 3933680006 info@pianoservices.it www.pianoservices.it


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Studio Pallanza S.A.S. Piazza Garibaldi, 27 28922 Verbania Pallanza – Italia Tel. +39 0323505201 Fax +39 0323508321 info@verbania-immobiliare.it


Puntolinea s.n.c. Di Minioni Anna Maria e Federico Grafica, Cartoleria, Centro stampa Piazza Giovanni XXIII, 19 28922 Verbania Pallanza – Italia +39 0323503573 amministrazione@puntolineashop.it www.puntolineashop.it

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Proiezione - Concerto

Sabato 9 Settembre

ore 20.45

Verbania, Il Maggiore Centro Eventi Multifunzionale

Jean-Yves Patte Presenta la pellicola “La Valse de l'adieu”

Costantino Mastroprimiano, Pianoforte Pleyel Piano a queue “Gronkowski” 1923

Fryderyc Chopin (1810 – 1849) Polonaise 1821 Polonaise pour Kolberg Mazurka Op.17 N°. 4 Valse Op.34 N°2 Prélude Op.28 N°20 Prélude Op.28 N°6 Prélude Op.28 N°14 Valse Op.18 Andante spianato Prélude Op.45 Valse de l' adieu Étude Op.10 N°12 Prélude Op.28 N°24

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Storico dell'arte e musicologo, Jean-Yves Patte è autore, presso le Editions du Chêne, del volume “Les Promenades de Frédéric Chopin” del libro “La France au temps des libertins”. Jean-Yves si è anche tuffato negli scritti di George Sand per selezionarne gli estratti più significativi, al fine di tracciare un ritratto sensibile ed esplosivo della “bonne dame de Nohant” nel libro “L' album George Sand”. Jean-Yves Patte è regolarmente coinvolto nella realizzazione di diversi progetti artistici volti a far conoscere meglio il XIX secolo, il secolo romantico. Ha pubblicato numerosi scritti consacrati a questo periodo ed è inoltre impegnato in diversi progetti espositivi e in Festivals internazionali, come Lisztomanias. Conduttore radiofonico a France-Musique, recita anche in numerosi spettacoli.

LA VALSE DE L'ADIEU un film di Henry Roussel basato su un racconto di Henry Dupuy-Mazel La première del film "Valse de l'Adieu" è stata data durante i festeggiamenti per l'inaugurazione della nuova Salle Pleyel - a Parigi - riaperta nel 1927. Poiché il film era muto, il famoso pianista Walter Rummel ha suonato un programma quasi interamente composto dai brani più famosi di Chopin, tra cui il valzer d'addio op 69 n ° 1, ma anche alcune citazioni di Schubert, Beethoven e Haydn. Altre prestigiose proiezioni si sono verificate a Warszawa e ad altri luoghi di Parigi ... ma l'arrivo del sonoro nell'industria cinematografica, nello stesso anno, ha arrestato improvvisamente questi spettacoli. Durante l'ultima rappresentazione, nel 1929 presso il "Cinéma Balzac" di Parigi, a causa di una difficoltà tecnica, il fuoco distrusse il film. Da allora, il film "La Valse de l'Adieu" è stato considerato perduto …

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Sul film: Anche se Edouard Ganche, uno dei primi specialisti di Chopin, non ha davvero contribuito a scrivere la sceneggiatura, egli ha però controllato tutto. Non solo la veridicità dei fatti - anche se gli autori hanno romanzato un po 'la storia originale - ma anche - e soprattutto - la qualità delle decorazioni e gestualità. Questo contributo dà un fascino speciale alle scene. Originariamente il film inizia come un sogno, da qualche parte tra incubo e realtà: Chopin è sul suo letto, morente e, durante la sua lunga agonia, vengono mostrate reminiscenze del suo passato, specialmente i momenti difficili del suo fidanzamento con Mary Wodzinska, prima della relazione con Aurore Dudevant, conosciuta soprattutto come George Sand. Oggi, questi momenti drammatici sono perduti per sempre ... solo il romanzo è sopravvissuto e la fine di questo amore proibito, che la famiglia di Mary Wodzinska non approvava. Sul revival del film, Di Jean-Yves Patte Circa venti anni fa, o forse di più, ho visto, in un'antica rivista dedicata alle attualità d'arte, la prima menzione di "La valse de l'Adieu". Alcune fotografie - scattate durante le riprese del film - mostravano lo splendore dei costumi e i dettagli dei mobili ... La passione mi si è accesa immediatamente. Feci molte ricerche - e mesi - più tardi, mi convinsi che l'incredibile film non esistesse più ... Ma lo spirito di Chopin ha fatto un miracolo !!! Due parti (due scene) sono riapparse a Parigi, e altri frammenti sono stati localizzati a Londra! EUREKA! Con la complicità dei "Lobster Films Studios" (uno speciale ringraziamento a Serge Bromberg a Parigi) è stata prodotta una nuova copia. Certamente alcune scene sono ancora mancanti (e probabilmente mancheranno per lungo … lungo tempo), ma la parte principale della storia è qui. Oggi, con l'aggiunta delle fotografie che ho citato (creando due pause esplicative nel corso della proiezione), questa triste storia d'amore, che ha rappresentato una parte intensa della vita di Chopin, può essere apprezzata di nuovo, novanta anni dopo il primo spettacolo. Last but not least, come si dice, il contributo di Costantino Mastroprimiano. Sebbene solo poche indicazioni del programma musicale originale sopravvissero, queste ci indicano che è stato cambiato molto spesso: le possibilità artistiche del cinematografo non erano le stesse e anche i talenti dei pianisti cambiavano da un luogo all'altro. Secondo un approccio "archeologico", abbiamo deciso di utilizzare solo le opere di Chopin ... ... e il Valzer dell'addio, originariamente scritto per l'album di Mary Wodzinska, è proprio al centro delle scene sopravvissute. È il climax assoluto dell' “ex perduto” primo lungometraggio dedicato alla vita di Chopin.

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Donatella Mora

Š Donatella Mora 2017


Concerto Domenica 10 Settembre ore 20.45 Verbania, Villa Giulia

Vincenzo Casale Clarinetto Erard Piano en forme de Clavecin 1838

Robert Schumann (1810 – 1856) Arabeske Op.18 Phantasiestucke Op.73

Friedrich Burgmüller (1806 – 1874) Sonata per Clarinetto e Pianoforte Op.15

Niels Wilhelm Gade (1817 – 1890) 4 Phantasiestucke Op.43

Felix Mendelssohn Bartholdy (1809 – 1847) Fantasia Op.28

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Vincenzo Casale (1981) è un clarinettista e direttore d’orchestra italiano

specializzatosi negli ultimi 10 anni nella prassi esecutiva storica con strumenti antichi. E ‘molto richiesto in tutta Europa e Nord America come solista e camerista e da alcuni anni è invitato in numerosi progetti come direttore ospite e direttore artistico: è direttore artistico del festival interdisciplinare ARTONOV di Bruxelles. Si é esibito in concerti da solista e da camera con numerosi artisti come: fortepianisti Claire Chevallier, Boyan Vodenitcharov, Viviana Sofronisky, e in musica da camera con Sergei Istomin, Roel Dieltiens, Paul Dombrecht, Marcel Ponseele, Geneviève Soly. Tra le collaborazioni in tourne’ in Europa e in America degli ultimi anni, si possono citare quelle con l’Orchestre des Champs-Elysées, Chambre Philharmonique, Orchestra del 18° secolo, Freiburger Barockorchester, Concerto Köln, Balthasar Neumann Ensemble, Les Agremens, Concerto Spirituel, Il Fondamento , Das Neue Orchester, Kolner academie, Opera Fuoco, Philidor, Armonia delle Nazioni, Ecurie et Chambre du Roi, Anima Eterna, Les Talens Lyrique, Bachorchester Hannover, Camerata Slesia, Cercle D’Harmonie .. con direttori come F. Bruggen, P. Herreweghe, R. Jacobs, T. Hengelbrock, JC Malgoire, J. van Immerseel, H. Niquet, G. van Waas, Standage S., P. Dombrecht, E. Krivine. Ha anche suonato in festival come Aix-en-Provence, Alden Biesen, Beaune, Lipsia Bach Festival, Klang Raum & Festival, AMUZ, MA Festival Brugge, Nantes, Oslo Chamber Music Festival, St.Riquier, Festival van Vlaanderen, Festival de Wallonie, Interessato alla musica contemporanea diversi compositori gli hanno dedicato nuove composizioni per clarinetto (Frederick Devreese, Michel Fourgon). Professore di clarinetto storico a Gent Royal Conservatory, è anche professore assistente presso il Conservatorio Reale di Bruxelles e Liegi. Vincenzo é stato invitato anche a insegnare nelle «Jornadas Internacional Musicale Eduardo del Pueyo Granada», presso il Conservatorio Reale di Anversa, Università del Medio Oriente di Ankara e i Conservatori di Torino, Milano, Napoli, Roma e Perugia. Come direttore d’orchestra e direttore musicale è fondatore e direttore artistico di TWIS (Taffanel Wind Instruments Society) con cui e’ invitato in produzioni internazionali nei piu’ importanti festival europeei, come la collaborazione con PARTS l’accademia internazionale di danza di Anne Theresa de Keersmaeker, o il festival internazionale di Alicante. E’ stato invitato dal Hirzen Pavillon Ensemble Basel, NJO orchestra accademia, l’orchestra del Conservatorio Reale di Anversa. Ha anche una notevole collezione di clarinetti storici con molti originali romantici francesi e tedeschi (Poschl, Osterried, Guerre, Simiot, Greve, Widman, Lefevre …). Di particolare interesse sono anche tipi diversi di clarinetti storici registro alto e basso che ha usato in diverse registrazioni. Vincenzo Casale, ha iniziato gli studi musicali con il violino e il flauto per poi passare al clarinetto all’età di 14 anni. Ha conseguito il diploma musicale di clarinetto presso il Conservatorio G. Verdi di Torino, all’età di soli 19. Premier prix del Conservatorio Reale di Bruxelles in clarinetto e teoria musicale e Premier Prix di musica da camera presso il Conservatorio Reale di Liegi. Ha inoltre studiato all’Accademia Chigiana con Antony Pay e fu seguito durante i suoi studi da Walter Boeykens.In seguito ha deciso di studiare con Eric Hoeprich chalumeaux e clarinetto classico e romantico per ottenere un Master in prassi esecutiva storica e clarinetto presso il Conservatorio Reale di Den Haag.Per la direzione d’orchestra ha studiato in varie masterclass e atelier con Colin Metters, Benjamin Zander e Martin Elmquist. Ha inciso per label come Harmonia mundi, Virgin classico, Ricercar Outhere, Zig Zag Territoires e tv e radio come Radio Klara, Radio France, Mezzo, Arte, Rai, VRT, RTBF. Vincenzo Casale vive a Bruxelles da dove continua la sua carriera internazionale.

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10 Settembre 2017 R.Schumann: F.Burgmüller: N.W.Gade: F.Mendelssohn:

Arabeske Op.18 Phantasiestucke Op.73 Sonata per Clarinetto e Pianoforte Op.15 4 Phantasiestucke Op.43 Fantasia Op.28

Fantasia é un concetto molto importante nel periodo romantico, con diversi significati. Fantasia é una definizione formale di un brano " libero", ma non svincolato da indici e codici di comunicazione, che permettano una riconoscibilità del linguaggio musicale unito alla personalità del compositore. In questo periodo, il musicista non conosce la distinzione tra compositore e esecutore. Chi compone sa eseguire o comunque come eseguire direttamente il prodotto compositivo. Esso quindi si connota di una legame diretto tra la concezione e la realizzazione strumentale del brano. L'improvvisazione é il nucleo centrale dell'essere musicista, alla quale i princípi della composizione mettono un ordine più didattico sistematico che artistico. Le suggestioni letterarie - come nei "pezzi fantastici" in programma - non obbligano il compositore a seguirne la trama, bensì a rendere l'atmosfera con piccoli richiami di carattere che risultano la parte più evidente di un complesso gioco di codici sottesi ad essi.

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Donatella Mora

Š Donatella Mora 2017


Concerto Domenica 17 Settembre ore 20.45 Verbania, Grand Hotel Majestic, Sala Toscanini

Edoardo Torbianelli Pianoforte Erard Piano en forme de Clavecin 1838

Fryderyc Chopin (1810 – 1849) Polonaise in do diesis minore op.26

Henry Bertini (1798 – 1876) Nocturne op.87 n.1 "L'éspérance" Nocturne op.102 n.2 "La solitude"

Frederic Kalkbrenner (1785 – 1849) Romance sans paroles op.189 n.1

Caroline Boissier (1786 – 1836) Sonata 1. in sol minore, I.Allegro II.Adagio III.Rondo Agitato

Variations sur deux airs languedociens “Le beau Tirsi" - Pastorelletta

Carl Maria von Weber (1786 – 1826) Andante, dalla Sonata n.2 op.39 Andante (quasi allegretto) consolante, dalla Sonata n.4 op.70

Franz Ferenc Liszt (1811 – 1886) da Sechs polnische Lieder von Fr.Chopin

Ignaz Xavier Leybach (1817 – 1891) Fantaisie brillante op.27 sur la Sonnambula de Bellini.

1. Mädchens Wunsch 5. Meine Freuden, Nocturne

Henri Herz (1803 – 1888)

Fryderyc Chopin (1810 – 1849)

Fryderyc Chopin (1810 – 1849)

Polonaise in fa diesis minore op.44

Polonaise in la bemolle maggiore op. 53

Chant de guerre op. 204

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Edoardo Torbianelli (Trieste 1970), docente dal 1993 al 1998 alla Hochschule di Antwerpen (Belgio) e titolare dal 1998 del corso di pianoforti storici alla Schola Cantorum Basiliensis di Basilea (Svizzera), svolge da più di un decennio una approfondita ricerca sulla prassi esecutiva del repertorio romantico, indagando le fonti trattatistiche dell'epoca come pure le documentazioni sonore risalenti all'ìinizio del '900. Dal 2008 è titolare anche del corso di pianoforti storici, musica da camera e prassi esecutiva romantica alla Hochschule di Berna, in seno alla quale attualmente coordina un progetto di ricerca in argomento di didattica pianistica del XIX secolo. Una solida formazione pianistica, alla quale hanno contribuito personalità musicali di fama internazionale, è alla base della sua apprezzata attività concertistica sui pianoforti d'epoca come pure sul pianoforte moderno e costituisce il fondamento della sua appassionata attività d'insegnamento. Un'esperienza di clavicembalista, studi universitari in ambito linguistico-filologico, buone doti di improvvisatore, attività sperimentale nell'ambito della composizione in stili storici, attenzione alla rivalutazione di repertori meno noti e frequentati completano il quadro di questo musicista versatile. Edoardo Torbianelli ha inciso per Harmonia Mundi France, Pan Classics, Phaedra, Amadeus ed ha registrato per molte delle più importanti emittenti radiofoniche europe. Gli ormai ben famosi resoconti, redatti dalla pianista e compositrice ginevrina Caroline Boissier, delle lezioni impartite a Parigi nel 1830 alla figlia adolescente Valérie da un Liszt ventenne, sono in realtà solamente una minima parte del lascito di questa straordinaria testimone del pianismo europeo della prima metà del secolo XIX. Figlia di un medico di fama europea e sposa di un possidente terriero illuminato e progressista, probabilmente quasi autodidatta nella propria formazione musicale, Caroline Boissier combina con eccezionale anticonformismo un'autentica passione artistica con i doveri borghesi della vita familiare. I suoi diari, recentemente indagati dalla musicologa svizzera Irène Minder Jeanneret, narrano, tra l'altro, delle sue numerose audizioni con reputatissimi esponenti dell'ambiente pianistico di Parigi (Fr.Kalkbrenner, Marie Bigot, Fernando Paer, J.B.Cramer, ...) di cui descrive minuziosamente e con competenza e acutezza sorprendenti la tecnica e lo stile e da cui dichiara aver ricevuto lusinghieri apprezzamenti, uscendo così da questo confronto tra provincia e capitale con la meritata certezza del proprio valore. Testimonianza preziosa il resoconto della sua lunga peregrinazione (durante una prima visita nel 1818) alla ricerca di un pianoforte negli atéliers dei migliori costruttori parigini: proverà strumenti di Pleyel, Erard, Pape, Fruedenthal, Lemme, cogliendone i pregi ma soprattutto i difetti e delusa dalla qualità degli esemplari esaminati, si deciderà infine per un viaggio oltremanica dal quale tornerà dopo aver acquistato un Broadwood. Le sue composizioni (apparentemente mai pubblicate all'epoca, benché siano testimoniati diversi contatti positivi con importanti editori parigini) sono state riscoperte dalla Jeanneret nel 2002 alla biblioteca di Ginevra e parzialmente edite ed incise; esse mostrano, accanto a evidenti ingenuità strutturali e compositive, dovute probabilmente alle lacune di formazione, un istinto pianistico ed una sensibilità stilistica di alto livello. L'utilizzazione in forma variata di temi popolari, pur essendo in linea con la tradizione compositiva dell'epoca, evidenzia oltretutto un personale interesse "etnomusicologico" della Boissier, che narra di aver collezionato diverse melodie trascrivendole dalla viva voce dei contadini e paesani delle regioni visitate.

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A casa di Liszt Madame e Madamoiselle Boissiers ascoltano il giovane genio eseguire ed esemplificare brani di Henri Bertini (reputato insegnante che Liszt stesso aveva raccomandato alle due dame, in una iniziale reticenza ad accettare l'incarico didattico) e singoli movimenti della quarta sonata di C.M.von Weber, la cui opera pianistica Liszt aveva conosciuto solo poco tempo prima grazie agli incontri con il ventunenne Wilhelm von Lenz, pianista musicologo (ma non di professione, dato il suo incarico diplomatico) di origine baltica, in viaggio per l'Europa per conoscere di persona i più grandi pianisti del momento - incontri preziosi di cui riferirà in tarda età in un libro. Ammiratore e conoscitore del pianismo germanico (sarà in seguito uno dei primi grandi studiosi dello stile beethoveniano), in un'epoca nella quale a Parigi di Weber si conosceva solamente il "Robin des bois", von Lenz regala a Liszt le partiture di numerose sue opere ed il giovane virtuoso, assetato di novità e modernità, scopre con enorme ammirazione lo stile pianistico weberiano che, secondo la narrazione di von Lenz, gli pare distinguersi dalla letteratura precedente allo stesso modo in cui la natura selvaggia del nuovo continente si oppone agli ordinati giardini della vecchia europa. Anche Chopin, benché devoto della classicità e spesso reticente nei confronti del romanticismo tedesco, dovette essere impressionato e convinto dalla scrittura pianistica weberiana poiché la seconda sonata del compositore tedesco faceva parte del repertorio fatto studiare alle proprie aristocratiche allieve (ci sono tramandati suoi poetici suggerimenti interpretativi per alcuni momenti salienti dell'opera). Lungi dall'essere esaustivo del panorama pianistico della Parigi di metà ottocento, il programma della serata non rinuncia a presentare almeno qualche brano del genio polacco, prediligendo però, piuttosto che la cerchia insigne dei suoi prossimi ed affini (partigiani dell'estetica sonora delicata e trasparente ma leggermente velata degli strumenti della manifattura Pleyel), un ambiente stilistico orientato a sonorità più rotonde, energiche e brillanti, quali quelle offerte dagli strumenti di Erard, di cui un esemplare viene utilizzato oggi. Il binomio Erard-Liszt è pressoché inscindibile ed è nei saloni di Erard nella Rue du Mail che Liszt terrà la maggior parte dei suoi concerti tra 1824 e 1837: si tratta dei locali di esposizione della ditta, usati occasionalmente per ospitare eventi musicali; il poeta tedesco Ludwig Rellstab li descrive nel 1846 come il risultato (un po' deludente rispetto alle sue aspettative) della semplice fusione di varie sale d'abitazione. Negli anni '50 la ditta li amplierà ma alla medesima tipologia descritta da Rellstab corrispondono in effetti i saloni di Pleyel in rue Cadet, che ospitano le esibizioni e i corsi magistrali di Kalkbrenner ed il debutto parigino di Chopin (nel 1839 col trasferimento della fabbrica in Rue Rochechouart Pleyel aprirà una ben più ampia vera e propria sala da concerto) e i saloni Pape nell'antico Hotel de Guyon, nei quali si esibiscono ripetutamente personalità quali Cramer, Moscheles, Field. Nel 1838 Henri Herz fa costruire in Rue de la Victoire la sala che mancava alla capitale. La concepisce, come dichiara nel suo Metodo di pianoforte, sulla base dell'esperienza delle migliori sale europee nelle quali si è esibito e per supplire ai piu comuni difetti acustici. In ogni caso è anche in numerosi "salons" privati che si sviluppa l'attività pianistica di punta della città. Personaggi come il Marchese Adolphe Custine, Thérèse Appony, ex cantante e moglie dell'ambasciatore d'Austria, il Barone de Trémont, il banchiere Auguste Leo aprono anche più volte alla settimana la propria casa per ospitare audizioni (spesso completamente improvvisate, con decifrazioni a vista di nuove opere) alle quali contribuiscono artisti come Rossini, la Malibran, Pauline Viardot, Rubini, Meyerbeer, Kalkbrenner, Liszt, Moscheles, Clara Schumann). Sono i circoli privati degli esuli polacchi il primo pubblico di opere chopiniane quali le grandi polacche Op.44 e 53, vere e proprie perorazioni per l'anelata libertà della patria soggiogata e sofferente per chi sa ascoltare con il giusto spirito e condivide la dolorosa esperienza. J.Kleczinsky, pianista polacco giunto a Parigi poco dopo la morte di Chopin, testimone attraverso varie pubblicazioni dell'estetica chopiniana più autentica dopo lunga frequentazione dei suoi allievi ed amici, riferisce di una leggenda relativa all'Op.53, secondo la quale il compositore, nell'atto di eseguire la propria opera a redazione ultimata, avrebbe avuto un' allucinazione, percependo nel salone la presenza di antichi guerrieri a cavallo. L'alternanza di Polacca e Mazurka (unicum nel corpus delle polacche chopiniane) dell'Op.44 ci fa pensare alla descrizione variopinta ed evocativa delle feste nobiliari polacche che si incontra nel libro dedicato da Liszt alla vita di Chopin: in questi contesti le due danze costituivano senza interruzione il corteo d'ingresso degli ospiti alla visita della casa e l' anelato momento d' incontro delle giovani coppie. In ogni caso, il tono più drammatico che festoso dell'opera, nella quale si ode l'effetto imitativo di tamburi di guerra e trombe, ed il carattere sognante della mazurka (che potrebbe essere la memoria di un ultimo idillio amoroso di un combattente per la patria), conducono l'ascoltatore in una dimensione di profonda nostalgia. Edoardo Torbianelli

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Donatella Mora

Š Donatella Mora 2017


Concerto Domenica 24 Settembre ore 20.45 Verbania, Grand Hotel Majestic

Jean-François Antonioli Pianoforte Pleyel Piano a queue Petit Patron 1856

Fryderyc Chopin (1810 – 1849) Prelude Op. 45 Mazurkas

Op.50 Op.56 Op.59 Op.63

Barcarolle Op.60 Polonaise-Fantaisie Op. 61

51 © Jacques Straesslé


Jean François Antonioli, svizzero originario del nord d'Italia, è nato a Losanna nel 1959. Dopo aver studiato con Fausto Zadra, un discepolo del leggendario Vincenzo Scaramuzza (primo premio di virtuosità nel conservatorio della sua città natale), si perfeziona durante 3 anni a Parigi col maestro Pierre Sancan. Due altri incontri furono determinanti per il suo percorso artistico: quello con Bruno Seidlhofer, referenza della musica viennese, e quello con Carlo Zecchi (Roma), discepolo di Busoni e di Schnabel, che lo inciterà a suonare i 21 concerti di Mozart. Invitato ad esibirsi come pianista, in recital o con orchestra, in numerosi centri musicali in più di 20 paesi su 4 continenti, debutta negli Stati Uniti nel 1991 con il National Symphony Orchestra di Washington. Partecipa a numerosi festival internazionali come quelli di Montreux-Vevey (cinque volte), Lucerna (IFM), l'Orpheum Soloists a Bad Ragaz, "Radio France" a Montpellier, il Festival della Gioventu' al Konzerthaus di Vienna, Merano e Sorrento in Italia, Dubrovnik, Zadar e Varazdin in Croazia, il Beogradski Prolecni Pijanisticki Festival in Serbia, Enesco e Lipatti in Romania, Pecs Napok in Ungheria, Lanaudière e il Festival Estivo a Quebec in Canada, al "Festival of Arts" di Birmingham e quello di "Wolf Trap" a Washington. Le sue prestazioni radiofoniche sono riprodotte in numerosi paesi dall' Unione Europea di Radiodiffusione e dalla Comunità delle radio pubbliche di lingua francese. La sua discografia pianistica (da Claves, Timpani e Musique Suisse) comprende opere di Arthur Honegger e di Jean Perrin, i 24 Preludi di Debussy come anche delle opere di Busoni e di Joachim Raff per pianoforte e orchestra. Il suo primo disco, dedicato alle opere per pianoforte e orchestra di Franck Martin, fu subito onorato da un Grande Premio internazionale del Disco dell'Accademia Charles Cros a Parigi (1986), prima di essere stato nominato tra i 20 migliori dischi dell'anno, selezionati da 50 critici del mondo intero in vista dell'IRCA a New York. La sua attività come direttore d'orchestra si è sviluppata a partire dal 1988. Direttore d'orchestra ospite permanente della Filarmonica di Timisoara dal 1993 al 2002, incide a capo di questo insieme numerose registrazioni così come delle tournée in diversi paesi d'Europa e in Brasile. Assume spesso la direzione d'orchestra e la parte solistica al pianoforte simultaneamente, particolarmente nel ciclo integrale dei 21 concerti di Mozart, ma anche per quelli di Haydn, Bach e addirittura di Chopin. Nell'aprile del '95, all'Ateneo di Bucarest, l'Unesco e il Ministero rumeno dell'educazione gli assegna una medaglia Dinu Lipatti in segno di grande apprezzamento. Vari dischi testimoniano questa collaborazione: il de Profundis di Jean Perrin, i concerti per clarinetto di Weber (solista: Frederic Rapin), e due prime: di Honegger, commissionate dal leggendario mecenate Paul Sacher, l'Amphion e l'Imperatrice aux Rochers; di Busoni, Brautwahl-Suite e Geharnischte Suite. Con l'Orchestra Filarmonica di Lussenbergo, un doppio disco dell'opera sinfonica di Jean Cras appare nel 1997, subito notato dalla stampa specializzata ( 5 Diapasons, e 10 de Repertoire); vince un'altro Grande Premio Internazionale del Disco dell'Accademia Charles Cros. A Berlino ha registrato recentemente, a capo della Potsdamer Kammerakademie 4 concerti di Jean Perrin (pianoforte, violino, violoncello, trombone, con solisti di successo). ean François Antonioli insegna il pianoforte al Conservatorio di Losanna Haute Ecole de Musique. Tiene delle Masterclass al "Conservatoire royale" di Bruxelles (1999), alla Facoltà di Musica dell'Università di Timisoara, sull'Isola di San Giulio del lago d'Orta in Italia (1986-2003), all'Accademia di Musica di Sion (Festival Tibor Varga 1991-94), all' "European Piano Teachers Association Summer School" a Dubrovnik nel 1999 e nel 2001, all'Istituto Ribaupierre a Losanna dal 2004 e all' "Ecole Normale" di Parigi - Alfred Cortot per "Paris Piano New York" dal 2006. É Presidente di Giuria di diversi concorsi internazionali. A partire dal 1995, crea un seminario estivo sulla musica da concerto di Mozart per i giovani solisti con orchestra in collaborazione con l'Università di Timisoara, al quale la Televisione Bayerischer Rundfunk di Munich dedica un documentario nel 1997. Gli riconosciamo, sia al pianoforte che alla direzione d'orchestra, varie creazioni d'autore come quelle di Honegger, Lipatti, Perrin, Balissat, Fries, Metianu, Scolari, Derbès, Kovach, come anche la prima audizione europea del oramai celebre Preludio di Dutilleux, Le Jeu des Contraires (1989) e varie prime discografiche (opere di Martin, Perrin, Honegger, Cras, Derbès, Balissat, Chalier, Kovach, Fries, Gaudibert). Nel novembre del 1999, Jean François Antonioli viene eletto membro dell'Accademia Centrale Europea della Scienza e dell'Arte. Due film del regista tedesco Walter Wehmeyer sono stati dedicati a l'attività di Jean François Antonioli e sono stati diffusi su varie reti televisive europee: La vocazione dell'ascolto (2000) e Degli occhi che ascoltano (2002). Nell'ottobre 2008, è uscita dalla casa discografica Timpani a Parigi l'opera integrale per pianoforte di Arthur Honegger, registrata su richiesta della figlia del compositore. I suoi due dischi più recenti, incisi nell'acustica eccezionale del Victoria-Hall di Ginevra (1888), con capolavori del repertorio romantico (Chopin, Brahms, Fauré) hanno fatto notizia, particolarmente negli Stati Uniti.

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24 Settembre 2017 Fryderyc Chopin

Prelude Op. 45 Mazurkas Op.50, Op.56, Op.59, Op.63 Barcarolle Op.60 Polonaise-Fantaisie Op. 61

Le "tarde " composizioni chopiniane contengono il distillato di quanto prodotto nella fasi precedenti, condizionate sia dalle speculazioni sullo strumento Pleyel, sia dalle vicende biografiche . La progressiva "solitudine" di Chopin porta a sperimentare nella forme e nelle risorse musicali innovazioni che si rendono tanto più preziose, quanto meno apparentemente esplicite. La sperimentazione diventa trasfigurazione della forma, complice una plasmabilità delle relazioni armoniche che aprono a digressioni narrative di grande impatto emotivo, ma senza platealità. La metrica delle forme conduce l'ascoltatore ad una progressiva astrazione da essa, con un sapiente gioco di richiami che non ne fa perdere il riferimento.

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Donatella Mora

Š Donatella Mora 2017


Concerto Domenica 1 Ottobre, ore 20.45 Verbania, Villa Giulia

Naruhiko Kawaguchi Pianoforte Pleyel Piano a queue Petit Patron 1856

Fryderyc Chopin (1810 – 1849) Etudes

Op.25 N°1 N° 5 N° 10 N° 11

Polonaises

Op.26 N°1 Op.71 N°2

Barcarolle Op. 60 Mazurkas

Op. 24 N°1 N°2 N°3 N°4

Sonata op. 58

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Naruhiko Kawaguchi è nato a Morioka, capitale della prefettura di Iwate, ed è cresciuto a Yokohama, in Giappone. Ha conseguito una laurea in Musicologia presso l'Università delle Arti di Tokyo Tokyo-Geidai), nonché un master in musica antica presso la stessa università, dove ha vinto il premio Acanthus nel 2015. Ha studiato fortepiano con Kikuko Ogura e Christine Schornsheim, clavicem­ balo con Asami Hirosawa e pianoforte moderno con Seizo Azuma. Attualmente è studente di un Master al Conservatorio di Amsterdam, studiando fortepia­ no con Richard Egarr e clavicembalo con Menno van Delft. Naruhiko è il vincitore di numerosi concorsi e premi in competizioni di tutto il mondo: il 1 ° Fortepiano Concorso internazionale di Roma (Premio Muzio Clementi), il Geelvinck Fortepiano Concours 2015 (Amsterdam), e il 27 Concorso Internazionale di Musica Antica a Yamanashi (Giappone) , per citar­ ne solo alcuni. Si è esibito in recital di fortepiano a Amsterdam, Roma, Firenze, Parma, e Saluzzo, nonché nella prestigiosa Wunderkammer di Trieste (Italia) nel 2013. Naruhiko ha un particolare interesse per la musica spagnola,e ha eseguito un programma intitolato "Dal tempo di Goya" a Tokyo nel 2014 con opere di compositori spagnoli del periodo classico. Egli continua ad avere una vocazione per questo repertorio speciale sul fortepiano. E 'attivo anche in ensemble esibendosi con cantanti e vari strumentisti. Nel 2015, ha eseguito il Nonetto Piano (1850) di C. Czerny con Saxton Rose (fagotto), e Sandro Caldini (corno inglese). Egli può essere ascoltato sul CD "Ballata per la Terra" con l'ensemble Harmonia sulla etichetta musicale Brain, e la sua prima registrazione da solista di opere di JL Dussek stata recentemente pubblicato da Brilliant Classics.

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24 Settembre 2017 Fryderyc Chopin

Etudes Op.25 N°1, N° 5, N° 10, N° 11 Polonaisesn Op.26 N°1, Op.71 N°2 Barcarolle Op. 60 Mazurkas Op. 24 N°1, N°2, N°3, N°4 Sonata op. 58

Un percorso lungo la vita non soltanto compositiva di Chopin: dalla Polacca giovanile Op.71 alla Barcarola Op.60. Viaggi, sogni, desideri infranti o realizzati, nostalgie, scoperte, rassegnazioni. Tutto questo é attraversato dalla musica del compositore polacco. La capacità di plasmare la forma diviene sempre più avanzata, sempre sottoposta sia al suo particolare approccio tastieristico sia al risultato timbrico che ne scaturisce. Anche la forma Sonata, specialmente nell 'Op.58, contiene sprazzi di libertà concettuale e una capillarità di scrittura e di segno grafico assolutamente impressionante, che uniscono armonie e contrappunto in una simbiosi unica nella letteratura pianistica.

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Villa Giulia Note a cura di Leonardo Parachini

La villa originaria fu costruita tra il 1847 e il 1848 dal pallanzese Bernardino Branca, inventore dell’omo­nimo Fernet. Era un edificio di tre piani, non certo sfarzoso, con un piccolo giardino verso il lago; non ancora terminato, fu acquistato da Marietta Viani Visconti che nel 1851 lo cedette al generale Guglielmo Müller, originario di Zufingen, figlio di Giovanni Giacomo proprietario di un cotonificio a Intra. Il generale ampliò il giardino acquistando terreni anche a monte della villa, sul lato opposto della strada litoranea. Nel 1880, nove anni dopo la sua morte, gli eredi Müller vendettero la villa a Giuseppe Branca, figlio di Bernardino, il quale dopo averla completamente trasformata la dedicò alla moglie Giulia. Il cavalier Branca inizialmente riordinò il giardino ingrandendolo verso il lago, occupando la riva fino ad allora usata come laboratorio en plein air dagli scalpellini. Poi, sul finire dell’autunno del 1882, mise finalmente mano all’edificio principale, affidandone la progettazione all’architetto Giuseppe Pirovano, il quale ideò le due facciate principali completamente differenti l’una dall’altra, «quella che volge a notte in istile medioevale si richiama alla facciata severa del palazzo Strozzi di Firenze col suo bruno bugnato in vivo, tagliato a punte, cogli alti e ampi finestroni; e quella che guarda al lago in pretto stile pompejano e che è altresì la facciata più rimarchevole del palazzo». Alla morte di Giuseppe Branca, avvenuta nel 1888, l’intera proprietà fu eredita dalla moglie Giulia che undici anni dopo sposò in seconde nozze il duca Francesco Melzi d’Eril. A partire dal 1904, sotto la guida dell’architetto Luigi Broggi, l’edificio fu ampliato e decorato all’interno in stile Liberty. Nel 1932, grazie a una sottoscrizione tra i cittadini, la villa venne acquistata dall’Azienda Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Pallanza per trasformarla in “casa di ritrovo del forestiero”. Durante il secondo conflitto mondiale, tra il 1943 e il 1945, la villa ospitò la direzione generale Alta Italia del Banco di Roma, sfollata da Milano, e nel 1947 nei suoi saloni fu allestita la casa da gioco municipale. Oggi è di proprietà comunale.

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Grand Hotel Majestic Sala Toscanini 60


Le opere presenti nel libretto sono dell’artista Donatella Mora

Donatella Mora ha frequentato il Liceo Artistico di Varese e ha conseguito il diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti “Brera” di Milano. Artista eclettica, che lascia la pittura per formarsi professionalmente nel teatro di figura dove opera da più di vent’anni partecipando ai principali festival nazionali. Grazie all’esperienza scenica incontra i libri-gioco e passa, come sviluppo dell’indagine ai libri d’artista che la riavvicinano alla pittura ma con sguardo e spirito rinnovati. In questo rinnovato percorso ha esposto nel 2014 e nel 2015 proprie opere a Stresa, nell’ambito della mostra internazionale di arte contemporanea “Lo spirito del Lago”. Nell’agosto 2015 ha esposto nella mostra collettiva Milano Expo dal 1906 al 2015, 110 artisti raccontano l’Italia – Mostra d’arte contemporanea presso Palazzina Liberty, Milano. Nel 2016 presenta le proprie opere in una mostra personale presso la galleria Aglaia a Omegna (VB).

Da una recensione di Liviano Papa: “L’autrice indaga nei meandri del genere umano e della società contemporanea e dei suoi bisogni: la casa, un bene prezioso, il rifugio dell'uomo, è minacciato dai più potenti che vogliono cacciare i meno abbienti, i meno fortunati; un rifugio primario, intimo, doveroso per una comunità, accogliere, dare fiducia all’altro, al più debole, per una convivenza umana; fanno riflettere sul tema i fatti di protesta che spesso sono enunciati dalla TV di Stato. Da qui partiamo per meglio comprendere i lavori, che viaggiano tra un surrealismo fantastico e una figurazione contemporanea internazionale, altamente concettuale, profonda, intima. L’artista “gioca” principalmente con estrema sensibilità con un cromatismo monocromo e si denota la travolgente abilità estetica e di racconto che racchiude una forza descrittiva dirompente e brutale. Le opere si muovono in un rimando dell’interrogarsi e dell’agire, lavori che enunciano una autrice completa e complessa e profonda nel suo divenire”

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Biglietti d'ingresso

Ingresso unico

€ 15

< 21 ingresso unico per tutti i concerti

€8

< 16 ingresso gratuito

Abbonamento, comprensivo di quota associativa

€ 110

* Il Concerto Inaugurale del 12 Giugno è Fuori Abbonamento: biglietteria del Centro Eventi “Il Maggiore”. http://www.ilmaggioreverbania.it/it/biglietti/ ilmaggioreverbania@mioticketonline.it


Progettazione e Realizzazione Grafica: Pier Paolo Dattrino © 2017

Festival del Pianoforte Romantico “Les Nuits Romantiques” c/o A.p.s. Note Romantiche Piazza San Leonardo,2 28922 Verbania Pallanza (VB) – Italia +39 335 5351927 lesnuitsromantiques@gmail.com www.noteromantiche.org


Costruito nel 1870, questo splendido complesso evoca romanticamente la Belle Epoque. Il Grand Hotel Majestic si erge su un promontorio proteso sul Lago Maggiore, offrendo incantevoli vedute delle Isole Borromee e dell'Isolino San Giovanni, o “Isolino Toscanini”, che fu la residenza estiva del Maestro Arturo Toscaninii Via V.Veneto, 32 - 28922 Verbania – Piemonte - Italia Tel. +39 0323509711 Fax +39 0323556379

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