Capodopera | n° 28 | Maggio 2011

Page 28

CAPODOPERA 28.qxd:Layout 1

Il logo di Serpica Naro.

26

Dall’alto. Alcune creazioni di Serpica Naro.

18-05-2010

19:59

Pagina 26

denunciare il meccanismo macchinoso dell’evento moda? «Ridendo, ci si è chiesti se questa invenzione (l’anagramma Serpica Naro) potesse diventare un l(u)ogo di reti di auto produzioni tessili di contrapposizione alla moda. In un momento di estasi collettiva ci siamo convinte di poterci inventare il personaggio e inserirlo nel circuito ufficiale Milano Moda Donna seconda vetrina mondiale dopo Parigi del Prêt-à-Porter. Per presentare una nuova stilista bisognava sottoporsi al giudizio di una commissione mostrando una collezione di capi, i buyers (cioè i compratori: show room, negozi che vendono vestiti di Serpica, ecc.), recensioni di riviste specializzate o meno sullo stile di questa stilista, il numero della registrazione del marchio, la partita Iva della società e la sede di riferimento. Quello che era necessario era uno stile credibile, un sito adeguato, un book altrettanto credibile, un ufficio stampa, un (nostro) uomo all’avana che in questo caso è Tokyo e tantissimo aiuto da chi in questo settore ci lavora. Leggendo la Storia della moda di Enrica Morini, studiando gli atti del convegno dei giovani e la moda, informandoci attraverso precarie e precari che lavorano nelle redazioni dei giornali di settore, avvalendoci della loro collaborazione e correzioni, spremendo neuroni ed energie, coinvolgendo sempre più persone, inventando senza pudore, in pochi giorni, si è riuscito a creare tutto ciò. La Camera della Moda, ufficio politico della omonima settimana, dopo una decina di giorni ci comunicava la nostra avvenuta iscrizione.» Ma l’intenzione di Serpica non si ferma davanti alla denuncia delle condizioni lavorative del settore e della messa a nudo della fragilità del sistema selezione moda. Infatti successivamente all’evento pubblico della Fashion Week, Serpica da buona iperattiva ha girato un po’ l’Europa facendo workshop/presentazioni in contatto con collettivi affini e sta portando avanti diversi progetti. Il più sentito è la Com+unity Serpica Naro, che mette a disposizione delle piccole autoproduzioni un luogo virtuale dove condividere talenti e saperi. La “com+unity” è rivolta in particolar modo a tutte le autoproduzioni e le piccole etichette di stile alternativo, non solo italiano. È anche uno strumento che promuove un sistema economico sostenibile, a filiera corta, libero dai sovrapprezzi fuori misura imposti spesso dai rivenditori. Quest’anno sono stati messi in cantiere diversi progetti, alcuni già operativi, altri in via di definizione.

Serpica Naro è quindi ora una community dedicata alla moda autoprodotta, è un brand collettivo che ripensa la produzione di stile oltre la precarietà. Un collettivo composto per 80% da donne che sul sito serpicanaro.org espongono le proprie creazioni. Vestiti, gioielli, accessori… oggetti preziosi, materiali differenti… lana, vetro, tessuti, metallo, stili estremi tra loro, attenzione all’ambiente. Lo spazio Style-Lab, la vetrina di Serpica Naro a cui ogni creativa può aderire, è tutto questo e molto di più. E offre la possibilità di entrare in un luogo, reale o virtuale, in cui si è certi che tutto quello che si compra è prodotto artigianalmente da piccoli produttori/produttrici o filiere produttive garantite che salvaguardano il più possibile la deprecarizzazione del lavoro. Un luogo in cui scambi liberi e no profit, sia di abiti che di idee, sono favoriti e incoraggiati. Secondo le creatrici di Serpica, oggi combattere la precarietà lavorativa e di vita non significa necessariamente attivarsi in lotte sindacali ma anche sperimentare diverse economie. Infatti il marchio Serpica Naro è un metabrand, quindi libero di essere utilizzato da tutte a patto che le creazioni che gli appongono il marchio siano liberamente riproducibili, e che i prodotti derivati siano rilasciati secondo la medesima licenza (le etichette SerpicaNaro sono scaricabili dal sito). Essa mette a disposizione, in condivisione, la creatività, l’abilità, ma anche la capacità e la decisione di non fare uso di pratiche di sfruttamento lavorativo nella catena produttiva/distributiva e la necessità di reinnestare nel sociale il valore che produce. Attraverso la licenza Serpica Naro si condividono tutti i diritti che normalmente la legge riserva al proprietario del marchio stesso: il vero proprietario di un processo sociale è la collettività che sa condividere. Ciò che il progetto Serpica Naro vuole valorizzare non è il capo di questo o quella stilista, ma la viralità dei meccanismi di partecipazione nei processi sociali e la messa in relazione delle varie creatività. Uno spazio in cui liberare e potenziare il proprio stile, in cui mettere in pratica la propria radicalità per costruire un forte legame con il mondo, sino a cambiarlo. Uno spazio aperto a tutte e tutti coloro che vorranno condividere questa visione della produzione. «Come le nonne erano quelle che ci insegnavano a lavorare a maglia senza volere niente in cambio, noi abbiamo creato una nonna collettiva di nome Serpica Naro.»


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.