LA PROSPETTIVA
LA PROSPETTIVA CENNI STORICI La prospettiva, dal latino perspicere ossia vedere chiaramente, è un metodo che permette di trasferire su una superficie piana un oggetto che in realtà è a tre dimensioni. La prospettiva come costruzione illusionistica su basi geometrico-matematiche è un fenomeno storico, frutto della creazione umana. A constatazione delle differenza che intercorre tra il reale e l’apparente, tra quello che vediamo e quello che davvero è può indurre due diverse tendenze nella rappresentazione figurativa degli oggetti: il primo risiede nel tentativo di riprodurre le cose così come le conosciamo e come sono realmente, mentre il secondo è lo sforzo di rappresentaare ciò che vediamo, tenendo conto, per esempio, dell’angolo visuale e di tutte le deformazioni che ne conseguono. In questo senso possiamo definire “concetto”, ossia legate alla forma conosciuta delle cose, tutte le manifestazioni artistiche pre-classiche. Possiamo definire la prospettiva come un tipico prodotto della civiltà occidentale, in quanto, nonostnte si riscontrino tentativi embrionali di restituzione prospettica in varie civiltà e epoche antecedenti, in
particolare nell’arte egizia, non si può veramente parlare di prospettiva in quanto mancano i presupposti teorici che sono alla base della prospettiva Rinascimentale. Solo nella cultura occidentale e in seguito all’affermarsi della civiltà greca si assiste al trapasso dal suddetto sistema concettuale a quello ottico o d’imitazione naturalistica della realtà, periodo in cui appaiono le prime rappresentazioni in scorcio. Nel medioevo l’interesse si sposta nuovamente verso il “concetto” dell’immagine rappresentata: i corpi e i volumi si appiattiscono, gli scorci sembrano scomparire a favore dell’immobilità propria di un decorativismo bidimensionale. La ricerca spaziale non scompare del tutto ma viene tradotta in assonometrie cavaliere, considerando anche diversi punti di vista uniti, in quanto la sua funzione non è quella di mimesis bensì di facilitare la leggibilità della scena rappresentata. Dopo il mille nel diffuso risveglio d’interessi scientifici, un notevole contributo agli studi ottico-prospettici venne fornito dalla traduzione occidentale di scritti greci e arabi tra i quali anche uno in cui per la prima volta si trattava del funzionamento della camera oscura e del suo utilizzo nelle eclissi solari, sebbene
poi verrà utilizzata-a seguito di miglioramenti tecnici per ricalcare le immagini proiettate. Sul finire del 1200 e nei primi anni del 1300 il linguaggio pittorico recupera il suo interesse per il mondo visibile e per la sua mimetica rappresentazione. In particolare, nelle ricerche di Giotto, vediamo come egli cerchi di rendere abitabili e veritieri i suoi spazi prima facendo convergere le linee costruttive in aree di fuga (l’approvazione della regola) e successivamente in un punto unitario. Altra importante conquista del secolo è quella attribuibile ad Ambrogio Lorenzetti con l’Annunciazione di aver preso in considerazione non solo la parte alta degli ambienti raffigurati ma anche la zona pavimentale degli stessi. La quadrettatura del pavimento, costituisce infatti una scacchiera di base valida per l’intera costruzione della scena, dalle distanze fra le figure e alle reciproche altezze.
c b a a scelta a piacere; b = 2/3a; c=2/3b; ecc.