I Libro bianco LO SPORT COME LAVORO

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IB-Cop.LibroBiancoSport.qxp_ok 28/11/18 16:03 Pagina 1

CGIL

PRIMO LIBRO BIANCO

LO SPORT come lavoro

CGIL

NIdiL CGIL Via dei Frentani, 4/A - 00185 Roma Tel. 06/44340310 Fax 06/44340282 mail: nidil@nidil.cgil.it

ISBN 978-88-87367-61-4

Edit Coop. società cooperativa di giornalisti 9 788887 367614


PRIMO LIBRO BIANCO

LO SPORT come lavoro


INDICE

Lo sport come lavoro

u

INTRODUZIONE CONOSCIAMO IL MONDO DELLO SPORT? Silvia Simoncini

u

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u

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PRESENTAZIONE PROMUOVERE UN PROGETTO PER MEGLIO RAPPRESENTARE E ORGANIZZARE I LAVORATORI OCCUPATI NEL MONDO DELLO SPORT Lucia Anile I DATI GENERALI I RAPPORTI DI LAVORO NEL MONDO DELLO SPORT

u La domanda di sport

10 10

u Sport e lavoro

12

u L’offerta: il mondo dello sport

u

IL QUESTIONARIO• PER TE LO SPORT È UN LAVORO? I RISULTATI DELL’INDAGINE

u 1. Chi sono i lavoratori dello sport

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17

u 2. Lo sport è davvero un lavoro?

18

u 4. Il regime contrattuale

20

u 6. Le problematiche da affrontare

24

u 3. Chi è il lavoratore tipo

19

u 5. La soddisfazione della lavoratrice/lavoratore

22

u 7. Il futuro

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RIFLESSIONI CONCLUSIVE Claudio Treves

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APPENDICE • NOTA METODOLOGICA

30

u u

u Il questionario di indagine

SL&A s.r.l. Il documento è curato da SL&A turismo e territorio - Responsabile Michela Valentini Coordinamento scientifico/Responsabile del progetto: Stefano Landi Il lavoro è stato condotto da Roberto Mazzà, Daniela Pennini, Maria Novella Sbaraglia

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32


INTRODUZIONE

Conosciamo

il mondo dello sport? Silvia Simoncini Segretaria Nazionale NIdiL Cgil

t

L

o sport nella percezione diffusa può essere tante cose. Spesso lo si riconduce e lo si descrive come passione, competizione, benessere fisico, divertimento, disciplina, educazione, ma molto raramente viene considerato un lavoro. Eppure, come scoprirete leggendo questa ricerca, il “mondo” dello sport è a pieno titolo un settore produttivo del nostro Paese, non solo per la grande quantità di capitali che fa muovere ma anche per i suoi livelli occupazionali. Il numero di “addetti” infatti supera il milione, ma se dovessimo sostituire la parola addetti con lavoratori, scopriremmo che questi non arrivano neanche a 100.000 e che tutti gli altri vengono definiti “volontari”. Volontari li definiscono le statistiche, volontari sostanzialmente li ha sempre definiti il legislatore. Proprio le caratteristiche e i numeri di questa peculiare forma di volontariato ci hanno spinto ad approfondirne le dinamiche e i contenuti. La soluzione a cui siamo giunti, che per noi forse era anche scontata ma che non sempre lo è per i diretti interessati, è che in realtà abbiamo a che fare con lavoratori caratterizzati da una totale assenza di diritti e di tutele. Questa ricerca, insieme ad altre iniziative messe in campo soprattutto negli ultimi due anni, rappresenta per noi un punto di partenza di un’azione tesa non solo a individuare, per mezzo della contrattazione collettiva, le possibili forme di tutela, ma anche a produrre un sostanziale cambiamento della normativa che regola questo settore. Fino ad oggi, infatti, gli interventi del legislatore hanno agito solamente in termini fiscali e sottraendo esplicitamente per queste attività l’applicazione di qualsiasi norma lavoristica. Dando per scontato che alcuni diritti (quali ad esempio la copertura contributiva, ad oggi assente) vanno comunque rivenLO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

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dicati con forza, ci siamo posti il problema di indagare meglio le reali potendo Non necessitàutilizzare di questiin lavoratori. maniera diffusa gli strumenti più tipici dell’azione sindacale, vista l’enorme frammentazione e la scarsa sindacalizzazione del settore, abbiamo pensato di procedere in maniera un po’ inedita, ossia attraverso la somministrazione ai Ilavoratori risultati emersi, di un questionario che ovviamente chenon trovate vi anticipo in Appendice. ma che troverete ben spiegati e analizzati nel testo, da un lato non hanno fatto altro che confermare alcune nostre convinzioni, dall’altro invece ci hanno restituito informazioni inaspettate, quali ad esempio che per il 72% del campione il lavoro nello sport rappresenta l’unica occupazione e conseguentemente l’unica fonte di reddito. Nella speranza di essere riusciti a costruire, con la preziosa collaborazione di Stefano Landi e della sua struttura, uno strumento utile per la nostra azione sindacale, non mi resta che augurarvi una buona lettura. u

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INTRODUZIONE t Conosciamo il mondo dello sport?


PRESENTAZIONE

Promuovere un progetto per meglio rappresentare e organizzare i lavoratori occupati

nel mondo dello sport Lucia Anile NIdiL Cgil Nazionale

t

ome NIdiL Cgil Nazionale si è deciso di dar corso a una rinnovata azione sindacale riguardante i rapporti di lavoro nel mondo dello sport. Per l’avvio del progetto abbiamo presentato un documento che qui sintetizziamo con queste note, ritenendolo un utile strumento atto ad avviare una discussione che, partendo dal lavoro fin qui prodotto, possa affrontare meglio le diverse e complesse problematiche riguardanti il rapporto di lavoro delle persone coinvolte nell’applicazione della pratica sportiva e nella gestione degli impianti sportivi. Affinché la discussione per l’avvio della costruzione del “Progetto” fosse proficua, abbiamo ritenuto indispensabile coinvolgere fin da subito tutte le strutture interessate, avendo individuato i compagni che dovranno seguire il settore nei vari territori, certi che ognuno, sentendosi coinvolto e partecipe, contribuirà attivamente alla definizione del percorso attraverso il quale la nostra organizzazione dovrà applicare le soluzioni che verranno elaborate e stabilite. Va premesso che non è cosa semplice descrivere quali siano i rapporti di lavoro esistenti nel mondo dello sport se prima non

C

abbiamo ben chiaro cosa si intende esattamente per sport e come esso è strutturato, regolamentato e gestito nel nostro Paese. In tal senso, per rispondere a questo apparentemente semplice quesito, possiamo affermare che: “per sport si intende qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o meno, abbia per obiettivo l’espressione e il miglioramento della condizione fisica e mentale, con la promozione della socializzazione e/o con il conseguimento di risultati nelle competizioni a tutti i livelli. È necessario promuovere la pratica sportiva in tutte le fasce della popolazione, sia come divertimento che per ragioni di salute o al fine di migliorare le prestazioni, offrendo impianti adeguati, programmi diversificati, istruttori, dirigenti e ‘animatori’ qualificati” (definizione espressa dalla Carta Sportiva Europea del Consiglio d’Europa). Da questa chiara definizione, che precisa il fenomeno sportivo moderno nella sua concezione più ampia, emergono molte questioni e problematiche che devono farci riflettere. Infatti, se nella pratica sportiva rientrano tutte le attività che mirano al miglioramento

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

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della condizione fisica e mentale di tutte le persone, e l’impegno è quello di garantire a tutti i cittadini di praticare le attività sportive e l’accesso agli impianti sportivi e/o alle discipline sportive anche sui luoghi di lavoro, legando tutto ciò al divertimento e al tempo libero, risulta evidente che l’orizzonte entro cui circoscrivere l’attività sportiva si amplia molto aldilà di quello che viene classificato come sport professionistico e dilettantistico nell’accezione che ben conosciamo: il calcio, il ciclismo, l’automobilismo, lo sci ecc. Di fatto, nella nostra società l’offerta di strutture e di servizi sportivi si sta sempre più diversificando e contaminando con quella fornita da altri settori per il tempo libero (pensiamo alle reti in franchising che si sviluppano nel fitness), nuove discipline si sono proposte sul mercato, nuovi soggetti (un mix di pubblico, privato e non profit) hanno trovato spazio e diversi impianti si sono trasformati da polivalenti in polifunzionali, creando contenitori multisportivi e di intrattenimento con la presenza di innumerevoli spazi multidisciplinari (calcio, calcetto, tennis, piscine, fitness ecc.) e con la coesistenza di attività di ristorazione, shopping sportivo e no ecc. Inoltre sono sorte alcune figure professionali che si sono specializzate, il mercato dello sport e degli articoli sportivi si sta globalizzando e il sistema sportivo italiano sta subendo forti cambiamenti strutturali, tanto che, per esempio, lo sport spettacolo ha trovato nuovi mercati sia nelle tv a pagamento che sulla rete internet e nei new media. A ragion del vero le finalità perseguite dal settore sportivo si stanno modellando con il passare degli anni e gli aspetti ludici e ricreativi della manifestazione sportiva sono invasi da interessi spettacolari e da una forte rilevanza economica, a cui va aggiunto la sua rilevanza sociale che ha trovato nel tempo riconoscimenti istituzionali, a 6

partire dal Consiglio d’Europa che ha affermato il diritto di ogni cittadino di praticare lo sport, evidenziando l’importanza del ruolo che riveste “lo sport per tutti”nello sviluppo socio-culturale di un Paese. Se vogliamo trarre da queste considerazioni alcune prime valutazioni, possiamo dire che la rete di relazioni che lo sport genera con l’obiettivo dell’inclusione sociale e della cittadinanza è un patrimonio sociale che va sostenuto, arricchito e valorizzato. Risulta evidente che, oltre alla problematica e complessa articolazione esistente nel mondo della pratica sportiva, manca una seria cornice legislativa riguardante l’inquadramento lavoristico del settore, in modo particolare di quello dilettantistico, in quanto quello professionistico è disciplinato dalla legge 91/81 e successive modifiche, che sostanzialmente da delega permanente al Coni a rappresentare tutto lo sport italiano. Con analisi critica possiamo dire che nella sua gestione il Coni ha creato delle forti distorsioni, privilegiando la logica del risultato tecnico, dando scarsa considerazione alle trasformazioni radicali intervenute nella nostra società, mettendo in secondo piano l’universo sociale dei praticanti e l’associazionismo amatoriale, relegando al settore dello sport dilettantistico tutto ciò che rientra tra le situazioni più diverse e farraginose, come per esempio le strutture di base e di avviamento alla pratica sportiva, le stesse connotate da una base prettamente “volontaristica”, i centri fitness, inquadrati come associazioni e società sportive dilettantistiche che utilizzano operatori “professionali”, e le discipline sportive e associate federali, che vengono riconosciute come dilettantistiche. In questo contesto si colloca l’intricata, carente e diversa normativa contrattuale che viene attualmente applicata nei rapporti di lavoro, che sono strettamente condizionati

PRESENTAZIONE t Promuovere un Progetto per meglio rappresentare...


sia dalle differenze esistenti tra lo sport professionistico e quello dilettantistico, amatoriale e sociale, ma anche nelle varie, atipiche tipologie di rapporto di lavoro subordinato e autonomo. Quindi è necessario avere un quadro più chiaro dell’attuale situazione (politica, legislativa, normativa, regolamentare), e questo ci consentirà di individuare e di applicare un corretto inquadramento delle attività lavorative rese nell’ambito sportivo.

l’ambito e del settore federativo e non, in cui l’attività viene svolta. La mancanza di una disciplina legislativa organica nel settore dello sport dilettantistico (individuato spesso per esclusione rispetto allo sport professionistico e con indebite estensioni ai settori commerciali e ai pubblici esercizi) ha favorito il proliferare di situazioni ambigue e di un utilizzo distorto della normativa per eludere quanto previsto in materia di rapporti di lavoro.

SPORT PROFESSIONISTICO E SPORT DILETTANTISTICO

IL QUADRO NORMATIVO

La dicotomia tra sport professionistico e sport dilettantistico rileva, non solo ai fini della natura attraverso la quale può essere praticata l’attività sportiva in genere, ma soprattutto in considerazione delle diverse connotazioni e implicazioni, che lo svolgimento di una specifica attività di lavoro (intesa comunque come prestazione resa nei confronti di un soggetto committente nella maggior parte dei casi nella forma della collaborazione coordinata e continuativa) si possa determinare ricadendo ora nell’una ora nell’altra accezione sopra richiamata. In particolare la nostra attenzione si focalizza su quel mondo del lavoro sportivo dilettantistico, amatoriale e sociale nel quale operano a vario livello centinaia di migliaia di persone che, per svariate ragioni, si trovano a dover scontare una serie di lacune in termini di diritti e di tutele, tali da mettere a rischio lo sviluppo del settore e il futuro di chi con l’esercizio di queste attività ci vive. Non dimentichiamo infatti come accanto ad attività di mero volontariato (con più di un milione di persone impiegate), caratterizzate da un forte vincolo di natura sociale, esistono situazioni lavorative che si distinguono invece per un certo grado di remunerazione che varia a seconda del-

È noto come il mondo dello sport dilettantistico si sia sempre caratterizzato prevalentemente per l’assenza del fine di lucro e per la diversa natura giuridica attraverso la quale può essere organizzato l’esercizio dell’attività sportiva: l’associazione sportiva è quella che non ha per oggetto principale o esclusivo l’esercizio di attività commerciali (art. 73, comma 1, lettera c del Testo unico imposte sui redditi , Tuir), la società sportiva invece è quella che conserva la natura commerciale, rientrando fra le società di capitali così come previsto dall’art. 73, comma 1, lettera a del Tuir. Da questa distinzione consegue il diverso regime tributario riconosciuto, che è di favore per le associazioni sportive, al contrario di quanto previsto per le società sportive. Unica deroga ammessa è il caso in cui (art. 90, comma 1, legge 289/2002) le società sportive dilettantistiche siano costituite in società di capitali senza fine di lucro. Tra le diverse anomalie e contraddizioni esistenti facciamo presente sia quella introdotta dal D.lgs. n. 81/2015, che esclude le Società sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni dall’applicazione delle tutele in materia di lavoro, previste dallo stesso “Jobs Act”, sia quella della Legge di Stabilità

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

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del 2018, la quale ha parificato le Società sportive dilettantistiche lucrative a quelle non profit; un’aberrazione quest’ultima che è stata giustamente abrogata con il Decreto Dignità del 13.07.18 all’articolo 13. Inoltre, facciamo presente cha la norma dell’art. 35, comma 5 del D.l. n. 207/2008 (convertito in legge n. 14/2009)fa rientrare nel novero delle prestazioni sportive dilettantistiche assoggettate al trattamento fiscale di favore anche quelle di natura didattica, formativa, di assistenza e di preparazione, ancorché esse non siano strettamente funzionali a una manifestazione sportiva determinata (risoluzione Agenzia delle entrate n. 38/E del 17.5.2010). Questi compensi godono di un particolare regime di imposizione fiscale in base al quale, attualmente, la produzione di un reddito non superiore ai 10.000 euro (importo che prima della Legge di Stabilità 2018 era di 7.500) è esente da imposizione per la parte eccedente i 10.000 euro e fino a 28.158,28 euro è soggetto a una ritenuta a titolo d’imposta pari all’aliquota Irpef prevista per il primo scaglione di reddito (maggiorata delle addizionali regionali e comunali), mentre oltre i 28.158,28 euro si applica la ritenuta a titolo di acconto. Di fatto, una serie di norme (sotto il profilo fiscale, previdenziale e lavoristico) si sono intrecciate in questi anni sino a creare una particolare situazione di esclusione dai diritti per chi lavora nel mondo dello sport. Tanto basta per comprendere sommariamente lo scenario complesso entro il quale ci si trova a operare.

piegati nello svolgimento di diverse attività che nella stragrande maggioranza dei casi svolgono questi lavori in modo prevalente ed esclusivo. Le figure professionali di cui parliamo sono le più disparate: dagli insegnanti ai personal trainer, dagli addetti alle segreterie di palestre e di centri sportivi agli assistenti ai bagnanti, dal personale preposto alla vendita degli abbonamenti alle palestre, ai massaggiatori, ai fisioterapisti e via dicendo. Stiamo parlando di migliaia di giovani, ex atleti o laureati in Scienze motorie, diplomati nei licei sportivi, che, per precisa scelta professionale, si approcciano allo sport come scelta lavorativa. Un mondo in grandissima parte sommerso, dominato dal lavoro nero o comunque precario e spesso sottopagato. Da questo punto di vista non sembra superfluo aggiungere che nell’ambito di tali compagini si riscontrano, non di rado nella pratica, prestazioni che esulano da quelle propriamente sportive o da quelle amministrativo-gestionali sopra descritte. Si pensi, ad esempio, alle attività di addetto alla somministrazione di bevande o di alimenti nei locali annessi al centro sportivo. È evidente che siffatte prestazioni non possono rientrare nel regime di cui all’art. 67 Tuir cit., quantunque formalmente così inquadrate dalle parti, e che devono invece essere assoggettate alla disciplina ordinaria dei rapporti di lavoro, con tutte le conseguenze anche sanzionatorie che ne discendono. FATTORI DI CRISI

LE CONDIZIONI DEI LAVORATORI DELLO SPORT

Nel mondo dello sport ci troviamo di fronte a molti soggetti “professionalizzati” e im8

La gravità della crisi e le sfide imposte dalle trasformazioni in atto, che in modo particolare riguardano anche il mondo dello sport, impongono una seria riforma e un

PRESENTAZIONE t Promuovere un Progetto per meglio rappresentare...


forte cambiamento in tutti i soggetti che animano lo sport, sia pubblici che privati, i quali non potranno più rinviare le decisioni da prendere e uscirne attraverso il tradizionale ricorso a espedienti negativi di carattere temporaneo. Dovranno bensì rilanciare la sfida, intervenendo sulla riorganizzazione, riqualificazione e valorizzazione delle attività sportive e sulle loro specifiche professionalità, attraverso l’adozione di un piano strategico, sviluppando processi produttivi legati sia alle nuove discipline sportive che a quelle tradizionali , coinvolgendo tutti i vari soggetti che operano nelle attività sportive e sociali, dando vita a nuove alleanze e a nuovi patti economici, sociali e istituzionali ai vari livelli. FATTORI DI OPPORTUNITÀ u Utilizzo pieno della posizione strategica che lo sport occupa nella nostra società; u valorizzazione delle potenzialità offerte dallo sport che ancora non sono adeguatamente utilizzate; u incentivazione della crescita dei servizi alle imprese che gestiscono le strutture sportive; u investimento nel settore sportivo, che ancora non viene considerato strategico.

DATI OCCUPAZIONALI

Prima di tradurre e di decodificare i numeri dei dati occupazionali che più ci riguardano riteniamo propedeutico partire avendo chiaro lo spaccato socio-demografico del mondo dello sport. In Italia sono 20 milioni le persone che affermano di praticare lo sport; di queste, però, 15 milioni non praticano uno sport in senso proprio, ma svolgono una qualche attività fisica. I tesserati al Coni sono 4,5

milioni, dei quali1 milione sono operatori sportivi. Sono invece 65mila le Società sportive, suddivise in 45 Federazioni sportive nazionali; 19 Discipline sportive associate; 15 Enti di promozione sportiva; 19 Associazioni benemerite; 21 Comitati regionali; 107 Delegati provinciali. Questo è il quadro generale, mentre la struttura occupazionale nel settore dello sport dilettantistico, secondo i dati Coni-Censis: (Rapporto Sport & Società del 2016), è la seguente: u 88.614 lavoratori retribuiti impiegati nel settore, di cui l’85%, pari a 75.475, retribuiti con forme di contratti flessibili; u 1.051.879 volontari; u 5 miliardi di euro di entrate. A questi numeri dobbiamo aggiungere, tra gli addetti del settore sportivo, gli operatori sportivi, suddivisi tra tecnici, dirigenti e ufficiali di gara. Il difficile è arrivare a stimare quanti tra tutti questi operatori sportivi, tesserati e no, percepiscano effettivamente uno stipendio/ reddito per l’attività prestata e quanti ricevono comunque rimborsi spese, diarie e piccole cifre per l’attività da loro svolta. Considerando questi dati occupazionali e gli argomenti e i temi fin qui trattati si evince la dimensione, l’importanza e la problematica complessa esistente nel mondo dello sport in materia di diritti e di tutele del lavoro. Questa presentazione della ricerca contenuta nel “Primo Libro Bianco” serve innanzitutto per ufficializzare l’avvio di un percorso che, partendo dal coinvolgimento degli addetti che operano nello sport, spinga i diretti interessati a partecipare alla costruzione di una proposta sindacale credibile e praticabile, finalizzata a dare un giusto riconoscimento e una giusta dignità al lavoro nel mondo dello sport. u

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

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I DATI GENERALI

I rapporti di lavoro nel mondo dello sport t

L

A DOMANDA DI SPORT

Per quanto possano dare una sensazione diversa, gli italiani non sono poi così sedentari, se è vero che 20 milioni praticano uno o più sport nel loro tempo libero. Nel complesso sono circa il 60% coloro che si dedicano almeno a qualche tipo di attività fisica, mentre l’area della seden-

tarietà totale si restringe al 40% (dati rilevati qualche anno fa nell’ultima indagine svolta). I motivi di questo dinamismo soN no diversi e magari anche intrecciati tra loro, ma tutti molto interessanti: in testa a tutti c’è “il piacere, la passione”, poi “il tenersi in forma”, seguito dallo “svago”.

PERSONE CHE DICHIARANO DI SVOLGERE PRATICA SPORTIVA* VAL. ASSOLUTI

VAL. %

15.000 Maschi

Femmine

12.864

12.000 24,9

38,2

9.562 8.765 7.508

9.000 8.260

9,1

6.348

6.000 3.000 0

27,7 3.180 2.185

In modo In modo continuativo saltuario

Solo Non qualche praticano attività sport né fisica attività fisica

In modo continuativo

Solo qualche attività fisica

In modo saltuario

Non praticano sport, né attività fisica

u 20 milioni le persone che dichiarano di praticare uno o più sport nel tempo libero. u Quasi il 25% le persone*che dichiarano di svolgere pratica sportiva in maniera continuativa. * Persone di tre anni e più. Fonte: Istat - Aspetti della vita quotidiana, 2017.

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I DATI GENERALI t I rapporti di lavoro nel mondo dello sport


u MOTIVAZIONI ALLA PRATICA SPORTIVA

VAL. %

PER 100 PERSONE DELLO STESSO SESSO CHE PRATICANO SPORT CON CONTINUITÀ O SALTUARIAMENTE SVAGO PIACERE, TENERSI SCOPO FREQUENTARE STARE STARE SCARICARE PER PASSIONE IN FORMA TERAPEUTICO ALTRE IN MEZZO AL PASSO LO STRESS I VALORI PERSONE ALLA CON I TEMPI CHE NATURA TRASMETTE

Maschi

52,5

71,5

49,3

8,6

26,0

14,6

2,5

30,5

Femmine 47,5

52,5

59,8

15,7

26,6

9,9

2,6

30,3

10,4

TOTALE

63,8

53,6

11,5

25,0

12,7

2,5

30,4

13,7

50,4

16,0

Elaborazione: Censis, Servizi su Indagini Istat Multiscopo “I cittadini e il tempo libero”, 2007.

Complessivamente la salute, la socialità, e la forma fisica sembrano essere le determinanti generali di un fenomeno che tende sempre più a diventare stile di vita, spinto anche dalle prescrizioni mediche e dai media. Quella della pratica sportiva è davvero una domanda imponente che sfiora i 30 milioni di persone: oltre ai 4,6 milioni di tesserati alle varie Federazioni che praticano anche l’agonismo, si con-

tano 15 milioni di praticanti “amatoriali”. Oltre agli italiani, ci sono poi moltissimi turisti stranieri che, in vacanza in Italia, fanno sport, soprattutto sci, ma non solo. Da notare che tutta questa domanda di sport in qualche modo si distribuisce nel corso delle stagioni e dei giorni della settimana, consentendo una fruizione non troppo concentrata sia nell’uso del territorio che negli apporti lavorativi.

u CHI SVOLGE SPORT IN MANIERA CONTINUATIVA

VAL. %

(2012-2017) 30

4,6

milioni

TESSERATI SPORTIVI AGONISTI

25 22,0

21,6

2012

2013

23,1

23,9

2014

2015

25,2

24,9

2016

2017

20

15

milioni

PRATICANTI AMATORIALI

15 10

8,8

milioni*

TURISTI SPORTIVI IN ITALIA (stranieri)

5 0

u Sono da distinguere le differenti modalità di pratica sportiva. u La percentuale di praticanti negli ultimi anni è aumentata. Fonte: Istat, 2017 - * Fonte: Isnart, Report Annuale Customer Care Turisti, 2013. LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

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L’

OFFERTA: IL MONDO DELLO SPORT

Molti sport necessitano di impianti specializzati, e questa è certamente una componente dell’offerta; diversi altri, invece, si praticano nelle strade, nei parchi, nella natura, e sono tra quelli a maggior

diffusione. D’altra parte l’offerta, soprattutto quella agonistica, è fatta anche e soprattutto di organizzazione: al vertice, Federazioni nazionali e Discipline associate; alla base 70 mila nuclei associativi con cir-

u CONFRONTI 2015-2016 SULLE SOCIETÀ SPORTIVE, ATLETI E OPERATORI FNS & DSA

0

2016

2015

2016

100

1

0

OPERATORI SPORTIVI FSN

100 0

Dirigenti societari

Tecnici

2016

2015 2016

+4,8 %

+2,8 % 112.505

238.759

200

2015

0%

150

2016

+0,8 %

115.693

300

200

2015

240.762

400

250

522.257

500

0

2016

OPERATORI SPORTIVI DSA

+9,6%% +0,8 526.606

600

2015

Ufficiali di gara

100 50 0

Dirigenti societari

Tecnici

-0,5 % 4.488

2015

2

4.510

20

150

11.223

1.000

3

10.713

40

4.525

200

4

-0,5 % 4.548

60

5 267.663

250

SOCIETÀ SPORTIVE DSA

+9,6 % 244.121

80

2.000

0

300

-0,6 %

58.203

3.000

4.312.771

4.291.201

4.000

ATLETI DSA

23.602

100

+0,5 %

58.573

5.000

SOCIETÀ SPORTIVE FSN

23.600

VALORI IN MIGLIAIA ATLETI FSN

Ufficiali di gara

u 45 Federazioni sportive nazionali (FSN) e 19 Discipline sportive associate

(DSA): 4 milioni e 580mila tesserati.

u 70mila nuclei associativi e quasi un milione di operatori (dirigenti, tecnici,

ufficiali di gara, collaboratori). Fonte: Coni Servizi - Monitoraggio 2016.

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I DATI GENERALI t I rapporti di lavoro nel mondo dello sport


ca un milione di operatori ai vari livelli. Da notare che la geografia dello sport in Italia non è omogenea: il Nord-Est sembra essere la patria d’elezione della pratica sportiva, mentre gli eventi a essa legati si concentrano soprattutto nel Nord-Ovest. Severa si presenta la situazione per quanto riguarda le differenze di genere, in

quanto sembra che anche lo sport sia un campo di emarginazione femminile: questo è tanto più grave se si considera che nella maggior parte degli sport le donne non possono raggiungere il riconoscimento di “professioniste”, ma a prescindere dai risultati e dall’impegno, sono condannate a restare dilettanti a vita.

u DENSITÀ ATLETI TESSERATI FSN & DSA PRESENTI IN ITALIA ATLETI/POPOLAZIONE x 100.000

u Nel 2017 sono stati organizzati in Italia circa 140mila eventi e spettacoli sportivi principali (-1,7 % rispetto al 2016), di cui circa 58mila nel solo Nord-Ovest. u Il volume di affari è stato di quasi 3 miliardi di euro.

u La densità degli atleti tesserati è maggiore nel Nord e nel Centro Italia. Fonte: Coni Servizi - Monitoraggio 2015.

Fonte: Siae - Annuario dello spettacolo 2017.

u ATLETI E OPERATORI SPORTIVI DELLE FSN E DELLE DSA PER GENERE 18,9%

17,7%

27,2%

19,7%

12,5%

545.859

120.181

4.580.434

251.985

18.434

81,1%

82,3%

72,8%

80,3%

87,5%

TECNICI

DIRIGENTI FEDERALI

DIRIGENTI SOCIETARI UFFICIALI DI GARA

ATLETI maschi

femmine

u Lo sport rimane un ambito prettamente maschile, per quanto la percentuale di atlete e di operatrici sportive stia aumentando negli ultimi anni. Fonte: Coni Servizi - Monitoraggio 2016. LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

13


S

PORT E LAVORO

Nel panorama europeo ci collochiamo nettamente al di sotto della media per quanto riguarda la quota di lavoratori oc-

cupati nello sport rispetto al totale. Con la pregevole eccezione della Spagna, è il “vento del Nord” che domina l’occupazione sportiva. 35 mila imprese per 100 mila lavoratori diretti: questi i dati economici del settore,

u OCCUPAZIONE NELLO SPORT IN EUROPA % SULL’OCCUPAZIONE TOTALE (ANNO 2014) 2,0

1,5

1,0 Ue = 0,72 % 0,5

Isl a Re S nda gn ve o zi Fin Uni a la to n Da Spa dia ni gn m a a Es rca to Irl nia a Sv nd i a No zze rv ra e O gia Po lan rto da g Au allo s L et tria Re to pu F bb ra nia lic nc a C ia e Ci ca pr o Re Ge Ma pu rm lta bb a lic ni a Lu a Sl Ital ss ov ia em ac bu ca Sl rgo ov Lit eni ua a n Be ia l Gr gio Cr eci o a Po azia Un lon gh ia Bu eri l a Ro gar m ia an ia

0,0

u IL “VALORE AGGIUNTO” DELLO SPORT NEL SETTORE BUSINESS ADDETTI NELLO SPORT IN ITALIA VALORI ASSOLUTI (2008 E 2013)

120.000 100.000 50.198

80.000

46.579

60.000 40.000 20.000 0

34.619

20.821

29.389

33.999

2008 2013 Fonte: Istat, Asia Imprese e Frame.

14

COMMERCIO: al dettaglio e all’ingrosso di articoli sportivi, intermediari INDUSTRIA: fabbricazione di articoli sportivi, abbigliamento, imbarcazioni SERVIZI: gestione di impianti sportivi, attività di club, palestre, promozione eventi ecc.

u Identificando le imprese direttamente legate ad attività sportive si stimano oltre 100mila addetti occupati in quasi 35mila imprese. u Tra il 2008 e il 2013 gli addetti sono aumentati nei servizi ma sono diminuiti nella manifattura e nel commercio. u Il valore aggiunto di queste imprese è stimabile in 4,5 miliardi di euro e il fatturato in 14.

I DATI GENERALI t I rapporti di lavoro nel mondo dello sport

NON PROFIT

Fonte: EUROSTAT, Labour Force Survey, 2014.

PROFIT

u Gli occupati nello sport in Italia sono lo 0,54 % contro lo 0,72 nella media europea. Si tratta di oltre 120mila persone.


u PROFIT

u LE DIVERSE TIPOLOGIE DI ISTITUZIONI NON PROFIT

NUMERO DI IMPRESE ATTIVE E DI ADDETTI

VAL. %

10.599 addetti

18

GESTIONE IMPIANTI 2.607

31

4

Istruzione e ricerca

5 5.724 addetti

CLUB SPORTIVI 598

33.018 addetti TOTALE IMPRESE

7.496 addetti

Sanità

8

PALESTRE 3.284

10.992

18

16

ALTRE ATTIVITÀ SPORTIVE 4.503 9.199 addetti

Altre attività

Attività sportive

Attività ricreative e di socializzazione

Attività culturali e artistiche

Assistenza sociale e protezione civile

u Circa 93.000 sono le istituzioni

u Il settore profit comprende la ge-

non profit sportive e 89.000 i lavoratori retribuiti impiegati. u Circa 5 miliardi di euro sono le entrate.

stione di stadi, piscine, club sportivi, palestre e di eventi in generale.

Fonte: Istat - Censimento 2011.

Fonte: Istat - Censimento 2011.

u LO SPORT NELL’UNIVERSO DEL NON PROFIT

ISTITUZIONI NON PROFIT SPORTIVE 2011 1999 VAR. % 2011/1999

Istituzioni non profit 92.838 Istituzioni con volontari 76.773 Volontari 1.051.879 Istituzioni con addetti 3.973 Addetti (dipendenti) 13.139 Lavoratori esterni 75.475 Totale lavoratori retribuiti 88.614

2011

ISTITUZIONI NON PROFIT 1999 VAR. % 2011/1999

56.955

63,0

301.191

48.976 569.779 2.961 9.125 12.139

56,8 84,6 34,2 44,0 520,2

243.482 4.758.622 41.744 680.811 270.769

21.264

316,7

951.580

221.412

36,0

177.618 37,1 3.221.185 47,7 33.601 24,2 531.926 28,0 79.940 238,7 611.866

55,5

u Tra la rilevazione censuaria del 1999 e quella del 2011 si quadruplica il

numero dei lavoratori retribuiti nell’ambito del non profit sportivo, in particolare dei lavoratori esterni. u Nel numero dei lavoratori esterni sono inclusi i collaboratori coordinati e continuativi, i collaboratori a progetto e i prestatori d’opera. Tra questi ultimi sono inclusi anche gli atleti, i tecnici e gli accompagnatori inquadrati con contratto di “prestazione sportiva dilettantistica”. Fonte: Istat - Censimento 2011. LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

15


u USCITE DELLE ISTITUZIONI NON PROFIT SPORTIVE PER VOCI DI BILANCIO VAL. % acquisti di beni e servizi

3 3 2

sussidi, contributi ed erogazione a terzi

14

oneri/spese derivanti dalla gestione finanziaria e patrimoniale

7

oneri tributari/imposte e tasse

7

altri oneri/spese

10

54

oneri/spese per i dipendenti oneri/spese per i collaboratori rimborsi spese ai volontari

u Le uscite per i dipendenti, collaboratori, volontari e terzi sono il 26,9 % delle

uscite totali. Fonte: Istat - Censimento 2011.

con una crescita importante nel campo dei servizi rispetto alla produzione manifatturiera. In questo ambito la componente “profit” vale circa un terzo e si concentra soprattutto nella gestione di impianti e palestre e negli eventi. Se per converso guardiamo all’universo del “non profit”, lo sport vale circa un terzo del totale, e ne rappresenta la componente più importante. Si contano, infatti, quasi 93mila istituzioni e circa 89mila lavoratori, con una media che sfiora appena l’unità. u NON PROFIT TIPOLOGIE DI ADDETTI

NUMERO DI ADDETTI

USCITE ANNUE €

RETRIBUZIONE MEDIA ANNNUA €

13.139 318.779.249

24.262

Collaboratori 75.475 355.638.267

4.712

1.051.879 464.470.406

442

Dipendenti Volontari

Fonte: Elaborazione SL&A su dati Istat.

16

Da notare che nel tempo – anche nel comparto “non profit” – cresce molto la componente del lavoro retribuito nelle istituzioni sportive, ben più di quanto non avvenga nel complesso del comparto stesso. Molto interessante si presenta, in conclusione, la distribuzione delle varie figure professionali a seconda del loro status di inquadramento e retributivo: a una “élite” di 13 mila dipendenti con uno stipendio medio di 24mila euro annui si giustappone un esercito di oltre un milione di volontari che lavorano gratis o quasi, percependo ogni anno una media di 442 euro. Questa cifra, che le istituzioni del “nonprofit” sportivo classificano come “rimborsi spese”, rappresenta il 10% delle uscite totali del comparto, e vede ancora prevalere largamente gli “acquisti di beni e servizi” con il 54% e un “costo del lavoro” che nel complesso non supera il 27%. u

I DATI GENERALI t I rapporti di lavoro nel mondo dello sport


IL QUESTIONARIO

Per te lo sport è un lavoro? I risultati dell’indagine t l progetto “Primo Libro Bianco - Sport e lavoro In Italia” ha preso avvio con i seminari del 24 e del 27 ottobre 2016 (a Milano e a Napoli, rispettivamente) e dell’8 novembre 2016 (a Roma). È poi proseguito con la manifestazione nazionale del 27 maggio 2017 (a Rimini), nel corso della quale è stato presentato il report “I rapporti di lavoro nel mondo dello sport dilettantistico, amatoriale e sociale” (da cui è tratto il precedente capitolo), occasione in cui è stata annunciata l’iniziativa di una indagine diretta sui lavoratori dello sport. L’indagine diretta si è quindi svolta nei primi mesi del 2018 mediante il questionario “Per te lo sport è un lavoro?”, lanciato durante la conferenza stampa del 12 gennaio 2018. Il presente capitolo contiene, illustra e commenta i risultati di questa indagine. Si tratta quindi di dati estremamente attuali e aggiornati, e del tutto inediti, sul tema e sull’universo del lavoro nello sport. Vi si confermano appieno le suggestioni già emerse dal confronto e dai dati “desk”, relative alla “invisibilità” e alla precarietà delle condizioni di lavoro in un settore importantissimo dal punto di vista sociale, economico e occupazionale. Le riflessioni che seguono si prestano, come ovvio, a un approfondimento qualitativo, ma da subito costituiscono una insostituibile base di riferimento per l’azione di NIdiL e della Slc, già ben tratteggiata nel Documento programmatico-Piano di Lavoro elaborato a fine 2016 e ripresa nella presentazione di questo libro. u

I

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

17


1

CHI SONO I LAVORATORI DELLO SPORT

non compaiono o di tutti i soggetti che in apparenza non sono impiegati nel mondo sportivo ma che con questo sono a stretto contatto. Nella difficoltà quindi di individuare una cifra esatta (universo di riferimento) si è studiato il comparto dal punto di vista della distribuzione dei rispondenti al questionario che, seppur offrendo uno scenario parziale, rappresentano quella parte di coloro che sono occupati nello sport e che sono coscienti delle problematiche e quindi conoscitori della tematica. Quasi l’11% dei lavoratori si occupano di % punto di visport da nove, dieciValori anni.inDal

Un mondo complesso e ampio, spesso non chiaramente definito nei suoi confini, fa sì che i lavoratori dello sport si distribuiscano in tutto il Paese Italia, se non altro per il valore identitario che riveste lo sport per la nostra nazione. Circa 70 mila nuclei associativi e quasi un milione di operatori1 costituiscono il comparto di chi si occupa di sport, e lo fa per lavoro, per passione, per volontariato. Ma questi dati non considerano il numero di coloro che nel registro Coni2

GRAF. 1 u DA QUANTO TEMPO LAVORI NELLO/CON LO SPORT? 3

VAL. %

10

da 0 a 2 anni

14,8

da 2 a 4 anni da 4 a 6 anni

12

da 6 a 8 anni

10,8 14,1

da 8 a 10 anni da 10 a 12 anni

6,1

da 12 a 14 anni

6,5

da 14 a 16 anni

6,5

da 16 a 18 anni

3,2

da 18 a 20 anni

4,6

da 20 a 30 anni

9,4

da più di 30 anni

2,9 0

3

6

9

1 Fonte:

12

15

Coni Servizi - Monitoraggio 2015. Registro delle associazioni/società sportive dilettantistiche affiliate a Federazioni nazionali, Discipline sportive associate ed Enti di promozione sportiva. 3 I rispondenti alla domanda potevano indicare con precisione il tempo (anni e/o mesi): gli intervalli inseriti nel grafico raccolgono le percentuali cumulate ogni due anni. 2

18

IL QUESTIONARIO t Per te lo sport è un lavoro? I risultati dell’indagine


GRAF. 2 u DA QUANTO TEMPO LAVORI NELLO/CON LO SPORT? 3 VAL. IN % CUMULATA da 0 a 2 anni

10 24,8

da 2 a 4 anni da 4 a 6 anni

36,8

da 6 a 8 anni

47,6

da 8 a 10 anni

61,7

da 10 a 12 anni

67,8

da 12 a 14 anni

74,3

da 14 a 16 anni

80,8

da 16 a 18 anni

84

da 18 a 20 anni

88,6

da 20 a 30 anni

98

da più di 30 anni

100 0

10

20

30

40

sta del dato cumulato i rispondenti sono, per la maggior parte, impiegati in questo settore da meno di dieci anni (61%). I dati rappresentano quindi un mondo del lavoro tendenzialmente “giovane”, motivo per il quale la consapevolezza di coloro che vi sono impiegati potrebbe essere poco approfondita, ma potrebbero anche descrivere una tipologia lavorativa “di passaggio”, le cui condizioni lavorative spingerebbero prima o poi i lavoratori a scegliere altre forme di impiego. È presente anche una percentuale di lavoratori che sono impiegati nello sport da oltre trent’anni, ma che ricopre appena il 2,9% dei rispondenti. Complessivamente, però, i lavoratori attivi in questo settore da oltre vent’anni sono una quota non trascurabile: oltre il 12 %.

50

60

70

80

90

100

Le percentuali più alte di occupazione nel mondo dello sport si hanno negli intervalli di tempo minori, tra i due e i dieci anni di impiego. Questa tendenza si evince anche dalla percentuale cumulata.

2

LO SPORT È DAVVERO UN LAVORO?

Oltre il 72% dei rispondenti afferma che lo sport è l’unico lavoro nel quale sono occupati. Ma certamente il dato non è sufficiente per inquadrare le forme di occupazione, il tempo impiegato, le risorse messe a disposizione da una parte dall’addetto e dall’altra dal datore di lavoro. A circa il 28% dei rispondenti, per i quali lo sport non è l’unico lavoro svolto, è sta-

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

19


TAB. 3 u LO SPORT È IL TUO SOLO LAVORO? Sì No

NORD

CENTRO

SUD

69,7 30,3

77,1 22,9

79,3 20,7

NORD

CENTRO

SUD

spondenti, quindi, sommando i due valori, emerge che per l’86% lo sport è il solo lavoro o la principale occupazione. Un dato di particolare interesse emerge tra i rispondenti dell’area Sud: per il 79,3% lo sport è l’unico lavoro, mentre la restante quota, quasi il 56,3%, lo considera un’attività svolta per passione.

57,1 10,3 8,7 23,8

44,4 – 27,8 27,8

18,8 25,0 – 56,3

3

VAL . %

TAB. 4 u LO SPORT È IL TUO LAVORO PRINCIPALE? VAL. %

No Sì, per impegno Sì, per reddito Sì, per passione

to posto un altro quesito volto a quantificare, tra quelli che hanno almeno il doppio lavoro, la percentuale di coloro per i quali l’impiego nell’ambito sportivo rappresenta l’attività prevalente: al riguardo il sub-campione si divide circa a metà. Se confrontato con il dato totale dei ri-

CHI È IL LAVORATORE TIPO

Probabilmente, dato che è stato più facile raggiungere i lavoratori delle Federazioni sportive o coloro che sono impiegati nelle palestre, oltre il 70% dei rispondenti si dichiarano istruttori e coach di varie discipline e attività. Non deve sorprendere il dato del 9% di

GRAF. 5 uIN CHE COSA CONSISTE IL TUO LAVORO NELLO SPORT, SOPRATTUTTO? Valori in % cumulata

VAL. %

72,8

Istruttore, coach Agonismo

9,2

Direzione, organizzazione

8,7

Preparatore atletico

3,7

Amministrazione, logistica

2,9

Altro

2,7

Guardiania, servizi

2,7

Accompagnamento, assistenza

2,5 1,4

Arbitraggi, giurie

1

Attività con i turisti 0

20

10

20

30

40

50

IL QUESTIONARIO t Per te lo sport è un lavoro? I risultati dell’indagine

60

70

80


TAB. 6 u IN QUALE DISCIPLINA SPORTIVA OPERI?

DOMANDA A RISPOSTA APERTA

INDICATE TRA… E… VOLTE

DISCIPLINE

Tra 1 e 10 volte

Arrampicata, Atletica leggera, Badminton, Body building, Canottaggio, Ciclismo, Danza, Ginnastica artistica, Golf, Hockey, Judo, Karate, Mountain bike, Orienteering, Pallamano, Pallanuoto, Pattinaggio, Pilates, Rugby, Scherma, Sci, Spinning, Squash, Thai boxe, Trekking, Triathlon, Tuffi, Windsurf, Yoga Acquagym, Nuoto sincronizzato, Pallacanestro, Tennis Calcio, Pallavolo Fitness (palestra) Nuoto (320)

Tra 11 e 20 volte Tra 21 e 50 volte Tra 51 e 100 volte Oltre le 100 volte

GRAF. 7-8 u IN QUALE DISCIPLINA SPORTIVA OPERI? SPORT CON FREQUENZA MAGGIORE AL 2% - VAL. % 60

56,8

50 40 30 20

16,2 8,3

10 0

Nuoto

Fitness (palestra)

Calcio

6,2

3,4

Pallavolo

2,8

2,8

2,5

Tennis Pallacanestro Acquagym Nuoto sincronizzato

SPORT CON FREQUENZA INFERIORE AL 2% - VAL. % 2,0 1,6 1,4

1,5

1,2 0,9

1,0

0,5 0,5 0,0

0,4 0,2

Atletica leggera

Pallanuoto

Scherma

Rugby, Body building, Sci

Pattinaggio Arrampicata, Danza, Badminton, Hockey, Karate, Canottaggio, Mountain bike, Pallamano, Ciclismo, Spinning, Ginnastica Squash, Thai artistica, Golf, Indoor boxe, Triathlon, cycling, Judo, Tuffi, Windsurf, Orienteering, Yoga Pilates,Trekking

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

21


coloro che sono atleti e per i quali lo sport non è solo un impegno agonistico, ma anche un lavoro. Anzi, sono sempre di più gli sportivi che desidererebbero che la loro attività avesse più tempo e risorse a disposizione, in un contesto dove ormai la competitività internazionale è diventata assai elevata, anche a causa del grande coinvolgimento di sponsor. Alcune categorie (come le “Attività con i turisti”) non sono ancora chiaramente inquadrate, e quindi più difficili da raggiungere con il questionario. Eppure l’impiego di istruttori e di guide sportive per attività turistiche all’aria aperta, come ad esempio sulle piste da sci, nei centri velici o negli outdoor center, è sempre più frequente, e sta rappresentando in molte regioni italiane una vera e propria forma di impiego nel settore turistico-sportivo. Altre tipologie di impiego, come ad esempio tutto quello che rientra nell’ambito “guardiania/servizi” o “amministrazione/logistica”, possono essere definite come multidisciplinari e a volte prevedono cambi di scenario (ad esempio, coloro che si occupano della guardiania potrebbero essere ugualmente impiegati in una palestra come in un altro luogo di lavoro). Si tratta realisticamente di lavoro “per” lo sport, non riconosciuto come lavoro “nello” sport. Un ulteriore obiettivo del questionario è affinare il campo di analisi, scendendo nel dettaglio degli ambienti sportivi più coinvolti, sensibili al tema e anche più importanti in termini di peso numerico. È positivo notare come le discipline sportive indicate dai rispondenti siano ben quaranta, anche se alcune di queste si

possono associare tra loro, mentre alcune altre non sono propriamente degli sport o meglio non appartengono alle discipline riconosciute dal Coni4.

4

IL REGIME CONTRATTUALE

Oltre il 60% dei rispondenti dichiara di avere attualmente un contratto, e purtroppo le differenze tra Nord e Sud continuano a manifestarsi anche in questo ambito. In apparenza il dato sulla percentuale dei contratti potrebbe rappresentare, da un lato, uno scenario, se non proprio positivo, quanto meno congruo (perché in Italia molti appassionati di sport sono, per TAB. 9 u ATTUALMENTE HAI UN CONTRATTO? RISPOSTE TOTALI - VAL. % Sì No

63,1 36,9

GRAF. 10 u

RISPOSTE PER AREA - VAL. % 80 69,7

No 59,8

60

54,2 45,8 40,2

40

30,3

20

0

Nord

Centro

Sud

4 63 discipline sportive Coni, di cui 44 appartenenti alle Federazioni sportive nazionali e 19 alle Discipline sportive associate.

22

IL QUESTIONARIO t Per te lo sport è un lavoro? I risultati dell’indagine


GRAF. 11 u SE HAI UN CONTRATTO, DI CHE TIPO È? 5

TAB. 14 u SE NON HAI UN CONTRATTO, PERCEPISCI COMUNQUE UN’INDENNITÀ ECONOMICA?

VAL. %

RISPOSTE PER AREA - VAL. % 5,1

NORD

6,5 collaborazione

2

libero professionale tempo determinato

86,4

tempo indeterminato

TAB. 12 u RISPOSTE PER AREA - VAL. % NORD

Tempo indeterminato Tempo determinato Libero professionale Collaborazione

CENTRO

SUD

4,4

7,0

8,6

6,5

2,3

11,4

2,5 86,5

– 90,7

– 80,0

GRAF. 13 u SE NON HAI UN CONTRATTO, PERCEPISCI COMUNQUE UN’INDENNITÀ ECONOMICA? VAL. %

no 18,9

14,2

4,7 3,8

sì, gettoni sì, voucher

58,5

sì, rimborsi spese altro

No 13,8 Sì, gettoni 2,6 Sì, voucher 5,2 Sì, rimborsi spese 51,7 Altro 26,7

CENTRO

SUD

18,9 2,7 2,7 59,5 16,2

12,1 10,3 1,7 70,7 5,2

scelta e per diletto, volontari) mentre, dall’altro, l’approfondimento a seguire mostra una situazione meno ottimistica. Solo l’11,6% di coloro che hanno dichiarato di avere un contratto, infatti, afferma di averlo a tempo indeterminato o determinato: è il contratto a collaborazione, con oltre l’86%, a farla da padrone. Il contratto di collaborazione, ampio e variegato come definizione e normativa, non rappresenta una certezza, e risulta difficile fornire un quadro completo, anche territorialmente. Eppure, in proporzione, è soprattutto nel Sud che viene meno adottato. Un ulteriore spunto di riflessione arriva dalla tipologia e dall’ammontare dell’indennità economica, quando percepita, per coloro che non hanno un contratto. Il 14% di questi, infatti, dichiara di non ricevere alcuno stipendio, rimborso o altra modalità di remunerazione. A prevalere, invece, sono i rimborsi spese. A tal proposito si ricorda che il tetto dell’esenzione dai contributi previdenziali e dall’Irpef per i compensi sportivi è salito fino a 10mila euro6 annui. La modalità di indennizzo attraverso i rimborsi spese è – sempre in proporzione – più diffusa nel Sud.

5 Domanda sottoposta al solo campione che ha risposto in maniera affermativa alla domanda “Attualmente hai un contratto?”. 6 Ddl della Legge di Stabilità 2018 - Pacchetto Sport.

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

23


5

LA SODDISFAZIONE DELLA LAVORATRICE /LAVORATORE

Assai preoccupante è la risposta sul grado di soddisfazione circa l’attuale condizione lavorativa nello sport: solo il 7% dei rispondenti si ritiene soddisfatto. Al di là della remunerazione, ciò che in-

fluenza la risposta è lo stato di instabilità che viene percepito sia dal punto di vista pensionistico che da quello delle tutele in generale. Tuttavia un approfondimento sul guadagno dei lavoratori è opportuno farlo, dal momento che il livello di soddisfazione si misura anche rispetto all’adeguata remunerazione percepita.

GRAF. 15 u SEI SODDISFATTO DELLA TUA ATTUALE SITUAZIONE LAVORATIVA NELLO SPORT? VAL. % 46,5

No, nessuna pensione

2,7

No, poche certezze

2,9

No, pochi soldi

4,6

No, altro 0

10

GRAF. 16 u QUANTO GUADAGNI SOLO CON LO SPORT? 7 (EURO NETTI L’ANNO) FREQUENZA DI RISPOSTA NELLE CLASSI DI INTERVALLO - VAL. % da 0 a 6.000 euro

12,4

da 6.000 a 12.000 euro 43,1

40

da 12.000 a 18.000 euro da 18.000 a 24.000 euro oltre i 24.000 euro

7

24

24,8

7,1

3,2 1,3

31,2

20

30

40

50

Lo scenario che si configura non è affatto positivo se si considera che appena il 17% dei rispondenti dichiara di guadagnare più di 12mila euro l’anno, ovvero poco più di 1.000 euro al mese, e solo l’1,3% oltre i 2mila euro netti mensili. Non è certamente il caso di generalizzare perché per molti potrebbe trattarsi di un rimborso una tantum, ma non dimentichiamo un dato già analizzato nel presente documento: per l’86% dei rispondenti lo sport è il solo lavoro o comunque la principale occupazione. E l’83% non guadagna più di 1.000 euro al mese. Questo livello di remunerazione stona

La domanda è a risposta aperta. Le classi di intervallo sono state stabilite in fase di elaborazione dati.

IL QUESTIONARIO t Per te lo sport è un lavoro? I risultati dell’indagine


dunque con la base del campione: dovrebbero risultare stipendi, o quanto meno rimborsi, di importo maggiore per poter sostentare adeguatamente le persone o, addirittura, le famiglie.

6

LE PROBLEMATICHE DA AFFRONTARE

A fronte di quanto emerso sin d’ora si rende necessario raccogliere e valutare le problematiche che i lavoratori del mondo dello sport sentono e percepiscono come più pressanti. È evidente la preoccupazione per il futuro: “Previdenza e pensione” è la voce più selezionata, mentre è importante la valutazione sulla seconda, ovvero “Tutela per la responsabilità civile”. In un’attività lavorativa

com’è quella che si realizza in ambito sportivo gli operatori sono continuamente sottoposti allo stress di dover garantire la sicurezza e la salute dei loro clienti e spesso gli strumenti legislativi a loro disposizione, nonché la cultura sportiva poco diffusa in un Paese come l’Italia, non consentono di lavorare con serenità e certezze in merito. Dalle percentuali sulle altre scelte emerge invece una predisposizione a un lavoro flessibile e in grado di adattarsi alle varie esigenze. È infatti proprio della natura di questa tipologia di servizio rendersi disponibile a orari e in giornate che per altri sono di riposo o di ferie (es.: i coach durante le competizioni nei fine settimana, le guide turistiche outdoor, i maestri di sci ecc.). Un ulteriore spunto di riflessione deriva dall’analisi delle risposte in funzione delle diverse aree geografiche, dalla quale si

GRAF. 17 u QUALI PROBLEMATICHE DEL TUO LAVORO RITIENI GIUSTO AFFRONTARE? 8 FREQUENZA DI RISPOSTE NELLE CLASSI DI INTERVALLO - VAL. % 60 52,6 50 40 30

29,2

20 11,0 10 0

/ a di za rl ge iti en e pe ivile on ibu a id ion l c c v e s te à e, tr Pr pen Tu bilit Feri re sa n o sp re 8

9,7 6,6 à ilit o ab or St lav l de

4,2

i a/ de ali tti io ala tun ela dac t M or Tu sin f in ti rit i d

3,7 / tà ni tà er ni at ter M pa

3,7 tro

Al

Sono consentite più risposte. LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

25


TAB. 18 u QUALI PROBLEMATICHE DEL TUO LAVORO RITIENI GIUSTO AFFRONTARE? RISPOSTE PER AREA - VAL. % NORD

CENTRO

SUD

Stabilità del lavoro

3,4

Tutela dei diritti sindacali

1,0

21,6

Malattia/infortunio

2,4

2,4

29,5

Maternità/paternità

3,6

43,2

1,4

3,6

14,8

Ferie/congedi

10,1

10,8

15,9

Previdenza/pensione

49,8

51,8

65,9

Tutela della responsabilità

33,4

27,7

11,4

3,6

2,4

5,7

Altro

GRAF. 19 u QUALI PROBLEMATICHE DEL TUO LAVORO RITIENI GIUSTO AFFRONTARE? RISPOSTE PER COLORO PER I QUALI LO SPORT È IL LAVORO PRINCIPALE E PER COLORO PER I QUALI NON LO È VAL. % RISPETTO AI RISPONDENTI 60

55,5

50 Lavoro principale

39,8

40

Non è il lavoro principale

32,5 30

27,7

20 13,3 10

10,4

8,8 10,8

8,4

6,8 2,4

0

/ la di za er ile ge en ne p n v d i o a i l c c ev sio te à ie, Pr pen Tu bilit er F a s on sp re

à ilit o ab or St lav l de

evidenzia un ribaltamento di visione: nel Sud sale al secondo posto la scelta riguardante la “Stabilità del lavoro”, mentre scende al penultimo quella sulla “Tutela per la responsabilità civile”. Un utile approfondimento è il confronto delle risposte tra coloro per i quali lo 26

4,2

3,8

2,4

i a/ de li tti io la a ala tun te dac M or u T sin f in ti rit i d

1,2

/ ità rn nità e at er M pat

3,0 tro

Al

sport è il lavoro principale e tra coloro per i quali non lo è. Emerge infatti un diverso interesse sulle problematiche da affrontare: se lo sport è la maggiore occupazione, “Previdenza e pensione” è il tema più pressante, mentre per gli altri spicca la “Tutela della responsabilità”.

IL QUESTIONARIO t Per te lo sport è un lavoro? I risultati dell’indagine


7

che l’esigenza di sentirsi riconosciuti. Il mondo lavorativo dello sport manca infatti di una chiara definizione normativa e legislativa e gli impiegati del settore spesso incontrano ostacoli e difficoltà anche solo nel dover spiegare cosa fanno e/o nel rappresentare le loro richieste. Questo dato può essere messo a confronto con quello che emerge nel paragrafo 6. Se infatti nei grafici 17 e 19 e nella tabella 18 sono emerse le problematiche da affrontare, in questo paragrafo si analizza il dato sulle condizioni di lavoro desiderate: due facce della stessa medaglia, due aspetti complementari che vanno considerati di pari passo. Emerge così che coloro per i quali lo sport non è il lavoro principale, ma che vorrebbero che lo fosse, si preoccupano intanto del presente, come è normale che sia. È così che il tema della “previdenza” scende al quarto posto rispetto al grafico 17, lasciando spazio a temi più contingenti come il contratto, le tutele e la retribuzione. u

IL FUTURO

Come succede in tutti gli altri ambiti lavorativi, anche gli operatori dello sport hanno le loro aspettative e le loro speranze. Oltre l’84% di coloro che non hanno già un impiego che si possa considerare come la principale occupazione nell’ambito sportivo (pari al 28% del totale dei rispondenti) vorrebbero averlo. Ma a quali condizioni? Il risultato dell’analisi rappresenta uno scenario chiaro: la possibilità di essere inquadrati in un contratto è una richiesta inderogabile, mentre interessante è notare che in classifica entra anTAB. 20 u SE NON LO È GIÀ, TI PIACEREBBE CHE LO SPORT FOSSE IL TUO LAVORO PRINCIPALE? RISPOSTE TOTALI - VAL. % Sì No

84,7 15,3

GRAF. 21 u A QUALI CONDIZIONI TI PIACEREBBE CHE LO SPORT FOSSE IL TUO LAVORO PRINCIPALE? 9 FREQUENZA DI RISPOSTE NELLE CLASSI DI INTERVALLO - VAL. % Contratto

48,0

Tutele

27,5

Retribuzione adeguata

23,5

Previdenza

18,6

Stabilità

16,7

Lavoro riconosciuto

15,7

Sicurezza

2,0

Formazione

1,0

0

10

20

30

40

50

60

Le risposte sono state espresse in forma aperta. Le voci del grafico sono state stabilite in fase di elaborazione dati. 9

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

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Riflessioni conclusive Claudio Treves Segretario Generale NIdiL Cgil

t

C

redo che dobbiamo essere molto grati a Stefano Landi e alla sua équipe per aver messo a disposizione questo lavoro che presentiamo nella pubblicazione. Perché in tal modo finalmente si compie un passo di grande rilevanza, per il sindacato ma non solo, per indagare un mondo che da sempre è molto presente nella vita di ognuno di noi, ma di cui non si conoscono gli aspetti riguardanti le persone che vi lavorano. Sappiamo tutto anche delle stesse vite private dei campioni e delle loro peripezie sul campo e fuori, ma ignoriamo le condizioni con cui lavora il nostro istruttore di nuoto, il maestro di sci di nostro figlio durante la settimana bianca o l’allenatore della squadra di calcio dove ogni tanto “facciamo finta di giocare...”. Il pregio della ricerca è proprio questo, e per NIdiL è un contributo prezioso riguardo a un campo di attività che da sempre è proprio della categoria, ma che fino a pochi anni fa era oggettivamente lasciato in secondo piano. E dire che, come ripercorso dal contributo di Lucia Anile in apertura di questo libretto, il legislatore non ha tralasciato nulla su cui intervenire, in modi che certamente ci lasciano molto insoddisfatti, ma che pure 28

disegnano un quadro fatto di leggi, di esenzioni e di interpelli di “manica molto larga”, tutti sostenuti da un concetto, mai espresso ma facilmente desumibile da una lettura sistematica del quadro normativo: lavorare nello sport è già un privilegio, visto che lo si fa per passione, e ciò basta e avanza rispetto a pretese che valgono per altri campi dell’impiego umano. Insomma, si potrebbe riassumere il tutto con la frase: “Ti lamenti pure, tu che fai il lavoro che ti piace? E, poi, è davvero un lavoro o piuttosto l’assolvimento di un tuo desiderio? E quindi non ti far venire strane idee...”. L’indagine svela questo arcano: pur facendo un lavoro che evidentemente piace, e che certamente corrisponde a un’aspirazione personale, sono diffuse e profonde le preoccupazioni di chi svolge questo lavoro rispetto ad almeno due ambiti: le prospettive pensionistiche e le condizioni retributive. Cui si aggiunge, non banalmente, la richiesta di tutele e di garanzie rispetto alle conseguenze sulla vita e sulla salute di chi è loro affidato (vale a dire gli utenti, cioè noi tutti quando entriamo in una palestra o in un campo di calcio o di rugby, o vi facciamo entrare i nostri figli) e delle loro attività come istruttuori, allenatori, tecnici ecc. Già, perché le ricadute di quell’approccio


descritto sopra sono che alle società sportive, dilettantistiche o meno, viene certamente conferito un regime fiscale di favore, ma gli si sottrae nella sostanza la responsabilità della tutela e della salvaguardia dei diritti di chi in quel mondo svolge la sua attività. Di qui la figura del collaboratore sportivo, vero cardine degli “organici” delle società sportive, cui è negata in radice una copertura previdenziale e i cui compensi sono spesso dati sotto forma di rimborsi spese, esentasse fino a 10.000 euro annui e che spesso nascondono erogazioni ulteriori non tracciate fiscalmente. E che,complici “accondiscendenti” possono coincidere anche con figure che con il concetto di “collaboratore” hanno assai poco a che spartire, come l’addetta alla segreteria di una piscina o la segretaria di un complesso sportivo multifunzionale. Di questa situazione l’indagine descrive con precisione la sua diffusione e fornisce quindi a NIdiL, alla Slc con cui si è definita una proficua e costante collaborazione e alla Cgil in generale argomenti fattuali, oltreché valoriali, per richiedere al legislatore di tornare sui propri passi riaprendo così un ragionamento a tutto tondo sul mondo dello sport in un’ottica di riconoscimento di quanto in questi anni è cambiato anche negli aspetti strutturali e che richiede per questo motivo che sia aperto il tema dell’allargamento delle tutele. Già sento grida di allarme sull’innalzamento dei costi, e quindi dei prezzi al pubblico: e qui va posto il tema, avanzato anche nel

corso delle Giornate del lavoro 2018 da parte di alcune delle associazioni di rappresentanza degli sportivi con cui da tempo NIdiL e Slc collaborano, dell’istituzione di un Osservatorio sulle attività sportive, cui partecipino tutti i soggetti interessati, dal Coni alle società di rappresentanza, alle organizzazioni sindacali, affinché sia proposto al legislatore un riordino organico delle discipline che afferiscono all’attività sportiva, dagli aspetti fiscali a quelli previdenziali e lavoristici, e che ciò riguardi anche le condizionalità dell’apporto pubblico affinché all’idea dello sport per tutti, che non possiamo che condividere totalmente, si affianchi la tutela per chi quell’obiettivo tenta di raggiungere. Così come adeguata attenzione va rivolta alle politiche di affidamento degli impianti sportivi da parte delle amministrazioni locali, in modo da condizionare anche per questo versante l’affidamento alle tutele e alla continuità d’impiego in caso di modifiche e di interruzione degli appalti. Negli anni che ci separano dall’ultimo Congresso sia NIdiL che Slc hanno mostrato di poter cambiare passo sul piano delle tutele e della copertura contrattuale: si tratta di progressi oggi ancora in fase embrionale, cui deve corrispondere in questo mandato congressuale un lavoro di allargamento, di consolidamento e di crescita della rappresentanza, della vertenzialità e della tutela contrattuale. Un lavoro come questo ci rafforza e ci fa ben sperare per il futuro. u

LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

29


APPENDICE

Nota metodologica t

L

A METODOLOGIA DI RACCOLTA DATI

L’indagine ha preso avvio lunedì 15 gennaio 2018. Il questionario è stato reso compilabile online sul sito http://www. nidil. cgil.it/, dal quale si accedeva alla sezione sport 10, e in formato cartaceo recandosi presso le sedi di NIdiL Cgil e di Slc Cgil. Era inoltre possibile scaricare la versione pdf compilabile11. Le risposte sono state esportate dal modulo in formato csv. Il file esportato ha richiesto

una particolare lavorazione in quanto i dati sono stati riorganizzati in maniera che l’elaborazione successiva consentisse l’utilizzo di filtri e di tabelle pivot.

L

E AZIONI DI COMUNICAZIONE E PROMOZIONE

L’avvio dell’indagine è stato preceduto dalla conferenza stampa12 del 12 gennaio a Roma presso la sede NIdiL-Cgil ed è stato accompagnato da un efficace video di pre-

IMMAGINE 22 u SCHERMATA DELLA SEZIONE DI INTRODUZIONE AL QUESTIONARIO

Il link della sezione è il seguente: http://www.nidil.it/sport Da inviare successivamente all’indirizzo mail: sportindagine@nidil.cgil.it Per te lo sport è un lavoro? – I lavoratori occupati nel mondo dello sport. Oltre un milione senza diritti e senza tutele. 10 11 12

30

APPENDICE t Nota metodologica


sentazione lanciato sul canale YouTube13. Le varie sedi di NIdiL in tutta Italia hanno diramato l’indagine sia online che attraverso appositi incontri pubblici territoriali e a partire da lunedì 15 gennaio è stata avviata una campagna settimanale di promozione Facebook dalla pagina “Turismo e Territorio”14 che di giorno in giorno ha portato a un incremento dei click sul link del questionario. Le azioni di comunicazione e promozione in tutta Italia, sia attraverso metodi online che offline, hanno portato alla compilazione di seicento questionari15.

I

L CAMPIONE

Il 47,3% del campione è composto da donne, mentre la fascia di età più rappresentata è quella compresa tra i trenta e i quarant’anni. La Lombardia è la regione con il maggior

GRAF. 23 u FASCE DI ETÀ16

VAL. % FREQUENZA DI RISPOSTA NELLE CLASSI DI INTERVALLO 0,9 dai 18 ai 30 anni 12,0

dai 41 ai 50 anni dai 51 ai 60 anni

41,6

oltre i 60 anni

numero di questionari compilati (quasi il 47%), mentre pochissime risposte sono state ottenute da Basilicata, Umbria e Trentino-Alto Adige. La distribuzione del campione tra le regioni d’Italia riporta una mancanza di dati in alcune zone: tuttavia le macro-aree Nord,Centro e Sud sono tutte rappresentate, sebbene il campione sia più concenGrafico Regioni udel campione trato nel24.Nord. V

GRAF. 24 u REGIONI DEL CAMPIONE Lombardia Piemonte Lazio Sicilia Emilia Romagna Veneto Campania Toscana Puglia Liguria Friuli-V. Giulia Sardegna Calabria Abruzzo Marche Trentino-A. Adige Umbria Basilicata

13 14 15 16

VAL. %

7,8 4,4 3,5 2,4 2,4 2 1,2 1,2 1,0 0,8 0,8 0,7 0,5 0,3 0,2 5

46,6

GRAF. 25 u AREE ITALIANE DEL CAMPIONE

13,5 10,6

0

dai 31 ai 40 anni

29,1 16,4

VAL. %

15,0 Nord

14,0

Centro 70,9 Sud

10

15

20

25

30

35

40

45

50

https://www.youtube.com/watch?v=3Vyq9cWDdSI https://www.facebook.com/blogturismo/ La quantità effettiva è pari a 594. Le classi di intervallo sono state stabilite in fase di elaborazione dati. LO SPORT COME LAVORO t PRIMO LIBRO BIANCO

31


u IL QUESTIONARIO DI INDAGINE

32

Grafica e impaginazione Edit.Coop Chiuso in tipografia il 30 novembre 2018 • Stampa Spadamedia, Roma


IB-Cop.LibroBiancoSport.qxp_ok 28/11/18 16:03 Pagina 1

CGIL

PRIMO LIBRO BIANCO

LO SPORT come lavoro

CGIL

NIdiL CGIL Via dei Frentani, 4/A - 00185 Roma Tel. 06/44340310 Fax 06/44340282 mail: nidil@nidil.cgil.it

ISBN 978-88-87367-61-4

Edit Coop. società cooperativa di giornalisti 9 788887 367614


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