Arte e storia delle Madonie. Studi per Nico Marino, Voll. VII-VIII

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Risignano, per conto del Vanella, concorrendo al pagamento dell‘affitto di un‘altra bottega che lo stesso giorno lo scultore prende in locazione dal Risignano. Lo stesso giorno, infatti, il magnifico Sigismondo de Risignano conferma al Vanella l‘affitto di una bottega nel quartiere ―xhalcie‖, vicina alla casa del locatore, per altri tre anni, per un canone di 3 onze e 12 tarì all‘anno.122 Il 18 maggio 1512 Antonio acquista dal carrarese Lotto di Guido quattro carrate e mezzo di marmi rustici e alcuni capitelli marmorei lavorati, per il valore di 9 onze e 18 tarì, in presenza, quale testimone, di Giacomo ―de Benedittis‖, ossia dello scultore Giacomo di Benedetto, che conosciamo attivo a Palermo fra il 1490 ed il 1519.123 Il 16 novembre 1513, definito ―scultor‖, assieme al figlio Giacomo, quindicenne, vende una rendita.124 Tre giorni dopo, il 29 novembre, affitta a Vincenzo Tranchida una casa ―terrana‖ nel cortile ―di la nania in cantoneria cortilioli‖, per 6 anni, per un‘onza e 10 tarì all‘anno.125 La vigilia di Natale seguente, assieme al figlio Giacomo, Antonio perdona il genero, mastro Nicola de Rigio, riconoscendogli la buona fede, circa l‘accusa che egli stesso gli aveva mosso a riguardo della uccisione di Elisabetta, figlia di Antonio e moglie di Nicola, del ceffone inflitto al giovane Giacomo e del furto di certi beni. Si impegna quindi a pagare al genero, entro un anno, le 18 onze non ancora versate per completare la dote della figlia, dalla quale è nata la piccola Giovannella de Rigio.126 Del 26 giugno 1514, come si è visto, è l‘impegno per l‘esecuzione del tabernacolo per reliquie destinato alla chiesa dell‘Annunziata di Ficarra, che viene consegnato il 25 ottobre 1514. Il 9 novembre successivo Antonio nomina suo procuratore il figlio ―hon(orabilis)‖ Giacobello per recarsi a Patti e recuperare da fra‘ Bartolomeo Bizolu, procuratore e vicario del vescovato di Patti, 10 onze ―expensis vittus et potus ipsius constituentis et eius lavorantium et garzonum circa vacacionem(?) opere per eum facte‖, nonché ―p. certa opera marmorea facta in cona ipsius ep(iscop)atus et p. expensis factis in dicta cona‖.127 Oltre alla esecuzione della statua della Madonna col bambino della cattedrale di Patti, Antonio aveva dunque lavorato insieme con alcuni collaboratori ad una custodia marmorea, probabilmente destinata alla medesima cattedrale, il cui compenso non era stato ancora saldato. Ma dell‘opera non si hanno più notizie. Il 3 settembre 1516 il nobile Melchiorre di Maida protesta perchè il Vanella vuole rifare un muro pericolante, mediante con la sua casa.128 Il 12 ottobre successivo, dal momento che ha venduto al defunto ―hon(orabilis)‖ Antonio Purpuri, suo genero nativo di Cefalù, un lotto di terreno edificabile vicino alla sua abitazione, nella contrada dei Divisi, nel cortile ―vocato di la nania‖, Giacomo Vanella, figlio

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ASP, not. Gerardo La Rocca, st. 1 vol. 2502, c. 374 r. e v. Ibidem, vol. 2503, c.s.n. Il saldo del prezzo dei marmi acquistati verrà versato il 7 gennaio 1513. 124 ASP, not. Matteo Fallera, st. 1, vol. 1772, c.s.n. 125 ASP, not. Pietro Russo, st. 1, vol. 616, c. 343. 126 ASP, not. Giovanni Catania, st. 1, vol. 1928, cc. 687 v., 688 v., 690. 127 ASP, not. Pietro Russo, st. 1, vol. 617, c. 268. 128 ASP, not. Girolamo D‘Andrea, st. 1, vol. 4048, c.s.n. 123

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