Arte e storia delle Madonie. Studi per Nico Marino, Voll. IV-V

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Dagli arrendamenti Staropoli e Speradeo, ed anche da altri arrendamenti come quello stipulato con Vincenzo Giaconia nel 1661, si apprende inoltre che era nella facoltà dell‟arrendatario poter usufruire anche di altre stanzi d‟abascio, riposti terrani, catoi18, citati però in relazione alla produzione del riso, mentre il riferimento alla Torre grande si trova solo nelle clausole relative alla cottura dello zucchero dell‟ultimo anno ed indica chiaramente che le stanze basse della Torre erano indispensabili per la chiusura del ciclo produttivo delle cannamele. Queste attestazioni, riguardanti le stanze d‟abascio della Torre grande, aprono il campo ad una serie di ipotesi circa la sua attuale configurazione, che si differenzia dalla configurazione trecentesca. L‟accesso al maniero dalla porta posta nel secondo livello lato nord è stato testimoniato fino agli inizi degli anni duemila da una rampa di scala monca che ne puntava, a debita distanza, l‟ingresso. Questa rampa richiamava alla mente certi capitoli di stagli dell‟inizio del seicento che, testimoni di una antica tecnica costruttiva, davano le disposizioni tecniche per la costruzione di nuove torri della Deputazione del Regno di Sicilia: nei capitoli dello staglio della ricostruzione della Torre del Mulinazzo redatti il 13 novembre 1614 e indagati da Antonino Palazzolo19, si dice “item in piedi della torre si farà una scala di pietra intagliata di 8 scaloni di petra di intaglio con lo suo tavoleri di sopra lo quali dovrà posare la scala levatizza e lo tavoleri sarà otto palmi di lunghezza e quattro di larghezza”. Stesse disposizioni per la Torre Pozzillo20 “item al piede della torre se li farà un pezzo di scala di otto scalone con lo suo tavoleri di pietra forte intagliata la quale scala sarà di lunghezza palmi 6 tutto imbalatato. Item sopra dello quale si ha passare la scala livatizza per acchianare alla torre”. Alle stanze poste al piano terra, che non aveva ingressi, si accedeva dall‟interno. Dopo aver raggiunto la citata porta del secondo livello, si imboccava la scala in muratura alla sua destra ricavata nel capiente spessore del muro lato nord e si iniziava la discesa verso il piano inferiore. La scala non raggiunge però il livello terreno, ma si ferma a circa quattro metri da esso. La differenza di quota, colmata

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Due riposte terrane et appresso di ecclesia con loro stanze di sopra della panetteria sono nominate nell‟arrendamento Speradeo del 1647, tutte le stanze di abbasso et quelle che sono al lato la chiesa nell‟arrendamento Staropoli del 1654, li dui riposti terrani nell‟arrendamento Vincenzo Giaconia del 1661. 19 Cfr. A. Palazzolo, Le Torri militari del Regno di Sicilia in età moderna, Istituto Siciliano Studi Politici ed Economici, Palermo 2011, p. 350. Torre del Mulinazzo, in territorio di Cinisi, edificata in forma cilindrica su un feudo del Monastero di S. Martino delle Scale con contratto del 6 novembre 1659, abbattuta da un fulmine nel 1614 e nello stesso anno messa a staglio per rifarla “non più tonda fabbricata all‟antica ma quadrata alla usanza moderna”. 20 Torre Pozzillo, anch‟essa in territorio di Cinisi su feudo del Monastero di San Martino delle Scale, dove però la larghezza della scala sarebbe stata leggermente inferiore (A. Palazzolo, Le Torri militari… cit., p. 361).

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