Arte e storia delle Madonie. Studi per Nico Marino, Voll. IV-V

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più accertabile nel suo intero sviluppo risulta tuttavia il percorso che attraverso l‟anzidetto settore giungeva dalle pendici settentrionale del rilievo alla Grotta del Drago, per poi risalire il crinale alla volta dell‟abitato26 [Fig. 14, d]. Come si può immaginare, le maggiori difficoltà che si incontrano nello studio del sito di Mura Pregne sono legate all‟impossibilità di constatare e verificare sul terreno le conoscenze acquisite prima dell‟impianto della cava e di affidare alle notizie d‟archivio sia l‟interpretazione delle evidenze, oggi non conservate, che ogni tentativo di ricostruire, ai fini della collocazione spaziale delle stesse, l‟antica situazione topografica. Attraverso le pose fotografiche edite 27 [Fig. 13] e soprattutto la documentazione grafica proposta da L. Mauceri [Fig. 14] e da R. Carta è possibile risalire alla conformazione originaria dei versanti, formanti veri e propri fronti rocciosi che facevano di Mura Pregne un sito naturalmente munito, che affidava all‟intervento dell‟uomo di agire solo laddove tale difesa risultava insufficiente 28 [Fig. 4]. La morfologia delle pendici orientali limitava a due sole gole i passaggi attraverso i quali era possibile ascendere alla sommità. Di queste due giogaie, quella che doveva costituire la principale via d‟accesso al centro si estendeva immediatamente a Nord-Est del rialzo roccioso che, a metà circa del suo sviluppo, interrompeva il profilo del fianco orientale del rilievo. Tale giogaia consentiva di superare la balza rocciosa alta circa 30 m29 e di raggiungere il rilievo occupato dall‟abitato, posto immediatamente a Nord-Est. Lungo la parete meridionale di questo passaggio era possibile individuare «una spaccatura trasversale nella roccia, che si allargava in basso, così da formare una grotta a padiglione che i naturali del luogo chiamano Grotta del Drago»30 [Fig. 14, c]. Quello che oggi appare come un susseguirsi di terrazze artificiali, prima dell‟impianto della cava doveva presentarsi come un luogo orograficamente articolato, difficilmente apprezzabile attraverso l‟immagine che se ne può desumere dalla sola descrizione offerta da chi ebbe modo di visionare le originarie caratteristiche naturali. La Grotta del Drago [Fig. 15] costituisce uno dei contesti archeologici la cui indagine sistematica avrebbe potuto consentire di approfondire alcuni aspetti L. MAUCERI, Cenni sulla topografia…, cit., col. 430, fig. 15; G. PATIRI, Le mura e le costruzioni…, cit., p. 22; C. A. DI STEFANO, Mura Pregne... cit., p. 181, fig. 26. 27 Circa la conformazione originaria della collina, vedi J. BOVIO MARCONI, I monumenti megalitici…, cit., fig. 1; C. A. DI STEFANO, Mura Pregne... cit., tav. XLIV,1; J. M. PESEZ, Le site et les vestiges, in Brucato. Histoire et Archéologie…, cit., vol. 1, p. 88, ph. 1. 28 L. MAUCERI, Cenni sulla topografia…, cit., col. 427-428, fig. 12; C. A. DI STEFANO, Mura Pregne... cit., p. 181, fig. 26. Attraverso il rilievo planimetrico realizzato da R. Carta è possibile localizzare, presso le principali vie di accesso al parte sommitale del massiccio calcareo, i resti di strutture murarie ancora conservate nel 1937 che, a causa dell‟estensione del fronte di cava non risultano più rintracciabili. 29 L. MAUCERI, Cenni sulla topografia…, cit., col. 427. 30 Ibidem.

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