Conoscere il territorio: Arte e Storia delle Madonie. Studi in memoria di Nico Marino, Vol. I

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formazioni con compiti di polizia rurale, ritenuto da più fonti assai controverso tanto da essere, in taluni casi, connesso a fenomeni “premafiosi” 4. Mi interessa invece maggiormente, in questa sede, fare emergere aspetti poco evidenziati, forse anche personali della vicenda, destinati a rimanere altrimenti nascosti tra le pieghe della cronaca, travolti dal giudizio sulla „grande storia‟, dalla fretta di tirare conclusioni facili e di comodo; aspetti con rilievi anche drammatici, nel senso letterale della parola, perché potrebbero costituire la base di un testo per la scena teatrale, e non sarebbe la prima volta5. Per iniziare è il caso di ricordare che le compagnie d‟arme sono un corpo militare istituito già alla fine del X V secolo con il compito di “estirpare la delinquenza applicando la giustizia con rigore” 6. Nel 1832 se ne contano in Sicilia trentadue, responsabili, ciascuna, di una porzione di territorio. Sciolte nel 1837, vengono riattivate nel ‟49. Ogni capitano è coadiuvato da circa trenta/quaranta militi a cavallo. Nel 1856 è a capo del distretto di Cefalù, che comprende alte e basse Madonie, il castelbuonese Francesco Gambaro. Per contratto i Capitani d‟Armi hanno l‟obbligo di risarcire le vittime di furti, abigeati, danneggiamenti, tutte le volte che non riescono a recuperare il maltolto e per questo “rilasciano ritenuta del due e mezzo per cento”, trattenuta dallo stipendio7. Per entrare nel vivo del racconto (la latitanza di Spinuzza e dei suoi compagni), si rendono necessarie alcune puntualizzazioni documentali sulle sequenze delle indagini e sulla successiva cattura. 4 Sul tema v. fra gli altri: - A) G. G. Amico, Il brigantaggio nel periodo garibaldino, in “La Sicilia e l‟Unità d‟Italia” Congresso Internazionale di Studi Storici sul Risorgimento Italiano, Palermo 15- 20 aprile 1961, Comunicazione, a cura di Salvatore Massimo Ganci e Rosa Guccione Scaglione, Milano 1962, in particolare le pagg. 629 e 630 sull‟ispettore Chinnici. B) G. Fiume, Le bande armate in Sicilia, (18191849), violenza e organizzazione del potere, annali della facoltà di lettere e filosofia dell‟Università di Palermo, studi e ricerche, Palermo 1984 – C) U. Santino, la cosa e il nome, materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, prefazione di Orazio Cancila, Catanzaro, 2000 – D) G. Marrone, Città campagna e criminalità nella Sicilia moderna, Palermo 2000, in particolare i capitoli VI e VII, pagg. 103- 149 – E) A. Crisantino, V ita esemplare di A ntonino Rappa Comandante dei Militi a Cavallo in Sicilia, Palermo 2011. 5 G. Montemagno, Scena in rivolta, teatro politico in Sicilia (1860-1960), Palermo 1980; in particolare L‟Italia, pagg. 11-28, che raccoglie, tra altri, il testo del dramma Salvatore Maniscalco, tempestivamente messo in scena a Palermo nel giugno del 1860. Da ricordare il celebre romanzo di Vincenzo Consolo, Il sorriso dell‟ignoto marinaio, Torino, 1976. Il testo riporta il discorso di F. Guardione tenuto nel 1906, ricostruttivo della vicenda. 6 A. Mogavero Fina, Fra gli ultimi Capitani d‟A rmi, castelbuonesi della famiglia Gambaro, in Le Madonie, Periodico quindicinale, Castelbuono, 15 aprile 1982, pag. 3. 7 ApG, si tratta di una missiva in bozza, da Castelbuono, datata 11 novembre 1873, scritta dal figlio di Francesco Gambaro, Giuseppe, a un non meglio identificato Ludovico; l‟oggetto è la ricostruzione della carriera: E pria di tutto debbo farti osservare che papà cominciò a servire da soldato d‟arme il 23 maggio 1829 per come si scorge dalla nomina, in forma di permesso d‟armi perché così allora si facevano le nomine dei soldati d‟armi e quindi il computo del servizio per la funzione deve cominciare dal 23. Maggio 1829, da poiché da quel giorno cominciò a percepire lo stipendio e a rilasciare la ritenuta del 2 e mezzo per cento. V edi art. 7 della legge 14 aprile 1864, N° 1731.

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