Conoscere il territorio: Arte e Storia delle Madonie. Studi in memoria di Nico Marino, Vol. I

Page 118

alcuni dettagli. Tra questi, una finestrella strombata, successivamente occlusa22, dimostra che la torre era stata realizzata prima del palazzetto bicromo (Fig. 12), che venne successivamente “monumentalizzato” con la sopraelevazione con bifore e la famosissima trifora su Corso Ruggero (Fig. 11). La datazione di questa sopraelevazione, fissata, per motivi stilistici, ad età chiara montana, è confermata dallo scavo di una fossa23 che i costruttori avevano tagliato preliminarmente all‟angolo nord-est, per verificare la consistenza della struttura stessa. Proprio in questa fossa furono recuperati, nelle varie fasi di progettazione del restauro e con l‟indagine archeologica, i frammenti ricomponibili24 di un grande bacino da parata (Fig. 15). Questo reperto, di eccezionale importanza storico-artistica, è decorato con la figura di un leone-ghepardo rampante, che non è difficile ipotizzare fosse nel primitivo stemma dei Ventimiglia. Il manufatto, classificato come “maiolica arcaica policroma”25, si colloca tra le ultime produzioni di ceramica invetriata policroma, di tradizione islamica, e contiene già in nuce i primi elementi di certa maiolica, quella faentina in particolare, che confermano l‟interscambio culturale tra la Sicilia a l‟area tosco-emiliana. La datazione proposta del X IV secolo conferma la datazione tradizionale della trifora. Questi dettagli risultano particolarmente evidenti nello schema grafico proposto (Fig. 14) in cui sono chiaramente distinte le fasi edilizie dell‟attuale complesso di X II (la torre), X III (il palazzetto bicromo) e X IV secolo (la sopraelevazione della torre). Come si è brevemente accennato, una serie di prove, lette realisticamente, hanno offerto un quadro più concreto dell‟immagine di questa nobile Città nel Medioevo, meno esotico, se si vuole, ma non certo meno importante e qualificato del ruolo che ebbe Cefalù in età ruggeriana, giusta erede dei fasti dell‟antico centro ellenistico.

ALOISIO 2011, pp. 79-80, figg. 62- 64. MONTALBANO 2011, pp. 106-107, figg. 88-89. 24 L‟eccellente restauro di questo bacino è opera dell‟amico M.d‟A. Sandro Varzi che si coglie l‟occasione per ringraziare ancora una volta. Cfr. S. V ARZI, “Note di restauro”, in L‟Osterio Magno di Cefalù, Cefalù 1994. 25 A. T ULLIO, “Esperienze di archeologia medievale a Cefalù”, in L‟A rchitettura medievale in Sicilia: la Cattedrale di Palermo, Roma 1994, pp. 313- 317, figg. 17- 19.

22 23

118


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.