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L’EDITORIALE

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L’editoriale di Paola Baldacci

CERCARE INSIEME LASOLUZIONE

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Facciamo il punto sull’elettrico: dove va il mercato e quali valutazioni, in una prospettiva di filiera, devono affrontare i fleet manager interessati ad introdurre EV in flotta? Su MissionFleet 5 ce ne occupiamo in tre ampi servizi: in apertura con il “Cruscotto” a cura di Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia, che in esclusiva per la testata ha realizzato uno specifico focus sullo stato dell’arte delle vendite di auto elettriche ed ibride. Poi prendiamo una Casa, un noleggiatore, la telematica, gli autoriparatori e una flotta aziendale elettrica: agitiamo (non shakeriamo) con competenza i loro dati per servirvi le risposte sul da farsi, sempre in relazione all’eventualità d’inserire veicoli a zero emissioni nel parco. Infine, contiamo l’infrastruttura: oltre 14mila colonnine in Italia oggi, con l’obiettivo delle 60mila. Inutile negarlo: le case auto puntano obbligatoriamente sulle emissioni zero e il viaggio lungo la rete di ricarica è appena cominciato. Con novembre, abbiamo pensato possa essere utile riflettere sull’elettrificazione visto che i provider di energia stanno procedendo a ritmo spedito e l’impegno dei costruttori è andato avanti, pur nell’annus horribilis che presto ci lasceremo alle spalle. Ecco la prova di Jeep Compass e Renegade 4xe: i Suv 4X4 sono diventati ibridi plug in senza tradire la trazione integrale. Il test drive nelle Langhe della nuova Bmw Serie 4 Coupé che con la tecnologia mild hybrid esalta il Dna sportivo in una emozionante M440i XDrive. Infine, l’analisi tecnica a cura di Maurizio Bertera su due modelli che hanno in comune l’attenzione –quasi obbligatoria – alla propulsione ibrida, ma con valutazioni differenti che si spiegano con le carriere differenti. Stiamo parlando di Leon Sportstourer e di Renault Captur. Manon è tutto. Le rubriche completano un numero della nostra rivista dell’auto aziendale con il consueto taglio culturale dell’automotive al femminile e dell’heritage: Mercedes a pagina 12 e Range Rover a 40. Infine, i capitoli di “norme e tributi” per spiegarvi della nuova tassazione (dal 1° luglio), che dovete far partire in base alla data del contratto di assegnazione, e del calcolo del rimborso chilometrico in caso di smart working. I MissionFleet Awards? La giuria ha decretato i progetti vincitori, sia tra i fornitori sia tra i migliori modelli di auto da flotta, così come tra i fleet manager aziendali. Su tutti noi incombe l’ennesimo Dpcm a limitare eventi e meeting, ma vi promettiamo che celebreremo MFA 2020. Sapevate che competere significa “cercare insieme la soluzione” a livello agonistico? Ve lo sveliamo a pagina 34.

@pla_baldax e @missionline

ELETTRICHE E IBRIDE, LE UNICHE IN RIPRESA

Nel focus sulle auto a basse e a zero emissioni, con Dataforce Italia analizziamo i dati gennaio-agosto 2020 per scoprire l’andamento di Bev e Phev in Italia e in Europa

Saladino* di Salvatore

Tra incentivi statali, sostegni pubblici locali e blocchi del traffico nelle metropoli, l’auto elettrica inizia a farsi strada, anche se molti automobilisti che necessitano di un mezzo di trasporto più “utilizzabile” preferiscono puntare sulle ibride. Per il mondo delle flotte aziendali in particolare, l’auto elettrica cresce sì in termini di volumi, ma in maniera ben più lenta rispetto ad altri Paesi europei. Di contro, il 2020, annata disgraziata per il mercato dell’auto (e dell’economia in generale, causa pandemia Covid19) può essere definito l’anno della vera spinta dell’auto a impatto zero. Dataforce ha realizzato uno specifico focus sullo stato dell’arte delle vendite di auto elettriche (ed ibride) in esclusiva per MissionFleet. Vediamo quindi quali sono i principali trend, anche a confronto con altre realtà nazionali del continente europeo. ELETTRICHE ALRADDOPPIO Partiamo dai numeri del mercato italiano: nei primi 8 mesi del 2020 le immatricolazioni di auto elettriche (Bev, battery electric vehicle) sono raddoppiate: 13.426 unità, tutte di tipo tradizionale, nessuna “extended range” (con motore a benzina con la funzione esclusiva di aumentare la capacità di ricarica delle batterie) e nessuna “fuel cell” (con le batterie alimentate a

*Country manager Dataforce Italia

TOP 5 ITALIA ELETTRICHE E PHEV

TOP 5 ITALY YTD 2020 * YTD 2019 * Diff. YTD Diff. YTD %

BEV RENAULT ZOE 2.741 1.653 1.088 65,82% SMART FORTWO 1.704 1.036 668 64,48% VW UP 1.451 16 1.435 8968,75% TESLA MODEL 3 1.341 1.166 175 15,01% PEUGEOT 208 1.137 0 1.137 /0 PHEV FORD KUGA 1.132 0 1.132 /0 VOLVO XC40 781 0 781 /0 MINI COUNTRYMAN 762 1.092 -330 -30,22% PORSCHE CAYENNE 598 1 597 59700,00% AUDI A3, S3 556 0 556 /0 Electric Total RENAULT ZOE 2.741 1.653 1.088 65,82% SMART FORTWO 1.704 1.036 668 64,48% VW UP 1.451 16 1.435 8968,75% TESLA MODEL 3 1.341 1.166 175 15,01% PEUGEOT 208 1.137 0 1.137 /0

* i dati Italia sono aggiornati ad agosto (sia 2020 che 2019)

idrogeno). Da gennaio ad agosto ne sono state targate 6.537 (+105%). Le auto elettriche quest’anno hanno raggiunto una market share dell’1,65%. Ancora più rapida la crescita delle ibride plug in, ossia le auto ibride più efficaci, le cui batterie di alimentazione possono essere ricaricate tramite l’allaccio alle rete, con colonnine specifiche o prese domestiche: +204%. Però si tratta di numeri di immatricolazioni più bassi rispetto alle elettriche: 9.652 unità, per la stragrande maggioranza ibride a benzina (9,225) e qualche diesel (497). Aquesti plug in hybrid electric vehicle (da cui deriva la sigla Phev), vanno però aggiunte altre tipologie di auto ibride: le full hybrid (a benzina o diesel, ma senza ricarica “alla spina”), che quest’anno sono state rispettivamente 32.520 (-34,7%) e 54 (l’anno scorso soltanto una unità), poi le mild hybrid (anch’esse a benzina o diesel, in cui un micro-motore elettrico serve a migliorare la performance del motore termico, ma non “muove” autonomamente l’automobile), da gennaio ad agosto sono state rispettivamente 44.236 (+381%) e 16.071 (+42,4%). Insomma, prese tutte assieme, le ibride quest’anno hanno conquistato 102.533 clienti italiani, ossia il 12,62% dell’intero mercato.

IN FLOTTA E nelle flotte? L’interesse per l’auto a basso o zero impatto ambientale è ancora più alto: i dati del noleggio a lungo termine, per esempio, vedono l’elettrico al 3,31%, esattamente il doppio del mercato totale, le ibride plug in al 2,86%, le full hybrid al 4,95% e le mild hybrid al 6,19%. In totale rappresentano il 14% delle

***NOTA ALLETABELLE LE TABELLE SONO UNA ELABORAZIONE DATAFORCE ITALIA SU FONTI MINISTERO TRASPORTI E ACI/PRA

MARKET OVERVIEW ELETTRICHE E PHEV

Agosto 2020 Agosto 2019 Diff. Mese MS 2020 YTD 2020 YTD 2019 MS YTD 2020 BEV 1.874 531 1.343 2,11% 13.426 6.537 1,65% PHEV 1.693 305 1.388 1,91% 9.652 3.176 1,19% Electric Total 3.567 836 2.731 4,01% 23.078 9.713 2,84% Total Market 88.844 88.809 35 812.179 1.327.706

MARKET SHARE

n BEV n PHEV

58% 42%

GENNAIO-AGOSTO 2020

67% 33%

GENNAIO-AGOSTO 2019

immatricolazioni long rent. Considerando veramente ecologiche le Bev e le Phev (elettriche e ibride plug in), si osserva che le prime rappresentano il 58% delle immatricolazioni, le seconde il 42%. Però la crescita delle ibride è superiore: l’anno scorso erano al 33% della “torta” Bev +Phev. Se le elettriche pure non hanno emissioni allo scarico (l’inquinamento è prodotto nella fabbricazione dei veicoli, dal rotolamento degli pneumatici e dallo smaltimento a fine vita delle batterie e dell’auto stessa), è interessante notare che una percentuale cospicua delle Phev è nella classe di emissioni da 41 a 50 g/km (4.081 unità), seguita dalla classe 31-40 g/km (2.716), dalla 21-30 g/km (1.383), dalla oltre 70 g/km (781), dalla 51-60 g/km (362) e dalla 61-70 g/km (329 unità).

IN EUROPA Nel resto d’Europa cosa succede al mercato delle elettriche e delle ibride? In linea generale, gli altri Paesi sono nettamente più avanti di noi nell’avanzata delle auto green. Tranne che in Spagna, dove le vendite di elettriche e ibride plug in rappresentano quote in crescita, ma ancora marginali: rispettivamente sono l’1,41% e l’1,66% (totale 3,06%). In Italia, invece, le elettriche pure sono al 2,11% e all’1,91% (totale 4,01%) le Phev. La nazione più virtuosa è l’Olanda, in cui la penetrazione di elettriche e ibride plug in raggiunge il 13,5%: 9,53% le prime, 3,98% le seconde. Segue la Francia (9,18% in totale, 6,15% più 3,04%). Un gradino sotto troviamo la Germania, con una quota green dell’8,68% (elettriche al 4,02%, Phev al 4,66%), poi il Regno Unito (7,99% la somma di elettriche, 4,72% e ibride plug in, 3,27%). Il Belgio ha sfiorato quota 7% (esattamente 6,82%, con le elettriche al 2,29% e le ibride “alla spina” al 4,53%). Il Paese dove se ne immatricolano di più? La Germania, che quest’anno ha registrato 37.259 auto elettriche e ibride plug in (rispettivamente 16.836 e 20.423).

AI PRIVATI EALLUNGOTERMINE Ma chi sono in Italia i maggiori fruitori delle auto elettriche? A giudicare dalle vendite complessive, i privati (5.877 unità quest’anno). Ma, considerando le quote di mercato degli altri canali, sono le flotte del noleggio a lungo termine quelle che apprezzano di più le auto a impatto zero: 4.211 nuove targhe da gennaio ad agosto. Decisamente meno interessati alle auto elettriche sono i noleggiatori a breve termine, che acquistano giusto gli esemplari per i noleggi downtown: 651 unità nel 2020. Nelle flotte di proprietà, quest’anno se ne sono immatricolate 1.238, ossia un po’ meno delle demo e delle km zero dei concessionari e delle case costruttrici (1.449 unità). Invece le Phev, cioè le ibride plug in? In questo campo i più forti acquirenti sono i noleggiatori a lungo termine: 3.650 unità su un totale di 9.652. Ai privati ne sono state intestate 2.712, 1.993 sono le auto-immatricolazioni, 886 alle flotte e 651 ai rent-a-car.

LE REGIONI DIIMMATRICOLAZIONE Le zone in cui vengono immatricolate più auto green? Trentino a parte dove, per questioni fiscali sull’Ipt, sono intestate molte auto dei noleggiatori a lungo termine (il dato di 3.515 auto elettriche non deve impressionare), è la Lombardia la regione più virtuosa anche perché favorisce l’acquisto con un proprio sistema di incentivi aggiuntivo. Nella regione del governatore Fontana quest’anno sono entrate in circolazione 3.191 auto a impatto zero. L’Emilia Romagna (774) ha sopravanzato il Piemonte (554), ma sono entrambe dietro alla Toscana (930), regione in cui immatricola Arval. Al Sud e

MARKET SEGMENT DISTRIBUTION ITALY

YTD 2020 YTD 2019 Diff. YTD Diff. YTD %

BEV Private 5.877 2.639 3.238 122,70% Fleet 1.238 1.135 103 9,07% Manufacturer & Dealer 1.449 504 945 187,50% Rentals (Long Term) 4.211 2.072 2.139 103,23% Rentals (Short Term) 651 187 464 248,13% BEV Total 13.426 6.537 6.889 105,38% PHEV Private 2.712 929 1.783 191,93% Fleet 866 423 443 104,73% Manufacturer & Dealer 1.993 635 1.358 213,86% Rentals (Long Term) 3.650 1.110 2.540 228,83% Rentals (Short Term) 431 79 352 445,57% PHEV Total 9.652 3.176 6.476 203,90% Electric Total Private 8.589 3.568 5.021 140,72% Fleet 2.104 1.558 546 35,04% Manufacturer & Dealer 3.442 1.139 2.303 202,19% Rentals (Long Term) 7.861 3.182 4.679 147,05% Rentals (Short Term) 1.082 266 816 306,77% Electric Total 23.078 9.713 13.365 137,60%

nelle Isole? Le briciole: rispettivamente 540 e 403 unità. E nel Lazio? Quasi la metà della Lombardia: 1.752 unità. Per le ibride plug in, invece, la situazione è leggermente diversa: Trentino a parte (2.496), la Lombardia si piazza dietro alla Toscana (significa che i clienti di Arval sono grandi fruitori di Phev), che ne ha immatricolate 1.760 contro le 1.672 della Lombardia.

LA ZOE È LA PIÙ VENDUTA Il modello più richiesto sul mercato italiano è la Renault Zoe tra le elettriche, la Ford Kuga tra le ibride plug in. In Belgio rispettivamente la Tesla Model 3 e la BMW X5. In Francia la Zoe e la Peugeot 3008. In Germania sono la Volkswagen Golf E e la Passat GTE. In Olanda Kia Niro e Volvo XC40, in Spagna Renault Zoe e Ford Kuga, esattamente come in Italia. Infine, il Regno Unito: Tesla Model 3 e BMW Serie 3. Paese che vai, auto green che trovi.

IL MERCATO ASETTEMBRE Ma diamo uno sguardo anche all'andamento in generale del nono mese dell'anno. Con una giornata lavorativa in più rispetto al settembre 2019 (22 contro 21), il mese dopo le ferie estive porta in dote un risultato molto buono grazie agli incentivi: le automobili nuove immatricolate sono state 155.995, cioè 13.517 in più del settembre precedente, con un incremento del 9,49%. I veicoli commerciali leggeri nuovi, invece, 14.968: cioè 1.680 aggiuntivi (+12,64%). Al totale passenger cars + Lcv ufficiali si deve aggiungere il piccolo contributo delle importazioni parallele: 2.313 automobili (-16,29%) e 48 furgoni (+71,43%), per un dato complessivo di 173.324 unità (+9,31%).

I CANALI A livello di canali di distribuzione, gli incentivi hanno incrementato la domanda dei privati (+24,79% con 21.369 auto in più) mentre l’incremento dei noleggi è meno significativo (+3,72% per il lungo termine e +10,1% per il breve termine). In flessione, invece, le immatricolazioni aziendali dirette (-12,36%) e le autoimmatricolazioni di concessionari e Oem (-35,27% e -39,37% rispettivamente). Particolarmente evidente la diminuzione delle targhe delle km zero dei dealer: quasi 7.500 unità in meno.

CO2 EMISSIONS YTD 2020

16.000

14.000

12.000

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

0

13.426

1.383 2.716 4.081

362 329 781

0 g/km 1-10 g/km 11-20 g/km 21-30 g/km 31-40 g/km 41-50 g/km 51-60 g/km 61-70 g/km >70 g/km

n Electric Drive n Plug-In Hybrid Drive

YTD 2020 A tre quarti dell’anno, il cumulato di questo disastroso 2020 caratterizzato dalla pandemia Covid-19 recupera qualche punto sul passivo: con 968.429 nuove automobili entrate in circolazione la flessione scende al 34,13%, ma il calo delle vendite rimane sempre superiore al mezzo milione di unità. È evidente che questo passivo non potrà essere annullato entro la fine dell’anno: il sistema degli incentivi statali, che privilegia auto elettriche e ibride plug in non permette al comparto automotive di

recuperare terreno in maniera efficace. Nei veicoli commerciali leggeri il calo del mercato, pur pesante, è meno evidente: -23,84%. Questo dato rimane, come lo scorso mese, a oltre 30.000 mancate vendite.

CONSIDERAZIONI Le 15mila auto nuove in più immatricolate a settembre lasciano un po’ di amaro in bocca agli operatori: se i provvedimenti del Governo giallo-rosso avessero distribuito meglio e con maggiore lungimiranza i fondi resi disponibili, saremmo qui a parlare di vera ripresa. È vero che le vendite di auto elettriche e delle ibride sono più che triplicate a settembre, ma le prime hanno raggiunto una misera quota di mercato del 2,62% (poco più di 4.000 unità a settembre, 17.500 nei 9 mesi, con una market share 2020 dell’1,81%), le seconde invece hanno conquistato il 22,37%, ma la quota annuale è del 14,19%. In numeri assoluti significano quasi 35.000 auto ibride a settembre e oltre 137.000 nel cumulato 2020, mentre diesel e benzina superano ancora le 700.000 unità e a settembre rappresentano ancora 2 vendite su 3.

MANCATO RIFINANZIAMENTO INCENTIVI Esauriti gli incentivi per l’acquisto dei veicoli più richiesti, il Governo non ha ritenuto di inserire il rifinanziamento degli stessi per lo svecchiamento del parco auto nel testo di conversione in legge del “Decreto Agosto” approvato dal Senato. Eppure le misure, che si erano complessivamente autofinanziate, hanno fruttato 58 milioni di euro in gettito Iva, per non dimenticare le tasse, come l’Ipt, correlate alle immatricolazioni. Una decisione che secondo tutti gli analisti va a vanificare il rilancio del settore nonché del Pil.

IL NOLEGGIO AL 2025

Il piano strategico di Arval parla di sostenibilità e conneività per interceare i nuovi bisogni di mobilità aziendale. A cominciare dall’e-bike

di Paola Baldacci

A

Arval Beyond entra nel vivo e proietta la società di autonoleggio in un più ampio raggio di azione. Quello della mobilità sostenibile rivolta non solamente alle imprese come offerta corporate per gli assegnatari di un’auto aziendale, ma a tutti i loro dipendenti, ai partner delle alleanze sempre più trasversali e B2C. Il piano quinquennale 2020-2025 della società francese di proprietà di Bnp Paribas coinvolge diversi reparti aziendali per attuare il cambio di business model. Senza dimenticare il core business del noleggio, naturalmente. «Noleggio vuol dire utilizzo e ci stiamo spostando da un tipo di mobilità ad un’altra: le auto non sono più sufficienti. Ecco perché cambiamo l’offerta, ampliandola», commenta il presidente Alain Van Groenendael. Le divisioni che attueranno l’ampliamento del raggio d’azione sono la rete dei punti di noleggio e assistenza, l’area mobility, quella della trasformazione energetica e quella delle partnership attiva su 30 Paesi. Tutte insieme queste business units contribuiranno a creare lo schema con target al 2025: • flotta di 500mila veicoli elettrificati nel mondo su due milioni; • riduzione del 10% del tasso di incidenti; • 80% della flotta sarà connessa; • almeno un’alleanza in ogni

Paese dove opera; • fra 5 anni, Arval sarà carbon neutral.

LA FLOTTA

Negli ultimi 5 anni, la flotta di Arval è cresciuta mediamente del 7,4% e a settembre 2020 segna un incremento straordinario del 6,6%, nonostante la pandemia di Covid-19. L’obiettivo dei 500mila veicoli elettrificati entro il 2025 porterà al 30% di riduzione nelle emissioni di CO2 rispetto all’anno in corso, per diventare un’azienda a impatto zero sull’ecosistema. Queste ambizioni derivano da una profonda riflessione sui risultati, condotta l’anno scorso alla chiusura del precedente piano quinquennale. Spiega la società: «Le aspettative dei consumatori sono profondamente cambiate in termini di mobilità e impatto ambientale e siamo pronti a liberare tutto il nostro potenziale e cogliere le nuove opportunità offerte da queste trasformazioni. Negli ultimi mesi, l’impatto della crisi sanitaria ha rafforzato il nostro impegno».

ARVAL BEYOND: OLTRE IL NOLEGGIO AUTO Il piano strategico esprime l’input di Bnp Paribas i cui valori aziendali puntano a produrre un ritorno positivo sulla società. In tal senso, la sostenibilità ambientale è una opzione vincente. «Il progetto quinquennale ci porterà a proporre qualcosa di semplice al miglior prezzo e dal minor impatto ambientale possibile: in questo senso intende essere un game changer. Arval era un’azienda troppo car centric», sottolinea Van Groenendael. Di qui le azioni in quattro direttrici: mobilità a 360 gradi, facilitare l’accesso alle auto elettriche attraverso soluzioni di noleggio flessibili, espansione della connettività internet e delle collaborazioni come con la Cassa di risparmio di Barcellona (la Caixa). In ogni regione, Arval le declinerà al mercato. E per fare l’esempio dell’Italia, guidata da Stefan Majtan, il nuovo business model di mobilità sostenibile a 360° si traduce nell’introduzione di un nuovo servizio. «La nostra proposta si arricchisce del noleggio a lungo termine di biciclette elettriche, con un canone fisso mensile», annuncia il direttore. La bici elettrica proposta è prodotta da Kalkhoff, scelto per un network di manutenzione capillare. Il noleggio per 12 mesi è proposto a 113 euro al mese, che diventano 87 euro per 24 mesi, con assicurazioni e copertura danni incluse.

PAGAMENTO DEIPARCHEGGI Ma la sostenibilità non viaggia senza la connettività: ecco perché un team di sviluppatori interno lavora sulla telematica ed è interamente dedicato all’esperienza di guida e di utilizzo del noleggio. Tra i diversi progetti allo studio, il primo che verrà lanciato sarà il pagamento del parcheggio automatico. Sono stati condotti alcuni test su clienti aziendali e il servizio varierà secondo il Paese. La geolocalizzazione permette di chiedere al driver se attivare il pagamento, dunque riceve la fattura a fine mese, insieme al canone. Stefan Majtan osserva: «La possibilità di avere auto connesse ci consegna informazioni per sviluppare nuovi servizi: ad esempio, Telepass Next acquisterà sempre più importanza, offriremo presto anche il parcheggio in strada attraverso questa soluzione». La

STEFAN MAJTAN

partnership con Telepass è uno dei casi di successo che Arval intende ampliare. Dal 1989 porta avanti una strategia di collaborazioni come con Caixa Bank in Spagna che beneficia di un’offerta dedicata per 150mila auto per i prossimi 5 anni. Se le partnership si sono sviluppate finora nella filiera automotive e con istituti di credito, il futuro vede altri stakeholder della mobilità all’orizzonte. Tra essi energy provider.

«Dalle nostre indagini sulle aziende-clienti emerge che il 41% utilizzerebbe la bici elettrica come mezzo abituale e in media percorrono circa 15 chilometri nel percorso casa-lavoro; tra le prime ragioni di apprezzamento il rispetto per l’ambiente e l’agilità nel traffico», Alessia Pedersini, marketing manager e responsabile della Csr di Arval Italia

RIVOLUZIONE FEMMINILE

Mercedes reinterpreta le concessionarie e l’esperienza di vendita: a Bria Seeger ilfelice compito di guidare una nuova trasformazione epocale. Spronata dal digitale

di Ilaria Salzano

B

Britta Seeger, una delle donne più potenti del mondo dell’auto – membro del consiglio direttivo di Daimler AG e responsabile della divisione vendite e marketing di Mercedes-Benz Cars –, ha dato il via ufficiale alla rivoluzione delle concessionarie. Il processo di vendita oggi prevede oltre alla digitalizzazione, lasemplificazione e l’ottimizzazione dei tempi: filosofia che si accorda molto al multitasking femminile, da sempre amato e coltivato dal brand, se è vero che fu proprio una donna a far correre la prima auto (Mercedes) della storia. Abbiamo voluto capirne di più. «Comprare un’auto ora è immediato come acquistare un libro sul web, ma al contempo rassicurante e confortevole come accomodarsi in un salotto», commenta Seeger al debutto ufficiale europeo della “Best Customer Experience 4.0”.

TUTTO ONLINE Parte un nuovo viaggio per la clientela della Stella. «È anche un addio alla vecchia concessionaria?», chiediamo. «Al momento per Cina e India sì. Il processo della rivoluzione delle vendite lì è già iniziato da un po’ e fila liscio», ci spiega. Entro il 2025, secondo la

manager, il 25% degli acquisti Mercedes-Benz Cars in tutto il mondo sarà effettuato online. Per l’Europa, si parla di un vero e proprio passaggio epocale, dalla vendita all’assistenza completamente digitali, che passerà per la Mercedes Me ID. Cioè una carta d’identità che potrà fare chiunque (non solo i possessori di un veicolo) per fruire dei servizi offerti dal marchio.

BEST CUSTOMER EXPERIENCE 4.0 Mercedes, che già da anni non è più soltanto costruttore di auto, sarà in grado di aiutare con un’assistenza specifica la clientela tramite un’app scaricabile gratuitamente. Sia chi vorrà usare, ad esempio, il car sharing oppure chi vorrà specifiche soluzioni business, magari sviluppate insieme ad altri partner. «Per molti dei nostri clienti, il lusso significa semplicità e, a volte ancora più importante, risparmio di tempo. Vogliamo offrire, dunque, esperienze e ricordi duraturi indipendentemente dall’ora, dal luogo o dal canale che i clienti utilizzano – commenta Seeger –; oggi i nostri servizi connessi (Mercedes Me Connect) vengono utilizzati dal 90% della clientela, con oltre 3 milioni di utenti. Allo

stesso tempo, la rete dei nostri concessionari continuerà ad essere importante tanto quanto lo è oggi, trasformando i punti vendita in ‘point of experience’».

SHOWROOM COMESALOTTI I cambiamenti per gli showroom saranno sostanziali: rimarranno fondamentali ma cambierà la loro funzione. Saranno veri e propri salotti esperienziali, dove avere un contatto con i prodotti. Semplificazione, quindi, e ottimizzazione, con un progresso del commercio al dettaglio, grazie a nuovi format sempre più interattivi per le aree degli ospiti: indispensabili, per coinvolgere la clientela di sempre, ma anche un nuovo possibile pubblico.

LA MIGLIORE ESPERIENZA PERDIVERSI TARGET Per la casa tedesca è una strada cavalcata da tempo, quella di aprirsi a nuovi target come i giovani e le donne. Negli Stati Uniti la “quota rosa” della CLA oscilla fra il 35 e il 40%, in Cina è la Classe A ad aver colpito nel

VENDITE DIGITALI NEL MONDO In termini di digitalizzazione, la Cina sta definendo nuovi standard in tutto il mondo. Qui l’offerta di Mercedes è ormai su diversi canali. Attraverso il sito web ufficiale, WeChat di Mercedesme e infine l’app, i clienti cinesi possono ordinare l’auto e configurarla, oppure i pezzi di ricambio. Durante il lockdown hanno potuto ordinare il veicolo desiderato completamente senza contatto. A giugno la quota di clienti che ha firmato ordini online è stata dell’85%. Nel 2015 è stato aperto il marketplace Tmall Flagship Store attraverso il quale si prenotano test drive dei nuovi modelli e i servizi vengono presentati direttamente ai 300mila followers. Nel 2021, anche l’Austria passerà alla vendita diretta di nuovi veicoli. Nella visione della Casa, il nuovo modello offre importanti opportunità per i partner commerciali, di rimanere una parte significativa della catena del valore in un mondo sempre più digitale, e allo stesso tempo connettere perfettamente tutte le forme di vendita per il cliente. Leconcessionarie potranno concentrarsi ancora di più sul loro prospect e sull’offerta di consulenza e valorizzazione del brand. Riassume Seeger: «Siamo molto benposizionati con le nostre iniziative digitali. Un’interazione continua e integrata deicanali online e offline sarà cruciale per la customer satisfaction in futuro. I clienti simuoveranno continuamente tra i punti di contatto fisici e non. Per questo motivo, continueremo a investire nella trasformazione digitale nonostante tutte le sfide attuali».

SOTTO UNA BUONA STELLA La storia di Mercedes Benz si lega a doppio filo, fin dalle origini, all’universo in rosa. Abbiamo già avuto modo di scriverlo su queste colonne: fu Bertha Benz, moglie di Karl Benz, a mettere in moto la prima carrozza a motore (la PatentMotorwagen) correndo diversi chilometri fuori città e avviando così la storia del brand. Una storia curiosa, considerato che era il 1888 e l’episodio avvenne di nascosto dal marito. Un’anticipazione del successo del marchio: la Stella, nata fra mani femminili, è cresciuta nel successo senza tralasciarne mai le opinioni.

segno con la maggioranza di acquirenti femminili e guidatori sotto i 40 anni. Obiettivi coltivati con gli anni, per cui è nato anche il progetto “She’s Mercedes”, che ora accoglie online l’universo femminile di oltre 60 paesi. «La digitalizzazione sta cambiando il nostro modo di vivere e di fare affari. I clienti di tutto il mondo si aspettano di interagire sul web con i loro marchi ovunque e in qualsiasi momento. La pandemia scaturita dal Covid-19 ha solo accelerato questo processo». La “Best Customer

Experience 4.0” è il risultato di un lavoro che oggi è in grado di coinvolgere una clientela più ampia. Il brand ci ha lavora instancabilmente dal 2013, investendo 3 milioni di euro all’anno.

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