L’“ottimizzazione” dei processi aziendali nel Disability Management
Meravigliosa...mente:
L’ottimizzazione della comunicazione nella relazione di coppia
CNIM: ottimizzazione dei processi di manutenzione
Il futuro è oggi: Il futuro del mondo è l’utopia
Performance Manager: figura chiave per essere competitivi
Redazione:
Iman Abouabdillah
Andrea Borgogno
Chantal Comegna
Barbara Cullmann
Roberto Fioretti
Maria Monica Foglia
Cristina Gatto
Valeria Giuliani
Alessandro Giurelli
Fabio La Porta
Cosima Palazzo
Chiara Puzo
Virginia Raponi
Luca Serpericci
Hanno collaborato a questo numero: Filippo Conti
Olivia de Paris
Claudia Frizzarin
Giulia Gregorini
Francesca Simone
Federica Terrone
Marco Zangari
Lorenzo Nicolò Meazza
Aurelio Misiti
GianPiero Pavirani
Andrea Tiveron
Questo magazine non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità dei contenuti delle rubriche del magazine è in capo ai soggetti titolari delle stesse.
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Il mondo di Newcert, ci presentiamo
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ll punto di Fabio La Porta, CEO di Newcert
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"Muoversi in Libertà"
Rubrica a cura di Claudia Frizzarin: L’“ottimizzazione” dei processi aziendali nel Disability Management
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"Meravigliosa...mente"
Rubrica a cura di Giulia Gregorini: L’ottimizzazione della comunicazione nella relazione di coppia
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Rubrica a cura del CNIM: Lettera del Presidente Aurelio Misiti
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Rubrica a cura del CNIM: Estratto dello Statuto
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Rubrica a cura del CNIM: Comunicato stampa: i seminari della manutenzione
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Rubrica a cura del CNIM: Ottimizzazione dei processi di manutenzione
Rubrica a cura di Andrea Tiveron: Il futuro del mondo è l’utopia
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#TeladoiolaISO: "Velocità? calma? no, STRATEGIA!"
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Ottimizzare i processi aziendali con le norme ISO
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Performance Manager: figura chiave per essere competitivi
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I 10 consigli per migliorare il luogo di lavoro
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"Responsabilità aziendale"
Rubrica a cura di Lorenzo Nicolò Meazza: Modello 231 e bando ISI INAIL: strategie di compliance e opportunità di finanziamento
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Gli Itinerari Neronis:
Trastevere prima parte: Da piazza Belli a piazza in Piscinula
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I vantaggi degli investimenti nella formazione professionale
Il mondo di Newcert, ci presentiamo
Il nostro nome è Newcert S.r.l.
Certificazione, qualità e professionalità sono i tratti distintivi della nostra realtà aziendale. Siamo una società operante nel settore delle certificazioni, in qualità di business partner di Organismi di certificazione accreditati italiani ed esteri La nostra sede è a Roma, ma operiamo su tutto il territorio nazionale con professionisti qualificati in grado di offrire servizi a tutti i tipi di aziende.
Grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni, i nostri tecnici possiedono le competenze necessarie per assicurare la conformità di Organismi accreditati per la certificazione di Sistemi di Gestione (ISO/IEC 17021), di prodotto (ISO/IEC 17065), nel campo delle ispezioni (ISO/ IEC 17020) e nella certificazione del personale (ISO/IEC 17024)
Dal nostro oggetto sociale è invece esclusa l’attività di consulenza per l’implementazione dei Sistemi di Gestione (Qualità, Ambiente, Sicurezza, ecc )
Siamo apprezzati interlocutori di diverse realtà aziendali grazie al nostro impegno professionale e alla conoscenza delle normative e degli standard di settore
Tra gli elementi distintivi che ci vengono generalmente riconosciuti dai clienti, possiamo citare la competenza e la professionalità, l’esperienza nel settore e l’aggiornamento professionale continuo
Perché riusciamo a offrire un servizio di qualità così elevato? Perché siamo una vera e propria squadra! Lo spirito di gruppo fa sentire ogni membro del nostro team ben accolto e supportato, complice anche l’apertura mentale e il confronto costruttivo, obiettivi concreti della nostra modalità di relazione
Ci impegniamo con entusiasmo nel nostro lavoro perché lo troviamo davvero stimolante e sfidante, vista la grande varietà di aziende e settori nei quali operiamo. È anche per questo che siamo molto versatili nel nostro lavoro e troviamo estremamente formative e gratificanti le nostre missioni.
Nel corso degli anni siamo stati in grado di conquistare un ruolo sempre più attivo in questo settore, consolidando le competenze dei nostri professionisti nei settori della certificazione dei Sistemi di Gestione. Questo ci permette di essere considerati partner affidabili di enti di certificazione nazionale e internazionale. Inoltre siamo un punto di riferimento per i nostri clienti perché riusciamo a rispondere alle loro molteplici esigenze, anche in virtù della stretta collaborazione con esperti in settori integrativi
Da febbraio 2020 siamo soci del CNIM, Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione: questo ci consente di approfondire temi nevralgici per il miglioramento della produttività delle imprese e la sicurezza delle persone, nella consapevolezza che la Manutenzione è una questione di civiltà Per conto del CNIM il nostro amministratore cura i contenuti e l’aggiornamento del Magazine MM – Maintenance and Facility Management
Siamo anche associati all’UNI, Ente Italiano di Normazione, all’AICQ, Associazione Italiana Cultura Qualità Centro Insulare, dove abbiamo un nostro rappresentante presso il MAQ, Comitato Metodologie di Assicurazione della Qualità
Cooperiamo con importanti realtà formative e aiutiamo le organizzazioni e le persone a migliorare le loro competenze e abilità professionali. Operiamo in qualità di CFPT, Centro di Formazione Paritetico e Territoriale UNASF (Unione Nazionale Sicurezza e Formazione) – Conflavoro PMI (Confederazione Nazionale Piccole e Medie Imprese).
Nell’ambito della collaborazione con LLC, operiamo con l’associazione ERCA European Register of Certificated Auditors per la Certificazione delle competenze professionali
Il punto di Fabio La Porta, CEO di Newcert
Bentrovate e bentrovati,
il nuovo numero di Newcert Magazine è dedicato all’ottimizzazione: all’interno troverete contenuti in riferimento alla gestione dei processi normativi e di certificazione, ma non solo
La dott ssa Frizzarin, Presidentessa dell’Associazione MIL – Muoversi in Libertà – analizza l’ottimizzazione dei processi aziendali nel Disability Management, un tema sempre più rilevante per le aziende che vogliono promuovere un ambiente di lavoro inclusivo ed efficiente
La rubrica “Meravigliosa… mente”, tenuta dalla dott ssa Gregorini si focalizza su un tema delicato e quanto mai attuale: l’ottimizzazione della comunicazione nella relazione di coppia
La rubrica del C.N.I.M. si concentra sull’ottimizzazione dei processi di manutenzione, con un articolo sul tema arricchito dal contributo dell’ing Pavirani, membro del Consiglio Direttivo, che terrà un corso sulla “gestione dei beni concessione” programmato nel mese di giugno, a cura di CIFI Servizi con il possibile coinvolgimento del Comitato a seguito della decisione presa nell’ultima assemblea, su impulso del Presidente Misiti di promuovere, con nuove iniziative, la cultura della manutenzione Tra queste, il Webinar previsto a maggio sulla Manutenzione Sostenibile, organizzato con l’AICQCI e candidato al prossimo “Festival dello Sviluppo Sostenibile”
Ne “Il futuro è oggi”, il dott Tiveron opera una riflessione sulla necessità di trovare nuove pratiche
organizzative per il raggiungimento di un futuro ottimale – quasi “utopico” – per il nostro contesto familiare, organizzativo e politico
In “Responsabilità aziendale” gli avv. Meazza e de Paris sottolineano l’importanza di adottare un Modello 231 anche in ottica di prevenzione e miglioramento della salute e sicurezza sul lavoro, così come indicato anche dal recente bando ISI INAIL.
Proprio al tema del miglioramento del luogo di lavoro è dedicata, inoltre, la guida in dieci passi realizzata per il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici e pubblicata in questo numero
L’ottimizzazione dei processi aziendali attraverso le norme ISO è uno degli articoli trattati dalla redazione, che ha approfondito anche la figura del Performance Manager in ottica di miglioramento organizzativo
Concludiamo, infine, con il nuovo Itinerario Neronis che ci guida in una passeggiata per Trastevere, da piazza Belli a piazza in Piscinula
Sono certo che i nuovi contenuti vi offriranno nuovi spunti di riflessione, aiutandovi a ottimizzare quel processo di miglioramento continuo che è intrinseco in ognuno di noi Buona lettura!
"Muoversi in Libertà"
Rubrica a cura di Claudia Frizzarin
L’ “ottimizzazione” dei processi aziendali nel
Disability Management
Tempo di lettura: 3 minuti
La dott.ssa Claudia Frizzarin è la cofondatrice e la Presidentessa di MIL – Muoversi in Libertà
L’Associazione MIL, nata nel 2020, si fonda sull’abbattimento delle barriere architettoniche, oltre che dei pregiudizi e degli stereotipi che coinvolgono il mondo della disabilità.
Claudia Frizzarin si occupa
della sensibilizzazione al “diverso” in modo creativo e culturale, mirando all’inclusione sociale e professionale delle persone con disabilità
“Muoversi in Libertà” non si riferisce esclusivamente alle barriere architettoniche che incontriamo ogni giorno, significa piuttosto consentire a chiunque di muoversi liberamente all’interno della società moderna.
Negli ultimi anni, il Disability Management è diventato un tema sempre più rilevante per le aziende che vogliono promuovere un ambiente di lavoro inclusivo ed efficiente L’ottimizzazione dei processi aziendali in questo ambito non significa solamente garantire pari opportunità ai lavoratori con disabilità, ma anche migliorare la produttività complessiva, ridurre i costi e valorizzare il capitale umano. Facciamo prima un passo indietro.
Cos’è il Disability Management?
Il Disability Management è un insieme di strategie e pratiche volte a favorire l’inserimento, l’integrazione e la permanenza delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Questo approccio non riguarda solo l’adeguamento delle postazioni lavorative, ma coinvolge l’intera organizzazione aziendale, dalla selezione del personale alla gestione delle risorse umane, fino alle politiche di welfare
Perché ottimizzare i processi aziendali nel
Disability Management?
L’ottimizzazione dei processi aziendali in questo ambito porta numerosi vantaggi:
• Miglioramento dell’efficienza: una Organizzazione ben strutturata permette di ridurre le difficoltà operative, migliorando la produttività;
• Riduzione dei costi: investire in soluzioni accessibili e inclusive previene assenze prolungate e turnover elevato, riducendo i costi legati alla gestione del personale;
• Conformità normativa: le aziende che adottano misure efficaci nel Disability Management rispettano le normative vigenti e riducono il rischio di sanzioni;
• Miglioramento del clima aziendale: un ambiente inclusivo e accessibile favorisce il benessere di tutti i dipendenti, aumentando la motivazione e la collaborazione
Strategie per ottimizzare i processi aziendali
Per migliorare l’efficacia del Disability Management, le aziende devono adottare un approccio strategico oltre che strutturato. Ecco alcune azioni chiave:
1. Analisi dei bisogni e mappatura dei processi: il primo passo per ottimizzare i processi è analizzare i biso
gni dei lavoratori con disabilità e identificare le aree di miglioramento È quindi utile condurre:
• Audit interni per valutare le barriere fisiche e organizzative;
• Colloqui con i dipendenti per comprendere le loro esigenze specifiche;
• Analisi dei processi aziendali per individuare inefficienze e opportunità di miglioramento.
2. Digitalizzazione e automazione: l’uso di tecnologie digitali può rendere il lavoro più accessibile e ottimizzare i processi aziendali. Alcuni esempi includono:
• Software di assistenza vocale per dipendenti con disabilità visive;
• Strumenti di sottotitolazione
automatica per chi ha difficoltà uditive;
• Piattaforme di lavoro agile per consentire il lavoro da remoto.
3. Formazione e sensibilizzazione: la formazione è essenziale per creare una cultura aziendale inclusiva. Le aziende possono organizzare:
• Corsi di formazione per i manager su come gestire il tema della disabilità in azienda;
• Workshop per i colleghi per favorire l’integrazione e il supporto reciproco;
• Simulazioni e giochi di ruolo per migliorare la consapevolezza sulle difficoltà affrontate dalle persone con disabilità.
4. Personalizzazione delle postazioni di lavoro: adatta
re gli spazi di lavoro alle esigenze dei dipendenti con disabilità è fondamentale per migliorare la produttività. Le aziende possono investire in:
• Postazioni ergonomiche con scrivanie regolabili e sedie specializzate;
• Strumenti assistivi, come tastiere braille o mouse adattati;
• Accessibilità degli spazi comuni, garantendo ascensori, rampe e bagni adeguati.
5. Politiche di flessibilità e smart working: introdurre modalità di lavoro flessibili
permette di rispondere meglio alle esigenze dei lavoratori con disabilità Alcune soluzioni efficaci sono:
• Smart working e telelavoro per chi ha difficoltà negli spostamenti;
• Orari flessibili per agevolare terapie o necessità personali;
• Piani di welfare aziendale con servizi di supporto e assistenza.
In conclusione, ottimizzare i processi aziendali in ambito Disability Management non è solo un dovere etico e normativo, ma rappresenta
anche una opportunità strategica per migliorare l’efficienza aziendale e il benessere dei lavoratori
Sia implementando soluzioni innovative, che investendo nella formazione e adottando politiche flessibili, le aziende possono creare un ambiente di lavoro inclusivo e altamente produttivo.
“Meravigliosa..mente” nasce dalla collaborazione con la psicologa e psicoterapeuta Giulia Gregorini grazie alla quale cercheremo di rendere la psicologia accessibile a tutti al fine di migliorare il nostro quotidiano
La psicologia, attraverso lo studio del comportamento umano, offre infatti una chiave di lettura su ciò che accade intorno a noi e può guidarci nella vita di tutti i
giorni, dandoci così un valido contributo nel migliorare il benessere di ciascuno di noi, consentendo di vivere una vita sana e soddisfacente Meravigliosa mente è uno spazio pensato per tutti coloro che hanno voglia di informarsi su diversi temi “psicologici” che tratteremo in modo semplice e pratico
cambiata, a Suo avviso in che modo?
Non possiamo esplorare la coppia senza ampliare la prospettiva di osservazione, includendo anche la famiglia e il contesto.
I cambiamenti socioculturali e i nuovi significati di famiglia sono facilmente osservabili
Viviamo in un momento caratterizzato dalla “fluidità”, dai mutamenti ultrarapidi e dalla centralità del digitale e del virtuale.
Benvenuta dott.ssa Gregorini. Oggi rispetto a decenni fa la coppia è
Il tasso di natalità nella nostra realtà è in evidente decremento, i nuclei familiari tendono ad essere meno numerosi e la separazione è un’esperienza sempre più comune Altresì sono molte le persone single Vi sono inevitabilmente una multifattorialità e una complessità alla base di ogni fenomeno psicologico e relazionale Accenneremo ad alcuni degli elementi cardine per approfondire il tema La coppia è passata da un modello complementare, in cui i due partner tendenzialmente ave
vano ruoli differenziati, ad un modello simmetrico, si lavora in due e se ci sono i figli la compartecipazione è auspicabilmente maggiore.
Oggi si assiste ad una diffusa paura, più o meno consapevole, dell’intimità L’altro viene percepito o come uno strumento per soddisfare i propri bisogni, o come una minaccia alla realizzazione di sé
Ciò sottende una fragilità, una sfiducia, una profonda difficoltà relazionale
Quanto si è davvero disposti ad investire in una relazione significativa? Quanto si è disposti ad incontrarsi?
Senza negare le difficoltà concrete che contribuiscono a rendere sempre più tardivo il raggiungimento di un’autonomia economica e lavorativa, rallentando il processo di svincolo e di crescita
L’online è il terreno di connessione privilegiato, con il rischio di perdere la funzione comunicativa originaria e divenire facilitatore di alienazioni.
Trionfano modelli mediatici di successo e autoaffermazione, che potenziano strutture narcisistiche e sottovalutano l’essenziale importanza delle relazioni: abbiamo bisogno dell’altro per esistere, non in termini di dipendenza ma di fondamentale reciprocità
Per esistere un noi sono ne
cessari un “Io” e un “Tu” sufficientemente completi, vicini, separati, intimi e in relazione con il mondo
Rispetto alle persone sole, quali sono, secondo Lei, le ragioni principali per cui si sceglie di non avere un partner?
Esistono delle ragioni consce e delle motivazioni inconsce, come alla base di ogni realtà affettiva e relazionale.
Se l’essere single è l’esito di un copione reiterato di “scelte infelici”, di “attrazioni per gli amori impossibili, per le porte chiuse”, vi è una discrepanza tra ciò che la persona ricerca razionalmente e le ragioni profonde inconsce
Tendenzialmente, tra i diversi fattori che si celano dietro questa condizione, se vissuta in modo distonico e se
fonte di malessere, vi sono un’eccessiva dipendenza dalla famiglia d’origine e un carente senso di autostima
L’essere single può invece essere anche una scelta sufficientemente libera e consapevole sintonica con i propri bisogni e con la fase di vita che si attraversa
Le separazioni, laddove ci sono figli, causano traumi?
La separazione è un’esperienza dolorosa per tutti È fondamentale non minimizzarla, sottovalutandone gli aspetti di difficoltà e sofferenza e non patologizzarla
Ciò che è essenziale è come ci si separa.
I figli hanno bisogno in primis di due genitori sufficientemente sereni La dinamica più pericolosa è quella della triangolazione, ossia quando
i figli vengono eccessivamente coinvolti nei problemi della coppia, sviluppando un conflitto interno e un vissuto di invisibilità.
Un figlio ha diritto a voler bene ad entrambi i genitori senza sentire di tradire nessuno, necessita di essere rassicurato sulla capacità degli adulti di affrontare le loro difficoltà
Nell’esperienza della separazione, che in alcune condizioni è la soluzione più evolutiva, è prioritaria la chiarezza, la presenza di confini protettivi, con il macroobiettivo di smettere di essere coppia e continuare ad essere genitori insieme.
Per quanto riguarda le coppie, un aspetto sempre più difficile è la comunicazione, ci si vede poco e si dialoga di rado Come si può ottimizzare la comunicazione?
È chiaro che la comunicazione non può prescindere dalla relazione ma è senz’altro importante potersi interrogare sia sul desiderio di comunicare con l’altro, sia sulle modalità comunicative.
Per ascoltare il partner è indispensabile saper ascoltare sé stessi La cura della relazione con sé stessi è alla base del nutrimento del rapporto di coppia.
Una comunicazione efficace e funzionale vede al centro l’ascolto attivo, che poggia sull’empatia e sull’accettazione. È caratterizzato dalla creazione di uno scambio comunicativo e relazionale in cui il partner possa sentirsi libero di esprimersi.
In particolare è molto utile esprimere sé stessi senza additare l’altro (ad es “io mi sento…”, non “tu sei..”). Ciò può facilitare una disponibilità reciproca a tentare di
comprendersi È inoltre essenziale sospendere giudizi di valore; evitare categorizzazioni; provare a mettersi nei panni dell’altro; verificare la comprensione (chiedere, ad esempio, conferma di aver capito ciò che il partner volesse intendere); osservare e curare il linguaggio non verbale
Infine, è fondamentale tollerare il silenzio e porre attenzione alla logistica e ai tempi di comunicazione
Il conflitto, così come la crisi, sono indispensabili e fisiologici in una coppia, racchiudono la possibilità di crescita
Una crisi negata, latente può infatti generare somatizzazioni, esacerbare disagi individuali e familiari, inibendo l’evoluzione
Il CNIM costituito nel 1990 sulla spinta dei Ministeri dell’Università e dell’allora Ministero del Commercio e dell’Artigianato (M I C A ) attraverso numerose pubblicazioni, corsi di formazione e Master Universitari ha contribuito alla diffusione della cultura della Manutenzione tanto che in numerose Università (circa 30) sono stati inserite materie sulla Manutenzione nei corsi di laurea Industriali e CiviliAmbientali. Il nostro Comitato è stato riconosciuto nel 1999 dal M.I.C.A. quale “Istituto di riferimento per lo sviluppo di studi e ricerche nel settore della gestione e manutenzione di opere e impianti” Nel prossimo biennio 20252026, il Consiglio Direttivo intende promuovere la propria azione attorno a tre aree strategiche:
1. Sostenibilità ambientale e sociale: È necessario promuovere modelli di manutenzione orientati a ridurre l’impatto ambientale delle opere in costruzione
2. Transizione digitale:
La digitalizzazione è un fattore chiave per la competitività e l’innovazione nel settore manutentivo. Il C.N.I.M. si propone di stimolare l’integrazione di tecnologie emergenti al fine di abilitare nuove modalità di gestione e controllo
3. Massima attenzione nella formazione dei lavoratori delle aziende subappaltatrici nelle infrastrutture ed in particolare nel settore Ferroviario Italiano.
Il Consiglio Direttivo ha impegnato il Comitato a partecipare attivamente alla trasformazione del settore energetico con riferimento ai trasporti dove si ritiene necessario un cambio fondamentale dei combustibili tradizionali e quindi l’utilizzo sempre più ampio dell’uso dell’idrogeno al fine di evitare l’inquinamento nell’ambiente Di particolare interesse, dopo l’importante lavoro insieme alle Università La Sapienza, Calabria e Mediterranea svolto su incarico delle Ferrovie, che sta portando a sperimentazioni in numerose regioni italiane, è notevole la possibilità che si apre per i trasporti di Roma Capitale che ha avuto inizio con una convenzione tra il Dipartimento de La Sapienza, con il supporto del CNIM, e la Giunta del Comune di Roma per trasformare gli autobus della Capitale da Bus con motore diesel a motore a celle a combustibile ad idrogeno Il C.N.I.M. ritiene che oltre la modifica dei motori degli autobus sarà necessario trasformare in futuro i motori dei camion dell’A.M.A. e quelli degli autoveicoli dell’ACEA che porterà un grande sollievo all’ambiente di Roma Capitale Il C N I M tratterà con il Governo della Città la possibilità di concorrere a questo grande obiettivo da realizzare nei prossimi anni Il C N I M continuerà a favorire il dialogo tra imprese, associazioni professionali e Università, creando un terreno comune per l’innovazione e la condivisione di buone pratiche
MM Maintenance and
Facility Management
Rubrica a cura del CNIM
Presidente: Prof Ing A Misiti
Segretario Generale: dott F La Porta
Comitato di Redazione: dott F La Porta, PhD ing M Migliarese Caputi, ing G Pavirani
Estratto dello Statuto: (Dall'art 1) Costituzione e sede
Sotto l’alto patrocinio del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato è costituita, a norma dell’art. 36 del Codice Civile, una Associazione denominata
COMITATO NAZIONALE ITALIANO PER LA MANUTENZIONE
“CNIM”
Il CNIM intende porsi come punto di riferimento nazionale per tutti i settori italiani di produzione di beni e di fornitura di servizi, al fine di concertare, con l’insieme delle parti interessate, specifiche azioni di promozione e di intervento nel campo della manutenzione.
Il CNIM si prefigge inoltre di diffondere nel tessuto industriale del paese, in particolare a vantaggio delle piccole e medie imprese, la conoscenza delle metodologie di manutenzione, sia manageriali che tecniche L’Associazione non ha fini di lucro
(Dall'art.2) Scopi
Sensibilizzare i diversi settori industriali e dei servizi sulle opportunità rappresentate dalla messa in atto del “progetto manutenzione”;
Informare i diversi settori circa gli sviluppi che avvengono nel campo della manutenzione, indicando le opportunità offerte sia dal mercato sia dalla legislazione;
Formare, individuati gli idonei giacimenti di cultura manutentiva nel Paese, il personale addetto alle attività di manutenzione mediante l’organizzazione di corsi e seminari sulla normativa di manutenzione come pure sulle metodologie tecniche e di gestione;
Assistere ed aiutare le imprese nella attuazione dei loro “progetti manutenzione”, promuovere l’offerta di servizi di manutenzione, destinati sia al mercato italiano che a quello estero, attraverso iniziative tendenti ad individuare e qualificare gli operatori italiani del settore.
(Dall'art.3) Membri dell’associazione
Possono far parte del CNIM:
le imprese italiane in qualunque forma costituite;
le società, associazioni, consorzi, enti pubblici o privati, ecc., che, per la loro attività, abbiano dato o possano dare un valido apporto per il conseguimento delle finalità del CNIM o che siano interessati ad usufruire dei servizi offerti dall’associazione medesima
Sono soci di diritto:
l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) e il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
MM Maintenance and
Facility Management
Comunicato stampa
Il Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione (CNIM) annuncia un’importante iniziativa volta a rafforzare la cultura della manutenzione in Italia Nel corso della riunione del Consiglio Direttivo e dell’Assemblea Ordinaria, svoltasi il 31 marzo 2025, il Presidente Aurelio Misiti ha ufficializzato i lavori su una serie di seminari tematici che si terranno con cadenza bimestrale.
Gli incontri approfondiranno i temi trattati nel volume Linee Guida per la Manutenzione delle Infrastrutture nel Territorio (Misiti A S , Cannavò P, Prestininzi A , Roma, DEI, 2019), fornendo ai partecipanti spunti di riflessione e strumenti concreti per una gestione efficace delle infrastrutture.
Il primo appuntamento, dedicato alla manutenzione energetica, affronterà un tema di grande attualità, sottolineando l’impegno del CNIM nella ricerca sull’impiego dell’idrogeno nel settore dei trasporti Questa iniziativa rappresenta un’importante opportunità di confronto tra esperti, istituzioni e media, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere strategie innovative nel settore della manutenzione.
Il Presidente Misiti ha dichiarato di fondamentale importanza il coinvolgimento di rappresentanti politici, istituzionali e i media in questo percorso di sensibilizzazione, affinché la manutenzione diventi un pilastro centrale nelle politiche infrastrutturali del Paese
Il CNIM invita professionisti, aziende e istituzioni a partecipare attivamente a questi incontri, contribuendo alla diffusione di una cultura della manutenzione più consapevole e strutturata.
Per ulteriori informazioni e per partecipare agli eventi vi invitiamo a seguire le notizie pubblicate sul sito del CNIM raggiungibile agli indirizzi http://comitatonazionaleitalianomanutenzione it/ e https://mmcnim.net/ e sui canali social LinkedIn, Facebook e Instagram del Comitato.
Ottimizzazione dei processi di manutenzione
Tempo di lettura: 2 minuti
L’ottimizzazione dei processi di manutenzione si configura tradizionalmente come una leva strategica volta a garantire maggiore competitività e resilienza alle Organizzazioni industriali e infrastrutturali, con l’integrazione delle migliori pratiche internazionali, l’applicazione degli standard tecnici più avanzati – come quelli della famiglia ISO 55000 – e lo sfruttamento delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie digitali finalizzate sia ad au
mentare l’efficienza, che a controllare i costi e ridurre i rischi operativi.
Queste sono diventate e restano priorità inderogabili in uno scenario competitivo che rimane molto instabile e caratterizzato da imperativi di adattamento a scenari che si modificano velocemente e frequentemente Da questo deriva un interesse crescente per i modelli manutentivi predittivi, a livello mondiale, europeo e nazionale
Il mercato globale della manutenzione predittiva ha raggiunto la soglia di 9,84 miliardi di dollari nel 2023 e dovrebbe segnare una notevole escursione di crescita nei prossimi anni, con previsioni che puntano ai 60,13 miliardi entro il 2030, sospinte da un CAGR (Compound Annual Growth Rate) del 29,5% (fonte: Grand View Research, 2024) (1).
In Europa, secondo la stima annessa di Expert Market Research, il settore MRO (Maintenance, Repair & Operations) ha dato valore nel 2023 a un avvicendamento di circa 126 miliardi di dollari, testimonianza di un consolidamento, più che impari, nei comparti industriali ad alta intensità di capitale (fonte: Expert Market Research, 2024) (2)
In Italia, Grand View Research suggerisce un incremento del valore del mercato predittivo, ascendente a 304,6 milioni dollari nel 2023, con una prospettiva di crescita fino a 1,84 miliardi di dollari entro il 2030 (Grand View Research, Italy Market Outlook, 2024) (3) Le imprese
che investono in strategie di ottimizzazione scelgono approcci proattivi quali, ad esempio, l’intervento manutentivo predittivo, preventivo o Condition Based MaintenanceCBM Un’applicazione tipica riguarda il monitoraggio in tempo reale di vibrazioni e temperatura nei trasformatori, ottenuto mediante la collocazione di sensori che permette di rilevare in anticipo anomalie e di intervenire tempestivamente, riducendo le perdite d’esercizio.
Un metodo strutturato e oggetto di riconoscimento internazionale è quello FMECA (Failure, Mode, Effect and Criticality Analysis) descritto anche nella IEC 60812 e consigliato nella ISO 31010. Questo approccio consente di approfondire l’analisi delle possibili tipologie di avaria, dei loro effetti e delle relative criticità, con conseguente preferenza per scelte manutentive orientate al rischio. Con la definizione di un piano di manutenzione mirato si riducono le interruzioni impreviste e si migliora la qualità del prodotto.
La serie ISO 55000 traccia il quadro per l’asset management strategico, ponendo il sistema di manutenzione nel contesto più generale della governance aziendale. La norma ISO 55001, nello specifico, stabilisce i requisiti specifici di un Sistema di Gestione degli asset mettendo l’accento sull’importanza della gestione del ciclo di vi
ta, della valutazione dei rischi e della pianificazione integrata Questi principi, utili a tutte le tipologie di imprese, sono determinanti soprattutto per le imprese che gestiscono beni in concessione, al fine di dimostrare ai proprietari dei beni, normalmente enti pubblici, il “buon governo” nella gestione dei beni al servizio delle comunità
L’adozione di tecnologie come i CMMS (Computerized Maintenance Management Systems), l’IoT e l’Intelligenza Artificiale con l’applicazione dell’apprendimento automatico, (c d machine learning), stanno rivoluzionando il modo di affrontare la manutenzione Le imprese che decidono di investire in queste soluzioni possono migliorare la programmazione degli interventi, automatizzare il rilevamento dei dati, effettuare analisi predittive, assumere una strategia documentata sopra KPI (Key Performance Indicators) quali il MTTR (Mean Time to Repair), il MTBF (Mean Time Between Failures), o l’OEE (Overall Equipment Effectiveness).
La riuscita delle attività di manutenzione non dipende esclusivamente dalla pura adozione tecnologica ma altresì da dinamiche organizzative e culturali. Investire nella formazione, nello sviluppo delle competenze digitali e in un approccio orientato al miglioramento costituiscono presupposti indispensabili per sostenere
il percorso di innovazione in questa direzione
Essenziale per il successo non è, tuttavia, il solo impiego di dispositivi digitali, bensì la promozione di una visione orientata al valore, alla sicurezza e alla sostenibilità, rese operative, inserendole nelle attività che compongono i processi con cui si costruisce il prodotto/servizio
L’ottimizzazione dei processi di manutenzione non è solo una questione tecnica, ma una vera e propria trasformazione gestionale, un fattore chiave per la continuità operativa, la competitività e la regolarità rispetto alle normative vigenti
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Evento candidato al “Festival dello Sviluppo Sostenibile” che si terrà dal 7 al 23 maggio 2025. Per ulteriori informazioni: https://2025 festivalsvilupposostenibile it
"Il futuro è oggi"
Rubrica a cura di Andrea Tiveron
Il futuro del mondo è l’utopia
Tempo di lettura: 3 minuti
“Il futuro è oggi” nasce dalla collaborazione con Andrea Tiveron, economista e direttore della società eMetodi Il dott Tiveron è esperto di economia digitale e di innovazione delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di Business Process Management, di automazione di processo nei più differenti ambiti di impegno, di gestione tecnica del costruito e di Facility Management
L’argomento di questo numero della rubrica del Magazine Newcert è l’“ottimizzazione” e, come sempre, prima di tutto ricorro al significato delle parole, una pratica estremamente utile per poter esprimere idee e contributi con la maggiore chiarezza possibile
Secondo il dizionario Treccani per ottimizzazione si intende: “Il raggiungimento di una posizione di ottimo, ossia del massimo risultato possibile con i termini dati o
in relazione a un determinato fine”.
Il termine porta naturalmente a considerare, con un significato positivo, una questione di possibilità di scelta, se pur condizionata da determinati limiti
Poter scegliere Alternative diverse. Unico scopo: il massimo risultato.
In un mondo che appare oramai sempre più orientato dal dominio delle cosiddette “intelligenze artificiali”, la possibilità di scegliere rappresenta ancora una delle caratteristiche fondamentali dell’uomo e della sua unica e specifica intelligenza.
Eppure, al tempo stesso, andando a considerare tanti diversi aspetti della realtà che viviamo quotidianamente, appare sempre di più che generalmente le scelte dell’uomo non siano indirizzate affatto verso l’obiettivo dell’ottimo.
Infatti, nel mondo in generale è piuttosto improbabile trovare esempi di condizioni otti
mizzate e questa affermazione non può essere confutata se consideriamo lo stato in cui versano tutti i nostri sistemi sociali politici ed economici.
Nell’attualità, infatti, sempre di più le scelte sono settoriali e parziali e gli effetti di queste sono palesemente incapaci di raggiungere una condizione ottimale
Sembra che coloro che hanno il potere di agire e prendere decisioni di governo dei sistemi siano caratterizzati da una evidente incapacità e incompetenza
Ovviamente qui il riferimento è relativo alle persone che possono compiere scelte negli ambiti di interesse diretto, escludendo tutte le situazioni, come quelle in generale della politica, per le quali, sempre di più, ogni decisione è mediata da una grande quantità di interessi opposti.
In riferimento, invece, ai più diversi ambiti specifici, il motivo di questa condizione di incapacità è determinato dalla iperspecializzazione delle competenze nei diversi settori di interesse delle scienze e delle discipline
Solo per fare un esempio pensiamo al settore della sanità e della cura della persona In questo ambito, infatti, la iperspecializzazione ha condotto sempre di più il medico a focalizzarsi sulla cura del singolo organo e,
attualmente, appare che non ci sia proprio più nessuno capace di curare l’insieme: il paziente Rimanendo nell’esempio è evidente che il massimo risultato possibile per la persona non è affatto quella di risolvere la cura del cuore, del fegato, del polmone, etc. quanto piuttosto quello che dipende da un generale equilibrio dello stato di salute
Se ci guardiamo bene intorno, poi, a ben vedere è praticamente impossibile trovare un sistema che non funzioni esattamente nello stesso modo di quello dell’esempio, sempre per una errata sottovalutazione della necessità di operare con una armonizzazione delle diverse competenze
Non è un caso, perciò, che la maggior parte dei sistemi non funzioni affatto, che le economie del mondo siano
ridotte al collasso e che attualmente il panorama politico mondiale sia caratterizzato dalla guerra, economica oltre che militare, una scelta che ovviamente contraddice quella capacità di intelligenza dell’uomo dalla quale siamo partiti
Gli unici massimi risultati, spesse volte, sono quelli orientati solo a vantaggio di pochi, con la conseguente crescente disuguaglianza che questo comporta, a meno di non considerare che l’ottimo sia nemico del bene
Tutte queste condizioni, vale di ribadire, dipendono da un solo fattore: ovvero la mancanza di relazione tra le diverse e molteplici parti che compongono i sistemi organizzativi, sociali, politici. militari, etc.
Insomma, abbiamo una grandissima urgenza di
cambiare completamente il nostro modo di determinare le scelte in un’ottica di relazione e non di separazione.
Il motivo di questa necessità deriva dalla complessità che caratterizza tutti i sistemi organizzativi Tale complessità non può essere affrontata con le metodologie organizzative consuete, basate sulla conoscenza del passato e sulla creazione di pratiche di miglioramento continuo. La complessità cambia un sistema repentinamente, continuativamente e spesso anche completamente, rendendo tutte le esperienze passate inutilizzabili per affrontare una trasformazione nel durante
Servono nuove pratiche organizzative e queste non possono che derivare dal confronto e dall’integrazione di tutte quelle diverse prati
che emergenti che siano capaci di un impatto sulle decisioni, possibilità e conseguenze di ciascun sistema.
Solo l’unione di tutte le competenze può consentire di seguire il suggerimento di Peter Senge, uno dei massimi rappresentanti mondiali del pensiero sistemico: «guarda sempre la foresta e non i singoli alberi»
È solo questo il modo di agire attraverso il quale potremo sperare di prospettare un futuro ottimale del nostro contesto familiare, organizzativo e politico
Spesso sento dirmi: «ma questa è utopia!»
E io rispondo sempre nello stesso modo: «e certo che è così!»
Ma come potrebbe essere di
versamente?
Le notizie quotidiane che provengono dal mondo testimoniano come il timone che governa la nave sia nelle mani di folli.
Se questo è il risultato di centinaia di anni di scienze, economie e democrazie allora non rimane altro che prospettare veramente l’utopia Proprio quella che riteniamo impossibile
Ideali, modelli e visioni per immaginare un futuro diverso, capace di rinegoziare l’attuale unico paradigma di scopo, quella catena inscindibile denaropotere che ci sta annientando sempre più velocemente
L’ottimizzazione dei processi aziendali si riferisce all’insieme di strategie e tecniche volte a rendere le attività aziendali più efficienti, adattabili e orientate alla qualità
Si tratta di un elemento fondamentale per il successo e la competitività di qualsiasi Organizzazione
Attraverso l’analisi approfondita dei processi esistenti, l’identificazione delle inefficienze e l’implementazione di modifiche mirate, le aziende possono infatti raggiungere una migliore produttività, una riduzione dei costi e una maggiore soddisfazione dei clienti.
In che modo è possibile, quindi, ottimizzare i processi di un’Organizzazione?
Le norme ISO rappresentano un valido alleato nel raggiungimento di questo obiettivo. Standard come la ISO 9001 per la qualità, la ISO 14001 per l’ambiente e la ISO 45001 per la salute e la sicurezza dei lavoratori permettono di ottenere una vasta gamma di benefici, sia in termini di performance, che di riduzione del rischio
Le sei fasi della ottimizzazione dei processi
Esistono sei fasi da seguire per raggiungere un livello di ottimizzazione dei processi aziendali:
1. Definizione chiara degli obiettivi: è fondamentale stabilire obiettivi allineati con la strategia aziendale che siano specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporizzati (SMART). Questo principio è cruciale negli standard ISO, in quanto gli obiettivi aziendali devono essere allineati con i requisiti delle normative;
2. Analisi dei dati: raccogliere dati pertinenti relativi ai processi attuali è necessario a identificare inefficienze e aree di miglioramento. L’uso di indicatori chiave di prestazione (KPI) è essenziale per monitorare aspetti come la soddisfazione del cliente, i tassi di reclamo, gli incidenti sul lavoro e anche l’impatto ambientale;
3. Modellazione del processo: creare rappresentazioni dettagliate dei processi attraverso diagrammi di flusso o mappe di processo facilita la comprensione delle interazioni tra le diverse attività e individua potenziali punti critici;
4. Identificazione delle variabili di controllo e dei vincoli: è un aspetto fondamentale per sviluppare strategie di ottimizzazione realistiche ed efficaci e per determinare quali elementi del processo possono essere modificati e quali limitazioni
5. Ottimizzazione iterativa: questo punto consente di affinare progressivamente i processi, garantendo adattamenti flessibili alle nuove sfide I miglioramenti devono essere implementati in modo graduale, monitorando continuamente i risultati e apportando ulteriori aggiustamenti sulla base delle esigenze individuate;
6. Valutazione delle prestazioni: questa fase verifica il successo delle iniziative di ottimizzazione e identifica ulteriori opportunità di miglioramento, misura l’efficacia delle modifiche apportate attraverso l’analisi dei KPI e confronta i risultati con gli obiettivi prefissati
Il ruolo delle certificazioni ISO
Le norme ISO offrono un quadro di riferimento internazionale per implementare best practices organizzative e ottimizzare i processi aziendali Adottare questi standard consente alle Organizzazioni di:
• Standardizzare i processi: attraverso la definizione di procedure operative che assicurino coerenza con i processi stabiliti, riducendo la variabilità e migliorando la qualità dei prodotti o dei servizi offerti;
• Ragionare nell’ottica del miglioramento continuo: adottando un approccio si
stematico per l’identificazione e l’eliminazione delle inefficienze e promuovendo una cultura orientata al costante perfezionamento delle performance aziendali;
• Raggiungere la conformità normativa: garantendo la conformità dell’Organizzazione a leggi e regolamenti applicabili, anche attraverso l’aiuto di audit interni e minimizzando i rischi legali, oltre che migliorando la reputazione dell’azienda;
• Incrementare l’efficienza dei processi produttivi: riducendo gli sprechi e le inefficienze, ottimizzando i costi operativi e aumentando i profitti economici dell’Organizzazione;
• Migliorare la competitività sul mercato: facendo affidamento su processi efficienti e snelli certificati dalle norme ISO Questo garantisce un
vantaggio competitivo rispetto alle altre aziende che operano nello stesso settore e permette di rispondere positivamente ai cambiamenti del mercato;
• Aumentare la qualità del servizio e del prodotto offerto: con benefici di costo che si ripercuotono positivamente anche sulla soddisfazione dei clienti e degli stakeholders;
• Creare un ambiente di lavoro responsabile: in cui ognuno è consapevole del proprio ruolo in azienda e può fare affidamento su procedure stabilite. Ne consegue, inoltre, una maggiore soddisfazione anche dei dipendenti
L’implementazione di tutti gli standard ISO rappresenta una strategia efficace per l’ottimizzazione delle prestazioni aziendali Attraverso l’a
qualsiasi Organizzazione, indipendentemente dal tipo e dalle sue dimensioni, può fare affidamento su una gestione efficiente, sostenibile e orientata al miglioramento continuo, posizionandosi in modo competitivo all’interno del mercato globale
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Performance Manger: figura chiave per essere competitivi
Tempo di lettura: 3 minuti
Quella del Performance Manager è una figura professionale di grande importanza in ottica di massimizzazione dei processi aziendali e sempre più diffusa nel panorama aziendale odierno
Il suo ruolo è significativo non solo perché consente alle Organizzazioni di mantenere un elevato livello di competitività sul mercato, ma anche perché le aiuta a individuare le opportunità di crescita, riducendo le inefficienze e garantendo un efficace utilizzo delle risorse
Performance Manager: i compiti
L’obiettivo primario di ogni Performance Manager è quello di implementare le prestazioni di una Organizzazione Si tratta di un processo che interessa vari ambiti della vita aziendale, che può essere raggiunto solamente facendo leva su alcuni aspetti chiave:
1. Ottimizzazione delle risorse: attraverso l’analisi dei costi e il monitoraggio del budget Questo punto non deve essere inteso in senso esclusivamente economico, poiché il suo campo di applicazione si estende anche alle risorse umane e al contesto tecnologico Cruciale risulta essere la valutazione delle competenze dei dipendenti e delle dipendenti
e l’allocazione delle risorse necessarie per la loro formazione Per quanto riguarda il lato tecnologico, è possibile raggiungere un livello di ottimizzazione attraverso l’adozione di strumenti e software in grado di aumentare sia l’efficienza operativa che la produttività della azienda L’obiettivo finale è quello di ricavare il massimo rendimento possibile da ciascuna risorsa, riducendo gli sprechi e incentivando la produttività complessiva;
2. Miglioramento continuo: questo aspetto ricopre un’importanza fondamentale anche all’interno delle norme ISO. La figura del Performance Manager è infatti incaricata di promuovere e diffondere una cultura aziendale orientata al miglioramento continuo. Il campo di applicazione di questo principio non è limitato ai soli processi produttivi, ma deve essere applicato anche alla gestione delle risorse umane, alla qualità dei prodotti o servizi e alla soddisfazione di ogni cliente Questo è possibile attraverso l’analisi dei dati e delle performance aziendali, mediante l’identificazione delle aree di miglioramento, oltre che attraverso l’implementazione di piani di azione utili ad affrontarle I dipendenti e le dipendenti sono cruciali per raggiungere ri
sultati concreti; incoraggiare il personale a partecipare attivamente al miglioramento permette altresì di creare un ambiente di lavoro dinamico e stimolante;
3. Aumento della competitività: attraverso l’analisi e l’identificazione dei punti di forza e debolezza dell’Organizzazione Oltre al monitoraggio delle prestazioni interne all’azienda, la figura del Performance Manager si occupa di analizzare le tendenze di mercato e di monitorare le strategie della concorrenza, impegnandosi in attività di benchmarking capaci di restituire un quadro aggiornato. In questo modo risulterà più agevole per il management prendere decisioni strategiche, sviluppare prodotti o servizi innovativi, migliorare la proposta di valore ed essere più competitivi sul mercato;
Diverse sono le strategie che possono essere messe in atto; alcuni esempi sono:
• Riorganizzare i processi aziendali al fine di migliorarne l’efficienza;
• Introdurre nuove tecnologie che possano automatizzare e ottimizzare i processi;
• Formare i dipendenti e le dipendenti per potenziare le loro competenze;
• Implementare nuove politiche aziendali che promuovano una cultura del miglioramento continuo
4. Orientamento ai risultati: mediante un allineamento delle attività aziendali agli obiettivi strategici. Il risultato è una maggiore coerenza con la mission aziendale e un miglioramento delle performance organizzative Questa fase è basata sulla creazione di KPI – Key Performance Indicators come, ad esempio, i tempi di produzione, i costi operativi, i tassi di errore, la soddisfazione dei clienti e delle clienti. La loro interpretazione permette di monitorare i risultati ottenuti e valutare il modo in cui essi possano essere ottimizzati Si tratta di un approccio che aiuta le aziende a non perdere di vista i traguardi da raggiungere, focalizzandosi pertanto sugli aspetti cruciali L’analisi delle performance è possibile attraverso strumenti e tecniche avanzate capaci di valutare l’efficienza dei processi aziendali, la produttività dei
dipendenti e delle dipendenti e la qualità dei prodotti o servizi offerti
Ottimizzare le performance con le norme ISO
Gli standard ISO si pongono a supporto della figura del Performance Manager, in quanto mettono a sua disposizione una vasta gamma di strumenti in grado di monitorare le aree chiave di qualsiasi azienda e ottimizzare i risultati finali
La ISO 9001, in particolare, rappresenta un alleato fondamentale Si tratta dello standard di riferimento riconosciuto a livello internazionale per la gestione della qualità delle Organizzazioni. Lo scopo principale è la soddisfazione delle aspettative di ogni cliente in merito ai prodotti e ai servizi forniti e il miglioramento continuativo delle prestazioni L’obiettivo
è quello di migliorare l'efficienza dei processi interni e di supportare le aziende nella pianificazione di azioni per affrontare rischi e opportunità, controllando i costi e riducendo gli sprechi al fine di aumentare l'efficacia organizzativa
Per riuscire in questo, è necessario stabilire indicatori di processo, fondamentali per la corretta implementazione del Sistema di Gestione per la Qualità. Tali indicatori devono essere chiari e misurabili e devono essere comunicati a tutte le parti coinvolte La misurazione del grado di raggiungimento degli indicatori stabiliti è fondamentale per monitorare le performance aziendali
e individuare aree di miglioramento
La ISO 9004 fornisce linee guida per accrescere la capacità di un’Organizzazione di conseguire il successo durevole e include un metodo di autovalutazione per riesaminare in che modo l’azienda abbia adottato i concetti in essa contenuti Il documento contiene 31 prospetti da valutare su una scala che va da uno a cinque a seconda del suo livello di attuazione.
L’obiettivo è quello di individuare il livello di maturità attuale dell’Organizzazione e le opportunità di miglioramento, stabilendo un piano di azione concreto
Investire nelle certificazioni ISO significa investire nel futuro dell’azienda Queste rappresentano un vantaggio competitivo tangibile, migliorando la qualità, riducendo i rischi e potenziando l’efficienza operativa Adottare standard internazionali non è solo una scelta strategica, ma una necessità per le Organizzazioni che vogliono distinguersi e crescere in un mercato sempre più interconnesso e globalizzato
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L’ottimizzazione di tutte le performance aziendali è un processo che si basa su molteplici fattori, sia interni che esterni. Tuttavia, si tende spesso a trascurare un elemento di fondamentale importanza: l’ambiente di lavoro
Un ambiente di lavoro sano, funzionale ed efficiente è la chiave per il benessere di tutti i lavoratori e le lavoratrici e, conseguentemente, il migliore investimento per il successo di un’Organizzazione
In che modo è possibile creare un posto di lavoro ottimizzato per il proprio
personale aziendale? Ecco una guida con i dieci consigli per riuscirci!
1) Curare gli spazi fisici esistenti: gli uffici devono rispettare due caratteristiche essenziali; la funzionalità e la sicurezza Gli spazi devono essere adeguati al numero di persone che ci lavorano, senza che esse si sentano costrette in ambienti sacrificati Mettere a disposizione luoghi di lavoro ampi non è solamente un elemento di benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche una garanzia di sicurezza Gli uffici devono essere illuminati – possibilmente da luce naturale – puliti e accoglienti. È bene che i collaboratori e le collaboratri
ci abbiano la possibilità di personalizzare, in maniera fattibile, la loro postazione con elementi che li/le aiutino a costruire un clima di serenità e familiarità. Si raccomanda di destinare alcuni spazi ad aree relax in cui prendere una pausa soli o in compagnia dei propri colleghi e colleghe;
2) Garantire una comunicazione efficace: questa è necessaria non solo per ottimizzare il lavoro, ma anche il tempo, evitando le inefficienze e le sovrapposizioni Restituire informazioni precise e puntuali a tutti i livelli aziendali significa anche ridurre il numero di riunioni, videoconferenze o email ridondanti In questo modo, tutte le risorse verranno sensibilizzate su ciò che è davvero importante, senza che venga loro sottratto il tempo necessario per svolgere le attività assegnate in modo efficiente Una buona pianificazione è una condizione indispensabile per la corretta riuscita e messa in atto di questo punto;
3) Confrontarsi con gli altri/le altre: si tratta di un punto direttamente collegato al precedente Tutti i feedback sono strumenti chiave per valutare l’efficacia delle comunicazioni e vi aiuteranno a capire le possibili
criticità e i punti di forza, nell’ottica di un miglioramento continuo Non sempre i feedback vi saranno restituiti direttamente dagli interessati/dalle interessate; per questo motivo, è bene domandarli per non perderli di vista;
4) Promuovere un clima positivo: motivare ciascuno a dare il meglio di sé è l’obiettivo che ogni azienda deve perseguire per arrivare al successo. Si tratta di un traguardo impossibile da raggiungere in assenza di un ambiente di lavoro sereno I leader devono impegnarsi nella costruzione di un clima di fiducia, in cui tutto il personale sia guidato dalla collaborazione reciproca e non da uno spirito di competizione esasperata Promuovere il lavoro di squadra, anche attraverso la realizzazione di attività di team building create ad hoc è fondamentale Da soli si va più veloci ma insieme si può arrivare più lontano;
5) Responsabilizzare le persone: garantire uno spazio di azione sufficientemente ampio ai propri collaboratori e collaboratrici è un elemento essenziale per costruire un clima di rispetto ed incentivare l’autonomia di ognuno. Adottare questo approccio significa affidarsi alle persone che lavorano con noi; questo richiede, necessariamente, un certo livello di fiducia, ma allo stesso tempo permette di rafforzare il rapporto con co
loro che lavorano insieme a noi. Le Organizzazioni che hanno adottato questo approccio hanno riscontrato un aumento di produttività dei propri/delle proprie dipendenti e hanno raggiunto importanti obiettivi condivisi;
6) Restituire il giusto riconoscimento: i risultati ottenuti devono essere riconosciuti. Pertanto, è bene che tutti i collaboratori e tutte le collaboratrici siano valorizzati/valorizzate Ciò non è legato esclusivamente all’aspetto economico: un’azienda può ricorrere a molteplici tipologie di benefit e programmi di welfare per i propri/le proprie dipendenti Buoni pasto, smart working, assicurazione sanitaria, rimborsi spese, sono tutti elementi volti a manifestare la propria gratitudine per le persone che lavorano con noi. Condividere i traguardi raggiunti con tutto il team è
altresì importante per costruire un clima di consapevolezza e fiducia reciproca;
7) Garantire opportunità di crescita eque: la crescita professionale è direttamente collegata ai risultati ottenuti, ma non deve essere una prerogativa esclusiva di questo Un ambiente di lavoro sano è quello in cui vengono riconosciute le stesse opportunità a tutti i collaboratori e a tutte le collaboratrici Le diversità arricchiscono non solo il bagaglio culturale di un’Organizzazione, ma anche le competenze professionali su cui essa può strutturare il proprio successo Pertanto, è fondamentale che l’azienda garantisca l’inclusione, il rispetto reciproco e la valorizzazione di tutte le persone, indipendentemente dal genere e dalle caratteristiche che le rendono uniche;
8) Investire nella formazio
ne: si tratta di una funzione di duplice importanza: da un lato essa rafforza le competenze dei lavoratori e delle lavoratrici, incidendo positivamente sulla loro fiducia, dall’altro lato incrementa la produttività di ognuno, aumentando la competitività e contribuendo al raggiungimento di una crescita a lungo termine, sia economica che organizzativa I vantaggi si traducono nella capacità di apportare innovazione ai processi, ai prodotti e alla organizzazione stessa del lavoro. Piccole e medie imprese che possono incontrare problemi nell’introdurre nuove tecnologie spesso lamentano una mancanza di manodopera qualificata, che potrebbero essere risolti investendo nella formazione professionale dei propri/delle proprie dipendenti;
9) Agire sul benessere psicofisico: implementare iniziative volte a migliorare la salute fisica e mentale di tutti i dipendenti e le dipendenti ha un impatto positivo sia sulla produttività che sulla soddisfazione lavorativa, in quanto riduce il turnover e previene fenomeni come il burnout o l’assenteismo. Un’azienda attenta al benessere dei dipendenti dovrebbe fornire strumenti di supporto psicologico e garantire una distribuzione equa dei compiti in modo da salvaguardare l’equilibrio tra vita professionale e privata di ciascuno;
10) Certificarsi secondo gli standard ISO: le norme ISO rappresentano un valido alleato a supporto della creazione di un posto di lavoro ottimizzato Alcuni standard, come quello ISO 45001 si fo
calizzano direttamente sui lavoratori e sulle lavoratrici attraverso la tutela e la garanzia di aspetti chiave legati alla loro salute e sicurezza. Lo sviluppo di un Sistema di Gestione ad hoc consente alle Organizzazioni di predisporre luoghi di lavoro sicuri e salubri, prevenendo lesioni e malattie correlate al lavoro e di migliorare proattivamente le proprie prestazioni relative alla SSL Questo consente non solo di ridurre gli incidenti ma anche di coinvolgere tutti gli interessati/interessate nell’individuazione e nella gestione del sistema, creando un circolo virtuoso di miglioramento.
Modello 231 e bando ISI INAIL: strategie di compliance e opportunità di finanziamento
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“Responsabilità aziendale” nasce dalla collaborazione con l’avv. Lorenzo Nicolò Meazza, il cui Studio ha sede a Milano e opera a livello nazionale, prestando assistenza a italiani e stranieri, privati, piccole e medie imprese, ma anche a multinazionali ed enti pubblici, in tutti i settori del diritto penale, dai più tradizionali, al diritto d’impresa. Oltre all’opera di assistenza in tutte le fasi del giudizio a indagati, imputati,
persone offese e parti civili, lo Studio offre anche la propria consulenza stragiudiziale sia nella redazione di pareri, che nell’elaborazione di modelli di organizzazione e gestione degli enti ex D.Lgs 231/01 e dei sistemi di deleghe e funzioni.
la riduzione del rischio, l’efficientamento delle procedure interne e il mantenimento della conformità agli obblighi normativi
L’adeguamento alla legislazione e ai requisiti previsti da certificazioni di qualità e sicurezza non deve essere considerato un mero onere burocratico, bensì un investimento strategico per la prevenzione della responsabilità penale dell’ente
Uno degli strumenti più efficaci per l’ottimizzazione della gestione, anche normativa, è l’adozione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) ex D Lgs 231/2001, finalizzato alla prevenzione della responsabilità amministrativa degli enti derivante da reati commessi nel loro interesse o vantaggio
In un contesto normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione, l’ottimizzazione dei processi aziendali assume una valenza cruciale per
Infatti, l’adozione di modelli organizzativi e la predisposizione di strumenti di monitoraggio interni consentono alle aziende non solo di limitare il rischio di contestazione di responsabilità, ma anche di rafforzare le strategie difensive in sede processuale, di
mostrando la presenza di efficaci e adeguati presidi di controllo
Affinché il Modello 231 possa costituire una vera esimente in caso di contestazione della responsabilità dell’ente, è necessario che sia adeguatamente strutturato e personalizzato in base alla specificità della attività di impresa e ai relativi fattori di rischio, sottoposto a una efficace attività di vigilanza da parte dell’Organismo di Vigilanza, aggiornato periodicamente in funzione delle modifiche normative e delle evoluzioni giurisprudenziali e diffuso capillarmente anche attraverso percorsi formativi destinati a tutta la popolazione aziendale
Infatti, l’efficacia del Modello 231 è strettamente correlata alla sua applicazione concreta: un modello meramente formale, privo di un effettivo sistema di controllo e monitoraggio, potrebbe non costituire un’esimente adeguata in caso di contestazione da parte dell’autorità giudiziaria
Anche il processo di ottimizzazione, che passa dall’adeguamento, oltre che dall’aggiornamento costante del Modello 231, assume una rilevanza cruciale nella gestione del rischio di responsabilità penale in capo ai vertici aziendali e all’ente stesso La normativa vigente prevede ipotesi di responsabilità per reati di diversa natura, tra cui reati contro la
pubblica amministrazione, reati societari, reati tributari e frodi fiscali, reati ambientali e reati in materia di sicurezza sul lavoro (D Lgs 81/2008)
A tale ultimo proposito, si evidenzia che in ambito di salute e sicurezza sul lavoro, l’ottimizzazione dei processi normativi si traduce anche nell’accesso a incentivi e finanziamenti destinati a migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Così, in attuazione dell’articolo 11, c 5, D Lgs 81/2008 e dell’articolo 1, c 862 864, L 208/2015, INAIL finanzia progetti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
È stato, infatti, recentemente pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 296 del 18 dicembre 2024 l’estratto dell’Avviso pubblico ISI INAIL 2024, con l’obbiettivo di
implementare l’adozione di progetti aziendali per il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori, nonché incentivare le micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per ridurre in misura significativa le emissioni inquinanti, ottimizzando sostenibilità ed efficienza dei processi
Ecco che il bando ISI INAIL 2024 rappresenta quindi un’opportunità significativa per le imprese che intendono investire in interventi strutturali finalizzati alla riduzione del rischio infortunistico. Infatti, tra i progetti finanziabili c’è quello di adozione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) Le risorse finanziarie messe a disposizione da INAIL per i
progetti in tema di sicurezza e salute sul lavoro hanno un importo di circa 600 milioni di euro, a fondo perduto, con un importo massimo erogabile di 130.000 euro. La procedura di adesione al bando prevede la presentazione di una domanda telematica dal 14 aprile 2025 alle ore 18.00 del 30 maggio 2025, salvo eventuali aggiornamenti di calendario
I soggetti destinatari dei finanziamenti sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA) e alcune tipologie di enti del Terzo settore.
Se, quindi, l’ottimizzazione non si limita alla razionalizzazione delle procedure operative, ma implica una riformulazione degli assetti organizzativi, il Modello 231 e il suo costante aggiornamento, anche in tema di sicurezza sul lavoro (SSL), rappresenta lo strumento
principale per ottenere tali risultati
L’ottimizzazione della gestione normativa e della compliance 231 aziendale non rappresenta esclusivamente un’esigenza operativa, ma costituisce un presidio essenziale per la tutela giuridica dell’impresa e dei suoi organi apicali.
L’adozione di modelli organizzativi efficienti e l’implementazione di procedure strutturate consentono di ridurre il rischio di responsabilità penale e amministrativa, garantendo al contempo un vantaggio competitivo sostenibile, anche in tema di sicurezza sul lavoro.
La prevenzione, la trasparenza e l’efficienza organizzativa sono oggi elementi imprescindibili per qualsiasi realtà imprenditoriale che intenda operare in un contesto normativo sempre più articolato e stringente
Trastevere prima parte: Da piazza Belli a piazza in Piscinula
A cura di Filippo Conti,
Presidente delll’Associazione Neronis
Tempo di lettura: 5 minuti
La nostra passeggiata inizia da piazza Gioacchino Belli. Ci apprestiamo a visitare la zona che in antico era chiamata “Transtiberim” che stava a significare “al di là del Tevere” per cui fuori la prima cinta muraria di Roma, quella di Servio Tullio La denominazione del quartiere rimase sempre quella di Trastevere anche quando nel III secolo d.C. questo restò inserito nelle mura Aureliane
Anticamente, il collegamento con il quartiere avveniva tramite Ponte Sublicio che si trovava all’incirca dove, nel
III secolo a C , fu costruito Ponte Emilio (l’attuale Ponte Rotto).
Il quartiere venne da sempre abitato da povera gente, immigrati e prigionieri di guerra, ma soprattutto ebrei e siriani i quali furono impiegati come schiavi o per lavori umili in genere In questa zona non mancava la criminalità e gli accoltellamenti erano all’ordine del giorno. Oltre alle modeste case dove, per l’appunto, alloggiava questa parte di popolazione, c’erano vari luoghi di culto di molte religioni, conseguenza della diversità delle genti, oltre che grandi proprietà terriere con
orti e giardini, quella di Giulio Cesare su tutte.
Iniziamo quindi la visita al di là di Ponte Garibaldi; a sinistra vediamo la statua di Gioacchino Belli, eretta nel 1913 in onore del poeta romano. Proseguendo avanti verso viale Trastevere, troviamo a sinistra il Palazzo degli Anguillara, chiamato “Casa di Dante” perché all’interno si svolgono delle letture del sommo poeta Si tratta di un complesso fortificato medievale del 1538, unico sopravvissuto della zona; da notare anche la bella torre.
Andando avanti verso viale Trastevere arriviamo fino a piazza Sonnino e a destra possiamo vedere la fiancata della Chiesa di San Crisogono, martire del IV secolo d C ; essa fu edificata una prima volta nel V secolo d.C. e, sopra questa, successivamente nel XII secolo. Ciò avvenne perché la zona era soggetta ai continui allagamenti dovuti alle piene del Tevere.
Da ammirare, all’interno della chiesa, l’arco trionfale presso l’altare maggiore con di fianco due colonne romane –forse le più grandi esistenti
costituite da un unico blocco di porfido – il pavimento – il più bello di Roma – il soffitto e nell’abside il mosaico che rappresenta la Madonna con il figlio tra San Crisogono, a sinistra, e San Giacomo, a destra. L’altare della cappella è del Bernini
Dalla sacrestia, che sta in fondo alla chiesa, si scende al livello inferiore per visitare i resti della casa di Crisogono che successivamente fu trasformata in chiesa titolata al proprietario dopo il suo martirio. Quasi dinanzi ad essa, dall’altra parte della piazza, andiamo in via della Settima Corte che prende il nome dell’antica stazione dei Vigili VII Corte che si trova al numero civico 9; era questa una caserma di polizia e pompieri costruita sotto Augusto nel I secolo d C L’imperatore costituì a Roma 14 caserme per il controllo dei rispettivi rioni con cui suddivise Roma
Continuiamo su questa via e alla fine, a sinistra, andiamo in via Montefiore. Ai civici 22 e 10 ci sono due pittoresche strutture medievali Da una locanda situata in questa strada ebbe inizio, nel 1656, la famosa peste con conseguente epidemia mortale che fece molte vittime
Torniamo indietro e proseguiamo dritti per via Zanazzo, svoltiamo a sinistra e poi a destra per via della Luce fino ad arrivare in piazza San Francesco d’Assisi dov’è la Chiesa di San Francesco
a Ripa costruita nel XIII secolo La parola “Ripa” sta per riva del Tevere All’interno dell’ultima cappella a sinistra troviamo la statua della Beata Ludovica Albertoni, opera di Gian Lorenzo Bernini La facoltosa signora morta nel 1533 era sposata con un notabile ed è amata per aver svolto opere di carità a Trastevere.
Da una porta a sinistra dell’altare maggiore passando per la sacrestia è possibile salire fino a entrare in una stanzetta dove alloggiò San Francesco quando si recò a Roma, chiamata cella di San Francesco In un vano c’è un ritratto del 1200 che ritrae il santo con i lineamenti nel momento della morte e possiamo vedere una pietra annerita che fu usata da San Francesco come cuscino.
Usciti dalla chiesa guardiamo
la colonna anticoromana situata al centro della piazza e poi andiamo a sinistra per via Jacopa de’ Settessoli e al termine ancora a sinistra in via di Porta Portese per arrivare nella omonima piazza e vedere, poco prima a destra, la Porta Portese, che è possibile ammirare meglio dalla parte opposta Questa faceva parte delle Mura Aureliane e da qui iniziava la via Portuense che arrivava a Porto – l’attuale Fiumicino –da dove provenivano il grosso delle merci a Roma
Andiamo un pochino avanti fino all’inizio del Ponte Sublicio (moderno) o Aventino; dunque, ci affacciamo sul Tevere ponendoci sul lato destro del ponte. Dalla parte opposta, verso destra, al bordo del fiume, vediamo ciò che rimane del cosiddetto Porto di Ripa Grande, costruito nel II secolo a.C. con le banchine e sul retro i ma
gazzini Torniamo indietro e riattraversiamo la piazza per svoltare a destra in via San Michele e costeggiamo il retro dell’edificio del Settecento chiamato con il nome di “Orfanatrofio di San Michele” Questo svolgeva varie funzioni di assistenza: ricovero per gli orfani, ospizio per vecchi, carcere minorile e delle prostitute, stamperia e fonderia Alcuni anni fa, inoltre, venne qui restaurata la statua di Marc’Aurelio. Attualmente è sede di alcuni uffici del Ministero dei beni culturali
Andando avanti e spostandoci a sinistra, svoltiamo in via di Santa Cecilia fino ad arrivare alla piazza omonima dove, sulla sinistra, troviamo la Basilica di Santa Cecilia, sorta nel IX secolo dove era la casa della matrona romana Cecilia e di suo marito Valeriano I due vissero nel III secolo d C e furono marti
rizzati in quanto convertitesi al cristianesimo Prima di entrare nel complesso osserviamo di fronte una tipica casa medievale del 1300. Entriamo in Santa Cecilia e nell’atrio osserviamo il giardino, lo splendido vaso anticoromano situato sopra la fontana, il convento a destra, le colonne della facciata della chiesa e il campanile del 1100
Entrati in chiesa ci dirigiamo verso la navata destra dove da un lato inizia un corridoio, chiuso da un cancello, che conduce a una stanza della casa romana che sembra essere stato il bagno di Cecilia; qui sarebbe stata martirizzata attraverso i vapori di acqua bollente; ciononostante, resistette alla morte e venne quindi decapitata.
All’interno della basilica non possiamo fare a meno di ammirare il pavimento dell’XI
secolo e, sotto l’altare maggiore, la statua di Santa Cecilia, opera di Stefano Maderno Questa raffigura la santa nella stessa posizione in cui fu deposto il suo corpo nel 222 d C , così trovato nelle catacombe di San Callisto e quindi trasferito in questa chiesa nell’anno 817. Nell’abside ammiriamo i mosaici del IX secolo che rappresentano Cristo con a sinistra San Paolo, Santa Cecilia e Pasquale I e, sulla destra, San Pietro, San Valeriano e un altro santo.
Ritornando nella navata laterale attraversiamo la seconda porta e ci immettiamo nei sotterranei per visitare le strutture del III secolo inerenti alla casa e ai magazzini di Cecilia e Valeriano, oltre che alcune case romane risalenti al II secolo a.C.
Lasciamo la basilica e attraversiamo il giardino Nel portico del 1700 che affaccia sulla strada vediamo, sulla parete sinistra, una lapide trovata nei pressi e risalente al I secolo d C che proclama, da parte dell’imperatore Vespasiano e di suo figlio Tito, l’allargamento dei confini di Roma.
Da piazza Santa Cecilia svoltiamo a sinistra in via dei Genovesi e poi subito a destra in via dell’Atleta dove al numero 16 si trova una vecchia e graziosa casa medievale che fu la prima sinagoga a Roma.
Svoltiamo in fondo a sinistra
in via dei Salumi e alla seconda a destra giriamo in via Arco de’ Tolomei e passiamo sotto il passaggio coperto medievale che dà il nome alla strada. Da qui, proseguendo ancora dritti, arriviamo fino in via Lungarina; svoltiamo e a destra arriviamo in piazza Piscinula, chiamata così per la presenza delle strutture termali della proprietà degli Anici; a destra c’è l’antichissima Chiesa di San Benedetto in Piscinula costruita intorno all’anno 1000 sul luogo della casa degli Anici e di San Benedetto
Entrando, dopo aver attraversato un bell’atrio con affreschi del 1300, notiamo all’interno le colonne anticoromane provenienti da templi dal I al IV secolo d C In una cappella a sinistra si può vedere parte delle murature della casa dove si dedicava alla preghiera San Benedetto Usciamo dalla chiesa e ci poniamo dinanzi alla
facciata a una certa distanza; vediamo il campanile con due campane Quella di destra risale all’XI secolo ed è la più antica e piccola campana di Roma.
Alle nostre spalle, sempre sulla piazza, ci sono delle case che nel XIV secolo erano proprietà dei Mattei; precedentemente era qui situato un convento di suore, e ancora prima vi era una locanda adibita a incontri con le meretrici. Fuori c’era una insegna che diceva: “Locanda della sciacquettasi affittano letti”
Abbiamo ora terminato il nostro primo itinerario a Trastevere. Continua a leggere Newcert Magazine per non perdere la seconda parte!
Oggi il mondo del lavoro rispecchia le caratteristiche della società che ci circonda: un ambiente complesso e in costante evoluzione, una realtà dinamica che richiede competenze eterogenee
Il Centro Europeo per lo sviluppo della formazione professionale ha portato avanti uno studio intitolato “The anatomy of the wider benefits of VET in the workplace” (Anatomia dei benefici più ampi dell’IFP nel luogo di lavoro) che mostra chiaramente i benefici della formazione professionale connessi alla sfera economica e a quella sociale.
I vantaggi si collocano su due piani: da un lato essa migliora le prospettive di lavoro delle persone, contribuendo al raggiungimento di tassi di disoccupazione più bassi e a una maggiore crescita economica, dall’altro accresce l’inclusione e la solidarietà fra le generazioni, contribuendo a migliori condizioni di salute e di qualità della vita La formazione professionale erogata dalle imprese
svolge una funzione di duplice importanza: rafforza le competenze dei lavoratori, migliorando la loro soddisfazione e incrementa la produttività, aumentando la competitività e contribuendo al raggiungimento di una crescita economica.
Essa, inoltre, invia ai dipendenti un segnale che il datore di lavoro stia investendo su di loro, generando vantaggi in termini di motivazione e fiducia. In questo modo, i dipendenti utilizzeranno in maniera più efficace le competenze acquisite e saranno più impegnati verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Organizzazione.
Investire nella formazione professionale non significa solamente favorire la produttività aziendale, ma i vantaggi si traducono nella capacità di apportare innovazione ai processi, ai prodotti e all’organizzazione del lavoro. Piccole e medie
imprese che incontrano problemi nell’introdurre nuove tecnologie spesso lamentano una mancanza di manodopera qualificata, che potrebbero essere risolti investendo nella formazione professionale dei propri lavoratori.
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