Newcert Magazine 24

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Il valore delle informazioni secondo

Alessio Nisati, auditor ISO/IEC 27001

Innovazione e approccio analogico, il “metodo al contrario” della e-Metodi

ISO/IEC 42001, lo standard per un Sistema di Gestione dell’IA

AI Act: strumento per tutelare i diritti umani e promuovere il progresso

MM CNIM: L’opportunità dell’IA generativa nella manutenzione: una nuova era di efficienza e affidabilità

Trimestrale tecnico professionale sul mondo delle Certificazioni e dell'Empowerment

Newcert 10 anni
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Magazine Intelligenza Artificiale 24 Aprile/Maggio/Giugno 2024
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Redazione: Andrea Borgogno

Chantal Comegna

Carmen Di Santi

Veronica Filosa

Maria Monica Foglia

Cristina Gatto

Enrica Giancola

Valeria Giuliani

Alessandro Giurelli

Fabio La Porta

Andrea Poggi

Chiara Puzo

Luca Serpericci

Hanno collaborato a questo numero: Filippo Baldazzi

Aurora Candeloro

Francesca Simone

Federica Terrone

Filippo Conti

Claudia Frizzarin

Giulia Gregorini

Lorenzo Nicolò Meazza

Aurelio Misiti

Alessio Nisati

Andrea Tiveron

Questo magazine non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.

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Il mondo di Newcert, ci presentiamo

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ll punto di Fabio La Porta, CEO di Newcert

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Il valore delle informazioni secondo Alessio Nisati, auditor ISO/IEC 27001

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innovazione e approccio analogico, il "metodo al contrario" della e-Metodi

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ISO/IEC 42001, lo standard per un Sistema di Gestione dell’IA

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La Rivoluzione dell’Intelligenza

Artificiale: Guida alla Norma ISO/IEC 42001

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AI Act: strumento per tutelare i diritti umani e promuovere il progresso

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Com’è cambiata la ISO/IEC 27001 per la Gestione della sicurezza delle informazioni

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Indice
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"Muoversi in Libertà"

Rubrica a cura di Claudia Frizzarin: La AI della disabilità

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"Il futuro è oggi"

Rubrica a cura di Andrea Tiveron: Intelligenza Artificiale: la nostra occasione che non abbiamo saputo cogliere

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"Meravigliosa...mente"

Rubrica a cura di Giulia Gregorini: Intelligenza Artificiale e psicoterapia

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"Responsabilità aziendale"

Rubrica a cura di Lorenzo Nicolò Meazza: Il ruolo del Compliance Manager nella prevenzione degli illeciti ex D.Lgs. 231/2001

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Rubrica a cura del CNIM: Estratto dello Statuto

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"MM - Maintenance and Facility Management": L’opportunità dell’IA generativa nella manutenzione: una nuova era di efficienza e affidabilità

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Gli Itinerari Neronis: Da Porta Maggiore al battistero di San Giovanni

48 I vantaggi degli investimenti nella formazione professionale

Indice
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Il mondo di Newcert, ci presentiamo

Il nostro nome è Newcert S.r.l.

Certificazione, qualità e professionalità sono i tratti distintivi della nostra realtà aziendale. Siamo una società operante nel settore delle certificazioni, in qualità di business partner di organismi di certificazione accreditati italiani ed esteri La nostra sede è a Roma, ma operiamo su tutto il territorio nazionale con professionisti qualificati in grado di offrire servizi a tutti i tipi di aziende.

Grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni, i nostri tecnici possiedono le competenze necessarie per assicurare la conformità di organismi accreditati per la certificazione di Sistemi di Gestione (ISO/IEC 17021), di prodotto (ISO/IEC 17065), nel campo delle ispezioni (ISO/ IEC 17020) e nella certificazione del personale (ISO/IEC 17024)

Dal nostro oggetto sociale è invece esclusa l’attività di consulenza per l’implementazione dei Sistemi di Gestione (Qualità, Ambiente, Sicurezza, ecc )

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Siamo apprezzati interlocutori di diverse realtà aziendali grazie al nostro impegno professionale e alla conoscenza delle normative e degli standard di settore

Tra gli elementi distintivi che ci vengono generalmente riconosciuti dai clienti, possiamo citare la competenza e la professionalità, l’esperienza nel settore e l’aggiornamento professionale continuo

Perché riusciamo a offrire un servizio di qualità così elevato? Perché siamo una vera e propria squadra! Lo spirito di gruppo fa sentire ogni membro del nostro team ben accolto e supportato, complice anche l’apertura mentale e il confronto costruttivo, obiettivi concreti della nostra modalità di relazione

Ci impegniamo con entusiasmo nel nostro lavoro perché lo troviamo davvero stimolante e sfidante, vista la grande varietà di aziende e settori nei quali operiamo. È anche per questo che siamo molto versatili nel nostro lavoro e troviamo estremamente formative e gratificanti le nostre missioni.

Nel corso degli anni siamo stati in grado di conquistare un ruolo sempre più attivo in questo settore, consolidando le competenze dei nostri professionisti nei settori della certificazione dei Sistemi di Gestione. Questo ci permette di essere considerati partner affidabili di enti di certificazione nazionale e internazionale. Inoltre siamo un punto di riferimento per i nostri clienti perché riusciamo a rispondere alle loro molteplici esigenze, anche in virtù della stretta collaborazione con esperti in settori integrativi

Da febbraio 2020 siamo soci del CNIM, Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione: questo ci consente di approfondire temi nevralgici per il miglioramento della produttività delle imprese e la sicurezza delle persone, nella consapevolezza che la Manutenzione è una questione di civiltà Per conto del CNIM il nostro amministratore cura i contenuti e l’aggiornamento del Magazine MM – Maintenance and Facility Management

Siamo anche associati all’UNI, Ente Italiano di Normazione, all’AICQ, Associazione Italiana Cultura Qualità Centro Insulare, dove abbiamo un nostro rappresentante presso il MAQ, Comitato Metodologie di Assicurazione della Qualità

Cooperiamo con importanti realtà formative e aiutiamo le organizzazioni e le persone a migliorare le loro competenze e abilità professionali. Operiamo in qualità di CFPT, Centro di Formazione Paritetico e Territoriale UNASF (Unione Nazionale Sicurezza e Formazione) – Conflavoro PMI (Confederazione Nazionale Piccole e Medie Imprese).

Nell’ambito della collaborazione con LL­C, operiamo con l’associazione ERCA European Register of Certificated Auditors per la Certificazione delle competenze professionali

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Il punto di Fabio La Porta, CEO di Newcert

Care lettrici e lettori,

Bentrovati È con grande piacere che vi presento questo nuovo numero della nostra rivista Il tema del momento è l’Intelligenza Artificiale e di come essa potrebbe cambiare le nostre giornate

Iniziamo con una delle novità più rilevanti nel panorama normativo europeo: l’Artificial Intelligence Act, ovvero la prima esperienza di regolamentazione dell’UE che mira a creare un quadro giuridico uniforme per l’uso della Intelligenza Artificiale (IA)

L’obiettivo è quello di bilanciare l’innovazione tecnologica con la necessità di proteggere i diritti fondamentali e la sicurezza dei cittadini

Abbiamo provato a esplorare le principali disposizioni del disposto normativo, le implicazioni per le imprese e le opportunità di sviluppo responsabile che questa

normativa può offrire.

Dal mondo ISO è arrivato invece il nuovo standard ISO/IEC 42001:2023, uno strumento indispensabile per le Organizzazioni che intendono gestire in modo efficace i rischi associati all’Intelligenza Artificiale e promuoverne un utilizzo responsabile. Questo standard fornisce linee guida per l’implementazione, la gestione e il miglioramento continuo dei sistemi IA Le sue finalità principali includono l’assicurazione di trasparenza, affidabilità e gestione etica delle tecnologie IA

La sicurezza delle informazioni è al centro delle novità introdotte dalla norma ISO/ IEC 27001:2022 (recepita dall’Ente Italiano di Unificazione – UNI – nel 2024) L’ultimo aggiornamento dello standard internazionale introduce nuovi controlli e misure per affrontare le minacce emergenti nel panorama della sicurezza informatica

Per offrire una visione pratica e dettagliata delle tematiche trattate, abbiamo incluso in questo numero due interviste esclusive La prima è con un auditor esperto nella ISO/ IEC 27001 e la seconda è al responsabile di sistema di un’azienda di informatica che con il suo “metodo al contrario” può indicarci le

soluzioni per districarci nelle nuove sfide che ci pone l’innovazione tecnologica

Concludo questo spazio ricordandovi gli appuntamenti con le nostre rubriche storiche per le quali non finirò mai di ringraziare abbastanza le curatici e i curatori; persone speciali che mettono al servizio del prossimo le loro esperienze e conoscenze

Buona lettura!

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Il valore delle informazioni secondo Alessio Nisati, auditor ISO/IEC 27001

Tempo di lettura: 4 minuti

Il dott. Alessio Nisati è auditor certificato per la ISO/IEC 27001, lo standard che definisce i criteri per la gestione della riservatezza, integrità e disponibilità dei dati all’interno di una Organizzazione Nisati è anche cofondatore di WebGain, con cui sviluppa software, app, automazioni, siti web ed ecommerce

rantire il rispetto di determinati standard, normative o procedure interne

Per quanto riguarda gli audit ISO/IEC 27001, che riguardano la gestione della sicurezza delle informazioni, alcune delle vulnerabilità tecniche più comuni che possono essere riscontrate includono:

Mancanza di aggiornamenti software: le versioni obsolete del software possono presentare vulnerabilità note che possono essere sfruttate dagli aggressori Si consiglia di mantenere tutti i software, oltre che i sistemi operativi, aggiornati con le patch di sicurezza più recenti;

transito e a riposo;

Accesso non autorizzato: autorizzazioni eccessive o incoerenti possono consentire a utenti non autorizzati di accedere a risorse sensibili Si suggerisce di attuare un rigoroso controllo degli accessi e di regolarmente rivedere e aggiornare i privilegi degli utenti;

Mancanza di backup regolari: la mancata esecuzione di backup regolari può rendere i dati vulnerabili a perdite o danni irreversibili È consigliabile implementare procedure di backup regolari e testare periodicamente il ripristino dei dati per assicurare la loro integrità e disponibilità

Buongiorno dott. Nisati e benvenuto. In cosa consiste il lavoro dell’auditor?

Considerando la Sua esperienza, quali sono le vulnerabilità tecniche più frequentemente riscontrate durante gli audit ISO/IEC 27001 e quali misure consiglia per mitigarle efficacemente?

Il lavoro dell’auditor consiste nell’esaminare e valutare l’efficacia dei processi, dei sistemi e dei controlli di un’Organizzazione per ga­

Password deboli o non cambiate: password facilmente indovinabili o non cambiate regolarmente possono facilitare gli attacchi di forza bruta o il compromesso dell’accesso È consigliabile imporre politiche di password robuste e promuovere la rotazione periodica delle stesse;

Mancanza di crittografia: dati sensibili memorizzati o trasmessi senza crittografia possono essere facilmente compromessi Si raccomanda l’implementazione di protocolli di crittografia robusti per proteggere i dati in

In generale, per mitigare efficacemente queste vulnerabilità, è fondamentale adottare una combinazione di misure tecniche, organizzative e procedurali Ciò include l’implementazione di politiche di sicurezza solide, la formazione del personale, il monitoraggio costante dei sistemi e la risposta rapida agli incidenti di sicurezza.

Inoltre, la collaborazione con esperti di sicurezza informatica e l’adeguata revisione e aggiornamento delle politiche e dei controlli sono cruciali per mantenere un adeguato

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livello di sicurezza delle informazioni

In che modo la norma ISO/ IEC 27001 può aiutare le Organizzazioni a migliorare la sicurezza informatica?

La ISO/IEC 27001 è uno standard internazionale per la gestione della sicurezza delle informazioni che fornisce un quadro completo e strutturato per implementare e gestire un Sistema di Gestione della sicurezza delle informazioni (ISMS). Ecco alcuni modi in cui la ISO/IEC 27001 può aiutare le Organizzazioni a migliorare la propria sicurezza informatica

La ISO/IEC 27001 fornisce un quadro chiaro e strutturato per identificare, valutare e gestire i rischi legati alla sicurezza delle informazioni all’interno dell’Organizzazione Questo aiuta a garantire un approccio sistematico e coerente alla sicurezza informatica;

Attraverso il processo di valutazione dei rischi, le Organizzazioni possono, inoltre, identificare e comprendere le minacce alla sicurezza delle informazioni che potrebbero influenzare la loro attività Questo consente loro di adottare misure preventive e correttive appropriate per mitigare tali rischi;

La ISO/IEC 27001 fornisce un elenco di controlli di sicurezza delle informazioni che le Organizzazioni possono implementare per proteggere

i loro asset informativi. Questi controlli coprono una vasta gamma di aree, tra cui accesso, criptazione, gestione delle vulnerabilità, gestione degli incidenti e continuità operativa;

Uno degli aspetti fondamentali della ISO/IEC 27001 è il concetto di miglioramento continuo. Le Organizzazioni sono tenute a monitorare costantemente le prestazioni del loro ISMS, identificare le aree di miglioramento e adottare azioni correttive per affrontare eventuali lacune o problemi riscontrati;

L’implementazione della ISO/IEC 27001 aiuta le Organizzazioni a soddisfare i requisiti normativi e legali relativi alla sicurezza delle informazioni Molte normative e regolamenti, come il GDPR in Europa, richiedono alle Organizzazioni di adottare misure adeguate per proteggere i dati personali e la ISO/IEC 27001 fornisce un quadro appropriato per farlo.

In sintesi, la ISO/IEC 27001 aiuta le Organizzazioni a migliorare la propria sicurezza informatica fornendo un quadro strutturato per identificare, valutare e gestire i rischi,

implementare controlli di sicurezza appropriati e perseguire, inoltre, il miglioramento continuo delle prestazioni del loro Sistema di Gestione della sicurezza delle informazioni

Quali sono i metodi di valutazione della conformità più comuni che ha utilizzato nel corso delle sue ispezioni ISO/IEC 27001 e quali strumenti o risorse ritiene più utili per condurre audit approfonditi?

Durante le ispezioni ISO/IEC 27001, ho utilizzato metodi come la revisione della documentazione, le interviste, la revisione dei processi, la valutazione dei rischi e i test dei controlli Per condurre audit approfonditi, ritengo utili le checklist, i software di gestione degli audit, così come gli standard di riferimento, la formazione specializzata e la collaborazione con esperti esterni.

Ritengo sia importante revisionare la documentazione, quindi le politiche e le procedure, effettuare interviste e colloqui con i responsabili aziendali, revisionare i processi, valutare adeguatamente i rischi e attuare un piano per mitigarli, ed effettuare dei test concreti.

Quali sono i requisiti tecnologici più complessi da soddisfare in modo da conformarsi efficacemente alla norma ISO/IEC 27001 e come affronta le sfide tecniche durante il proces­

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so di audit?

Alcuni dei requisiti tecnologici più complessi da soddisfare per conformarsi alla norma ISO/IEC 27001 includono:

Gestione delle vulnerabilità: la continua identificazione, valutazione e mitigazione delle vulnerabilità dei sistemi e delle reti informatiche è una sfida costante, richiedendo strumenti e processi sofisticati per mantenere un’adeguata sicurezza delle informazioni;

Gestione delle identità e degli accessi: garantire un controllo rigoroso sull’accesso alle risorse informatiche, specialmente in ambienti complessi con numerosi utenti e dispositivi, richiede Sistemi di Gestione delle identità e degli accessi robusti e ben integrati;

Monitoraggio e rilevamento degli eventi di sicurezza: il monitoraggio in tempo reale

delle attività di rete e dei log di sicurezza è essenziale per rilevare e rispondere prontamente alle minacce alla sicurezza. Questo richiede l’implementazione di sistemi di monitoraggio avanzati e la capacità di analizzare grandi volumi di dati in modo efficace;

Protezione dei dati sensibili: la protezione dei dati sensibili e riservati dall’accesso non autorizzato è cruciale per la conformità alla ISO/IEC 27001. Ciò richiede l’implementazione di misure di crittografia, controllo degli accessi e protezione dei dati in transito e a riposo.

I dati dell’ultimo rapporto Clusit sottolineano come i cyber attacchi subiti dal nostro Paese siano aumentati del 60% negli ultimi quattro anni. Ha notato un trend emergente riguardante minacce alla sicurezza delle informazioni durante le sue ispezioni re­

centi?

Sì, ho notato un trend emergente riguardante le minacce alla sicurezza delle informazioni durante le mie ispezioni recenti In particolare, ho osservato un aumento della complessità e della frequenza degli attacchi informatici, inclusi phishing, ransomware e violazioni dei dati Questi attacchi sono diventati sempre più sofisticati e mirati, con un’ampia gamma di attori malevoli che mirano a sfruttare vulnerabilità nelle infrastrutture tecnologiche e nelle pratiche di sicurezza delle informazioni delle Organizzazioni. Questo trend sottolinea l’importanza di adottare misure preventive e proattive per proteggere le informazioni sensibili e mitigare i rischi associati alla sicurezza informatica.

© Di Alessio Nisati, a cura di Fabio La Porta e Alessandro Giurelli Riproduzione riservata

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Innovazione e approccio analogico, il “metodo al contrario”

della e­Metodi

Tempo di lettura: 3 minuti

Il dott Filippo Baldazzi, economista, è responsabile delle attività nell’ambito del Sistema di Gestione per la qualità totale della società e­Metodi

Esperto di processi organizzativi e di Business Process Management, si occupa della gestione dei progetti al fine di garantirne il raggiungimento degli obiettivi sia interni che relativi alle necessità delle Organizzazioni cliente

Rispetto alle considerazioni relative al ruolo della tecnologia direi che ovviamente dipende dal punto di vista Se questo è solamente quello di considerare i vantaggi in termini di produttività e quindi di risultati di business, la tecnologia può essere considerata effettivamente imprescindibile.

Ovviamente ogni tecnologia può comportare rischi per l’uomo nelle fasi della sua implementazione o per i diversi scopi del suo utilizzo.

Per questo ritengo che rispetto a una visione più generale, si pensi ai fenomeni ambientali e climatici, alle guerre e alle carestie, oltre che alla crescente disuguaglianza delle condizioni sociali, il discorso sia completamente diverso.

nario, sia per la necessità dell’evoluzione delle Organizzazioni Secondo il nostro punto di vista, le Organizzazioni devono saper immaginare sempre di più rapporti analogici tra le persone per il raggiungimento di obiettivi generali di eccellenza

Che soluzioni avete individuato per supportare le aziende? Quali benefici apportate?

La nostra realtà è incredibilmente distintiva. Non a caso tutta la nostra attività si basa su un metodo definito “al contrario” Il metodo al contrario è una metodologia ideata, sviluppata e applicata dalla nostra società con il fine di dare supporto alle aziende per generare la partecipazione e l’evoluzione organizzativa.

Benvenuto dottor Baldazzi. La tecnologia è oramai un fattore imprescindibile per le Organizzazioni e in questo numero ci occupiamo anche dei rischi associati alle nuove sfide. Che ruolo ha e­Metodi in questo scenario?

Nel nostro lavoro non consideriamo la tecnologia come un fattore imprescindibile ma solo come uno dei fattori abilitanti al raggiungimento dei fini delle Organizzazioni E proprio mentre si sta spingendo con così tanta forza l’uso della tecnologia nelle aziende e nella società, noi di e­Metodi riteniamo che il vero fattore imprescindibile siano le risorse umane, sia per la loro capacità di essere garanti del posizionamento dell’uomo al centro dello sce­

Il metodo si genera dalle persone e ritorna alle persone Questo si compone di due fasi: la facilitazione alla co­creazione e l’automazione per lo sviluppo incrementale dei processi organizzativi

Nella prima fase della facilitazione, si parte dalle persone con lo scopo di consentire loro di sviluppare liberamente le idee fino a definire una volontà comune

Tale condivisione, infatti, vie­

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ne formalizzata utilizzando uno strumento per il disegno dei processi organizzativi, attraverso l’utilizzo della notazione standard del Business Process Management, in un processo di creazione, condivisione e definizione continuo

Nella fase dell’automazione, sulla base dei processi si producono prototipi e attraverso i risultati immediati del loro utilizzo si definiscono le procedure organizzative.

Successivamente, attraverso strumenti di generazione inferenziali si realizza un progressivo miglioramento delle attività e del lavoro che, attraverso un ritorno alle persone e alla condivisione delle idee, genera una organizzazione che apprende, il vero obiettivo della nostra attività.

Come immaginate il futuro?

La nostra realtà è sempre orientata all’innovazione e conduciamo importanti progetti di ricerca orientati a prospettare un futuro nel quale ogni ambito sia il più umanistico possibile Uno di questi è il progetto openDBL realizzato nell’ambito dei programmi di ricerca e di innovazione Horizon Europe Building a low­carbon, climate resilient future: Research and innovation in support of the European Green Deal.

La sfida del progetto è consentire, attraverso lo sviluppo di openAPI, la disposizione di openDBL in un’unica piattaforma standardizzata e la creazione di contenuti utili, per semplificare il carico di lavoro dell’industria AECO

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, una importanza fondamentale riveste la qualità dei dati digitali che saranno oggetto della mappatura. Sarà tale

caratteristica a rendere possibile la generazione di informazioni realmente significative alle necessità del settore e alla soluzione dell’impatto che la costruzione ha sulle risorse e sull’ambiente

Per questo, a partire dalla norma ISO 19650 – Organizzazione delle informazioni sui lavori di costruzione –Gestione delle informazioni nell’uso del BIM, la nostra attività è orientata non tanto alla gestione dei modelli tridimensionali di progettazione quanto piuttosto alla metodologia di gestione dei sottostanti dati digitali.

Credo, in definitiva, che il tema della qualità dei dati digitali diventerà veramente sostanziale nel prossimo futuro delle tecnologie IT.

© Di Filippo Baldazzi, a cura di Fabio La Porta e Alessandro Giurelli Riproduzione riservata

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ISO/IEC 42001, lo standard per un Sistema di Gestione dell’IA

Tempo di lettura: 3 minuti

L’AI ha oggi raggiunto un livello di sviluppo e accuratezza senza precedenti, al punto che non sempre riusciamo a distinguere se un prodotto sia effettivamente il frutto dell’intelletto umano oppure il risultato di una “mente artificiale”.

Dei due articoli che seguono, solo uno è stato scritto dalla nostra redazione, mentre l’altro è realizzato da un chatbot. Riuscite a scoprire quale?

cienza tali da rendere spesso difficile la distinzione fra un prodotto “artificiale” e uno “umano”

La domanda, apparentemente semplice, è quanto mai articolata: fino a che punto è eticamente possibile sviluppare l’Intelligenza Artificiale?

La ISO/IEC 42001, risultato dello sforzo congiunto tra la International Organization for Standardization (ISO) e la International Electrotechnical Commission (IEC), si pone l’obiettivo di garantire un Sistema di Gestione dell’Intelligenza Artificiale sviluppato e utilizzato in modo responsabile

La noma si focalizza su alcuni aspetti critici quali:

• L’apprendimento continuo: i sistemi di Intelligenza Artificiale modificano il loro comportamento durante l’uso. Per questo motivo, il loro utilizzo responsabile deve essere mantenuto anche in fase di apprendimento continuo

Sviluppare un adeguato Sistema di Gestione dell'IA significa integrarlo con i processi e con la struttura gestionale dell'Organizzazione È quindi necessario considerare questioni specifiche legate al coinvolgimento delle parti interessate (compresi i fornitori esterni), alla gestione dei rischi e delle opportunità, all’affidabilità e alla sicurezza dei sistemi di Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale non è una proiezione fantascientifica di un futuro prossimo, ma è una realtà già inserita nella vita di tutti

Da Alexa a ChatGPT, dai videogiochi di realtà virtuale alle auto che si guidano da sole, l’IA è ovunque intorno a noi, ma non sempre ce ne accorgiamo. Essa, infatti, ha raggiunto dei livelli di effi­

• Il processo decisionale automatico: se effettuato in modo non trasparente e non comprensibile, quest’ultimo può richiedere una gestione e una supervisione ulteriore rispetto ai sistemi IT tradizionali;

• L’analisi dei dati, della conoscenza e del machine learning: se utilizzati in sostituzione della logica codificata dall’uomo per progettare i sistemi, cambia il modo in cui essi vengono sviluppati, valutati e distribuiti;

Per riuscire in questo intento, è necessario fare leva su aspetti chiave quali:

• La promozione e lo sviluppo di sistemi di Intelligenza Artificiali affidabili, trasparenti e responsabili;

• La diffusione di principi e valori etici come l’equità, la non discriminazione e il rispetto della privacy;

• L’identificazione dei rischi legati all’Intelligenza Artificiale, attraverso l’adozione di misure di mitigazione adeguate;

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• L’implementazione di un sistema ad hoc che pone il benessere umano e la sicurezza degli utenti al primo posto;

• La compliance alle leggi e il rispetto dei regolamenti in materia di protezione dei dati e degli obblighi nei confronti delle parti interessate.

La norma è applicabile a tutti i tipi di aziende, indipendentemente dal settore, ed è attualmente l’unica certificabile.

La struttura della ISO/IEC 42001 ricalca il modello HLS (High Level Structure): i due capitoli che seguono l’introduzione sono dedicati ai riferimenti legislativi, ai termini e alle definizioni; i requisiti vengono trattati nei capitoli che vanno dal quarto al decimo.

Sono inoltre presenti quattro allegati finali:

Annex A: riporta l’elenco di 39 controlli in grado di supportare le Organizzazioni nel raggiungimento degli obiettivi in relazione all’uso dell’Intelligenza Artificiale, offrendo loro spunti per affrontare le minacce individuate nel processo di valutazione dei rischi relativo alla progettazione, sviluppo e funzionamento dei sistemi di IA;

Annex B: fornisce le linee guida per l’implementazione dei controlli elencati nel precedente allegato;

Annex C: affronta il tema degli obiettivi e delle fonti di rischio che devono essere considerate dalle Organizzazioni nell’implementazione di un Sistema di Gestione dell’Intelligenza Artificiale;

Annex D: analizza l’impiego di un Sistema di Gestione dell’IA in vari settori, focalizzandosi sulla possibilità di integrarlo con altri SG, con particolare riferimento alla ISO/IEC 27001 per la sicurezza delle informazioni, alla ISO/IEC 27701 per le informazioni sulla privacy e alla ISO 9001 per la qualità Numerosi sono i vantaggi derivanti quindi dall’applicazione della ISO/IEC 42001, tra i quali:

• Una maggiore fiducia dei consumatori, con conseguenti benefici reputazionali;

• La differenziazione rispetto alle altre aziende del mercato;

• Una mitigazione del rischio, sia in termini legali che aziendali;

• Una maggiore sicurezza e tutela dei dati sensibili;

• Una maggiore affidabilità

dei prodotti e servizi offerti;

• Una maggiore efficienza operativa, con un conseguente risparmio sui costi;

• Un più ampio coinvolgimento dei dipendenti nei processi di innovazione del sistema di IA;

• Un impatto sociale positivo, dato dall’integrazione della tecnologia in processi che portano benefici all’intera società, nell’ottica dei principi di sviluppo digitale.

In conclusione, la ISO/ IEC 42001 si rivela uno strumento efficace nel garantire un uso responsabile e sostenibile dell’Intelligenza Artificiale, che rappresenta oggi una realtà in continua evoluzione e una delle maggiori sfide dei prossimi decenni.

Accredia, l’ente italiano di accreditamento, ha già ricevuto domande per l’accreditamento alla norma e ha avviato i processi per qualificare gli Organismi di certificazione ai sensi della ISO/ IEC 42001 Continua a seguirci sui canali social Newcert per restare aggiornato.

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La Rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale: Guida alla Norma ISO/IEC 42001

Tempo di lettura: 3 minuti

L’Intelligenza Artificiale (IA) non è più solo una visione del futuro, ma una realtà radicata nel presente di aziende di ogni dimensione e settore Da assistenti virtuali come Alexa e ChatGPT a tecnologie avanzate come la guida autonoma, l’IA permea le nostre vite quotidiane in modi sorprendenti e spesso impercettibili Tuttavia, con la sua crescente ubiquità sorgono domande cruciali sull’etica e sulla responsabilità che dobbiamo affrontare nel suo sviluppo e utilizzo

La ISO/IEC 42001, nata dalla collaborazione tra la International Organization for Standardization (ISO) e la International Electrotechnical Commission (IEC), si propone di affrontare queste sfide, fornendo linee guida per un’implementazione responsabile dei sistemi di gestione dell’IA

Perché la ISO/IEC 42001 è Cruciale

Questa norma si concentra su aspetti critici che spesso vengono trascurati durante lo sviluppo e l’implementazione dell’IA:

Processo Decisionale Automatico Trasparente: Secondo uno studio condotto da PwC, il 67% dei dirigenti ritiene che la trasparenza sia essenziale per garantire la fiducia nell’IA La ISO/IEC 42001 incoraggia la trasparenza nel processo decisionale automatico, garantendo che le decisioni siano comprensibili e facilmente verificabili

Analisi dei Dati e del Machine Learning: Imprese come Netflix e Amazon hanno dimostrato il potenziale dell’IA nell’analizzare i dati per migliorare l’esperienza del cliente. Tuttavia, è essenziale garantire che queste analisi siano etiche e non discriminatorie La norma fornisce linee guida per l’analisi responsabile dei dati e del machine learning.

Apprendimento Continuo

Responsabile: Con l’IA che si evolve costantemente, è fondamentale garantire che l’apprendimento continuo avvenga in modo responsabile e controllato La ISO/IEC 42001 incoraggia le organizzazioni a sviluppare strategie per monitorare e

gestire l’evoluzione dei sistemi di IA nel tempo

Successi Aziendali con l’IA e la Norma ISO/IEC 42001

IBM: Utilizzando l’IA per ottimizzare le operazioni e migliorare l’efficienza, IBM ha implementato con successo la ISO/IEC 42001 in vari settori, dimostrando il valore di un’IA responsabile e conforme agli standard

Airbnb: Attraverso l’uso di algoritmi di raccomandazione basati sull’IA, Airbnb ha migliorato l’esperienza degli utenti, garantendo nel contempo la trasparenza e l’equità nel processo decisionale.

Tesla: Leader nell’innovazione dell’auto­guida, Tesla ha adottato la ISO/IEC 42001 per garantire la sicurezza e l’affidabilità dei suoi sistemi di guida autonoma, dimostrando l’importanza di norme standardizzate nell’IA automobilistica.

Vantaggi Tangibili della ISO/IEC 42001

Fiducia dei Consumatori: Secondo uno studio di Deloitte, il 63% dei consumatori afferma di essere più propenso a fare affari con aziende che utilizzano l’IA in modo responsabile. La

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conformità alla ISO/IEC 42001 può aumentare la fiducia dei consumatori e migliorare la reputazione aziendale.

Riduzione dei Rischi: Implementando le linee guida della ISO/IEC 42001, le aziende possono mitigare i rischi legali e aziendali associati all’uso dell’IA, proteggendo al contempo la privacy e la sicurezza dei dati

Efficienza Operativa: Un rapporto di McKinsey stima che l’IA potrebbe aumentare il PIL globale fino al 14% entro il 2030 L’implementazione responsabile dell’IA, supportata dalla ISO/IEC 42001, può contribuire a sbloccare questo potenziale, migliorando l’efficienza operativa e riducendo i costi.

La norma è applicabile a tutti i tipi di aziende, indipendentemente dal settore, ed è attualmente l’unica certificabile.

La struttura della ISO/IEC 42001 ricalca il modello HLS

(High Level Structure): i due capitoli che seguono l’introduzione sono dedicati ai riferimenti legislativi, ai termini e alle definizioni; i requisiti vengono trattati nei capitoli che vanno dal quarto al decimo

Sono inoltre presenti quattro allegati finali:

Annex A: riporta l’elenco di 39 controlli che supportano le Organizzazioni nel raggiungimento degli obiettivi in relazione all’uso dell’Intelligenza Artificiale, offrendo loro spunti per affrontare le minacce individuate nel processo di valutazione dei rischi relativo alla progettazione, sviluppo e funzionamento dei sistemi di IA;

Annex B: fornisce le linee guida per l’implementazione dei controlli elencati nel precedente allegato;

Annex C: affronta il tema degli obiettivi e delle fonti di rischio che devono essere considerate dalle Organizzazioni nell’implementazione di

un Sistema di Gestione dell’Intelligenza Artificiale;

Annex D: analizza l’impiego di un Sistema di Gestione dell’IA in vari settori, focalizzandosi sulla possibilità di integrarlo con altri SG, con particolare riferimento alla ISO/IEC 27001 per la sicurezza delle informazioni, alla ISO/IEC 27701 per le informazioni sulla privacy e alla ISO 9001 per la qualità

In conclusione, la ISO/IEC 42001 rappresenta uno strumento essenziale per guidare l’adozione responsabile dell’IA nelle aziende di tutto il mondo Le imprese che abbracciano questa norma non solo si pongono all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, ma dimostrano anche un impegno tangibile verso l’etica e la sostenibilità nell’era digitale in continua evoluzione Segui le ultime novità su questo fronte attraverso i nostri canali social per rimanere sempre aggiornato su come la ISO/ IEC 42001 sta plasmando il futuro delle imprese globali

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AI Act: strumento per tutelare i diritti umani e promuovere il progresso

Tempo di lettura: 3 minuti

L’Artificial Intelligence Act è stato recentemente approvato dal Parlamento Europeo al fine di introdurre un quadro comune normativo e giuridico per tutti i tipi di Intelligenza Artificiale generativa, comprensivo di qualsiasi settore.

All’Articolo 3 del documento viene riportata la definizione di un sistema di AI, ovvero: “un sistema automatizzato progettato per funzionare con diversi livelli di autonomia e che può mostrare capacità di adattamento dopo l’installazione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce, dagli input che riceve, come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali”.

L’obiettivo del regolamento è quello di classificare e regolamentare le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale in base al rischio di causare

danni ai cittadini, così da creare un mercato unico per l’AI e assicurare l’uso di dispositivi responsabili, in modo da aumentare la fiducia dei consumatori e incentivare lo sviluppo di questa tecnologia

Le categorie di rischio possono essere così riassunte:

• Rischio inaccettabile: comprende i sistemi di AI contrari ai valori e ai principi dell’Unione Europea; per tale motivo, essi sono vietati oppure soggetti a severe restrizioni Sono, ad esempio, proibiti tutti i modelli di AI che manipolano il comportamento umano in modo da eludere la volontà degli utenti I sistemi di AI che permettono alle Forze dell’Ordine di effettuare la sorveglianza biometrica in tempo reale in luoghi pubblici sono invece consentiti per motivi di sicurezza;

• Rischio elevato: rientrano in questa categoria i modelli di AI che possono avere un impatto “sistemico”, ovvero significativo, sui diritti fondamentali o sulla sicurezza delle persone. Si tratta di strumenti che devono soddisfare obblighi stringenti per essere immessi sul mercato come, ad esempio, i sistemi di AI utilizzati per la selezione e il reclutamento del

personale, per l’erogazione di servizi sociali essenziali, per le applicazioni giudiziarie e di polizia o per la gestione della sicurezza critica delle infrastrutture;

• Rischio limitato: parliamo di modelli di AI in grado di influenzare i diritti o le volontà degli utenti, ma in misura minore rispetto a quelli ad alto rischio Si tratta, quindi, di strumenti soggetti a requisiti di trasparenza Gli utenti che utilizzano questi dispositivi sono consapevoli di interagire con un sistema di AI e ne comprendono le caratteristiche Rientrano in questa categoria le chatbot come ChatGPT;

• Rischio minimo: all’interno di questa categoria sono compresi i sistemi di AI che non presentano alcun impatto diretto sui diritti fondamentali o sulla sicurezza delle persone e che, allo stesso tempo, offrono agli utenti ampi margini di scelta e controllo. Si tratta di strumenti liberi da qualsiasi obbligo normativo, in modo da incoraggiare l’innovazione e la sperimentazione Un esempio sono i videogiochi.

Per ciascuna categoria di rischio elencata, sono presenti degli obblighi da rispettare

Per essere immessi sul

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mercato, i sistemi di AI a rischio elevato devono essere sottoposti a una valutazione del rischio e agli sviluppatori viene richiesto di implementare un apposito Sistema di Gestione della qualità. La conformità ai requisiti deve essere verificata da Organismi indipendenti, cui spetta la decisione di rilasciare certificati o di ritirare quelli già emessi. Gli sviluppatori e gli utilizzatori di modelli di AI ad alto rischio sono inoltre soggetti a obblighi di registrazione, tracciabilità e segnalazione, oltre che di informazione agli utenti.

Gli stessi sviluppatori hanno, infine, un obbligo di notifica alla Commissione Europea: devono fornire la documentazione del modello, attuare una politica di rispetto della normativa dell’Unione in materia di diritto d’autore, redigere e rendere disponibile al pubblico una sintesi sufficientemente dettagliata sui contenuti utilizzati per l’addestramento del modello

I sistemi di AI a rischio limitato devono rispettare i requisiti di trasparenza, tra i quali vi è l’obbligo di comunicare agli utenti che essi stanno interagendo con un modello di AI e di fornire loro

informazioni pertinenti sulle sue caratteristiche e limitazioni Le informazioni dichiarate devono essere chiare, comprensibili e accessibili.

I sistemi di AI a rischio minimo non sono soggetti a particolari obblighi normativi, ma devono comunque rispettare le leggi e i regolamenti generali applicabili all’Intelligenza Artificiale, come, ad esempio, quelli relativi alla protezione dei dati personali, alla concorrenza, alla responsabilità civile o ai diritti dei consumatori

I fornitori stabiliti fuori dall’UE hanno l’obbligo di nominare un rappresentante autorizzato che sia stabilito nell’Unione Europea e che gli consenta di svolgere i compiti previsti dal presente regolamento. Sono sottoposti agli obblighi previsti dal regolamento anche gli operatori che hanno sede o sono situati nell’UE e quelli situati in un Paese terzo, laddove l’output prodotto dal sistema di Intelligenza Artificiale venga comunque utilizzato in Europa

Il regolamento si applica pure agli altri componenti della catena di valore dell’AI, quali, ad esempio, importatori, distributori, fabbricanti e, infine, rappresentanti autorizzati, così come definiti dall’Articolo 3 del regolamento

Gli obblighi citati non si applicano ai sistemi di AI di uso generale accessibili al

pubblico con una licenza libera e open source che consenta l’accesso, l’utilizzo, la modifica e la distribuzione del modello e i cui parametri siano resi pubblici. Non rientrano nel regolamento nemmeno i modelli di AI per scopi militari, di difesa o di sicurezza nazionale e neppure quelli per scopi di ricerca e sviluppo scientifico È inoltre presente una household exemption applicabile alle persone fisiche che utilizzano sistemi di AI durante un’attività non professionale puramente personale

In attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevista per l’estate del 2024, e del tempo necessario perché la legge diventi esecutiva del tutto, sottolineiamo l’importanza dell’AI Act in quanto primo regolamento mondiale sull’Intelligenza

Artificiale

Proprio come avvenuto per il GDPR – il regolamento generale sulla protezione dei dati – esso potrà fornire le basi per costruire una società innovativa, in cui promuovere la tecnologia senza mai dimenticare il vero motore del progresso: la tutela dei diritti umani

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Vi ricordiamo, infine, il summit AI for Good che si terrà a Ginevra il 30 e il 31 maggio p v L’evento, organizzato da ITU – l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni – ospiterà personalità di spicco e

affronterà aspetti legati all’applicazione della Intelligenza Artificiale nella promozione di tematiche quali salute, clima, inclusione di genere, sostenibilità e sviluppo globale.

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Com’è cambiata la ISO/IEC 27001

per la Gestione della sicurezza delle informazioni

Tempo di lettura: 3 minuti

I cyber attacchi subiti dal nostro Paese nel 2023 sono aumentati del 65%; negli ultimi cinque anni la crescita è stata del 79%, con una media mensile di 232 attacchi Sono i dati dell’ultimo rapporto Clusit, che analizza il livello di sicurezza ICT nazionale

L’Intelligenza Artificiale, in particolare, è uno degli strumenti maggiormente utilizzati dai “cybercriminali” nell’individuazione delle falle di sicurezza di un’azienda e nella produzione di phishing o malware.

Esiste un alleato per una maggiore tutela delle aziende: la ISO/IEC 27001, lo strumento che aiuta a sviluppare un Sistema di Gestione per la sicurezza delle informazioni

La norma si basa su un processo di gestione dei rischi capace di soddisfare tre principi chiave: riservatezza,

integrità delle informazioni e disponibilità dei dati. Attraverso una valutazione dei rischi è possibile analizzare quali problemi relativi alle informazioni potrebbero verificarsi e mettere in atto degli adeguati controlli di sicurezza per evitare che essi si verifichino e risolverli

Per questo motivo, lo standard richiede alle aziende di elencare tutti i controlli che devono essere implementati in un documento chiamato Dichiarazione di Applicabilità.

La ISO/IEC 27001 è applicabile a qualsiasi Organizzazione indipendentemente dal settore di appartenenza e può essere integrata sia con gli altri standard ISO, che con il Regolamento UE 2016/679 (GDPR). A differenza di quest’ultimo, che si focalizza sul trattamento dei dati personali nel contesto europeo, la 27001 copre tutti i dati – riferibili sia a persone fisiche che a persone giuridiche – trattati nel campo di applicazione del Sistema di Gestione di un’azienda che opera a qualsiasi livello

La struttura della ISO/IEC 27001 ricalca il modello HLS (High Level Structure): i due capitoli che seguono l’introduzione sono dedicati ai riferimenti legislativi, ai

termini e alle definizioni; i capitoli che vanno dal quarto al decimo trattano, invece, i requisiti per la valutazione e il trattamento dei rischi per la sicurezza delle informazioni.

Lo standard è stato aggiornato nel 2022 ed è stato recepito dall’UNI –l’Ente Italiano di Normazione – a febbraio 2024. Le modifiche riflettono l’evoluzione delle minacce informatiche e la necessità di adeguarsi alle nuove sfide della cybersecurity, attraverso una maggiore enfasi sulla gestione del rischio

In particolare, la nuova norma è caratterizzata dalla riformulazione dell’Annex A, l’Allegato finale contenente 93 controlli di riferimento per la sicurezza delle informazioni. Al loro interno sono indicate le pratiche da implementare per ridurre i rischi a livelli accettabili Essi sono suddivisi in quattro clausole: controlli organizzativi, controlli delle persone, controlli fisici e controlli tecnologici

• I controlli organizzativi vengono implementati definendo le regole da seguire e il comportamento atteso dagli utenti, le apparecchiature, i software e i sistemi Alcuni esempi possono essere la politica di controllo degli

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accessi o la politica BYOD (Bring Your Own Device);

• I controlli delle persone vengono attuati fornendo istruzioni, procedure e formazione in grado di consentire a tutti i dipendenti di svolgere le proprie attività in modo sicuro Rientrano in questa categoria i corsi sulla consapevolezza della sicurezza oppure quelli per auditor interni ISO/IEC 27001;

• I controlli fisici vengono implementati utilizzando apparecchiature o dispositivi che interagiscono fisicamente con persone e oggetti Esempi sono i sistemi di sorveglianza a circuito chiuso oppure quelli di allarme;

• I controlli tecnici riguardano, in genere, i sistemi informatici e prevedono l’utilizzo di componenti software, hardware e firmware che vengono aggiunti al sistema. Esempi sono i programmi per effettuare backup dei dati, i software antivirus, ecc

Ognuno dei controlli è associato a cinque attributi: tipo di controllo, proprietà di sicurezza delle informazioni, concetti di cybersecurity,

capacità operative e dominio della sicurezza.

Il documento può essere utilizzato da parti interne ed esterne al fine di valutare la capacità di un’Organizzazione di soddisfare i propri requisiti relativi alla sicurezza delle informazioni

Numerosi sono i vantaggi collegati alla certificazione ISO/IEC 27001, come, ad esempio:

• Evitare le sanzioni dovute a violazioni dei dati, anche con riferimento al GDPR;

• Conformare l’Organizzazione al rispetto dei requisiti normativi richiesti dal GDPR;

• Espandere il business soddisfando la richiesta dei clienti di maggiore sicurezza dei dati;

• Aumentare la brand reputation;

• Ridurre la vulnerabilità alle minacce informatiche;

• Garantire l’integrità, la riservatezza e la disponibilità nel tempo di dati sensibili conservati all’interno dell’a­

zienda oppure affidati a terzi;

• Fornire un framework centralizzato che protegge tutte le informazioni;

• Aumentare la capacità di risposta ai rischi informatici e altre minacce;

• Proteggere le informazioni e i dati sensibili, siano essi digitali, cartacei, oppure su Cloud;

• Ottimizzare le risorse economiche, evitando spese per una strategia di difesa inefficace

Le aziende che adottano questa norma dimostrano un impegno concreto verso la protezione dei dati e la gestione dei rischi informatici e ottengono benefici sia di tipo reputazionale che prestazionale.

Creare le condizioni per lo sviluppo di prodotti digitali sicuri è uno degli obiettivi del Work Programme 2024, il documento della commissione europea che indica le aree di sviluppo annuali dell’UE Anche noi siamo consapevoli dell’importanza di questo argomento; per questo abbiamo deciso di certificarci ai sensi della ISO/ IEC 27001

Contattaci per restare aggiornato su tutti i dettagli sulla norma e scoprire come ottenere la certificazione

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#TeladoiolaISO

#TeladoiolaISO

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"Muoversi in Libertà"

Rubrica a cura di Claudia Frizzarin

La AI della disabilità

Tempo di lettura: 3 minuti

La dott.ssa Claudia Frizzarin è la co­fondatrice e la Presidentessa di MIL – Muoversi in Libertà

L’Associazione MIL, nata nel 2020, si fonda sull’abbattimento delle barriere architettoniche, oltre che dei pregiudizi e degli stereotipi che coinvolgono il mondo della disabilità.

Claudia Frizzarin si occupa della sensibilizzazione al “diverso” in modo creativo e culturale, mirando all’inclusione sociale e professionale delle persone con disabilità

“Muoversi in Libertà” non si riferisce esclusivamente alle barriere architettoniche

che incontriamo ogni giorno, significa piuttosto consentire a chiunque di muoversi liberamente all’interno della società moderna.

Oggi affrontiamo il tema dell’Intelligenza Artificiale, anche nominata AI. Ma esattamente di cosa stiamo parlando?

Parliamo di un insieme di tecnologie che permettono di ricreare l’intelligenza umana, con algoritmi

Avete presente il film “Io Robot” di Will Smith?

La verità è che questo tipo di tecnologia è stata sempre presente nelle nostre vite, attraverso piccoli apparecchi elettronici di uso quotidiano ad esempio i computer, i cellulari con il collegamento a internet, la domotica

Oggi vorrei provare ad approfondire il tema dell’accostamento dell’Intelligenza Artificiale con la disabilità e la sua quotidianità,

parlando di AI e accessibilità

Se vogliamo parlare di accessibilità per le persone cieche, un grande contributo è stato fornito dagli iPhone, che attraverso la loro assistente Siri hanno semplificato la vita delle persone non vedenti. Per prima cosa, infatti, queste non hanno dovuto installarsi un sintetizzatore vocale, come negli anni ’90 con “Jaws”, e poi perché Siri riesce a integrare la tecnologia Apple in modo completamente autonomo anche rispetto a chi ha una disabilità visiva, descrivendo, per esempio, le foto in modo più dettagliato. In questo senso, si tratta sicuramente di un passo in avanti

Se invece pensiamo alla do­

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motica e ad Alexa, anche in questo caso parliamo di tecnologie che possono aiutare appieno a vivere la propria abitazione in modo autonomo e indipendente.

Anche rispetto alle barriere linguistiche, cognitive e sensoriali la tecnologia sta facendo velocemente dei passi da gigante: in un futuro non molto lontano potremmo rendere tutti questi aspetti più fruibili da chiunque, non solo da chi ha una disabilità.

Sembra quindi che ci siano degli spunti maggiormente positivi sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale; in realtà dovremmo anche pensare ad affrontare questioni e sfide legate alle tematiche etiche

Mi riferisco, ad esempio, a come l’AI possa sopperire alle relazioni interpersonali;

per quanto la tecnologia possa fare enormi progressi, le assistenti virtuali non potranno mai sostituirsi alle relazioni tra due persone dotate di intelligenza emotiva, che possano discutere e argomentare una tesi.

Personalmente, mi spaventa molto l’idea che in un futuro non troppo lontano potremmo affrontare quasi totalmente ogni aspetto della nostra vita con l’AI perché questo comporterà un isolamento sociale, qualcosa che abbiamo già vissuto du­

rante la pandemia, una situazione che abbiamo appena lasciato e di cui ci portiamo ancora gli strascichi.

Non credo nemmeno che le chatbot possano dare sostegno emotivo e psicologico alle persone, perché la complessità umana è difficile da far rientrare in algoritmi matematici Mi auguro venga sempre riconosciuta e valorizzata l’importanza e l’unicità delle persone – con disabilità o meno – e il fatto che ognuno abbia delle diversità e che ciò sia arricchente per la comunità

Se voi avete considerazioni in merito, sarei ben lieta di ascoltare il vostro punto di vista

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"Il futuro è oggi" Rubrica a cura di Andrea Tiveron

Intelligenza Artificiale: la nostra occasione che non abbiamo saputo cogliere

Tempo di lettura: 5 minuti

“Il futuro è oggi” nasce dalla collaborazione con Andrea Tiveron, economista e direttore della società eMetodi Il dott Tiveron è esperto di economia digitale e di innovazione delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di Business Process Management, di automazione di processo nel più differenti ambiti di impegno, di gestione tecnica del costruito e di Facility Management

l’Intelligenza Artificiale (AI), cioè una tecnologia che rappresenta l’”hype” del momento Non ci possono essere dubbi in proposito, dato che oramai non c’è persona, contesto o contenuto che non la nomini o non ne faccia riferimento in qualche modo.

Come sempre eviterei di fare l’esperto di una materia complessa, semplicemente perché non lo sono. Tuttavia, allo stesso tempo, vorrei suggerire di fare attenzione a ciò che sta accadendo guardando più in profondità per capire bene cosa c’è dietro.

scriveva con i termini “sistemi esperti” o “motori inferenziali” ora è diventato “AI”. Sto affermando quanto ho già più volte dichiarato Da un lato, niente di intelligente c’è nelle macchine e dall’altro, nulla è cambiato rispetto a quanto si è fatto finora per utilizzare le macchine per svolgere elaborazioni utili alle attività umane

Questa rubrica ha per titolo “Il futuro è oggi”, ciò vuole significare che quello che succederà, lo possiamo o –forse sarebbe meglio dire –dobbiamo deciderlo adesso.

Il tema di questo numero è

Iniziamo da un fenomeno oramai ricorrente Anche in questo caso, come sembra abitudine oramai, continua il boicottaggio del significato delle parole Azione che porta con sé l’evidenza di una volontà persistente di poter dire tutto e il suo esatto contrario, senza mai avere il problema “fastidioso” di poter essere smentiti

E così, oramai tutto è Intelligenza Artificiale. E quanto fino a poco tempo fa si de­

Vorrei ricordare che la pretesa di immaginare una Intelligenza Artificiale di un computer assimilabile a quella umana è una vera eresia che annullerebbe di fatto anni e anni di studi nel campo della neuroscienza a iniziare con la teoria dei tre cervelli (quello rettiliano, quello limbico e quello cognitivo) del neuroscienziato statunitense Paul D. MacLean Questa ripartizione è del tutto simile a quella dei tre cervelli – viscerale, cardiaco ed encefalo – delle culture orientali e in particolare del Taoismo che, guarda caso, è una cultura olistica Ma quale coincidenza!

Ecco che torniamo sempre alla verità La nostra cultura

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materialista e riduzionista continua a spingerci verso il delirio di onnipotenza L’uomo crede di poter governare la tecnica a suo piacimento, ma nel farlo non si accorge, o non vuole accorgersi, di un “tutto” molto più grande e pieno di strette relazioni il cui taglio, sottostante a una banale sottovalutazione della loro importanza, spesse volte comporta danni irreparabili

Non solo non c’è intelligenza nelle macchine ma è evidente, anche in questo caso, che non ce ne è per niente affatto nel loro creatore. Eppure, il processo è oramai inarrestabile; da ora in poi sempre di più ci si affiderà alla capacità di elaborazione delle macchine

E così torna alla mente quanto scrivevo in e­BIM a questo proposito:

“Si dice che i sistemi cognitivi imitano le caratteristiche del pensiero della mente umana. Ma se consideriamo che i processi cognitivi della mente umana sono caratterizzati da una tale varietà di fattori, tra i quali in maniera sempre più evidente vanno ricomprese non solo le “sensazioni”, ovvero gli input derivanti dai sensi, ma soprattutto le “emozioni” e quindi i “sentimenti” dovremmo allora comprendere come il processo cognitivo delle macchine non può nemmeno “somigliare” come molti invece tendono a far ri­

tenere. Pertanto, l’apprendimento delle macchine è e deve essere indotto Diversamente ci troveremmo di fronte ad una tecnologia potenzialmente molto pericolosa

HAL 9000 è il supercomputer che governa la Discovery, la nave spaziale del libro di Arthur Clarke 2001 Odissea nello spazio Durante la spedizione il supercomputer, teoricamente incapace di commettere errori, inizia a comunicare un guasto ad un apparato della nave In realtà si tratta di un falso allarme Ma questo evento mette in seria apprensione gli astronauti che, considerata l’inaffidabilità di HAL, decidono di spegnerlo Programmato per risolvere e gestire qualsiasi tipo di rischio, il computer, per garantire il suo funzionamento, adotta la so­

luzione più utile: eliminare l’intero equipaggio

Non possiamo nemmeno sorridere! È tutto già scritto. Quando il calcolatore governa l’intero sistema è normale che lui agisca per essere insostituibile!”(1)

Per quanto riguarda invece il fatto che nulla è cambiato nello sviluppo dei sistemi “esperti” va detto che questi capaci di inferenza sono stati ideati, sviluppati e applicati da tantissimi anni e non sono affatto diversi da quanto si va sviluppando oggi sotto il nome di AI

Per quanto riguarda gli algoritmi, questi sono sempre esistiti e non c’è esperto IT che, se dotato di buona creatività, non abbia tentato in un modo o nell’altro la strada cosiddetta “autogene­

(1) Andrea Tiveron, e­BIM ­ La metodologia della modellazione informativa in una economia “a risultato”, Ediser, 2020

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rativa” del codice, che sarebbe l’unica giustificazione di una certa capacità di intelletto autonomo

Quindi dove sarebbe quanto viene proclamato come una incredibile rivoluzione che consentirebbe ai computer di simulare l’intelligenza umana e che trasformerà ogni cosa nel mondo? La risposta c’è eccome!

La differenza dell’attuale sviluppo della cosiddetta Intelligenza Artificiale sta nel fatto che diversamente da quanto accaduto fino ad ora, da qualche tempo a questa parte, vi sono due aspetti che ne spiegano il fenomeno.

Il primo è importante, ma niente affatto significativo per comprendere l’Intelligenza Artificiale come fenomeno, e consiste nel fatto che quelle stesse applicazioni IT vengono attivate in enormi edifici denominati “data center” all’interno dei quali centinaia di calcolatori sempre più performanti consentono una capacità di elaborazione milioni di volte più efficace

La seconda invece è veramente sostanziale Per anni sapevamo che la quantità di dati generati sulla rete Internet stava crescendo esponenzialmente. Secondo la stima dell’immagine sopra, nel 2020 la crescita era arrivata a 44 zettabytes E dall’immagine sotto si evince che la progressione è solo all’inizio considerando la stima per il 2030 di 78 yottabyte.

Solo adesso però apprendiamo che cosa sono veramente tutti quei dati. Sono i nostri! Sono tutte le pagine, tutte le parole, tutte le immagini, tutti gli audio, tutto il codice, tutti i file e tutti i dati che per anni e anni abbiamo sparso nella rete Internet. E in tutti questi anni, durante i quali abbiamo continuato a sparpagliare qualsiasi contenuto digitale, intanto, tutti si combatteva perché la rete rimanesse libera e democratica

Peccato scoprire oggi che questa libertà ha consentito a qualcuno – veramente pochi in verità – di incamerare tutti i contenuti della rete Internet dentro data center privati, generando così un patrimonio informativo dal valore incalcolabile.

Ma d’altra parte, veramente potevamo pensare che un’a­

zienda come Google mettesse a disposizione di milioni di persone il suo motore di ricerca senza alcun altro interesse che gli introiti per il posizionamento dei link pubblicitari nel feed? E così mentre si ricerca, il motore acquisisce preziose combinazioni di parole che già da sole possono, se propriamente elaborate, portare infinite conoscenze ma che, se unite ad altre informazioni come la geolocalizzazione (e quanti di noi lasciano perennemente attiva la funzione nel proprio smartphone), possono consentire analisi profonde di scelte e gusti ai fini dell’orientamento al consumo oltre che, ahinoi, molti altri

L’Intelligenza Artificiale si basa dunque su due presupposti: la disponibilità di enormi quantità di dati e la corrispondente disponibilità di altrettanto enormi capacità di calcolo. L’enormità di

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queste due dimensioni, dati e capacità di calcolo, è alla base di non poche preoccupazioni da parte degli esperti tanto da implicare anche questioni di carattere etico e filosofico

Non è un caso se a tal proposito il parlamento europeo ha recentemente emanato il primo provvedimento legislativo a livello mondiale di regolamentazione: l’AI Act.

Ovviamente il motivo è intuibile per chiunque: entrambe le grandezze, di cui si è detto, sono così enormi da essere al di fuori della capacità della conoscenza umana e pertanto è evidente che una infrastruttura di computer può, ma direi certamente ha, capacità superiori a quelle umane.

Quest’ultima affermazione deve risuonare con tutta la sua portata Le capacità di calcolo dei sistemi digitali erano superiori a quelle dell’uomo già da diverso tempo ma molto presto tutto sarà ulteriormente stravolto a favore delle macchine. Riflettiamo sul fatto che i “computer quantistici”, basati cioè su qubit (l’unità di informazione quantistica –N d R ), sono già disponibili oggi, se non fosse per il piccolo particolare del loro spropositato costo

Essendo l’Intelligenza Artificiale una tecnologia è evidente che le paure che si stanno diffondendo circa il suo utilizzo sono fondate

Sono infiniti, infatti, gli esempi di tecnologie che possono essere impiegate per scopi diametralmente opposti buoni o cattivi Basta solo considerare che la maggior parte delle tecnologie nascono in ambito militare e solo successivamente si applicano agli usi civili

Ovviamente, ritornando al titolo di questa rubrica, il punto di vista di questo contributo non può essere altro che quello di capire cosa possiamo fare perché di questa se ne possa fare il miglior utilizzo in futuro. In realtà posso affermare e senza possibilità di ripensamento che, in questo caso, oramai il tempo delle possibilità è passato e irrimediabilmente. La storia lo dimostra: abbiamo già avuto la nostra occasione e non l’abbiamo saputa cogliere

E così non posso far altro

che ricordare come incredibilmente io stesso abbia già generato le conclusioni in passato

Ho scritto e­facility nel 2006. In quel libro ho voluto spiegare quanto era importante il significato dell’evoluzione che si stava determinando in alcune forme democratiche di sfruttamento delle tecnologie digitali

In quel libro spiegai quanto un IT dominato da enormi calcolatori serventi non era qualcosa di auspicabile in un mondo dove i dati digitali stavano sempre più diventando una risorsa rappresentativa di ricchezza.

In particolare, mi riferivo allora all’esistenza di importanti iniziative destinate a determinare forti spinte di carattere politico tese al superamento di strutture basate sull’impiego di calcolatori server che

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rappresentavano allora la totalità delle soluzioni Come appare evidente, infrastrutture di tipo client/server mal si prestano a una condivisione democratica della conoscenza

Senza spingersi troppo oltre, basta restare sul piano squisitamente tecnico per motivare queste affermazioni Si può, per questo, far riferimento al caso nel quale l’interruzione di un solo calcolatore di tipo server può impedire, di fatto, il funzionamento di un elevato numero di applicazioni per un numero elevato di computer client. Analogamente vale per un funzionamento fraudolento di un solo calcolatore server

Quella spinta politica considerava un pericolo per la democrazia l’accumulo di ogni dato all’interno di calcolatori centrali e per questo alcuni intraprendenti scienziati iniziarono a progettare le cosiddette infrastrutture di tipo punto­punto dove ogni elaboratore funziona da client e server simultaneamente.

“Basta pensare a tutto il mondo della distribuzione dei file musicali peer to peer realizzata attraverso Internet e software come Napster, Gnutella, Aimster, Music City, FastTrack ed altri, nello sfondo dei quali c’è il vero senso della collaboratività di informazioni su web. Si devono seriamente considerare

questi esempi per la loro duplice rilevanza nell’ottica dello sviluppo verso forme democratiche di condivisione della conoscenza che gli strumenti digitali consentono di realizzare La prima è quella di basare il proprio funzionamento su tipologie infrastrutturali di tipo uno a uno L’altra è che tutte queste realizzazioni si basano sull’utilizzo di software che si configura per rappresentare il rilevante fenomeno della necessità di diffusione del sapere al quale stiamo assistendo ”(2)

Uno dei massimi artefici delle tecnologie peer to peer è stato l’americano Justin Frankel, che all’età di diciotto anni ha abbandonato l’Università di Utah per dedicarsi, con l’aiuto di un amico, allo sviluppo di un software gratuito che potesse riprodurre file MP3 Gli eventi successivi gli hanno dato ragione e la Nullsoft, la software house che ha prodotto e continua a supportare Winamp, ha steso per lungo tempo sui software di riproduzione dei file musicali un vero e proprio monopolio.

Ma la vera forza di Frankel non è stata tanto la sua capacità di creare software vincenti, quanto piuttosto la sua caratteristica visionaria democratica Non è un caso, infatti, se ispirato dal movimento open source Frankel abbia rilasciato sotto questo tipo di licenza Gnutella il pri­

mo protocollo di condivisione file peer­to­peer

È incredibile considerare come uno degli utilizzi più importanti oggi della tecnologia peer to peer sia la blockchain, il famoso sistema di notarizzazione inviolabile dei dati realizzato attraverso la loro distribuzione, registrazione, replicazione e sincronizzazione simultanea su migliaia di computer.

Malgrado l’importanza della stessa blockchain l’idea democratica delle infrastrutture peer to peer non è riuscita a trasformare, come invece avrebbe potuto, il settore IT. Attualmente, infatti, il web è basato su applicazioni client/ server che risiedono in strutture hardware definite “cloud” composte da server raggruppati in clustering, proprio per sopperire, con la ridondanza, alla limitazione fisica di tali soluzioni

Il vero problema è però conseguente alle seguenti considerazioni Realizzare sistemi di Intelligenza Artificiale significa un investimento di dimensioni enormi. Investimenti che attualmente sono

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modelli organizzativi di e­business per il facility management, Legislazione Tecnica Editrice, 2006 31
(2) Andrea Tiveron,
e­facility ­

stati realizzati da un numero esiguo di aziende e se si considera il servizio AI già in commercio si tratta di un numero inferiore alla decina.

Ebbene queste aziende hanno valori di capitalizzazione sui mercati azionari molte volte superiori ai numeri degli aggregati dei bilanci di numerose nazioni al mondo Uno sconcertante, oltre che pericoloso potere di influenza sui mercati.

Oggi, secondo la ricerca

“The Lobby Network: Big Tech’s Web of Influence in the EU”, pubblicato da Corporate Europe Observatory and LobbyControl e.V nel mese di agosto 2021, le Big Tech spendono più di 32 milioni di euro solo a Bruxelles, con più di 140 professionisti a tempo pieno. Il sospetto che questa cifra enorme venga usata solo per difendere gli interessi commerciali presenti e futuri delle aziende –che non coincidono con quelli dei cittadini europei – è

più che legittimo.(3)

In occasione del tradizionale appuntamento annuale del World Economic Forum il fondatore di Facebook ha annunciato un investimento record di quasi 10 miliardi di dollari Ancora oggi è possibile immaginare che praticamente chiunque può avere la possibilità di “affittare” o addirittura realizzare una infrastruttura cloud ed erogare i propri sistemi informativi Questi funzioneranno nel modo tradizionale, cioè, accumulando al proprio interno dati endogeni Ma cosa succederà da qui a poco quando le infrastrutture sottostanti alla distribuzione dei servizi di Intelligenza Artificiale inizieranno a occupare ogni scenario tecnologico?

A parità di servizio le infrastrutture di AI avranno un vantaggio incolmabile potendo attingere a enormi quantità di dati esogeni, una quantità tale da rendere le risultanze della loro elabora­

zione molte volte più significative rispetto a quelle dei sistemi tradizionali

E così è evidente che l’AI sarà pervasiva di tutti i sistemi IT che, in un modo o nell’altro, saranno costretti a ricorrervi, ma sarà sempre solo una lenta agonia verso la loro fine già scontata. E quindi, in definitiva, il vero problema è solamente uno

È questo un mondo nel quale possiamo immaginare possibile che poche realtà private possano detenere il potere di governare il funzionamento di ogni cosa e di ogni sistema, senza che ci sia un controllo esterno della concentrazione dei dati e del funzionamento degli algoritmi?

E se fosse così, questo controllo esterno da dove verrebbe?

© Di Andrea Tiveron Riproduzione riservata

(3) Italo Vignoli, https://www agendadigitale eu/cultura­digitale/competenze­digitali/software­e­disuguaglianza­digitale­le­colpedella­politica­limportanza­dellopen­source/, 2022

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"Meravigliosa...mente"

Rubrica a cura di Giulia Gregorini

Intelligenza Artificiale e psicoterapia

Tempo di lettura: 3 minuti

“Meravigliosa..mente” nasce dalla collaborazione con la psicologa e psicoterapeuta

Giulia Gregorini grazie alla quale cercheremo di rendere la psicologia accessibile a tutti al fine di migliorare il nostro quotidiano

La psicologia, attraverso lo studio del comportamento umano, offre infatti una chiave di lettura su ciò che accade intorno a noi e può guidarci nella vita di tutti i giorni, dandoci così un valido contributo nel migliorare il benessere di ciascuno di noi, consentendo di vivere una vita sana e soddisfacente

Meravigliosa..mente è uno spazio pensato per tutti coloro che hanno voglia di informarsi su diversi temi “psicologici” che tratteremo in

modo semplice e pratico.

Buongiorno dott.ssa Gregorini e benvenuta. Cosa ne pensa dell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nel Suo campo professionale?

Penso che sia una questione complessa da approfondire. È importante non acquisire un atteggiamento iper­critico ma poter mantenere un proprio senso critico. Sembra un gioco di parole ma intendo dire che trovo rischioso sia un atteggiamento chiuso verso le novità, sia una posizione eccessivamente passiva.

Inoltre, se delle cose si possono ipotizzare, altre si acquisiscono solo attraverso la sperimentazione.

Ad oggi, ritengo che l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nel campo della salute mentale richieda una formazione ad hoc e che possa offrire nuove risorse e al contempo comportare dei rischi

Come si possono incontrare il mondo della psicologia e quello dell’IA?

L’Intelligenza Artificiale si occupa di elaborare programmi informatici capaci di eseguire operazioni simili a quelle eseguite dalle mente umana, come l’apprendimento o il ragionamento logico; la psicologia si propone di studiare la mente, il funzionamento e il comportamento delle persone e degli animali

Esiste quindi un’interconnessione, facendo entrambe ricorso alla sfera cognitiva e comportamentale La psicologia dona, però, anche centralità agli aspetti emotivi, inconsci, affettivi e relazionali. Inoltre, il corpo e il linguaggio non verbale assumono un ruolo essenziale in

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stanza di terapia

In ambito applicativo ci sono ad oggi evidenze positive sull’utilizzo di sistemi di Intelligenza Artificiale, ad esempio nel campo della “psicologia educativa” si ricorre a sistemi di tutor intelligenti, robotica educativa e neuroeducazione a supporto dell’apprendimento, mentre nei settori delle “neuroscienze” e della “psicologia cognitiva” l’Intelligenza Artificiale sostiene la ricerca e la conoscenza

Sono diversi i settori della psicologia che possono beneficiare dell’Intelligenza Artificiale

Chiaramente, è un “work in progress”. Ci sono molti studi di ricerca che si stanno occupando, infatti, di approfondire l’impatto e i risvolti dell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nel campo della salute mentale.

Quali possono essere i maggiori rischi?

Innanzitutto, occorre porre attenzione alle questioni etiche e al rispetto del codice deontologico da parte dello psicologo e psicoterapeuta

Operare nel campo della salute mentale presuppone una piena presa di coscienza che sembra difficile da realizzare per una macchina.

Inoltre, nel lavoro psicoterapeutico assume centralità la relazione umana che si instaura tra psicoterapeuta e paziente, le risonanze emotive, lo svelamento di aspetti inconsci Azioni che non possono essere delegate totalmente a un dispositivo

Fondamentali sono la trasparenza e il coinvolgimento attivo del paziente durante l’intero processo di cura Le persone devono essere adeguatamente informate e consapevoli del ruolo che l’Intelligenza Artificiale può svolgere nel loro percorso, compresi i limiti e i rischi associati e devono essere partecipi nel processo decisionale per assicurare sinergia e coerenza tra le scelte relative all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e le loro preferenze, con il focus sugli obiettivi terapeutici condivisi

Si rischia di semplificare eccessivamente una questione complessa.

Quali sono invece le potenzialità?

La tutela della salute mentale deve essere una priorità sociale Sia nell’ambito della prevenzione che in quello della cura è incessante la necessità di potenziare gli interventi.

In tal senso, l’Intelligenza Artificiale si può costituire come una valida alleata nel migliorare la qualità degli interventi e nel sostenere la ricerca scientifica.

Potrebbe apportare agevolazioni per gli operatori e per i pazienti, ad esempio attraverso l’automatizzazione di alcuni aspetti del trattamento. Può generare strumenti di monitoraggio, registrazioni, rilevando modelli o cambiamenti significativi nelle narrazioni dei pazienti.

L’Intelligenza Artificiale possiede il potenziale per apportare crescita e miglioramento nelle basi scientifiche e sperimentali della psicoterapia Una delle sue applicazioni più promettenti sembra essere la capacità di supportare studi clinici controllati su larga scala, configurandosi come un ausilio straordinario per incrementare la comprensione delle dinamiche di cura e per l’identificazione di nuove modalità di trattamento, orientando la pratica clinica verso risultati più efficaci e personalizzati

Quali sono secondo Lei le “raccomandazioni utili”?

Credo che ci siano delle coordinate da non poter trascurare.

In primis, l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in psicoterapia richiede una preliminare e costante valutazione rigorosa per ga­

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rantirne un uso consapevole e responsabile

È essenziale, a mio avviso, riconoscere che l’Intelligenza Artificiale non può e non deve sostituire la presenza dell’essere umano, le sue capacità di ascolto attivo, la sua empatia.

Può quindi essere considerata un valido strumento di integrazione e supporto ma non un sostituto. Il lavoro dello psicoterapeuta è dotato di complessità e richiede competenze trasversali e multidimensionali da preservare e garantire, come la capacità di utilizzare il proprio approccio terapeutico flessibilmente a servizio della soggettività del paziente, operando una valutazione caso per caso. L’intelligenza emotiva è fondamentale per

l’operato dello psicoterapeuta Inoltre, bisogna essere consapevoli dei danni che potrebbe provocare un errore da parte del sistema dell’Intelligenza Artificiale.

È auspicabile una formazione preliminare e continua, una valutazione fondata e critica delle potenzialità, dei rischi e delle implicazioni etiche dell’Intelligenza Artificiale, tutelando il fondamentale equilibrio tra il suo contributo e le abilità umane indispensabili per rispondere ai bisogni delle persone e garantire l’efficacia della cura

Il corpo, lo sguardo e il calore umano non possono essere assorbiti da un dispositivo e l’unicità di ogni relazione di cura non può essere eclissata in un rapporto uomomacchina.

© Di Giulia Gregorini, a cura di Alessandro Giurelli Riproduzione riservata

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"Responsabilità aziendale"

Rubrica a cura di Lorenzo Nicolò Meazza

Il ruolo del Compliance Manager nella prevenzione degli illeciti

ex D.Lgs. 231/2001

Tempo di lettura: 2 minuti

“Responsabilità aziendale” nasce dalla collaborazione con l’avv. Lorenzo Nicolò Meazza, il cui Studio ha sede a Milano e opera a livello nazionale, prestando assistenza a italiani e stranieri, privati, piccole e medie imprese, ma anche a multinazionali ed enti pubblici, in tutti i settori del diritto penale, dai più tradizionali, al diritto d’impresa.

Oltre all’opera di assistenza in tutte le fasi del giudizio a indagati, imputati, persone offese e parti civili, lo Studio offre anche la propria consulenza stragiudiziale nella redazione di pareri, nell’elaborazione di modelli di organizzazione e gestione

degli enti ex D Lgs 231/01 e dei sistemi di deleghe e funzioni.

La rubrica di questo numero riprende il ruolo chiave del Compliance Manager e vuole soffermarsi sulle responsabilità che questa figura ricopre nella prevenzione degli illeciti ex D.Lgs. 231/2001.

La figura del Compliance Manager (CM) riveste un ruolo cruciale rispetto all’architettura organizzativa delle imprese, essendo preposto alla vigilanza e al rispetto delle normative vigenti e delle best practices interne

Tra i vari compiti che questo professionista assolve, si annovera la verifica delle fasi del risk assessment attuate da un’Organizzazione, del sistema di monitoraggio e controllo delle misure predisposte in ottica di mitigazione dei rischi, oltre che un’attività di formazione e sensibilizzazione di tutto il personale in materia di compliance.

Il Compliance Manager dovrà, pertanto, affrontare la non facile sfida di conoscere e, soprattutto, mantenersi aggiornato sulle normative rilevanti nel settore del business di riferimento

Tale compito non è di poco conto, se si considerano le modifiche che intervengono a livello normativo, soprattutto in materia di responsabilità dell’ente da reato Il D Lgs 231/2001, difatti – essendo caratterizzato da un list­based approach dei c.d. reati presupposto – è stato ripetutamente aggiornato negli ultimi anni per includere sempre nuove fattispecie di illeciti.

Il manifesto intento di questa intensa attività legiferativa è da individuarsi nell’allargamento delle maglie della responsabilità amministrativa dell’ente, tanto che non sono mancate, sul punto, le osservazioni di chi ritenga ormai necessario dismettere l’approccio list­based, per addivenire a un generale richiamo a tutti i reati previsti

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dalla normativa nazionale, rendendo maggiormente intellegibile la materia per gli esperti del settore

Oltre a una conoscenza delle novelle in materia, il CM dovrà essere in grado di tradurre il dettato giuridico in chiari principi di comportamento e presidi di controllo per i soggetti chiamati a svolgere le attività aziendali, maggiormente sensibili al rischio di illeciti 231

Tenuto, poi, in considerazione il rapido evolversi delle disposizioni normative e dello stesso business, il Compliance Manager dovrà valutare la tenuta dei programmi di compliance 231

adottati dall’Organizzazione attraverso l’effettuazione di costanti audit interni e dovrà essere abile a reinventarsi e ad adoperarsi nelle necessarie revisioni alle policy e procedure aziendali, affinché esse siano sempre adeguate e perfettamente calate nella realtà aziendale

Tutto questo sistema di regole e principi, però, sarà del tutto inutile se il personale, chiamato ad applicarlo, non ne abbia l’adeguata conoscenza o non sia in grado di applicarlo in modo corretto. Assumono, dunque, un ruolo di primaria importanza, i corsi di formazione in tema di normative e requisiti di compliance 231.

Questi molteplici pilastri di conoscenze e skills richiesti al Compliance Manager fanno sì che chi ricopre tale ruolo debba essere una figura dotata di competenze multidisciplinari, la cui reale capacità si misurerà attraverso la dimostrata destrezza di agire in un’ottica preventiva, ossia evitando il realizzarsi di fattispecie illecite, in modo da salvaguardare l’integrità patrimoniale e reputazionale dell’ente

© Di Lorenzo Nicolò Meazza Riproduzione riservata

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MM ­ Maintenance and Facility Management

Rubrica a cura del CNIM

Presidente: Prof Ing A Misiti

Comitato di Redazione: dott F La Porta, PhD ing M Migliarese Caputi, ing G Pavirani

Estratto dello Statuto: (Dall'art 1) Costituzione e sede

Sotto l’alto patrocinio del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato è costituita, a norma dell’art. 36 del Codice Civile, una Associazione denominata

COMITATO NAZIONALE ITALIANO PER LA MANUTENZIONE “CNIM”

Il CNIM intende porsi come punto di riferimento nazionale per tutti i settori italiani di produzione di beni e di fornitura di servizi, al fine di concertare, con l’insieme delle parti interessate, specifiche azioni di promozione e di intervento nel campo della manutenzione. Il CNIM si prefigge inoltre di diffondere nel tessuto industriale del paese, in particolare a vantaggio delle piccole e medie imprese, la conoscenza delle metodologie di manutenzione, sia manageriali che tecniche L’Associazione non ha fini di lucro

(Dall'art.2) Scopi

sensibilizzare i diversi settori industriali e dei servizi sulle opportunità rappresentate dalla messa in atto del “progetto manutenzione”;

informare i diversi settori circa gli sviluppi che avvengono nel campo della manutenzione, indicando le opportunità offerte sia dal mercato sia dalla legislazione;

formare, individuati gli idonei giacimenti di cultura manutentiva nel Paese, il personale addetto alle attività di manutenzione mediante l’organizzazione di corsi e seminari sulla normativa di manutenzione come pure sulle metodologie tecniche e di gestione;

assistere ed aiutare le imprese nella attuazione dei loro “progetti manutenzione”, promuovere l’offerta di servizi di manutenzione, destinati sia al mercato italiano che a quello estero, attraverso iniziative tendenti ad individuare e qualificare gli operatori italiani del settore.

(Dall'art.3) Membri dell’associazione

Possono far parte del CNIM:

le imprese italiane in qualunque forma costituite;

le società, associazioni, consorzi, enti pubblici o privati, ecc., che, per la loro attività, abbiano dato o possano dare un valido apporto per il conseguimento delle finalità del CNIM o che siano interessati ad usufruire dei servizi offerti dall’associazione medesima

Sono soci di diritto:

l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) e il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).

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L’opportunità dell’IA generativ nella manutenzione:

una nuova era di efficienza e affidabilità

Tempo di lettura: 3 minuti

Nel panorama sempre più complesso della gestione della manutenzione, l’Intelligenza Artificiale (IA) generativa emerge come una soluzione rivoluzionaria

Di fronte a sfide come la carenza di personale qualificato, l’aumento dei costi e la crescente domanda di servizi, l’IA generativa offre un’opportunità unica per migliorare la produttività e l’efficienza.

L’IA generativa, capace di creare contenuti rilevanti a partire da grandi quantità di dati, rappresenta una risorsa straordinaria per la manutenzione Questa tecnologia può essere utilizzata per analizzare e interpretare una vasta gamma di informazioni, dai manuali tecnici ai dati dei sensori, migliorando la precisione e l’efficacia delle ope­

razioni di manutenzione. Gli strumenti di IA, già impiegati per l’analisi predittiva e il machine learning, stanno entrando in una nuova fase con l’adozione di modelli linguistici avanzati.

Per comprendere meglio l’attuale scenario, possiamo prendere in considerazione le sfide simili a quelle delle compagnie aeree. La crescente complessità dei sistemi, l’incremento della domanda di servizi e la carenza di manodopera qualificata creano un ambiente in cui l’efficienza operativa diventa cruciale I costi di manutenzione aumentano a causa dell’inflazione e della necessità di mantenere attrezzature sempre più sofisticate, mentre la forza lavoro si riduce con il pensionamento dei tecnici esperti.

Gli assistenti digitali basati su IA possono guidare i tecnici attraverso il processo di risoluzione dei problemi, fornendo raccomandazioni basate su un’analisi dettagliata dei dati Ad esempio, un tecnico potrebbe chiedere a un assistente digitale informazioni su un problema specifico e ricevere risposte

basate su manuali di manutenzione e dati storici Questo approccio può ridurre significativamente il tempo necessario per diagnosticare e risolvere i problemi, migliorando la produttività e la precisione del lavoro

Il personale tecnico, ad esempio, può utilizzare strumenti di IA per analizzare rapidamente grandi quantità di dati di manutenzione e identificare modelli di guasto Questo consente di pianificare interventi di manutenzione preventiva in modo più efficace, riducendo i tempi di fermo macchina e migliorando l’affidabilità complessiva delle attrezzature.

L’IA generativa può automatizzare molte delle attività amministrative legate alla manutenzione, come la compilazione di rapporti e la gestione degli ordini di lavoro Questo permette ai tecnici di dedicare più tempo alle attività tecniche, aumentando la produttività complessiva.

L’uso di telecamere e modelli di apprendimento automatico per monitorare il lavoro di manutenzione in tempo reale può ridurre gli errori e migliorare la qualità del lavoro I

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supervisori possono ricevere avvisi su potenziali problemi, consentendo, ad esempio, interventi tempestivi e riducendo il rischio di costose riparazioni successive.

Nonostante le potenzialità, l’adozione dell’IA generativa presenta alcune sfide significative.

È essenziale garantire che i sistemi di IA siano integrati con l’infrastruttura IT esistente e che i dati siano accurati e facilmente accessibili Inoltre, è fondamentale mantenere rigorosi standard di sicurezza e conformità normativa, soprattutto in settori critici come quello ae­

ronautico

Un altro aspetto cruciale è la formazione del personale. Gli operatori devono essere in grado di utilizzare efficacemente gli strumenti di IA e di interpretare correttamente le informazioni fornite La combinazione di competenze tecniche e conoscenza del settore è essenziale per sfruttare appieno il potenziale della IA generativa

In conclusione, l’IA generativa offre un’opportunità senza precedenti per trasformare la gestione della manutenzione

In un mondo in continua evoluzione, è fondamentale che

le aziende di manutenzione abbraccino l’innovazione e investano nelle tecnologie emergenti per rimanere competitive e garantire operazioni sicure e affidabili. L’IA generativa non è solo una promessa per il futuro, ma una realtà che può già oggi fare la differenza.

© Di Fabio La Porta, Consigliere del CNIM Riproduzione riservata

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Gli Itinerari Neronis:

Da Porta Maggiore al battistero di San Giovanni

A cura di Filippo Conti,

Presidente delll’Associazione Neronis

Tempo di lettura: 5 minuti

Iniziamo il nostro giro dal lato interno di Porta Maggiore e cioè verso il centro di Roma. In epoche passate ci saremmo trovati in una zona molto distante dall’abitato della città, in un luogo dove c’erano molti “horti”, ovvero appezzamenti di terreno dove venivano coltivati, in genere, gli ortaggi

Da qui osserviamo la Porta Maggiore, una delle opere più maestose dell’Impero Romano, alta 32 metri e larga 24 metri Essa fu costruita dall’imperatore Claudio nel 52 d.C. e dopo la realizzazione del suo acquedotto, serviva da collettore con gli altri esistenti in zona, come si può vedere nella parte alta.

In precedenza, c’era una porta molto più piccola chiamata Porta Prenestina/Labicana perché da qui partivano due strade, di cui si vedono i basolati: quella di sinistra era la Prenestina e conduceva a Preneste, l’odierna Palestrina; quella di destra era la Labicana, che arrivava a Labico

Quest’ultima via fu poi chiamata Casilina perché fu prolungata fino a Casilinum che è un comune – oggi inesistente – vicino Santa Maria Capua Vetere, all’interno della via Appia.

La porta e parte dell’acquedotto di Claudio vennero poi inseriti nelle Mura Aureliane, costruite nel 292 d.C. quando l’imperatore volle sfruttare strutture esistenti per abbreviare i tempi di realizzazione dell’opera

Attraversiamo la porta per vedere un monumento riferito al sepolcro di Marco Virgilio Eurisace, un fornaio morto nel 30 a C il quale si fece costruire questa tomba per lui e sua moglie Atistia. Dalla forma, dagli elementi decorativi e nella dedica si notano le varie fasi della lavorazione del pane.

Andiamo ora a sinistra della piazza per immetterci su via Eliana e passiamo sotto le arcate dell’Acquedotto di Claudio poi prolungato da Nerone per alimentare la Domus Aurea; dopo le arcate a destra è l’inizio di tale diramazione

Attraversiamo la strada per proseguire sul marciapiede di destra e dopo poco, in basso sulla destra, in prossimità con l’incrocio di via Sommelier, vediamo dei ruderi che sono ciò che rimane di una cisterna con varie pareti interne che servivano per la decantazione dell’acqua

Questa struttura faceva parte del grande complesso della Villa Imperiale che da qui andava fino quasi a San Giovanni Essa venne costruita nel II secolo d C dall’imperatore Settimio il Severo che la usò come residenza, assieme a un “palazzo” chia­

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mato “Sessorio”, ovvero soggiorno.

Questo complesso imperiale venne ampliato e arricchito all’inizio del III secolo dall’imperatore Elio Gabalo perché anche lui lo scelse come dimora; successivamente l’area venne donata dall’imperatore Costantino a sua madre Elena, la quale aggiunse delle terme.

Torniamo ora sul marciapiede di sinistra e, dopo aver superato la centrale ACEA, troviamo delle strutture interrate non visitabili facenti parte della Villa Imperiale Arriviamo in piazza Santa Croce in Gerusalemme dove ai civici 7, 9 e 9A ci sono i “Musei” della Fanteria, dei Granatieri e degli Strumenti Musicali

Nel giardino all’interno possiamo vedere un rudere facente parte del sessorio; esso è parte di una grande sala rettangolare appartenuta al Tempio di Venere e Cupido. Da questo punto fino a piazza Lodi, si sviluppava il Circo Variano dal nome di Vario Avito detto Eliogabalo

Ritorniamo nella piazza e

svoltiamo a sinistra verso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, che è chiamata anche “Basilica Eliana”, perché fondata nel 320 d.C. in un’aula del Palazzo Imperiale da Elena, madre di Costantino, per custodirci i frammenti della croce da lei portati da Gerusalemme

Entriamo nella basilica e vediamo le belle colonne di granito provenienti dalla Villa Imperiale e andiamo in fondo a destra per scendere nella Cappella di Sant’Elena, fondata dalla madre di Costantino, che aveva sparso sul pavimento la terra del Monte Calvario, da lei riportata insieme ai resti della croce. Nella volta c’è un bel mosaico del 1400.

Attraversiamo la cappella e usciamo per salire alla nostra destra delle scale e arrivare alla Cappella delle Reliquie, contenente tre frammenti della croce, una parte della scritta apposta da Pilato sopra di essa, uno dei chiodi con cui fu trafitto Gesù e due spine della corona.

Usciamo dalla basilica e andiamo verso sinistra per vedere, inserito nelle strutture adiacenti, ciò che rimane dell’Anfiteatro Castrense, costruito nel 218 d C dall’imperatore Eliogabalo Esso deve il suo nome al fatto che qui c’era un “castrum”, ovvero un accampamento militare

Costeggiamo la struttura, girando sempre verso sinistra,

passiamo sotto una arcata ricavata nelle Mura Aureliane per vedere l’anfiteatro nella parte opposta, che è curva

Da qui si può ammirare meglio la costruzione, che è priva di un piano; le sue dimensioni originali erano, infatti, di 88x75 metri Torniamo indietro, ripassando sotto l’arco, andiamo a sinistra in via Carlo Felice e attraversando i giardini, costeggiamo un tratto integro delle Mura Aureliane, ricordandoci che furono costruite nel 272 d.C., fino ad arrivare a piazza di Porta San Giovanni.

Qui ammiriamo la maestosa

Porta San Giovanni voluta da papa Gregorio XIII e costruita nel 1574 da Giacomo

Della Porta, che la ricavò dalle Mura Aureliane I fornici laterali vennero realizzati nel 1917 per esigenze di traffico verso i nuovi quartieri e l’aeroporto di Ciampino.

Attraversiamo la bella piazza dinanzi alla statua di San Francesco e dalla parte opposta ci troviamo di fronte una cancellata che sta a protezione del complesso della Porta Asinaria costruita con le Mura Aureliane. Sono due le storie legate a questo no­

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me: la prima deriva dal fatto che la porta venne eretta sul terreno di proprietà della famiglia degli “Asinia”; la seconda, invece, perché era una porta da cui passavano molte merci provenienti dall’agro romano, che entravano a Roma con carri trainati da asini.

Da questo punto iniziava la via Tuscolana, che più avanti diramava a sinistra per arrivare a Tusculum, l’attuale Frascati, mentre una piccola strada, oggi chiamata Appia Nuova, si congiungeva con l’Appia Antica all’altezza del IV miglio di quest’ultima.

Andiamo ora verso sinistra, passiamo sotto un piccolo passaggio, sempre ricavato nelle Mura Aureliane, e vediamo la Porta dal lato opposto. Grazie alla sua robustezza, la porta resistette alle invasioni dei Goti e dei Normanni, guidati nel 1084 da Roberto il Guiscardo.

La zona della porta è qui più bassa per via dell’innalzamento del terreno, causato dalla terra di risulta scaricata in questa zona, a seguito degli sterri effettuati per la costruzione – al tempo di

Costantino – della Basilica di San Giovanni Le torri laterali della Porta Asinaria furono aggiunte dall’imperatore Onorio nel V secolo come quale alloggio delle nuove armi usate per la difesa

Torniamo indietro e dirigiamoci a sinistra verso la Basilica di San Giovanni in Laterano, fondata nel IV secolo dall’imperatore Costantino sulle proprietà dei Laterani Essa venne costruita come sede del vescovo di Roma, avendo questi riconosciuto la religione cristiana legale e quindi libera dall’essere professata

La famiglia dei Laterani prese tale nome perché questi terreni, di loro proprietà, derivavano dal latino “latitans rana” che vuol dire “rana fuggitiva” e ciò perché la leggenda vuole che Nerone, avendo espresso il desiderio di poter partorire, venne convinto dai medici a ingerire un girino che divenne rana e qui venne espulsa con le sue feci.

Questi terreni passeranno per un periodo di proprietà imperiale perché i Laterani, insieme ai Pisoni, furono accusati di partecipare a una congiura contro Nerone quindi gli vennero confiscati e in seguito restituiti. Qui vi pose la residenza Sesto Laterano, la cui sorella Fausta sposò l’imperatore Costantino

La basilica sorge sui resti di un grande edificio del I sec

d.C. che era la casa dei Laterani Sotto alla basilica, si possono vedere molti ambienti e mosaici appartenuti anche a una caserma degli “Equites Singulares”, corpo speciale di guardia all’imperatore Tutto l’intero complesso venne utilizzato da Costantino per costruirvi sopra la basilica interrando le costruzioni esistenti che oggi, dopo un lungo scavo, si possono visitare attraverso un permesso speciale

Questa zona aveva origini antichissime e qui vi si svolgeva una festa per l’arrivo dell’estate Questo evento è stato tramandato fino ai nostri giorni e viene ancora festeggiato il 23 giugno, in occasione della ricorrenza di San Giovanni Nel Medioevo si svolgevano dei riti per tenere lontani le streghe e i demoni e, come succede anche oggi, si mangiavano lumache e aglio

Dopo la sua fondazione, la basilica venne ristrutturata varie volte nei secoli successivi e fu interessata da relativi abbellimenti dei papi; dopo un incendio avvenuto nel 1361 iniziò un lungo restauro, durato fino al 1585, che definì il suo aspetto attuale

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Dopo una sua iniziale dedica al Redentore, la basilica venne in seguito titolata a San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, “Dottori della Chiesa”. L’indicazione “in Laterano” venne apposta per la zona in cui l’edificio si trovava

La facciata è coronata da statue altissime, con al centro quelle del Cristo Ai lati dell’ingresso c’è una scritta in latino, ripetuta due volte, che proclama che questa basilica è “madre e capo di tutte le chiese della città e del mondo”

Entrati nel portico, all’estrema sinistra, ammiriamo la statua dell’imperatore Costantino, del IV secolo; essa fu trovata nelle terme costruite dal medesimo sul Quirinale, di fronte all’attuale palazzo del capo dello Stato.

I battenti in bronzo che si trovano nella porta centrale erano quelli della Porta della Curia al Foro, sede del Senato Romano e furono traslocati qui al momento della costruzione nel III secolo La Porta Santa è quella piccola a destra e viene aperta in occasione di ogni Giubileo. Una volta entrati, ammiriamo

il lavoro eseguito da Francesco Borromini del 1585: la navata lunga 130 metri, con le navate laterali divise da colonne. Il soffitto decorato è di Pirro Ligorio e ogni nicchione ai lati contiene la statua di un apostolo

Al centro c’è il tabernacolo, eseguito nel 1367 da vari artisti In alto sono presenti dodici pannelli e otto statuette negli angoli Sulla sommità ci sono due reliquiari in oro e argento del 1804 che sono l’esatta riproduzione di quelli del 1362, rubati dai francesi nel 1799 e che contengono le teste di San Paolo e San Pietro. Al di sotto, vi è l’altare papale che ingloba nell’attuale quello su cui recitò la santa messa San Pietro e alcuni papi successivi a lui. Ancora più sotto, si può vedere una statua lignea del 1400 raffigurante San Giovanni Battista

Alle spalle del tabernacolo, nell’abside, vediamo il mosaico realizzato nell’Ottocento a imitazione del precedente del Duecento; sotto ad esso, in posizione centrale, c’è la sedia papale del 1192 Si tratta della sedia su cui si siede il papa quando “prende possesso” della basilica, dopo la sua elezione.

Spostandoci ora verso sinistra, alla fine del transetto, c’è un bellissimo altare barocco del primo Settecento chiamato del Santissimo Sacramento Le quattro colonne

in bronzo che vediamo provengono, o dal Tempio di Giove Capitolino oppure da Gerusalemme, dove Augusto fece fondere i rostri delle navi di Cleopatra vinte nella battaglia di Azio nel 31 a C

Sopra all’altare è custodita una parte della tavola sulla quale Gesù avrebbe consumato “l’ultima cena” con gli Apostoli

Alla nostra sinistra, scendiamo i gradini per tornare indietro e troviamo, a destra, la porta di accesso al chiostro del Duecento, un vero capolavoro che merita di essere visitato con calma. Andiamo verso l’uscita e se ci spostiamo a sinistra, verso l’inizio della navata destra, dopo poco vediamo, sempre sulla sinistra, una parte di un affresco di Giotto, in cui è rappresentato papa Bonifacio VIII che inaugura il Giubileo del 1300

Usciamo dalla basilica e andiamo verso sinistra per vedere un prospetto del Palazzo Lateranense, di cui parleremo più avanti Attraversiamo la piazza per trovarci dinanzi alla Scala Santa costruita nel 1586 All’interno possiamo vedere

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l’antichissima cappella papale dell’epoca di Costantino salvata dai rifacimenti susseguenti e i gradini di Pilato; sono quelli che ci troviamo dinanzi appena entrati e che hanno dato il nome all’edificio

Questi 28 gradini, successivamente rivestiti in legno, sono quelli saliti da Gesù quando fu condotto dinanzi a Pilato e nel secondo, nell’undicesimo e nel ventottesimo ci sono delle aperture dove ci sarebbero tracce del sangue del Signore

Al termine della scala, che per tradizione si dovrebbe salire sulle ginocchia, è visibile, dietro una griglia, la “Sancta Sanctorum”, cioè la cappella papale. In alto c’è un’immagine del Redentore che non sarebbe stata dipinta da mani umane

Questa cappella era inizialmente dedicata a San Lorenzo; in seguito prese il nome attuale per le eccezionali reliquie che essa contiene tra cui: parte della circoncisione di Gesù, numerosi frammenti della croce, i resti dei sandali di Nostro Signore, un grosso frammento della tavola dell’ultima cena,

un frammento della lancia che trapassò il costato di Gesù, parte della canna con cui fu percosso Gesù, la spugna piena di aceto e fiele che gli fu data mentre pendeva dalla croce.

Fino al 1560, l’immagine del Redentore veniva portata in processione dalla Scala Santa fino a Santa Maria Maggiore nella notte tra il 14 e 15 agosto in occasione della festa dell’Assunzione Essa coincideva con il Ferragosto, che fu un augurio nato sotto Augusto, il quale diede il suo nome a questo mese, instaurando le “bonas feries Augustales”

Usciamo da questo luogo e, scesi i gradini, andiamo a sinistra e poi ancora a sinistra; dopo pochi metri, sempre sulla sinistra, ci troviamo dinanzi a un magnifico mosaico che appartiene a ciò che è rimasto dell’antico patriarchio Questa era una parte del grande Triclinio Leonino, cioè la sala da pranzo del palazzo papale, costruito da Leone III nel secolo VIII e demolito per la nuova sistemazione del complesso del Laterano. Il mosaico rappresenta San Pietro che incorona il papa alla presenza di Carlo Magno

Torniamo indietro e ripassando davanti alla Scala Santa Vediamo, nel fianco sinistro, i ruderi dell’Acquedotto di Nerone; attraversiamo la strada verso la basilica e ci ritroviamo di fianco al

Palazzo Laterano, eretto nel 1586 da Domenico Fontana utilizzando materiale delle costruzioni precedentemente demolite.

Dirigendoci verso destra, usciamo nella piazza di San Giovanni in Laterano e vediamo, a sinistra, la parte posteriore della basilica, con un altro accesso per entrare e il portico, ristrutturato dopo l’attentato, e i due campanili dell’anno Mille.

Andiamo ora a destra per ammirare l’obelisco che è di origine egizia e venne costruito nel XV secolo a C Esso è il più antico di Roma ed è alto 32 metri. È stato voluto qui da papa Sisto V nel 1587, che lo fece prelevare dal Circo Massimo, dove ornava la spina. Questo obelisco venne trasportato a Roma dall’imperatore Costanzo II nel 357 d C con una nave speciale

Ci dirigiamo a sinistra per arrivare al battistero, di forma ottagonale Esso è il primo della cristianità e fu costruito nel ninfeo della casa dei Laterani. All’interno vediamo otto colonne in porfido e la vasca battesimale inizialmente utilizzata per il

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battesimo a immersione.

Intorno alla vasca si aprono delle cappelle: le più rilevanti sono la prima a destra dell’entrata – la Cappella del Battista – con i battenti in bronzo provenienti dalle Terme di Caracalla, la Cappella di Santa Rufina con due colonne in porfido e la Cappella di San Venanzio con i mosaici del VII secolo Usciamo per vedere l’edificio

dinanzi a noi: l’ospedale di San Giovanni costruito nel 1348 su alcuni edifici romani prima citati Qui venne rinvenuta la statua di Marc’Aurelio, collocata al Campidoglio dopo esser stata salvata dai pontefici perché erroneamente ritenuta di Costantino

Il nostro giro finisce qui

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I vantaggi degli investimenti

nella formazione professionale

Oggi il mondo del lavoro rispecchia le caratteristiche della società che ci circonda: un ambiente complesso e in costante evoluzione, una realtà dinamica che richiede competenze eterogenee

Il Centro Europeo per lo sviluppo della formazione professionale ha portato avanti uno studio intitolato “The anatomy of the wider benefits of VET in the workplace” (Anatomia dei benefici più ampi dell’IFP nel luogo di lavoro) che mostra chiaramente i benefici della formazione professionale connessi alla sfera economica e a quella sociale.

I vantaggi si collocano su due piani: da un lato essa migliora le prospettive di lavoro delle persone, contribuendo al raggiungimento di tassi di disoccupazione più bassi e a una maggiore crescita economica, dall’altro accresce l’inclusione e la solidarietà fra le generazioni, contribuendo a migliori condizioni di salute e di qualità della vita La formazione professionale erogata dalle imprese

svolge una funzione di duplice importanza: rafforza le competenze dei lavoratori, migliorando la loro soddisfazione e incrementa la produttività, aumentando la competitività e contribuendo al raggiungimento di una maggiore crescita economica.

Essa inoltre invia ai dipendenti un segnale che il datore di lavoro stia investendo su di loro, generando vantaggi in termini di motivazione e fiducia. In questo modo, i dipendenti utilizzeranno in maniera più efficace le competenze acquisite e saranno più impegnati verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Organizzazione.

Investire nella formazione professionale non significa solamente favorire la produttività aziendale, ma i vantaggi si traducono nella capacità di apportare innovazione ai processi, ai prodotti e all’organizzazione del lavoro. Piccole e medie impresecheincontranopro­

blemi nell’introdurre nuove tecnologie spesso lamentano una mancanza di manodopera qualificata, che potrebbero essere risolti investendo nella formazione professionale dei propri lavoratori

Newcert viene incontro alle esigenze di aziende e di professionisti, desiderosi di mettersi in gioco e di rilanciare o rafforzare il loro business.

Grazie alla collaborazione con docenti qualificati e preparati, siamo in grado di offrire un’ampia gamma di corsi di formazione professionale, consultabili sul nostro portale dedicato: https://www newcertformazione com/

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