ODISSEO 6° 2025 B

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Neosnet è una testata registata dalla NeosGiornalisti, Fotografi, Operatori Culturali di Viaggio AssociazioneMilano N. 6 2025

Odisseo n. 6

© Neosnet.it

Piazza Castello 9 - 20121 MILANO

www.neosnet.it

Finito di stampare nel mese di luglio 2025

Direttore: Luisa Espanet

Progetto grafico e impaginazione: Fabrizio Lava

A questo numero hanno collaborato:

Cristina Corti, Vittorio Giannella, Luca Guzzo, Fabrizio Lava, Iaia Pedemonte, Gloria Vanni.

In copertina A yurveda in Kerala

Editoriale

Viaggiare significa tante cose, non solo vedere luoghi nuovi o approfondirne la conoscenza. In questo numero di Odisseo vi diamo qualche esempio. A cominciare dal Kerala, uno stato dell’India meridionale considerato uno dei più belli del paese. Lì impariamo a conoscere che cosa è la vera Ayurveda, medicina tradizionale nata cinquemila anni fa e scopriamo i posti magici dove trovare salute e bellezza. Passiamo alla Namibia, in Africa, e oltre le meraviglie della natura, addentrandoci nel deserto veniamo a contatto con le popolazioni indigene che ci abitano, per studiare le loro abitudini e ascoltare i loro racconti intorno al fuoco. Terza tappa Cipro. La Cipro che vi descriviamo, la turca intorno a Nicosia, non sta nelle guide. Quella parte di isola, tagliata in due per ragioni politiche, è in continuo movimento. La popolazione si fa sentire. Nonostante le interferenze linguistiche e culturali, conserva una sua identità forte, dove tradizioni e futuro si mescolano. Torniamo in Europa, a Francoforte, che non è solo la città un po’ fredda del business o della Fiera del Libro. Qui la vita ferve, grazie alle 180 etnie che la abitano, ai musei con opere millenarie, ai quali si affiancano avveniristici grattacieli che ne fanno una Manhattan europea. Non a caso nel 2026 sarà la capitale mondiale del design. E infine c’è l’Italia con un progetto tra arte e natura, attento al rapporto tra uomo e ambiente. Che è nato e si sviluppa nel Biellese.

Luisa Espanet

Direttore Odisseo

La metropoli che non ti aspetti

Nella pagina accanto, i grattacieli in vetro e acciaio del quartiere finanziario, visti dalla Neue Mainzer Strasse. Nella doppia pagina seguente, l’elegante Holbein Steg attraversa il fiume Meno per raggiungere lo Stadel Museum..

Francoforte, sede della Banca Centrale Europea, non è solo uno snodo economico di rilevanza mondiale, ma una città cosmopolita con una vivacissima scena culturale, che nel 2026 sarà capitale mondiale del design.

Camminando lungo il fiume Meno, in una fresca mattina di primavera, si ha la sensazione di trovarsi in una città in bilico tra passato e futuro. Francoforte è nota come capitale finanziaria della Germania, ma spesso sottovalutata da chi pianifica un viaggio tra le città europee. Troppo moderna e legata al business, si dice. Eppure basta poco, un tramonto sul fiume Meno con lo skyline che si riflette sull’acqua, una passeggiata tra le case a graticcio della Romerberg o una visita in uno dei suoi musei per scoprire una città dal fascino sorprendente, dove storia, cultura, modernità e memoria convivono armoniosamente. Con quasi 800 mila abitanti, di cui più del 40% di origine straniera, riesce a essere metropoli e città vivibile allo stesso tempo. Il suo skyline dominato da grattacieli in vetro e acciaio alti fino a 300 metri, simboli di un’economia che pulsa forte nel cuore d’Europa, le ha fatto guadagnare il soprannome di Mainhattan, in

riferimento al fiume Meno (Main in tedesco) e alla città americana. Basta scendere a livello strada e camminare lentamente per scoprire un volto inaspettato. Mercatini e negozi multietnici, spazi verdi, quartieri vivaci, un’anima multiculturale accogliente e una qualità di vita invidiabile. Tutte le stradine confluiscono in piazza Romerberg, centro storico di Francoforte. Seppur ricostruito pietra su pietra con un’attenzione quasi maniacale al dettaglio, dopo i massicci bombardamenti della Seconda Guerra mondiale, conserva intatto il fascino e l’atmosfera medievale. Le case a graticcio dai colori pastello, la bella fontana con la scultura bronzea della Giustizia si affacciano sulla vasta piazza, cuore pulsante della città vecchia. Qui si trova il Romer, lo storico municipio cittadino, e qualche via più in là il Duomo imperiale di San Bartolomeo, dove venivano incoronati gli imperatori del Sacro Romano Impero. Tutto intorno è un groviglio

di viuzze lastricate, affollate di gente che cammina al ritmo delle campane della vicina parrocchiale di San Paolo. Una chiesa simbolo della democrazia tedesca, perché al suo interno fu ospitato il primo parlamento nazionale eletto democraticamente in Germania nel 1848. Non mancano caffè all’aperto, boutique e ristoranti che invitano a rallentare il passo. La principale via per gli acquisti è Zeil, con un lungo viale alberato e una vetrina ininterrotta di tentazioni, tra le più frequentate di Germania, dove è facile e piacevole perdersi , con grandi magazzini e bancarelle di souvenir, il tutto accompagnato dalla musica di sottofondo degli artisti di strada armati di sassofoni e chitarre. Qualche metro più

in là c’è Goethestrasse con marchi di lusso e alta moda. Basta attraversare il Meno con il ponte di ferro Eserner Steg, per ritrovarsi sull’altra sponda dove si estende il Museumsufer, il miglio dei musei, vera mecca per gli appassionati d’arte e cultura. Tra tutti spicca lo Stadel Museum con una vasta collezione di arte classica e moderna che spazia dal Perugino a Monet, da Picasso a Cima da Conegliano. La varietà e la qualità dell’offerta museale fanno di Francoforte una delle città più interessanti d’Europa sotto il profilo culturale. Da non perdere il museo di Arte moderna, quello del Cinema e quello delle Sculture. Se amate la letteratura a Francoforte c’è una tappa imperdibile: la casa

Nella pagina accanto: la Romer Town Hall, dove ha sede il municipio. In alto, la Dom Strasse, via con molti locali, in pieno centro storico.
Odisseo

Nella pagina accanto: l’opera di Francoforte sempre ricca di eventi. In basso a sinistra, un angolo dell’orto botanico, Sotto: il lungo Meno a Francoforte

natale di Johann Wolfgang von Goethe, il gigante della letteratura tedesca, situata in pieno centro storico. All’interno si visitano le numerose stanze con oggetti originali del XVIII secolo, e lo studio dove Goethe scrisse le sue prime opere come “I dolori del giovane Werther”. Ospita fiere internazionali tra le più influenti al mondo, tra cui la Fiera del Libro, la più grande del settore. L’Europaturm (337 metri) e la Main tower (200 metri), i grattacieli che dominano l’orizzonte hanno intrecci di ascensori esterni velocissimi, all’insegna dell’alta tecnologia, scale mobili in moto perpetuo che spostano donne e uomini in abiti eleganti. Chi pensa di venire qui e trovare una città grigia e frenetica si ricrederà. A Francoforte bisogna prendersela comoda, qui ogni angolo invita a rallentare. E’ verde, anzi è una delle città più verdi che abbia mai visto: Palmengarten, uno dei giardini botanici più belli d’Eu-

ropa, è un’oasi di pace perfetta per una pausa rilassante, tra fiori colorati e profumati, laghetti con ninfee e serre tropicali che catapultano in una foresta amazzonica. Francoforte è il perfetto esempio di come un luogo possa sorprendere quando ci si libera dai pregiudizi. Un mix raro di efficienza tedesca e calore cosmopolita, di tradizione e innovazione. E questa diversità di etnie, 180 nel 2024, si riflette anche nella cucina: dai frankfurter , con salsicce locali accompagnate dalla salsa verde alle cinque erbe innaffiate dall’Apfelwein, il tradizionale vino di mele servito nella tipica brocca azzurra, ai piatti maghrebini o asiatici, qui ogni palato trova il suo spazio. Francoforte merita una visita che vada oltre la superficie, e dire che ci sono nove linee di metropolitana, con migliaia di treni giornalieri, è un dettaglio trascurabile. Una destinazione per un lungo weekend da scoprire e vivere.

Una delle tante sale dell’ampio e interessante Stadel Museum con centinaia di opere dei più grandi maestri della pittura di varie epoche.

Per saperne di più

Come arrivare

In 1 ora e 30 circa di aereo. Da Roma e Milano, con voli meno frequenti da Venezia, Bologna, Firenze, Torino. Compagnie Lufthansa, Ita Airways, Ryanair (su Francoforte Hahn), Easy Jet

In treno: Direzione Basilea o Zurigo con cambio per Francoforte. Trenitalia- SBB svizzera- Deutsche bahn

In autobus: Flixbus Milano-Francoforte, 12 ore

In auto da Milano, 650 chilometri, 7 ore passando per Lugano-Lucerna-Basilea.

Dove mangiare

Zum Gemalter Haus, Schweizer strasse 67, in un vecchio palazzo con cortile interno affrescato di fiori ed edere. Atmosfera, ottima cucina e prezzi modici. Caffè Glauburg per deliziose prime colazioni.

Info #visitfrankfurt

Il ristorante popolare Zum.

A destra, una delle stanze della Goethe House, il gigante della letteratura tedesca che qui ha vissuto.

Non un resort, una rinascita

In questa pagina, in alto, e nella pagina accanto, due scorci dell’Ayurveda Mana Hospital a Perumbayil. In basso, la preparazione di erbe medicinali.

Intravista appena durante un viaggio per un reportage, l’Ayurveda in Kerala, dopo più di vent’anni, diventa meta di una straordinaria esperienza.

Era da poco iniziato il nuovo millennio quando sono andata in Kerala per un reportage sugli anacardi e ho sfiorato l’Ayurveda. Mi ha incuriosita e sono partita dicendo: “Voglio tornare presto per conoscere questa medicina millenaria”. Sono passati vent’anni.

Così, quando a gennaio ho deciso per un viaggio on the road dal Tamil Nadu al Kerala, l’Ayurveda è diventata una tappa imprescindibile. Ma dove andare? Quella sensazione di voler fare qualcosa per sé ma non saper da dove cominciare. Sono io, il mio corpo e una medicina antica che ti guarda non come un insieme di sintomi, ma come un’armonia da ritrovare.

Inizia la mia ricerca e con il passaparola arrivo al primo bivio: resort o ospedale? Scopro che l’Ayurveda, medicina tra-

Nella pagina accanto, trattamento con olio medicato.

Nelle pagine seguenti, a sinistra, tamponi per trattamento cervicale. A destra, “shirodara” flusso continuo di olio sulla fronte per favorire rilassamento e benessere mentale. A destra, locale in Plaza Dorrego.

dizionale indiana, nasce in Kerala oltre 5mila anni fa. Quando il turismo europeo scopre i circa 600 chilometri di costa, sulle spiagge appaiono hotel e resort con servizi ayurvedici. L’Ayurveda tradizionale però teme sole, umidità, sale, mare e, fino ai primi anni Novanta del secolo scorso, era praticata solo in campagna nei cosiddetti Hospital. Il resort sul mare è ideale per chi cerca bellezza e benessere. Se si vuole vivere l’Ayurveda come medicina, si deve scegliere un ospedale in campagna. Gli Hospital sono strutture che offrono cure ayurvediche autentiche, in Kerala oggi ce ne sono 160. Alcuni costano anche 500 euro al giorno. Ma il prezzo giusto è 100/150 euro al giorno, tutto incluso: soggiorno in camera singola con bagno privato, colazione-pranzo-cena, visite e assistenza medica, medicine e trattamenti quotidiani. Il mio viaggio tra gli Hospital vicini a Kochi continua online e, tra una ricerca e l’altra, incrocio l’Ayurveda Mana Hospital a Perumbayil. Mi piace il sito, trovo informazioni esaurienti. Mi rispondono rapidamente, il prezzo di 130 euro, tutto incluso, mi sembra corretto e mi fido del mio intuito. Per la mia prima esperienza di Ayurveda scelgo il programma disintossicante “Panchakarma” e 11 giorni di soggiorno. Mai scelta fu migliore.

Con due ore di auto, l’autista mi porta da Kochi a Perumbayil. Ho il piacere di varcare la soglia di un luogo dove tutti, da

chi pulisce il giardino a terapisti e medici, ti accolgono con un sorriso e ti fanno sentire parte di una famiglia. Sono pronta per il mio viaggio su misura perché siamo unici, abbiamo esigenze, emozioni, esperienze, percorsi di vita e di guarigione diversi. L’Ayurveda non offre soluzioni standard ma si adatta ai bisogni specifici di chi abbraccia questa disciplina millenaria basata sulla connessione tra corpo, mente, spirito. L’Ayurveda non è solo un sistema di guarigione, è soprattutto un modo per ritrovare armonia, benessere e il proprio equilibrio naturale.

In un Hospital in Kerala la giornata è ridotta all’essenziale. Il riposo è la priorità, tanto più dopo i trattamenti che hanno il potere di stimolare profondamente corpo, mente, anima. Con libri e tecnologia, in dosi ridotte, ottimo cibo tre volte al giorno (massimo 700 calorie a pasto). Ogni giorno è fatto di gesti di cura, di professionalità, di umanità, perché ognuno di noi sta affrontando un percorso disintossicante fisico e psicologico personalizzato. L’Hospital è un microcosmo dove s’intrecciano le vite di medici, pazienti, terapisti e si condividono sorrisi (tanti), emozioni, speranze, sfide. La vita fuori è sempre più lontana. A fine soggiorno mi concedo un tuffo (breve) tra la folla del Guruvayur Temple e un tramonto in spiaggia a Chavakkad. È stata per me una esperienza speciale e sogno che diventi un appuntamento annuale.

Tramonto in spiaggia a Chavakkad.

In queste pagine, cinque menu per colazione, pranzo, cena.

Nelle pagine precedenti, l’interno del locale Peròn Peròn. A sinistra, ballerini in Plaza Dorrego. In questa pagina, in alto, Galeria del Viejo Hotel, in basso Galeria Solar de French.

Per saperne di più

Cos’ è l’Ayurveda

Secondo l’Ayurveda, ogni essere umano è composto da tre energie fondamentali, i “dosha”: Vata (aria e spazio), Pitta (fuoco e acqua), Kapha (acqua e terra). La combinazione unica dei dosha determina la propria costituzione e qualsiasi squilibrio può portare a malattie. Il trattamento ayurvedico non si limita al sintomo, ma va alla radice: attraverso alimentazione, piante medicinali, massaggi terapeutici, pratiche di purificazione (panchakarma) e uno stile di vita consapevole. Un percorso ayurvedico in un hospital fornisce servizi ayurvedici autentici e non turistici, non è una coccola passeggera, è un viaggio interiore e fisico.

Cosa cura l’Ayurveda

Questa medicina olistica lavora sulle cause profonde del malessere e si occupa di problemi digestivi (gonfiore, acidità, stitichezza, colon irritabile), disturbi del sonno e insonnia, infiammazioni croniche, allergie e intolleranze, problemi articolari e muscolari (artrite, artrosi, fibromialgia), mal di testa ed emicranie ricorrenti, squilibri ormonali (menopausa, ciclo irregolare), disturbi della pelle (eczema, psoriasi, acne), aumento o perdita di peso legati a squilibri metabolici. Disturbi mentali ed emotivi,ansia,stress, attacchi di panico, depressione lieve e senso di disconnessione, affaticamento mentale, burn-out, disturbi dell’attenzione e della memoria. Aiuta a gestire patologie croniche come diabete di tipo 2, ipertensione, ipercolesterolemia, sindromi autoimmuni. L’Ayurveda è anche ottima come prevenzione, disintossicazione, ricerca di un equilibrio naturale.

Certificazioni Hospital

Il Kerala è lo Stato numero uno in India per il turismo legato all’Ayurveda. Primato dovuto a clima, qualità di medicine/erbe e di medici e terapisti. Il Governo del Kerala certifica gli Hospital con i riconoscimenti Diamante, Oro, Argento. Qualificazioni da tenere presente quando si cerca un Hospital. Solo una quarantina hanno il Diamante.

Quando andare

La stagione migliore per 7-14-21 giorni in un Hospital va da metà settembre a fine marzo. Aprile e maggio sono mesi molto caldi. Da giugno a fine agosto piove e l’Ayurveda è prettamente indiana. Gli Indiani, infatti, approfittano delle piogge per curarsi.

Come andare

Con Etihad via Abu Dhabi da Milano Malpensa a Kochi. etihad.com/

Fuso orario

Milano è 3 ore 30 minuti indietro rispetto a Kochi, diventano 4.30 ore da fine ottobre a fine marzo.

Informazioni e visto

Ufficio Nazionale del Turismo Indiano a Milano indienaktuell.de/ Dal 15 novembre 2021 è possibile richiedere l’e-visa per Turismo. Il visto è rilasciato con doppio ingresso per un soggiorno non superiore a 30 giorni e ha una validità di un mese dalla data di rilascio, non è estendibile o modificabile dopo l’ingresso in India. Gli Hospital possono aiutare nell’ottenere visti con finalità mediche: e-Medical Visa per 60 giorni e con triplo ingresso. indianvisaonline.gov.in/

Hospital

Punto di riferimento in India e nel mondo, l’Ayurveda Promotion Society è una piattaforma con oltre 100 membri tra resort ayurvedici, ospedali, istituti di istruzione e organizzazioni di produzione. Promuove la sostenibilità e la crescita a lungo termine dell’Ayurveda, in collaborazione con il governo del Kerala, i ministeri della Salute, del Turismo, dell’Industria e dell’Istruzione. ayurvedasociety.org/ Ayurveda Mana, Perumbayil, ayurvedamana.com/ Arya Vaidya Sala, Kottakkal, aryavaidyasala.com/ Keraleeya Ayurveda Samajam, Shoranur, samajam. org/

SNA Ayurveda Hospital, Thrissur, moossayurveda. com/

Una terapista prepara l’olio per il “shirodara”.

Attraverso l’arte dentro la natura

In basso pittura partecipa all’opera Sequenza Nota, Nella pagina accanto, Le rondini di Lorenzo Gnata.

Nel Biellese un progetto che crea una sinergia tra arte, natura e comunità, stimolando una riflessione sul cambiamento climatico e sulla necessità di ridefinire il rapporto tra uomo e ambiente-

Nel Biellese, tra vignetti e lembi di residui di foresta della pianura padana e castelli si snoda The Walk che esplora il tema della transizione ecologica attraverso l’arte, trasformandola in uno strumento per ripensare il nostro legame con la natura.

La Baraggia, con i suoi paesaggi in continua trasformazione, diventa il luogo ideale per accogliere opere d’arte contemporanea immerse in ambienti naturali e rurali. Il dialogo tra arte, pubblico e paesaggio si sviluppa attraverso l’uso di materiali locali come ferro, legno, terracotta e pietra, garantendo sostenibilità e un profondo radicamento nel territorio. Ogni installazione non è solo un elemento estetico, ma un messaggio concreto sul futuro dell’ambiente.

L’iniziativa apre nuove prospettive per il turismo culturale e artistico, incentivando una maggiore consapevolezza ecologica e un atteggiamento attivo nei

confronti della sostenibilità.

Le opere

L’ambiente naturale nelle sue diverse componenti è tema di grande attualità.

Le singole opere, per la maggior parte inedite, sono pensate per offrire stimoli e nuove visioni. Il contesto naturalisti-

In

Nelle pagine precedenti, parte dell’opera di Luciano Pivotto Vi amo Tutti. A sinistra un particolare di Steli
questa pagina installazioni e segnaletica al Castello di Castellengo e in Baraggia.
A sinistra l’opera Giardino Segreto presso il Castello di Castellengo
In questa pagina, l’opera L’Africa in Giardino, collocata sull’altipiano della Baraggia

In basso, de_limitare#1 tra le vigne, a destra l’installazione Equinozio presso il centro visita di The Walk Pagine seguenti: Alberi Scultura e de_limitare#2

co della Baraggia, è pertanto considerato nelle sue dimensioni estetiche e relazionali.

Nel percorso, creazioni originali, derivanti dall’interazione con il paesaggio preesistente, sono affiancate da altre opere, che qui trovano una nuova, ideale collocazione. In tal modo, gli ambienti naturali e le produzioni, possono configurare nuove visioni, in un percorso che si snoda in senso circolare, su un vasto territorio.

Il progetto, è realizzato in collaborazione con figure emergenti dell’arte contemporanea, ed è pensato con arti-

sti in residence. Nasce dal desiderio di fare della Baraggia e dei suoi dintorni, lo spazio aperto per le nuove sperimentazioni dell’arte contemporanea che oggi attingono alla questione ambientale come oggetto/soggetto non più rinviabile.

Una proposta innovativa nelle prassi e nei contenuti, per un percorso, che intende coniugare etica ed estetica, per configurare un nuovo orizzonte di senso, aperto alle istanze del tempo presente e alle sensibilità dei creativi di tutte le età.

Per saperne di più

Partenza e arrivo

L’itineario (Castellengo, frazione di Cossato in provincia di Biella) parte dalla Chiesa dei Santi

Pietro e Paolo e si snoda tra il Castello di Castellengo, l’Ecomuseo del Cossatese e delle Baragge, le cascine e la baraggia biellese. Circa 9 km che ci accompagnano alla scoperta dei luoghi naturali miscelati a luoghi antropizzati dalla presenza di vigneti e cascine.

Come affrontare il percorso

Attrezzatura consigliata: indossa scarpe da trekking e scegli un abbigliamento adeguato alla stagione. Nei periodi più caldi, porta con te un repellente per insetti. Acqua: porta con te una scorta d’acqua. Punti approvigionamento: Cimitero di Castellengo, Chiesa

S.S. Pietro e Paolo Castello di Castellengo Preparati al meglio per goderti il cammino in sicurezza e comodità!

Cosa evitare durante il percorso

Non raccogliere piante, fiori, frutta o ortaggi: lascia che la natura e i coltivi restino intatti per chiunque percorra il sentiero dopo di te.

Punti di interesse

Il Percorso Arte si intreccia con il Percorso Natura e il Percorso Storia, offrendo un’esperienza ricca e variegata. Ogni percorso è dotato di segnaletica adeguata per guidarti facilmente tra le diverse tappe.

Dove dormire

La Carosera B|B di Charme

Via Castellengo, 29 - 13836 Cossato BI +39 335 525 2890 - booking@centovigne.it

Dove mangiare

Osteria della Villa

Frazione Castellengo, n°13 - 13836 - Cossato - BI +39 015 921 084 +39 327 362 9456 info@osteriadellavilla.it - www.osteriadellavilla.it

Degustazioni e visite al Castello +39 335 52 52 890 - www.centovigne.it

Pagina precedente: Che ci faccio qui? a lato: Steli

Patrioti Ciprioti

Il Monastero di San Barnaba a Famagosta, una delle pochissime abbazie romaniche non trasformata in moschea e diventata museo. Nella pagina accanto, festa a Nicosia per l’inaugurazione, dopo il restauro, della Moschea Selimyie Camii nella cattedrale gotica.

A Cipro crescono disinformazione e populismo, ma anche molte voci dissidenti e qualche novità. Ecco sei ragioni per andarci ora, che non troverete nelle guide.

L’isola di Afrodite, attraente bellezza stagionata, ha cambiato padrone in media ogni due secoli, da duemila anni. Per di più, dalla divisione dell’isola, cinquant’anni fa, la comunità turco-cipriota, piuttosto laica, sta subendo una strisciante opera d’ interferenza politica, demografica, linguistica, culturale, ed è ormai ingaggiata la gara di cementificazione con la parte greca del sud. Eppure i turco-ciprioti non stanno in silenzio a guardare il loro declino, ma fanno rumore, supportati anche dai loro (ex) connazionali di lingua greca, per dimostrare, dicono, che nessun muro dura per sempre.

A NICOSIA

A vederli ogni sabato alle 11, nel fascinoso Cafè Büyük Han-the Great Inn, sotto gli archi di pietra del Caravanserraglio, non diresti mai che sia il ‘Club dei Traditori’. Come racconta Nelin Tunc, la guida architetta turco-cipriota, tornata qui

da Vienna per seguire le storie della sua isola: “All’inizio sono stati cinque studenti della scuola inglese, separati a seconda della loro origine dalla guerra che ha diviso Cipro, a ricominciare a vedersi dopo la riapertura del confine di Ledra Palace, fondando il Club del Cafè. Poi la società civile li ha seguiti e oggi sono moltissimi, dai politici agli sportivi, ai turisti, ironicamente chiamati dalla stampa Club dei

dei forti di avvistamento

Alla scoperta delle rovine
usati nei secoli, come il Castello di Bufavento sul monte Pentadattilo.
La chiesa di Santa Maria Collemaggio, in perfetto stile abruzzese.

Traditori. Ultima iniziativa sotto il sole di maggio, un trekking sui monti, provenienti 50 dal nord e 50 dal sud”.

Lì vicino, ha aperto anche la Home for Cooperation che, come dice il nome, ospita movimenti pacifisti, artisti, un Bookclub, laboratori di fotografia, danza, Tai Chi, il coro dei bambini. (https://www.home4cooperation.info).

Invece, all’ora dell’aperitivo si va nel quartiere armeno sui bastioni ovest. E’ una fila di case intorno alle quali corrono verande di legno, raffinate, ma cadenti, con tavolini zeppi di giovani e famiglie locali. Proprio camminando lungo le mura verso nord, s’incrocia il quartiere di Samanbahce: casine bianche e blu con pozzo centrale, ottocentesco esperimento di edilizia popolare, a un passo dalle attivissime librerie-caffè art decò, tra festival del cinema, musica jazz e bambini che giocano, fino all’altro luogo-simbolo. Iskemle significa sedia e, infatti, sotto le volte di ferro e vetro di Iskemleci, celebre ristorante e ora guest house bohémien, c’è un falegname famoso per le sue sedie. Sotto il pergolato di Iskemleci, Habib serve un tripudio di humus, tahini, hellim, kebab seftali, felafel, spiedini, carciofi ripieni, ravioli Pirohu e dolce Kadayif, mentre ci racconta che ha trovato lavoro facilmente qui, arrivando dal Bangladesh, ed è orgoglioso di partecipare alla creazione di un

progetto che coinvolge una comunità di stranieri da tutto il mondo.

KORMAKITIS

La regione a nord ovest, fino a Capo Kormakitis, è un angolo sconosciuto, paradiso per chi ama la storia e la natura. Giustamente la favorita di Franz Bauernhofer, guida escursionistica, austriaco ormai di casa qui, che ha appena finito di tracciare il Besparmak Trail: 250 chilometri di sentieri lungo la costa e i monti del Pentadaktylos. Qui si viene per le spiagge delle tartarughe, il misterioso sito archeologico di Soli, le case ottomane di Lefke, i prati verdi screziati dal rosso rubino degli endemici tulipani Cypria. Ma il vero consiglio da intenditore è il villaggio maronita di Kormacit: gli uomini al bar nella piazza, il municipio con i ritratti delle celebrità locali e l’ufficio rinnovo passaporti maroniti, basato nel Cafè. Dall’altro lato un melograno e una snella abbazia medievale nascondono l’Hanna Koumi Boutique Hotel, fattoria del ‘500 che Angeliki e Marius hanno adattato con passione a opera d’arte. “Per chiunque sia interessato a viaggi lenti, consiglia Franz, incontri autentici ed escursioni attraverso un paesaggio mediterraneo unico, questo è il luogo perfetto per iniziare”. Infatti, da qui si va alla spiaggia di Akdeniza per le tartarughe, a Kyrenia o Nicosia per una

Nella pagina accanto, le rovine di Agyia Triada a Karpos. Come quelle di Salamina e di Soli ricordano i passaggi ellenici, romani, bizantini.

In basso in senso orario. A Nicosia nord gli abitanti incontrano i turisti in piazzette, librerie, ristoranti come Iskemici, tra concerti jazz e cinema d’autore. Il trekking con Franz Bauernhofer segue la costa da Karmakitis fino al Karpaz. La Golden Beach nel parco sulla penisola di Karpaz, dove si arriva attraverso sentieri tra le dune.

gita di un giorno, o alle cime, con i trekking di molti giorni fino alla fine della penisola Karpaz.

KARPAZ

Se da Famagosta si trattiene il fiato davanti a Casinò e grattacieli fino a Trikome, poi si entra nel parco da cartolina del Karpaz: 900 chilometri quadrati di distese di grano, costruzioni di pietra, cappelle, rovine

antiche, come la basilica paleocristiana di Ayios Trias nei campi dietro le case di Sipahi. Fino a Rizokarpaso sono 70 chilometri. In cima alla salita del paese ci sono gli ultimi cartelli per una decina di guest house e ristoranti, tutti pronti a consigliare i sentieri per i resti storici. Poi un’unica strada di 20 chilometri fino al Capo Apostolos Andreas. Da qui parte un sentiero laterale che punta alle dune dorate, con

solo due bar su palafitte, fino al Capo e al piccolo santuario.

KERYNEIA-GIRNE

Sia che arriviate da est, sia da ovest, la pace finisce tra i suv di Kerineya-Girne, in coda dall’abbazia di Belapais giù verso il castello e il tondo porto romano, con le barche attraccate ai moli come foglie sui rami. Qui i piccoli ristoranti di ogni stile sono sempre affollati, ognuno con una sua colonna sonora, come piace ai turchi che arrivano con il traghetto. All’interno, al villaggio di Templos, antica sede dei Cavalieri Templari, gli abitanti fanno festa intorno alla piazza e nel giardino del celebre ristorante Villaggio. Qui il governatore ‘Mukhtari’ è una donna, molto attiva nella cooperativa Girne Emekçi, dove 40 donne producono cesti, pani di ogni tipo, stoffe, marmellate, ricette locali, ceramiche, con un forte valore etico e sociale: “Insegniamo a produrre e lanciare sul mercato cibo e oggetti artigianali locali, ed è un successo, nella bottega e sui banchetti del mercato medievale Bandabulya”. Verso ovest, in tema di orgoglio cipriota bisogna fermarsi all’Almond Village, il Resort più autenticamente vecchio stile e amorevolmente curato della costa: “Queste forme di legno fanno parte dei miei ricordi di bambina - racconta Dervise- Qui tutto è patrimonio della nostra cultura, fatto dagli artigiani anni fa”. E infatti, a parte il wifi, gli ospiti possono divertirsi alla vecchia maniera: leggere a bordo piscina e partecipare ai ‘Club’ in cui Ahmet, Dervise, Ali, Ayse, Gulten

svelano i segreti di miele, olio, ceramica, giardinaggio, cucina, gite e pic nic con olive e pane di casa.

A FAMAGOSTA

E poi c’è Famagosta la leggendaria, per un tuffo di mille anni: chiese, moschee, conventi, rovine, nelle strade silenziose tra le mura gigantesche, le navi che quasi si toccano camminando sui bastioni, altrettante meyhane (le taverne). Nel patio di La Regina Veneziana, impeccabile B+B disegnato dalla proprietaria architetta, si parla di Okan Dagli, simbolo di lotta per l’identità, pacifista non grato alla Turchia: “L’intera Cipro è ostaggio dei politici e le giovani generazioni di turchi ciprioti stanno subendo le conseguenze dell’isolamento; se possiamo far ripartire questa città potremo farlo anche per Cipro”. Ultima iniziativa è ‘Famagusta Ecocity project’, la ristrutturazione del quartiere abbandonato di Varosia in città sostenibile. Intanto, oltre la barriera del porto si mangia pesce in allegria ai tavoli di Taskim, mentre in Liman Yolu scopriamo Petek, la più grande pasticceria mai vista: tre sale di specchi e oro e tre enormi laboratori, con centinaia di prodotti freschissimi per tutti i gusti. Una ragazzina del liceo, in perfetto inglese, mi spiega i nomi dei dolci, e a domanda risponde che suo papà fa il costruttore, il mestiere più diffuso.

IL SUD RURALE

Anche a sud Cipro si torna alla tradizione: lo fa il nuovo marchio di agriturismi

uniti intorno agli itinerari del vino, della bicicletta, bizantino, delle spiagge. Se è indispensabile visitare i fantasmagorici mosaici delle ville romane a Kato Pafos e il sito archeologico sospeso sul mare di Korion, o salire tra le ginestre sui monti Troodos, la sorpresa sono decine di case, boutique hotel, fattorie, in 60 villaggi. Da Varvara con il Parco Botanico a Kor-

nos, alla catena di 400 donne che fanno cucina, artigianato, seminari, visite, alle quattro piste ciclabili, alle merlettaie di Pano Lefkara, alle cantine premiate di Omodos, sono tutti pronti a darvi indicazioni su taverne, siti Unesco o grotte marine, ben indicati sulla mappa della Cyprus Agrotourism Company (www.agrotourism.com.cy).

Le donne della cooperativa di Belapais vendono prodotti locali e rappresentano le tradizioni laiche di Cipro prima della divisione. L’antico porto rotondo di Girne affollato di yacht e circondato di ville bianche e bouganville per ricchi turchi.

Per saperne di più

Guide

Nelin Tunc, colte e divertenti visite in tutta l’isola, con arte, storia e storie. Tel. +90 533 8625559

Franz Bauernhofer, guida e organizzatore di camminate su misura in angoli imperdibili e segreti ai più. Tel.+90 5338225358 selfguidedcyprus.com

Dove mangiare e dormire

Iskemleci Ibrahimpascià Mahallesi, Nicosia. Tel.+905428506660. https://www.facebook.com/theiskemleci/

Dove dormire

La Regina Veneziana, Kuru Cesme Sk, 10, Famagosta. Tel.+90 532 4528218 Almond Holiday Village, Bademli Sokak,Yeşilova Mahallesi, 99350, Alsancak,Kyrenia https://www.almond-holidays.com/ Tel.+90 392 82 12 887 info@almond-holidays.com Hannakoumi Boutique Hotel, Kormakitis. https://www.hannakoumi.com/

Dove mangiare

Taşkın’ın Yeri Denizciler Lokali, Famagosta. https://restaurantsfamagusta.com/taskin.htm

Pasticceria Famagosta. https://www.petekpastahanesi.com

Ristorante Villaggio, Zeytinlik Girisi / Girne Eski Ilkokul, Kyrenia. Tel.+90 533 840 31 50

Come andare

Passare il confine è semplice, basta avvertire chi affitta l’auto. A Latakia lo fa automaticamente Auto Village, con cui si può prenotare un’auto. (https:// welcome.autovillagecyprus.com/).

Ai checkpoint è sufficiente la carta d’identità. Per visitare Nicosia ovviamente si passa a piedi. Per chi passa in auto rilasciano un documento al confine. I punti di confine più comodi sono a ovest Bostancı – Astromeritis, e a est PilaPergamos. Tutti sono su: https://cyprus-faq.com/en/north/raznoe/vse-kppkipra-raspolozhenie-rezhim-raboty-kak-peresekat/

Un po’ di storia

Nel 1974, 200mila persone sono state spostate dal sud (ora greco e repubblica indipendente) al nord (riconosciuto solo dalla Turchia) e viceversa. A quel momento molti interessi hanno incominciato a muoversi. Gli oligarchi russi (proprietari di un terzo delle banche del sud) si sono trasferiti in blocco a nord. Ultimi, nel 2024, sono arrivati i libanesi, rifugiati dai loro parenti dopo i bombardamenti israeliani. Al nord, vicino alle città fantasma mai ripopolate, i cantieri occupano suolo e promettono lusso di dubbio valore. I giovani lasciano i centri storici, i contadini abbandonano i campi, non si dà la cittadinanza ai bambini nati da coppie miste. Qui investono i tedeschi e gli emiri, e crescono i turchi, dicono, per lavorare liberamente nel settore tecnologico. Al sud ricchi ucraini, inglesi, israeliani costruiscono ville e grattacieli. Gli estremismi aumentano, nessuno tocca gli affari loschi dei petrolieri, ma si parla di entrare a Shengen.

In questa pagina, i tulipani rossi, chiamati ‘Cypria’, perché endemici dell’isola come altre 1600 specie, riempiono i campi in primavera.

Namibia: oltre il viaggio

di Cristina Corti, fotografie dell’autrice

In basso, fenicotteri a Walvis Bay. Nella pagina accanto passeggiata sulle dune del Sossusvlei, nel Parco Nazionale Namib-Naukluft.

Dal deserto del Namib al Parco Nazionale d’Etosha, fino agli incontri con le antiche popolazioni locali, la Namibia offre un mix perfetto di esplorazione, meraviglia e cultura.

Uno dei luoghi più iconici della Namibia è senza dubbio il Sossusvlei, una distesa infinita di dune con sabbia rossa; alcune superano i 300 metri di altezza e creano un paesaggio surreale, soprattutto all’alba e al tramonto, quando i giochi di luce trasformano il deserto in un dipinto vivente. Scalare la celebre Dune 45, sentire la sabbia finissima scivolare tra le dita e ammirare la vista a perdita d’occhio è un’esperienza che lascia senza fiato. Poco distante, il Dead Vlei, con i suoi alberi secchi incastonati in una distesa bianca di argilla, offre uno scenario quasi extraterrestre.

Dalla magia del deserto si passa poi alla savana del Parco Nazionale di Etosha, uno dei migliori punti di osservazione, in Africa, della fauna selvatica. Tra vaste pianure e pozze d’acqua, si riesce ad avvistare elefanti, leoni, rinoceronti, giraffe e una moltitudine di antilopi e zebre. Un safari all’alba o al tramonto permette di

immergersi completamente nella bellezza di questa riserva naturale.

Oltre alle meraviglie della natura, la Namibia custodisce anche un ricco patrimonio culturale, rappresentato dalle popolazioni indigene come i Boscimani. Questi antichi abitanti del deserto, noti anche come San, hanno sviluppato uno stile di vita in perfetta armonia con la natura. Di generazione in generazione tramandano

Un dhoni ancorato a Guraidhoo.

Pagina precedente:

La Duna 45, a 45 km da Sesriem, sulla strada per Sossusvlei, nel Parco Nazionale Namib-Naukluft. Deadvlei nel Sossusvlei, una depressione dal suolo argilloso, con alberi morti di acacia che si stagliano contro il cielo. In basso e nella pagina accanto, alcuni degli animali che s’incontrano lungo le strade della Namibia. In basso e nella pagina accanto: una giornata con i Boscimani, antichi abitanti del deserto, noti anche come San, nel deserto del Kalahari.

tecniche di sopravvivenza uniche. Incontrarli significa immergersi in un mondo affascinante, fatto di racconti attorno al fuoco, danze di gruppo, dimostrazioni delle loro abilità nel tracciare gli animali, raccogliere erbe medicinali, dissetarsi dagli alberi.

Un viaggio in Namibia è un’esperienza

che va oltre il semplice turismo: è un’immersione totale in un mondo selvaggio e autentico, dove la natura regna sovrana e il tempo sembra scorrere a un ritmo diverso. Tra dune dorate, incontri con animali straordinari e culture ancestrali, questo paese lascia un segno indelebile nel cuore di ogni viaggiatore.

In basso e nella pagina accanto: leoni, giraffe, elefanti, alcuni degli animali che si incontrano nel Parco Nazionale d’Etosha.

In basso e nella pagina accanto: leoni, giraffe, elefanti, alcuni degli animali che si incontrano nel Parco Nazionale d’Etosha.

Per saperne di più

Quando andare

I mesi migliori sono da maggio a ottobre, nella stagione secca. Il clima è più fresco e gli animali si concentrano intorno alle pozze d’acqua nel Parco Etosha, rendendo i safari spettacolari. Le giornate sono soleggiate e le temperature piacevoli, ideali per esplorare il deserto.

Sossusvlei

Si visita in autonomia o con tour organizzati. L’ingresso principale è il cancello di Sesriem, che apre all’alba per permettere ai visitatori di godere i colori spettacolari del deserto. Consigliato un veicolo 4x4 per gli ultimi tratti sabbiosi che conducono alle dune più iconiche, ma esistono anche navette per chi non vuole guidare. Nell’area, è possibile esplorare i diversi punti panoramici, come Hidden Vlei e Big Daddy, una delle dune più alte del mondo. Per un’esperienza ancora più emozionante, si possono organizzare voli in mongolfiera o escursioni in quad nel deserto.

Parco Nazionale d’Etosha

Si può esplorare autonomamente in self-drive, grazie a strade ben mantenute e segnalate, oppure partecipare a safari guidati, organizzati dai lodge o dalle agenzie locali. L’ingresso principale è l’Andersson Gate, vicino a Okaukuejo, mentre altri accessi includono Namutoni e Galton Gate. All’interno del parco sono presenti diversi campi con alloggi e aree attrezzate per campeggiatori, per un’esperienza immersiva nella natura selvaggia. Boscimani

Per incontrarli e trascorrere una giornata con loro, si può affidarsi a guide turistiche specializzate, tour operator locali e associazioni culturali.

Tour organizzati

Diverse agenzie offrono escursioni nelle regioni in cui vivono i San, come il Kalahari e la zona di Tsumkwe, con attività che includono dimostrazioni di caccia, artigianato e tradizioni orali.

Associazioni culturali e progetti comunitari

Il Nyae Nyae Conservancy lavora per preservare la cultura dei San e permettere ai viaggiatori di interagire in modo rispettoso con le popolazioni. Lodges e campi etnici

Alcuni lodge nel Kalahari collaborano con i San per offrire esperienze immersive, tra cui escursioni nella natura guidate da esperti boscimani.

San Juan de Gaztelugatxe, Paesi
Baschi

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