NN #29

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Numero 29 Novembre 2010

NN Nella Nebbia

In questo numero:

Pin-Up Nome: Lorena Fonsatti Età: 28 Città: Vercelli Fumetto preferito: Sandman Nome: Nicoletta Musazza Età: 26 Città: Vercelli Fumetto preferito: Peanuts

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Domenica 28 novembre 2010, ore 9-19.30

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Caterina FIVA FEDERAZIONE ITALIANA VENDITORI AMBULANTI E SU AREE PUBBLICHE


Sommario Novembre 2010

Editoriale Discutiamo!

04

elio mariani

08

atto uno: chi e’ di scena?

10

mobili d’autore

11

pin up

15

voodoo

16

marylin pop desire

18

rubriche

20

agenda

22

fumetto

da novembre torna la magia del teatro

Questa è la parola d’ordine di questo mese. Abbiamo messo a disposizione di tutti i lettori uno spazio Facebook, NN – Nella Nebbia, per poterci scambiare notizie, critiche, approfondimenti e qualsiasi cosa vogliate segnalarci. Oltre al consueto blog, www.nellanebbia.it sul quale trovate gli articoli presenti nella rivista e altri realizzati appositamente, avrete quindi la possibilità di partecipare anche a nuove iniziative e simpatici giochi legati al mondo del cinema. Studio Kaboom

eros in japan

niente riti, solo musica

ad arona le icone di un mito

pensieri, idee e stravaganze

come, dove e quando

NellaNebbia ® Mensile Gratuito di Arte & Cultura

Editore:

Registr. Tribunale di Vercelli n.347/2008 del 15/04/2008 N.29 Novembre 2010 Rivista Mensile

Direttore Responsabile Andrea Bellavita p.zza Risorgimento, 12 13100 Vercelli tel. 0161 1850396 Redazione Novara Via Giovanni De Agostini, 2 28100 Novara tel: 0321. 393756 email: nn.novara@gmail.com

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Precario 2002

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ELIO MARIANI


Elio Mariani e Andy Warhol New York, 1977

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ra da molto tempo che non lo vedevo, eppure sembrava ci fossimo visti il giorno prima. Nulla ha modificato il carattere allegro e gioviale di questo uomo, pieno di tanta voglia di guardare il mondo nelle sue più complicate sfaccettature e di dare un significato a tutto. Elio Mariani, pittore. Lo conosco da sempre. Da sempre pittore, artista pieno di idee, sempre originali rispetto al modo corrente di intendere l’arte. Ci siamo persi di vista per anni. Ma di Elio Mariani s’è parlato sempre, specialmente con mio fratello Gianni, attore, il quale ha condiviso con Elio una grande amicizia negli anni dell’entusiasmo giovanile, della voglia di futuro, del desiderio di conquistare il mondo. Lasciai Milano e mi trasferii, per lavoro, a Santhià. Era l’anno 1961 e da lì a poco avrei conosciuto Francesco Leale, grande personaggio della cultura e dell’arte vercellese. In quel periodo era assessore alla cultura al Comune di Vercelli. Gli parlai di Elio Mariani e lo volle conoscere. Leale rimase entusiasta di questo ragazzo e di ciò che dipingeva, tant’è che nel dicembre 1962, gli mise a disposizione Palazzo Centori per una personale. La mostra riscosse un notevole successo. Ricordo quelle giornate al Centori, piene di freddo, riscaldate solo dalla bellezza di quei quadri che emanavano un grande calore. Fu quella la prima personale di Mariani. Fu anche l’inizio di una carriera smagliante, perseguita in una continua ricerca del bello e di qualcosa di nuovo che potesse soddisfare il suo incessante bisogno di approdare a nuovi obiettivi. Non tardò molto a raggiungerli. Già nel 1965, Elio Mariani fu il primo artista in Italia ad usare una nuova tecnica. La tecnica era quella della tela fotografica ed era in uso nel filone artistico della Mec-Art. Questo filone coinvolgeva altri artisti quali Bertini, Beguier, Nikos, Rotel-

la, solo per citarne alcuni. Successivamente, il critico Pierre Restany, presentava a Milano la Mec-Art nella famosa Galleria Apollinaire. Quel gruppo divenne più folto con la partecipazione di Di Bello, Patella e più significatamene, dello stesso Elio Mariani. La classica tela con i pennelli e i colori rimasero un bellissimo ricordo. Il nostro artista proseguì il suo viaggio guardando il mondo, con tutta la sua sensibilità, così come ha sempre fatto. Tutto ciò che avveniva in quegli anni toccava l’artista nel più profondo della sua coscienza. Il periodo della contestazione, la guerra in Vietnam lo misero a dura prova. La bomba atomica fu uno dei suoi grandi temi. Ad essa Mariani dedicò pannelli di una bellezza unica, intrisi da quella rabbia e quel dolore che la sua profonda umanità gli dettava. Elio Mariani non tralasciava niente. Tutto ciò che si presentava ai suoi occhi era materiale da visionare, da studiare. Ritagliava scorci di vedute di periferia, volti di personaggi e li montava, li fotografava; poi, li rifotografava e infine li stampava su tela emulsionata. I risultati erano capolavori. Cominciò ad essere conosciuto in tutto il mondo. Nel 1977 conosce a New York il mito della Pop-Art, Andy Warhol. Questa conoscenza incide straordinariamente sullo sviluppo del suo lavoro futuro. Le sue opere sono presenti e conosciute in tutto il mondo e a Milano si possono ammirare presso la Galleria Vinciana. Chissà che un giorno non senta il bisogno di ritornare a Vercelli, nella nostra città d’Arte. Sarebbe per Vercelli un vero privilegio arricchirsi del contributo di questo straordinario artista, partito, nel suo viaggio nel mondo dell’arte, dal Centori negli anni belli e spensierati dell’amicizia con Gianni e con gli altri ragazzi del bar Mario Scotti, nel quartiere “Baggio”, a Milano.

uerrieri g o d r a n o e di l

Nella Nebbia

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o v a n g e s i d , Da bambinoasa, a scuola… eni,i2n 010 c ria a a m , io l e e i r d semp . o g o u l i n og Facevo copia dal vero. Il mio fiore preferito era l’iris, con il suo colore blu-violaceo che andava sfumando ai bordi con quella riga al centro arancione. Ero in terza elementare quando giunse una circolare del Provveditorato che diceva che ogni maestra aveva la facoltà di mandare uno scolaro, nell’ultima ora di scuola, vale a dire dalle undici alle dodici, al corso di disegno che si teneva nel refettorio della medesima. Io pensavo di essere il prescelto, ma con grande dolore e delusione, la maestra ci mandò Franco, uno della mia classe che disegnava bene pure lui, ma copiava integralmente Tex Willer in china, non aveva mai fatto copia dal vero. Io tutte le mattine, entrando in classe dicevo: maestra mandi anche me, niente da fare. Tutte le mattine rompevo alla maestra quello che non aveva sotto perché era donna. Dài oggi, dài sempre, questa, stanca di sentirselo chiedere, un bel giorno mi prese per un braccio e mi spinse nell’atelier di pittura, con mia grande gioia. Poi, dopo due giorni, Franco non ci venne più; io invece continuai fino alla fine dell’anno scolastico, a casa copiavo i personaggi del cinema dai rotocalchi, quando però dovevo fare i volti, data l’età avevo delle difficoltà, non mi venivano bene, allora ritagliavo i volti e l’incollavo sui corpi disegnati. (Mec-Art ante litteram*). Quando poi il fotomontaggio

Dietro lo specchio 1981 - 2005

diventò il mio linguaggio espressivo, continuai a fare, ovviamente intellettualmente diverso da quello che facevo nell’infanzia perduta. Nel 1965 feci le mie prime tele emulsionate, nel 1968 con Bertini, Rotella e Pierre Restany firmai il secondo Manifesto della Mec-Art alla Galleria Apollinaire di Guido Le Noci a Milano. Nel 1970 venni invitato alla Biennale Internazionale di Venezia dove conobbi la grande Peggy Guggenheim, che volle comperare una mia serigrafia fatta nell’Atelier di lavoro all’interno della Biennale stessa. Nel 1977 a New York conobbi il mito della POP-Art Andy Warhol, che mi invitò alla sua Factory il giorno dopo, ero talmente eccitato che non volevo più tornare in Italia. Purtroppo invece…

* Movimento artistico sviluppatosi tra Francia e Italia negli anni Sessanta. La Mec-Art si basava sull’utilizzo del mezzo fotografico e di supporti pittorici tradizionali, tramite tecniche quali il riporto o la stampa diretta su tela, e sulla possibilità di concepire opere prodotte in serie. L’estetica della Mec-Art si proponeva comunque come risposta europea alla Pop Art: alla ripetizione dell’immagine tratta dai media contrapponeva infatti una sua risemantizzazione mediante accostamenti insoliti e, in alcuni casi, fotomontaggi.


i l a u 87 t n i t s i mariani, 19 i io l n e i d o i laceraz Le cancellazioni delle fotografie stampate dai rotocalchi nascono nel 1978 quando già declinava dentro di me l’interesse per la tela emulsionata che avevo interrogato a lungo sin dal lontano 1965 identificandomi e aderendo firmando successivamente il manifesto della “MEC-ART” (movimento teorizzato da Pierre Restany, persona eccezionale e amico carissimo per il quale nutro una stima senza confini). La creatività del mio mondo poetico-espressivo che fino allora era costruzione, collage, assemblaggio, fotomontaggio, qui si capovolge, diventa decostruzione, figurazione, saccheggio, lacerazione e turbamento. Il linguaggio segue un percorso ignoto, la mano struscia sul patinato, rompe l’indugio, ma non conosce il proprio destino, tale sorte viene rivelata poi dalla sensibilità dell’artista che sa trovarla strada facendo.

Tuareg 1973

La compostezza del “prima” lascia lo spazio alla consapevolezza del “dopo”. Il meditato cede il posto all’istintualità di un gesto in divenire dove la casualità dell’evento diventa causa principe del fare stesso. Lo scioglimento dell’immagine, sbranata e accarezzata dolcemente, scorporata dal suo contesto e spogliata del suo significato propagandistico, assurge a nuova vita altrove, dove la natura e la movenza stessa dell’operazione la riscatta e la traduce trasferendola nei luoghi del pensiero trovato. Il tempo è senza tempo – il luogo non è più ovvio – il piano si ribalta – le immagini si spaccano – i colori si sciolgono e si mescolano tra di loro – i frammenti schizzano via subendo un processo di sottrazione gestuale che le caratterizza e le fissa come in un caleidoscopio impazzito dove le figure in libertà si dividono moltiplicandosi all’infinito, come infinito è l’essere dell’universo nella propria ricerca.

La donna copertina 1993

1973”, – 5 6 9 1 i n a i io Mar l E “ a i f a r g o dalla mon Editore y, 1973

ratto Stralcio, t

Prearo Giampaolo

“…converrebbe senz’altro porsi degli interrogativi sulla personalità dell’artista milanese, sul suo potere di obiettivare così l’affettività umana. Tale potere si chiama prima di tutto talento, ed è un dono di natura. Un dono certamente avvelenato, un’arma a doppio taglio – timeo Danaos et dona ferentes (nell’Eneide, sono le parole pronunciate da Laocoonte ai Troiani per convincerli a non fare entrare il cavallo di Troia nella città. La traduzione è “temo i Danai anche quando portano doni”) , Elio Mariani comunque paga anche gli interessi di questo nodo dialettico tra la ragione e la passione. Questo introverso vive dal di dentro gli uragani senza fondo ed i cicloni devastatori

stan di Pierre Re

“Donne in ascolto” Un corso formativo sulle tecniche di ascolto e di accoglienza Un corso di formazione, mirato a rafforzare positivamente la comunicazione e la relazione fra chi accoglie e chi viene accolto. Questa la finalità del corso di formazione organizzato a Viverone ,sabato e domenica 16 e 17 Ottobre, dallo Spi Cgil Vercelli – Valsesia, dal Coordinamento donne provinciale e regionale e dalla Camera del lavoro. Il corso ha coinvolto venti donne di varia età, che operano presso lo Spi e/o la Camera del lavoro di Vercelli e Valsesia. Il bisogno di incontrarsi e di confrontarsi, per cercare di affrontare insieme le gravi pressioni cui sono sottoposte oggi le donne di tutte le età ha motivato fortemente la partecipazione all’ iniziativa, che è stata molto impegnativa e coinvolgente per tutte. Con il valido supporto tecnico delle due esperte docenti psicologhe-psicoterapeute Carla Ortona e Tiziana Tauselli, da anni consulenti volontarie presso lo Sportello donna della lega di Vercelli e della psicopedagogista Giovanna Salmoirago, responsabile del Coordinamento donne spi regionale, il gruppo ha trattato diversi argomenti: “Dalla comunicazione alla relazione”,” La relazione d’aiuto”,”L’osservazione all’ascolto nella relazione,strumenti ed ostacoli “ . L’intervento del Segretario della lega di Vercelli Rosario Cellura ha aiutato il gruppo a comprendere il ruolo dello Spi come luogo di solidarietà, di accoglienza e di servizio. Il Segretario, dopo aver portato il saluto del Segretario generale dello Spi Marco Simonelli, ha illustrato le competenze dei volontari presso le leghe territoriali, aperte a tutti i pensionati, sottolineando l’importanza di saper accogliere tutti per dare sempre una risposta positiva al bisogno di ascolto di ogni persona. L’obiettivo primario del progetto, voluto dal Coordinamento donne provinciale, è soprattutto quello di far crescere l’interesse delle donne per una presenza femminile il più possibile preparata, motivata e continuativa all’interno delle leghe del nostro territorio. Per questo è stata illustrata l’esperienza dello Sportello donna della lega spi di Vercelli, che da circa dieci anni accoglie ed offre ascolto ed aiuto alle donne che si trovano in particolari stati di disagio, legato a problematiche sociali di vario genere, personali, famigliari, di lavoro e/o altro. A fine corso è stata rilevata, da parte di tutte le partecipanti, una valutazione positiva sui contenuti, ritenuti importanti ed indispensabili per comprendere, portare avanti e avviare un corretto modello di operatività nel servizio di accoglienza nella Cgil. E’ stata segnalata le necessità di ampliare alcune delle tematiche, utilizzando una uguale metodologia, ma dedicando un tempo maggiore per ciascuna e per il confronto di gruppo. Le indicazioni ed i preziosi contributi raccolti dalle corsiste, unite ai lavori delle relatrici saranno elaborati e stampati per essere utilizzati successivamente.

Rosanna Gaietta

di un istinto grezzo controllato da una ragione metodica. L’unica apertura al mondo è la sua arte. La sua opera è l’unico suo linguaggio, l’unica sua possibilità di comunicare direttamente con gli altri. Qui sta senza dubbio il segreto della commovente carica sensibile, dell’impatto, dell’autenticità dell’immagine. Se l’iper-realismo vuol essere più vero della natura, Elio Mariani, lui, è naturalmente vero. La sfumatura è importante. In ogni tempo, al di là persino del mutamento antropologico che si rivela imminente e che sconvolgerà radicalmente…”

Nella Nebbia

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08 spettacoli

testo: Serena Galasso

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o r t a e t l e d a i g a m a l a n r o t e r b m e da nov

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orrado Abbati, Eugenio Allegri, Bruno Armando, Natalino Balasso, Marianella Bargilli, Benedicta Boccoli, Debora Caprioglio, Paolo Cevoli, Cochi e Renato, Marco Columbro, Lella Costa, Giobbe Covatta, Gianfranco D’Angelo, Corrado D’Elia, Massimo Dapporto, Giovanni Esposito, Gaspare e Zuzzurro, Paola Gassman, Lucilla Giagnoni, Eleonora Giorgi, Geppy Gleijeses, Loretta Goggi, Fabrizio Graziani, Enzo Iacchetti, Roberto Imperatori, Kledi Kadiu, Pietro Longhi, Massimo Lopez, Leonardo Manera, Vicky Martin, Glauco Mauri, Romina Mondello, Nada, Francesco Paolantoni, Rocco Papaleo, Samuel Peron, Paolo Poli, Pucci, Paola Quattrini, Blas Roca Rey, Nini Salerno, Amanda Sandrelli, Roberto Sbaratto, Corrado Tedeschi, Paola Tedesco, Teo Teocoli, Natalia Titova, Gian Marco Tognazzi, Samanta Togni, Giovanni Vernia, Bruna Vero. Se un docente di teatro o di spettacolo dovesse fare questo appello, potrebbe essere certo di avere in classe “cavalli di razza”, degni di sold out. Sono questi i nomi che il territorio tra Novara, Vercelli e Biella propone per alzare i sipari dei suoi teatri. Dalla prosa al cabaret, dal teatro di tradizione alla lirica, dall’operetta al musical, dai nomi classici del teatro italiano a quelli della tv degli ultimi anni. Non c’è un desiderio che non pos-

sa essere realizzato. Chi ha voglia di trascorrere i prossimi mesi sulle comode poltrone di un teatro e gustare l’atmosfera del buio in sala e “su il sipario” è accontentato, ovunque si trovi, da ovunque debba partire, ovunque voglia andare. La stagione inaugura ufficialmente a Novara, al Teatro Coccia. Il teatro di tradizione, perla e bomboniera della città, apre i battenti il 6 novembre con Don Giovanni, l’opera di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. Un lustro per il teatro novarese, che lo coproduce con il Teatro del Giglio di Lucca e la Fondazione Donizetti di Bergamo. Il Coccia punta e investe molto sulla lirica, con appuntamenti di grande richiamo e con molti appassionati. Nei mesi seguiranno Don Pasquale, Rigoletto, La Traviata e il balletto Il lago dei cigni. Il direttore artistico Carlo Pesta non nasconde il suo amore nei confronti dell’opera e del balletto, sicuro fiore all’occhiello della programmazione, che offre inoltre un intenso e variegato calendario da novembre a maggio. Le serate si dividono tra opera, balletto, prosa, danza, musical, operetta, teatro comico, con testi di Pìrandello e Balzac, nomi in scena come quelli di Sebastiano Lo Monaco, Glauco Mauri, Geppy Gleijeses, Zuzzurro e Gaspare... Chi ama poi le suggestioni del


musical ed essere trascinato in un’altra dimensione, non potrà perdersi la versione teatrale di Alice nel paese delle meraviglie – Il musical, affidato alla regia di Christian Ginepro. E se il riso è materia prima fiorente in queste zone, lo è anche sulle labbra di chi assisterà agli spettacoli di Leonardo Manera e Paolo Cevoli tra gli altri... Si segnala, poi, un classico dell’operetta. Arriva al Teatro Coccia Hello Dolly, diretto e interpretato da Corrado Abbati, volto affezionato alle tavole del teatro novarese. Cronologicamente parlando è il Teatro di Cossato, in provincia di Biella, il secondo a cominciare la stagione, con Gianfranco D’Angelo, Paola Tedesco, Eleonora Giorgi, Nini Salerno in Suoceri sull’orlo di una crisi di nervi, in scena l’8 novembre. Si prosegue con spettacoli di richiamo per il grande pubblico come quelli di Massimo Dapporto e Benedicta Boccoli, e anche titoli legati alla tradizione del nostro territorio, come I Legnanesi con il loro Fam, frec... e fastidi. La prosa è protagonista a Cossato, ma non mancheranno incursioni musicali, come lo spettacolo natalizio delle Blue Dolls e il tributo a Frank Sinatra di Massimo Lopez nel suo Ciao Frankie. Si torna verso Novara per l’inaugurazione della stagione del Teatro Nuovo di Oleggio: venerdì 12 novembre con il classico di Noel Coward Lo spirito allegro. La sophisticated comedy inglese portata in scena da Corrado Tedeschi e Deborah Caprioglio. Per gli amanti del genere sarà interessante sapere che se perdessero la data di Oleggio potranno recuperare lo spettacolo a febbraio 2011 al Teatro di Biella o a quello di Borgomanero. Certamente una bella chance di godere di questo pezzo di teatro assolutamente senza tempo. E anche un modo per rivederlo nel giro di qualche mese per chi lo avesse già visto e volesse un bis. La stagione di Oleggio

prosegue con tanti nomi rubati al piccolo schermo, Pucci, Giovanni Vernia, il ballerino Kledi Kadiu, senza tralasciare però qualità e raffinatezza: in occasione della festa della donna il testo Arie interpretato dalla bravissima Lella Costa, a dicembre Dedicato ad Alda Merini, interpretato da Lucilla Giagnoni, e un appuntamento con il grande testo di Gianni Rodari C’era due volte il barone Lamberto, a marzo per il Teatro Ragazzi. Da Oleggio a Borgomanero (sempre in provincia di Novara), dove al Teatro Nuovo la stagione inizia il 18 novembre con una commedia di Eduardo De Filippo, La fortuna con la effe maiuscola, e va avanti Col piede giusto in compagnia di Amanda Sandrelli e Blas Roca Ray la settimana successiva. Il cartellone di Borgomanero è ricco e multigenere, tra le chicche lo spettacolare S.P.A. Solo per amore interpretato dalla poliedrica Loretta Goggi e un classico del teatro shakespeariano La dodicesima notte con, tra gli altri, un inedito Francesco Paolantoni.

be Covatta ed Enzo Iacchetti, Paolo Poli, Rocco Papaleo e Giovanni Esposito (questi ultimi in un esilarante omaggio a Eduardo De Filippo). Cartelloni da imbarazzo della scelta... Anzi no, perché scegliere? Se si può, sarebbe bello partecipare a ogni rappresentazione. Il teatro è un’arte antica che va amata, alimentata e insegnata. A dimostrazione di questo sono sempre più i teatri che dedicano parte dei loro cartelloni ai ragazzi delle scuole. Perché il teatro è un fatto culturale, qualcosa a cui non si può rinunciare. L’emozione di essere a pochi metri dall’attore, respirare le sue emozioni, ridere o commuoversi nello stesso momento con altre persone, magari sconosciute, sono sensazioni che non si possono riscontrare in nessun’altra arte. Una malattia dalla quale è difficile guarire. E per la quale, per fortuna, ancora non c’è vaccino che tenga. Spegnete i cellulari. Lo spettacolo ha inizio.

Il 22 novembre parte la stagione del Teatro Odeon di Biella. L’ironia di Neil Simon apre la stagione biellese con Cena a sorpresa e poi il teatro classico (Medea e Cirano di Bergerac), la musica (Il balletto di Mosca e Muy lindo tango) e tante risate con Teresa Mannino, Teo Teocoli, Marco Columbro e Paola Quattrini. Una miscellanea di titoli e nomi che prosegue a Vercelli, dove al Teatro Civico, a partire dal 5 dicembre si incontra il teatro di Shakespeare rivisitato con Il mercante di Venezia in prova, poi Elisabetta II, Il malato immaginario di Molière, Edipo Re. Dalla prosa classica al teatro brillante, con nomi come Giob-

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10 design

testo: Marco Guerrieri

e r o t u a ’ d i l i b o m

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uando oggetti di uso comune come una sedia, un tavolino o una lampada vengono interpretati dal genio dell’artista, acquistano subito immortale unicità, perdono parzialmente il senso della funzionalità per dare risalto alla forma, alla linea… e il gusto diventa piacere. Il design del ‘900 fa bella mostra di sé a Prarolo fino al 31 dicembre nello spazio espositivo di AD presente nella “Cittadella del Mastro Artigiano”, con pezzi che portano la firma dei grandi maestri del design come Ray Eames e Carlo Mollino con due stupende coppie di sedie, Gio Ponti con uno splendido lampadario, e ancora Pierre Paulin, Charlotte Perriand, Jordan Mozer e Alvar Aalto con vere e proprie icone del nostro tempo, come anche l’Arco di Castiglioni o le lampade di Gae Aulenti.

Suggestivo anche l’allestimento e l’esposizione di questi arredi d’autore: il visitatore passeggia tra forme avveniristiche che il tempo ha reso classiche, e si accorge di come il gusto per il bello sia un bene

da coltivare tanto quanto la cura di sé. AD sotto questo punto di vista guida, quasi educa la sua clientela alla riscoperta o alla scoperta di questi pezzi rari ed in alcuni casi inediti. Non poteva poi mancare il tradizionale prodotto di AD, il tappeto, che in questo caso passa da oggetto tipicamente orientale a prodotto di design grazie ai agli innovativi motivi decorativi proposti da architetti, pittori ed addirittura artisti di strada (Stolen Art). Lello Ardizzone, titolare di AD, ci racconta di come l’idea di trasportare dal muro di città al tappeto di casa un’immagine, un logo o un disegno sia estremamente moderna e interessante. Il cliente può quindi fornire il soggetto e, dopo i tre mesi necessari per la realizzazione, il tappeto sarà pronto, e ovviamente unico. Il consiglio per i lettori di Nella Nebbia, che sappiamo essere curiosi e attenti, è quello di non farsi scappare un’occasione simile e di impegnare parte del prezioso fine settimana alla scoperta di questo ampio spazio espositivo con lo stesso approccio che sia ha per una mostra o un film d’autore.


ッ 11 ウ の 星 ビ に ク ッ ト PIN-UP

testo: Roberta Invernizzi e Simon Panella foto: Michele Trecate grazie a Officine Sonore

MADE S ERO IN JAPAN

Sontuose ze raffinatez per n o n ) e s r (fo i t a l a p i i t t tu

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i è mai capitato d’imbatterti in un servizio del tg o in un articolo di giornale che raccontavano un evento meraviglioso ma ormai avvenuto, inghiottito dal tempo, ritrovandoti indispettito a pensare “però potevano dirlo prima… se questo è promuovere la cultura….”? Per una volta anche NN si allinea a questa brutta abitudine, rimembrando un’esposizione eccezionale che, alcuni mesi fa, ha alimentato l’interesse per la percezione orientale della dimensione della sessualità. Perché questo fashback? Perché chi scrive ha nostalgia di quella mostra e le è rimasto il desiderio di raccontare… Fra il tramonto del 2009 e l’alba del 2010, Milano ha presentato, nelle sale di Palazzo Reale, la più ricca mostra mai dedicata alle stampe giapponesi di soggetto erotico, gli Shunga. Il contesto è la Tokyo appena proclamata capitale dalla famiglia Tokugawa; in quel tempo, all’inizio del ‘600, la città si chiama ancora Edo. Il periodo di fioritura di questa forma d’arte coincide con i due secoli abbondanti che nel nostro vecchio Continente sono racchiusi fra la morte di Elisabetta I d’Inghilterra e la nascita dell’Impero austro-ungarico. Lo shogunato dei Tokugawa vede fiorire un nuovo ceto borghese che sposa una concezione edonistica della vita e gli Shunga, letteralmente “immagini della primavera”, sono intrisi proprio dello slancio cui mercanti, artigiani e artisti del tempo si abbandonarono, slancio verso il piacere e il lusso, fresco e ambiguo insieme. Le raffigurazioni, caratterizzate da grande accuratezza, hanno assunto la forma di rotoli, poi stampe e anche illustrazioni di libri erotici; gli Shunga svolgevano funzioni didattiche per le giovani spose e venivano anche usati come preziosi talismani per i guerrieri. Nelle immagini campeggiano membri enormi e descritti in ogni dettaglio da linee e tonalità cromatiche precisissime; risultano altrettanto perfette anatomicamente le riproduzioni di vagine a volte gigantesche, altre volte spalancate in esibizioni quasi innaturali, oppure frugate fra le labbra vermiglie


12 da dita che paiono poco concitate. L’impatto iniziale trasmette spregiudicatezza, libertà (liberazione). Ma le palpebre degli amanti sono spesso serrate in distese cecità, incastonate in visi quasi del tutto inespressivi (rare le bocche dischiuse in sospiri), e finiscono per suggerire esperienze naufragate in isolamento e mutismo. Le donne sono icone, il registro è concettuale, in una fissità sospesa, senza ritmo. Abiti e tendaggi sono drappeggiati in modo quasi teatrale; gli amplessi appaiono rituali, gl’intrecci degli arti sembrano rispondere a cerimoniali complessi, esteticamente misurati in funzione dell’efficacia dell’atto e dell’armonia della scena, come danze senza sudore. La sensazione dominante è quella di una soglia di carnalità profonda mai varcata, come se la “promessa” di spregiudicatezza si esaurisse nella profusione quasi maniacale di particolari e non fosse mai in grado di far giungere a temperatura adeguata la febbre erotica. La passione l’Occidente la rappresenta in maniera diversa: un tempo tutto ciò era “troppo” e gli Shunga a lungo sono stati assimilati ad immagini pornografiche e apprezzati solo da artisti alla ricerca di ispirazioni autenticamente nuove, come Toulouse-Lautrec e Klimt; oggi rischia di essere “troppo poco” per alcuni, “troppo diverso” per coloro, come me, se si dice “erotismo” pensano a Ultimo tango a Parigi, per cambiare forma artistica. L’Occidente ha spesso narrato amplessi scomposti, amanti stropicciati ed esausti, sguardi caldi o ammiccanti, carezze nella penombra, frammenti d’ironia, nudità sfrontata e pura, abbracci tragici e disperati, mani vigorose e cosce tese e il desiderio che tutto travolge in affannosi gesti anche brutali. Così, passeggiando fra tratti pittorici armoniosi e kimono elegantissimi, si fa strada in me una sensazione di distanza: sono costretta a confessare che non trovo realmente eccitante ciò che osservo. E mi chiedo se la scelta debba essere necessariamente fra questa raffinatezza che mi arriva artificiosa e la TV italiana zeppa di seni e chiappe gratuite… Lasciai Palazzo Reale punta da questa vocina interiore che mi parla di estraneità, differenza; è la vocina che tante volte mi ricorda quanto sono un’irriducibile europea e che proprio per questo m’invita a non cercare il rispecchiamento, a scuotermi dall’istintiva (e perniciosa) ottusità che si nutre di conferme e rifugge dalle destabilizzazioni. Ecco la nostalgia di cui parlavo: la via più efficace per riconoscere la mia identità passa per il confronto con l’alterità profonda, ormai l’ho imparato. Gli Shunga mi hanno detto quale non è il mio modo di vivere l’eros, ma anche quale alternativa c’è. P.s.: il catalogo edito da Mazzotta, Shunga - Arte ed Eros nel Giappone del periodo Edo, è un capolavoro di capolavori, un (auto-?)regalo per persone curiose. Formato 27×24 cm, 176 pagine; www.mazzotta.it


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el lontano 1995 ero su un treno, ed ero anche un alacre lettore di fumetti giapponesi. La signora vicino a me allunga il collo sul mio giornale e dice “ah! Questi sono i famosi manga? I fumetti erotici giapponesi?” La mia buona educazione mi impedì di rispondere, ma ancor oggi porto nella memoria l’uscita della signora, un po’ perché detesto la gente che allunga il collo per leggere quello che ho in mano, un po’ perché rappresenta bene il rapporto fra le italiche genti ed il fumetto giapponese. Manga non è altro che la parola con cui i giapponesi indicano i fumetti, in Francia si chiamano bandes desinee, in America comics, e tutto questo non ha niente a che vedere con il contenuto e lo stile con cui gli stessi vengono redatti, è solo una questione di nome. Indi, se qualcuno vi dice “disegno manga”, non credetegli, non sa bene di che sta parlando. L’archetipo nazionalpopolarmente riconosciuto dei disegni giapponesi, ipertrofia oculare e giunonici giganteggiamenti, è solo una parte di un fenomeno più complesso, basti vedere mostri sacri quali Osamu Tezuka e Hayao Miyazaki, per citarne due noti al grande pubblico, che con lo stile visivamente accreditato ai “manga” hanno poco a che fare. Ma come nasce la rivoluzione dagli occhi a mandorla che ha sconvolto il mondo del fumetto a metà degli anni Novanta? Senza scendere in inutili digressioni storiche, è necessario stabilire come nasce la tradizione fumettistica giapponese. Quando in Giappone arrivano i fumetti americani, come nel resto del mondo, questo fa impazzire i giovani, che subito vedono in questo medium una fonte di ispirazione, divertimento e possibilità di comunicazione. Così succede che in un paese con una tradizione artistica completamente aliena da quella occidentale, fatta di pieni, e soprattutto di vuoti, attenta alla natura ed alla bellezza in senso cosmico nonchè filosofico, si unisca la modernità dell’arte consumistica, alla portata di tutti e, a differenza del resto del mondo, congeniata per tutti, dalla prima infanzia alla terza età, dalle storie romantiche alle crude rappresentazioni di perversioni fanta-erotiche, creando così il più interessante e variegato scenario di storie del fumetto moderno. Gran parte del successo imputabile a queste produzioni è facilmente riconducibile all’evoluzione indipendente che il fumetto giapponese ha avuto rispetto al mondo occidentale, creando logiche narrative, iconografie e tematiche che rappresentano uno stimolo nuovo ed intrigante, che ne decreta il successo indiscusso nel resto del mondo. Per quanto riguarda il nostro paese, purtroppo, ciò che tanto appassiona il lettore medio è proprio la presunta superiorità del lettore di manga, con la creazione di club “esclusivi” dettati più dalla non capacità di socializzazione, rispetto ad un effettivo apprezzamento del modo di fare fumetti in Giappone. La nostra società riconosce ai fumetti un ruolo quasi esclusivamente relativo al mondo dell’infanzia, ciò fa sì che investa il lettore adulto di manga di una doppia veste di respingente della logica comune ed insieme simbolo di riconoscimento e distinzione. Vorrei sottolineare che la grande maggioranza dei fumetti del Sol Levante sono prodotti nati in seno ad una società fortemente stressata, dove le pressioni sono quasi un simbolo della modernità nipponica, che demanda ai fumetti il compito di valvola di sfogo, di realizzazione di sogni impossibili. Non è difficile, infatti, trovare in questi fumetti uomini comuni che trovano riscatti stigmatizzati in poteri sovraumani, con i quali si vendicano, o conquistano o rimodellano la realtà, spesso con dinamiche brutali, al limite del fisiologico, oppure amori con dee dalla bellezza impossibile, con storie che poco hanno a che fare con le miserie della vita reale. Un altro aspetto messo in luce dai manga sono le rivoluzioni personali, la scoperta della propria unicità, fino a dipingere nella mente del lettore un mondo che ha come base la fuga dalla realtà e la totale immedesimazione con i personaggi del caso (per quello che si chiama effetto mascheratura, vi rimando al libro“Understanding comics, the invisible art” di Scott Mccloud). Ora però non fatevi confondere… come per tutti i fumetti del mondo, ci sono i manga belli, assolute opere d’arte, e quelli brutti, disegnati male, con storie davvero improponibili. Per finire, il consiglio spassionato di un addetto ai lavori: leggere i manga non è peccato, ma questo non fa di voi anime incomprese nate dalla parte sbagliata del mondo!

sso e c c u s l e d Gran parte i Manga e’ a imputabile e all’evoluzione l i b i c u d n o tto c e ri m u f l i e h te c n e al d o n e t t p i e d p s i in r vuto a a h e s e n giappo le a t n e d i c c mondo o

Nella Nebbia

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piazza palazzo vecchio,1413100 Vercellitel.fax 0161 215274www.arredidea.cominfo@arredidea.com

Avete presente quella trasmissione americana in cui dei super esperti

nalità per fornire un servizio molto diverso da quello che normalmente si

arrivano in casa vostra e in base ai vostri gusti vi rivoluzionano l’arreda-

può ricevere in un comune negozio di arredi. Non si tratta di una vendita

mento? Quella in cui basta dire “la vorrei rossa e mi piacciono le auto da

di prodotti al metro, ma di ricercare e scegliere tra i prodotti in commercio

corsa” per ritrovarsi a guardare la tv seduti sul pneumatico di una vettu-

l’oggetto adatto da inserire nel posto giusto, ottimizzando costi e spazi. La

ra Nascar e, nel frattempo, ogni centimetro quadrato del vostro salotto

personalizzazione dell’arredo è la vera differenza: il riadattamento, lo studio

sarà diventato di cangianti tonalità amaranto?!

dell’immagine dello spazio sono alla base delle proposte di Arredidea.

Beh, se calcoliamo che… grazie a dio siamo italiani, ed il buon gusto ci

Il cliente esprime il proprio gusto ed i propri desideri, e mette a disposi-

contraddistingue nel mondo, potete immaginare il piacere nel rivolgersi

zione della creatività un budget, e Arredidea, dopo un sopralluogo ed

ad Arredidea e dire “mi piace il rosso e adoro le auto da corsa” per ritro-

un rilievo degli spazi, fornisce idee, avvalendosi anche di elaborazioni

varvi il salotto, la cameretta, o l’intera casa rivoluzionata con gusto e stile.

computerizzate. Il cliente sceglie i tipi di arredi disponibili in commercio

Scherzi a parte, Monja e Cristina non fanno altro che rendere reali i vostri

o se necessario realizzati su misura, e si passa all’installazione, anch’essa

sogni, i vostri gusti e soprattutto, ottimizzare spazi, funzionalità e costi.

seguita e guidata da Arredidea.

Cristina Avonti, laureata in architettura nel 1989, e Monja Gallina, esperta

Tra i vari servizi proposti per una scelta completa dell’arredo ci sono tap-

nel settore dell’arredamento d’interni, dopo una lunga collaborazione

peti totalmente personalizzabili per colori, materiali e motivi, tendaggi,

durata più di dodici anni decidono nel settembre 2007 di creare Arredi-

complementi d’arredo per la perfetta funzionalità della casa e proget-

dea, e di mettere al servizio del cliente le loro competenze e professio-

tazione e realizzazione di impianti elettrici e domotici.


o o d voo

S

SOLO , RITI NIENTE ICA BUONA MUS

ono in quattro e li incontriamo davanti a una birra e un tot di tartine. Chitarra e voce, basso, tastiere e batteria:la formazione dei Voodoo, il gruppo che ha vinto il Rock Contest 2010 organizzato dalle Officine Sonore di Vercelli, è fra le più classiche, la loro musica un po’ meno. La base è rock, di quello pesante, grunge, ma gli innesti di psichedelia anni ’60 e ’70 si fanno sentire, ricordando i differenti percorsi di ascolto da cui provengono i membri della band di Casale Monferrato. Ci raccontate la vostra storia? Siamo tre coscritti classe ’85 con un tastierista che ci fa da “zio”-voce dell’esperienza, essendo del 1977. Suoniamo insieme da quattro anni, interrotti da una pausa forzata, legata a disavventure di salute che hanno interessato due di noi ma che, in particolare per Vittorio, il cantante, in mesi di convalescenza, hanno anche rappresentato un’importante fonte di crescita artistica. Proprio da allora, infatti, precisamente da due anni, abbiamo cominciato a proporre pezzi nostri: in origine eravamo una cover band blues e suonavamo i Doors e i Rolling Stones, Hendrix, canzoni dei Beatles come “Helter Skelter” e “Come together”. La vostra produzione è in lingua italiana: perché questa scelta? Risponde Vittorio, autore della maggior parte delle canzoni, quelle più “cupe”; le altre sono scritte Luca, il bassista, che predilige un genere più funky. Per scrivere il testo di una canzone devi pensarlo: sembra una banalità, ma padroneggiare una lingua fino ad utilizzarla per esprimere davvero dei sentimenti non è affatto immediato, non è una questione di traduzione o di lessico raffazzonato, devi pensare in quella lingua. Poi ci siamo detti: siamo in Italia, ci stiamo muovendo in questo mondo musicale, tanto vale essere noi stessi anche in questo senso. Personalmente, parto dalla musica e lì rimane il cuore: i testi sono introspettivi, autobiografici, ma spesso scelgo le parole per il loro suono. Come avete vissuto l’esperienza del Rock Contest che vi ha incoronato

vincitori? Abbiamo scoperto questa opportunità sul web ed è stata un’esperienza divertente, per l’ambiente delle Officine Sonore, davvero unico, per la qualità elevata dei concorrenti e la quantità del pubblico, disponibile ad essere davvero coinvolto da ciò che avveniva sul palco. La finale, poi, è stata un derby combattuto all’ultima nota con un altro gruppo di Casale. [Scatta l’orgoglioso, un guizzo che percorre in un lampo lo sguardo di tutti e quattro.] E adesso? Aspettative, sogni? Il giro di tavolo riserva risposte variegate. Stefano, lo “zio”, rispetta il ruolo e svolge la sua funzione: Ho imparato che la bravura dev’essere accompagnata da altri fattori, come il culo, perché chi sceglie spesso non ha le coordinate culturali necessarie per valutare davvero. Comunque, anche se la vera occasione arrivasse ai 40 anni, mollerei tutto! Luca, occhi vispi sotto zazzera foltissima, dichiara: il mio lavoro ufficiale oggi è fare vino, ma dedico alla musica il 100% del tempo che mi rimane da non-cantiniere, quindi la passione certo non mi manca. Il cantante è candido: io sono ossessionato dalla musica, VOGLIO fare questo come lavoro! Mi sono fissato come stop i 30 anni, per razionalizzare un po’ la mania, e nel frattempo mi godo ciò che suonare è oggi per me: vero appagamento, che nasce dalla relazione con le persone, dall’amicizia che c’è fra noi, dalla dimensione interiore in cui per me si fa musica, al di là delle esibizioni e delle componenti esteriori del farlo. Che idea vi siete fatti degli spazi disponibili in queste zone per chi vuole suonare dal vivo? Sono sempre meno i locali che credono in questo modo di vivere e proporre la musica; di solito i gestori si concentrano sul ritorno economico, puntando sulle cover band che possono offrire una specie di “sottofondo” ad un pubblico che consuma. Spesso capita di sentirsi chiedere esplicitamente quante persone si è in grado di portare, come se il tuo valore di musicista consistesse nell’”indotto” di pubblico che puoi mobilitare a priori, per certo. Altre volte, il locale delega ad agenzie specializzate la scelta dei gruppi da ospitare, perché ritengono essenziale la sensibilità commerciale, senza pensare che può valere la pena di scommettere su qualcosa di nuovo, anche per “scuotere”, stimolare, stupire i propri clienti. ‘altra parte, anche trovare spazi adeguati per provare e registrare non è facile: dopo aver lavorato in una sala C

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musica

ricavata da un casale che abbiamo ristrutturato, abbiamo trovato la soluzione ideale nello studio WP3 Recording di Davide Ghione, ma sappiamo di essere stati fortunati. Insomma, il contesto non agevola. Vittorio riferisce la sua visione, fondata sull’esperienza diretta. Vedendo il “dietro le quinte”, posso capire certe logiche di mercato: sono tecnico rwm per la RAI e constato ogni giorno che la musica in TV, per esempio, è innanzitutto costruzione di un prodotto “bello” che deve “passare”, soprattutto esteticamente; d’altra parte, ti vedono una volta in video, per pochi minuti, e sei già famoso, mentre ti sentono suonare dal vivo in un locale, per due ore, e rischi di essere scordato subito. Sono tempi e meccanismi diversi, ma per noi rimane importante proseguire nella direzione del nostro gusto e della nostra identità, in un percorso di consapevolezza crescente e di coerenza: sappiamo, per esempio, che l’immagine è importante, anche per questo ci saranno tempi e modi, comunque sempre secondo un’evoluzione in sintonia con ciò che siamo e che vogliamo dire. Ma la musica in TV la guardate? Chi vince X-Factor, quest’anno? Se Luca non guarda la TV, invece Vittorio afferma, deciso: Personalmente, vorrei vincesse Nevruz: è un batterista cantante, il suo gruppo è Le Ossa Rotte, conosce la musica, ha dei contenuti e non è solo un personaggio. Perché chi non vi ha mai sentiti dal vivo dovrebbe interessarsi a voi e comprare un vostro CD? Non ci piacciono i prodotti freddi, costruiti a tavolino, e non ci bastano i pezzi semplicemente orecchiabili. Suoniamo per emozionare. Comunichiamo ciò che sentiamo. Se interessa questo, i Voodoo meritano ascolto.


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EVENTI

testo: Antonella Ferrari

A

a ad aron o t i m n u i d le icone

n i l y mar desire pop

perta a giugno, si chiuderà il 28 novembre, salvo proroghe, la mostra Marilyn – Il mito di un’epoca, allestita presso la sede settecentesca di Villa Ponti in Arona. Alla biglietteria una garbata signora ci ha accolti in una mise che, al termine della visita, ci siamo resi conto aveva accuratamente intonato all’epoca e al personaggio protagonista: tailleur, calzatura, collana, rossetto, eye liner, ciglia e taglio dei capelli. Un tributo che, forse, almeno una volta, in molti vorrebbero ave-

re il coraggio di offrire: un gioco al travestimento che in fondo è l’essenza di Marylin. Nasce, con dolore, nel 1946 salutando definitivamente una ventenne Norma Jean Dougherty, bella, timida e sensuale, ma assolutamente di minor impatto, meno “vendibile”. Un nome più pronunciabile, biondo argento e taglio corto vaporoso in luogo di quel “biondo sporco” che risultava poco controllabile nelle foto in bianco e nero che l’agente Emmeline Snively della Blue Book Agency inviava ai giornali accompagnate da notizie più o meno reali che la vedevano vicina, o avvicinata, al vip di turno.

Così nasce il mito, che da subito incarna i desideri e i pensieri di un pubblico cui non risparmia centimetri di pelle e di carne, quella carne che Billy Wilder sostiene “uscire dalle foto, tanto che hai l’impressione che se stendi la mano la tocchi”. Gli scatti del 1962 di Bert Stern sono un innamorato inno a questo magnetismo; The last sitting è il titolo della sezione della mostra in cui sono esposti i più famosi e significativi. Ma qui la mostra sta finendo! Come la vita di Marilyn. Abbiamo attraversato la vita della “bionda” a partire da cimeli, fazzoletti in mussola di cotone, uno dei quali esibito come una


vera reliquia, sul quale permangono tracce di rossetto e trucchi, scarpe e accessori che riportano alla dimensione umana un soggetto che era già, ancora in vita, in bilico fra realtà e sogno. Ci siamo attardati sulle interpretazioni di Mimmo Rotella (1918- 2006),

cui la mostra dedica la sezione Omaggio a Marilyn Monroe, proponendo per la prima volta riuniti trenta décollages dedicati a Marilyn Monroe ed eseguiti dall’artista a partire dagli anni Sessanta. Una lettura delle vite degli altri, cui Rotella dedica tutta la propria e, come sempre davanti ai lavori di Rotella, lo sguardo non può essere superficiale fermandosi al colore e alla composizione: Marilyn ha un anima, è dolcezza e dolore; così nella raccolta Marilyn bellezza eterna dieci lavori di Giuliano Grittini sono commentati da versi della compianta Alda Merini (1931-2009). La serie delle Dieci Marilyn di Andy Warhol, del 1967, ci aspetta nella sala successiva. Immancabile: non avrebbe avuto, questa di Arona, dignità di “mostra dedicata al mito Marilyn” se non avesse proposto il lavoro di Warhol, l’artista “profondamente superficiale” per il quale un buon affare è di per sé opera d’arte. Marilyn è un buon affare! Ugo Nespolo propone Le trentasei Marilyn, parte di un progetto artistico-concettuale elaborato appositamente per Villa Ponti, in cui trasferisce, con il suo linguaggio, un’esasperazione del percorso di Warhol dall’effetto suggestivo. Cos’è oggi Marilyn? Guardare, prego, la sezione in cui sono collocati i lavori di Max Bi, Dario Brevi, Francesco Bruscia, Francesco Da Molfetta, Claudio Filippini, Enzo Fiore, Andrea Francolino, Maurizio Galimberti, Giuliano Grottini, Debora Hirsch, Adolfo Lugli, Malipiero, Marco Mintoti, Carlo Pasini, Andrea Pescio, Tom Porta, Omar Ronda, Benjamin Vautier, Giuseppe Veneziano... Marilyn forever, ampia rassegna di opere di artisti contemporanei, che in anni più o meno recenti hanno sentito l’urgenza di misurarsi con il mito. I risultati sono interessanti: dalla composizione del volto con le puntine da disegno alla rivisitazione della confezione dei dadi da cucina. Che mondo sarebbe senza Andy... Al centro della sala, la statua bronzea a grandezza naturale, opera di Domenico Neri, una copia della quale è permanentemente esposta di fronte all’ingresso del Museo del Cinema di Hollywood.

Mostra e catalogo a cura di Carlo Occhipinti Sede: Arona, Villa Ponti Via San Carlo 63 tel. 0322 44629. Apertura: 7 giorni su 7, 10,00 /12,30, e 14, 30/19,30, sabato sino alle 22,30

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rubriche

Parola alla psicologa PUNTO INFORMATIVO DI VERCELLI

ORDINE DEGLI PSICOLOGI DEL PIEMONTE

Il flirt come gioco di seduzione È opinione diffusa che il flirt sia un atteggiamento futile e frivolo, senza impegno. Tuttavia, se ci chiediamo che cosa sia davvero, ci rendiamo subito conto che è estremamente complicato definirlo: nella nostra lingua, infatti, non disponiamo neppure di una parola per identificarlo. Ciò accade perché il flirt non consiste in azioni specifiche. Tutto, dal guardare negli occhi al discutere sull’ultimo libro letto, dal sedersi vicini al fingere di volgere lo sguardo in un’altra direzione, può far parte di una strategia più o meno consapevole per piacere o sedurre. Nel flirt l’intenzione non può essere esplicita, anzi, tutto si basa sull’ambiguità. Per esempio, lei potrebbe pensare: “Perché lui mi sta tanto vicino? Lo fa perché possiamo discorrere, nonostante il volume della musica?”; d’altro canto, lui si domanderà: “Perché lei ha tutti quei bottoni slacciati? Ha caldo o è un invito?”. Possiamo inoltre ritrovare il flirt in contesti diversi e lo scopo non è intraprendere una relazione, ma indurre nell’altro un desiderio di intimità. Pensiamo ad una pausa dal lavoro, ai sorrisi timidi e confusi dietro una vetrina di un caffè, poco prima che lo sguardo penetrante di un collega o di una collega accenda

i nostri pensieri. Il flirt è una questione tutt’altro che irrilevante: nel gioco del flirt non si cerca il piacere del rapporto sentimentale o dell’intesa sessuale, ma il piacere che deriva dall’essere desiderati, senza un coinvolgimento esplicito, da un’altra persona che, a sua volta, si considera piacevole ed interessante. La conseguenza è che questo “gioco” diviene allora una possibile sorgente di autostima. E m e r g e , dunque, nel flirt u n’i n n e g a b i l e componente ludica, alla quale diventa talvolta difficile rinunciare. Può accadere, quindi, che a qualunque età o in qualunque momento di vita, ovvero se si è single o in coppia, il flirt possa rappresentare una conferma di come riuscire, o “ancora riuscire”,

infovercelli@ordinepsicologi.piemonte.it

ad affascinare qualcuno, senza arrivare ad un tradimento vero e proprio. Attualmente, inoltre, facendo solo un accenno ad un argomento molto complesso, i social network come Facebook sono utilizzati da sempre più persone che, sfruttando una relazione virtuale, possono flirtare a distanza anche con persone sconosciute, giocando con

un’immagine di sé non sempre realistica. Il fine è quello, come si sottolineava in precedenza, di fare provviste di autostima in situazioni “protette”, nelle quali sentirsi desiderabili e vitali, a volte anche a scapito delle relazioni concrete e reali. Per cui, flirtare “fa bene” ma attenzione: non è tutto oro quello che luccica…


Abitare sostenibile di Marco Pozzo

Forte a Venezia Let’s come together right now oh yeh in sweet harmony The beloved Alcuni anni fa ho assistito ad una conferenza dell’architetto svizzero Jacques Herzog, che insieme al suo socio Pierre de Meuron conduce uno studio che si trova senza dubbio nella top 10 fra i più venerati e pubblicati al mondo. Davanti ad una domanda molto nervosa di uno studente italiano sullo scarso impegno sociale che il suo studio sembrava dimostrare, Herzog, un po’ sorpreso, rispose all’incirca: “Noi facciamo politica facendo il nostro mestiere. Ogni nostro progetto è un gesto fortemente politico che intende migliorare il mondo!”. La nuvola di insensatezze che ci gira intorno e che, quasi senza che noi ce ne accorgiamo, diventa fondativa di comportamenti sociali autoreferenziali, inutili o anche dannosi, può far dimenticare che sarebbe sufficiente che ognuno di noi, secondo le proprie competenze, facesse il suo mestiere in modo corretto, ricordando che ogni gesto ha una ricaduta immediata ma anche una a lungo termine, per poter realisticamente immaginare una società paradisiaca, alla mulino bianco...

Partendo sicuramente da questa idea, una minuta signora giapponese dal fascino strabordante, ha deciso di intitolare la 12° Biennale di architettura che si chiuderà il 21 novembre a Venezia: people meet in architecture (la gente si incontra nell’architettura). Kazuyo Sejima pochi giorni dopo essere stata incaricata della direzione dell’edizione 2010 della mostra veneziana, ha anche vinto, insieme al suo collega nello studio SANAA, Ryue Nishizawa, il premio Pritzker, che è il maggior riconoscimento al quale un architetto possa ambire, ma del quale non aveva più di tanto bisogno per essere inclusa nella top 10 di cui si parlava prima. Passeggiando per gli affascinanti edifici dell’Arsenale e dei Giardini non sembra però che la maggioranza degli architetti invitati abbiano raccolto l’intento civile e poetico implicito nel titolo. Molti progetti e installazioni presenti, pur se interessanti e a volte sorprendenti, finiscono col perdere il filo del discorso. Fra gli esempi che invece dimostrano le possibilità dell’architettura come strumento di accumulazione culturale si riconoscono due progetti: - il primo è (ovviamente?) proprio dello studio SANAA ed è il Rolex Learning Center del Politecnico di Losanna. Questo

maestoso edificio che appare come una morbida coperta bianca che protegge studenti, congressisti e visitatori che vi sono ospitati, è presentato in tutta la sua spettacolarità, immediatamente dopo l’ingresso della mostra, con un travolgente video tridimensionale che ne illustra la complessità degli spazi e la capacità di attrarre dentro di sé e fare incontrare funzioni che normalmente resterebbero separate. - per vedere il secondo edificio invece bisogna camminare molto: si trova nell’angolo più lontano del padiglione italiano che, a sua volta, è il più lontano nel complesso dell’Arsenale. Una ventina di minuti a piedi fra bacini d’acqua e darsene dismesse per poi attraversare la grande sala che raccoglie i progetti italiani selezionati da Luca Molinari e scoprire, in un angolo, le immagini di un piccolo edificio bianco (64 metri quadrati in tutto) progettato da TAMassociati di Venezia per Emergency. E’ il padiglione di meditazione e preghiera costruito per i parenti dei malati dell’ospedale cardiochirurgico Salam di Khartoum. L’edificio, formato da due sale cubiche, appare sospeso su una vasca d’acqua che arriva dal Nilo, che scorre a poche centinaia di metri. I progettisti lo descrivono così: Il Sudan è un paese che nel cor-

so degli ultimi vent’anni è stato flagellato da numerose guerre inter-etniche ma soprattutto inter-religiose. Quando ci siamo trovati a dover pensare ad un luogo che ospitasse la preghiera, com’è consuetudine avvenga in qualunque luogo di cura, ci siamo dovuti confrontare con questo difficile dilemma: pensare uno spazio che potesse ospitare la complessità spirituale che alberga in questo paese. La scelta è stata quella di non privilegiare alcuna forma di culto ma di creare uno spazio capace di ospitare la preghiera e meditazione di tutte le fedi. Abbiamo dovuto, ovviamente, confrontarci con la religione mussulmana che è la fede professata dalla maggioranza dei Sudanesi e con le regole imposte da questo culto (le abluzioni, la separazione uomini donne) ma abbiamo calato queste regole in un contesto neutro che non le rendesse dominanti. La cosa è stata possibile occultando tutti i simboli e gli elementi religiosi che potessero essere ricondotti ad un’unica religione. Uff... Così tante possibilità di incontrarsi e così poche architetture in cui farlo!

Terapia e borsette di Veronica Gallo

Uno stivale di pelo ci salverà Le innumerevoli volte in cui ho ribaltato il mio armadio, causa cambio stagione, mi hanno sempre dato, come ben sa chi segue questa rubrica, un senso di aspettativa, gioia, stanchezza sì, per l’avanti e indietro da scale, cassetti e borsoni, ma col gusto di ritrovare quella maglia tricottata, quell’abito adorato o la scarpa tanto sognata. Con tutt’altro stato d’animo mi ritrovo in un piovoso giorno dei Santi a scartare inesorabilmente tutto quello che un donnone al sesto e più mese di gravidanza non può decisamente portare. Le amiche già mamme, con un sadismo che non conoscevo, mi hanno portato borse e borse di abbigliamento premaman, pregustando il momento in cui, per la prima

volta in 35 anni, mi avrebbero vista coi loro colori preferiti, decisamente più pacati, con scollature più morigerate e fantasie poco invadenti. Sapete che non fanno maglie premaman con paillettes? Perché? Anche quando ho sfiorato la 48 ho sempre trovato roba leopardata di mio gusto! Oggi invece metà del mio guardaroba è nero e mi ritrovo con un paio di pantaloni di velluto bordeaux come capo più squillante! E come se non bastasse le amiche, che devono aver fatto un corso di tortura via Internet, mi hanno ammonito dal mettere nei primi mesi i miei capi preferiti per non vederli sporcati dal pupo vomitoso. Dubito che il frutto del mio seno rovinerà mai un capo di Custo Barcellona,

o penserei ad uno scambio in ospedale, ma tant’è… ho messo via anche le mie maglie vintage! Insomma tra la pioggia fuori ed il guardaroba più triste della storia veronichese, oggi non basta nemmeno il piccolo disturbatore nel pancione, che batte il tempo neanche fosse Stefano D’Orazio in reunion coi Pooh, per tirarmi su di morale. Ed è a questo punto che bisogna sfoderare l’artiglieria pesante: il must di stagione! Scartiamo subito il tubino in pelle nera, sembrerei l’interno di un BMW, tutto l’animalier causa mancanza di taglie come detto prima… la mantella/poncho è stata un acquisto indispensabile dato che fatico ad allacciare persino la cerata da vela di mio padre, largo allora agli stivali di

pelo! Chi di voi, se ha su per giù la mia età, non ricorda quei fantastici moon boots pelosi indossati da permanentate biondone con pelliccia di volpe e fuoristrada incorporato? Un’amica di mamma ne aveva un paio fantastici e, di ritorno dalle piste da sci, mi mettevo in anticamera ad abbaiare, nella speranza che mi rispondessero e mi leccassero tutta la faccia. Non si sono mai mossi né mi hanno internato, ma finalmente sono tornati di moda e me ne frego se faticherò a vedermeli ai piedi, vista la circonferenza del mio giro vita… ora esco e vado in cerca di uno stivale modello cocker o bobtail…ad ognuna le sue voglie!

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20 AGENDA novembre Inviaci le tue segnalazioni a: agenda@nellanebbia.it

INFORMAGIOVANI CITTA’ DI VERCELLI

C.so Libertà, 300 - 13100 Vercelli Tel. 0161.25.27.40 - Fax 0161.54.384

E-mail: informagiovani@comune.vercelli.it

Web: www.informagiovanivercelli.it

Ore 21.00 Per info: 347/7476854

9 martedì Cinema

Vercelli Martedì No TV Cinema Italia proiezione del film “Urlo” di Rob Epstein e Jeffy Friedman. Ore: 21.30 Per info: Tel. 0161 25 77 44

10 mercoledì Incontri

Biella Cittadellarte Fondazione Pistoletto “Uomini e terre” Rassegna di documentari antropologici Ore: 21.00 Per info: Cittadellarte Tel. 015 0991461 www.cittadellarte.it store@cittadellarte.it

Biella Piazzo Palazzo Ferrero Proiezione, in anteprima nazionale, del film documentario “Sentire l’aria”. Ore : 21.00 Per info: www.sentirelaria.it andrea.taglier@laltroocchio.it

Musica

Pallanza (VB) Auditorium Sant’Anna Serata in blues Ore 21.00 Per info: www.verbaniamusica.it

13 sabato

11 giovedì

Novara Teatro Coccia Tutto questo danzando via Rosselli, 47 Ore 21.00 Per info. www.teatrococcia.it

Teatro

Borgolavezzaro (NO) Teatro comunale di Borgolavezzaro Comici a teatro: Recital, Margherita Antonelli Ore: 21.15 Per info: www.comune.borgolavezzaro.no.it

Novara Salone Arengo del Broletto 10° Premio Nazionale d’Arte “Città di Novara” Corso Italia, 29 Ore: da martedì a sabato 16.00 -19.00 Fino al 18 novembre Per info: www.artaction.it

Teatro

Arte

Vercelli “L’odio genera morte, l’amore genera vita” Presso l’ Auditorium S.Chiara dal 12 al 25 novembre Per info: Artes Liberales Tel. 0161 36408

Teatro

“Segnalibri”

da Lun. a Ven. alle ore 18.40

Michele Trecate

www.vercellink.com

Novara Teatro Coccia 7° Concerto per Alessia Via Fratelli Rosselli, 47 Ore 21.00 Per info: 333/3907055

Cinema

Musica

Stresa (VB) Grand Hotel Des Iles Borromées Linguaggi Jazz in Piemonte 2010 Silvia Cucchi Trio Ore 21.00 Per info: www.centrojazztorino.it

Teatro

Cossato Teatro Comunale Stagione Teatrale 2010/2011 “TuttEsaurite” adattamento e regia di Renato Iannì. Ore: 21.00 Per info: Teatro Comunale - Tel. 015 93899

18 giovedì Musica

Cannobio (VB) Nuovo Teatro di Cannobio Musica spazio giovani: “The journey through music live in concert” Ore 21.00 Per info: www.vivavco.com

Musica

Novara Lollipop Club Artemista in concerto Via Gniffetti, 76, ingresso con tessera Ore.22.00 Per info: 338 4500395

Borgolavezzaro (NO) Granaio di Palazzo Longoni Delizie di grappe con cioccolato

16 martedì

Novara Teatro del Cuscino Dinner for two Via Magalotti, 11 Ore 21.00 Per info: www.laribaltaartgroup.it

Novara Teatro Coccia Tutto questo danzando via Rosselli, 47 Ore 16.00 Per info. www.teatrococcia.it

Eventi

Vercelli Linguaggi Jazz 2° appuntamento Per info: Associazione Culturale Centro Jazz Torino, 011 88 44 77; web: www. centrojazztorino.it; Informagiovani Città di Vercelli 0161 25 27 40

Novara Teatro Coccia Italian beauty, Leonardo Manera Via Fratelli Rosselli, 47 Ore 21.00 Per info: www.teatrococcia.it

Eventi

Cerano (NO) Sala Crespi Walzer di Strauss | prove a porte aperte con l’Orchestra Sinfonica “Carlo Coccia” Piazzale dei Lavoratori Ore 21.00 Per info: www.comune.cerano.no.itPer Info: Confesercenti Tel. 0161 50 15 95

Musica

Momo (NO) Al di là del Muro Via Marconi Ore 21.15 Per info: 0321.398485

14 domenica

Musica

15 lunedì

17 mercoledì

Arte

12 venerdì

Vercelli Visite guidate in Sinagoga In via Foa visite guidate alle 14.30, 15.30, 17.30. Per info: Comunità Ebraica Tel. 339 25 79 283

Vercelli Martedì No TV Cinema Italia proiezione del film “London River” di Rachid Bouchareb. Ore: 21.30 Per info: Tel. 0161 25 77 44

Eventi

Vercelli “Area 24 live” Concerto di Diaries of A Hero Ore 23.00 Area 24 via Caduti sul Lavoro

“Cultura”

Biella Cantinone della Provincia di Biella “Il cortile delle fate” Videoproiezione ideata da Tiziano Pascutto. Ambientata nell’ex Ospizio di Carità Organizza l’Associazione “Amici del Vernato” Ore:21.00

Cinema

Musica

da Lun. a Ven. alle ore 17.40

Intra (VB) Ristorante Isolino I sentieri del gusto 10° Rassegna Enogastronomica dei prodotti tipici Ore 20.00 Piazza San Vittore, 3 Per info: 0323/53897

Vercelli L’arte si fa sentire Appuntamenti al Museo Borgogna Alle 17.00 Per info e prenotazioni: Tel. 0161 25 55 75

Arte

Vercelli “Area 24 live” Concerto Ore 23.00 Area 24 via Caduti sul Lavoro Novara Teatro Coccia ‘Sinfonietta di Lausanne’

Hotel - Ristorante - Pizzeria Specialità pesce

Menù di Natale

Via Variante XXV Aprile, 51 13048 Santhià (VC)

Piccadilly

Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero:

Antipasti

primi

dolci

Affettato all’italiana Carpaccio di struzzo all’aceto balsamico Cocktail di gamberi Salmone in camicia Insalata di mare calda

Risotto provola e radicchio Fusilli napoletani al ragù di tonno Diavoletti in brodo

Dolce di Natale Macedonia con gelato

secondi Agnello e patate al forno Grigliata di pesce Insalata mista

EURO 35.00

0161/921196


Via Fratelli Rosselli, 47 Ore 2100 Per info: www.teatrococcia.it

Teatro

Borgomanero (NO) Teatro Nuovo di Borgomanero La fortuna con la effe maiuscola, di Eduardo De Filippo Via IV Novembre, 25 Ore 21.00 Per info: http://borgomanero.ilcontato.it/

19 venerdì Eventi

Arona (NO) Enoteca il Grappolo Armonia dei Sensi Via Pertossi, 7 Ore 21.00 Per info: www.ilgrappoloarona.it Biella Auditorium di Città Studi “Premio Biella Letteratura e Industria” Ore 17.30 Per info: Città Studi - Tel. 015 8551003/07 www.cittastudi.org premiobiella@cittastudi.org

Mercatini

Novara Curiosità a Novara C.so Mazzini e P.zza Gramsci Tutto il giorno. Fino al 20 novembre Per info: www.comune.novara.it

Teatro

Momo (NO) Donna ti voglio cantare, con Enrico Hofer Via Marconi Ore 21.15 Per info: 0321398485

20 sabato Teatro

Novara Teatro del cuscino ‘Primo e Secondo Restaurant’ Via Magalotti, 11 Ore 21.00 Per info: www.laribaltaartgroup.it

21 domenica Eventi

Stresa (VB) Piazza Cadorna Festa del Cioccolato Per info: 0323/30150

Musica

Arona (NO) Chiesa di San graziano Orchestra Sinfonica Carlo Coccia di Novara “Stabat Mater” di Vivaldi Ore 17.00 Per info: www.comune.arona.no.it Momo (NO) Lollipop Club Bandage e Eva’s Milk in concerto Via Gniffetti, 76, ingresso con tessera Ore.22.00 Per info: 338 4500395 Oleggio (NO) Teatro Comunale di Oleggio Aperitivo Jazz, Riccardo Zegna Quintet Via Roma, 43 Ore 18.00 Per info: www.nessundormaoleggio.it Vercelli Hardest Festival Alle 17.00 presso il Salone Dugentesco evento benefico alla memoria di Renzo Pimpi Roncarolo Per info: Ass. Chesterton Tel. 345.3382906

Teatro

Novara Teatro Coccia ‘Non si sa come’ di Luigi Pirandello Via Fratelli Rosselli, 47 Ore; 16.00 Per info: www.teatrococcia.it

22 lunedì Musica

Novara Teatro Coccia Messa Solenne di Santa Cecilia Via Fratelli Rosselli, 47 Ore 21.00 Per info: www.teatreoccoccia.it

Teatro

Novara Teatro Coccia ‘Non si sa come’ di Luigi Pirandello Via Fratelli Rosselli, 47 Ore; 21.00 Per info: www.teatrococcia.it

Biella Teatro Sociale Villani Stagione teatrale 2010/2011 “Cena a sorpresa” di Neil Simon Ore: 21.00 Per info:Il Contato del Canavese Tel. 0125 641161

Mercatini

23 martedì

Novara Sala Contrattazione Merci Palazzo Borsa Vetrina dell’eccellenza artigiana Piazza Martiri Fino al 21 novembre Per info: www.comune.novara.it Vercelli Mercatino Art & Decoupage Dalle 8.00 alle 19.00 sotto i portici di Piazza Cavour Per info: Confesercenti Tel. 0161 50 15 95” Sordevolo Area antistante Anfiteatro Giovanni Paolo 9^ Mercatino degli Angeli di Sordevolo. Ore: sabato dalle ore 16 alle 23 domenica dalle ore 10 alle 18. Per info: Ass. Teatro Popolare di Sordevolo - Tel. 015 2562486 www.ilmercatinodegliangeli.it info@ilmercatinodegliangeli.it t

Eventi

Vercelli 6° Festival di Poesia Civile fino al 28 novembre Per info: Associazione Culturale Il Ponte Tel. 0161 21 15 96 oppure www. poesiacivile.it

24 mercoledì Teatro

Borgomanero (NO) Teatro Nuovo di Borgomanero Col piede giusto di Angelo Longoni Via IV Novembre, 25 Ore 21.00 Per info: http://borgomanero.ilcontato.it/

Biella Portici di via Lamarmora Mercatino “Aspettando il Natale” Per Info: Silvia Tel. 015 2593528

25 giovedì

Musica

Vercelli “Area 24 live” Concerto Ore 23.00 Area 24 via Caduti sul Lavoro

Baveno (VB) Sala Nostr@domus Concerto del corpo musicale di Baveno Piazza della Chiesa, 2 Ore 21.00 Per info: 0323/924632 Vercelli Officine sonore BANDA ELASTICA PELLIZZA Dalle 22.00 Per info: www.officinesonore.org

Musica

Novara Teatro Coccia ‘Orchestra filarmonica Italiana’ via Rosselli, 47 Ore: 21.00 Per info: www.teatrococcia.it

Teatro

Borgolavezzaro (NO)

Teatro Comunale di Borgolavezzaro Comici a Teatro: Gianluca De Angeli Ore 21.15 Per info: www.comune.borgolavezzro. no.it

26 venerdì Musica

Novara Le stagioni del Barocco: Concerto Corso Cavallotti, 25 Ore 21.00 Per info: www.comune.novara.it

Teatro

Biella Teatro Sociale Villani Stagione teatrale 2010/2011 “A little night mare music” Ore: 21.00 Per info:Il Contato del Canavese Tel. 0125 641161 Pallanza (VB) Auditorium Sant’Anna XXV Edizione. Lampi sul loggione, La Locandiera di Carlo Goldoni Ore 21.15 Per info: www.lampisulteatro.com

27 sabato Musica

Vercelli XIII Viotti Festival Alle 21.00 presso la Chiesa di San Cristoforo Presentazione della stagione 2010/2011. Per info: Ass. Camerata Ducale Tel. 011 75 57 91 Vercelli Officine sonore EL NEGRO live set + SIR HEAVYSOUL DJ SET Dalle 22.00 Per info: www.officinesonore.org Cannobio (VB) Nuovo Teatro di Cannobio Teatro Altre Proposte: “Concerto di Santa Cecilia” Ore 21.00 Per info: 0323/71212

Teatro

Momo (NO) Teatro di Momo DiVano InVano, I soliti ignobili Via Marconi Ore 21.15 Per info: 0321.398485 Oleggio (NO) Teatro Comunale di Oleggio I Tabu del proprio io, Pucci Via Roma, 43 Ore 21.00 Per info: www.nessundormaoleggio.it Pallanza (VB) Auditorium Sant’Anna XXVa Edizione. Lampi sul Loggione. La Locandiera di Carlo Goldoni Ore 21.15 Per info: www.lampisulteatro.com

28 domenica Musica

Novara Teatro Coccia Wally Allifranchini ‘Nuovi standard’ via Rosselli, 47 Ore 11.30 Per info: www.teatrococcia.it Novara Lollipop Club Carpet beaters in concerto Via Gniffetti, 76, ingresso con tessera Ore.22.00 Per info: 338/4500395

30 martedì Incontri

DOJO YAMABUSHI

via Galliano 31/b - GAGLIANICO (Bi) DOJO FUDOSHIN CIGLIANO ( Vercelli ) DOJO MUSHIN VALLEMOSSO ( Biella ) MILANO: VIA FRANCO RUSSOLI 4 PRESSO IL CENTRO MOTUS

TORINO: VIA CUMIANA 22 PRESSO LA SCUOLA DUE CIELI

DISCIPLINE PROPOSTE KARATE DO - YOSEIKAN BUDO - JU JITSU DIFESA PERSONALE FEMMINILE GINNASTICA ORIENTALE BIOENERGETICA PERCORSI DI CONOSCENZA INTERIORE GINNASTICHE DOLCI E DI MANTENIMENTO BIODANZA – HATA YOGA - DANZA DEL VENTRE MASSAGGI SALUTARI L’Associazione offre inoltre un ulteriore servizio ai propri soci curato e seguito da un professionista

MERCOLEDI’ 10 NOVEMBRE A CIGLIANO PRESSO IL DOJO FUDOSHIN IN via Moncrivello 26 dalle ore 17,00 INAUGURAZIONE DEL SETTORE BENESSERE CON I SEGUENTI PROGRAMMI: PROGRAMMI DIMAGRANTI, DRENANTI, TONIFICANTI, ANTALGICI ( ANTI AGE ) ASSISTENZA PERSONALIZZATA 24 / 24 IL TUTTO, IN AMBIENTI RICERCATI E CURATI DALL’ATMOSFERA IDEALE

Info. 015-2543505

Novara ‘In che cosa crede chi crede’ via Bescapè, 12 Ore 18.00 Per info: www.fondazionefaraggiana.it

Nella Nebbia

21



A POCHI METRI DAL CASELLO AUTOSTRADALE DI SANTHIà


ALLA REGGIA DI VENARIA Una produzione

Le Macchine della Meraviglia Lanterne magiche e film dipinto 400 anni di cinema

PROROGATA AL 9 GENNAIO 2011

Le Sale delle Arti Piani Alti della Reggia

dal 22 luglio 2010

Per informazioni e prenotazioni

+39 011 4992333 www.lavenaria.it www.museocinema.it


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