La selezione e formazione dei dirigenti

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Prima di analizzare il gruppo Stet e la Pubblica Amministrazione si ritiene utile ricordare alcuni principi che sono alla base della teoria dei sistemi, prendendo come spunto alcune considerazioni formulate dal Prof. D. Macri in una pubblicazione redatta per la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e intitolata "L'amministrazione come sistema". In primo luogo si deve sottolineare che la teoria dei sistemi è nata dall'analisi delle realtà sociali per le quali risulta estremamente difficile fare delle previsioni attendibili sui comportamenti futuri utilizzando le conoscenze scientifiche in uso. Nel contesto delle scienze sociali, a differenza delle scienze fisiche, meccaniche e chimiche, ci si imbatte in realtà in cui i fattori da analizzare sono numerosi ed assumono valori e comportamenti differenti in relazione al modo con cui interagiscono tra di loro. Per Von Bertanlanfyy un sistema è "un complesso di elementi interagenti" precisando che "interazione significa che gli elementi "p" sono connessi da relazioni "R" in modo tale che il comportamento di un elemento "p" in "R" è differente da quello che sarebbe il suo comportamento rispetto ad un'altra relazione "R+N". A. Rossi, nel suo libro "Principi della teoria dei sistemi", pubblicato nel 1979 dal CNR, definisce un sistema come "un insieme organizzato, cioè capace di svolgere delle attività coerenti e concorrenti ad un fine comune ed è fatto di uomini e strumenti (macchine, procedure, modelli di processi)". Dalle citazioni riportate si deduce che i sistemi possiedono diverse caratteristiche in comune, come: ‐ l'obiettivo (stato finale cui il sistema tende) ‐ le risorse ‐ l'insieme dei rapporti e dei legami (la struttura) ( vedi fig.1) Si deduce altresì che analizzando due o più sistemi, caratterizzati da un egual numero di fattori aventi lo stesso valore, è possibile riscontrare in essi notevoli diversità determinate dal tipo di relazioni che interagiscono tra i fattori. Il Macri, nella pubblicazione citata, suddivide i sistemi in "aperti" e "chiusi". Per "chiusi" individua quei sistemi "che non hanno rapporti con l'ambiente esterno ed in cui l'andamento delle reazioni e lo stato del sistema dipendono esclusivamente dai fattori interni e dalle loro interrelazioni. In base al secondo principio della termodinamica, tendono al massimo del disordine (entropia) e sono diretti verso stati di eliminazione e appiattimento delle differenze." Per "aperti" il Macri considera quei sistemi che "mantengono frequenti e continui contatti con l'ambiente esterno e finiscono per acquisire la funzione di strumenti di trasformazione in quanto percepiscono e ricevono dall'esterno stimoli e producono delle risposte. Essi tendono verso l'ordine in quanto una idonea strutturazione interna è l'unico mezzo per resistere alle sollecitazioni esterne." I sistemi aperti si caratterizzano per due elementi assenti nei sistemi chiusi: il "controllo" ed i "vincoli". Attraverso la "funzione di controllo" il sistema gestisce il governo di se stesso: è un elemento di "stabilità" che permette al sistema di raggiungere gli obiettivi prefissati anche in presenza di "perturbazioni" sia esterne che interne. Permette, inoltre, un "adattamento" del funzionamento e della struttura del sistema mettendolo in condizione di funzionare anche in presenza di elementi di disturbo particolari e non previsti dall'iniziale configurazione del sistema. I tipi di risposta che un sistema è abilitato a dare e la sua configurazione sono, per il Macri, i "vincoli" dello stesso. Sono, in pratica, gli ambiti entro cui il sistema agisce correttamente e al di fuori dei quali lo stesso entrerebbe in crisi. Per terminare questa rapida carrellata sulla teoria dei sistemi è utile sottolineare alcuni principi particolarmente utili per l'analisi oggetto di questo lavoro. Sempre seguendo il ragionamento svolto dal Macri, un primo principio consiste nella capacità di ogni sistema di scomporsi in sotto‐sistemi caratterizzati, ognuno, da un proprio obiettivo, da un insieme di risorse e da una struttura. Un secondo principio è quello della interconnessione tra le diverse parti di un sistema tale che ciascun elemento, nel suo funzionamento, risente del tipo di relazione cui è legato all'intero sistema. Mutando la


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