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Materiali del concorso “Se Non Ora Quando” cui hanno partecipato studenti della classe 2G del Liceo Scientifico “Albert Einstein”di Teramo a.s. 2016/2017

SE NON ORA QUANDO

Num. 1

15 giugno 2017

Se Non Ora Quando

presentazione CLASSE 2G

il giorno 15 giugno 2017 si è svolta a teramo, presso l’Archivio di Stato, la premiazione del concorso "volti del 46", organizzato dal comitato SNOQ (Se Non Ora Quando). Questo concorso era mirato a rievocare, a 70 anni di distanza, l’evento del primo voto concesso alle donne nel 1946 in occasione del referendum costituzionale tra monarchia e repubblica. I partecipanti hanno dovuto presentare degli scatti raffiguranti proprio quelle donne che per la prima volta hanno potuto esprimere la loro opinione mediante il voto, e riportare sotto forma di intervista o di breve testo l’esperienza delle stesse. Al concorso, rivolto a giovani dai 14 ai 24 anni, ha partecipato la classe 2G del Liceo Scientifico “Albert Einstein”, a.s. 2016-2017 con due scatti e due interviste,

Interamente realizzato all’interno della scuola e composto in LATEX 2ε . Ha coordinato i lavori la prof.ssa D. Patriarca.

Impagabile!

rispettivamente della signora Rita Scarpone, 89 anni, e Antoniella Saccomandi, 102 anni. Gli alunni si sono recati presso le abitazioni delle due donne per scattare le foto e raccogliere le preziose testimonianze. Da entrambe le interviste emerge l’orgoglio delle due donne, che si recarono a votare anche se le loro famiglie erano contrarie. Entrambe ammettono di aver provato emozioni forti e contrastanti, la paura di votare per la prima volta e di disobbedire alle proprie famiglie, e allo stesso tempo la gioia e la soddisfazione di aver acquisito un diritto fondamentale, alla base della nostra democrazia. L’esperienza si è rivelata estremamente istruttiva per i ragazzi, poiché ha permesso loro di capire come il diritto di voto, e la parità dei sessi, che sono ad oggi cose per noi scontate, in realtà sono state ottenute solo dopo numerosi sacrifici e lotte sociali. I ragazzi della 2G hanno presentato due lavori talmente esaustivi da aggiudicarsi il primo e il secondo premio del concorso, sbaragliando la concorrenza.


SE NON ORA QUANDO [15 giugno 2017]

Num. 1

Intervista 1

D:

Lei si ricorda cosa si diceva a Teramo riguardo questa grande novità?

R:

Si, se ne parlava molto. Alcuni uomini non erano d’accordo perché non ritenevano le donne all’altezza di questo compito. Altri invece pensavano che loro dovessero avere questo diritto.

D:

Lei riusciva a credere a quello che stava accadendo?

R:

No, non mi sembrava una cosa possibile. Non sapevo però come mi sarei dovuta comportare a riguardo.

D:

Si ricorda dove era il seggio?

R:

Si, si votava a Piazza della Verdura, a Teramo.

D:

Si ricorda se il seggio aveva le cabine distinte per donne e uomini?

R:

Votavamo entrambi nella stessa cabina, non c’erano distinzioni.

D:

C’era qualche altra donna che conosceva il giorno in cui è andata a votare?

R:

No, sono andata solo con mio marito, ma lì ho avuto occasione di conoscere altre donne con cui in seguito ho fatto amicizia.

D:

Erano entusiaste di questo traguardo?

R:

Si, molto.

D:

Quindi non erano per niente spaventate da ciò che dovevano affrontare?

R:

No, per niente.

D:

Vi siete confrontate sul voto?

R:

No, poiché ritenevano che dovesse assolutamente rimanere segreto.

intervista ad antoniella saccomandi CLASSE 2G

nel 1946 si considerarono per la prima volta le donne italiane al pari degli uomini, fino a quel momento gli unici a poter votare e far valere la propria cittadinanza. Per qualche ora, le donne sopra i ventun’anni lasciarono le mura domestiche per dirigersi verso una scelta che avrebbe cambiato il destino del loro Popolo e il loro posto all’interno della società. La signora che abbiamo intervistato si chiama Antoniella Saccomandi, che nasce nel 18 maggio 1915 a Basciano. Nel giorno del suo primo compleanno, la sua famiglia riceve tramite un telegramma la notizia della morte del padre in guerra. All’età di diciotto anni si trasferisce a Teramo con i famigliari dove poi conoscerà il suo futuro marito Domenico, che stava studiando per diventare frate. A causa di una polmonite improvvisa ha dovuto però rinunciare a ciò. Nel 1941, convolarono a nozze. Il loro era un bel rapporto, lei ricorda calorosamente il marito anche per i suoi viaggi di cui la rendeva partecipe. Un periodo che ha segnato la loro vita è quello relativo alla dominazione tedesca in Italia. In seguito ci fu un evento importante che migliorò e condizioni di tutte donne, il suffragio universale del 1946, di cui ci parla nella seguente intervista. â

2

D:

Cosa ha votato?

D:

Dopo il voto vi siete confrontati lei e suo marito?

R:

Siamo sempre stati una famiglia democrati- R: ca, quindi io e mio marito abbiamo votato la D: repubblica.

Si certo, mi raccontò ciò che dicevano lui e i suoi amici a riguardo.

D:

Ricorda come era strutturata la scheda elettorale?

R:

Era un foglio rettangolare diviso in due parti, R: a sinistra c’era il simbolo che contrassegnava la Repubblica e a destra quella della Monarchia.

D:

Avete parlato lei e suo marito dell’argomento?

R:

Certo, lui era di idee democratiche.

D:

Lui che cosa ne pensava?

R:

D:

Mi disse che votare in quell’occasione era necessario. Mi riportò la cartella e mi spiegò come fare e teneva al fatto che io non sbagliassi. D: Da quanti anni eravate sposati lei e suo marito? R:

R:

Ci sposammo nel 1941, 5 anni prima.

Lei stava dicendo che suo marito aveva molti amici, tra cui Tommasino Sorgi, e quindi parlavano di cosa sarebbe successo? E che si diceva? Si, aveva molti amici. Si diceva che avrebbe dovuto vincere la Repubblica e mio marito continuava a sostenere questa idea.

D:

E come se la immaginavano la Repubblica?

R:

Io, dato che non uscivo molto perché mi dedicavo alla casa, mi basavo solo sulle informazioni di mio marito riguardo la situazione che ci circondava. Ma il re al tempo chi era? Era amato dalla gente? A quel tempo era Umberto II ma non era molto apprezzato dai cittadini.


SE NON ORA QUANDO [15 giugno 2017]

Num. 1

D:

R:

D:

Ma per il fatto di Mussolini? Perché sua figlia Francesca mi stava dicendo che lei si ricorda della presenza dei tedeschi e fascisti a Teramo.

giovani? R:

Certo, come no. A quei tempi ero sfollata, abitavo a via Vittorio Veneto, Palazzo di Grilli. Mio D: marito era impiegato alle poste. I tedeschi entravamo nelle case e avevano il comando. Io avevo R: dei parenti sotto a Frondarola che ci invitarono a trasferirci lì, offrendoci una bella casa. In che lingua vi parlavano i soldati ed erano

Intervista 2

D: R:

intervista a rita scarpone CLASSE 2G

il suffraggio universale è il principio secondo il quale tutti i cittadini e tutte le cittadine di età superiore a una certa soglia, senza restrinzioni di alcun tipo, possono esercitare il diritto di voto e partecipare alle elezioni politiche. Nel 1946 anche in Italia le donne hanno avuto per la prima volta la possibiltà di votare. Il 10 marzo 1946, le donne italiane, si recarono al seggio del loro comune, per esercitare un diritto che avrebbe cambiato il destino del loro paese, circa due forme di governo ben distinte Repubblica o Monarchia. Rita Scarpone, nata a Teramo il 6 novembre 1926 è stata una delle protagoniste di questo evento. Rita ha sempre vissuto a Nepezzano, un paesino della provincia di Teramo, e nel periodo del referendum viveva ancora con la sua famiglia. Fratelli e genitori erano ben decisi nel votare la Repubblica, ma lei, non facendosi influenzare, il giorno del voto è rimasta fedele alla propria idea votando la Monarchia.

D:

R: D: R: D: R: D: R: D: R: D: R: D:

8 D: R:

Puoi dirci il nome, cognome e data di nascita?

R: Mia? Beh, che c vuj a dic quoss?! (Beh, che ci vuole a dire questo?) Scarpone Rita, la data di D: nascita è il 6 novembre 1926.

D:

E abiti a Nepezzano?

R:

Sì.

D:

Coniugata con?

R:

Giuseppe Paradisi.

D:

Va bene. Ha sempre vissuto qui?

R:

Sì.

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R: D: R:

Si, erano giovani , intorno ai trent’anni. Ci parlavano in italiano altrimenti non li avremmo compresi. Un’ultima domanda, il risultato del voto come l’avete saputo? Mio marito era molto informato, quindi lo ha saputo subito. Quando è tornato a casa era molto contento del risultato, infatti aveva vinto la Repubblica.

Che si diceva qui a Nepezzano del voto? Si sapeva qualcosa? Beh, prima ci stava la monarchia e dic quess che ve mo ca è chiù mbrujun. (Beh, prima c’era la monarchia e si diceva che quelli che sarebbero arrivati erano più imbroglioni). Ah si?! Così si diceva?! Quindi si andava a votare per scegliere la Monarchia o la Repubblica giusto? Sì. Fammiti dire, c’erano altre ragazze come te che conoscevi che andavano a votare a Nepezzano? Beh, la classe mia mi sembra di si. Ah c’erano. Dove si votava? Sempre alle scuole di Nepezzano. E si svolgeva tutto come adesso? Cioè andavi lì, c’era la cabina, ti davano la tessera? Sì sì. Ok, quindi esattamente come adesso. Ma ci sei andata con Peppino a votare? No, non eravamo sposati. Ah, non eravate sposati, scusa perché quando ti sei sposata con Giuseppe? Nel ’51. Quindi non eravate ancora sposati e non ti ha accompagnato lui a votare?! E qualcuno della famiglia ti ha detto qualcosa del voto? Che si doveva votare? C’avevo i fratelli, m l’asstav com ij parav. (avevo i fratelli, se l’aggiustavano come gli pareva). E che ti hanno detto del voto? Ti hanno detto che era meglio qualcosa? Ma io ero proprio Monarchica da sempre. Allora te lo possiamo chiedere che hai votato? Hai votato la Monarchia o la Repubblica? No no, la Monarchia. Li mi mo m s magnav, perché non gli piaceva. (I miei genitori ora mi si mangiavano).


Num. 1

D: R:

D: R: D:

R: D: R: D: R: D: R: D:

SE NON ORA QUANDO [15 giugno 2017] Ah si?! Però hai votato lo stesso? Sì sì, so dett, lu vot è lu mi, vot quell che m par. (Ho detto, il voto è mio e voto quello che voglio). Ah quindi in famiglia ti hanno fatto la ramanzina? Sì sì. Ma te lo ricordi come era fatta la scheda per votare? Di che colore era? Ci stavano i simboli della monarchia e della repubblica? Beh, i simboli mi sembra di no. Ti ricordi se c’era un sacco di gente a votare? Quanta gente abitava a Nepezzano nel ’46? Parecchia. Quindi ci stava parecchia gente che votava? Sì. Ah che bello. Ma quando si è saputo che ha vinto la Repubblica che è successo? Beh, non a tutti i’ ha ijit bon. (Non a tutti è andato bene). Ah no?! Ma non c’è stata tipo una festa o qualcosa?

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R:

Mia mamma ha fatt la pizzadogg (la torta tradizionale).

D:

Ah quindi erano contenti che ha vinto la repubblica?! Ma dentro al paese che si diceva? Te lo ricordi?

R:

Che quill d prim ca er chiù serij fors, ca mo n’s sapav nta er quist, sa er chiù mbruijun. (Che quelli di prima erano più seri forse, e non si sapeva come erano questi, se erano più imbroglioni.)

D:

Ma tu te lo ricordi con chi sei andata a votare? Sei andata da sola o con i fratelli?

R:

Mi sembra con i fratelli.

D:

Eri felice quando sei andata a votare per la prima volta?

R:

Beh si, ero felice, mi sentivo superiore.

D:

Davvero?

R:

Beh si, non è che mi sentivo più vecchia.

D:

Immagino deve essere stato stupendo andare a votare per la prima volta.


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