MyEdu Club | Ottobre

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Curiosità spaziali in 3D MyEdu Club KIDS

I ragazzi oggi: orientarsi tra tempeste emotive

Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico e direttore scientifico del progetto MyEdu Coaching

Crescere insieme: la sfida educativa

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Conosciamoci meglio!

MyEdu è arrivato nella tua scuola!

I risultati dell’Osservatorio

sulla didattica digitale

Differenti tipi di apprendimento - DSA

MyEdu Club è un’iniziativa di MyEdu

FME Education S.p.A. Sede operativa: Via Mario Pannunzio, 4 20156 – Milano PIVA 08233380966

A cura della redazione di MyEdu

Progetto grafico e impaginazione: Fabio Lancini

Se hai delle domande, ecco la nostra e-mail Redazione@myedu.it

Il cervello che impara

KIDS: Come si diventa astronauti?

KIDS: Giochi spaziali

Conoscere per scegliere: MyOriento 3 5 6 8

KIDS: Curiosità spaziali in 3D

KIDS: Che pianeta sei?

Perché educare oggi è difficile?

5 tipi di genitore

Apprendere la matematica: è sempre una questione di metodo

Conosciamoci meglio!

MyEdu è la piattaforma didattica digitale di FME Education SpA, editore di Milano che dal 2013 affianca scuole e famiglie nei processi di formazione delle bambine e dei bambini.

Progettiamo e sviluppiamo risorse e strumenti per la didattica digitale, per rispondere alle esigenze della scuola italiana, supportando studenti, genitori e insegnanti per tutto il percorso della scuola dell’obbligo.

Possiamo contare su un team di 35 professionisti dedicati tra redattori, tutor, creativi, grafici e sviluppatori, affiancati da una squadra di collaboratori esterni che ci supporta grazie a un know how specifico proveniente dal mondo della scuola. Per guidare i nostri utenti alla scoperta dei contenuti e dei servizi presenti nella piattaforma, abbiamo sviluppato una rete che coinvolge 40 consulenti esperti in metodologie didattiche per ascoltare le esigenze delle famiglie e presentare loro le risposte più efficaci offerte da MyEdu.

Da anni collaboriamo con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale e abbiamo coinvolto nel network MyEdu 410 mila utenti, di cui quasi 50 mila insegnanti e 3.000 scuole sul territorio nazionale, per promuovere l’innovazione e potenziare la didattica.

Il nostro sogno è che un giorno, a scuola e in famiglia, tutte le ragazze e i ragazzi abbiano a disposizione la piattaforma MyEdu accanto ai libri di testo, per liberare le proprie potenzialità e superare i propri limiti. Uno strumento che li incoraggi a cimentarsi, sviluppando curiosità, interesse e volontà di crescita, così da trasformare l’apprendimento in una bella avventura, divertente e formativa.

https://myedufamily.it

Laura Fumagalli

Laura Fumagalli è Presidente e Amministratore Delegato di FME Education SpA, editore della piattaforma didattica digitale MyEdu che dal 2013 affianca scuole e famiglie nei processi di formazione delle bambine e dei bambini. Partner del Ministero dell’Istruzione, MyEdu ha coinvolto oltre 3.000 scuole sul territorio nazionale e collaborato con 50 mila docenti in tutta Italia. Ha un network di 400 mila utenti.

Con il suo team, Laura progetta contenuti e percorsi digitali che rendano l’apprendimento più semplice e coinvolgente, con l’obiettivo di trasformarlo in un’avventura bella e divertente per tutti i bambini e ragazzi. Laureata in lettere con una specializzazione in cultura editoriale, ha lavorato diversi anni nel settore della comunicazione prima di entrare nel mondo dell’editoria della formazione. È mamma di due bimbi di 1 e 4 anni.

COMITATO SCIENTIFICO

Stefano Rossi

Psicopedagogista scolastico, formatore e saggista. Dopo aver lavorato come educatore e aver coordinato centri psicoeducativi per famiglie e minori, ha sviluppato il Metodo Rossi della Didattica Cooperativa con cui ha formato più di 125 mila insegnanti e di cui dirige l’omonimo Centro. Attualmente è uno dei massimi esperti di didattica cooperativa ed educazione emotiva di bambini e ragazzi a rischio. Autore e curatore di testi scolastici e di diversi saggi divulgativi per genitori e ragazzi, per MyEdu ha anche curato e diretto il portale MyEdu coaching.

Maria Segato

Insegnante di materie letterarie e latino in un liceo statale della città di Padova. Da oltre dieci anni si dedica all’insegnamento nella scuola secondaria di II grado avendo maturato la sua esperienza educativa e didattica in diversi contesti: istituti professionali, tecnici e liceali.

Laureata sulla poesia latina e volgare di Dante Alighieri, consegue un dottorato di ricerca in Letteratura italiana presso l’università di Padova e un master in scrittura creativa e storytelling.

Autrice del romanzo Come fiori nel gelo notturno (2021), ha anche pubblicato

un contributo sul tema della salvezza nella Commedia dantesca, nonché articoli e racconti per ragazzi.

Francesco Tissoni

Docente di Editoria Multimediale e Teorie e tecniche della comunicazione web all’Università degli Studi di Milano. Di formazione multidisciplinare, la sua attività lavorativa spazia dall’insegnamento alle consulenze in progetti digitali sia in ambito culturale sia in ambito Business da oltre vent’anni. Fra i tanti progetti, in ambito culturale ha contribuito alla realizzazione della biblioteca digitale europea BEIC.

Barbara Urdanch

Pedagogista e professoressa a contratto presso l’Università di Torino, dipartimento Filosofia e Scienze dell’educazione.

Saggista, autrice, consulente didattica per alcune tra le case editrici più rappresentative a livello nazionale, è curatrice di collane didattiche multimediali di didattica inclusiva. Membro del comitato scientifico CPD – Piemonte; formatrice Associazione Italiana Dislessia (AID) e supervisore pedagogica e responsabile progetto ApprendiAMO: Centro Studi

Multimediale per l’apprendimento, laboratorio specialistico per soggetti con OSA convenzionato con Associazione Italiana Dislessia (AID). Nell’anno 2021 le è stato conferito il riconoscimento “Premio 3 Dicembre”, nell’ambito degli eventi della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, che annualmente viene attribuito a persone che si sono distinte in azioni a favore di una reale inclusione delle persone con disabilità e dell’abbattimento delle barriere culturali ancora presenti nella nostra società.

Mila Valsecchi

Esperta di didattica e strategie di apprendimento. Con una laurea in scienze politiche e un master in neuroscienze cognitive, nel 1989 scopre il mondo dell’editoria scolastica e da allora collabora con i maggiori editori italiani e internazionali. Nel corso degli anni si è occupata di strategia editoriale e digitale, di comunicazione, marketing e vendite: è stata direttore commerciale, direttore marketing, publisher e direttore generale. Ha creato il primo progetto inclusivo nell’ambito dell’editoria scolastica e ideato molte attività digitali attualmente in uso nelle scuole italiane. Esperta in formazione, ha partecipato alla nascita e alla creazione di enti formativi per i docenti. Negli ultimi anni si è interessata all’impatto delle neuroscienze sulle strategie di apprendimento.

MyEdu è arrivato nella tua scuola!

S

e state sfogliando queste pagine è perché anche nella vostra scuola sono arrivati i contenuti di MyEdu:

2.

Gli insegnanti hanno partecipato ai seminari di formazione tenuti dai tutor MyEdu

E a casa?

1.

La vostra scuola ha scelto MyEdu come strumento didattico

3.

Tutti gli insegnanti dell’Istituto hanno a disposizione la piattaforma MyEdu Plus: possono utilizzare tutti i contenuti editoriali interattivi durante le loro lezioni in classe. Migliaia di percorsi digitali, videolezioni, test, verifiche e giochi su tutte le materie per rendere l’apprendimento più coinvolgente

Anche voi genitori potrete scoprire come MyEdu può supportare studentesse e studenti per lo studio e i compiti. Il nostro team di consulenti didattici è a disposizione per illustrarvi le risorse e gli strumenti dedicati alla famiglia. Vi interessa?

Mettetevi in contatto con noi.

E per ringraziarvi del tempo che ci dedicherete, abbiamo pensato di offrirvi la carta ViviParchi di MyEdu. Una carta speciale in omaggio che vi permetterà di risparmiare sui biglietti d'ingresso dei vostri figli, in centinaia di luoghi della cultura e del tempo libero, su tutto il territorio nazionale.

I NUMERI DI MYEDU

3.000

scuole pubbliche e paritarie

50.000 docenti formati

410.000 studenti nel network

4.000 lezioni digitali

5.000 test e verifiche

20.000 attività interattive

Più di 1.000 video didattici su tutte le materie

Vi aspettiamo nella community di MyEdu!

02 / 300761

WhatsApp: 370 / 15 68 551 team@myedu.it

La scuola italiana piace ai genitori: per il 49% è moderna/ innovativa o efficace/coinvolgente

Nell'indagine di MyEdu e BVA DOXA emerge uno spaccato incoraggiante.

famiglie su 10 sono preoccupate per l’istruzione dei propri figli anche se la tendenza segna una flessione rispetto allo scorso anno scolastico. Buona anche la soddisfazione nei confronti della scuola considerata moderna/innovativa dal 25% ed efficace/coinvolgente dal 24%. E i ragazzi? Sognano una scuola senza compiti (più le femmine dei maschi) e 1 ragazzo su 4 vorrebbe iniziasse più tardi la mattina. I dati dell’ultimo osservatorio MyEdu sono incoraggianti: l’opinione dei genitori verso la qualità della scuola italiana migliora, anche se leggermente. Il 49% dei genitori intervistati da BVA Doxa per MyEdu nell’indagine “Junior 2023” definisce infatti il sistema scolastico italiano moderno/innovativo (25%) o efficace/coinvolgente (24%). Viceversa il 40% lo considera vecchio/ obsoleto (21%) e noioso/pesante (19%). A confronto con lo scorso anno scolastico, per l’anno 2022/23 i genitori sembrano anche un po’ meno preoccupati verso il futuro dei propri figli: segnano un +11% i genitori che si dicono sereni, anche se restano in netta minoranza rispetto a quelli preoccupati (65%). Parallelamente, aumentano le richieste per attività che rendano più stimolante lo studio a scuola, con il 52% che suggerisce l’inserimento di laboratori tecnologici nell’orario scolastico.

È quanto emerge dall’analisi annuale dell’Osservatorio sulla didattica digitale di MyEdu. “Rilevare la percezione delle famiglie e dei ragazzi rispetto alla scuola è fondamentale per migliorare la comunicazione e l’alleanza con i docenti e quindi il sistema scolastico – commenta Laura Fumagalli, presidente di MyEdu – Di pari passo, la transizione digitale nella scuola italiana deve dare centralità

alla funzione dell’insegnante. Bisogna investire sulle capacità di relazione, ascolto, comprensione ed empatia, ma anche essere consapevoli del rischio che il digitale, se abusato e utilizzato come scorciatoia, possa condizionare la relazione con lo studente e in certi casi addirittura spodestarla, sostituendosi al rapporto umano”.

Dalla ricerca BVA Doxa emerge che la didattica digitale integrata, che è stata introdotta nel post pandemia, ha nel complesso migliorato la percezione dell’alleanza scuola-famiglia. Il 46% dei genitori dichiara che sia migliorata (molto o abbastanza), il 39% mantiene una posizione neutra. Allineata a questo panorama, la soddisfazione per il livello di innovazione della scuola del figlio: il 42% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto e un genitore su due si colloca su un livello di soddisfazione intermedio (47%). I risultati sono trasversali alla tipologia di scuola e all’area geografica.

Per i genitori il PC vince sul tablet. Guardando nello specifico ai supporti alla didattica che possono arrivare dai device digitali, i genitori individuano il computer quale strumento più utile per incrementare l’efficacia della didattica (37%), seguito dal tablet (20%) e, molto distanziata in terzo posto, si colloca la LIM (11%).

Il punto di vista dei ragazzi

sulla scuola

Dall’Osservatorio MyEdu, la materia preferita dagli studenti rimane la matematica, ma a sorpresa “arte e immagine” sale al 3° posto, guadagnando il podio dietro a italiano.

Ma com’è la scuola dei sogni per i ragazzi? Dalla ricerca BVA Doxa il 43% la vorrebbe senza compiti, per 1 su 4 dovrebbe iniziare più tardi, per il 20% dovrebbe avere più dotazioni tecnologiche, come pc e tablet, dichiarato soprattutto dai ragazzi della secondaria e infine, il 19% la vorrebbe senza esami.

QUALI STRUMENTI VORRESTE CHE VOSTRO FIGLIO/A AVESSE A DISPOSIZIONE PER STUDIARE IN MODO PIÙ EFFICACE?

Videolezioni di ripasso suddivise per materia

Mappe conce uali digitali personalizzabili

Esercizi intera ivi da fare con il tablet

Giochi dida ici per allenarsi anche nel tempo libero

Un tutor on demand che risponde a specifiche richieste

Schede dida iche da stampare

Libri di testo più stimolanti

Nota metodologica – Questi dati emergono da due ricerche condotte in parallelo da MyEdu e da BVA Doxa. I dati dell’Osservatorio nazionale sulla didattica digitale sono stati raccolti su un campione rappresentativo di oltre 5.400 famiglie italiane nell’anno scolastico 2022/2023 con figli nelle scuole materne, elementari e medie, di Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Puglia. Insieme ai dati dell’Osservatorio, MyEdu ha anche incrociato i numeri dell’indagine condotta insieme a BVA Doxa, e frutto di 805 interviste a ragazzi tra i 5 e i 13 anni, rappresentative dell’universo di riferimento, realizzate presso il domicilio degli intervistati nel periodo tra il 20 febbraio – e il 17 marzo 2023.

Differenti tipi di apprendimento – DSA

Con l’acronimo DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) si intende una categoria diagnostica, che raccoglie i Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento e i disturbi del neurosviluppo legati all’evoluzione delle abilità scolastiche: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.

CARATTERISTICHE DEI DSA

Le principali caratteristiche nel dettaglio sono:

• dislessia, cioè disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo);

• disortografia, cioè disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica);

• disgrafia, cioè disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria);

• discalculia, cioè disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere e operare con i numeri).

Questi disturbi hanno alcune caratteristiche comuni:

• hanno un carattere “evolutivo”, cioè si evidenziano e si esprimono in maniera differente nelle diverse fasi evolutive dell’abilità in questione;

• sono quasi sempre associati ad altri disturbi (comorbidità);

• le anomalie di processo hanno una radice neurobiologica: ad esempio la dislessia è associata ad anomalie funzionali e anatomiche dell’emisfero sinistro, area del cervello in cui risiedono le competenze linguistiche e di lettura; l’area non è inattiva, ma ha un funzionamento più lento.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento hanno, infatti, un’origine biologica che è alla base delle anomalie a livello cognitivo e che dipende da un’interazione di fattori genetici, ereditari e ambientali che colpiscono le capacità cerebrali di percepire o processare informazioni verbali o non verbali in modo efficiente e preciso.

INTELLIGENZA E CREATIVITÀ

È importante quindi sottolineare che i bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento hanno un’intelligenza nella norma o superiore alla norma. Apprendono facilmente dall’esperienza e ricordano maggiormente i fatti, non in modo astratto, ma come esperienze di vita, racconti ed esempi. Vivono le esperienze con un alto coinvolgimento emotivo. Tendono a essere empatici; pensano soprattutto per immagini, visualizzando le parole e i concetti in modo tridimensionale e per questo memorizzano molto più facilmente per immagini (le famose mappe per lo studio).

L’IMPORTANZA

DELLA DIAGNOSI

La diagnosi di disturbo dell’apprendimento viene di solito eseguita solo al termine del secondo anno di scuola primaria, anno in cui questo disordine diventa più evidente a fronte dell’aumento delle attività di letto-scrittura. Di solito infatti sono le maestre ad avvertire per prime che il bambino è a disagio o ha delle difficoltà. È loro dovere quindi informare il genitore al più presto per attivarsi con uno speciali sta in grado di formulare una diagnosi: solitamente il neuropsichiatra infantile o un’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile, psico logo, logopedista.

COME SI SUPPORTA

NEI COMPITI UN DSA?

È necessario applicare alcune strategie:

• organizzare un ambiente di studio adatto: i DSA hanno difficoltà a concentrarsi, quindi l’ambiente di studio non deve avere distrazioni (come una TV accesa);

• pianificare i compiti: strutturare un programma coinvolgendo il bambino e considerando i tempi e gli orari più adatti per sfruttare le sue migliori energie (non fare i compiti alla sera ad esempio);

• facilitare la lettura: il genitore potrebbe utilizzare strumenti tecnologici di lettura disponibili anche su MyEdu. Per il DSA spesso la lettura è un momento di ansia che lo distrae dal compito che deve svolgere;

• utilizzare le mappe cognitive per fare apprendere e memorizzare un argomento;

• stimolare la curiosità con video o audio interessanti;

• sviluppare la concentrazione;

• esaltare i successi: questi bambini hanno una bassa autostima e vanno aiutati a recuperarla;

• utilizzare la tecnologia digitale: audiolibri, video, podcast, mappe interattive, test digitali.

Molti personaggi famosi, scienziati, musicisti, avevano disturbi dell’apprendimento. Walt Disney, Agatha Christie, Steve Jobs, Leonardo Da Vinci, Albert Einstein, Charles Darwin, Michelangelo Buonarroti: cosa hanno in comune? Erano dislessici, ma questo non li ha fermati, hanno pensato oltre e hanno migliorato l’intero mondo, lasciando un’eredità all’intera umanità. È importante che genitori, docenti, e bambini stessi se ne ricordino sempre nei momenti di difficoltà.

Il cervello che impara

I nostri figli imparano diversamente da come facevamo noi?

Cosa ha portato al cambiamento delle modalità di apprendimento?

In questo articolo abbiamo chiesto a Mila Valsecchi, esperta in neuroscienze cognitive, di aiutarci a capirne qualcosa in più.

L’apprendimento è un processo complesso su cui influiscono sia le caratteristiche personali che il contesto esterno. In particolare, lo sviluppo della tecnologia e l’impatto del suo precoce utilizzo sulle nuove generazioni sta influendo in maniera decisa anche sugli stili di apprendimento nell’età evolutiva.

UN AIUTO DALLE

NEUROSCIENZE:

LA NEUROEDUCAZIONE

Inoltre, recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze hanno chiarito molti processi che regolano apprendimento e memorizzazione, al punto da creare una nuova branca della didattica, la neuroeducazione.

La neuroeducazione cerca di potenziare i processi cognitivi coinvolti nell’apprendimento, al fine di migliorare attenzione, memorizzazione e personalizzazione.

Attraverso l’analisi e la classificazione delle difficoltà di apprendimento, sarà più semplice capire la motivazione di un problema, e trovare una strategia per attenuarlo o risolverlo. Tutto questo te-

nendo conto delle caratteristiche dello studente e della fase evolutiva che sta attraversando.

L’apprendimento è un processo complesso influenzato da una moltitudine di processi, quindi qualsiasi miglioramento in uno di questi processi si tradurrà in un miglioramento dell’apprendimento. L’obiettivo della neuroeducazione, nota anche come neurodidattica, è quello di migliorare l’uso delle strategie e delle tecnologie, utilizzate in classe e nello studio autonomo, per ottimizzare il processo di insegnamento-apprendimento sulla base delle caratteristiche operative del cervello: didattica cooperativa e classe capovolta sono due modelli alternativi alla didattica tradizionale che motivano e coinvolgono gli studenti in maniera più attiva, e quindi spesso più efficace.

TUTTI UGUALI

O TUTTI DIVERSI

Pensiamo alla generazione alpha (nati dopo il 2012): bambini abituati

dalla nascita a una molteplicità di messaggi senza precedenti: un imprinting che secondo neuroscienziati e psicologi influirà sul modo in cui penseranno e agiranno.

Il cervello è un organo plastico che si modifica in modo costante con le nostre esperienze e negli ultimi anni gli stimoli provenienti dal mondo digitale sono in continuo e costante aumento. I bambini che interagiscono con il digitale sin dai primi mesi di vita, acquisiscono una capacità di passare da un compito all’altro impensabile per le generazioni precedenti: sono rapidi nel cogliere le informazioni dai differenti media, e utilizzano anche più schermi o supporti in contemporanea. Un’efficienza altissima nel consumo di informazioni, a cui però si contrappone una diminuzione, a volte drastica, dell’attenzione e della memorizzazione. Lo stimolo della plasticità cerebrale è il motivo per cui è importante, per memorizzare a lungo termine, tornare più e più volte

su un argomento: ripetere un concetto o esercitarsi sullo stesso ambito, aiuta ad attivare le sinapsi, e quindi a fissare nel cervello le informazioni; il cervello ha più tempo per attivare le connessioni tra i neuroni, e quindi per fortificare ulteriormente le sinapsi.

Quindi per studiare bisogna ripetere? Serve, ma non basta. Perché, come anticipato, l’apprendimento è un processo dove giocano elementi differenti.

Abbiamo visto quello fisiologico, ma quello emotivo è altrettanto importante: perché apprendere, con un ruolo attivo, innesca un meccanismo motivazionale che amplifica le attività dei neuroni.

Ad esempio siamo abituati a pensare che l’imparare sia legato allo studio, e le verifiche servano solo a valutare quanto è stato appreso. In realtà svolgere un test ha un ruolo attivo nel consolidare l’apprendimento, anzi, addirittura a volte più efficace rispetto al ripasso. Rispondere a domande, fare attività pratiche o applicative, lavorare in gruppo, implica un coinvolgimento attivo, che attiva il rinforzo delle connessioni tra neuroni.

SISTEMA LIMBICO

Il coinvolgimento non avviene unicamente con le modalità di approccio, ma anche attraverso l’utilizzo di contenuti con formati differenti. Pensiamo a un argomento di geografia: la Spagna. Si può studiare leggendo un libro o un atlante, oppure guardando un video di un geografo, ascoltando un podcast di un vlogger esperto, completando un test interattivo divertente, oppure chiedendo a un tutor di Intelligenza Artificiale di raccontarti tutto sulla Spagna… e tutto questo è già disponibile ora. Importante a questo punto è saper scegliere il contenuto più adatto alle proprie esigenze.

LA TERZA QUESTIONE:

QUELLA EMOZIONALE

Per mettere in pratica e assimilare, purché in modo rilassato e senza stress, si posssono utilizzare format della vita di tutti i giorni: video giocosi ed emotivamente coinvolgenti stimolando l’empatia e la curiosità, per un sano benessere emotivo che aiuti l’apprendimento. Infatti le emozioni giocano un ruolo importante nell’apprendimento: ad esempio l’empatia verso i personaggi animati stimola curiosità e assimilazione.

Se uno studente è felice per un successo, ad esempio una lezione divertente, un video giocoso o un test superato, il suo cervello reagisce attivando i circuiti della ricompensa, producendo dopamina, il neurotrasmettitore legato alla motivazione; questa scarica chimica si traduce materialmente nella creazione o nel rafforzamento delle sinapsi.

La gestione e il controllo dello stress hanno un impatto diretto sull’apprendimento. Recenti studi hanno stabilito una connessione diretta tra creazione e velocità di connessione dei neuroni e livello di cortisolo (ormone spesso associato allo stress).

In molti paesi al mondo, come il Regno Unito, l’utilizzo della mindfulness è diventato parte integrante dell’offerta formativa della scuola primaria: perché in una fase così importante dell’apprendimento è fondamentale tutelare il benessere emotivo. Anche in Italia sono in corso molte sperimentazioni sul tema. Didattica emozionale, teoria del cervello felice, sono alcune tra le teorie più diffuse negli ultimi anni: tutte segnalano una connessione tra benessere e miglioramento della memoria, e tutte si collegano alla concezione di un’intelligenza non solo di origine genetica, ma multipla ed emotiva.

GANGLI DELLA BASE
IPOTALAMO
AMIGDALA
GIRO

Come si diventa astronauti?

Quanti da piccoli hanno sognato di poter viaggiare, un giorno, nello spazio? Sembra quasi impossibile, ma in realtà diventare astronauta non è un desiderio così irraggiungibile. Certo è necessario molto impegno.

Innanzitutto bisogna infatti studiare molto: le facoltà scientifiche sono quelle da privilegiare all’università, come fisica, biologia, ingegneria, ma anche matematica.

Sicuramente poi sarà utile avere alle spalle anche una carriera nell’Aeronautica militare, quindi essere capaci di volare. È utilissimo sapere le lingue, non solo l’inglese, ma, ad esempio, anche il russo, che è una delle lingue più parlate sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Il lavoro dell’astronauta poi richiede alcune qualità particolari come il saper convivere in spazi ristretti con altre persone, saper collaborare con gli altri, saper reagire bene a situazioni stressanti e rischiose, non aver timore di passare anche molti mesi lontani da casa e dalla famiglia.

A fronte di questo bisogna però dire che gli astronauti vivono avventure incredibili e ammirano paesaggi davvero unici.

Ricetta

Cosa si può mangiare nello spazio? Gli astronauti possono mangiare una gran varietà di cibi, come per esempio pasta, frutta e verdura, dolci, carne. Bisogna evitare però torte e pane: le briciole sarebbero un pericolo per la strumentazione di bordo! Ma dove prendere gli ingredienti? Gli scienziati dell’Università di Adelaide (in Australia) hanno preparato una vera e propria ricetta basandosi su piante che si possono coltivare direttamente nello spazio e che possono fornire agli astronauti tutti i nutrimenti di cui hanno bisogno.

ECCO GLI INGREDIENTI: 1. patate dolci, 2. orzo, 3. cavolo, 4. semi di soia, 5. semi di papavero, 6. arachidi, 7. semi di girasole

Mescolandoli insieme si ottiene un’insalata speciale… un’insalata spaziale!

Space puzzle

Trova le parole spaziali! Trova e cerchia tutte le parole che riguardano lo spazio.

Le parole da cercare sono:

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SOLUZIONI

Trova le differenze Risate

Animali nello spazio!? Aguzza la vista e trova le dieci differenze presenti nelle due immagini.

Qual è il colmo per un astronauta? Avere gli occhi fuori dalle orbite!

Perché una volta al mese la Luna non ha fame?

Perché è piena!

Qual è il colmo per un marziano? Essere lunatico!

Venere

Venere è il secondo pianeta più vicino al Sole: segue infatti Mercurio e, come lui, è un pianeta roccioso. Il suolo di Venere è una distesa desertica di rocce di colore giallo-rossastro, in cui sono presenti due grandi zone montuose, con vette più alte del monte Everest. Il pianeta, a differenza del nostro, non ha satelliti.

Il pianeta inospitale

Venere presenta un nucleo metallico circondato da un mantello di rocce fuse, ed è rivestito esternamente da una sottile crosta solida. L’aria di Venere è densa e pesante: il pianeta è infatti avvolto da un’atmosfera densissima, composta da anidride carbonica, zolfo e tracce di acido solforico.

Per la sua vicinanza al Sole, Venere è il pianeta più caldo di tutto il Sistema Solare. Pensate che la sua temperatura si aggira solitamente sui 460°C e può toccare picchi anche di 480°C: una temperatura in grado addirittura di sciogliere il piombo! A contribuire alla sua temperatura elevata ci pensano anche ben 1600 vulcani che emettono tantissimi gas bollenti nell’atmosfera.

Vuoi scoprire che aspetto hanno i pianeti che compongono il nostro

Sistema Solare?

Allaccia le cinture, si parte per un viaggio nello spazio! Inquadra con un telefono

cellulare il QRcode che trovi qui sotto e apri il modello 3D del Sistema Solare.

Venere…una lunga storia d’amore!

Nell’Antica Roma Venere, Venus in latino, era la dea della natura, della fecondità, dell’amore e della bellezza femminile. Era considerata responsabile del desiderio e del sentimento amoroso e in generale, dell’affettività. Proprio per il suo aspetto attraente, dovuto alla sua straordinaria luminosità, il pianeta viene collegato alla divinità romana.

Indovinelli

Sono rosso, ma non di rabbia! Ho un cuore formato da ferro, nichel e zolfo, ma, nonostante questo, gli esseri umani hanno inviato spesso sonde a farmi visita: chi sono?

(MARTE)

La mia atmosfera è composta da tre strati, come una torta a più piani! Il mio segno particolare è una grande macchia rossa che si trova a sud dell’equatore: chi sono?

(GIOVE)

Sono un gigante gassoso e ho tanti satelliti che mi girano intorno, così non mi sento mai solo! Oltre agli amici amo molto anche gli accessori... gli anelli in particolare: chi sono?

(SATURNO)

È molto difficile raggiungermi, io e il Sole non andiamo molto d’accordo, tanto che per 21 anni terrestri, metà della mia superficie rimane al buio. Nel tempo libero mi piace molto leggere libri di letteratura inglese: Shakespeare e Pope sono i miei autori preferiti: chi sono?

(URANO)

Che pianeta sei?

Quali elementi non possono mai mancare in un bel paesaggio?

A - rocce e crateri

B - acqua

C - alte vette di montagne

D - vulcani

Per quale gas provi più simpatia?

A - ossigeno

B - azoto

C - idrogeno

D - anidride carbonica

Quanto ti definisci una persona solare da 1 a 10?

A - 10

B - 6

C - 1

D - 8

Se potessi trascorrere una giornata diversa dalla solita routine: dove ti piacerebbe andare?

A - a vedere le stelle nel deserto

Mercurio maggioranza di A

Mercurio è il pianeta che più ti rappresenta!

Sei una persona solare ed esplosiva. Sei molto curioso e hai sempre voglia di provare nuove esperienze. La tua avventura dei sogni potrebbe essere: zaino in spalla, direzione deserto della Death Valley, in California. Non ami le mezze stagioni: per te esistono solo le torridi giornate estive o le fredde giornate invernali.

TERRA maggioranza di B

La Terra è il pianeta che più ti rappresenta! Sei una persona a cui piacciono le giornate di sole, in primavera, da trascorrere in sella alla tua bicicletta, tra gli alberi in fiore. Ami molto la routine, organizzi sempre i tuoi impegni della giornata, per cercare di mantenere un perfetto equilibrio. L’acqua è il tuo elemento preferito.

B - a fare una passeggiata tra i tulipani in fiore

C - a sciare fuoripista

D - al mare a prendere il sole

Come gestisci la tua giornata?

A - ami gli imprevisti e hai sempre voglia di provare nuove attività

NETTUNO maggioranza di C

Nettuno è il pianeta che più ti rappresenta! Sei una persona con la testa tra le nuvole e decidi sempre all’ultimo come organizzare la tua giornata. Non ami trascorrere il tempo insieme a tante persone, preferisci avere solo due o tre amici di fiducia. Una bella giornata in montagna, sulle piste da sci o a fare trekking, rappresenta la tua perfetta gita del weekend.

VENERE maggioranza di D

B - con precisione e organizzazione: ogni impegno è segnato in agenda

C - l’organizzazione non è il tuo forte, corri sempre da una parte all’altra

D - momenti di tranquillità e relax non possono mai mancare

Venere è il pianeta che più ti rappresenta! Sei una persona che ama le giornate di calma e relax, meglio se sdraiato su una spiaggia, con il caldo del sole che ti scalda la faccia. Ami molto i paesaggi rocciosi e assistere all’eruzione di un vulcano è uno dei tuoi sogni nel cassetto.

Perché educare oggi è difficile?

Oggi educare è difficile perché siamo nella società dal cielo vuoto. Per dirlo in termini semplici: i genitori di ieri desideravano il bravo bambino, il bambino morale.

Ieri eravamo infatti nella società verticale, dove in cima c’erano i valori, e dove era semplice per i genitori aver chiara la direzione educativa: si educava col dispositivo della colpa, che è l’embrione del senso di responsabilità. Oggi, invece, tutto si fa più complicato perché siamo in una società in cui ogni “io” vuole farsi dio, e vuole stare in cielo. Si forma così una nuova orizzontalità, svuotata però dei valori precedenti. Quindi oggi per i genitori la vera difficoltà non è solo come educare i figli, ma è una meta-difficoltà, ovvero a cosa educare i nostri figli? Dal cielo sopra le nostre teste, che si è svuotato, è derivato un disorientamento che ha portato a quelli che io chiamo i “genitori nella nebbia”. Tutto oggi è più complicato, anche per i ragazzi e le ragazze, che hanno difficoltà a capire cos’è l’autorità. Non solo nei confronti dei genitori ma di tutti: una cosa che ha un impatto non da poco sulla scuola, dove si assiste a una dissoluzione della pedana. La pedana era quel rialzo che c’era nelle scuole del mondo verticale che stava a indicare “io sono autorevole solo per il fatto che sto qui oggi”. Cosa succede nel tempo dell’evaporazione del verticale? Evapora anche la pedana, quindi l’insegnante non si trova più in una situazione asimmetrica, di autorevolezza, ma si trova alla pari con i ragazzi.

Se i genitori sono “nella nebbia”, gli insegnanti sono “nella tempesta”. Sicuramente dobbiamo individuare una nuova autorevolezza, che non va più cercata nell’orizzonte del potere, del verticale, ma dell’empatia. Perché nella società orizzontale di oggi i ragazzi ci

chiedono di essere visti: l’autorevolezza oggi parte dallo sguardo. I ragazzi delle ultime generazioni hanno bisogno infatti di essere ascoltati e capiti nei loro linguaggi, che sono profondamente diversi rispetto solo a dieci anni fa. È dunque fondamentale riuscire a trovare un ponte, sia a casa che a scuola, dove si costruisce il futuro dei nostri figli. Per poter agganciare questi ragazzi dobbiamo ricucire il cielo che si è spezzato tra scuola e famiglia; ai genitori, una cosa che tengo a dire è: i nostri ragazzi sono una piccola barca nell’oceano che ha due remi, la scuola e la famiglia. Se questi due remi non sono sincronizzati il destino inevitabile è che la barca finisca per girare su se stessa.

CHI È STEFANO ROSSI?

Stefano Rossi è psicopedagogista scolastico, formatore e saggista. Dopo aver lavorato come educatore e aver coordinato centri psicoeducativi per famiglie e minori, ha sviluppato il Metodo Rossi della Didattica Cooperativa con cui ha formato più di 25 mila insegnanti e di cui dirige l’omonimo Centro. Attualmente è uno dei massimi esperti di didattica cooperativa ed educazione emotiva di bambini e ragazzi a rischio. Membro del comitato scientifico di MyEdu è curatore del portale MyEdu coaching.

Allora come possiamo ricucire questo cielo?

Scuola e famiglia devono remare insieme lungo la rotta dell’educazione empatica e dell’educazione emotiva. In un mondo sempre più liquido, con sempre meno certezze, dobbiamo insegnare ai ragazzi a riconoscere i significati, ma anche a guidare le loro emozioni. Grazie alle neuroscienze adesso abbiamo la possibilità di conoscere ancora meglio il funzionamento del nostro cervello: sappiamo che siamo fatti di una parte razionale e di una parte emotiva, e la razza umana si è evoluta nel tempo anche grazie a questa divisione in due parti, che funzionano in maniera diversa, ma insieme. Sapere come funziona il cervello ci permette allora di aiutare questi ragazzi, che stanno ulteriormente evolvendo. I ragazzi della generazione alpha hanno infatti sicuramente un’intelligenza differente, hanno abilità e competenze diverse: concentrarsi sull’intelligenza emotiva aiuterà loro a crescere, e permetterà a noi di non perdere dei talenti che magari non potremmo riconoscere se li approcciassimo in una maniera tradizionale. Bisogna ricercare l’integrazione tra la parte cognitiva e quella emotiva, che devono danzare insieme. Quando la loro danza non è sincronizzata, come avviene per la danza tra scuola e genitori, abbiamo delle difficoltà. Per educare oggi si deve dunque imboccare la rotta dell’integrazione empatica tra le parti: scuola-famiglia; cognizione-emozione.

5

tipi di genitore

Come si educa un figlio? Esiste un genitore perfetto e quali sono gli errori comportamentali più comuni?

Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico e direttore scientifico del progetto MyEdu Coaching, prova a tracciare 5 possibili profili di genitorialità, per confrontarsi, riflettere e prendere i giusti spunti. Ricorda, ogni genitore è un po’ un mix e l’importante è non scoraggiarsi.

GENITORE

ZUCCHERO FILATO

Il genitore zucchero filato è un genitore affettivamente presente, empatico e sensibile, incapace però di dire i giusti NO e a far rispettare le regole prefissate. Il suo pensiero è far felice il figlio a qualunque costo.

Un consiglio: le buone regole date a un figlio lo aiutano a gestire meglio le proprie emozioni.

Il genitore zucchero filato dovrebbe mantenere l’empatia ma aggiungere le regole, viste come un dono d’amore verso il figlio.

GENITORE SCERIFFO

Il genitore sceriffo è bravo a dare le regole, gli argini e i giusti NO al proprio figlio. Ha la tendenza però a educare “in uniforme”, in maniera troppo rigida. In questo modo può venire meno l’essere in empatia, il sentirsi nello sguardo del figlio.

Un consiglio: è necessario integrare i giusti NO con la capacità di abbracciare il cuore dei propri figli, di far sentire loro che la casa è un luogo caldo, un luogo dove sentirsi al sicuro. Accettando il figlio nella sua unicità al di là dell’universalità delle regole date.

GENITORE SUPERMAN

Il genitore superman è presente nella vita del figlio, probabilmente lo è troppo. Si sostituisce nei compiti di vita del figlio, cercando di risolverne i problemi. Ha una grande autostima ma ogni volta che subentra al figlio in realtà non fa che comunicargli “io non credo che tu ce la possa fare”, riducendolo a essere una vittima che deve essere salvata.

Un consiglio: è necessario imparare a fare “un passo indietro” e lasciare i figli combattere le proprie battaglie e le proprie sfide evolutive.

GENITORE CON L’AURICOLARE

Il genitore con l’auricolare è un genitore assente per il figlio, lavora per la famiglia e dona loro attenzione, ma il suo orecchio è sempre teso da un’altra parte. Bambini e anche adolescenti hanno però bisogno di sentirsi dentro al nostro sentire, è questo quello che ricercano.

Un consiglio: anche in una società della prestazione come la nostra, è necessario fare un passo avanti, trovare un modo per donare ai figli un tempo di qualità, che è un tempo in cui l’orecchio e lo sguardo del genitore sono rivolti unicamente al loro cuore.

GENITORE PORTO SICURO

Partendo dall’idea che il genitore perfetto non esiste e che anche la psicopedagogia infantile sostiene che il buon genitore è il genitore “sufficientemente buono”, il genitore porto sicuro può essere visto come colei e colui che riesce a far sentire la casa, un luogo caldo. Amorevole ed empatico è però autorevole, in grado di dare i giusti NO, e insegnare ai figli a regolare le emozioni.

Un consiglio: continuare a tener presenti le coordinate del porto sicuro, amore, incoraggiamento, ascolto, sorrisi e tempo. Nell’ascolto empatico di un figlio stiamo, infatti, comunicando: “io tengo a te, io credo in te, io ci sono per te”.

Inquadra il QRCode per vedere i video di Stefano Rossi sulla genitorialità

È sempre una questione di metodo

La matematica è presente in tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana: accrescere le competenze in matematica significa garantire un futuro più solido a bambini e bambine.

Ma come siamo messi in quanto a studio di questa materia?

Nell’ultimo rapporto OCSE si rileva che l’andamento dei quindicenni in Italia per quanto riguarda le competenze di matematica è in media con quello europeo, ma con 24% di studenti che non raggiungono le competenze minime in matematica: se poi aggiungiamo l’ultima valutazione Invalsi, per cui peggiora notevolmente la situazione nella scuola primaria, le prospettive sono decisamente preoccupanti.

L’apprendimento della matematica è un processo complesso che ha inizio già dai primi anni di vita di un bambino e si basa sull’interazione di svariati fattori sia interni che esterni; esistono delle abilità matematiche innate come la stima e il “senso del numero”, che

sono fondamentali ma non sufficienti per lo sviluppo delle competenze matematiche.

I processi cognitivi infatti sono complessi e faticosi, e riguardano attività del cervello che via via diventano più complicate. Ma sono questi sforzi che stimolano il nostro cervello a crescere e a diventare più performante. Questi stessi sforzi però sono spesso accompagnati da un generale senso di frustrazione verso la matematica, un sentimento diffuso che è stato scientificamente definito come “ansia da matematica”. Infatti molti bambini (e molti adulti!), credono di non capire la matematica, di non essere “portati” e quindi di non poter raggiungere buoni risultati.

Ecco 9 indicazioni utili che possono aiutare studenti e genitori.

1. Ripetere, ripetere, ripetere: mai dare per scontato che un concetto matematico, una volta spiegato, sia memorizzato e capito.

2. Gli studenti devono capire l’obiettivo di un concetto matematico, applicarlo e farlo proprio. Comprendere lo scopo è determinante per concretizzare il concetto, e quindi assorbirlo.

3. Concretizzare il concetto con esempi divertenti.

4. Metterci le mani, non solo la testa: perché non sperimentare la manipolazione e la costruzione di oggetti per contare e fare i conti.

5. Fare insieme: matematica è anche attività di gruppo, in classe o con un gruppo di studio.

6. Visualizzare la matematica: utilizzare mappe e rappresentazioni visive dei concetti matematici è utilissimo per imparare e memorizzare.

7. Giocare con la matematica: attraverso le tantissime opportunità di giochi fisici e digitali.

8. Muoversi con la matematica: specialmente per i più piccoli si può fare matematica con il corpo, lavorando sulle simmetrie, sulle rotazioni, e così via.

9. Far battere il cuore, emozionarsi con la matematica: per un insuccesso o per una vittoria in un gioco a squadre.

«Perché la matematica è difficile»: è un tema che tormenta i ragazzi e fa preoccupare moltissimo i genitori.

In realtà tutti possono essere bravi in matematica, se acquisiscono metodi e stimoli corretti.

Il nostro cervello infatti è creato per apprendere, per sfidarsi: è plastico, cresce e si adatta. Gli sforzi per acquisire competenze logiche e matematiche fanno sì che l’ippocampo, la parte del cervello deputata al ragionamento matematico e scientifico, aumenti o diminuisca di volume in funzione delle attività che è chiamato a svolgere. Questi processi però vengono messi in crisi dall’ansia da matematica, che provoca un aumento dell’attivazione dell’amigdala (aumenta lo stress), della corteccia cingolata anteriore (sensazione di conflitto) e compromette i meccanismi di memoria di lavoro della corteccia prefrontale. Quindi, innanzitutto NO PANIC!! Non entriamo nel circolo vizioso dell’ansia da matematica!

È sempre una questione di metodo.

Conoscere per scegliere

L’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado è l’anno della scelta. A inizio anno tutti gli studenti devono esprimere la propria volontà e indicare la scuola che vorranno frequentare.

Decidere come proseguire il percorso formativo non è certo una scelta semplice: le possibilità tra cui orientarsi sono davvero tante e spesso anche piuttosto sconosciute.

Come fare? Come muoversi in questa scelta? MyOriento è la risposta di MyEdu a questi dubbi, una sezione di approfondimento dedicata all’orientamento, con utili spunti di riflessione sulle motivazioni che spesso possono influenzare questa decisione. In MyOriento puoi trovare tutte le indicazioni su licei, istituti tecnici, istituti professionali e differenti scuole di formazione oltre a utili strumenti per provare a compararle. Un percorso necessario per prendere una decisione serena e consapevole.

“Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere”
James Joyce
L’Orientamento pensato “in grande”

La nuova sezione MyOriento si rivolge innanzitutto ai ragazzi al termine del percorso di studi della scuola secondaria di I grado, ma vuole essere uno strumento utile anche per i più grandi, per gettare uno sguardo anche alle tante possibilità post diploma. All’interno della piattaforma digitale ci sono infatti 27 approfondimenti divisi in 18 lezioni e 13 video interviste ai professionisti che raccontano il loro mestiere con semplicità e passione. La sezione dedicata alle testimonianze è organizzata come una sorta di album delle figurine delle professioni, dove, dalla voce reale degli intervistati, vengono offerti preziosi consigli ai ragazzi. Dalla neurobiologa all’avvocato, dallo chef al programmatore, passando per le professioni più varie, elettrauto, pedagogista, manager, redattore, gemmologo e infermiere: tutti raccontano la loro giornata lavorativa nei suoi aspetti più interessanti – ma anche più difficili – e ripercorrono il percorso di formazione che li ha portati alla loro posizione attuale. L’obiettivo di MyOriento è aiutare i ragazzi ad affrontare scelte non facili, come quelle inerenti al proprio percorso formativo, in maniera consapevole, con il giusto grado di serenità e di entusiasmo.

Le decisioni sono un modo per definire se stessi. Sono il modo per dare vita e significato ai sogni. Sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo.

Dalai Lama

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