Catalogo AbruzzoOK_Abruzzo 23/09/12 19.16 Pagina 34
Tav. XIII. Capestrano (AQ) cortile del Castello
Note: 1 - G.URBANI [d’ora innanzi, G.U.], Per una archeologia del presente, «Il Punto» IX.26 (20 giu. 1964), p. 21. (= in ID., Per un’archeologia del presente, Intr. e a c. di B. Zanardi, Prem. di G. Agamben («Attualità di Giovanni Urbani»), Postfaz. di T. Montanari, Milano, Skira 2000, pp. 205-207), bibliografia gen. degli scritti di G,.U, di B. Zanardi (pp. 253.270). Su Urbani, figura di cui si sta finalmente risarcendo il ruolo di maggior teorico (con Brandi) del restauro nel secolo appena chiuso, producendo però Urbani (a differenza di Brandi) un pensiero anche attento (a differenza di Brandi) a darsi «corpo di azione tecnica attraverso l’elaborazione dei suoi piani per la conservazione preventiva e programmata del patrimonio artistico in rapporto all’ambiente, cfr., B. ZANARDI, Il restauro. Giovanni Urbani e Cesare Brandi due teorie a confronto, intr. di S. Settis, Skira, Milano, 2009; ID., Per un’archeologia, cit.; in part. in Il restauro, cit, v. R. LA CAPRIA, Il mio amico Giovanni, ivi, pp. 191-197; G. AGAMBEN, Il daimon di Giovanni, ivi, pp. 199202); J. RASPI SERRA, La genesi della Teoria del restauro, ivi, pp. 203-210. Si parla inoltre di inoltre Urbani in C. BON, Restauro made in Italy, Electa, Milano, 2006, pp. 97-144 («Giovanni Urbani e la trasformazione dell’Icr (1973-1983)»; in una mia convers. con Giorgio Torraca, B.Z. & G.T., Uno sguardo sul restauro dagli anni ‘50 del Novecento a oggi, «Il Ponte». 10 (2011), pp. 92-116 (= in «Atti della ‘Giornata di studi in onore di Giorgio Torraca’», Città del Vaticano, 3 dic. 2012, c. st.); e in una mia convers. con Walter Conti e Enzo Tassinari, B.Z., Giovanni Urbani e la fondazione delle moderne foderature. Una conversazione con Walter Conti e Enzo Tassinari, «Bollettino dell’Istituto [centrale] del restauro», c.so st.. Ha studiato la figura di Urbani, parlandone nel solito modo intelligente e affettuoso, come lei è, Silvia Cecchini nella sua ‘tesi di dottorato’ discussa nell’a. acc. 2007-2008 (Storie di manutenzione del patrimonio culturale. Uso, valore, affezione, tutor il prof. Massimo Montella) e in La ‘apertura sul futuro’ della Teoria del restauro. La lezione di Brandi letta da Giovanni Urbani, in Arte e memoria dell’arte, Atti delle Giornate di studio (Viterbo, Università degli Studi della Tuscia, 1-2 luglio 2009) a cura di Maria Ida Catalano e Patrizia Mania, Gli Ori, Pistoia 2011, pp. 235-248. Racconta Giovanni Urbani nella vita il suo amico di sempre Raffaele La Capria, in L’estro quotidiano, Milano, Mondadori, 2005; Id., America 1957, a sentimental journey, Nottetempo, Roma, febb. 2009; Id., Un amore al tempo della Dolce Vita, Gransasso, Roma, ott. 2009 (gli ultimi due vol. sono dedicati, a stampa a Urbani: in part, nel secondo: «a Giovanni che ho cercato di far rivivere per non vederlo scomparire nel nero abisso dove finiscono tutte le stelle che brillarono, una volta», come La Capria scrive nel secondo dei due libri di ‘nottetempo’, p 7). Di passaggio cito infine la tesi di laurea discussa nel novembre del 2004 da Alfonsina Perrotta (Giovanni Urbani storico dell’arte, direttore dell’Istituto centrale del restauro. Un profilo biografico e bibliografico, anno acc. 2003/2004, Seconda Università di Napoli, Facoltà di Lettere, Corso di laurea in Conservazione dei beni culturali, Rel. R. Lattuada, Corr. R. Cioffi, [voll. I-II]). 2 - Una antologia degli scritti di ‘Urbani critico dell’arte d’oggi’, con annessa una bibliografia generale dei suoi scritti, in Per un’archeologia, cit. 3 - Su Urbani e Heidegger, cfr. B.Z., Il restauro, cit., in part. p. 25 ss.; G. AGAMBEN; Il Daimon, cit.; ID., Premessa. Attualità di Giovanni Urbani, in G.U. Per un’archeologia, cit., pp. 9-21, Per un’archeologia, cit., pp. 10-21; B.Z., Introduzione, ivi, 23-89: 33 ss.; G. TRAVAGLINI, Giovanni Urbani: pensare l’esperienza dell’arte in dialogo con Martin Heidegger, c.s. st. 4 - M. FOUCAULT, Le parole e le cose. Un’archeologia delle scienze umane [1966], con un saggio critico di G. Canguilhem, trad. di E. Panaitescu, Rizzoli, Milano, 1967, p. 13; ma v. anche, sempre di Foucault, L’archeologia del sapere [1969], trad. di G. Bogliolo, Rizzoli, Milano, 1971. 5 - G. AGAMBEN, Signatura rerum. Sul metodo, Bollati Boringhieri, Torino, 2008, pp. 7-8 («Avvertenza»): p. 7 (la dichiarazione sul ‘debito’ da Foucault), p. 8 (la citaz. in infratesto). 6 - ID., L’uomo senza contenuto (1970), Quodlibet, Macerata 20055, p. 7. 7 - G.U., Per una archeologia, cit, p. 21. 8 - ID., G.U., La parte del caso nell’arte d’oggi (1960), «Tempo presente», 7 (1961), pp. 491-499 (= in, ID., Per un’archeologia, cit., pp. 93-107. Il saggio ebbe anche una edizione francese, Le rôle du hasard dans l’art d’aujourd’hui, «Diogène» 38 (AvrilJuin 1962), pp. 116-133) e una inglese, The Role of Chance in Today’s Art, «Diogenes» 38 (1962), pp. 112-130. 9 - La trad. in it. di questo ‘Manifesto’, si legge in M. DE MICHELI, Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli, Milano, 1986, pp. 322-343 («Primo manifesto del surrealismo»[1924]): 330 10 - La citaz. in F. ARCANGELI, Lo spazio romantico, «Paragone» 271 (1972), pp. 3-26: 9 (= in ID., Dal Romanticismo, cit., (vol. I), pp. 3-22: 8). 11 - G.U., La parte del caso cit., p. 492; (= in Per un’archeologia, p. 95). Il ragionare di Urbani appare in sintonia piena con la celebre conferenza di sulal tecnica tenuta da Heideggr a Monaco nel 1953, La questione della tecnica (1953), in ID., Saggi e discorsi (1954), a c. di G. Vattimo, Mursia, Milano 1976, pp. 5-27. 12 - G.U., La parte del caso cit., p. 493 (= in Per un’archeologia, p. 96). 13 - Ivi, p. 495 (= in Per un’archeologia, p. 100 s.). 14 - Tratto l’arg. anche nel mio Il restauro, cit., p. 146 ss.; su Brandi e l’estetica, cfr., ad es., E. GARRONI, Arte e vita. Note in margine all’estetica di C. Brandi, «Giornale Critico della Filosofia Italiana» 1 (1959), pp. 123-137; Brandi e l’estetica, «Supplemento degli Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo», a c. di L. Russo, Luxograf, Palermo 1986; M. CARBONI, Cesare Brandi. Teoria e esperienza dell’arte (1992), Jaca Book, Milano 20042; M. CORDARO, Intro-
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duzione, in C.B., Il restauro. Teoria e pratica, Ed. Riun., Roma, 1994, pp. XI-XXXVI; P. D’ANGELO, Cesare Brandi. Critica d’arte e filosofia, Quodlibet, Macerata 2006. 15 - G.U., Il restauro e la storia dell’arte, «Bullettin du Ciha», II [avr.-ju.-sept. 1967 [‘Actes du XVIIIime Congrès International d’Histoire de l’Art (nr. spécial)], pp. 7-8; G.U., Intorno al restauro, a c. di B. Zanardi, Skira, Milano, 2000 (Il restauro e la storia dell’arte è qui alle pp. 15-18). 16 - G.U., Intorno, cit. Circa il mio ruolo di curatore del vol., fu lo stesso Urbani a affidarmelo negli ultimi tempi della sua vita. 17 - C.B., Il restauro dell’opera d’arte secondo l’istanza estetica o dell’artisticità, «Bollettino dell’Istituto centrale del restauro» 13 (1953), pp. 3-8: 3 (n.); l’ed. maior, C. BRANDI, Teoria del Restauro. Lezioni raccolte da L. Vlad Borrelli, J. Raspi Serra, G. Urbani, con una bibliografia generale dell’autore, Ed. di Storia e Letteratura, Roma 1963. Testimonianza diretta del farsi della Teoria rende Joselita Raspi Serra, che lo stesso Brandi chiamò per farsi aiutare nella redazione del volume, nel mio, Il restauro, cit., pp. 215-225. 18 - ID., C.B., Cosa debba intendersi per restauro preventivo, «Bollettino dell’Istituto Centrale del Restauro», 27-28 (1956), pp. 87-92. Perché citata subito sotto, nel testo, giudico ridondante indicare la collocazione dei 4 capp. di quella prima Teoria del restauro. 19 - ID., C.B., Una amicizia vera, pugnace, in Don Giuseppe de Luca. Ricordi e testimonianze, a c. di M. Picchi, Morcelliana, Brescia 1963, pp. 66-68: 67 sg. Come mi raccontò Urbani, il forzato abbandono dell’ICR da parte di Brandi fu causato dalla scoperta di alcuni ammanchi amministrativi con cui Brandi ovviamente nulla aveva a che fare: e non entro in ulteriori dettagli, ad es., i costi umani, altissimi, di contorno a questa vicenda. Sulla figura di Don De Luca, L. MANGONI, In partibus infidelium. Don Giuseppe De Luca: il mondo cattolico e la cultura italiana del Novecento, Einaudi, Torino 1989. 20 - G.U. Il restauro, cit., p. 16. «Restaurare un edificio non è conservarlo, ripararlo o rifarlo, è ripristinarlo in uno stato di completezza che può non essere mai esistito in un dato tempo», in Eugéne Viollet-le-Duc, Dictionnaire raisonné de l’architecture française du XIe au XVIe siècle, VIII (1866), pp. 14-34 (s.v. «Restauration»], ed. ant. a c. di 15; l’intera voce, in italiano, in Id., L’architettura ragionata. Estratti dal Dizionario, intr. e a c. di M.A. Crippa, Jaca Book, Milano 20022, pp. 247-272: 248. 21 - E. BUZZEGOLI, Relazione sul restauro del dipinto, in Il tondo Doni di Michelangelo e il suo restauro, Cat. della mostra, Firenze, Galleria degli Uffizi, dal 7 dic. 1985, Centro Di, Firenze, 1985, [«Gli Uffizi. Studi e Ricerche. 2» (1985)], pp. 57-70: 66. 22 - BRANDI, Teoria, cit., p, 102. 23 - Nel merito dell’influenza dei risultati estetici dei restauri sull’arte contemporanea, riferisco un aneddoto che devo all’amica Diana De Feo. Le raccontò anni fa l’attuale proprietario della «Malcontenta», l’architetto Antonio Foscari, che il definitivo passaggio dall’arte formale all’arte astratta di Mark Rothko si dovette a una permanenza dell’artista nella villa di Palladio subito dopo la seconda guerra mondiale. Rothko vi trovò le pareti orfane dell’originaria decorazione a fresco di Giovan Battista Franco e Giovan Battista Zelotti, perché strappata dai ladri nel periodo in cui la villa rimase abbandonata durante la guerra. Come sempre accade dopo uno strappo, sulle pareti erano tuttavia rimaste, le pallide impronte dei colori originali: nel caso quelli ancora sontuosamente caldi degli affreschi manieristi rubati. Ciò che, sottolinea Diana De Feo, rende non più misterioso il titolo dato nel 1947 da Rothko al suo primo quadro tonale: «Muro». 24 - Ivi, p. 57. 25 - S. CASSESE: I beni culturali da Bottai a Spadolini (1975), in L’Amministrazione dello Stato, a c. di S.C., Giuffrè, Milano, 1976, pp. 153-183:173); ma cfr. anche M.S. GIANNINI, La legge di tutela e il Ministero dei beni culturali (1990), in B.Z., Conservazione, restauro e tutela, Skira, Milano, 1999, pp. 81-86: 82; ID., La mancata tutela del patrimonio artistico, «Rivista trimestrale di diritto pubblico», 2 (2011), pp. 431472: 450 ss. 26 - G.U., Restauro, conservazione, e tutela del patrimonio artistico (1989/90), in B.Z., Conservazione, restauro, cit., pp. 53-62: 61; ha posto Brandi la sua Carta del restauro del 1972 in appendice alla ristampa della Teoria del restauro realizzata da Einaudi nel 1977, pp. 131-154. 27 - ID., Il restauro e la storia, cit., p. 16. 28 - G.C. ARGAN, Restauro delle opere d’arte. Progettata istituzione di un Gabinetto centrale del restauro (1938), in MIBAC. UFF. STUDI, Istituzioni e politiche culturali in Italia negli anni trenta, a cura di V. Cazzato, introduzione di S. Cassese, Roma, ISPZ, 2001, (I), pp. 264-270; ma su questa vicenda cfr. anche B.Z., La La mancata, cit., p. 440 ss. 29 - Ivi, p. 18. 30 - Ho sottolineato spesso l’importanza del ruolo svolto da Rotondi all’Icr e del suo rapporto professionale e d’amicizia con Urbani, in part. v. la mia Introduzione, in G.U., Per un’archeologia, pp. 30 ss.; ma cfr. anche C. BON, Restauro made in Italy, Electa, Milano, 2006, pp. 59-96 («Varianti in corso d’opera: la direzione di Pasquale Rotondi [1961-1973]»).. Per un’ulteriore bibliografia su Rotondi, B.Z., Come nascosi in guerra per 5 anni, 3 mesi e 8 giorni 13 Tiziano, 17 Tintoretto, 4 Piero della Francesca e oltre 500 capolavori dei musei italiani, «Il Giornale dell’Arte» IX, 86 (febb. 1991). pp. 36-37; G. Di Ludovico, Urbino e Pasquale Rotondi (1939-1949), QuattroVenti, Urbino, 2009.