MPN dicembre 2009

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NEWS

Anno III n. 11 - Dicembre 2009 - spedizione A. P. Art. 2 Comma 20/C Legge 662/96 - Filiale di Macerata - Taxe Perçue - PERIODICO EDITO DA MULTIRADIO Autor. Trib. di Macerata n.466/07 del 23 Aprile 2007 - Direttore Responsabile: Roberto Scorcella - Progetto grafico: K-Brush Tolentino - Stampa: Tipografia San Giuseppe

Per un 2010 di vera rinascita... AUGURI TOLENTINO!

RISCOPRIRE IL PIACERE DI DARE intervista a Gabriella Brandi Martarelli

di Roberto Scorcella Finalmente siamo arrivati alla fine di questo tremendo 2009. E' stato l'anno in cui la crisi economica mondiale ha fatto sentire duramente i suoi effetti anche da noi. E' stato l'anno in cui le pagine dei giornali sono state riempite da notizie allarmanti sulla situazione di tante aziende locali, da Pelletterie 1907 a Poltrona Frau fino ad arrivare alla recentissima crisi della Lapredil. Ma questi sono stati soltanto i nomi noti, quelli che hanno fatto notizia, mentre sono state decine e decine le piccole aziende che hanno chiuso i battenti, tanto che i freddi numeri parlano di oltre 800 posti di lavoro persi nella nostra città in questo terribile anno. E la politica poco ha fatto per cercare di migliorare la situazione. Anzi, ci siamo inventati anche un nuovo centro commerciale! Il 2009 è stato anche l'anno in cui lo stile di Press News è diventato un qualcosa da imitare; l'anno in cui l'informazione ufficiale ci ha inondato di vagonate di escort e trans per cercare di distoglierci dai problemi reali; l'anno in cui il presidente degli Stati Uniti ha ricevuto il Nobel per la Pace nel giorno in cui firmava l'invio di nuove truppe in Afghanistan; l'anno in cui si è continuato ad uccidere innocenti in nome di una non meglio precisata "superiorità culturale". Ce ne sarebbero altre mille di brutture da cancellare del 2009 che finalmente sta per finire. Per quanto ci riguarda il 2010 sarà foriero di novità importanti, a partire dalla nuova veste grafica del Press News che arriverà nelle case a gennaio. Nel 2010, inoltre, concretizzeremo finalmente il premio letterario intitolato a Piero Ciarapica, del quale la giuria ha già nominato i vincitori, slittato per questioni burocratiche non dipendenti dalla nostra volontà. E l'ultimo omaggio a Piero, curato da Enzo Calcaterra, lo potete già trovare in libreria. Tornando a monte, forse per i consumi quello che sta per arrivare non sarà un Natale come gli altri anni. Ma non è questo che preoccupa. L'importante è che nell'animo resti viva la speranza con la certezza che dopo il temporale torna sempre il sereno. Questo è l'augurio che ci facciamo e vi facciamo per un 2010 che segni l'inizio di una rinascita vera, non UZIONE solo economica. DISTRIBTUITA

7500 COPIE GRA

anno III n°11 - dicembre 2009

Gabriella Brandi Martarelli appartiene ad una categoria di persone che oggi non si trovano più facilmente. Figlia del commendator Brandi e dell'unica figlia di Nazareno Gabrielli, la signora Clara, è vedova dell'ingegner Bruno Martarelli, nome legato indissolubilmente a Conceria del Chienti. Elegante, colta, raffinata eppure con lo sguardo sempre rivolto alle persone più bisognose, parlare con la signora Gabrielli della nostra Tolentino è stata un'esperienza affascinante. "Nella mia vita ho avuto modo di vedere tanti cambiamenti. Se affrontiamo il discorso aziende, ci sono tantissime differenze fra ieri e oggi. Io ricordo che alla Nazareno Gabrielli c'era un'aria di familiarità incredibile. Le operaie erano come sorelle per me. Oggi questa cosa non esiste più, neanche lontanamente. Vedevo mia nonna: mai toccarle le "sue" operaie, le "sue" figlie. Essendo tutte donne, parecchie delle quali giovani, capitava talvolta che qualcuna avesse un mancamento. La prima cosa che faceva mia nonna, in

quanto c'era una porta del laboratorio che comunicava con gli appartamenti ai piani superiori (stiamo parlando dello storico palazzo in viale Cesare Battisti, n.d.r.), faceva subito portare di sopra la ragazza e la faceva stendere sopra il suo letto e non le faceva mancare nulla. C'era una presenza, come se mia nonna fosse veramente, in modo spontaneo una mamma per queste operaie. Da parte di tutti i dipendenti, a loro volta, c'era un affetto straordinario verso i miei nonni. C'era una complicità fra tutti, me compresa nel periodo in cui ci ho lavorato, che oggi non si riscontra da nessuna parte. Quando un operaio o un'operaia pensava di acquistare una casa e di dover fare un mutuo e non avevano il coraggio di dirlo a mio padre e lui veniva a saperlo da terzi, mio padre li faceva chiamare e li ammoniva di non buttare soldi perchè glieli avrebbe prestati lui quei soldi senza fargli pagare interessi. Questo per dire che c'era un legame quasi di sangue oserei dire, ci si sentiva a casa propria. C'era una partecipazione incredibile

che per me era normale e pensavo che sarebbe stato sempre così. Nel tempo mi sono accorta invece che questo ambiente così familiare è scemato sempre di più". Ma anche la gente è diversa... "Sì, ma non posso dire che sia più cattiva. O perlomeno una parte di buono dentro le persone è rimasta. Quella che è venuta fuori oggigiorno, e che prima io non sentivo, è un'invidia terrificante. E' un qualcosa che massacra tutti. la persona che invidia diventa impossibile e non fa qualcosa di bene a se stesso. Più che altro si fa del male, non realizza niente ma innesca certi meccanismi estremamente perversi. Quando ho sentito della crisi, la mia prima preoccupazione è andata per quelle persone che hanno bisogno di lavorare e che rischiavano di perdere il lavoro. Io non capisco quelli che hanno già tanti soldi e cercano di farne ancora. Ma dove pensa di portarseli i soldi questa gente che quando si potrebbe fare beneficenza passano alla larga dai banchetti che allestiamo in piazza? Invece magari vengono a fare la loro offerta dei vecchietti che contano a fatica gli spicci che hanno in tasca. Chi dà sono sempre le stesse persone: quelli che non possono. E' facile andare a chiedere da chi sai che ti dà: io vorrei, in primis, che chi sta nel sociale avesse il coraggio di andare a bussare dove ci sono tanti soldi, di riuscire a far capire l'importanza di donare. Finchè andremo a chiedere alle persone che arrivano a malapena alla fine del mese non si risolverà mai niente. Dobbiamo far riscoprire il piacere di dare, ma non perchè ti viene chiesto... E la cosa più difficile è riuscire a dare a una persona che ti ha fatto del male". Una battuta sulla nostra Tolentino attuale. Come la vede? "Peggio di così non la potrei vedere. E su questo sono intransigente. Non è possibile che questa nostra città sia ridotta così. Dispiace, perchè ho vissuto una Tolentino che era una chicca. E non sono passati secoli...". E ricorda sindaci come Paolo Pace, Luigi Mari... Altri tempi. Purtroppo.

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