NUOVI EQUILIBRI Leggerezza e sciabilità. Due parametri fondamentali che da sempre comportano dei compromessi. Ecco le interessanti osservazioni di Dominik Pretti: «Le Guide alpine stanno aprendo la strada a un nuovo equilibrio tra peso e prestazione, meno focalizzato sulla leggerezza in assoluto e più sulla sicurezza e sulla sciabilità. Naturalmente è vero che la leggerezza è importante e viene presa sempre più in considerazione. I nostri rider erano abituati a sci attorno ai due chili per asta e, passando ad attrezzi ‘touring’, cioè di pari dimensioni ma più leggeri, dicono che bisogna ripensare a come si scia. Dopo un po’ ritrovano ancora prestazioni simili a prima, ma con un rapporto diverso tra decisione e fluidità di guida che privilegia quest’ultima».
pensavamo a cose nuove, diverse, e alla massima qualità. Eravamo due/tre marchi con sci sciancrati e noi producevamo già attrezzi larghi per gli standard dell’epoca. Abbiamo anche avuto contatti con una grande azienda interessata alle nostre idee, ma loro puntavano alla quantità, noi alla qualità. Invece siamo arrivati a collaborare con Nanni Tua tramite un'azienda italiana: ne abbiamo rilevato la produzione in Tunisia, saldato i vecchi conti, salvato tutti i relativi posti di lavoro e le competenze, investito in macchine nuove. Ora siamo soci maggioritari
Uno scorcio dello showroom di Movement
e l'impianto produce anche per altre tre case». Potete spiegarci meglio il vostro concetto 'free'? «Vedi la mela? È quella di Guglielmo Tell. La mela è la storia svizzera. La similitudine con la mela di Apple poteva essere rischiosa ma… ci siamo identificati bene! Copriamo il mondo free-ski. Il piacere di sciare prevede di usare il prodotto che si adatta a te per la pratica che ti piace: quindi non solo scialpinismo, ma anche freeride, freetouring, telemark, park, freestyle. Questo è il nostro punto di forza:
NANNI TUA E QUELLA MANO DI MADE IN ITALY
in ogni area del mondo interessa sempre qualcosa che nella gamma Movement c'è. Siamo alla base della diversificazione dell'offerta odierna. Prima di Movement nessuno faceva uno sci largo e leggero e una volta un produttore specializzato nello scialpinismo aveva due, massimo tre modelli: uno/due touring e uno da gara. Oggi nel touring possiamo offrire dalle sei alle otto scelte e ora anche nel freeride».
ricerca siamo in cinque. Abbiamo già provato tanti elementi sullo snowboard e cerchiamo di applicarne gli adattamenti agli sci. Sul rocker, per esempio, avevamo già le nostre idee. Abbiamo lasciato i tentativi eccessivi ad altri, abbiamo preferito ragionarci di più e alla fine rieccoci ancora qui. Anche se in generale tutto lo sviluppo di un prodotto nuovo parte da un’esagerazione che poi si riduce».
Come nasce l'idea di un nuovo modello e come lo sviluppate? «'Movement', movimento, identificava da subito la nostra diversità nel fare cose nuove in un mondo che era statico… perfino nella grafica degli sci! Oggi nel reparto
Quali sono gli elementi costruttivi fondamentali e comuni alla produzione Movement? «Il legno, sempre! A cui si aggiungono topsheet di materiali plastici differenziati in materia prima, tramatura, spessore e trattamento
ALCUNE DELLE INNOVAZIONI PRESENTI SUGLI ATTREZZI PRODOTTI NELLO STABILIMENTO MOVEMENT IN TUNISIA SONO STATE MESSE A PUNTO E PERFEZIONATE NEGLI ANNI DAL BIELLESE NANNI TUA Dietro a uno sci di successo ci sono sicuramente macchinari e aziende ‘hi-tech’ ma la mente e la mano sono ancora fondamentali. Il responsabile della produzione di Movement, nello stabilimento a 35 chilometri da Tunisi, è Nanni Tua. Piemontese, ha iniziato a costruire sci a fine anni Sessanta, nello stabilimento di famiglia a Occhieppo (Bi). Ha fatto tutta la trafila, dal reparto alla direzione della gloriosa Vittor Tua («Vittor era un nome di fantasia nato negli anni ’40»), famosa per gli sci da skialp e da telemark. Come si trova ora alla Movement questo ‘homme de ski’? «Dopo l’esperienza di Tua sono diventato direttore di questo stabilimento che era della DRP, ex Spalding e produceva
anche per Movement che nel 2004 l’ha acquistato. Sono in Tunisia dal 2000». Quindici anni a produrre attrezzi da neve in un Paese senza cultura della neve e attraversato dai venti rivoluzionari di qualche anno fa… «È vero che qui non c’è tradizione alpina, ma è un vantaggio, perché i nostri operai devono imparare il lavoro dalla base, senza avere già delle conoscenze che a volte possono influenzare il processo; all’inizio naturalmente abbiamo dovuto investire un po’ di tempo, ma oggi le nostre maestranze ce le teniamo ben strette ed è per questo che guadagnano di più di un normale operaio tunisino. Quanto alla rivoluzione, noi abbiamo
perso un solo giorno di lavoro». Osservando i Tua Excalibur, di fine anni Settanta, si ritrovano innovazioni oggi presenti su tanti sci, anche Movement, per esempio sciancratura accentuata rispetto ai canoni tradizionali, fianchi inclinati, profilo variabile, spatola capiente… come mai? Nanni Tua ha un’opinione molto chiara sull’argomento e non la nasconde: «Eravamo in anticipo sul mercato, soprattutto quello dello skialp, che non era pronto e allora voleva il solito sci che costasse il meno possibile, per questo abbiamo stretto il centro e lasciato certe dimensioni solo sui modelli da telemark». È comunque vero che molte delle innovazioni
introdotte da Nanni Tua continuano a fare scuola: «Per esempio ora lavoro su due scatole di torsione, facendo intervenire fibre longitudinali e trasversali per distribuire meglio le forze, come avveniva già negli ultimi anni in Italia». Il processo che porta alla produzione di uno sci Movement è soprattutto un lavoro d’equipe e ce lo conferma Tua: «Lo sviluppo la sciabilità, le caratteristiche, però lo shape arriva dalla Svizzera; facciamo un lavoro abbastanza artigianale, certo le fibre sono più leggere di una volta, è arrivato il carbonio, il legno è più leggero, c’è il controllo numerico. Però il sistema di lavoro alla base di un buono sci è sempre lo stesso».