Monsub Magazine n°1 |Monsub Anno Zero

N°

MAGAZINE

MONSUB ANNO ZERO

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SOMMARIO

Lettera del presidente

RUGBY SUBACQUEO

Nuova scommessa agonistica

pag. 5

DISABILITA’

Un mare di libertà

ATTREZZATURA

Scelta erogatore subacqueo by Bonifazi

NELLA MINIERA SOMMERSA by Scubazone Un tuffo nel blu

FOTOSUB

A scuola di fotografia con Maurizio Cucchiara

CACCIA SUBACQUEA

In agguato sul fondo

RELITTI

Naufragio della nave cargo “Potho”

La voce del biologo

APNEA PROFONDA

Lanzarote: 1° Memorial Luigino Ceppi

BOMBOLE

C’è aria di “Novità”

ACQUATICITA’

Da sasso a pesce

CONCORSO VIDEO Monsub Today

APNEA INDOOR

Immersioni in libertà

pag. 6

pag. 8 pag. 11

APNEA PROFONDA

BIOLOGIA

pag. 4

pag. 12

pag. 14

pag. 18

pag. 22

pag. 28

pag. 30

pag. 32

pag. 36

pag. 38

pag. 38

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LETTERA DEL PRESIDENTE Cari soci, è con estremo piacere che apro questo primo numero di Monsub Magazine, dando l’avvio ad un nuovo modo di incontrarci.

Credo che i tempi siano maturi per proporci un’alternativa nel ricevere informazioni della vita della nostra Associazione.

In accordo con il Consiglio siamo ad inaugurare il nostro “Magazine”.

MONSUB MAGAZINE Indubbiamente il primo numero (o numero zero) riguarderà senz’altro un arco di tempo più ampio, ma, l’intenzione è di creare un trimestrale che vi arrivi a casa (per ora sul web), per tenervi aggiornati sulle nostre attività appena svolte o da svolgere a breve.

Il Monsub Magazine fornirà notizie da tutti i settori del Club, e chiaramente, ha bisogno del supporto di tutti, è quindi un invito quello di indirizzare al club qualsiasi informazione riguardi l’Associazione.

Alle notizie che ci arriveranno dalle varie branchie del Club, aggiungeremo informazione e curiosità prese da altri giornali, compreso quello che dicono di noi i media, ci sarà la pagina del “Biologo”, del pescatore ed anche del “Bomboloide”, per riprendere un termine caro al buon Matteo Sbaffi.

E’ superfluo ricordare che tutti siete invitati a scrivere, chiedere e contattare i responsabili del Monsub Magazine per ottenere chiarimenti, risposte e informazione più esaustive sugli argomenti che vi stanno a cuore.

A questo punto vi invito a sfogliare il Magazine e a comunicare il vostro giudizio Una stretta di pinne

Il Presidente Domenico Alessandrini

CONSIGLIO DIRETTIVO MONSUB PRESIDENTE Domenico Alessandrini VICE PRESIDENTE Samuele Mosci CONSIGLIERI Matteo Sbaffi, Pino Petrucci, Anna Maria Boccolini, Andrea Fioretti, Emanuele Pierella, Matteo Fiordelmondo, Gian Luca Santarelli, Paola Perlini, Dario Gattini

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NUOVA SCOMMESSA AGONISTICA RUGBY SUBACQUEO

Da ormai un anno e mezzo in casa Monsub si gioca a Rugby Subacqueo.

Ma cos’è esattamente il Rugby Subacqueo? Semplice, è l’unico sport in cui i giocatori possono interagire in tutte e 3 le dimensioni. Si gioca con una palla riempita di acqua salata (quindi in piscina va lentamente a fondo) che deve essere messa all’intero di due canestri posizionati ai lati opposti sul fondo della piscina (tra i 3.5 ed i 5mt di profondità). Si gioca 6 contro 6 e, come richiama

bene il nome, lo scontro fisico è assolutamente ammesso.

Il primo appuntamento ufficiale affrontato dalla squadra Jesina sono stati i Campionati Italiani a Milano lo scorso Febbraio. Ma è al secondo appuntamento che i Monsubbini tirano fuori tutta la grinta e la voglia di vincere che hanno nel sangue. Capitanati dall’inossidabile Mosci Samuele portano a casa un meritatissimo 4° posto al Trinations League di Bergamo svoltisi sabato 08 settembre. Il Trinations è un torneo internazionale in cui gli

Jesini si sono dovuti misurare con squadre come Barcellona, Bordeaux, Lucerna (e molte altre).

Per il futuro i Monsubbini si stanno preparando per i prossimi Campionati Italiani, ma il sogno di tutti i componenti della squadra è la convocazione da parte della Nazionale Italiana per partecipare ai Campionati del Mondo che si svolgeranno a Graz (Austria) a Luglio 2019.

Attualmente degli Jesini solo il capitano Mosci dal 21 al 23 settembre insieme alla nazionale Italiana ha partecipato ad un torneo tra nazioni l’OCEC svoltosi a Vienna.

Gli italiani hanno conquistato un buon 5° posto vincendo la finale 5°/6° posto contro la nazionale Inglese. Samuele va a collezionare la seconda convocazione della sua carriera che lo mette tra i possibili convocabili per i Campionati Mondiali 2019.

Samuele Mosci

Squadra Monsub di Rugby Subacqueo

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DISABILITA’

UN MARE DI LIBERTA’ Un ringraziamento speciale, dall’Organizzazione di Volontariato Scuba Handicap e Unità Spinale, Santa Corona di Pietra Ligure (SV) promotori dell’evento.

Patrocinato dal comune di Noli, promosso da: Dr.ssa Flavia Giorano, Dr.ssa Piera Barisone, Dr.ssa Elisa Anemone, Dr.Fracesco Pollero.

Supportato integralmente dal team nella persona di Giancarlo Bonazzoli istruttore PADI referente DNA Divertiamoci negli Abissi di Mantova, in simbiosi al signor Domenico Alessandrini Trainer CMAS, promotore attivo di MONSUB Jesi (AN), e Terapista Dott. Sergio Mandraccia.

Sponsor per il Sociale: Bottodi, Divenjoy, Mediolanum, Sterilgarda.

OBIETTIVO La giornata era rivolta a tutti subacquei e non, con innanzitutto il coinvolgimento dei partecipanti a comprendere e condividere le esigenze e le problematiche dei diversamente abili al fine di entrare in “simbiosi” con loro e poter quindi affrontare il battesimo e l’immersione in maniera sicura.

PARTECIPANTI Amici provenienti dal territorio Nazionale: Lazio, Toscana, Marche, Lombardia.

Il direttore Massone Antonino Unità Spinale Santa Corona, ha descritto l’argomento partendo dal presupposto che anche i diversamente abili si immergono avendo come base le nozioni e i metodi comportamentali che assicurano le immersioni in sicurezza e che caratterizzano questa attività esattamente come i normo-dotati.

Questo principio è stato poi ripreso e messo ulteriormente in evidenza da Romeo Iannone

Romeo Iannone pres. Scuba Handicap

Trainer CMAS e responsabile di Scuba Handicap.

PROVA SUBACQUEA Per affetti da varie patologie; amputati, non vedente, paraplegia, sclerosi multipla I partecipanti hanno manifestato soddisfazione ed apprezzamento nei confronti del metodo adottato dal team per la modalità di comunicazione del tutto naturale anche quando le prove del battesimo subacqueo venivano eseguite, con esecuzione del tutto naturale

Foto di gruppo dei partecipanti all’evento “Scuba Handicap”, Noli (SV) 29 settembre 2018

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per garantire maggiore confort per godere la visione del NEMO’S GARDEN e successivo incontro con i cavallucci di Noli.

Cosi come la conduzione, eseguita tramite la collocazione di una sorta di cima per conferire una linea-guida utile e sicura, con partenza da riva e arrivo presso il sito.

Immersione effettuata con immensa maestria dal caro amico Fabio Principi, “Ipovente del Monsub”, seguito da diversi subacquei esperti e non, attratti e desiderosi di conoscere questa nuova pratica, al fine di ampliare il bagaglio professionale colmo di esperienze, apprendendo tramite la visione offerta gratuitamente, quella di alimentare una libertà priva di barriere.

Anche in questo caso i partecipanti, hanno apprezzato la fluidità del team nel trasferire le emozioni in un linguaggio di facile comprensione anche per i non addetti.

CONCLUSIONI Questi incontri sono utili per socializzare con amici meno fortunati di noi per consentire e rafforzare la pratica e lo sviluppo del nostro sport acquatico.

Concetti di grande importanza espressi dal Sindaco di Noli,

Dott. Giuseppe Niccoli è stato il messaggio appreso dai partecipanti circa la necessità di entrare in sintonia, immedesimarsi ed integrarsi perfettamente con le disabilità, in modo da prevenire

un isolamento Sociale.

Le esperienze e le conoscenze condivise durante il percorso lavorativo in qualità di Medico continua il Niccoli, hanno posto in evidenza ed analizzato sia le caratteristiche legate alle patologie inerenti le varie disabilità, che le ripercussioni delle stesse nella pratica per la conduzione di vita rispettosa; tutto ciò consentendo la crescita e la presa di coscienza di questa realtà che vuole essere strumento utile a contribuire all’abbattimento delle barriere non solo architettoniche ma soprattutto mentali.

Romeo Iannone

Fabrizio Principi “Ipovedente”

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ATTREZZATURA

LA SCELTA DEL E RO G ATO R E SUBACQUEO

di Marcello Polacchini www.marpola.it Consigli sugli erogatori Quando si parla di erogatori per immersioni subacquee parliamo di solito del set completo, cioè dell’octopus... costituito da un primo stadio, da fruste flessibili, da un secondo stadio principale e un secondo stadio di emergenza e a volte una console con gli strumenti (che può includere manometro, profondimetro, bussola o, eventualmente, un computer subacqueo) Tutti questi componenti possono essere acquistati individualmente, o si possono acquistare a pacchetti già pre-assemblati da noi o pacchetti da poter assemblare a tuo piacimento, scegliendo tra tutte le tante opzioni possibili, compresa la scelta delle fruste miflex, delle lunghezze e dei colori, le nostre confezioni soddisfano sia i subacquei ricreativi che i tecnici.

Quando si tratta di scegliere il tipo di erogatore è molto importante tenere a mente il tipo di immersione che si intende fare e in quali ambienti effettuerete le immersioni. Ad esempio, se avete intenzione di immergervi solo in vacanza, in località tropicali..la scelta dell’erogatore sarà abbastan8

za semplice: magari facendo più attenzione al peso dello stesso.

Se invece si vuol fare immersioni profonde e tecniche la scelta dell’erogatore va decisamente su un modello a membrana bilanciata, sulla scelta di una torretta del primo stadio idonea al tipo di immersioni e bombole utilizzate; se si scende con un bibo è preferibile avere due primi stadi con torretta girevole così come per un sistema sidemount.

Per i subacquei che scendono oltre i 50 metri e in acque con temperature inferiori a 10 ° C è preferibile acquistare erogatori con la certificazione adatta alle temperature basse.

Primo Stadio Il primo stadio è il più importante componente dell’erogatore, esso deve convertire la pressione della bombola (da 300/200 bar) fino a circa 10 bar più rapidamente e stabilmente.

Esso fornisce anche una o due porte di alta pressione che forniscono l’attacco al manometro o eventualmente ad un trasmettitore/sonda per computer subac-

quei.

I primi stadi si dividono in due tipi: a pistone e a membrana I primi stadi a pistone offrono una tecnologia abbastanza semplice ma con delle prestazioni abbastanza soddisfacenti. Il primo stadio a pistone è comunemente quello utilizzato nei diving center poiché non necessita di una accurata manutenzione. Questo erogatore, però, viene penalizzato nelle immersioni dove la temperatura dell’acqua è fredda (ricordiamo che nella subacquea l’acqua si dice fredda dai 10°C in giù), e nelle immersioni dove l’acqua non è molto pulita.

L’acqua fredda non fa bene perché lo stelo del pistone nella camera di bilanciamento, aumentando la richiesta d’aria, aumenta anche lo sfregamento del gas al suo interno, generando così un abbassamento della temperatura accelerando così il processo di congelamento del primo stadio, che incepperà il pistone e quindi l’erogazione dell’aria.

Kit completo erogatori

La stessa situazione potrebbe presentarsi durante le immersioni in acque molto sporche, dove si rischierebbe di bloccare il pistone, inceppandolo, con il sedimento sospeso nell’acqua.

Ricordiamo che tutti i primi stadi, prima di incepparsi definitivamente, hanno un campanello d’allarme, che è l’autoerogazione; aumenta la pressione LP fino a quando il secondo stadio non la sopporta più, cedendo così in un’erogazione continua. Suggeriamo l’uscita immediata dall’acqua.

Il primo stadio a membrana adotta un sistema similare per variare la sua portata d’aria utilizzando sempre la variazione di pressione esterna.

Il primo stadio a membrana non è soggetto a possibili inceppamenti dovuti a temperature estreme né ad acque molto sporche perché comple-

tamente isolato dal contatto con l’acqua, ecco perché si dice che abbiamo la camera secca.

Per una sicurezza maggiore in caso di scelta di un erogatore per immersioni in acque fredde, consigliamo di optare per un erogatore con la certificazione per acque fredde, anche se tutti sono teoricamente funzionanti a temperature sotto i 10°C. L’unica situazione che può mettere in funzione il sistema di sicurezza, cioè l’autoerogazione, è la cattiva manutenzione, ricordiamo di effettuare la revisione del proprio erogatore, a pistone o a membrana, ogni anno e prima di conservarlo per la pausa invernale.

Differenti attacchi del Primo Stadio Esistono due tipi fondamentali di attacco del primo stadio, DIN (fino a 200 o fino a 300 bar) o INT (indicato anche come “Yoke”)

che è testato solo fino a 232 bar.

DIN è un apparecchio molto più recente che sta guadagnando popolarità nel corso degli ultimi anni, in particolare nel settore tecnico. Dove un tempo si limitava a DIN Europa e INT per il resto del mondo, gli attacchi DIN stanno diventando sempre più diffusi rispetto all’INT. Il raccordo DIN fornisce un accoppiamento sicuro alla bombola, facendo combaciare perfettamente l’o o-ring tra la valvola della bombola e il primo stadio.

Primo stadio bilanciato o non bilanciato Entrambi i primi stadi a pistone possono essere suddivisi ulteriormente in tipi bilanciati o non. Sistemi non bilanciati subiscono lo sbalzo della pressione della bombola e le variazioni di profondità, provocando una resistenza respiratoria maggiore. I nuovi modelli hanno contribuito a ridurre notevolmente questa resistenza, ma i primi stadi bilanciati rimangono sempre i più performanti offrendo a qualunque profondità indipendentemente dalla pressione della bombola la stessa intensità d’aria richiesta.

Uscite di alta e bassa pressione L’ambiente destinato all’immersione (acqua calda o fredda), influenzerà il numero di porte del primo stadio di cui il subacqueo avrà bisogno. In acque calde l’erogatore tipico comprenderà il principale se-

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condo stadio, un octopus, una frusta GAV e un manometro / console - tre porte di bassa pressione e una porta ad alta pressione sono necessarie per questa configurazione.

L’acqua conduce la temperatura molto meglio dell’aria, questo il subacqueo lo sa benissimo, il calore corporeo si disperde 25 volte più velocemente in acqua che nell’aria.

Tutto questo freddo il subac-

condi stadi bilanciati forniscono prestazioni costanti e portate a qualsiasi profondità mentre i secondi stadi non bilanciati non saranno in grado di mantenere le stesse prestazioni con l’aumentare della profondità.

Controllo dell’effetto Venturi Indipendentemente dal fatto che il secondo stadio sia bilanciato o meno, si può avere un mezzo di controllo del flusso d’aria all’interno del secondo stadio.

Il controllo consiste solitamente

Secondo stadio erogatore abyss Mares

queo lo supera e previene grazie alla muta stagna, essa richiede una frusta in più per il gonfiaggio della muta, ecco perché per immersioni in acque fredde occorrono 4 porte di bassa pressione e 1 o 2 porte ad alta pressione.

Secondo Stadio Il secondo stadio converte la pressione intermedia (circa 10 bar) fornita dal primo stadio, la riduce ulteriormente a pressione ambiente, permettendo al subacqueo di respirare. Anche in questo stadio vi sono caratteristiche differenti in base all’uso previsto.

Secondo Stadio bilanciato e non bilanciato Ci sono secondi stadi bilanciati e non, con pro e contro molto simili a quelli per primi stadi. Fondamentalmente se10

di una levetta rotante, che dirige il flusso dell’aria in base alla posizione impostata. In normali condizioni di immersione la leva verrà impostata su “+” o “dive” per fornire le migliori prestazioni. Il “-“ o impostazione “pre-dive” è tipicamente utilizzata per l’immissione di acqua o in un secondo stadio ridondante (Octopus) dove la banderuola dirigerà il flusso in avanti verso il diaframma, aumentando la pressione e contribuendo a chiudere la valvola.

Erogatori leggeri I materiali moderni hanno permesso ai costruttori di sperimentare e fare uso di molto più avanzati materiali leggeri. Ci sono vantaggi e svantaggi per il loro uso. Gli ultimi modelli di erogatori da viaggio utilizzano una gamma di materiali compositi per produrre modelli ancora

più leggeri con design compatto appositamente studiati, i nuovi materiali riducono drasticamente il peso complessivo del gruppo regolatore e inoltre, con le fruste miflex si contribuisce a ridurre ulteriormente il peso.

Lo svantaggio è che la maggior parte di questi erogatori possono essere utilizzati solo in acque di sopra i 10 ° C a causa delle proprietà molto inferiori dei materiali compositi, i quali limitano il loro uso per climi più caldi.

Nitrox /Gas misti La maggior parte degli erogatori realizzati per essere compatibili con aria arricchita d’ossigeno (fino al 40% Enriched Air Nitrox EAN ), sono offerti dalle aziende in una versione Nitrox, che è compatibile con il 100% di ossigeno direttamente fuori dalla scatola, mentre i centri di servizi offrono la pulizia ad ossigeno puro per la stragrande maggioranza degli erogatori.

Alcuni materiali, come il titanio, non possono essere utilizzati con il gas arricchito oltre determinate percentuali, e questo è importante e da tenere a mente.

a Novembre non perdere l’occasione

NELLA MINIERA SOMMERSA di Alessio Tenenti

(foto subacquee: Ifj Lörincz Ferenc)

“Eccoci al secondo appuntamento in cui vi racconto delle particolarissime immersioni che ho avuto occasione di effettuare, l’inverno appena passato, nella sontuosa città di Budapest. Per chi non avesse letto l’articolo precedente, ricapitolando molto brevemente, informo che lì descrivo il mio primo giorno di esplora-

zioni subacquee all’interno della spettacolare Molnàr Jànos, la grotta sommersa con acqua termale più grande d’Europa.

Per il secondo giorno, bello motivato mi presento al punto di ritrovo, che è sempre presso il diving center di Molnár János, per partire alla volta dela miniera sommersa di Köbánya”(...)

(vuoi saperne di più? vai a pagina 50 della rivista ScubaZone n°39 tramite il link qui sotto riportato https://issuu.com/scubaportal/docs/scubazone39issuu/1?ff=true)

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APNEA PROFONDA

UN TUFFO NEL BLU

Il gruppo di assetto costante del Monsub ha appena fatto rientro dopo 4 giorni di intensi allenamenti a Santa Maria di Leuca. Ma cos’è l’assetto costante? Perché fare più di 600km per andare al mare?

L’assetto costante è la disciplina più affascinate del mondo dell’apnea e della subacquea in generale. Consiste nello scendere negli abissi e nel blu intenso del mare; l’abbraccio del mare che ti fa sentire un tutt’uno con esso può solo accompagnare tutte le magnifiche sensazioni che regala. Lasciando da parte il romanticismo dell’affermazione precedente, nella pratica viene fatto scendere un cavo guida fino alla profondità desiderata, l’atleta segue il cavo a cui è anche legato tramite l’ausilio di un apposito bracciale (lanyard), scende e risale solo ed esclusivamente con le sue forze.

Questa disciplina sta iniziando ora a svilupparsi tra gli atleti del club jesino trainata

Samuele e Martina: i giovani Monsubbini del progetto “talento italiano” Fipsas

dal neoistruttore di Apnea Mosci Samuele. Tutto nasce dalla passione di questo ragazzo che ha iniziato ad andare sott’acqua dall’età di 12 anni e che lo ha portato, lo scorso anno, ad essere selezionato tra i 10 “Talenti Italiani” più promettenti per la disciplina di assetto costante.

Ispirato ed allenato da un altro atleta di spicco del Monsub Luigino Ceppi (purtroppo prematuramente scomparso lo scorso 8 dicembre), ha deciso di voler rendere l’assetto costante alla portata di tutti coloro che volessero provare ad approcciarsi a questa stupenda disciplina.

Il progetto, nato nelle menti di Samuele e Luigino durante uno dei loro viaggi dedicati agli alle-

Gruppo apnea all’uscita di Santa Maria di Leuca

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namenti, ha avuto come primo e basilare step un corso di compensazione (tenutisi nelle prime due settimane di Maggio) e sta continuando con varie uscite tra cui Y-40 (la piscina più profonda del mondo situata a Montegrotto Terme (PD)) ed appunto Santa Maria di Leuca. Per il futuro, per rendere sempre di più alla portata di tutti questa disciplina, sono già in fase di sperimentazione allenamenti di assetto costante a largo della costa anconitana tra gli altri atleti da annoverare c’è Martina Palmucci, allieva di Samuele ed anch’essa selezionata come “Talento Italiano”.

Dal 12 al 14 Ottobre si sono svolti a Villasimius (CA) i Campionati Italiani di Assetto Costante. Il Monsub si è presentato con 2 dei suoi migliori atleti, oltre a Mosci Samuele anche Curzi Andrea.

Le specialità in cui si sono svolti i CI sono 3: CNF (Assetto costante senza attrezzi), CWT BF (Assetto costante con attrezzi bipinne) e CWT MONO (Assetto costante con attrezzi monopinna).

Nella CNF Samuele era uno dei favoriti per il podio ma non riesce a scendere per via di un blocco compensatorio, mentre Andrea raggiunge l’ottima profondità di -32mt collezionando l’11° posto. Nella CWT BF, specialità in cui c’è mag-

Prove di gara e assistenza

giore partecipazione di atleti (49 atleti si sono presentati il giorno della gara), Samuele va a collezionare un 8° posto in classifica raggiungendo la quota di -48mt, mentre Andrea invece accusava la stanchezza del giorno precedente che non lo fa scendere oltre i -26mt.

La gara CWT MONO viene annullata per condizioni marine avverse. Le due gare si sono svolte con condizioni meteo marine poco agevoli con onde che hanno raggiunto i 2mt, vento anche oltre i 20 nodi e visibilà ridotta ai 3mt (dovuta alle alluvioni avvenute nel sud della Sardegna nei giorni che hanno preceduto le gare) che hanno condizionato molti atleti, anche i più forti. I monsubbini invece hanno dimostrato grandi capacità di rilassamento e concentrazione anche in condizioni poco favorevoli grazie anche all’ottima preparazione fatta durante tutta l’estate.

La base è stata messa ora la sfida sarà solo quella di scendere sempre più giù. L’obbiettivo? Beh, Luigino all’età di 60 anni raggiunse l’incredibile quota di -85mt dimostrando che non ci sono limiti di età in questo sport; l’obbiettivo è quello di portare sempre più persone nel blu degli abissi.

Samuele Mosci 13

A SCUOLA DI FOTOGRAFIA CON MAURIZIO CUCCHIARA Luce e fotografia Nella fotografia la luce rappresenta un elemento fondamentale ed in quella subacquea si evidenzia particolarmente , infatti l’assorbimento di luce nell’acqua, è di circa 800 volte maggiore rispetto all’aria, causa della sua diversa densità.

Di conseguenza significa avere una quantità di luce decrescente con l’aumentare della profondità.

Sott’acqua, il sole non fornisce normalmente la luce giusta per produrre immagini luminose e dettagliate come vorremmo, neanche nei primi metri di profondità con una evidente perdita del colore rosso/arancio.

Per reintrodurre colore e contrasto nelle fotografie subacquee , si rende necessario l’utilizzo di luce artificiale adeguata ,sia in termini di intensità che di temperatura colore.

Lo strumento più usato è il flash, che emette una intensa luce in un tempo brevissimo e consente di illuminare la scena che stiamo inquadrando o parte di essa.

Un altro metodo meno utilizzato è quello dell’ausilio di illuminatori , più comodo in fase di scatto , ma limitato dal punto di vista creativo.

La cattura immagine va effettuata a breve distanza dal soggetto in quanto minor acqua si riesce a frapporre tra obiettivo e soggetto, migliore sarà il risultato ottenuto , in quanto la maggior parte dei difetti di uno scatto sono da attribuire dagli effetti di assorbimento e riflessione e sospensione dell’acqua stessa.

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usco è un moll a r u t a e r ac ali eraviglios m a t s e assi fond u b di i Q e n e t n se hé ricchi e c r r p e p e d , i o s p o occi di cefalo ubstrati r ione gli permette s i e c s i r e z rma Pref sua confo ed attraversare a l , i t t a r anf orma ualsiasi f q e r e d e n e pr stretti. he possied c o t l è o a m r u i t g crea passag di questa di cambiare livrea à t i s o i r u tà nel Una c la capaci zzandosi i a t h e d m i e m i r o , ione tre cu con precis e e t n e m e . veloc i si trova elle nostre zone nel u c n i o t s e cont lmente n a p i c n i r p tre Presente nnale. cchio men o ’ l l e u t d u e a r icola periodo o un part t t a c s o t s In que a. è in cacci

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La D famig romia è u n l facch ia Dromi granchio ino o idae a noto ppartene granc nella a nt h n z Ques ona del C io dormig che come e alla to ese l g o i r one, nero m quals molto anchio iasi c plare tra p resen mime s o te tizzar sa possa porta sul In qu si con esser s u o ca e e t parti sto scatto ro gli agg usata com rapace colar e, me immortal ressori. e scudo e at ntre è in ac o in un m coppi o amen mento to.

sul Il corpo gelatinoso del nudibranco, adagiato cui su fondo del mare, può sembrare una tela Madre Natura dà espressione alla sua passione per i colori e per le forme.

Questi molluschi senza conchiglia, membri della tra famiglia delle lumache di mare, hanno forme , uose sont più le più affascinanti, tonalità tra le e disegni tra i più complessi di qualsiasi altro genere animale.

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CACCIA SUBACQUEA

IN AGGUATO SUL FONDO Ci risiamo…

Mi presento sono Mimmo (Ambroggio Domenico), socio da sempre, ex Consigliere, ex Responsabile del settore pesca, ma sempre presente per Monsub e... ...come sempre quando c’è di mezzo Domenico Alessandrini (che oltretutto è mio fratello cugino) e da quest’anno anche Presidente di Monsub, mi chiama e dice: voglio fare per tutti i soci una news letter trimestrale, per far conoscere a tutti soci vecchi e nuovi, i settori, le attività , i vari Responsabili, Istruttori, gare, eventi ecc., del Club e fino a qui niente di strano, bellissima iniziativa. Ma quando mi chiede, non hai già pronto l’articolo del settore pesca che mi serve fra 15 giorni? Dai muoviti quanto ci vuole a scrivere due righe!.. allora riconosco quell’arpia, che sa che anche se non sono un giornalista, può sempre contare su di me: non gliel’ho detto che mi farò aiutare dall’amico e Responsabile del settore Sbaffi Matteo, che anche se lui non ha il tesserino da giornalista, è sempre pieno di passione, di energia, con grande esperienza, competente ed organizzatore delle gare di pesca in apnea e delle uscite in mare e ci terrà informati sulle ultime gare con foto e commenti.

nata, subito dopo i primi corsi di apnea ed era formata da 5 atleti: Aresta Pietro, Curzi Andrea, Ambroggio Domenico (Mimmo), Lucesoli Giorgio e Lako Armand.

Per parlare di tutti e soprattutto di Pietro ed Andrea, ci vorrebbero più DVD, ma dovete sapere che loro sono da sempre i nostri punti di riferimento, non solo per l’esperienza, ma per la passione smisurata che hanno per vivere il mare a 360° e per il Club; non parlo solo per il settore perché la mia filosofia che tramando sempre a tutti i ragazzi ed atleti del settore, è che quando si sta in un club, si deve avere la passione di viverlo e sentirselo proprio.

Si deve sentire l’APPARTENENZA, vivere l’Associazione ed essere disponibili, per quanto è possibile in tutti i settori. Questa è passione!!

Pietro oltre essere stato il maestro ed il mentore di Andrea, ci ha regalato un amico, un ex Responsabile del settore, un ex Presidente sempre presente ed attivo in tutti i settori; Andrea, si è messo in discussione con se stesso ottenendo risultati (oltre l’A.R.A. e quello che era il suo DNA, la pesca in apnea), ma anche nel settore delll’apnea pura in piscina come atleta, ottenendo risultati eccellenti a livello Nazionale.

E’ stato per molti anni, atleta con risultati a livello Regionale e Nazionale, Responsabile delle gare di

pesca, sempre disponibile ad aiutare tutti, portandoci per mano fin dall’inizio in piscina ed in mare, con consigli, disponibilità ed ultimamente dopo la sua decisione di non partecipare alle gare di pesca, comunque sempre presente come barcaiolo con il suo gommone.

Per cui, quando si parlerà di Andrea Curzi, per chi non lo conoscesse è il nostro punto di riferimento; ultimamente, nonostante la sua “tenera età”, si è voluto confrontare con se stesso, appassionandosi alle discese in profondità in assetto costante, anche qui raggiungendo risultati straordinari.

Un’altra figura oltre a Domenico Alessandrini il fondatore ed attuale Presidente, è Stefano della Fortuna, che per noi datati è, è stato e sarà sempre il nostro Presidente Onorario ed un Amico su cui ci si può far sempre affidamento; anche lui fondamentale come Pietro, Andrea e Domenico per il rilancio di Monsub; sono da sempre Istruttori dei settori pesca, apnea ed A.R.A. con esperienza da vendere. Nel tempo hanno fatto crescere altri atleti che sono a tutt’oggi istruttori di apnea ad altissimo livello (come Emanuele Pierella e Gian Luca Santarelli), con risultati eccellenti a livello Nazionale e che tutti ci invidiano.

E’ vero, quanto ci vuole a scrivere due righe, ma per uno come me che è la prima volta, non sarà una passeggiata; cercherò comunque di essere me stesso, raccontando in maniera semplice, cercando di non essere banale, di essere conciso e cercare di ricordarsi tutto.

Iniziamo, conoscendo la storia, le persone, i ruoli e gli impegni: La storia: Monsub nasce a Monsano già circa 30 anni fa, per volere di Domenico, Francesco Sardella e Giuseppe Pacci. Io entro in Monsub nel gennaio 2000, insieme a Stefano Della Fortuna, Andrea Curzi, Pietro Aresta ed altri, la prima squadra di pesca è 18

I pescatori Emanuele Giovagnoli e Matteo Sbaffi con la cattura di un pesce Serra

E’ difficile raccontare nelle prime 2 pagine di questa prima news, tutto quello che vorrei, perché rischio di dimenticarmi qualcuno e chiedo scusa in anticipo, ma i tempi stretti che mi ha dato quell’Arpia (Presidente), non mi permettono di essere lucido al 100%, tuttavia voglio farvi leggere un pensiero che Andrea, qualche anno fa, quando avevamo iniziato a scrivere un almanacco della storia Monsub, ha scritto; queste righe faranno capire che questa attività sportiva, va oltre lo sport, c’è la gioia, la passione e soprattutto l’amicizia, oltre capire in generale la nostra attività.

Andrea racconta: “”In questi 18 anni i ricordi sono molti di più, per esempio non ho mai decritto le uscite a torre Vado da Fernando, che solo per quelle ci sarebbe da scrivere un libro.

Ho solo descritto brevemente qualche ricordo e mi scuso con coloro che non ho menzionato.

Nel gennaio 2000, cominciamo la grande avventura Monsub con Stefano Della Fortuna, che ha avuto il grande merito di riunire i vecchi amici; non è stato difficile perchè con Domenico Alessandrini, Pietro Aresta e Giorgio Giampieri, avevamo già vissuto esperienze in mare visto che tutti quanti nati con il Club Subacqueo di Jesi dopo tanti anni di avventure in mare insieme abbiamo avuto un periodo di pausa.

E’ bastata la prima sera che ci siamo riuniti davanti alla solita spaghettata a casa di Domenico, il DNA ha iniziato di nuovo a funzionare e si è accesa immediatamente la voglia di vivere nuove esperienze e condividerle con altri; ricordo gli allenamenti in piscina e le lunghe apnee di statica a casa di Stefano con cena annessa (pasta e broccoli naturalmente).

Nel 2001 oltre ai corsi di apnea, iniziamo a formare una squadra di pesca in apnea ed ecco Mimmo che anche lui nato nello stesso club ha rimesso in moto come noi il DNA. Nel 2002 la squadra cresce con Giorgio Lucesoli ed iniziamo a produrre qualche risultato, ma

Foto di gruppo, Gara Pesaro maggio 2018

ancora gli organizzatori di queste manifestazioni, avevano difficoltà a memorizzare il nome Monsub (ci chiamavano quelli di Jesi), così quell’anno ho verniciato il nome del Club sul petto della mia muta con carattere cubitale e la mossa è stata azzeccata anche perchè quell’anno ho vinto il campionato regionale: non se lo sono più dimenticato!!!!!!

Ricordo ancora che di pari passo, in piscina crescevano bene gli allievi e ad uno in particolare fermavo il cronometro dopo oltre 6 minuti di apnea statica e tra me dicevo “chissà dove arriverà?”, è Carlo Brecciaroli.

Nel 2003 in inverno andavamo sempre a pescare a Civitavecchia, ma strada tanta e pesci quasi zero; così un sabato di gennaio al ritorno dalla sciata di Frontignano, passando a Visso mi sono accordato con l’allevatore di trote che il giorno dopo avrei accompagnato gli amici del club (quelli con il DNA) a fare una immersione nelle vasche con foto e catture con il fucile.

Mentre entravamo in acqua, le persone che andavano a sciare si fermavano incuriositi, perchè non volevano credere che con quella bassa temperatura alcuni pazzi potevano entrare in acqua.

Trasmettere quella emozione ed il divertimento che abbiamo vissuto è impossibile, bisogna vivere queste goliardie che solo amici affiatati come noi possono fare e questo è stato solo l’inizio di una lunga serie; il tempo in acqua non è stato lunghissimo ma intenso come il freddo e comunque documentato con foto e filmati delle catture di trote di otre 6 kg.

Il 2004 è da ricordare come l’anno che Monsub ha battuto il Komaros (società di Ancona con atleti di tutto rispetto da sempre ma comunque sempre in forte competizione), ai campionati Italiani per società a Follonica con Nino Palumbo, Simone Mimotti ed io abbiamo affittato un gommone a Portonovo con il camion di Simone della sua azienda, siamo partiti con l’entusiasmo alle stelle.

Arriviamo giusto in tempo per la gara e senza nessuna preparazione del campo gara abbiamo portato a peso 4 pezzi (2 saraghi, 1 orata ed 1 gronco), classificandoci al 19° posto. La nostra grande soddisfazione è stata quella di vederli al 29° posto con 1 solo pesce dopo una settimana di preparazione nel campo gara.

Dopo questo ed un giro di sms sfottenti e velenosi (tipico del pescatore), non ci siamo più parlati per tutto l’anno.

Se penso al 2005 il ricordo che prevale su tutti è il viaggio in Albania con Armand, veramente denso di emozioni che ho racchiuso in un dvd che ovviamente ho condiviso con tutti.

Il 19 giugno c’è stata la cattura di due delfini (madre e figlio) al lazzaretto di Ancona che si erano stanziati da qualche giorno forse per chiedere aiuto così si è capito dopo la cattura perchè la mamma il giorno dopo è morta (forse voleva consegnarci il figlio per non fargli fare la stessa fine); le immagini sono sul DVD “la grande avventura Monsub” e dura più o meno 30 secondi, ma ci è voluto 19

tutto il pomeriggio di domenica prima che loro si lasciassero prendere. Gli uomini che erano in acqua appartenevano al parco oltremare di Rimini e i due delfini erano della specie Graco; il figlio anche se ora fa la vita da circo, vive nel delfinario, lo fanno vedere in televisione e spesso anche sulla pubblicità.

Nel 2006 il campionato italiano per società di pesca in apnea a Foceverde con Pietro Aresta e Lako Armand; il ricordo più bello di tutto è stata la preparazione della gara, ovvero il venerdì.

Il tratto di mare interessato si trova proprio davanti ad un poligono di tiro militare e la zona è vietata al transito delle barche proprio il venerdì. Gli organizzatori lo hanno fatto a posta di sabato, così chi viene da fuori è penalizzato, perchè non può preparare il campo gara.

Noi però eravamo lì già vestiti e pronti e chiesi a Pietro cosa dovevamo fare; la risposta è scontata “andiamo ugualmente”; entriamo in acqua ed iniziamo a trovare tante tane ricche di saraghi e orate, le abbiamo segnate, ma il nostro lavoro veniva interrotto dalla capitaneria che ci allontanava minacciandoci di fare il verbale. Ci siamo allontanati ma ogni volta ritornavamo, poiché c’erano tanti gommoni e la Capitaneria con il loro unico mezzo non riusciva ad allontanarci tutti.

Il giorno dopo cambiando le condizioni marine, il pesce è sparito e nonostante tutto siamo arrivati 24°.

Sempre in quell’anno ad aprile ricordo il Monsub Day a Sirolo, grande uscita di tutti gli amici del club dove ognuno svolgeva la propria attività; si è organizzata la caccia al tesoro con le bombole, c’è chi è andato a pesca subacquea, e chi in apnea giocava con l’acqua; risultato finale giochi in spiaggia con spaghettata ai frutti di mare appena pescati, veramente ottima.

Ad ottobre, ricordo la più bella gara di pesca in apnea organizzata da noi con la partecipazione di tutto il club, abbondanza di assistenti e barcaioli; non posso proprio dimenticarla perchè quella mattina per varare i gommoni dei 20

Andrea Curzi con una bella cernia pescata in Croazia

concorrenti, ho inciampato nel cavo di alaggio cadendo e fratturandomi il polso. Così mentre tutti partivano per la destinazione al centro campa gara, Domenico Abilitato mi accompagna all’ospedale di torrette dove mi hanno gessato il braccio che poi ho fatto firmare da tutti; conservo ancora il gesso insieme alle coppe e trofei.

Il pranzo naturalmente, gradito da tutti gli amici delle società, è gestito e coadiuvato da Luciana e Marcella (sicuramente contagiate dal DNA dei mariti), sono sempre una sicurezza di qualità genuina.”

Sbaffi che ora è il nostro Responsabile ed altri atleti; ora i componenti della squadra agonistica, sono: - Sbaffi Matteo - Mimmo - Gioro Lucesoli - Gianluca Gigli - Pino Pietrucci - Maurizio Simonetti - Giuliano Camprini - Alberto Rossi - Emanuele Giovagnoli - Michele Giannoni - Samuele Mosci - Vincenzo Scrima

Grazie Andrea, della tua testimonianza, come avrete capito oltre alle 4 gare del campionato Regionale, partecipiamo alle gare Nazionali ed organizziamo durante l’anno uscite e gare tra di noi e spesso con le famiglie, dall’uscita del seppiarolo (pescata di seppie, con premi in natura e pranzo annesso), a Pescasparagi (a Portonovo, con pescata, uscita con le bombole) e ritrovo con le famiglie, che nel frattempo sono andate sul monte a raccogliere asparagi; il pranzo in spiaggia, con pasta frittata, dolci, fa da complemento alla giornata; uscite dei ponti 25 aprile e 1 maggio, da S. M. di Leuca all’Argentario, Palinuro, Giglio, Elba, Mar Rosso ecc.., Monsub Days (2 giorni a Sirolo con le famiglie), alle 2 sorelle ad ottobre ecc..

Ce ne sono altri, che in questo momento, per motivi vari sono in stand by, ma sono sicuro che quest’anno ritorneranno.

Ad oggi, il settore Pesca è cresciuto ancora, grazie ad Andrea che ha formato altri allievi, tra cui Matteo

Non si può organizzare una gara di pesca del Campionato Regionale, che è valida per le qualificazioni ai Campionati Italiani, se non c’è la disponibilità delle persone, dei gommoni e soprattutto dei BARCAIOLI, che sono le figure forse più importanti; senza il loro sacrificio, di stare 5 ore sotto il sole a fare assistenza in lungo ed in largo al campo gara, non si può fare niente.

Vi garantisco, che non è una passeggiata ed anche queste persone sono nostri soci ed amici, sempre disponibili ed alle quali va un GRAZIE da tutti noi; ne voglio menzionare alcuni dei fedelissimi:

Matteo Sbaffi con la Leccia appena catturata

- Andrea Curzi (onnipresente) - Franco Dottori (ex pescatore in apnea, ma sempre disponibile) - Mirco Sebastianelli (amico forever) - Magi Massimo - Vincenzo Scrima (se non gareggia) - Massimiliano Galli (sorriso permanente ed organizzatore di mangiate) ….ed altri Come primo articolo mi sembra abbastanza, non vorrei annoiarvi, visto che avevo detto di essere conciso, ma come si fa a non rac-

contarvi quello che abbiamo vissuto e stiamo facendo; per chi ha passione come me, le cose che vi abbiamo raccontato escono dal cuore e lo scopo è trasmettervi la stessa nostra passione per Monsub.

Nelle prossime news, saremo forse più brevi, ma sono sicuro che altri vorranno raccontare storie o altro e vi terremo aggiornati sugli ultimi eventi, vi informeremo sulle uscite e soprattutto sulla nostra gara di Pesca denominata “7° Trofeo Monsub”, finalmente riattivata dopo qualche anno di convivenza con altri; questa è per noi una grande soddisfazione, perché per chi non lo sa-

pesse, fino a 4 o 5 anni fa Monsub organizzava 1 delle gare del Campionato; era sempre un successo sia di affluenza atleti, di organizzazione, del pranzo meglio organizzato (con Luciana e Marcella) e di soddisfazione. Oggi non voglio raccontarvi perché abbiamo dovuto interrompere, sarebbe troppo triste, tuttavia ora con l’aiuto e la passione non solo degli atleti, ma di tutti coloro che girano nel nostro settore, riusciremo a portare il nostro evento ai livelli che si merita, quelli che abbiamo avuto in passato.

Mimmo

La squadra di pescatori subacquei al completo pronti per la competizione

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RELITTI

NAUFRAGIO DELLA NAVE CARGO “POTHO” racconto del protagonista Cesare Barbadoro

Testo curato da Bruno Bambozzi nel 1996 dal racconto del protagonista Cesare Barbadoro

“Durante la notte del 14 marzo del 1962 - mentre infuriava un terribile fortunale con vento impetuoso da Greco e Tramontana che soffiava alla velocità di oltre 100 km/h e con mare forza 8 - un cargo libanese di circa 8.000 tonnellate pieno di legnami e con a bordo 21 marinai di origine greca, dopo aver perso il controllo delle macchine, fu spinto a riva dalla corrente sino a schiantarsi contro gli scogli delle “Due Sorelle”.

Nel pieno della notte, urla, lamenti, frastuoni di lamiere e legnami, svegliarono mio fratello, Raimondo, guardiano notturno della cava di pietra sottomonte di Cesare Davanzali. Nell’oscurità Raimondo non riuscì a rendersi conto di quanto stava accadendo. Attese che si facesse giorno e alle prime luci, dinanzi ai suoi occhi si presentò uno spettacolo terrificante. Una nave da trasporto, piena di tavolame, si era incagliata tra gli scogli delle “Due Sorelle”, squarciandosi in due tronconi. Parte degli uomini a bordo era rimasta nella torre di comando, parte allo scoperto a prua.

Raimondo, invalido di guerra, date le sue precarie condizioni, non era in grado di portare loro alcun aiuto. Esitò per un attimo sul da farsi, poi in fretta, zoppicando, sotto una pioggia incessante, risalì per il Passo della Croce, oggi conosciuto come “Passo del Lupo”, che porta dalla spiaggia delle Velare alla sommità del monte.

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Immagini dell’epoca

Verso le otto del mattino, esausto, giunse a casa del fratello Cesare che informò dell’accaduto.

Cesare, senza neppure attendere che qualcuno l’accompagnasse, velocemente si incamminò verso il luogo del disastro; poco dopo lo seguirono i nipoti Fernando e Franco.

Nel frattempo le condizioni erano peggiorate; nevicava a dirotto. Giunto alla cava vide, stretti l’uno all’altro, tre uomini rifugiati sotto un grottino. Si avviò verso di loro, erano semi assiderati, negli occhi si intravvedevano segni di terrore e spavento, ma anche di speranza; fu una scena sconvolgente. Cesare li invitò a seguirlo nel piccolo rifugio della cava, accese subito il fuoco in una stufa di ferro, usando del carbone, che grazie a Dio c’era in abbondanza e li fece riscalda-

re mentre asciugavano quei brandelli degli abiti che avevano ancora indosso. “Fuori”, mi disse Cesare, rivivendo quell’indescrivibile spettacolo, “dove mi giravo era un finimondo, le onde erano alte 4 o 5 metri, il vento tagliava la faccia, la neve, insolita in quel periodo, cadeva fitta a grandi fiocchi, il cargo si stava disgregando e il tavolame, trasportato dalle onde come fuscelli, aveva invaso tutta la spiaggia; i marinai che erano rimasti allo scoperto nel troncone di prua, a squarcia gola chiedevano aiuto, mentre la torre di comando, staccatasi, si inclinava sempre più sul mare”. Verso le ore 10, la torre di comando si spezzò; il comandante e gli altri marinai, che lì erano rifugiati, in pochi

Immagini dell’epoca

secondi, scomparvero tra il tavolame e l’impeto delle onde; Cesare riuscì a vederne uno, il marconista, aveva il corpo stretto tra alcune palanche, di tanto in tanto ne scorgeva la testa, stava per essere strangolato, ancora qualche attimo di attesa e sarebbe stata la fine. Con indescrivibile coraggio, rischiando la propria vita, prese un’ascia, riuscì a spezzare il tavolame che stava soffocando il marconista, sino a liberarlo e tirarlo a terra con l’aiuto dei suoi nipoti e dei marinai che si erano salvati.

Il comandante della nave e gli altri otto marinai che stavano sul ponte invece scomparvero tra le onde. Per Cesare e i suoi nipoti furono attimi di disperazione, avevano bisogno di altri uomini che li aiutassero. Non

rimaneva altro da fare che risalire il monte e chiedere l’intervento dei Carabinieri, delle Guardie di Finanza e di qualche volontario.

La risalita era divenuta difficile e pericolosa per la caduta della neve, che in alcuni punti aveva raggiunto i 50 centimetri. Cesare lasciò i nipoti nel rifugio con i marinai ed intraprese il cammino da solo. Arrivato a casa, completamente bagnato e sfinito per la dura e pericolosa marcia sulla neve, fece avvertire dai suoi le autorità e quanti avessero potuto aiutarlo. Purtroppo, dato il pessimo tempo che imperversava e la bufera di neve che non cessava né finanzieri né carabinieri, né volontari nel pomeriggio si avventurarono a prestare soccorso a chi stava tra la vita e la morte. Per l’impraticabilità

del mare burrascoso e delle strade innevate a tratti inaccessibili, anche gli aiuti chiesti alla Questura, alla Capitaneria di Porto di Ancona ed al Comando dei Carabinieri di Osimo non furono possibili per affrontare quell’imprevedibile emergenza. Solo Cesare dopo avere preso tutto ciò che aveva in casa, pane, salsicce ed un bottiglione di caffè, munitosi di una pala indispensabile per la discesa, ritornò alla cava da coloro che lo attendevano.

Erano circa le 15, quando arrivò al rifugio. Il vento per fortuna cominciava a bonazzare.

All’imbrunire, approfittando della calma del mare che segue o precede due onde forti, i sette marinai che erano rimasti a bordo nel troncone di prua della nave incagliata a circa 12 metri dalla riva, si buttarono in acqua rischiando il tutto per tutto tra i micidiali scogli.

I più erano uomini forti, che conoscevano le insidie del mare, di fronte al quale non cedettero ma lottarono tenacemente fino a raggiungere a nuoto la riva dove Cesare e i suoi nipoti li attendevano per aiutarli a venire fuori dalle acque gelide e a risalire la scoscesa ed alta battigia sino alla spiaggia sicura. Solo il macchinista di bordo, uomo anziano e pesante, che si era buttato per ultimo dai resti della nave, fu travolto dal mare verso il costone pietroso della spiaggia.

Cesare immediatamente avvertì la gravità del pericolo e si precipitò verso lo sfortunato.

Approfittando di un’onda favorevole e con tutta la forza che disponeva riuscì a tirarlo fuori da quelle acque infernali.

Per metterlo al sicuro, ricorse all’aiuto dei nipoti e di alcuni marinai. Purtroppo il povero macchinista s’era ferito in più parti del corpo e non era in condizione di muoversi.

Con cura fu portato dentro il rifugio e posto sulla brandina 23

un’ avventura infinita per vivere il mare CORSI APNEA DI TUTTI I LIVELLI 24

chiedi informazioni in sede!

del guardiano notturno della cava. Gli prestarono le prime cure con quanto avevano a disposizione. Il salvataggio del macchinista ha qualcosa di miracoloso. Cesare ancora oggi come allora, ricorda tutti i particolari di quella storia indimenticabile e continuando il suo racconto mi precisò: “Per tutta la notte rimasi nel rifugio insieme ai nipoti e ai naufraghi. Fu una notte lunghissima, piena di racconti e di attese nella speranza di vedere ancora qualche altro scampato uscire fuori dalle onde”.

Anche se con difficoltà riuscivano a farsi capire; un po’ di italiano lo parlavano tutti. Continuamente chiedevano della sorte del loro comandante e degli altri uomini rimasti sul ponte di comando. Purtroppo il loro destino era stato segnato. Le lamiere e l’immensa massa di tavolame galleggiante li aveva stretti in una morsa dalle proporzioni gigantesche senza possibilità di scampo, trasportandoli poi a notevoli distanze. Di ora in ora per mancanza di viveri ed indumenti, le sofferenze degli scampati si accrescevano sempre più; con preoccupazione si attendevano gli aiuti.

Sembrava che l’alba tardasse a venire ed il tempo non passava mai; poi nelle prime ore del giorno si udirono delle voci. Erano quasi le sette del mattino quando giunsero i soccorritori; con quasi un giorno di ritardo, volle precisarmi Cesare.

Erano in tutto 15 volontari, per la massima parte cavatori di pietra, oltre al vice brigadiere dell’arma dei Carabinieri: Alfredo Cavaliere. Dopo un pò giungeva anche Mario Breccia, anch’egli operaio della ditta Davanzali, per dare il cambio a Cesare nell’assistenza del macchinista gravemente ferito.

L’incontro tra gli scampati, ir-

riconoscibili per le sofferenze e per lo stato in cui erano ridotti, e i soccorritori, fu commovente; nel silenzio la forza dell’amore umano ben presto li fece fraternizzare gli uni agli altri. All’appello erano presenti solo undici marinai come venne poi documentato dal fonogramma che il vice brigadiere Alfredo Cavaliere inviò alla Prefettura di Ancona ed alla Tenenza dei Carabinieri di Ancona. In fretta, fatti vestire alla meglio i seminudi, rifocillati gli sfiniti dalla fame, con quel poco che i soccorritori disponevano, fu organizzata la risalita del monte, per il ripido e pericoloso passo.

Distese alcune funi, i naufraghi alternati dai volontari furono fatti aggrappare alle stesse per evitare scivolamenti e cadute. Dopo qualche minuto di sosta tutta la squadra riprese il cammino faticoso; difficilissimo in alcuni tratti, per il manto nevoso che aveva oltrepassato i 50 centimetri, arrivati presso l’abitazione di Stacchiotti ricevettero indumenti da indossare nonché bevande e cibo per ristorarsi. Dopo più di un’ora i marinai e i volontari giunsero a Sirolo. Nel pomeriggio la Capitaneria di Porto di Ancona, inviò una motovedetta

alle Velare per provvedere al trasporto all’ospedale del pesante macchinista ferito che giaceva nel rifugio.

Nello stesso giorno, dalla Marina Militare, furono intraprese a largo raggio le ricerche in mare dei dieci dispersi, ma purtroppo non diedero alcun risultato.

Dopo tre giorni dall’ex Sindaco di Sirolo, Alberto Volpini, fu recuperato il corpo di un disperso, tra gli scogli in prossimità della Grotta Urbani. Nei giorni successivi, altri due corpi, trasportati dalla corrente, furono trovati lungo la costa tra Sirolo e Numana ed uno addirittura in prossimità della spiaggia di Ortona.

Con questa ultima straziante descrizione Cesare Barbadoro concluse il suo racconto ed a testimonianza di quanto detto mi consegnò una copia dell’attestato di benemerenza che gli conferiva la medaglia di bronzo al valore civile.”

Domenico Alessandrini durante un’immersione al relitto del Potho

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BIOLOGIA

LAVOCE DEL BIOLOGO Carissimo socio carissima socia; Prima di tutto mi presento, mi chiamo Andrea Fioretti e sono un biologo marino.

Quando Domenico mi ha chiesto di tenere questa rubrica sul mare sono stato molto orgoglioso ed ho accettato subito di buon cuore, inizialmente mi sono interrogato su quale argomento verterà tale rassegna e immediatamente mi è venuto in mente il Nostro mare; il Mar Mediterraneo.

Ho pensato a questo tema perché abbiamo la fortuna di vivere in uno dei mari più interessanti e più ricco di biodiversità in tutto il mondo. Il Mar Mediterraneo è meta ambitissima per tutti i subacquei, basti pensare alla Sardegna o allo Stretto di Messina.

Il Mare Nostrum è un mare semichiuso poiché l’unico punto di contatto che ha con il resto degli oceani è nello stretto di Gibilterra e ci sono pochissimi

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Mappa d’epoca del Mar Mediterraneo

fiumi di grande portata che sfociano in esso (Ebro; il Rodano; il Tevere; il Po; l’Adige; la Voiussa; la Marizza; e il Nilo).

Queste due caratteristiche unite insieme fanno si che sia un bacino con un bilancio idrico negativo (si ha una maggiore evaporazione rispetto l’ingresso di nuova acqua).

La superficie totale è di circa 2,51 milioni di km2, se vi sembra un numero grande vi basta pensare che l’oceano pacifico ha un’estensione di circa 179 milioni di km2. La profondità media di circa 1500 m, sempre per fare

un paragone il Pacifico ha una profondità media di 4270 m.

Geograficamente e ecologicamente parlando si divide in due macro regioni, Mar Mediterraneo Occidentale e il Mar Mediterraneo Orientale; la linea di confine tra le due macro regioni è rappresentata dallo stretto di Sicilia.

Successivamente si suddivide in altre sotto regioni (e.g. Mar Ionio; il Mar Adriatico; Mar di Sardegna).

Tali caratteristiche geomorfologiche fanno si che il Mar

Mediterraneo sia un mare unico con un altissimo tasso di specie endemiche (specie che vivono soltanto in un determinato ambiente), un esempio è la Posidonia oceanica. Tra le specie che più caratterizzano il nostro mare troviamo anche il corallo rosso, il tonno rosso e tutta una serie di molluschi come la cozza le vongole e tante altre specie che avremo modo di conoscere man mano che la rubrica continuerà nei prossimi numeri dove affronteremo zone nel dettaglio e ci soffermeremo sulle caratteristiche di ogni specie.

Questa che vi ho appena mostrato è la situazione odierna del Mare Nostrum; ma se avessimo la possibilità di tornare indietro nel tempo diciamo

circa 6 milioni e mezzo di anni fa troveremo un mare completamente differente (simile a quello che vediamo nella figura A) da quello che vediamo oggi, infatti prima di tale data il mediterraneo era un mare tropicale con specie somiglianti alle barriere coralline dell’Indo-pacifico attuale.

Successivamente intorno a 6 milioni di anni fa lo stretto di Gibilterra si chiuse e rimase poco niente del nostro mare (quello che vediamo nella figura B ne è una ricostruzione).

Durante questo periodo si parla di crisi salina del messiniano, poiché durante questo periodo le poche parti ancora con presenza di acqua sono delle salamoie con una elevatissima salinità, la biodiversità di quel periodo come è ovvio pensare si riduce a pochissime specie e

Figura A: il mediterraneo 6 milioni e mezzo di anni fa

le specie che sono rimaste di quel periodo vengono chiamate specie relitte, dopo di che intorno a 5 milioni di anni fa lo stretto di Gibilterra si riaprì e le acque tornarono nel Mediterraneo.

Quella che vi ho descritto sopra è una estrema sintesi della storia del nostro meraviglioso mare; nei numeri successivi andremo di volta in volta a parlare di una parte del Mare Nostrun e delle specie più interessanti che possiamo trovare ogni volta che avremmo la possibilità di immergerci.

Un carissimo saluto a tutti.

Andrea Fioretti

Figura B: il mediterraneo 6 milioni di anni fa

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APNEA PROFONDA

LANZAROTE: 1° MEMORIAL LUIGINO CEPPI

Si è svolta sabato 22 settembre alle Canarie, precisamente a Lanzarote, Puerto del Carmen, il primo memorial Luigino Ceppi di profondità in assetto costante. Gara AIDA organizzata dal Centro Apnea Canarias diretto da Sergio Soria Giudice ed Istruttore di Apnea nonché grande amico di Luigino e della Monsub (è con noi che ha iniziato quella che poi è diventata la sua passione).

Questa competizione è stata fatta il 22 settembre, non a caso, poichè è la data di nasci-

ta di Luigino.

Madrine d’onore della manifestazione sono state Donatella Nicolini, Ilaria ed Irene Ceppi (moglie e figlie di Luigino).

La sera prima della manifestazione gli atleti hanno dichiarato la profondità massima da raggiungere, per poi in gara strappare il cartellino alla quota stabilita risalire e fare la procedura d’uscita, che consiste in: togliere la maschera, fare ok, dire “aimok” e mostrare il cartellino.

Alla fine sul podio maschile sono saliti i seguenti atleti:

Il gruppo di partecipanti al Memorial Luigino Ceppi a Lanzarote

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- 1° posto lo spagnolo Sascha Porte con 57 metri - 2° posto l’italianissimo Andrea Curzi con 40 metri - 3° posto lo spagnolo Marcus Mutter con 36 metri.

Per il podio femminile abbiamo in ordine di arrivo: la spagnola Maja Wisnie con 47 metri l’italiana Elsa Torres con 35 metri e l’italiana Roberta Coluccia con 25metri.

La premiazione è stata preceduta da un caloroso saluto di Donatella, che ha commosso tutti i presenti, portando in dono a Sergio Soria la monopinna dei record di Luigino.

E’ stata una manifestazione che merita sicuramente un bis, e quindi, un arrivederci a tutti a Lanzarote per il 2019.

Andrea Curzi

I medagliati del Memorial Luigino Ceppi a Lanzarote

NUOVO CORSO ISTRUTTORE A NOVEMBRE per info Domenico 393 933 9909

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C’E’ “ARIA” DI NOVITA’ BOMBOLE

Dopo quasi trent’anni di immersioni trovare parole nuove o frasi non fatte per parlare di subacquea resta molto difficile.

Ma è importante sottolineare quanta strada è stata fatta in questi anni, in tutte le branchie del Club compreso il settore bombole.

Il percorso non è stato semplice ed ha portato il Club a un ottimo livello.

Con il passaggio a Trainer di Domenico oggi possiamo contare su ben 6 Istruttori Nadd e Cmas, e su 5 Istruttori Hsa che si alternano nei corsi divenuti più frequenti ultimamente.

Con un corso fatto questa estate a dei ragazzi tedeschi, abbiamo inaugurato l’internazionalizzazione del nostro Club.

Con quelli fatti ad Istruttori al

di fuori della nostra Associazione, abbiamo allacciato rapporti di amicizia con altri Club della zona, arrivando ad organizzare insieme un campionato italiano di apnea (Asso sub di Fabriano),

per ben due anni consecutivi, o appoggiare altri Club nella pulizia dei fondali (Mare Nostrum di Sirolo ed il Komaros di Ancona), ed avere da parte loro appoggio logistico per

Gorgonia al Monte Argentario

Le subacquee del Monsub in formazione “sparsa” all’uscita a Giannutri

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immersioni a Sirolo o gara di pesca in Ancona.

Anche quest’anno abbiamo proposto diverse mete in Italia ( Sapri, Porto Ercole Argentario, Lago di Garda, Santa Maria di Leuca, Noli), che ci ha permesso sì di divertirci e di fare belle immersioni, ma sopratutto ci ha messo in contatto con nuove realtà allacciando amicizie e ricevendo proposte di collaborazioni ed inviti ad eventi e nuovi luoghi da visitare.

Avvistamento ricciole a Santa Maria di Leuca

Non sono mancati i momenti ludici, seduti intorno ad un tavolo con una bottiglia di vino ed il grill acceso, e neanche momenti più impegnativi seguendo forum dibattiti o quant’altro i continui cambiamenti legislativi ci obbligano ad adottare.

Non voglio divagare o dilungarmi in banalità, ma posso essere fiero nel dire che il settore sta vivendo un ottimo periodo di crescita, supportato da tutto lo staff che troverete nella prossima pagina ...

Un polpo in tana al Monte Argentario

Vi informo che sono pronte le iscrizioni ai vari corsi subacquei (anzi alcuni sono già iniziati), e si stanno preparando le uscite del prossimo anno.

Se avete idee o mete non esitate a proporle.

Concludo invitandovi a seguirci sui canali social, e intervenendo nelle varie attività che facciamo.

Una stretta di pinne.

Domenico Alessandrini

Immersione in canyon a Santa Maria di Leuca

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Domenico Alessandrini

Mi sono iscritto al Club Subacqueo di Jesi nel 1982, conseguendo l'anno successivo il brevetto sommozzatore 1 stella Anis. Nel 1990 insieme a Francesco Sardella e Giuseppe Pacci ho sostenuto il corso per istruttore con la didattica Padi, e nello stesso anno insieme a Francesco e Giuseppe, ho fondato la Monsub. Qualche anno dopo, grazie a Stefano Della Fortuna, sono diventato istruttore HSA entrando nel mondo della disabilità vissuta in versione sub. Sono diventato Trainer CMAS nel 2014 e da quest'anno anche Trainer NADD e HSA. L'appartenenza a Monsub mi ha condizionato fortemente influenzando buona parte della mia vita (sopratutto quella inerente a viaggi e vacanze).

Brunetti Lamberto

Ho iniziato a fare subacquea circa 30 anni fa (aprile 1989) con il conseguimento del brevetto nazionale di sommozzatore di primo grado Fips ed il corrispondente 1 stella Cmas, uniche didattiche presenti allora in Italia.Con l’avvento delle didattiche di estrazione americana (SSI, PADI ecc..) ho conseguito, seguendo la didattica SSI, tutti i brevetti ai vari livelli fino a raggiungere il grado di advanced/century Instructor. Sono stato socio fondatore di una scuola subacquea a Gubbio (Crazy sub) dove ho operato per circa 10 anni. Ho partecipato, e spesso 34

organizzato, moltissimi viaggi sub nei più bei mari del mondo (Filippine,Maldive, Arabia Saudita, Mar Rosso,Borneo, Sipadan ecc..). Lasciato il Club eugubino, ho conosciuto Mauro Mancini, istruttore SSI di Jesi, con il quale, insieme ad altri appassionati di subacquea, ho contribuito alla nascita di un nuovo club (Papero Sub) dove sono rimasto fino alla sua fusione con il Monsub. Ultimamente, dopo l’affiliazione alla didattica NADD, opero come Advanced Instructor NADD, e condivido questa mia passione con altri istruttori, ma soprattutto amici, facendo parte di un club che è in grado di offrire corsi a 360 gradi ( Apnea,Ara, Pesca, Acquaticità,Rugby subacqueo ecc..) ed ha anche ottenuto successi e riconoscimenti ai massimi livelli nazionali

Barbara Cotulelli

Ho conseguito il primo brevetto nel 2005, partecipando ad un corso non proprio facile, uscendone dopo mesi di piscina ed estenuanti esercizi. Invece di fermarmi li come avrebbe fatto qualsiasi donna sensata ho cominciato a macinare corsi ed esperienze continue. Approdando nel 2016 a livello di Istruttore.

Amo immergermi più di ogni altra cosa, e sfrutto qualsiasi possibilità per alimentare questa mia sete con viaggi in tutti i mari del mondo.

Me ne mancano ancora tante di mete, ma il percorso è appena cominciato.....

Rodolfo Pierfederici Matteo Fiordelmondo Il mio amore per il mare avviene per caso.

Lavoravo in un negozio di acquari tropicali, sognavo di nuotare in mezzo a quelle meraviglie, e così ho iniziato il mio percorso di piacere e formazione nel mondo della subacquea.

Era il 1992 con il corso base OWD; da lì come un bambino che mangia il gelato io divento insaziabile per l'amore e la conoscenza per il mare, così ben presto arrivano brevetti più importanti come il BLSD ed il rescue, poi mi sono fatto prendere la mano ed ho conseguito il brevetto per andare oltre i 40 metri ed infine, dopo una lunga gavetta, trascorsa ad aiutare nei corsi sub sono diventato istruttore. Oggi anche istruttore per disabili.

Tra gli ultimi e più giovani istruttori Monsub.

Sin da bambino ho avuto un amore spasmodico per l’acqua e per il mare.

A 3 anni ho iniziato il mio primo corso di nuoto e da lì non ho più smesso. Per 13 anni ho giocato a pallanuoto nella squadra agonistica di Jesi, poi nel 2007 la mia voglia di immergermi nelle profondità marine non si è più contenuta ed è così che ho iniziato il corso di primo livello di apnea e dal 2013 ho iniziato a praticare l'apnea come sport competitivo.

Appassionato di fotografia, sentivo che solo l’apnea non mi bastava, così ho deciso di prendere il mio Open Water PADI. Nel 2016 ho deciso di andare,

durante la stagione estiva, a Tenerife per conseguire il Divemaster PADI in un diving inglese, per poi tornare nel mio club di casa, il Monsub dove infine ho ricevuto il brevetto d'istruttore subacqueo NADD ADVANCE INSTRUCTOR / CMAS M2, il brevetto HSA Instructor per subacquei con disabilitĂ e il brevetto NADD / CMAS APNEA INSTRUCTOR. Adoro l'avventura, le immersioni nei relitti e soprattutto adoro passare questa grandissima passione per il mare a chi mi sta vicino, in particolare ragazzi e bambini, che riescono a coglierla con grande entusiasmo.

Andrea Fioretti

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Sono istruttore di subacquea con le bombole da ca. un anno ed ho il piacere di far parte del Monsub da ca.

4 anni.

Il mio legame con il mare nasce dai primi documentari visti in Tv sugli squali, questa mia passione mi ha portato a seguire un percorso di studio sempre in ambito scientifico fino alla laurea in scienze biologiche alla triennale e poi in biologia marina alla magistrale.

Con gli anni mi sono avvicinato alla subacquea per cercare di scoprire e osservare sempre piĂš da vicino il mondo sottomarino e fin da quando ho preso il primo brevetto ho sempre cercato di crescere.

Pratico apnea, sempre all'interno del Club, anche con discreti risultati agonistici.

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DA SASSO A PESCE ACQUATICITA’

Prove di galleggiamento durante il CBA

Il Corso Base di Acquaticità è studiato per tutti quelli che vogliono raggiungere una buona dimestichezza con l’acqua, senza competitività e in estrema sicurezza. È un servizio raro e di qualità che il club Monsub ha messo a punto dopo anni di esperienza sul campo, maturata anche portando in acqua i disabili fisici.

Durante il corso, gli allievi sono sempre affiancati da un istruttore, in quanto non si tratta di un comune corso di nuoto o acquagym, ma di un corso che porta a scoprire il piacere dello stare in acqua: il numero massimo di allievi è 5 per un rapporto allievo/istruttori di quasi 1 a 1.

Il periodo formativo è diviso in due moduli ognuno di una durata media di circa un mese e mezzo ma con la possibilità di prolungare le lezioni per rispettare le naturali differenze 36

di apprendimento di un allievo rispetto ad un'altro.

1° MODULO Nel primo modulo si superano le diffidenze e le ritrosie nei confronti dell’acqua, vincendo le cosidette “paure ancestrali”: tutte le attività saranno volte al conseguimento di uno stato di rilassamento che sarà propedeutico alla riscoperta della “Acquaticità perduta”. Tra le tecniche impiegate abbiamo la ginnastica dolce, alcune posizioni yoga, lo stretching, la ginnastica respiratoria e le tecniche di galleggiamento.

2° MODULO Nel secondo modulo del Corso si perfeziona l’acquaticità acquisita curando maggiormente la tecnica di nuoto in stile libero e a rana, col fine di aumentare la propria autonomia acquatica in acqua alta, ovvero maggiore si-

curezza in vista delle uscite di fine corso in mare.

Ciò che al club ci accomuna è il PIACERE DI STARE IN ACQUA sia in piscina che al mare ed è questo ciò che abbiamo intenzione di farvi provare.

Tutto il corso si svolgerà senza imposizioni e pressioni (sono assolutamente vietate le spinte in piscina o altri tipi di strattonamenti). Nella piscina piccola si ha sempre modo di toccare il bordo e comun que si sta sempre tutti insieme per provare gli esercizi e solo quando si raggiunge la massima sicurezza ci si sposta nella piscina grande.

Vi sorprenderete da soli dei progressi che riuscirete a raggiungere: al di là dell’attestato in sé, il maggior riconoscimento sarà l'aver raggiunto quella tranquillità con la quale TUTTI riescono poi ad approcciare il mare. Sarà molto divertente e naturale nuotare insieme alla scoperta di questo meraviglioso mondo che è il mare.

Martin Luther King Jr. disse: "Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno".

Ma se la tua paura è l'acqua, bussa pure, troverai Monsub Jesi ad attenderti ?

CONCORSO VIDEO

“Monsub today 2019” REGOLAMENTO

1. Oggetto - L'Associazione ASD Monsub, con l’obiettivo di valorizzare il proprio “brand” - bandisce il Concorso Video “Monsub today 2019”.

2. Partecipanti - Il Concorso è aperto a video originali realizzati da autori/autrici di qualsiasi età.

3. Contenuti dei video - Il video dovrà evidenziare le eccellenze del Club. Le modalità di illustrazione delle tematiche sono aperte all'interpretazione personale degli autori.

4. Caratteristiche tecniche dei video - I video presentati potranno avere una durata massima di 3 minuti. I filmati partecipanti al Concorso potranno essere girati con qualsiasi mezzo messo a disposizione dalla tecnologia di ripresa video, purché la qualità dell’immagine sia tale da permetterne una adeguata riproduzione.

5. Modalità di partecipazione -Per ogni video presentato al Concorso dovrà essere fornito il seguente materiale: - scheda di iscrizione al Concorso scaricabile dal sito www.monsub.it – fotocopia carta d'identità - supporto/i multimediale/i contenente il video presentato (in duplice formato ad alta definizione per proiezione pubblica e bassa definizione per il web) e 2 fotografie di scena o still del video in formato digitale tiff o jpeg (300dpi) La documentazione sopra citata dovrà pervenire in plico chiuso, sigillato e controfirmato sui lembi di chiusura, con all'esterno l'indicazione del mittente e la dicitura <<“Monsub today 2019” - Concorso video >> co/ negozio Saponandia in Via San Francesco31, o presso la sede del Club telefonando al n. 393 933 9909 prendendo appuntamento entro e non oltre le ore 13.00 del 24/01/2018 6. Premi - L’ammissione e la selezione dei video inviati sarà effettuata da una Giuria appositamente nominata, della quale faranno parte esperti nelle tematiche di marketing territoriale, sviluppo economico e comunicazione. La Giuria assegnerà i seguenti premi, • 1° classificato buono spesa di € 300,00 e pubblicazione del video sul sito e sulla pagina facebook della Monsub • 2° classificato buono spesa di € 150,00 • 3° classificato buono spesa di € 50,00 7. I video ammessi al Concorso comporranno il programma di proiezione della giornata conclusiva di premiazione, che si terrà al Circolo Cittadino di Jesi durante il pranzo sociale. Gli autori dei video selezionati riceveranno comunicazione della loro selezione via telefono/e-mail/whatsApp. Le decisioni della Giuria sono insindacabili. La Monsub, se ne ricorreranno adeguati motivi, si riserva la possibilità di prorogare la scadenza del Concorso, di assegnare solo una parte dei premi previsti qualora i materiali pervenuti non siano giudicati adeguati.

8. Diritti d’uso Ogni partecipante garantisce di essere titolare di tutti i diritti di utilizzazione e sfruttamento relativi al video inviato per il concorso e di non violare diritti di terzi. Qualsiasi obbligo legale inerente sarà di esclusiva responsabilità del realizzatore/produttore del filmato a cui potrà essere richiesta prova del possesso dei diritti e delle liberatorie relative. Le opere non verranno restituite e rimarranno di esclusiva proprietà della Monsub che le utilizzerà per la realizzazione di un archivio video-fotografico a cui attingere per la propria promozione. Con la partecipazione al Concorso si autorizza la Monsub a diffondere il video con ogni mezzo e senza limite di tempo, alla sua pubblicizzazione e utilizzo anche parziale, con l’unico onere di citare ogni volta l’autore e rinunciando espressamente a qualsiasi altra pretesa economica. Gli autori potranno diffondere i video selezionati esclusivamente previa richiesta e concessione esplicita di autorizzazione da parte della Monsub e comunque solo nella versione originale presentata al Concorso (non sono ammesse riproduzioni parziali), indicando sempre nei titoli del video e/o nei testi di presentazione la partecipazione/premiazione al concorso ed il sito di riferimento.

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APNEA INDOOR

APNEA: IMMERSIONI IN LIBERTA’

Un respiro profondo, una capovolta e ti ritrovi in un altro mondo, alieno per certi versi, ma rassicurante e protettivo.

Avvolto nell'abbraccio primigenio ti senti in forma, pronto a ricevere quella visione tridimensionale di una vitalità sorprendente, accettando quella perdita di colore che ti accompagna in caduta libera verso il mistero della vita.

L'apnea è stata la prima forma d'immersione praticata dall'uomo. La possibilità di immergersi in apnea si fonda sull'adattamento fisiologico chiamato "riflesso d'immersione" che accomuna tutti i mammiferi, dal delfino al bradipo, dalla foca al cane, anche se in gradi diversi.

Nata come forma di intervento per il lavoro subacqueo a bassa profondità, per la raccolta di spugne, di ostriche, di conchiglie e per la pesca, l'immersione in Apnea rappresenta la forma più semplice e storicamente più antica di penetrazione umana nell'ambiente subacqueo.

Ancora di attualità, sotto tale veste, soltanto presso alcuni segmenti particolari e minoritari della popolazione, (vedi le pescatrici giapponesi “ama” che lavorano consecutivamen-

Squadra femminile Monsub ai C.I. primaverili di apnea indoor 2018

te per diverse ore al giorno con una sequenza di immersioni in apnea nei campi di allevamento delle ostriche perlifere), è negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale che tale pratica acquista un profilo pressoché sportivo.

Le specialità dell'apnea subacquea sono molte ed abbastanza eterogenee: •Apnea Statica: è considerata la forma più pura di apnea subacquea. Consiste nel raggiungimento del tempo massimo di assenza respiratoria; l'allena-

Atleta Jessika Giraldi in assetto con monopinna (foto repertorio)

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mento specifico è costituito soprattutto da training mentale (guidato e/o autogeno), respirazione prana-yama (estrapolata dallo yoga) e tabelle specifiche svolte sia a secco che in piscina.

•Apnea Dinamica: come si intuisce dal termine stesso, rappresenta la disciplina di apnea subacquea che si sviluppa "in movimento". Consiste nel raggiungimento della maggior distanza possibile e misurabile in verso "orizzontale" (con pinne o a rana subacquea); l'allenamento specifico si svolge in piscina e prevede un grosso volume di lavoro organizzato per tabelle; anche in questo caso non mancano il training mentale e la respirazione prana-yama.

•Apnea Profonda: che misura il raggiungimento della profondità massima misurabile per mezzo di un cavo guida (perpendicolare al fondo); a sua volta si differenzia in 3 discipline:

•Assetto Costante: che sfrutta la propulsione del corpo (con pinne o a rana subacquea) sia in discesa che in risalita •Assetto variabile regolamentato: che in discesa sfrutta la propulsione di una "slitta" zavorrata (max 30kg), mentre in risalita consente la trazione delle braccia sul cavo guida (simile ad un'arrampicata) •Assetto variabile NO limits: che in discesa sfrutta la propulsione di una slitta zavorrata senza limiti di massa, mentre in risalita si è facilitati dall'abbrivio di un pallone gonfiato a gas mediante una bombola applicata sulla slitta.

•Jump blue: L'atleta deve compiere in apnea un percorso dinamico orizzontale, con pinne o monopinna, a 10 metri di profondità seguendo un percorso prestabilito, costituito da un quadrato formato da un cavo guida di 15 metri per ogni lato. Partendo dalla boa di partenza posta in superficie, deve raggiungere e toccare un piattello posizionato alla fine della cima a 10 metri di profondità, e da quel momento pinneggiare

lungo il quadrato. Vince l'atleta che riesce a percorrere il tragitto più lungo, riguadagnando poi la superficie.

Preparazione yoga

•Skandalopetra: l'immersione in apnea con la skandalopetra risale all'antica Grecia, nata tra i pescatori greci di spugne come tecnica appunto di pesca ed è stata riproposta con successo negli ultimi anni in qualità di disciplina sportiva dell'apnea.

Consiste in un tuffo in apnea in assetto variabile usando come zavorra una "petra" legata con una fune. Un compagno su una barca segue il tuffo dalla super-

ficie e recupera l'apneista con la petra salpando la fune al termine della discesa (fonte wikipedia).

All'interno della Monsub l'Apnea nasce ca. 20 anni fa, e dopo un inizio timido e posato, negli ultimi dieci anni, abbiamo visto il settore crescere talmente da essere presente costantemente nei podi degli ultimi campionati italiani. Abbiamo organizzato un campionato italiano nel 2008 a Jesi, organizzato anche in compagnia con altri club ben 3 campionati italiani a Lignano ed insieme all'Asso Sub di Fabriano portato avanti 2 campionati italiani a Fabriano e vinto un campionato italiano di apnea indoor a squadre nel 2011.

I risultati continuano ad essere ottimi, per un Club che ha come unico motore la passione.

Domenico Alessandrini

Squadra Monsub di apnea indoor con le Monsubbine campionesse italiane (foto di repertorio)

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Grafica e impaginazione | Matteo Fiordelmondo Supervisione | Domenico Alessandrini Si ringraziano per articoli e collaborazioni: Domenico Ambroggio, Matteo Sbaffi, Samuele Mosci, Andrea Curzi, Andrea Fioretti, Maurizio Cucchiara, Franco Dottori 40