Territori Dissonanti. Strategia di rigenerazione per il Litorale Domizio | boards

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TERRITORI DISSONANTI Strategia di rigenerazione per il Litorale Domizio Il litorale Domizio affaccia sul mare di quella che un tempo era la Terra Laboris, florida e di straordinaria bellezza. A partire dalla seconda metà dello scorso secolo, questo territorio ha visto prendere forma il suo progressivo declino, per effetto di un’incontrollata e massiccia antropizzazione, che ne ha drasticamente trasformato il contesto, guidandone la crescita urbana e territoriale. L’abuso vi è stato perpetrato in diverse forme: dalla speculazione edilizia all’abusivismo delle costruzioni, fino all’intenso sfruttamento dei suoli. Castel Volturno ne rappresenta un’evidenza negativamente emblematica: da terra desolata ed incontaminata, sepolta nel silenzio della sua vocazione agreste, come nell’immagine che ne restituisce Pasolini nel 1957, è stato trasformato in un territorio dissonante, non compatibile con i valori della società contemporanea. Castel Volturno è un’eterotopia. Un territorio potenzialmente meraviglioso, con 24 km di spiaggia ininterrotta e un’enorme e rigogliosa pineta risalente all’epoca borbonica, deturpato da una distesa senza fine di case unifamiliari (circa 24mila) molto spesso fatiscenti, quasi sempre abusive, o meglio illegittime, non conformi: Castel Volturno non ha mai avuto uno strumento urbanistico vigente. Un territorio abitato da 26mila residenti e 15mila invisibili, persone - migranti - ufficialmente inesistenti, ma tangibili a causa degli scarti che producono, in cui la vera integrazione razziale avviene nella malavita, con la coesistenza, la convivenza e l’alleanza tra camorra, clan nigeriani e albanesi. Un territorio decadente, con picchi di eccellenza nel settore dei servizi per la presenza di strutture turistiche di lusso e di importanti aziende private nel settore sanitario e della formazione specializzata, che sarebbe del tutto abbandonato a se stesso, se non fosse per il lavoro che quotidianamente svolgono le numerose associazioni locali. Un territorio poroso, in cui lo spazio aperto, adibito o meno ad una funzione, non si configura come luogo della connessione, ma come luogo della segregazione dei frammenti che lo delimitano. La tesi indaga, appunto, il ruolo che il progetto del vuoto può avere nello strutturare relazioni, sociali e spaziali, e una morfologia in un contesto particolarmente disgregato e privo di un ordine gerarchizzante. Partendo da questa riflessione, il processo di rigenerazione che viene delineato punta a costituire un’infrastruttura della porosità, che colleghi gli spazi aperti, perché è solo attraverso la risignificazione di questi che si può ricomporre il territorio. Le criticità messe in luce dall’analisi hanno guidato l’individuazione degli obiettivi strategici, che si concentrano sulla mitigazione della vulnerabilità ambientale, sulla messa a sistema delle aree naturali, la trasformazione del sistema della viabilità, sulla creazione di una dotazione adeguata e coerente di spazi pubblici, prevalentemente assenti sul territorio. Gli ambiti approfonditi dal punto di vista progettuale sono quelli maggiormente colpiti dal buco nero della pianificazione di Castel Volturno e costituiscono dei primi passi per l’auspicata trasformazione, in futuro, di questo territorio. Questi sono la Via Domiziana, la zona di Destra Volturno e la futura area portuale.


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Territori Dissonanti. Strategia di rigenerazione per il Litorale Domizio | boards by monica.sandulli - Issuu