POMONA, CERERE E FLORA NELLA CAMPAGNA EUGANEA

MADDALENA L. M. BRUNASTI

POMONA, CERERE E FLORA

NELLA CAMPAGNA EUGANEA

FRUTTI, PIANTE E FIORI DELL’AGRO PATAVINO ALLE PENDICI DEI COLLI EUGANEI NEL LESSICO IDIOMATICO E ICONOGRAFICO DI

ERBARIO CARRARESE E POMONA ITALIANA COMPARAZIONE DELLE DESCRIZIONI E ILLUSTRAZIONI D’EPOCA TRA LORO E CON LE DENOMINAZIONI BOTANICHE NEL REGISTRO

INTERNATIONAL PLANT NAMES INDEX

POMONA, CERERE E FLORA NELLA CAMPAGNA EUGANEA 2022 © Maddalena Laura Maria Brunasti / MONFERRATO GREEN FARM POMONA, CERERE E FLORA : dipinto eseguito ad olio su tela (cm. 120 x 165) nel XVII secolo, tra

il 1620 e il 1634, attribuito ad ANTIVEDUTO GRAMATICA (detto “il gran Capocciante” e maestro di Michelangelo Merisi “Caravaggio”) o a suo figlio, IMPERIALE DELLA GRAMMATICA (1599-1634), la cui riproduzione è conservata nell’archivio della Fototeca Zeri alla Fondazione Zeri presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, nella cui scheda [codice 45863] è riferito che la localizzazione dell’opera, nel 1997 esposta in mercato antiquario piemontese, attualmente è ignota.

THESAURUS 〈te∫àurus〉 s. m., lat. (propr. «tesoro»; pl. thesauri 〈te∫àuri)

Nome usato spesso, dal medioevo in poi, come titolo di ampî repertorî scientifici o di divulgazione enciclopedica, e in secoli più recenti di importanti vocabolarî soprattutto di lingue classiche: tra questi, il Thesaurus Latinae linguae di Robert I Estienne (1532), il Thesaurus Graecae linguae di Henri II Estienne (1572) e il nuovo Thesaurus linguae Latinae che si è cominciato a pubblicare a Lipsia dal 1900, tuttora non completato. Il termine è tornato oggi in uso (talora con parziale italianizzazione in tesauro) per indicare vaste opere lessicografiche o raccolte di vocaboli, spesso semplici liste di parole senza definizioni e citazioni ma che tendono alla completezza per determinati periodi o settori. Con sign. specifico, nella tecnica dell’informazione e della documentazione, indica un tipo di «vocabolario metodico» o di soggetti, contenente un certo numero di vocaboli (o più esattamente «descrittori») collegati tra loro da reciproci rinvii, o mediante apposizione di particolari codici, sulla base di affinità sinonimiche o di dipendenze gerarchiche, finalizzato alla classificazione e alla ricerca automatica di documenti.

POMONA, CERERE E FLORA NELLA CAMPAGNA EUGANEA INTRODUZIONE Nell’ancestrale universo simbolico comune a molte delle civiltà mediterranee il “regno di Madre Natura” è un mondo “animato” da tanti personaggi mitici e leggendari e molti esseri soprannaturali, in ciascun luogo protetto da uno o più “spiriti” (genius loci, patroni,…) e nell’insieme governato da numerose divinità, ognuna con funzioni, competenze e mansioni specifiche. In particolare, alla rigenerazione della vegetazione era dedito e “addetto” un trio di dee che operava in sincronia al ritmo del tempo scandito dal ciclico avvicendarsi delle stagioni.

Di queste dee, e delle idee che rappresentavano, l’iconologia evidenzia gli attributi femminili simbolici della fertilità, connotazione simile alle tre figure materne, i cui ruoli differenti erano invece denotati nel nome personale che le distingueva, identificando ognuna individualmente perché ciascuna generatrice di una specifica tipologia di vegetali: Pomona dei pomi, ossia i frutti raccolti dagli alberi; Cerere dei cereali, cioè i frutti della terra coltivati nei campi; Flora dei fiori ornamentali, edibili e officinali, di tutte le erbe e delle piante fiorite “in generale”, il cui nome in italiano è diventato il sostantivo indicante l’insieme composto da tutti gli esseri viventi che popolano il mondo vegetale e la categoria concettuale di vegetazione. Intitolata con i nomi di queste dee proprio perché espressivi di cosmologia e concezione del mondo che modellavano il rapporto tra l’umanità e la natura come un legame parentale, questa dispensa concepita e proposta come un thesaurus offre agli interessati i materiali raccolti nel percorso euristico che ha condotto alla “ri-scoperta” del significato dei nomi di alcune piante, locuzioni ricorrenti in varie lingue-madri, anche lingue-morte, e nel presente in uso nel dialetto delle comunità intorno Padova, un epicentro geografico con molte valenze anche in relazione alle ricerche della botanica.

L’analisi della morfologia di vocaboli idiomatici e tassonomici delle piante la cui esistenza è documentata, con testi e illustrazioni, in un erbario compilato a Padova nel XIV secolo infatti racconta la storia del lessico e dei toponimi della città e del “suo” territorio rurale, in particolare della campagna alle pendici dei colli euganei, e così narra la storia di molte generazioni umane e vegetali indigene e immigrate o trapiantate che popolano gli agri patavini.

XIV SECOLO

ERBARIO CARRARESE

PERSEGO

Amygdalus Persica ~ Linneo, SPECIES PLANTARUM - 1753 PRUNUS PERSICA ~

PESCA PAPPA DI VENERE POMONA ITALIANA

XIX SECOLO

L., (1753) / Batsch. (1801)

UN TESORO DI FERI VECI, ANTICHITÀ IN FUTURO UTILI Certamente non per caso facendo ricerche sugli erbari sono venuta a conoscenza dell’ERBARIO CARRARESE, un manoscritto del XIV secolo singolare perché traduce in lingua patavina un erbario antecedente, del XII secolo, nel medioevo di riferimento per la farmacopea e di cui si conservano varie copie trascritte e illustrate dagli amanuensi. Invece casualmente gli idiomi padovano e veneti sono il mio lessico familiare, dei miei genitori e parenti paterni e materni… Mi sono dedicata con passione allo studio dello straordinario volume antico, unico nel genere degli erbari per molti motivi, tra cui anche che permette di risalire all’origine dei nomi dialettali di piante emblematiche, in passato e ora vegetanti in un’area rurale, comunemente detta “campagna”, alle pendici dei colli euganei ed “esemplare” giacché in mappe e registri catastali di varie epoche dai tempi dei romani fino al XVII secolo è indicata come uno degli agri patavini.

Dal raffronto con definizioni e disegni del repertorio enciclopedico compilato nella prima metà del XIX secolo, il “classico” POMONA ITALIANA, ho osservato che alcune piante descritte e illustrate 500 anni prima nell’erbario patavino e, prima ancora, quello del XII secolo, erano diffuse in vari territori veneti e altri del Bel Paese. Ho anche notato un parallelismo tra cambiamenti morfologici fisici e lessicali coincidenti con l’evoluzione delle piante in varietà differenti nelle diverse località, dove sono diventate “tipiche” e connotative di produzioni eno-gastronomiche le cui qualità sono attestate da marchi (DOP, DOC, PAT,...) proprio in riferimento all’origine dei vegetali proficuamente sfruttati come loro ingredienti. Curiosamente, la memoria storica di biografia e simbologia dei frutti e delle piante è incisa proprio nelle loro denominazioni patavine del XIV secolo, testimoniate dall’erbario carrarese, e del XIX secolo, riferite nella collezione pomologica che è anche un primo e antesignano vocabolario tematico italiano.

Infatti l’opera enciclopedica compilata tra il 1819 e il 1939 è una raccolta di parole dello stesso “tipo” in uso nelle numerose località quando l’Italia era in formazione e l’italiano non era ancora l’idioma nazionale bensì il lessico della comunità scientifica trasversale alle molteplici delle varie territoriali.

Dal confronto con le taxa nell’INTERNATIONAL PLANT NAMES INDEX ho notato che la maggior parte delle piante nell’elenco patavino erano state catalogate per la prima volta da Linneo (Linnaeus - Carl Nilsson Linné), il “padre” della tassonomia botanica. Ciò mi è sembrato rilevante considerando che la forma delle denominazioni scientifiche attinge da vocabolario e grammatica del latino, che nel XVIII secolo era già una lingua-morta però ancora “universale”, il lessico della scienza moderna le cui basi erano state gettate nelle universitas studiorum,

la prima fondata a Bologna nel 1088 e la seconda nel 1222 proprio a Padova, dove inoltre dal 1545 viene coltivato il primo orto botanico scientifico del mondo, ora anche il più antico giardino accademico sito nella sede originale.

Avevo anche confrontato le illustrazioni del XIV e del XIX secolo con foto e video di piante attualmente “vive e vegete” in alcuni terreni nell’area patavina e comparato i nomi delle piante raffigurate nell’ERBARIO CARRARESE con quelle elencate in una recente rilevazione scientifica, ma di tali immagini e dati, purtroppo, non è possibile disporre in questa dispensa.

Siccome i collegamenti ipertestuali permettono al lettore di risalire direttamente alle fonti di informazioni e immagini, ho assemblato i materiali raccolti con le mie ricerche in un supporto funzionale alla loro divulgazione, questo e-book alla cui compilazione mi sono accinta nelle giornate (*) in cui veniva ricalcolato il conto-alla-rovescia del Climate Clock che avvisa quanto tempo rimane – se l’umanità non riuscirà a evitarlo – al punto di non-ritorno dell’antropocene e al collasso dell’ecosistema planetario. Contemporaneamente una task-force di “custodi” delle lingue indigene alla sede UNESCO di Ginevra elaborava strategie per contrastare l’estinzione delle lingue-madri da cui dipende la sopravvivenza di altrettante culture tribali, etniche e popolari, come anche quelle contadine, che conservano e tramandano tante conoscenze dell’habitat nei territori e di moltissimi frutti della Terra, la numerosa progenie di Pomona, Cerere e Flora.

In tale frangente lo studio comparativo dei nomi delle piante descritte e illustrate nell’ERBARIO CARRARESE mi è parso offrire una narrazione della storia della biodiversità coerente con l’attuale Weltanschaung e l’odierno spirito del tempo.

Convinta che non vi sia una panacea a tutti i mali del mondo e consapevole che questa ricerca e le mie osservazioni non offrano una soluzione, ritengo che qualche “scoperta” sulla fisiologia delle piante, adesso tanto necessaria per salvarne molte varietà dall’estinzione, oltre che con le indagini della biologia e della genetica si potrà fare attraverso la storia delle parole che le indicano e ne raccontano la biografia. Forse questa suggestione mi abbaglia, e mi sbaglio… se invece no, questo thesaurus di “cose antiche” desterà curiosità in chi ammira le meraviglie della Natura “con occhi che vogliono vedere” e qualche interesse anche in ambientalisti, ecologisti e studiosi della morfologia del mondo vegetale.

Maddalena Laura Maria Brunasti, 21 LUGLIO 2022 *

La parola GIORNATA compare per la prima volta nel Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi, prima opera letteraria in lingua italiana di cui si conoscono autore e data di composizione, e in alcuni dialetti (monferrino, piemontesi e lombardi) significa anche “la terra lavorata dall’alba al tramonto con una coppia di buoi”, cioè il parametro di misura per il calcolo dell’area dei campi fertili.

PERSEGO

PRUNUS ARMENIACA

FORMENTO

STICHADOS

HORDEUM MURINUM

LAVANDULA ANGUSTIFOLIA

AGRI PATAVINI “ STUDIO ARCHEOMORFOLOGICO - …la trama centuriata a sud di Padova potrebbe inquadrarsi in epoca cesariano-triumvirale, datazione che risulterebbe coerente con il rango di municipium che sia Patavium sia Ateste (Este) assumono in questo momento e con i cambi di modelli insediativi documentati a partire dall'epoca augustea. Tuttavia, l'uso del modulo di 15 actus potrebbe situare tale intervento pienamente in epoca augustea, già che sappiamo che questo modulo venne impiegato da Augusto in diverse operazioni catastali inserite nel suo programma di organizzazione territoriale, tanto in Italia quanto in Hispania” – Michele Matteazzi [ AGRI CENTUARIATI / 2014 ] “ SECUNDUM LOCUM HABENT MENSURAE - Gli studi più recenti sui testi gromatici di epoca romana hanno permesso di reinterpretare in maniera più attenta le operazioni di centuriazione, che si sono rivelate spesso adattate alla natura dei siti, cioè a condizioni morfologiche peculiari, e alla storia dei luoghi, ossia agli insediamenti preesistenti nel territorio” – Mauro Varotto

F. Squarcione, 1465

Petrus Bertius, Tabularum geographicarum contractorum libri quinque - 1603 Petrus Bertius, 1606

Francesco Scoto (1548-1622)

PARCO REGIONALE DEI COLLI EUGANEI

PADOVA, XIV SECOLO (1390~1404)

XIX SECOLO (1819~39),

PISA

ERBARIO CARRARESE Frater Jacobus phyllipus de padua ordinis heremitarum scripsit (scritto da Jacopo Filippo, frate dell’ordine eremitano di Padova) L’ultima pagina del libro è detta colophon perché la riga finale del testo è la “firma” dell’autore, che compose l’opera tra il 1390 e il 1404 per il signore patavino, Francesco II il Novello dei Carrara, l’ultimo della dinastia incessantemente dominante a Padova dal X secolo fino all’inglobamento di città-stato e territori patavini nella repubblica veneta, avvenuto nel 1405 – anno seguente a quello in cui il “suo” erbario venne ultimato – allorché lui fu deposto e insieme al figlio erede del titolo carrarese imprigionato a Venezia, dove nel 1406 i due vennero entrambi uccisi.

Il blasone dei Carrara dipinto in due “rosoni” delle ghirlande decorative intorno al testo, cioè alla traduzione del LIBER SERAPIONIS in patavino (nel XIV secolo la lingua, ora il dialetto padovano)

Il titolo originale dell’ERBARIO CARRARESE - anche detto HERBOLARIO VOLGARE - è EL LIBRO AGREGÀ DE SERAPION poiché il testo è una traduzione in patavino (padovano ) del LIBER AGGREGATUS IN MEDICINIS SEMPLICIBUS, ovvero il DE SIMPLICI MEDICINA, noto come LIBER SERAPIONIS poiché scritto nel XII secolo dal medico arabo Ibn Sarabi, soprannominato Serapione “il Giovane”.

Nel XIV secolo erbe officinali medicinali – allora dette “semplici” – venivano coltivate nei monasteri all’interno degli horti conclusi, ossia recintati, denominati horti simplicium. I monaci vi si dedicavano ispirati dalla lettura dei classici, in cui trovavano le descrizioni dei giardini di Babilonia, Alessandria e, soprattutto, Pergamo, dove nel III sec. a. C. il re Attalo aveva raccolto molteplici esemplari di piante medicinali e velenose e dal cui Asclepeia (santuario di Esculapio) si diffuse la scienza medica per tutta l’antichità praticata nel mondo greco-ellenistico/latino.

“Nel corso del Trecento si assiste a grandi cambiamenti nelle rappresentazioni presenti negli erbari che, influenzati anche dalla cultura e dalla medicina araba arrivate in Italia in particolare attraverso la scuola salernitana, cominciano a staccarsi un po’ dalla tradizione classica – è spiegato in BREVE STORIA DEGLI ERBARI FIGURATI, un compendio alla mostra virtuale allestita dal Sistema Bibliotecario di Ateneo dell'Università di Padova dal titolo L'ILLUSTRAZIONE BOTANICA. VOLUMI ILLUSTRATI DELLA BIBLIOTECA DELL'ORTO BOTANICO DELL'UNIVERSITÀ DI PADOVA

–

Anche le immagini botaniche si differenziano da quelle dei testi precedenti e per la prima volta emerge l’esigenza di un maggior naturalismo, che porta ad illustrazioni prodotte attraverso l’osservazione dal vivo delle piante e non più attraverso la copia di immagini precedenti o basate sulla sola descrizione testuale. L’esempio più significativo a questo proposito è il cosiddetto ERBARIO CARRARESE o LIBER AGREGÀ (…) il cui testo è accompagnato da raffigurazioni di piante

estremamente dettagliate e realistiche, ritenute le prime di questo periodo dipinte osservando il vero. L’attenzione al realismo è tale che le piante sono rappresentate nei loro diversi momenti di sviluppo e in tutte le loro parti (fiori, frutti, radici, retro delle foglie…)”.

L’ERBARIO CARRARESE infatti fu alla base degli sviluppi della ricerca naturalistica “germogliata” nell’Orto Botanico di Padova fondato nel 1545 come horto medicinale annesso all’università.

Nel 1548 l’ateneo patavino era frequentato dal bolognese Ulisse Aldrovandi, “il maggior rappresentante dell’indirizzo naturalistico enciclopedico del XVI secolo” all’Alma Mater Studiorum e compositore di uno storico erbario che, come attesta il suo ex libris apposto al volume, sicuramente consultò il volume carrarese, di cui forse si appropriò. L’ERBARIO CARRARESE, da J. T. Payne acquistato il 13 ottobre 1866 per il British Museum, dal 1877 è conservato nell’archivio di illuminated manuscripts (ovvero antichi manoscritti e capolavori di ars illuminandi, libri illustrati o codici miniati) della British Library.

ERBARIO CARRARESE foglio ILLUSTRAZIONE DENOMINAZIONE

descrizione BRITISH LIBRARY referenza BRITISH LIBRARY / IPNI - # scheda / IPNI

12v

ABSCENÇO

3 varieties of ARTEMISIA - wormwood ( Artemisia absinthium L. # 300106-2 ) - Roman wormwood ( Artemisia pontica L. # 179970-1 ) - sea wormwood ( Artemisia maritima L. # 179785-1 )

163r

ANGURIA

watermelon; Citrullus vulgaris Schrad. # 879412-1

164v DE LI ARMELIJ

apricot; Prunus armeniaca # 729463-1

59r

ATRIPLICE MARINO sea orache or Mediterranean saltbrush; Atriplex halimus L. # 163845-1

19r

AVENA

common oat; Avena sativa L. # 391732-1

169v BACHARA

wild ginger; Asarurum europaeum L. / MANCA

50v

BASILICA

sweet basil; Ocimum basilicum # 452874-1

161r

BIÓM

Mediterranean amaranth and purple amaranth Amaranthus graecizans L. and Amaranthus blitum L.

17v

CAMOMILLA

chamomile; Matricaria Chamomilla L. # 154715-2

5r

CAPILLI VENERIS

maidenhair fern; Adiantum capillus-veneris L. # 17297060-1

11r

CHASSIA FISTULA

golden shower tree; Cassia fistula L. # 484507-1

165r

ÇUCHA

bottle gourd; Cucurbita lagenaria L. # 292384-1

60r

ÇIÇOLE

jujube or red date; Ziziphus jujuba Mill. # 719213-1

(pigweed);

162v CITROLLO

cucumber; Cucumis sativus L. # 292296-1

4v

CITRON

citron tree - Citrus medica L. # 59603-2 / LIMON 60457216-2

162r

COGOMBARO

Armenian cucumber or snake cucumber; Cucumis melo var. flexuosus (L.) Naudin.

26v

CURIANDOLO

coriander; Coriandrum sativum L. # 840760-1

32r

CUSCUTE

flax dodder; Cuscuta Epilinum L.

33v

CUSSUS

common ivy; Hedera helix L. # 90723-1

53v

EUPATORIO

hemp agrimony; Eupatorium cannabinum L. # 205581-1

56v

FAXUOLI

cowpea; Vigna unguiculata (L.) Walp. # 1127257-2 (also known as Dolichos sinensis L. # 493240-1 )

21r

FORMENTO

six row barley; Hordeum hexastichum L. # 77158-3

166r

LATUGA

lettuce; Lactuca sativa L. # 228239-1

8r

LIÇO

common privet; Ligustrum vulgare L. # 610130-1

17r

(SOMENÇA DEL) LINO flax (linseed); Linum usitatissimum L. # 544772-1

4v

MACIS

nutmeg and/or mace - Myristica fragrans Houtt. # 586076-1

52v

MALBAVISCO

genera of marshmallow plant; Althaea officinalis L. # 558872-1 and Lavatera thuringiaca L. # 561263-1

169r

MATRICARIA

feverfew; Tanacetum parthenium (L.) Sch. Bip. # 252460-1

15r

MELILOTO

bird’s foot trefoil; Lotus corniculatus L. # 30179739-2

18v

MELLISSA

lemon balm; Melissa officinalis L. # 450084-1

48

MILIO SOLIS

gromwell or European stoneseed, Lithospermum officinale L.

161v MOLÓM

muskmelon (Persian melon?); Cucumis melo L. # 292238-1

6r

OLIVA

olive tree; Olea europaea L. # 610675-1

26r

OROBO

pea; Pisum sativum L. # 60454055-2

166v PERSEGO

peach; Prunus Persica L. (Amygdalus persica L.)

46r

PINO ARBORE

Italian stone pine tree; Pinus pinea L. # 263221-1

20r

PIPERELA

peppermint; Mentha piperita L. # 450969-1

23v

POVOLARO ARBORE black poplar tree; Populus nigra L. # 776790-1

11v

RIXO

rice (?); Oryza sativa L. # 316812-2

7v

TRIFOLIO

3 varieties: red clover (Trifolium pratense L.); sweet clover ? (Melilotus officinalis / Trifolium officinale L.), yellow water-lily (Nuphar lutea L.)

61r

SECACUL

Solomon’s seal; Polygonatum odoratum, (Mill.) Druce # 540195-1

5v

SPARAGUS

asparagus; Asparagus officinalis L. # 531229-1

14r

SPONGA MARINA

bath sponge; Spongia officinalis L.

14v

STICHADOS

French lavender; Lavandula stoechas L. # 449089-1

24r

TAMARISCHO

species of tamarisk, perhaps Tamarix Gallica L. # 828110-1 or Myricaria Germanica L. (false tamarisk)

45r

VALARIANA

valerian; Valeriana officinalis L. # 860012-1

27v 28r 29r 31r 31v

VIDE SALVEGRA variety of grape vine; Vitis vinifera L. # 30478388-2 VIGNA DESMESTEGA variety of grape vine; Vitis vinifera L. ” DE LA AGRESTA unripe grapes and their juice DE LA VIGNA BIANCA white bryony; Bryonia dioeca Jacq. / MANCA DE LA VIGNA NEGRA black bryony; Dioscorea communis L. ( Tamus communis L. )

33r

VOLUBELLE

hedge bindweed; Calystegia sepium L. ( CONVOLVULUS SEPIUM L. / SPECIES PLANTARUM, vol. I, pag. 153-159: Caule volubili ; pag. 158 C. Cantabrica / Habitat in Italia, Sicilia, Narbona, Verona )

94r

VIOLA

sweet violet; Viola odorata L.

EARLY DRAWINGS AND ILLUMINATIONS: AN INTRODUCTION TO THE STUDY OF ILLUSTRATED MANUSCRIPTS - Walter de Gray Birch and Henry Jenner (London: Bagster and Sons), 1879 A GUIDE TO THE EXHIBITION OF SOME PART OF THE EGERTON COLLECTION OF MANUSCRIPTS IN THE BRITISH MUSEUM (London: British Museum) - 1929 EARLY ITALIAN NATURE STUDIES AND THE EARLY CALENDAR LANDSCAPE

- Otto Pächt / Journal

of the Warburg and Courtauld Institutes, 13 / 1950 EL LIBRO AGREGA` DE SERAPIOM, VOLGARIZZAMENTO DI FRATER JACOBUS PHILIPPUS DE PADUA ,

ed.

by Gustav Ineichen (Venice: Istituto per la collaborazione culturale) - 1962-1966 MEDICAL ILLUSTRATIONS IN MEDIEVAL MANUSCRIPTS - Loren MacKinney Wellcome Historical MEDICAL MINIATURES IN EXTANT MANUSCRIPTS: A CHECKLIST - Loren MacKinney, Thomas Herndon

(London: Wellcome Historical Medical Library), 1965 DAS ERBARIO CARRARESE UND DIE BILDTRADITION DES TRACTATUS DE HERBI

- Felix A. Baumann /

Berner Schriften zur Kunst, 12 / 1974 Millard Meiss, with Sharon Off Dunlap Smith and Elizabeth Home Beaton, French Painting in the Time of Jean de Berry: The Limbourgs and Their Contemporaries (London: Thames and Hudson), 1974 MEDIEVAL MEDICAL MINIATURES SECRETA SALERNITANA

- Peter Murray Jones (London: British Library), 1984

- Peter Jones / Kos , 1984

ALBUM OF SCIENCE: ANTIQUITY AND THE MIDDLE AGES

- John E. Murdoch, ed. by I. B. Cohen (New

York: Scribner's Sons), 1984 - Wolf-Dieter Müller-Jahncke / Die Kunst und das Studium der Natur vom 14. zum 16. Jahrhundert, ed. by Wolfram Prinz and Andreas Beyer (Cologne: Acta humaniora), 1987 DIE BOTANISCHE ILLUSTRATIONE DES 14° UND 15° JAHRHUNDERTS IN ITALIEN

TOWARD THE SCIENTIFIC NATURALISM: ASPECTS OF BOTANICAL AND ZOOLOGICAL ICONOGRAPHY IN MANUSCRIPTS AND PRINTED BOOKS IN THE SECOND HALF OF XV CENTURY - Lucia Tongiorgi

Tomasi / Die Kunst und das Studium der Natur vom 14. zum 16. Jahrhundert, ed. by Wolfram Prinz and Andreas Beyer (Cologne: Acta humaniora), 1987

TWO EAST ANGLIAN PICTURE BOOKS : A FACSIMILE OF THE HELMINGHAM HERBAL AND BESTIARY AND BODLEIAN MS. ASHMOLE 1504, ed. by Nicholas Barker (London: The Roxburghe Club), 1988 THE ILLUSTRATED HERBAL - Wilifred

Blunt and Sandra Raphael (London: Lincoln), 1994

EXEMPLUM: MODEL-BOOK DRAWINGS AND THE PRACTICE OF ARTISTIC TRANSMISSION IN THE MIDDLE AGES (CA. 900 - CA. 1450) - Robert W. Scheller (Amsterdam: University Press), 1995 DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI MINIATORI ITALIANI: SECOLI IX-XVI,

ed. by Milvia Bollati (Milan:

Bonnard), 2004 FLOWERS IN MEDIEVAL MANUSCRIPTS

- Celia Fisher (London: British Library), 2004

TACUINUM SANITATIS: AN EARLY RENAISSANCE GUIDE TO HEALTH

- Alixe Bovey, (London: Sam

Fogg), 2005 - Peter Jones, in The Cambridge Illuminations: Ten Centuries of Book Production in the Medieval West, ed. by Paul Binski and Stella Panayotova (London: Harvey Miller), 2005 THE MEDIEVAL ENCYCLOPEDIA: SCIENCE AND PRACTICE

TREASURES OF THE BRITISH LIBRARY,

ed. by Nicolas Barker and others (London: British Library),

2005

Sarah Rozalja Kyle in Context: Imitation, Exemplarity, and Invention in Late Fourteenth-Century Padua (doctoral dissertation, Emory University), 2010 THE CARRARA HERBAL

MEDICINE & HUMANISM IN LATE MEDIEVAL ITALY: THE CARRARA HERBAL IN PADUA

(New York: Routledge), 2016

Della catalogazione di piante ed exsiccata della propria collezione, nel 1735 il banchiere olandese George Clifford incaricò lo studente svedese - naturalista in erba che aveva escogitato un peculiare sistema di classificazione…

… il “catalogo sistematico” pubblicato nel 1753 è tuttora il principale testo di riferimento per la tassonomia botanica.

POMONA ITALIANA

Come evidenzia la recensione di AGRARIA.ORG, l’opera di GIORGIO GALLESIO è un trattato pubblicato a fascicoli, oltre 170, dal 1819 al 1839 inviati direttamente dall’autore agli abbonati. Erano stampati a PISA, curiosamente anche la città natale di GALILEO GALILEI e FERDINANDO PIO ROSELLINI. Nato nel 1772 a Finale Ligure, Gallesio era un magistrato che, come molti facoltosi ed eruditi dell’epoca, si dedicava allo studio della natura con passione e applicandosi con rigore scientifico. Era infatti un membro della Regia Società Agraria / Accademia di Agricoltura di Torino e della Società Economica Fiorentina / ACCADEMIA DEI GEORGOFILI e la sua scoperta che definì "dominanza", la ricorrenza genetica di un carattere morfologico (sagoma e/o colore) riscontrata facendo esperimenti di ibridazione dei garofani, venne tenuta in alta considerazione da Charles Darwin nei propri studi sull’evoluzione degli esseri viventi.

Anche autore di due libri, la Teoria della riproduzione vegetale edito a Vienna nel 1814 e il Traité du Citrus a Parigi nel 1811, Gallesio morì a Firenze nel 1839, lasciando incompleta l’enciclopedia della pomologia un “ramo” della botanica, la disciplina della classificazione dei frutti e catalogazione degli alberi fruttiferi.

Le serie dei volumi originali sono state raccolte e conservate nelle biblioteche Marciana di Venezia e Malatestiana a Cesena, degli Istituti Agrari, ora ISTITUTI PROFESSIONALI PER L'AGRICOLTURA E L'AMBIENTE, di Firenze e di Genova, inoltre delle facoltà di agraria delle università di Bologna, Firenze e Milano e dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Padova.

Nel 2021 / ANNO INTERNAZIONALE DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA l’opera di Gallesio è stata ristampata a cura della casa editrice ligure Pentàgora – LA GIORNATA DEGLI ALBERI ITALIANI NEL 2021

Il titolo fa esplicito riferimento a POMONA, la dea Patrona pomorum (signora dei frutti) nell’antica Roma venerata in un bosco sacro, il Pomonal. La serie di schede illustrate descrive le differenti varietà di 17 specie di piante fruttifere osservate nei territori italiani dell’epoca, la prima metà del XIX secolo.

EXCURSUS NELLA STORIA ITALIANA

Scienziati di tutta Italia, unitevi!

I CONGRESSI DEI NATURALISTI ITALIANI FRA SCIENZA E POLITICA La rassegna compilata dal MUSEO GALILEO – ISTITUTO E MUSEO DI STORIA DELLA SCIENZA per il 150° anniversario dell’unità nazionale illustra il contesto storico e l’ambiente culturale, cioè il retroterra sociale e ideologico, in cui dal 1839 al 1875 si svolsero 13 congressi degli scienziati italiani, a cui parteciparono non meno di 5000 studiosi provenienti da tutte le parti della penisola.

“Dopo decenni di silenzio, gli scienziati italiani venivano allo scoperto rivendicando un ruolo guida nella creazione di uno spirito unitario.”

l'entomologo Massimiliano Spinola, Enrico Tazzoli, che sarebbe morto impiccato per ordine di Radetzky fra i martiri di Belfiore”.

In particolare, il convegno del 1841 venne svolto a Firenze, identificata come “cuna alla filosofia sperimentale… in cui il magnanimo Principe innalza al divino Galileo un tempio, ove nei manoscritti e negli strumenti di lui si serberà raccolta tanta parte della gloria italiana”.

“Valore universale della scienza, l’utilità delle sue applicazioni e i profitti che Stato e privati potevano ricavare da una loro adeguata valorizzazione, conferirono ai Congressi un ruolo insieme pedagogico e politico …

Sebbene di ciò “Carlo Alberto di Savoia non fu esattamente entusiasta”, nel 1846 “Camillo e Francesco Pallavicino insieme a Lorenzo Pareto si erano dati un gran daffare per far ottenere a Genova la nomina a sede” e così “celebrare con più risonanza possibile il centenario della cacciata dell'esercito imperiale da Genova (non da molto annessa al Regno di Sardegna) in occasione della guerra di successione austriaca”. Il raduno fu “il più italiano dei congressi fin lì tenuti, sia per l'aria che si respirò, testimonianza dell'approssimarsi di cataclismi politici, sia per la copertura nazionale delle presenze … personalità come Massimo d'Azeglio, Mariano d'Ayala, Giovanni Berchet, Angelo Brofferio, Cesare Correnti, i botanici Antonio Bertoloni e Giuseppe De Notaris,

… Tra gli obiettivi che gli scienziati si diedero durante le riunioni spiccano quelli relativi all'adozione del sistema metrico decimale, l'uniformazione delle statistiche in campo sanitario, l'elaborazione di una carta geologica dell'Italia, la creazione di un erbario Italiano e la pubblicazione di una Farmacopea uniforme Italiana … … Non meno importanti furono i tentativi di gettare le basi per un nuovo modello della pubblica istruzione, decisamente più sensibile all’insegnamento della scienza e delle tecniche.

Vivaci discussioni animarono la controversia sulle applicazioni tecnologiche ad una rete industriale nascente. Alle forti spinte verso la modernizzazione non pochi partecipanti opposero una concezione che metteva l’agricoltura al centro dello sviluppo economico nazionale”.

https://mostre.museogalileo.it/congressiscienziati/indice.html

Il titolo dell’opera scientifica redatta in stile narrativo d’epoca rinascimentale e pubblicata nel 1876, quando l’unificazione dei regni italiani era stata appena realizzata, è il “soprannome” della nazione.

XIV secolo ERBARIO CARRARESE

DE LA VIGNA NEGRA / BIANCA

XIX secolo

POMONA ITALIANA

ERBARIO “ROSELLINI” TAVOLA IN ESPOSIZIONE AL CENTRO DOC DI CASALE MONFERRATO

LIMONE “in prima pagina”

dell’ERBARIO CARRARESE, nel primo foglio del libro.

Un’illustrazione del POMONA ITALIANA nella copertina della ricerca che documenta la correlazione tra la diffusione degli AGRUMI con la persistenza di antiche tradizioni rurali nella cura per la conformazione paesaggistica caratteristica di alcuni territori della nazione

EXCURSUS IN ALCUNI ATTUALI ED EX TERRITORI VENETI Nei territori intorno al LAGO DI GARDA (in epoca romana il Benaco e un bacino idrico ora condiviso da tre regioni e tre province - la lombarda Brescia, Trento e la veneta Verona), gli agrumi sono coltivati in apposite serre - limonaie - e dal XVIII secolo si produce una bibita celebre.

GARDONE, SALÒ

TORRI DEL BENACO

SAN VIGILIO, GARDA

Per mantenere la propria indipendenza dalle città-stato di Brescia e Verona, “grandi potenze” confinanti, 34 comuni della sponda occidentale del Benaco nel 1334 si aggregarono in una confederazione, la Communitas Riperiæ Benaci / Lacus Gardæ Brixiensis detta Riviera, alleata con Venezia, che ne inglobò nella propria Repubblica i territori e fino al 1797 - tranne che dal 1350 al 1428, periodo in cui vi dominarono i milanesi Visconti - li protesse e governò riconoscendo loro l’autonomia con il titolo di Magnifica Patria - Figlia primogenita della Serenissima.

Nel LIBRO DELLA TASSA DELLE ARTI LIBERALI E MECCANICHE NELLO SPETTABILE COMUNE DI SALÒ del 1748 e anni seguenti (quando la cittadina e il territorio erano inclusi nei domini della Repubblica di Venezia) tra gli speziali sono registrati Bondoni Giovanni e Antonio, figli di Domenico, proprietari di una casa con bottega nel 1786 ereditata dalla nipote Bona, moglie di Lelio Barbaleni, a cui venne intestata la spezieria che nel 1793 fu riconosciuta farmacia, successivamente gestita da suo figlio Giovanni e poi dalle nipoti, Lucia e Carolina e, con “petizione e decreto giudiziale di delibera del 12.11.1859” ad Antonio Barbieri e nel 1868 a Bartolomeo Castelli e Nicola Tassoni.

Nelle antiche civiltà latine ogni località aveva un proprio GENIUS LOCI, uno “spirito” che impersonava le caratteristiche fisiche del territorio e culturali della sua popolazione. La morfologia degli habitat era naturale e artificiale senza soluzione di continuità: come documentato in testi filosofici e scientifici, in particolare le opere di Plinio “il Vecchio” e Vitruvio, le società umane sfruttavano le risorse ambientali per costruire le città e coltivare i terreni fertili con soluzioni tendenti all’armonia con le forze della Natura, impersonate da varie divinità. Il nume tutelare di raccolti, granai, contadi e contadini era CONSO, in cui onore erano celebrate cerimonie ad agosto, a Ferragosto dal 18 a.C., quando affinché tutti potessero dedicarsi ai riti di Consualia, Nemorali e Vinalia rustica l’imperatore Ottaviano Augusto stabilì una data festiva, denominata Feriae Augusti.

Segretario personale del primogenito del XLIII doge genovese Giano, il capitano Cesare Fregoso che dal 1529 al 1536 era al comando dell’esercito veneziano stanziato nei territori veronesi, MATTEO BANDELLO nell’antologia di NOVELLE ( Parte II / Novella X ) riferisce:

…a Garda da cui il famoso lago di Benaco ora ha preso il nome hanno questi signori Fregosi un gran palagio con giardini bellissimi ove sono tutti gli arbori di frutti soavissimi che questo cielo può nodrire. Quivi sono NARANCI, CEDRI, LIMONI, POMIGRANATI bellissimi, per non

raccordar tante altre sorti di frutti. Vi si gode poi l’amenitá del piscoso e bellissimo lago che ne l’una e l’altra sponda POMONA, BACCO e FLORA pomposamente adornano.

PARLA COME MANGI RAMO, SEMINARIO, CAMPO, COLTURA, RICETTA… e DISPENSA

parole in italiano comuni a lingue popolari e dialetti locali e ai lessici tecnici e scientifici, in particolare due gerghi, agro-alimentare e medico

SE TI SABIR, TE RISPONDIR… SE NO SABIR, TAZIR, TAZIR

EXCURSUS FILOLOGICO

LOCUZIONI / LUOGHI COMUNI

se pareba boves, alba pratalia teneba, albo versorio teneba, negro semen seminaba

INDOVINELLO VERONESE

/ anonimo VIII-IX sec., Codex LXXXIX alla Biblioteca Capitolare di Verona

ITALIANO, UNA BELLA LINGUA ;-) L’italiano è la lingua più forbita e pittoresca del mondo, infatti un linguaggio verbale inventato di sana pianta dagli artisti rinascimentali, poeti, pittori e filosofi umanisti antelitteram - in particolare uno, DURANTE DEGLI ALLAGHERI (*) celebre con il soprannome DANTE ALIGHIERI , tra il 1303 e il 1304 autore del trattato DE VULGARI ELOQUENTIA, considerato il padre della lingua italiana - e umanisti consapevolmente interpreti dello spirito del proprio tempo, l’epoca moderna cominciata nel 1492, anno spartiacque del corso della storia poiché quello della “scoperta dell’America”, e dagli intellettuali risorgimentali, letterati e scienziati che, sulle orme di Alessandro Manzoni, per i canoni di “purezza” del proprio vocabolario andavano a lavare il lessico in Arno.

La corretta dizione e scrittura delle parole italiane è stata a lungo paragonata allo standard del fiorentino - lingua della civiltà medicea e della città che dal 3 febbraio 1865 alla stessa data nel 1871 era la capitale della nazione in formazione. Ma i vocaboli dell’italiano sono molteplici e derivanti da tanti idiomi: il latino, “lingua-base”, di riferimento etimologico e grammaticale, e le lingue-madri delle etnie autoctone e non, anticamente e nel medioevo “trapiantate” nei territori tra il XIX e il XX secolo unificati e che dal 2 GIUGNO 1946 compongono le regioni della Repubblica.

Numerose sue locuzioni sono polivalenti, in particolare le espressioni volgari – cioè del lessico popolare o dialettale e del repertorio gergale di improperi, insulti e parolacce - luoghi comuni ambivalenti perché con un “doppio senso”: il significato denominativo di oggetti, frutti e fiori o indicativo delle loro qualità, e il significato connotativo simbolico, allusivo agli organi sessuali e metaforico per pregi o difetti di “cose” e persone. Nell’ERBARIO CARRARESE ad esempio…

* Cittadino di Firenze, dove nacque nel 1625, forse studente all’Alma Mater di Bologna, in cui probabilmente soggiornò anche tra il 1286 e il 1287, nel 1301 fu esiliato dalla madre-patria e visse a Roma fino al 1304, dal 1306 a Padova, poi nella Marca Trevigiana e in Lunigiana. Nel 1313 fu accolto alla corte scaligera e fino al 1318 abitò a Verona, dove disponeva di casa e possedimenti che alla sua morte, nel 1321, vennero ereditati da suo figlio Pietro, nel 1337 designato podestà della città-stato.

ÇIÇOLE

●

CITROLLO SECACUL

●

COGOMBARO

OROBO ● VIOLA

“prooof, come i se dise i bisi en italiàan ?” - ‘si dice PISELLI’ - “nooo prooof … quej i s’è ‘n’altra roba!”

I BISI DI LEONARDO ( DA VINCI ) Quattro baccelli di piselli, quattro ciliegie e una fragola selvatica - “Manoscritto B” custodito all’Institut de France di Parigi

Padova (Padua), 1404 Frater Jacobus phyllipus de padua ordinis heremitarum scripsit

FIRMA* E/O AUTOGRAFO SEGNO IDENTIFICATIVO UN TRATTO UNICO E INCONFONDIBILE UN

COME UN RITRATTO DIPINTO O FOTOGRAFICO

COME IL

TRATTO CARATTERIALE

COME LA “MAPPA” DEL CODICE

GENETICO

* Mio padre spesso ricordava che i suoi genitori non gli avevano mai dato una spiegazione del suo nome, FIRMINO, in italiano tanto insolito e di essere fortunato perché, almeno, non lo avevano chiamato FIRMATO

come invece capitato a molti della sua generazione, nati dopo la fine della prima guerra mondiale annunciata alla popolazione con la proclamazione che si concludeva con le parole “firmato Diaz”

14 LUGLIO 2022 - CORRIERE DI BOLOGNA

Scoperta la firma di Dante Ego Dantes Allaghery laudavi et me subschripsi

ESEMPI EMBLEMATICI

CURIANDOLO ● VOLUBELLE

ESEMPLARI DELLE STESSE PIANTE IN DIFFERENTI VERSIONI

ERBARIO CARRARESE ~ folio 26 : CURIANDOLO

La scheda della British Library riporta che l’illustrazione dell’ERBARIO CARRARESE raffigurante un curiandolo mostra un esemplare in inglese denominato coriander e negli elenchi botanici CORIANDRUM SATIVUM L., cioè con la denominazione data da Linneo.

Del Coriandrum Sativum in SPECIES PLANTARUM (vol. I, pag. 256) Linneo precisa che la pianta “risiede nella campagna italiana” ( Habitat in Italiae agris ) e riferisce di averla catalogata anche nell’HORTUS CLIFFORTIANUS ( Hort. Cliff. 100 ) e rilevata descritta anche in altre opere, tra cui nel DE MATERIA MEDICA ( Mat. Med. 135 ) di Dioscoride, il “capostipite” di erbari, nel medioevo molto diffuso negli scriptorium dei monasteri e probabilmente noto all’autore dell’ERBARIO CARRARESE.

Coriandrum sativum L.

Vernacular : CORIANDER; KUZBARA (Ar., Ir., Eg., Pal. etc.), GESHNIZ (Pers., Parsa), GIZHNIZH (Kurd.)

Native to: Afghanistan, Iran, Lebanon-Syria, North Caucasus, Pakistan, Palestine, Saudi Arabia, Sinai, Transcaucasus, Turkey Introduced into: Algeria, Amur, Andaman Is., Angola, Argentina, Arizona, Assam, Austria, Azores, Baltic States, Bangladesh, Belarus, Belgium, Borneo, Brazil South, Bulgaria, California, Cambodia, Cameroon, Canary Is., Cape Provinces, Cape Verde, Central European Rus, Chad, China, Colombia, Connecticut, Costa Rica, Cuba, Cyprus, Czechoslovakia, Delaware, Denmark, Dominican Republic, East European Russia, East Himalaya, Ecuador, Egypt, El Salvador, Eritrea, Ethiopia, Fiji, Finland, Florida, France, Free State, Germany, Great Britain, Greece, Guatemala, Haiti, Hawaii, Hungary, Illinois, India, Iraq, Italy, Japan, Jawa, Juan Fernández Is., Kazakhstan, Kenya, Khabarovsk, Korea, Kriti, Krym, KwaZulu-Natal, Laos, Lesser Sunda Is., Libya, Louisiana, Madeira, Malaya, Maluku, Maryland, Massachusetts, Mauritius, Mexico Central, Mexico Northwest, Michigan, Missouri, Mongolia, Montana, Morocco, Mozambique, Nepal, Nevada, New Guinea, New Jersey, New Mexico, New York, New Zealand North, New Zealand South, Nicobar Is., Norfolk Is., North Carolina, North Dakota, Northern Provinces, Norway, Nova Scotia, Ohio, Oklahoma, Ontario, Oregon, Paraguay, Pennsylvania, Peru, Philippines, Poland, Portugal, Primorye, …

Royal Botanic Gardens

POWO Plants Of the World Online

It is used as animal food and a medicine, has environmental uses and social uses and for food. As a spice it has been known since the dawn of history. It is used to flavour soups, stews, curries, salads etc. in many countries to flavour bread (…) the fruit contains up to 1% of essential coriander oil, of which the main component is coriandrol, and that this is obtained by soaking the fruit in water for about 14 hours and then by distillation. This oil is used in the manufacture of perfumes, soap and liqueurs, and also added to improve the taste of medicines as a substitute for other aromatic substances; the fruit is also sometimes employed as a flavourant and spice in pastries and even in canned meats.

Moreover the fruit also contains about 15% of a fatty oil, which can be extracted from the residue left after separation of the essential oil by distillation, while the residual cake, containing some 12% of protein, is fed to cattle.

Wren (1956) describes the medicinal properties of the fruit as stimulant and carminative.

DIZIONARIO ETIMOLOGICO DELLA LINGUA ITALIANA

Il carnevale a Venezia, e il Carnevale di Venezia

Le danze della Suite dello Schiaccianoci

Danza della Fata Confetto Balletto dei fiori sulla danza degli zufoli

ERBARIO CARRARESE ~ folio 33 : VOLUBELLE

SPECIES PLANTARUM, vol. I, pag. 153-159 : CONVOLVULUS * Caule pag. 158 : CONVOLVULUS - 22 / Cantabrica

volubili

Royal Botanic Gardens

POWO Plants Of the World Online

A specimen from KEW'S HERBARIUM

Calystegia sepium (L.) R.Br.

ITALY, 1830 WIKIPEDIA

Calystegia sepium Il VILUCCHIO BIANCO / VILUCCHIONE è una pianta rampicante della famiglia delle Convolvulaceae. È una pianta erbacea perenne che cresce avviluppandosi alle altre piante. Ha il fusto volubile lungo 2-4 m, foglie lunghe 5–10 cm e ampie 3–7 cm, sagittate, ondulate al margine e dotate di un lungo picciolo, disposte a spirale. I fiori sono solitari e disposti all'ascella delle foglie; hanno un calice con cinque lobi, parzialmente ricoperto da 2 brattee; la corolla, imbutiforme, è lunga fino a 6 cm e di colore bianco. Il frutto è una capsula sferica di circa 1 cm di diametro e contiene da due a 4 semi neri. La specie ha una distribuzione cosmopolita: è presente nelle zone temperate di America, Asia, Australia, Europa e Nordafrica. È una pianta infestante di colture erbacee, cereali, vigneti e incolti.

Predilige suoli argillosi, umidi e ricchi di elementi nutritivi, da 0 a 1400 m di quota.

ALCUNE VARIETÀ BOTANICHE ATTUALMENTE PRESENTI NEGLI AGRI PATAVINI con riferimenti a : ERBARIO CARRARESE, ● IPNI e ALTRE FONTI ABSCENÇO

Artemisia absinthium ● L. / Species Plantarum (1753)

STICHADOS

Lavandula angustifolia ● L. / Species Plantarum (1753)

SPARAGUS

Lavandula latifolia

Asparagus aethiopiscus

● L. / Species Plantarum (1753)

● ASPARAGUS L. / Species Plantarum (1753) ● ASPARAGUS ABYSSINICUS

LINO

ATRIPLICE

Atriplex patula

Linum usitatissimum ● L. / Species Plantarum (1753)

● L. / Species Plantarum (1753)

MELILOTO

AVENA

Lotus corniculatus

Avena fatua ● L. / Species Plantarum (1753) VOLUBELLE

● L. / Species Plantarum (1753) CAMOMILLA

Matricaria camomilla

Calystegia sepium ● L. / R. Br. (1810)

MELILOTO

CITRON

● L. / Species Plantarum (1753)

Melilotus officinalis

Citrus limon ● CITRUS MEDICA var. LIMON / L. (1753) - LINGUE ANCESTRALI …, 2022

MELLISSA

Melissa officinalis ● L. / Species Plantarum (1753)

ÇUCHA

Cucurbita maxima ● Lam. (1786) e Duchense (1753)

PIPERELA ● MENTA * PIPERITA / L. (1753)

EUPATORIO

Mentha arvensis

Eupatorium cannabinum ● L. / Species Plantarum (1753)

● L. / Species Plantarum (1753)

Mentha spicata ● L. / Species Plantarum (1753)

CUSSUS

Hedera helix ● L. / Species Plantarum (1753)

Hieracium umbellatum - I FIORI EMBLEMATICI DEL 1° LUGLIO 2022

Mentha suaveolens ● Ehrh (1792) OLIVA

Olea europaea ● L. / Species Plantarum (1753)

FORMENTO

Hordeum murinum ● L. / Species Plantarum (1753) LATUGA

Lactuca sativa ● L. / Species Plantarum (1753)

Papaver somniferum ● L. / Species Plantarum (1753) - HEALTHDESK / 2021

Phleum pretense - I FIORI EMBLEMATICI DEL 1° LUGLIO 2022

PINO ARBORE

Pinus rigida

POMODORO POMODORELLA ( BALLERINA / MORELLA )

● Mill. (1768)

Solanum americanum

Pinus strobus

● L. / Species Plantarum (1753) - IL NOME DELPOMO, 2022

● L. / Species Plantarum (1753) OROBO

Sorghum halepense - FERDINANDO ROSELLINI, 1814-1872 / 2022

Pisum sativum ● L. / Species Plantarum (1753) - I BISI DI LEONARDO DA VINCI, 2016

TAMARISCHO

Tamarix gallica ● L. / Species Plantarum (1753)

SECACUL

Polygonum aviculare ● L. / Species Plantarum (1753)

MATRICARIA

Tanacetum parthenium ● Sch.Bip. (1844)

Polypogon viridis ● Breistr. (1966) PIOPPO / PIOPPETO - IL “POPOLO” DEL MONFERRATO

Populus alba ● L. / Species Plantarum (1753)

Populus canescens ● Aiton (1789) POVOLARO

Populus nigra ● L. / Species Plantarum (1753)

TRIFOLIO

Trifolium dubium ● Sibth. (1794)

Trifolium hybridum ● L. / Species Plantarum (1753)

Trifolium medium ● L. / Amoenitates Academici… (1759)

Trifolium pratense ● L. / Species Plantarum (1753)

Trifolium repens ● L. / Species Plantarum (1753)

ARMELIJ

Prunus armeniaca ● L. / Species Plantarum (1753)

VALARIANA

Valeriana officinalis ● L. / Species Plantarum (1753)

Prunus padus ● L. / Species Plantarum (1753) - IL NOME DEL POMO, 2022 PERSEGO

Prunus persica ● L., Species Plantarum / Batsch. (1801) ● AMYGDALUS PERSICA / L. (1753) MELOGRANO

Punica granatum ● L. / Species Plantarum (1753) - PUM GRANIN / NATALE 2021 - POMI GRANATI / EXCURSUS

Salix alba ● L. / Species Plantarum (1753) - HEALTHDESK / 2021

Vicia sativa - FERDINANDO ROSELLINI, 1814-1872 / 2022 VIOLA

Viola odorata ● L. / Species Plantarum (1753) VIDE SALVEGRA - VIGNA DESMESTEGA

Vitis vinifera ● L. / Species Plantarum (1753) ÇIÇOLE

Ziziphus jujuba ● Mill. (1768)

La trama del romanzo celebre – intitolato IL NOME DELLA ROSA con esplicita allusione alle idee dei filosofi dell’antichità e del medioevo sul linguaggio umano – è evocativa degli studi e delle esperienze giovanili dell’autore, nel 1971 all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna fondatore del Dipartimento DAMS / Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo. Nomen omen, Umberto Eco da ragazzo recitava nella compagnia del teatro di Alessandria (città piemontese) in cui a Natale va in scena LA DIVOTA CUMEDIA. Questa singolare rappresentazione sacra che narra la storia per secoli tramandata oralmente in monferrino (dialetto del Monferrato) è una fantasiosa eppure fedele interpretazione dello ”spirito” del Natale ed espressione della più longeva tradizione italiana, il presepe (presepio) che Francesco d’Assisi ha inventato a Greccio nel 1223 e la natività tra il 1303 e il 1305 raffigurata nell’affresco dipinto alla Cappella degli Scrovegni di Padova da Giotto ispirandosi, oltre ai Vangeli e testi religiosi, teologici e francescani, anche a IL FISIOLOGO, un’opera compilata tra il II e III secolo d.C. da un anonimo alessandrino (città egiziana), nelle cui descrizioni delle simbologie di animali e piante emblematici sono state riscontrate delle analogie con il primo erbario di cui si conserva conoscenza, il DE MATERIA MEDICA di Dioscoride.

IL NOME DEL POMO L'ATTUALITÀ DEL DESUETO SOSTANTIVO ITALIANO INDICA NTE LA MELA E LA FRUTTA È EMERSA CON LA "SCOPERTA" DELLE CORRELAZIONI TRA VOCABOLI E ILLUSTRAZIONI DI UN MANOSCRITTO DEL XIV SECOLO, L’ERBARIO CARRARESE, CON NOMI DIALETTALI E DENOMINAZIONI BOTANICHE DELLE PIANTE Il vocabolo pomo, in passato ricorrente e da molto tempo invece desueto nelle conversazioni quotidiane e nei testi di cronaca o letteratura, in Italia viene ancora pronunciato e scritto in riferimento alla prominenza laringea (sporgenza della cartilagine tiroidea), un carattere morfologico distintivo dei maschi e detto POMO D’ADAMO evocando una punizione divina, la biblica “cacciata” dell’umanità dall’Eden, conseguita al peccato originale, la disobbedienza dell’uomo primordiale che, ammaliato da Eva, mangiò una mela proibita e un boccone gli era rimasto incastrato in gola. In italiano il lemma forma due parole composte: il nome di un “ramo” della botanica, la POMOLOGIA, e il sostantivo POMODORO il cui plurale, pomodori anziché pomidoro, rivela che se ne è dimenticata l’origine e indicante l’ortaggio detto TOMATO in America, da dove proviene, in quasi tutti i paesi del mondo e in Veneto, nei cui dialetti il vocabolo si usa ancora e conserva il significato originario, come nel lessico latino, di mela e ogni frutto, ossia frutta, inoltre di melo o albero fruttifero.

Il significato originale dell’antico sostantivo come “nome della mela” si tramanda in quello del mitologico POMO DELLA DISCORDIA con cui Eris aizzò Era, Atena e Venere a contendersi il titolo di più bella dea dell’Olimpo, aggiudicato da Paride consegnando il trofeo dorato a forma di mela alla prescelta e con tale preferenza provocando la leggendaria causa della guerra di Troia.

Il nome personale EUGENIO, letteralmente “ben-nato” e metaforicamente “di buona razza” o “nobile” come indicano il suffisso eu [ευ], che significa “buono”, e il tema verbale gan / gen [γην], riferito ai concetti di “nascita”, “origine” e “generare / genesi, genitore, generazione e genetica”, ricorre spesso nel territorio EUGANEO, attualmente circoscritto in quello della provincia padovana, detta PATAVINA [Dizionario Etimologico della Lingua Italiana – vol. 4, pag. 891] da Patàvium, il toponimo latino del capoluogo, anticamente denominato Pàva, Pàdua e, come tuttora nei dialetti veneti, Pàdoa. La leggenda eziologica narra che la città-stato venne fondata dal principe Antenore, un esule di Troia insieme a Opsicella, che si stabilì nella vicina Monselice, sita a equidistanza tra Padova e Bologna e prossima ad Arquà, dimora elettiva del poeta, filosofo e filologo Petrarca e borgo al 2° posto nella classifica dei più belli d’Italia, ed Este, nel X secolo il feudo assegnato a un ramo degli obertenghi e perciò località patavina d’origine dei signori di Ferrara, la casata estense i cui antenati erano chiamati Azzo(ni) e da cui discende il sovrano regnante in Belgio dal 1995.

L’appellativo che denomina i colli svettanti tra Padova e Bologna e la campagna circostante sicuramente evoca il nome latino della popolazione indigena che in antichità abitava nei territori tra Alpi e Adriatico, l’attuale Veneto, probabilmente è un vocabolo derivante dal greco che insieme al latino e al fenicio – ora lingue morte – ha plasmato le civiltà del vecchio mondo mediterraneo, così il lessico della cultura “classica” che, a sua volta, ha conformato il linguaggio scientifico moderno, tra cui la tassonomia botanica. E proprio in un erbario del XIV secolo, detto carrarese perché composto a Padova tra il 1390 e il 1404 per l’ultimo signore dei Carraresi, cioè della dinastia che governava la città-stato ininterrottamente dal X secolo, fiori, erbe e frutti sono raffigurati con immagini vivide e descritti con i vocaboli del “pittoresco” lessico che allora era anche un gergo scientifico e adesso è il dialetto parlato nella città e nella sua provincia. Si dispone di molte testimonianze per il riscontro di similitudini, differenze ed evoluzioni morfologiche delle piante, coltivate e selvatiche, che in passato vivevano e nel presente vegetano nella campagna della provincia padovana. Registri e mappe catastali costituiscono la principale documentazione su conformazione e suddivisione amministrativa di un territorio e proprio i cataloghi e le carte degli agri patavini sono tra i più antichi ed estesi del mondo. Ciò perché dai tempi dei romani nella circoscrizione padovana la terra veniva coltivata in poderi assegnati ai coloni con il sistema della centuriazione, cioè mediante un’equa spartizione dei lotti, tutti della stessa area la cui superficie veniva delimitata con criteri metodici da periti esperti nei calcoli per la misurazione dei terreni agricoli, i gromatici, antesignani dei geometri. Le fotografie aeree hanno confermato ciò che la storiografia e l’archeologia hanno rilevato “sul campo”, cioè che le tracce della morfologia del passato sono tuttora visibili in quella attuale dei campi del territorio.

Molti dati sulle specie vegetali sono raccolti metodicamente e sistematicamente verificati con criteri scientifici dai ricercatori dell’Università di Padova, l’ateneo che un gruppo di studenti provenienti dall’Alma Mater di Bologna hanno fondato nel 1222 e in cui dal 1545 è coltivato il primo “giardino accademico” del mondo, l’Orto Botanico patavino, in cui dal 1835 hanno sede un Museo Erbario con Biblioteca, dall’UNESCO annoverato tra i beni “patrimonio dell’umanità” e a cui dal 2014 è annesso un Giardino della biodiversità.

Le rilevazioni recentemente effettuate a cura dei centri di ricerca dell’ateneo patavino forniscono molte informazioni che permetteranno ad agronomi, botanici, naturalisti, ecologisti e ambientalisti di analizzare, ciascuno dalla propria prospettiva, tanti aspetti di

ogni esemplare esaminato e, così, di ciascun “campione”. Intanto tali indagini hanno appurato che in alcune “aree campione” degli agri patavini vive una numerosa popolazione di specie vegetali differenti, confermando ciò che si osserva empiricamente nel paesaggio percorrendo gli itinerari escursionistici della serie Cicloculturando elaborata a cura dell’accademia padovana e attraverso il Parco Regionale dei Colli Euganei.

Curiosamente il toponimo euganei evoca il nome della popolazione indigena che in antichità abitava nei territori tra Alpi e Adriatico, l’attuale Veneto, probabilmente deriva dal greco che insieme al latino e al fenicio – ora lingue morte – ha plasmato le civiltà del vecchio mondo mediterraneo, così il lessico della cultura “classica” che, a sua volta, ha conformato il linguaggio scientifico moderno, tra cui la tassonomia botanica. E proprio nell'erbario detto carrarese perché composto a Padova tra il 1390 e il 1404 per l’ultimo signore della dinastia che governava la città ininterrottamente dal X secolo, i fiori, le erbe, i frutti e le piante del territorio sono raffigurati con immagini vivide e descritti con i vocaboli del lessico in passato e tuttora parlato nelle stesse località dove, nell'anno dell’8° centenario dalla fondazione dell’ateneo, i ricercatori dell'Università di Padova hanno identificato numerose piante, tante che il loro elenco documenta l'esistenza di un patrimonio di biodiversità che arricchisce e ravviva quello della Terra... un rigoglioso Eden palpitante nel "cuore" degli agri patavini, un meraviglioso "regno" di Flora, Cerere e Pomona prosperante nella campagna euganea.

IL NOME DEL POMO PUBBLICATO IN MONFERRATO GREEN FARM - 9 LUGLIO 2022

IPBES Sustainable Use of Wild Species Assessment / taxa, practices & types of use of wild species

LINGUE ANCESTRALI “SEMPRE-VERDI”, OGGI ATTUALI PUBBLICATO IN

MONFERRATO GREEN FARM - 5 LUGLIO 2022

RASSEGNA ● ELENCO●AGENDA

POMONA, CERERE E FLORA NELLA CAMPAGNA EUGANEA

FRUTTI, PIANTE E FIORI DELL’AGRO PATAVINO ALLE PENDICI DEI COLLI EUGANEI NEL LESSICO IDIOMATICO E ICONOGRAFICO DI

ERBARIO CARRARESE E POMONA ITALIANA COMPARAZIONE DELLE DESCRIZIONI E ILLUSTRAZIONI D’EPOCA TRA LORO E CON LE DENOMINAZIONI BOTANICHE NEL REGISTRO

INTERNATIONAL PLANT NAMES INDEX

BIBLIOGRAFIA / ICONOGRAFIA Le fonti da cui sono state ricavate le informazioni e le figure sono indicate direttamente nel testo e all’interno di parole e immagini mediante il relativo collegamento ipertestuale [ link interattivo ].

Approfondimenti sull’argomento e altre ricerche sul tema svolte dai recensori del REPERTORIO DI ERBARI IN MONFERRATO, IN ITALIA E NEL MONDO potranno venire inseriti nella dispensa successivamente alla data della presentazione

14 LUGLIO 2022

MADDALENA LAURA MARIA BRUNASTI

Sono nata nel 1963 a Milano, dove ho vissuto fino al 2007 prima con i miei genitori e poi, dopo che giovane single,

VENEZIANI, GRAN SIGNORI; PADOVANI, GRAN DOTORI; VISENTINI, MAGNA GATI; VERONESI ... TUTI MATI;

insieme a mio marito e ai miei figli, tutti nati nella città lombarda.

UDINESI, CASTELANI CO I COGNÒMJ DE FURLANI;

Invece tutti i miei parenti sono veneti, i materni veronesi/gardesani e i paterni padovani, precisamente di MONSELICE, dove nel 1967 veniva scattata la foto che mi ritrae e di cui ho la fortuna di disporre perché conservata da mia zia Lella, sorella di mio padre - Firmino,

TREVISANI, PAN E TRIPE; ROVIGÒTI, BACO E PIPE; I CREMASCHI FA COIONI; I BRESÀN, TÀIA CANTONI; GHE N É NCORA DE PÌ TRISTI …

BERGAMASCHI BRUSACRISTI! E BELUN? PÓRE BELUN,

e da sua figlia Maura, mia cugina, a cui dedico questa ricerca.

La memoria è rivolta agli zii Annamaria e Piergiorgio Brunasti e a Ottavio Tiglieri, il fotografo e lo zio che mi ha fatto gustare il sapore dei capperi colti sulle mura della Rocca di Monselice e insegnato ad arrampicarmi sugli alberi del nonno Eugenio e far scorpiacciate di pomi - mele, ciliegie, pesche, albicocche,…

TE SE PROPRIO DE NISUN!

INFORMAZIONI●INTERAZIONI

TESTIMONIANZE ● DOCUMENTAZIONE IL GIOCO A PREMI, DONO DEL NATALE 2021 REPERTORIO DI ERBARI: GENESI DEL PROGETTO POMONA, CERERE E FLORA NELLA CAMPAGNA EUGANEA LIBRETTO COMMEMORATIVO

FERDINANDO PIO ROSELLINI, 1814-1872 / 2022 IN ELABORAZIONE

ERBARIO HIRSCHMILLER: CATALOGO ILLUSTRATO, E RAGIONATO