Mondo De Cecco 5

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5 / EDIZIONE SPECIALE MONDO DE CECCO

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Anche le opere d’arte richiedono un metodo.

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Noi di De Cecco difendiamo da sempre il valore di una pasta fatta a regola d’arte. Solo semola di grana grossa impastata a freddo con acqua purissima, essiccata lentamente e trafilata al bronzo, cosÏ come vuole la tradizione. Un saper fare che siamo orgogliosi di aver mantenuto vivo nel tempo e che altrimenti sarebbe andato perduto. Un metodo antico e sapiente che potete ritrovare ogni giorno nel sapore unico della pasta De Cecco.


editoriale di Marco Camplone

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i fa piacere pensare che sarebbe orgoglioso di noi. Di certo, noi lo siamo di lui. Filippo Giovanni, il mugnaio che si fece imprenditore fondando la De Cecco nel 1886, ha idealmente festeggiato al nostro fianco i (primi) 130 anni dell’azienda. Non sapremo mai se avesse immaginato una tale trasformazione della sua creatura, ma se è vero che dietro ogni imprenditore si nasconde un sognatore, almeno un po’ ci si sarà avvicinato. I De Cecco che si sono succeduti alla guida dell’azienda hanno preservato gli antichi valori senza rinunciare allo sviluppo. Filippo Antonio, presidente da oltre quattro decenni, è stato ed è l’uomo del decollo verticale, della crescita poderosa e della visione anticipatrice dei tempi. Ma è anche l’uomo che non ha tradito il tacito patto che unisce tutti i De Cecco: la ricerca costante della qualità dei prodotti. Il cordone ombelicale che unisce i due capitani non potrà mai essere reciso. Ci sono parecchie aziende in Italia con più di un secolo di vita. Poche, però,

sono manifatturiere e ancora di meno sono quelle che, dalla fondazione ai nostri giorni, hanno sempre avuto la stessa famiglia al comando. Se fosse stato con noi il 18 novembre, Filippo Giovanni si sarebbe compiaciuto di quello che il suo pastificio è diventato e di quello che rappresenta: uno dei simboli internazionali del Made in Italy di alta qualità, un’eccellenza dell’agroalimentare. Noi siamo la pasta e i pomodori, l’olio e i sughi, il bakery e le farine, la polenta e il riso. Siamo gli abruzzesi in giro per il mondo e il mondo racchiuso nell’Abruzzo. Il francobollo emesso dal Ministero dello Sviluppo economico – De Cecco 130 anni – è l’ideale biglietto per continuare l’avventuroso viaggio iniziato nel 1886. L’eccezionalità di questo fine anno ha preteso che il numero 5 di Mondo De Cecco fosse monografico, interamente dedicato alla celebrazione del centotrentennale. Per l’occasione e per andare incontro alla crescente richiesta, abbiamo anche aumentato la tiratura. Buona lettura.

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NOI VI OFFRIAMO SEMPRE IL MEGLIO. VOI GUSTATELO QUANDO VOLETE.

Grissinotti De Cecco. Tutto il piacere del grano khorasan KAMUT ® in uno snack buono e bio. Dalla passione per la qualità e dall’amore per le ricette della tradizione nascono i Grissinotti, gustosi snack biologici di grano khorasan KAMUT ® della linea “I Grani De Cecco”. Impastati solo con olio extravergine d’oliva e arricchiti con semi di lino e semi di zucca, i Grissinotti sono fonte di fibre. Per volersi bene in ogni momento della giornata.

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Buon compleanno! La bontĂ De Cecco festeggia 130 anni di Marco Camplone

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na storia da leggere con un semplice sguardo. I tempi pioneristici, siamo a fine ‘800, della pasta stesa ad essiccare all’aria e al sole; il coraggio di spedirla in giro per un mondo afflitto da guerre e rivoluzioni; l’intuizione geniale di creare una macchina per essiccare la pasta e, così, sconfiggere la prepotenza del clima. E, poi, la ricerca quasi ossessiva della qualità, lo sguardo sempre proiettato verso il futuro, la crescita imperiosa, gli investimenti continui, la forza di un brand che è sintesi di Made in Italy di alto livello. Tutto questo e altro ancora lo abbiamo racchiuso in uno scrigno accessibile a tutti, ma destinato a imperitura memoria. Un francobollo. Se permettete, il francobollo. Il nostro. Bello come pochi, così lo hanno definito gli esperti, per la gioia della Cba di Milano che ne ha curato il design. Emesso dal Ministero dello Sviluppo economico (Mise) nell’ambito della serie tematica “Le Eccellenze del sistema produttivo ed economico”, stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, è stato ideato su tre pilastri: la donnina con i covoni di grano, i colori dell’azienda, l’immediatezza della comunicazione: “De Cecco 130 anni”. Viaggerà senza sosta e senza confini, come la pasta De Cecco e tutti gli altri prodotti di una gamma sempre più ricca. Costa poco: 0,95 euro. Un pacco di pasta, più o meno. Non si tratta di una casualità. Sembra ancora di udire gli applausi, generosi e carichi di entusiasmo, degli invitati alla festa De Cecco tenuta all’Aurum di Pescara, dopo il “Vincerò!” cantato dai ragazzi del Volo, i tre testimonial dell’evento, sulle note della Turandot di Puccini. Anche l’esclamazione “Vincerò!” non è stata casuale perché ha accompagnato la celebrazione di un’azienda di successo, vincente su ogni fronte. Il 18 novembre, giorno dei festeggiamenti, è stato davvero speciale. Eravamo in tanti, forse tantissimi, ma non in troppi. La differenza è sostanziale: tanti è un concetto positivo, la parola troppi invece esprime negatività. Il primo pensiero corre agli esclusi, dipendenti in primis, che non hanno potuto partecipare per evidenti ragioni di spazio. L’aggettivo troppi, in questo caso, ci sta ed è intriso di rammarico. Prima dello speciale annullo filatelico sulla cartolina con il francobollo De Cecco, momento clou della giornata, ha preso la parola il presidente Filippo Antonio De Cecco. Dopo di lui, una serie di oratori di prestigio: i rettori Giuseppe Paolone (Università Pegaso) e Luciano D’Amico (Università di Teramo); Giuseppe Oriana, presidente del gruppo tecnico dei Servizi associativi di Confindustria; Pasquale Marchese, vice direttore generale di Poste Italiane; l’onorevole Nicodemo Oliverio, capogruppo del Pd alla Commissione agricoltura della Camera dei deputati; la deputata del Pd Vittoria D’Incecco; il sindaco di Pescara Marco Alessandrini e il governatore d’Abruzzo Luciano D’Alfonso. In prima fila, nello spazio allestito all’interno dell’ex liquorificio pescarese, denominato piazza Michelucci, per l’occasione coperto da un’elegante tensostruttura trasparente, c’erano gli amministratori delegati Giuseppe Aristide e Saturnino; il presidente della società Molino e Pastificio, Giuseppe Adolfo; l’amministratore Giuseppe Alfredo e il consigliere Giulio. Tutti con il medesimo

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cognome, De Cecco, che è anche un simbolo distintivo perché sono davvero poche le aziende italiane ultracentenarie governate sempre e solo dalla famiglia fondatrice. Chapeau. C’erano anche il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini e alcune delle massime autorità regionali e cittadine, oltre a una corposa rappresentanza della Confindustria. «La De Cecco, ribadendo giorno dopo giorno la vision aziendale del perseguimento dell’alta qualità dei propri prodotti e della costante crescita, ha avuto la forza di raggiungere importanti obiettivi imprenditoriali in termini di volumi, fatturato e vendite. Così facendo, ha influito positivamente sull’evoluzione del proprio territorio e nella diffusione, a tutti i livelli, della cultura del cibo italiano di qualità superiore», l’incipit del discorso letto dal presidente Filippo Antonio ha spiegato, inequivocabilmente, l’importanza che ha avuto e ha questa industria, la nostra industria. «Dal 1886, c’è stata un’ascesa costante, anno dopo anno, di cui essere orgogliosi e che ci ha portati a diventare il terzo produttore pastaio per volumi nel mondo e primo nel settore delle paste di qualità. Esportiamo in 120 Paesi, secondo un consolidato trend di crescita. La pasta che produciamo viene venduta per il 55 per cento sul mercato nazionale e per il 45 per cento sui mercati esteri.

FESTA GRANDE ALL’AURUM DI PESCARA PER IL FRANCOBOLLO EMESSO DAL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Siamo ben consapevoli del fatto che gli accadimenti che hanno consentito alla nostra azienda di essere stata una protagonista dello sviluppo economico non vanno letti come osservazione episodica di singoli progetti coronati dal successo o di autonome strategie imprenditoriali, ma va ricercato quel filo conduttore che, attraversando 130 anni di stravolgimenti tecnologici e di rivoluzioni sociali, ci ha consentito di rinnovare quella necessaria coerenza tra decisioni aziendali e vincoli ambientali, di individuare sempre le potenzialità di valore inespresse che un’impresa saggiamente condotta deve poter volgere a vantaggio di se stessa e della sua comunità». Si diceva della cerimonia dell’annullo filatelico. Sei mani sul timbro. Tre persone sorridenti. Tutti gli occhi puntati su di loro. Il presidente Filippo Antonio De Cecco, il vice direttore generale di Poste Italiane Pasquale Marchese, pescarese doc, e il Responsabile nazionale filatelia di Poste Italiane, Pasquale La Bruna. Quest’ultimo, dopo il tripudio degli applausi, ha rivisto e corretto un celebre slogan pubblicitario: “Il francobollo è come un diamante: è


IL MOMENTO DEL PRIMO ANNULLO FILATELICO. DA SINISTRA, PASQUALE MARCHESE, FILIPPO ANTONIO DE CECCO E PASQUALE LA BRUNA

per sempre”. A gestire l’andirivieni degli ospiti sul palco è stata la presentatrice Mila Cantagallo, che in De Cecco ha lavorato prima di scegliere la strada dell’insegnamento e di proseguire la carriera di giornalista televisiva. E’ toccato a lei diffondere il saluto inviato al presidente Filippo Antonio dall’ormai ex presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, di lì a poco travolto dalla piena del referendum costituzionale: «La professionalità dell’azienda che lei rappresenta è simbolo di eccellenza italiana nel mondo sia dal punto di vista qualitativo ma anche da quello industriale e produttivo. Il francobollo realizzato dal Mise per questa importante occasione sarà un veicolo di trasmissione del marchio De Cecco come testimone della peculiarità del prodotto Made in Italy». E’ stata sempre lei, Mila, a leggere la missiva del senatore Franco Marini, abruzzese di San Pio delle Camere (L’Aquila): «Mi preme formulare i migliori auspici per uno sviluppo e una crescita aziendali sempre maggiori, perseguendo il percorso di successo già tracciato, che è stato, e sempre sarà, un modello virtuoso per chi vuole fare impresa. La lungimiranza, la competenza e la professionalità sono le peculiarità che hanno permesso all’azienda di affermarsi e di espandersi anche a livello internazionale, rimanendo radicata ai valori del suo territorio»». Da un abruzzese a un altro. Da Marini a Gianluca Ginoble, una delle tre strabilianti voci del Volo, altro simbolo del Made in Italy di successo nel mondo. Sono stati scelti per celebrare il compleanno della De Cecco. Tre giovanissimi (“Insieme non fanno neppure la mia età”, ci ha scherzato su il presidente Filippo Antonio) per accompagnare un marchio di 130 anni che ha nella contadinella il simbolo dell’eterna gioventù e della prosperità.

L’ANNULLO FILATELICO DEDICATO ALL’AZIENDA POI LE EMOZIONI FORTI SUSCITATE DAL CONCERTO DEL VOLO E IL BUFFET DI HEINZ BECK Difficilmente una scelta si è rivelata così azzeccata. Le canzoni e le arie intonate da Gianluca insieme con i siciliani Piero Barone e Ignazio Boschetto hanno fatto salire il groppo in gola ai presenti. Potenza della musica e complice un’atmosfera, quella creatasi all’interno dell’Aurum, ricca di significati e di voglia di stare insieme in un momento unico. E pensare che il tutto aveva preso il via per puro caso, qualche mese prima, grazie a un incontro quantomeno fortunato nel centro di Pescara. L’idea di creare qualcosa di speciale c’era, ma non aveva contorni nitidi. Era un pungolo, un pensiero insistente. Cercavo qualcosa che potesse coniugare una storia di 130 anni con il prestigio dell’azienda, che fosse speciale e si facesse ricordare a lungo. Internazionale eppure fortemente abruzzese. Per meglio dire, abruzzese senza limiti di frontiere. Già, ma cosa? Non vedevo Rosaria Fierro, del Commerciale di Poste italiane, dai tempi di un convegno nelle sede centrale di Poste Pescara. Sei anni, almeno. Un saluto cordiale, sorrisi. Le solite domande di rito mentre il vento gelido MONDO DE CECCO

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L’AMMINISTRATORE DELEGATO GIUSEPPE ARISTIDE DE CECCO

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UN MOMENTO DEL CONCERTO DEL VOLO

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di fine febbraio spazzava impietoso via Firenze. Con lei c’era una sua collega, Maria Campanaro. La fantasia si accese all’improvviso. «De Cecco e Poste insieme. Sì, dai, possiamo, anzi dobbiamo realizzare un francobollo per i 130 anni». Da lì a qualche giorno, Rosaria e Maria mi confermavano che, malgrado fossimo un po’ in ritardo rispetto a un percorso canonico, potevamo farcela, ma bisognava procedere a passo forzato. Il 10 marzo, il presidente Filippo Antonio dava il via libera. E, così, cominciava il conto alla rovescia. Abbiamo lavorato tanto e sempre con la consapevolezza di fare qualcosa di importante. L’entusiasmo e Rosaria e Maria, la disponibilità del Ministero e delle Poste Italiane, che ha curato i prodotti filatelici, sono state preziose compagne di viaggio e protettrici di un progetto che, col trascorrere del tempo, è stato sempre più sentito in casa De Cecco. Più cresceva la consapevolezza dell’importanza dei 130 anni, più si avvertiva la necessità di mettere su qualcosa di speciale che fosse all’altezza del francobollo e che ne rispecchiasse l’eleganza. Da qui, la scelta dell’Aurum, il gioiello architettonico incastonato nella pineta dannunziana. Una scelta con un messaggio subliminale: la festa di chi lavora va fatta in luogo simbolo del lavoro stesso, un’ex fabbrica di liquori convertita in edificio multifunzionale. Per tutti, la Fabbrica delle idee. A lungo si è ragionato sugli spazi da utilizzare e su cosa fare. Un bel team, quello messo su con Gianfilippo Di Felice, titolare dell’agenzia Alhena e con Franco D’Anolfi, responsabile Progetti speciali della De Cecco. A loro un grazie carico d’affetto, da estendere a Silena Aliprandi e a tutti coloro che hanno offerto un contributo.

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I PRODOTTI DELLE POSTE GRIFFATI DE CECCO SUBITO A RUBA E A PESCARA CARTOLINE POSTALI ESAURITE IN POCHE ORE Gira che ti rigira, per i 130 anni non si trovava lo spazio ideale. Anche perché , a un certo punto, era maturata l’idea del buffet con tanti invitati. Licio Di Biase, il direttore dell’Aurum, ci ha cavato dagli inghippi con una battuta e un gesto eloquenti: ha messo la mano in tasca, tirato fuori un mazzo di chiavi e, con un sospiro, ha detto: «Prendile e riportamele il 19 novembre. Tanto so già che farete una cosa eccezionale». Ho risposto sorridendo: «Copriremo l’Aurum». Non scherzavo. Visto che non ci stavamo negli spazi seppur grandi dell’ex liquorificio, abbiamo optato per la soluzione più ardita: la cerimonia e il concerto del Volo in piazza Michelucci, che abbiamo coperto con un’elegante tensostruttura in modo da poter affrontare l’eventuale maltempo, e il buffet nella sala Gabriele D’Annunzio, al primo piano, dove le gigantesche finestre, la selva di colonne e la particolare forma a mez-


zaluna creano un’atmosfera davvero unica, speciale. Chi conosce davvero la De Cecco, sa del decisionismo del nostro presidente. E sa anche che se gli piace una proposta non lesina energie e mezzi. Così, in un attimo, quella che poteva essere una festa intima è diventata, giustamente, la festa dei nostri lavoratori. Per il buffet è stato scelto un maestro della cucina internazionale, Heinz Beck. La sua sfida, vinta senza alcuna recriminazione e condivisa con una squadra affiatata e di talento, è stata quella di offrire un menù di altissimo livello a 500 persone (imbucati esclusi…) e nel minor tempo possibile. Sembra di leggere una poesia: insalata di astice con verdure croccanti e maionese di limone; Sedanini con gamberoni dello Jonio, pesto di basilico, pistacchi e patate affumicate; timballino di pasta con ragù alla teramana; trancio di Wagyu brasato con polentina di farro; buffet di dolci. Il tutto innaffiato con Prosecco, vino bianco e vino rosso delle migliori cantine.

PIÙ DI 500 PERSONE ALLA CERIMONIA IN PIAZZA MICHELUCCI TRA GLI OSPITI D’ONORE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM LEGNINI La fortuna aiuta gli audaci, si dice. Beh, a noi ha dato una grossa mano spazzando le nubi che si erano addensate su Pescara nei giorni precedenti l’evento e che ci avevano fatto tribolare. Il 18 novembre c’era il sole a baciare la contadinella dei covoni di grano e a far brillare l’azzurro e il giallo della De Cecco. La misura del successo dell’operazione 130 anni De Cecco ci è stata data anche da Poste Italiane, che ha visto andare a ruba i prodotti filatelici emessi per l’occasione. Diverse centinaia di francobolli e folder completi di annullo, cartolina, busta e francobollo sono stati venduti direttamente all’Aurum, nel corso dell’evento. Successo bissato il pomeriggio a piazza Salotto, dove si è creata una lunga fila davanti allo stand delle Poste dedicato alla De Cecco. Nel giro di un attimo, e la cosa ci rende particolarmente fieri, le cartoline filateliche con il francobollo e una sintesi della nostra storia sono andate esaurite. Il 19 mattina, gli Spazi Filatelia di Roma, Milano, Venezia, Napoli, Trieste, Torino e Genova e il sito Poste.it hanno ribadito l’attenzione degli appassionati e dei curiosi per il francobollo della De Cecco, stampato in 800mila copie e diffuso, di lì a poco, in tutti gli uffici postali della penisola. La coincidenza, anch’essa fortunata, della vicinanza al periodo festivo ha fatto sì che la nostra contadinella portasse nelle case degli italiani (e non solo) gli auguri di Buon Natale e di Buon Anno. •

PIERO BARONE, UNA DELLE TRE VOCI DEL VOLO

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IL PRESIDENTE FILIPPO ANTONIO DE CECCO PRONUNCIA IL DISCORSO DI APERTURA DELLA GIORNATA DI FESTA PER I 130 ANNI DELL’AZIENDA

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L’AMMINISTRATORE GIUSEPPE ADOLFO DE CECCO

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LA PRESENTATRICE MILA CANTAGALLO

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IL PRESIDENTE FILIPPO ANTONIO SCHERZA CON IL VOLO: “IN TRE NON FATE LA MIA ETÀ”

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NELLA PAGINA A SINISTRA IN ALTO, IL GOVERNATORE D’ABRUZZO LUCIANO D’ALFONSO IN BASSO, I DIRIGENTI DELLA DE CECCO VINCENZO UMIDETTI, OSVALDO CECCANTINI, CELESTE MOIO, GIANLUCA SABATINI E ANTONIO DI MELLA NELLA PAGINA A DESTRA, IN ALTO, CON GLI OCCHIALI DA SOLE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM GIOVANNI LEGNINI E IL PARROCO DI FARA SAN MARTINO, DON EMILIANO STRACCINI

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IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI TERAMO, LUCIANO D’AMICO

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GIANLUCA GINOBLE, VOCE ABRUZZESE DEL VOLO

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GIUSEPPE PAOLONE, RETTORE DELL’UNIVERSITÀ TELEMATICA PEGASO

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DON GIUSEPPE NATOLI

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IL VICE DIRETTORE GENERALE DI POSTE ITALIANE, PASQUALE MARCHESE



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IL PRESIDENTE FILIPPO ANTONIO DE CECCO E LO CHEF HEINZ BECK CHE HA CURATO IL BUFFET PER LA FESTA DEI 130 ANNI DELL’AZIENDA

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LO STAFF DI HEINZ BECK NELLA SALA D’ANNUNZIO DELL’AURUM PRIMA DELL’ARRIVO DEGLI OSPITI

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LUCIANO BERARDI, DIRETTORE COMMERCIALE DELLA DE CECCO

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IL SELFIE DI POSTE ITALIANE: PASQUALE LA BRUNA CON ROSARIA FIERRO (A SINISTRA) E LUCIANA VITULLO

IL PUBBLICO ALL’AURUM DURANTE LA CERIMONIA DELL’ANNULLO FILATELICO

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VENERDÌ 18 NOVEMBRE 2016 € 1.20 ANNO 31 - N

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QUOTIDIANO DELL’ABRUZZO

REDAZIONE E TIPOGRAFIA: PESCARA, VIA TIBURTINA, 91, 085/20521 ■ REDAZIONI: L’AQUILA, VIALE CORRADO IV, 50 - 0862/61444 - 61445 - 61446 - 0863/414974 CHIETI: 0871/331201 - 330300 - TERAMO: PIAZZA MARTIRI DELLA LIBERTÀ 24, 0861/245230

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DE CECCO 1886 - 2016

130 anni di Abruzzo nel mondo «Chi fa la nostra pasta crede in quello che fa e da sempre ne è il primo e il miglior testimonial» FILIPPO ANTONIO DE CECCO

Il fondatore Filippo De Cecco

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TARGA RICORDO DELLA CONFINDUSTRIA CONSEGNATA AL PRESIDENTE FILIPPO ANTONIO DE CECCO

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IL PRESIDENTE FILIPPO ANTONIO CON IL DIRETTORE DI MONDO DE CECCO MARCO CAMPLONE

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VoI La preparate In 12 mInutI. noI In 24 ore.

De CeCCo. La pasta a regoLa D’arte DaL 1886. Per fare una buona pasta a voi servono pochi minuti. A noi, molte ore. Perché la facciamo seguendo sempre lo stesso metodo antico e sapiente, che usiamo da più di un secolo. Ecco perché con De Cecco siete sicuri di mangiare una pasta italiana a regola d’arte.

ecco perché De Cecco è differente: I nostri processi di lavorazione

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I benefici per voi

Maciniamo solo il cuore del grano per produrre una semola pregiata.

La pasta rimane sempre al dente senza deformarsi.

La semola viene impastata a freddo con acqua purissima delle nostre sorgenti, ed essiccata lentamente a basse temperature.

La pasta mantiene inalterato tutto il suo sapore e le sue caratteristiche organolettiche.

La pasta viene trafilata al bronzo.

La pasta ha una superficie ruvida che trattiene meglio i condimenti.

Per maggiori informazioni www.dececco.it MONDO DE CECCO

Di De Cecco ce n’è una sola.


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Per darvi una grande

pasta italiana selezioniamo i grani migliori del mondo.

Noi di De Cecco produciamo solo

proteico. Da tutto ciò creiamo la nostra

pasta di alta qualità, nel rispetto della

miscela perfetta, la maciniamo nel nostro

nostra tradizione ultracentenaria. Per

mulino e impastiamo a freddo la semola

offrirvi questa eccellenza non basta un

a grana grossa con l’acqua purissima

solo grano. Ecco perché selezioniamo

della nostra sorgente. Dopo la trafilatura

i migliori, raccolti in Italia e in tutto il

al bronzo e una lenta essiccazione che può

mondo, quelli maturati nelle condizioni

durare fino a 48 ore, la pasta De Cecco

climatiche ideali. Ogni varietà viene

è finalmente pronta. È un processo lungo,

scelta per la sua par ticolare vir tù:

ma è una ricetta semplice, la stessa

il profumo, il sapore, il colore, l’apporto

che seguiamo da più di 125 anni.

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Dall’amore della famiglia De Cecco per le cose fatte bene nasce una famiglia di oli Extra Vergine di grande qualità. Tra questi, il Classico, un olio dal sapore pieno e gradevole. Il condimento ideale per ogni piatto, con tutto il gusto della qualità De Cecco. Perché di De Cecco ce n’è una sola. www.dececco.it

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