MONDO AGRICOLO 5/2019

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ACCORDO BIOMETANO • AGRONETWORK SU INNOVAZIONE • FILIERA CORTA EUROPA • SMALTIRE PLASTICA • FOOD&SCIENCE ADUNATA ALPINI • B2B SVIZZERA • CIMICE ASIATICA • BIOINSETTICIDI • LOTTA INTEGRATA • PRODUTTORI SELVAGGINA

Assemblea Confagri a Milano sulla nuova Europa

Il momento delle scelte

Anno LXX - n. 5 - MAGGIO 2019 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101



L’ E D I T O R I A L E nnn

P

Partecipazione e associazione artecipazione è la parola chiave della nostra assemblea che si è svolta pochi giorni fa a Milano. Partecipazione in primo luogo degli agricoltori, che sono arrivati numerosissimi da ogni parte d’Italia; ma anche di amici, di stakeholder e di rappresentanti del governo, delle istituzioni regionali e della politica: i due vice premier Salvini e Di Maio; il nostro ministro Centinaio; i rappresentanti di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e del Partito Democratico, a dimostrazione della credibilità sindacale che ci siamo conquistati. Partecipazione vuol dire anche dare la parola, per portare la loro testimonianza, alle imprese. A Milano erano presenti quatto importanti realtà imprenditoriali dell’agroalimentare made in Italy. Nei prossimi appuntamenti ce ne saranno altre, perché le loro esperienze sono un contributo di crescita importante per tutti noi. La partecipazione è la dimostrazione del successo del nostro appuntamento - che quest’anno abbiamo voluto si tenesse a Milano, luogo simbolo dell’impresa e della nostra Organizzazione. Perché ciò significa senso di appartenenza, voglia di conoscere e di capire. Perché senza partecipazione non c’è associazione. L’obiettivo della mia presidenza è proseguire su questa strada: aprirsi sempre di più sia al nostro mondo sia a quello esterno, per farci conoscere ed apprezzare. La strada dell’apertura e della partecipazione va oltre i tradizionali appuntamenti come l’assemblea annuale. Dall’inizio dell’anno si sono susseguiti eventi nazionali importanti che hanno riscosso molto successo, da Vinitaly, al convegno sulla nutraceutica organizzato a Torino da Agronetwork, agli incontri B2B per le imprese vitivinicole di Confagri Promotion, in Italia e in Svizzera. Ma anche tante manifestazioni di rilievo sul territorio, come la partecipazione al centenario dell’Adunata degli alpini a Milano e il Food&Science Festival a Mantova. Momenti di confronto e di visibilità, ampiamente documentati su questo numero di Mondo Agricolo, che dimostrano la vitalità della nostra Organizzazione. Massimiliano Giansanti

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SOMMARIO L’EDITORIALE Partecipazione e associazione Massimiliano Giansanti................. 3 PRIMO PIANO ASSEMBLEA L’Europa e l’Italia che vogliamo Gabriella Bechi........................... 6

Smaltire la plastica Paola Castello...........................

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Italien zu Gast in Zürich Elisabetta Tufarelli ....................

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SPECIALE DIFESA SOSTENIBILE Guerra alla cimice asiatica G.M. .....................................

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Accelerare l’innovazione G.M. .....................................

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Lotta integrata Elisabetta Tufarelli.....................

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Palazzo Mezzanotte (foto di Paolo Lavizzari)

Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Sepe Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI

Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe - Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950 Pubblicità

Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it Ufficio Traffico Tel. +39 051.6575.842 impianti.edagricole@newbusinessmedia.it Stampa e diffusione a cura di New Business Media srl Via Eritrea 21, 20157 Milano Stampa: Faenza Group - Faenza (RA)

Cambiare dall’interno Paola Castello............................. 9 Interventi strutturali Paola Castello...........................

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Impegno Corale Elisabetta Tufarelli.....................

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ATTUALITÀ EVENTI Mobilità sostenibile Gabriella Bechi.........................

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Innovazione per la salute Luca Marcantonio......................

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La festa delle penne nere Edoardo Comiotto.....................

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Rubriche Mappamondo Rivoluzione iberica.. . . . 36 EPS Intervista a Cartoni. . . . . . . . . . . . 46 Organizzazione Coltivare turismo.. 48 Campi rosa Convegno su clima. . . . . 50 Anga Saluto Maiorano.. . . . . . . . . . . . . 51 Enapra Soluzioni digitali. . . . . . . . . . . 54 Over65 L’olfatto.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56

Confagricoltura

@Confagricoltura

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PRIMO PIANO A SSEMBLE A

L’Europa e l’Italia che vogliamo 6 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019


Il presidente di Confagri Massimiliano Giansanti all’Assemblea di Milano, con un occhio a Bruxelles e l’altro a Roma. “L’agroalimentare sia al centro delle scelte politiche, comunitarie e nazionali” di Gabriella Bechi

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al palco di Palazzo Mezzanotte a Milano il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti lancia un messaggio di forza e una sfida: “L’Italia dell’agroalimentare, l’Italia del made in Italy vuole avere successo sui mercati mondiali”. Lo fa alla presenza di una platea gremita, fatta da centinaia di imprenditori agricoli, rappresentanti delle Istituzioni e della politica, degli altri comparti economici del nostro Paese. Un segnale di forza dell’Associazione, al culmine di un percorso iniziato due anni fa, con l’elezione del presidente Giansanti e della sua giunta, in un momento particolarmente difficile per l’economia agricola che scontava una evidente sudditanza rispetto ad altri settori. “Oggi l’agroalimentare è al primo posto nell’economia del nostro Paese - ha detto - e questo ci deve rendere orgogliosi perché abbiamo il compito di rappresentare l’Italia in Europa e nel Mondo”. Un filo rosso quello che lega il percorso di Giansanti, che si dipana attraverso tre assemblee da lui presiedute: partendo da Roma, la capitale politica, nel 2017; passando per Bruxelles, nel 2018, per dimostrare la vicinanza dell’Organizzazione all’Europa e ribadire la propria idea di Politica agricola “che ha unito

Foto di Paolo Lavizzari

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PRIMO PIANO A SSEMBLE A

l’Europa e che deve mantenere la sua centralità e la sua essenza: garantire cibo in quantità e qualità ai consumatori e un equo reddito agli agricoltori”. Per arrivare quest’anno a Milano, centro degli interessi economici e del food, luogo ideale per parlare di impresa, di filiera, di accordi. “Siamo agricoltori convinti, che fanno ottimi prodotti, che ogni giorno vengono trasformati dall’industria e distribuiti ai consumatori - ha spiegato Giansanti -. E nel rispetto dei ruoli e delle rappresentanze dobbiamo intraprendere un percorso di competitività proficuo per tutti noi”. Per questo al ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, presente in platea, Giansanti ha chiesto il varo di un grande piano per l’agroalimentare, che in Italia manca da quaranta anni, ribadendo che i successi ottenuti dal settore in questi anni sono il frutto dell’attività di imprese che non hanno potuto contare sull’appoggio di una strategia nazionale. Alla vigilia del voto Giansanti ha ribadito la posizione di Confagricoltura sull’Europa: “L’agricoltura italiana non ha bisogno di meno Europa; bensì di un’Europa più forte e coesa, sempre più vicina ai bisogni dei cittadini e delle imprese, con un ruolo più incisivo e propositivo dell’Italia”. La giunta di Confagricoltura

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“Un grande piano per l’agroalimentare, che manca da 40 anni” Queste le proposte: larga parte delle risorse della politica di coesione della UE devono essere destinate alla modernizzazione delle infrastrutture. Va ridotto il cuneo fiscale sulle retribuzioni, per sostenere la competitività delle imprese. Il processo di armonizzazione europea, oltre al lavoro, dovrà riguardare anche la fiscalità, la tutela dell’ambiente, gli standard qualitativi e i sistemi di informazione dei consumatori.” L’agricoltura italiana ha bisogno di mercati aperti e di regole commerciali condivise a livello multilaterale, ma i tempi non saranno brevi. Per questo gli accordi commerciali sono l’unico strumento a disposizione per aprire nuove possibilità di sbocco per i nostri prodotti e tutelare le indicazioni geografiche e di qualità. “È però indispensabile che gli accordi prevedano condizioni di reciprocità - ha sottolineato Giansanti - e che vengano rispettati i nostri standard produttivi e le nostre regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali.” Come per gli altri settori produttivi, il futuro dell’agricoltura è legato alle innovazioni. È necessario, quindi, guardare con fiducia, senza pregiudizi, ai risultati della ricerca scienti-

fica, utilizzando tutte le innovazioni disponibili, comprese quelle dell’ingegneria genetica. La trasformazione digitale, assieme all’agricoltura di precisione, alla robotica, all’uso dei satelliti e dei droni, possono garantire il miglioramento delle rese/produttività con una più efficace tutela delle risorse naturali. Così come con le “blockchain” è già possibile fornire ai consumatori, in modo trasparente e garantito, tutte le informazioni sui passaggi dalla produzione fino alla trasformazione. Il presidente Giansanti si è quindi soffermato sulle prossime scadenze europee. Il nuovo Parlamento, tra i primi impegni, dovrà affrontare la riforma della politica agricola comune e il quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027. La richiesta di Confagricoltura è chiara: va contrastato il progetto di riforma della Commissione che intende far diventare l’aiuto al reddito un trasferimento sociale, penalizzando, per di più, le imprese di maggiore dimensione. E il bilancio agricolo deve rimanere invariato nei prossimi anni. “Gli strumenti per far ripartire la crescita economica ci sono, ma l’attenzione va rivolta al di là della gestione delle emergenze - ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Spetta alla politica creare le condizioni per consentire al sistema agroalimentare di continuare a crescere in termini di dimensione e competitività. A vantaggio dell’intera collettività.” nnn


«Bisogna contare di più in Europa». Il vicepremier Luigi Di Maio all’assemblea di Confagricoltura di Paola Castello

A

d aprire gli interventi istituzionali all’assemblea di Confagricoltura “Coltiviamo l’Europa” a Milano il 18 maggio, è stato il vicepremier, nonché ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio. Dopo aver rassicurato circa la stabilità di questo governo, il primo tema - peraltro molto caro a Confagricoltura - che il ministro ha affrontato è stato quello dell’innovazione, ricordando il grande lavoro che il MISE sta facendo in questo ambito: il Fondo Nazionale al varo a breve, i voucher per i manager dell’innovazione, le sperimentazioni sulla blockchain: sono solo alcune delle iniziative citate da Di Maio. È trapelato, nelle parole del ministro, grande orgoglio per le imprese del nostro Paese, che - lo ha ricordato - nel primo trimestre del 2019 hanno superato le produzioni tedesche. Di Maio ha poi aggiunto che, dopo una prima fase in cui misure come “quota 100” e “reddito di cittadinanza” sono servite per dare respiro ai cittadini, adesso è ora di puntare sulla crescita, investendo sull’export, soprattutto su quello agroalimentare; andando a recuperare, ad esempio, quei 100 miliardi di euro di falso made in Italy, liberando così una domanda di mercato strategica per le nostre produzioni. Servono poi - ha precisato Di

Di Maio e la giornalista Merlino (La7 tv)

Cambiare dall’interno Maio - interventi strutturali per abbassare il costo del lavoro e ridurre il cuneo fiscale, secondo modalità premianti per le aziende più produttive. Da valutare anche un salario minimo europeo su cui lavorare dopo il 26 maggio. E a proposito di europee, sull’individuazione di un Commissario europeo per l’Italia, Di Maio ha detto che sarebbe importante averne uno in ruolo strategico, come ad esempio l’impresa o l’industria, in modo da tutelare il nostro tessuto produttivo, che è un unicum in Europa per dimensioni delle imprese, di cui spesso non si tiene conto. Sull’isolamento dell’Italia a livello comunitario, di cui si accusa questo governo, Di Maio ha poi controbattuto che le relazioni con gli altri Paesi sono buone e che anzi ha potuto riscontrare - anche

sulla questione migranti - grande disponibilità degli altri Stati membri nei nostri confronti. Sempre sull’Europa il ministro dello Sviluppo economico ha fatto una riflessione sul fatto che per la prima volta, dopo anni, la composizione del Parlamento europeo sarà profondamente diversa: dalle tendenze che vediamo in Europa infatti verrà meno la maggioranza popolare-socialista, quindi le altre forze politiche avranno un peso maggiore. Questo renderà possibile agire in modo diverso su istanze oggi cruciali per l’Europa, quali ad esempio immigrazione, sistemi produttivi, salario. In questa Europa molte sono le cose da cambiare, ha chiosato Di Maio, ma bisogna cambiarle dall’interno, restando nel quadro geopolitico che conosciamo. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 9


PRIMO PIANO A SSEMBLE A

“Un’Europa le cui regole devono essere modificate”. L’intervento del vicepremier Matteo Salvini di Paola Castello

Interventi strutturali

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dopo Di Maio, è intervenuto all’assemblea di Confagricoltura un Matteo Salvini carico di entusiasmo e quasi informale nei saluti iniziali che ha rivolto alla platea di Confagricoltura, parlando della figlia. Dopo poche battute in cui ha confermato, anche lui, che questo governo continuerà il suo lavoro per altri quattro anni, il ministro dell’Interno è entrato subito nel vivo dell’assemblea, parlando di Europa, di come cambiarla e dei fronti su cui occorre lavorare di più. “Così com’è, questa Europa rischia di restare invischiata nei suoi stessi vincoli e cavilli burocratici”, ha evidenziato Salvini, che ha quindi ribadito la necessità di cambiare certe regole a livello comunitario.

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Matteo Salvini

Tra le tante cose da rivedere c’è ad esempio la normativa sulle banche, come anche gli accordi bilaterali, che non tutelano abbastanza le nostre produzioni e che dovrebbero garantire di più reciprocità di regole e parità di condizioni. Va rivisto anche l’approccio che si è avuto finora nei confronti dell’agricoltura, spesso messa in secondo piano, e per la quale non accetteremo - ha ribadito con decisione Salvini - nessun taglio di bilancio. Rivedere i parametri usati negli ultimi 15 anni richiede coraggio, ma è necessario. Interventi strutturali, quindi, in Europa, ma anche entro i confini nazionali: lavoro, sicurezza, fiscalità, sono temi prioritari. Abbassare la pressione fiscale è uno dei punti chiave per rimettere in moto la

nostra economia, ha proseguito il vicepremier, che si è dichiarato pronto anche a giocare la carta dello “shock fiscale”, pur di lasciare un Paese migliore alle future generazioni. Inoltre, l’emergenza sociale che serpeggia in molti Paesi europei, rileva con ancora più evidenza l’urgenza di un grande patto tra tutti gli interlocutori europei, un accordo che garantisca che si lavori insieme per la crescita dell’Unione europea. Parlando poi di che tipo di Commissario europeo abbia bisogno l’Italia, anche Salvini ha ribadito che sarà importante averlo in un ambito strategico, come ad esempio quello del commercio internazionale o del mercato interno. Ma anche in agricoltura, settore fondamentale per il nostro sistema Paese, non sarebbe sbagliato. La scelta comunque sarà discussa e condivisa in seno alla maggioranza di governo, ha assicurato; anche su questo punto in linea con quanto dichiarato da Di Maio. “Per la prima volta - ha detto - ci sarà una diversa composizione del Parlamento europeo e questo creerà equilibri diversi, consentendo anche politiche diverse: quelle politiche di cui l’Europa ha bisogno”. nnn


Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio: “L’agricoltura non ha colore politico” di Elisabetta Tufarelli

P

er il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio: “Purtroppo l’agricoltura non è al centro della campagna elettorale di questo periodo. Ho registrato il disinteresse della politica perché si pensa che sia un argomento di poco conto, che non faccia audience. E lo stesso per il turismo. È strano se pensiamo a quanto fatturano questi settori. Anche quando si parla di agricoltura ed Europa poi viene riposto tutto nel cassetto e si continua a discuterne solo tra tecnici”. A parere di Centinaio occorre “andare in Europa a testa alta parlando di agricoltura e far riconoscere che quella italiana è diversa dalle altre. Bisogna essere presenti in Europa ed è necessario che venga sentito il ministro dell’Agricoltura italiana e non qualsiasi altro esponente politico. L’agricoltura non ha colore politico. L’obiettivo è risolvere i problemi al di là dei partiti”. Il ministro prende ad esempio il Dl emergenze: “Il decreto Centinaio non ha avuto un solo voto contrario - ha sottolineato - questo è la testimonianza della coesione e del lavoro svolto”. A proposito di risolvere le difficoltà dell’Europa che

Centinaio, Merlino e Giansanti

Impegno corale

non funziona, anche in materia di agricoltura “non vuol dire smettere di fare accordi con gli altri Paesi. Anzi, dobbiamo continuare a dialogare con tutti e fare fronte comune per risolvere i problemi». Per Centinaio: “È necessario trovare interlocutori con cui fare lobby e parlare di agricoltura, ragionando su opportunità che si possono creare insieme. Se riusciamo a metterci d’accordo, possiamo portare a casa risultati importanti, ma è fondamentale esserci. Ad esempio in Giappone, al G20 dell’Agricoltura, abbiamo avuto una lunga bilaterale con la ministra dell’Agricoltura tedesca per ragionare sulle

opportunità da sviluppare”. Il ministro ha raccontato di aver passato l’ultimo anno a risolvere le emergenze “per le quali basterebbe un tecnico - ha detto -. Compito di un ministro, invece, è avere una missione e una visione di lungo termine”. Rispondendo, infine, al presidente di Confagricoltura che ha chiesto un piano strategico per l’agroalimentare: “Occorrerà aprire un’agorà dove, tutti insieme, possiamo riflettere sull’agricoltura del futuro, quella che passa dalla nuova Pac, che non dobbiamo subire. E occorrerà parlare anche del turismo per promuovere tutti i nostri territori in giro per il mondo”. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 11


PRIMO PIANO A SSEMBLE A

Confronto a Milano tra i leader di Confindustria e Confagricoltura, Boccia e Giansanti. I temi più urgenti e le richieste alla politica di Anna Gagliardi

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e la presenza di entrambi i vicepremier Salvini e Di Maio all’assemblea di Confagricoltura è stata la notizia più battuta dalle agenzie politiche, il confronto tra i leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, e di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, è stato il fulcro dell’evento di Milano. Dal dialogo sono emersi i temi più urgenti per la nostra economia e le richieste alla politica oltre i confini dei singoli settori. Boccia: “La sfida è tra l’Europa e il mondo esterno, Cina e Stati Uniti innanzitutto. Oggi l’UE è il primo importatore ed esportatore, ma anche il mercato più piccolo del mondo. Come passare da gigante economico a gigante politico? Stabilendo che cosa vogliamo fare e come: da qui derivano le alleanze tra

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politici e governi, passando dal patto di stabilità e crescita ad un patto di crescita e stabilità. Non si interviene sui soldi di bilancio prescindendo dagli effetti sull’economia reale e non bisogna usare l’Europa come alibi per non affrontare la questione italiana: lo sforamento del 3% del debito pubblico per fare spesa ordinaria non è una questione europea, ma italiana, e noi con il debito che abbiamo non possiamo farlo” Merlino (moderatrice): Ci si potrà rimettere al tavolo dopo le elezioni oppure occorre un nuovo governo? Boccia: “Occorre intanto stare attenti al linguaggio, poiché la politica dovrebbe avere il sen-

so del limite. Dobbiamo poi affrontare una manovra economica non marginale e dovremmo passare a una visione del Paese per i prossimi anni. Coltivare l’Europa può voler dire mettere al centro il lavoro, i fattori della produzione per eliminare i divari e costruire i fondamentali di questo Paese, che è una Repubblica fondata sul lavoro”. Giansanti: “Gli agricoltori sono abituati, in campagna, a cicli molto lunghi, quindi hanno l’idea di strategia e di che cosa vogliono fare nel prossimo futuro. Noi oggi abbiamo bisogno di lavorare. Le prossime scadenze, tuttavia, sono talmente importanti che richiedono un alto senso di responsabilità. Qui


Boccia, Merlino e Giansanti

Faccia a faccia

dobbiamo capire se vengono prima gli interessi dei partiti o dei cittadini e delle imprese. Per noi questi ultimi; pertanto non possiamo permetterci di andare a votare una volta all’anno. L’auspicio è che i politici decidano se vogliono portare avanti un programma per i prossimi quattro anni, e non fino a fine 2019”. Il presidente di Confagricoltura passa ad esempi concreti: “In quattro anni l’export agroalimentare italiano è cresciuto in modo disordinato ma violento, passando da 27 a 41 miliardi. Ma è possibile che l’Italia esporti solo 2 miliardi in più del Belgio? Con i prodotti che abbiamo? È questo il percorso che vogliamo per il nostro Paese? Le imprese non ce la fanno più”. E strappa applausi quando aggiunge: “Le regole europee in un mercato comune devono essere reciproche. Noi invece abbiamo una fiscalità che uccide le imprese. Questa Europa così com’è non va bene, ma per dirlo occorrono un governo forte e una visione di lungo periodo con una rappresentanza chiara all’interno del Parlamento Europeo”. nnn

PORTE APERTE DI PALAZZO DELLA VALLE

In occasione della IX Giornata nazionale dell’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) Confagricoltura ha aperto ai visitatori, il 18 e 19 maggio, la sua storica sede di Palazzo della Valle a Roma. L’iniziativa è stata accolta con molto favore e sono stati tantissime le persone accolte, che hanno potuto ammirare lo splendido cortile e il piano nobile di quella che fu la dimora di Andrea della Valle - cardinale, insigne umanista e mecenate - che lo fece costruire intorno al 1500 lungo la “via papalis” (odierno Corso Vittorio Emanuele II). Il Salone di Palazzo della Valle, che ospita gli eventi più importanti di Confagricoltura, è Sala Serpieri, in onore di Arrigo Serpieri, insigne cultore di economia agraria. MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 13


PRIMO PIANO A SSEMBLE A

Interventi e videomessaggi di Berlusconi, De Micheli, Meloni e Urso di Elisabetta Tufarelli

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ll’assemblea il “parterre” politico è stato imponente. D’altronde non poteva essere altrimenti perché all’evento, proprio alla vigilia delle consultazioni europee, si è dibattuto sulle priorità per la crescita dell’Italia e su come costruire un’Europa più forte sul piano internazionale, partendo proprio dal comparto agroalimentare. Ha portato il saluto della Regione ospitante l’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi. Quindi il contributo dei rappresentanti dei principali partiti politici. Quelli che non hanno potuto essere presenti hanno inviato un videomessaggio. Paola De Micheli, vice segretario del Partito Democratico e socia di Confagricoltura, dopo aver criticato l’attuale governo, è entrata subito nel vivo dell’argomento, ricordando il ruolo indubbiamente positivo che l’Europa ha avuto nello sviluppo del settore primario e i benefici della Pac per le aziende agricole italiane. “Io che sui campi ci sono stata - ha messo in evidenza - non dimentico la trasformazione dell’agricoltura avvenuta proprio grazie all’Europa, ad esempio sulla meccanizzazione. Gran parte delle macchine per la mia azienda agricola è stata 14 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

Paola De Micheli

Videomessaggio di Giorgia Meloni

Le priorità p acquistata proprio grazie ai fondi europei. In Europa non solo è indispensabile esserci, ma anche essere capaci di costruire le

alleanze per riuscire a vincere”. A proposito di Europa per il vicesegretario PD: “La spinta che un continente può fornire è di


Adolfo Urso

Videomessaggio di Silvio Berlusconi

er la crescita gran lunga maggiore e più im- Giorgia Meloni, presidente portante di ciò che da solo un di Fratelli d’Italia, nel suo viPaese di 60 milioni di abitanti deomessaggio, ha sottolineato l’importanza, per l’Italia e per possa riuscire a fare”.

l’agricoltura, delle consultazioni europee. “Il peso economico della Brexit - ha sostenuto - non può gravare sul comparto agricolo. La Pac è una delle poche politiche virtuose messe in campo dall’Ue, ma bisognerà intendersi su quale politica agricola europea vogliamo. A noi serve che la sostenibilità ambientale vada di pari passo con quella economica, che sia meno discriminatoria ed ideologica, meno burocratica e più orientata al mercato, sostenendo imprese e sviluppo”. La presidente di Fratelli d’Italia ha criticato “gli accordi folli” come quelli sul riso cambogiano, le arance marocchine e l’olio tunisino: “Occorre riprendere poi - ha concluso gli scambi con la Russia, mercato importantissimo per l’Italia”. Il senatore Adolfo Urso (FdI) si è soffermato sulle “sfide che dobbiamo e possiamo raccogliere” a partire dalla Brexit, che ha generato un disequilibrio favorendo l’asse franco tedesco “che decide per tutti”. Occorre cogliere l’occasione delle europee “per creare un’alleanza di centro-destra, tra popolari e sovranisti, con un’Italia forte”. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, conosce e condivide le preoccupazioni di Confagricoltura sul futuro dell’Europa. ”Chi fa impresa in Italia - ha rimarcato intervenendo in videomessaggio - è un eroe, chi lo fa in agricoltura lo è due volte. A causa delle difficoltà di tutelare le produzioni italiane e di una politica agricola comune che rischia di peggiorare”. Per il leader di Forza Italia “L’agricoltura è un interesse irrinunciabile dell’Italia in Europa, ma serve una Pac diversa e un’Europa differente, capace di tutelare gli interessi e i valori dell’Occidente. In Italia serve un governo amico delle imprese, che faccia infrastrutture e che tagli le tasse, facendo valere gli interessi nazionali e delle aziende in Europa”. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 15


PRIMO PIANO A SSEMBLE A

Giancarlo Fancel

I rappresentanti di Genagricola, Gruppo Santa Margherita, LBG Sicilia e Gruppo Mazzoni sollecitano la politica di Gaetano Menna

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ll’assemblea si è voluto dare spazio alle parole (e alle immagini) delle imprese agricole. Video aziendali ed interventi hanno raccontato il cuore pulsante dell’agricoltura italiana. Il primo a salire sul palco è sta16 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

Gaetano Marzotto

Le richieste to Giancarlo Fancel presidente di Genagricola, holding del Gruppo Generali, la più grande azienda agricola italiana (e non solo) per estensione di ettari coltivati. Il gruppo infatti ricomprende 25 aziende che coprono 8 mila ettari di coltivazioni sul territorio nazionale ed altri 5 mila in Romania. Il core business si articola in 4 diversi settori: la produzione vitivinicola e la commercializzazione di alcuni tra i più prestigiosi vini italiani; la coltura di varie estensioni a seminativo; la zootecnia, con uno dei più grandi allevamenti di suini, vacche e bufale da latte; la produzione di energia rinnovabile attraverso il reimpiego delle eccedenze delle lavorazioni agricole. “Recentemente - ha detto - abbia-

mo adottato un codice valoriale a ‘tre esse’, ovvero sostenibilità, sociale e sicurezza (del prodotto ma anche delle attività lavorative)”. Sollecitazione alla politica: fondamentale che l’Italia conti di più a Bruxelles. Gaetano Marzotto presidente del Gruppo Santa Margherita che comprende dieci tenute situate in sei regioni italiane. Ogni giorno oltre 60 mila bottiglie del Gruppo vengono aperte nel mondo. “Il motivo del nostro successo? Abbiamo capito cosa vogliono i nostri clienti internazionali. Esportiamo più del 75% ma non è stato facile; ci sono alle spalle decenni di studio, di affinamento del prodotto, di ascolto e coinvolgimento dei clienti”. “Eravamo sostenibili quando questa parola non


Carlo Licitra

Luigi Mazzoni

delle imprese esisteva ancora, anticipando la nuova consapevolezza ecologica”. Ne sono un esempio i grandissimi investimenti nel risparmio energetico e nelle rinnovabili. Richiesta alla politica: essere tempestivi a interpretare i bisogni delle imprese, come quelle del Prosecco, che vivono un vero boom. Dar loro la forza ed il supporto che meritano. A presentare LBG Sicilia srl è il suo fondatore e CEO Giovanni Carlo Licitra. L’azienda è specializzata nella produzione e vendita di farina di semi di carruba ed è fornitrice delle più grandi multinazionali alimentari (Nestlè, Unilever, Froneri, Kerry, Cargill, Müller, Lactalis). Con un fatturato di 48 milioni di euro è il secondo produttore al mondo di questa farina. “Effettuiamo -

ha sottolineato - costanti investimenti in ricerca ed innovazione, adottiamo elevati standard qualitativi per la rintracciabilità. “Da sempre siamo attenti alla sostenibilità ambientale; il nostro innovativo impianto produttivo mira al riutilizzo delle acque ed alla riduzione massima delle emissioni”. Sottolineatura alla politica: inaccettabile un’Italia a due velocità in termini infrastrutturali, che sono un handicap in più per chi produce al Sud. Il Gruppo Mazzoni - ha spiegato il suo amministratore Luigi Mazzoni - si occupa di ricerca varietale, vivaismo, produzione e poi di commercializzazione, confezionamento ed esportazione di fresco - convenzionale e biologico - e surgelati. Gestisce circa

2500 ettari di terreno ed esporta con circa 1.300.000 quintali di prodotto. “Il sistema ortofrutticolo italiano presenta luci ed ombre - ha osservato Mazzoni -. Le luci sono la spinta all’innovazione e la capacità di sviluppare filiere ben controllate. Le ombre sono dovute al fatto che le produzioni italiane subiscono una forte concorrenza all’interno dell’Europa (da Grecia per kiwi, Belgio e Olanda per pere, Polonia per mele, Spagna per drupacee, uva da tavola ed agrumi). Intanto però il mercato si va restringendo (la perdita di quello russo a causa dell’embargo, del Nord Africa precluso dalle situazioni geopolitiche e instabilità)”. Da ciò le richieste alla politica di intervenire per: favorire la crescita delle aziende produttive e commerciali, mediamente troppo piccole, attraverso l’OCM Ortofrutta che va mantenuta e ampliata; intervenire su debolezze strutturali e burocrazia; diventare più attrattivi verso i lavoratori stranieri che preferiscono altre realtà; sostenere la ricerca di nuovi mercati per l’export. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 17


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Accordo per lo sviluppo del biometano nel settore dei trasporti in Italia di Gabriella Bechi

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al mondo della produzione a quello della trasformazione, fino alla distribuzione e alla logistica. Insieme in un unico grande progetto per produrre energia rinnovabile e pulita che può contribuire sia al raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni sui trasporti, sia alla decarbonizzazione dell’economia, rappresentando così una grande opportunità di crescita per il Paese. Con questo spirito è stato siglato a Roma, il 18 di aprile, nella sede di Confagricoltura, un accordo di cooperazione per sostenere il biometano e gli obiettivi del decreto che lo promuove, tra CIB, Confagricoltura, Eni, FPT Industrial, Iveco, New Holland e Snam. Un accordo di filiera del settore agricolo e industriale, a poco più di un anno dall’emanazione del decreto 2 marzo 2018 sulla promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti, che si inserisce non solo nel raggiungimento del target sulle energie rinnovabili nei trasporti al 2020, ma si proietta già nel percorso di decarbonizzazione previsto dalla strategia Clima Energia, che fissa nuove sfide per la mobilità sostenibile, prevedendo di raggiungere una quota rinnovabile del 21,6% al 2030. In tale contesto il biometano, con una produzione oggi stimabile al 2030 di 8 miliardi di metri cubi,

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riveste un ruolo fondamentale per raggiungere il previsto obiettivo dell’8% per i biocarburanti avanzati, sostenendo anche il sistema gas, che giocherà un ruolo indispensabile nella transizione del sistema energetico nazionale. Non è un caso che la filiera del biogasbiometano risulti uno dei settori a maggiore intensità occupazionale nel contesto delle energie rinnovabili e che abbia già favorito la

Raggiungere gli obiettivi della strategia Clima Energia al 2030 creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti nel nostro Paese. “La strategia energetica nazionale riconosce al biometano un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi sulla mobilità


Mobilità sostenibile

sostenibile - ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. E così come a partire dal 2007 abbiamo contribuito a supportare la cogenerazione da biogas, oggi siamo pronti ad intraprendere nuove sfide”. “Il biometano agricolo è una bioenergia particolarmente flessibile - ha spiegato Piero Gattoni, presidente di CIB - Consorzio Italiano Biogas - e giocherà un ruolo di

primo piano, poiché permette di equilibrare l’attuale dipendenza da fonti energetiche fossili e di decarbonizzare anche i trasporti pesanti e più difficilmente elettrificabili”. Con l’accordo si è avviata una importante collaborazione nell’ambito della mobilità sostenibile, promuovendo in particolare l’uso di biometano avanzato prodotto da matrici agricole, zootecniche, agroindustriali, rafforzando ulte-

riormente sia la filiera tecnologica ed industriale, già presente nel settore della mobilità a gas, sia quella agro-energetica, che nel biogas è una delle più importanti in Europa e nel mondo. L’Italia vanta, infatti, una filiera industriale del gas naturale nel settore trasporti che rappresenta un’eccellenza sia dal punto di vista tecnologico sia ambientale, riconosciuta a livello mondiale e che può far leva sulla MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 19


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Assieme per biometano avanzato prodotto da matrici agricole

Da sinistra: Gattoni, Ruspoli, Alverà, Giansanti, Stupenengo, Lambro e Ziosi

rete di trasporto più estesa e capillare d’Europa, lunga oltre 32 mila chilometri. “Questo accordo è un nuovo e importante passo per il consolidamento della filiera italiana del biometano - ha dichiarato Marco Alverà, amministratore delegato di Snam -. Un obiettivo su cui siamo fortemente impegnati con un programma di investimenti di almeno 200 milioni di euro al 2022 tra infrastrutture per il biometano e per la mobilità sostenibile”. L’Italia, forte di una tecnologia consolidata e all’avanguardia nel mondo, è il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione, con circa 1,1 miliardi di metri cubi, circa 1 milione di veicoli attualmente in circolazione e oltre 1.300 distributori. E molto ancora si può fare nel trasporto stradale, navale e nello stesso settore agricolo, includendo anche le macchine agricole per le quali sarà opportuno individuare strumenti e strategie di sostegno. “Dopo la bioraffinazione degli oli vegetali, degli oli fritti e dei grassi animali ora è la volta della bioraffinazione del gas - ha spiegato Giacomo Rispoli, executive vice president di Eni - che trasformeremo in biometano che distribuiremo in forma compressa o liquefatta attraverso l’attuale nostra rete di vendita ed in nuovi distributori”. 20 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

“Nel settore dei trasporti la migliore soluzione per rispettare l’ambiente e contenere i costi è il gas naturale. Per FPT Industrial, che può contare su oltre vent’anni d’esperienza nello sviluppo e nell’utilizzo di questa tecnologia motoristica e su 45 mila motori a gas naturale già prodotti, la sigla di oggi rappresenta un ulteriore passo avanti verso il trasporto sostenibile del futuro”, ha detto l’amministratore delegato Annalisa Stupenengo. “Questo accordo ci darà modo di realizzare su scala nazionale quanto avevamo già immaginato e messo in pratica a partire dal 2006, con il progetto ‘Energy Independent Farm’, cioè l’azienda

agricola energeticamente indipendente in grado di produrre internamente tutta l’energia di cui ha bisogno, trasformando scarti e reflui agricoli in biometano”, ha aggiunto Carlo Lambro, brand president di New Holland Agriculture. “Iveco è stato il primo costruttore di veicoli commerciali a credere nella tecnologia del gas naturale e oggi abbiamo la leadership indiscussa, con quasi 30 mila mezzi a metano circolanti in Europa, di cui circa 10 mila in Italia”, ha concluso Michele Ziosi, direttore relazioni istituzionali CNH Industrial, firmatario per Iveco. Con la sigla dell’accordo si vuole anche mantenere alta l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica, perché occorre ancora superare una serie di ostacoli burocratici che non permettono di liberare tutte le potenzialità oggi presenti nei territori e che rischiano di non rendere attuabile anche l’attuale decreto sul biometano. Per questo occorre creare una cabina di regia con i rappresentanti nazionali e regionali per favorire lo sviluppo graduale e continuo del biometano a beneficio dell’intera collettività e della tutela dell’ambiente. nnn


Luisa Todini e Massimiliano Giansanti

All’Università di Torino il quinto appuntamento di Agronetwork sul rinnovamento delle filiere e le dinamiche del consumo di Luca Marcantonio

Innovazione per la salute

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uindici miliardi di euro all’anno: a tanto ammontano gli investimenti dell’industria e dell’agricoltura per l’innovazione nell’agroalimentare. È uno dei dati emersi al Rettorato dell’Università di Torino all’assemblea e seminario nazionale di Agronetwork “Ricerca e innovazione per le filiere funzionali e la salute”, a cui hanno partecipa-

to alcuni dei massimi esponenti italiani del mondo accademico, industriale e agricolo. Secondo Agronetwork, l’industria alimentare italiana investe in innovazione 11 miliardi di euro dei 143 che fattura annualmente, mentre il comparto agricolo ne impiega 3,8 su una stima di produzione lorda di 47 miliardi di euro. Come spendere in modo ottimale queste risorse, attraverso sinergie di filiera

sempre più evolute, valorizzando anche operativamente la ricerca e sollecitandone la collaborazione, è al centro dell’impegno di Agronetwork, l’associazione di imprese ed enti scientifici voluta da Confagricoltura, Luiss e Nomisma e presieduta da Luisa Todini. Recentemente la rete si è implementata con l’adesione di nuovi soci, tra i quali gli istituti di credito ICCREA, BNL e BNP Paribas, l’Università di Torino con il Dipartimento Disafa e imprese agroindustriali, quali Monini, Casale, BAT, Santa Margherita, Coca Cola e Heineken. Al tavolo di lavoro in Piemonte, insieme ad Agronetwork e a diversi esponenti e imprenditori di Confagricoltura, erano presenti anche altre aziende agroalimentari di rilievo, quali ad esempio Ferrero, Lavazza, Pancrazio e Illy. “Le imprese agricole e l’industria alimentare condividono l’impegno per un modello di sviluppo fondato sull’integrazione delle filiere e il rapporto con la ricerca scientifica”, ha evidenziato il presidente di Confagricoltura MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 21


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Massimiliano Giansanti nel suo intervento a Torino. Uno dei nodi sui quali lavorare è la gestione dell’informazione ai consumatori, spesso suggestionati da messaggi privi di una valenza scientifica, ma di forte impatto. Lo hanno evidenziato negli interventi i professori Alessandra Bordoni, Daniele Del Rio, Lorenzo Maria Donini e Emanuele Marconi, ma anche l’imprenditore Guido Folonari. “Affinché si possa continuare a vendere qualità e non illusioni, produttori agricoli, industrie di trasformazione ed enti di ricerca devono collaborare anche in questa direzione - ha affermato il professor Vincenzo Gerbi dell’Università di Torino - senza tralasciare la formazione, partendo fin dalla scuola primaria”. “Il futuro dell’agroalimentare italiano consiste soprattutto nel creare valore aggiunto espresso dalla filiera - ha detto Giansanti -. Dobbiamo saper interpretare le nuove dinamiche di consumo e, attraverso nuovi linguaggi, sfruttando il 22 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

Todini: «Agronetwork è un’agorà per produrre analisi e proposte» digitale, informare il consumatore finale spiegando il prodotto agroalimentare e ponendo al centro il tema della salute”. Opinione condivisa e ribadita anche dal professor Luca Cocolin, dell’ateneo torinese. “Dati e tecnologie digitali - hanno aggiunto i professori Germano Paini (intervenuto anche in rappresentanza del rettore dell’università ospitante, Gianmaria Ajani) e Matteo Caroli, economista della Luiss - possono consentire una rivoluzione nell’agroindustria verso l’economia circolare”. Lo scopo ultimo è fare in modo che, pur in presenza di cambiamenti climatici, la popolazione mondiale abbia nutrizione di qualità non solo adeguata, ma tendenzialmente ottimale per le esigenze di salute e di benessere psicologi-

Da sinistra: Cocolin, Rossi,

co. Per rispondere a questa sfida devono concorrere sia la filiera corta, sia quella lunga, con ruoli complementari sostenuti dalla scienza nella ricerca di soluzioni produttive innovative che vadano


Uno dei nodi è l’informazione ai consumatori, con messaggi di valenza scientifica

Pancrazio e Del Rio

oltre la diatriba “naturale” e “artificiale”. “E in questo contesto - ha aggiunto il prof. Amedeo Reyneri dell’Ateneo torinese - giocano un ruolo prioritario anche le commodities, produzioni di base per l’a-

limentazione umana ed animale”. Una testimonianza particolare è stata quella di Enrico Allasia, imprenditore agricolo cuneese impegnato nel comparto delle coltivazioni arboree, nonché presidente di Confagricoltura Piemonte, invitato a portare il suo contributo al seminario nell’ambito dell’innovazione agricola per la bioeconomia. “Per il legname da piantagioni e silvicoltura - ha raccontato - si stanno sviluppando impieghi assolutamente innovativi, che vanno oltre la cellulosa o l’energia da biomassa. Nel settore edilizio, ad esempio, sono state messe a punto soluzioni che consentono di evitare dispersioni termiche, quindi favoriscono risparmio energetico, e al contempo sono esteticamente molto accattivanti”.

La presidente di Agronetwork Luisa Todini, insieme al coordinatore scientifico Remigio Berruto e al segretario generale Daniele Rossi, ha espresso soddisfazione per gli esiti dell’incontro. Si è trattato del quinto seminario dell’associazione, dopo quelli dedicati alla reputazione aziendale e alle fake news, alla finanza sostenibile, all’internazionalizzazione nei Paesi bandiera e alle infrastrutture in Italia. “Agronetwork - ha ricordato chiudendo l’incontro - non nasce per fare rappresentanza, ma è un’agorà con industriali, agricoltori e scienziati per produrre analisi e proposte da affidare ai vari attori della filiera, a vantaggio di tutti. I ruoli di questi interlocutori sono autonomi, ma è prestando attenzione alle ricadute pratiche dell’innovazione, anche di lungo periodo, che scienza ed economia possono crescere insieme producendo benessere per il cittadino consumatore”. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 23


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Uno dei gruppi di approfondimento

A Palazzo della Valle quaranta esperti europei del progetto SKIN per strategie condivise su buone pratiche, network, innovazione e vendita diretta di Paolo Castello

L’

8 maggio si sono ritrovati a Roma nella sede di Confagricoltura, coordinati da Daniele Rossi, delegato alla Ricerca ed Innovazione di Confagricoltura, quaranta esperti del progetto europeo “SKIN-Short Supply Chain Knowledge and Innovation Network”, provenienti

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La vicepresident

Filiera corta

da tutta Europa, per confrontarsi sulle strategie di valorizzazione delle filiere corte, dialogare con la grande distribuzione, condividere esperienze e best practice. SKIN è un’iniziativa ambiziosa (finanziata dalla CE con grant agreement n. 728055), il cui scopo è sistematizzare le conoscenze esistenti, riconnettere le due estremità della catena di approvvigionamento alimentare, riconciliare i produttori con i cittadini, stimolare la fiducia reciproca e stabilire una filiera basata su valori comuni, sull’origine del cibo e sul suo metodo di produzione. Il tutto incoraggiando l’innovazione, costruendo collaborazione a lungo termine tra agricoltori, industria e cooperative europee, facilitando il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera corta alimentare, creando una vera e propria comunità dell’Unione europea sui SFSC (Short Supply Chain Knowledge and Innovation Network). La tre giorni romana si è aperta

con un workshop su “logistica e distribuzione”. Presente al dibattito un’ampia rappresentanza del partenariato complessivo del progetto: Bin Liù della FAO, Remigio Berruto dell’Università di Torino, Fedele Colantuono dell’Università di Foggia, Albino Russo di Ancc - Coop, Raffaele Maiorano dei Giovani Agricoltori di Confagricoltura, Marco Di Stefano della Rete delle Fattorie Sociali, Michele Contel dell’Osservatorio Giovani di Confindustria - Assobirra, Fulvio Sarzana dell’Università Nettuno, Jorn Andersen dell’Ambasciata danese, Patrick Crehan di quella belga CKA, Andras Sebok di Campden in Ungheria e Christophe Cotillon dell’Actia francese. Ad essere coinvolti in SKIN, di cui l’Università di Foggia è capofila (con il responsabile scientifico Francesco Contò), sono infatti 20 soggetti tra enti, università, associazioni di categoria, aziende, advisor e organismi di supporto da 14 Paesi europei: Italia, Austria, Belgio, Danimarca,


te Elisabetta Falchi

a in Europa Nuovi modelli di business accorciando e rendendo efficienti le filiere Francia, Irlanda, Olanda, Polonia, Regno Unito (il progetto è stato presentato molto prima dell’esito del referendum sulla Brexit), Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Spagna e Ungheria. “Quello della vendita diretta su filiera corta - ha precisato Daniele Rossi - è un modo di raggiungere il consumatore nel nostro Paese, e non solo. C’è la necessità di studiare nuovi modelli di business e nuove politiche d’impresa che possano consentire anche ai piccoli e medi imprenditori di beneficiare dei vantaggi della filiera corta, della digitalizzazione e delle diverse innovazioni lungo le intere filiere produttive”. Vendere localmente, garantendo sempre quantità e qualità alle produzioni europee, unitamente a sostenibilità, sicurezza ed utilizzo responsabile ed efficiente

delle risorse naturali e del capitale umano, è la sfida dei prossimi anni, per arrivare capaci e consapevoli all’obiettivo europeo di Food 2030, soprattutto per imprenditori che valorizzano, con la propria attività, il territorio di appartenenza e le comunità locali. “I prodotti ed i mercati locali sono ormai una parte fondamentale del business agricolo e della sua capacità di rinnovarsi e di innovare - ha ribadito la vicepresidente nazionale di Confagricoltura, Elisabetta Falchi - così come la digitalizzazione favorisce e favorirà sempre più una relazione diretta con il consumatore finale, informato e responsabile delle sue scelte alimentari”. Si è poi proseguito parlando delle criticità della logistica e della distribuzione, con riferimento anche ai risultati modesti dell’e-commerce nell’agroalimentare, proprio per la grande difficoltà logistica di trasferire quasi in tempo reale prodotti freschi, deperibili, igienicamente vulnerabili, generalmen-

Visita al Casale di Martignano degli Eredi Ferrazza

te a basso valore unitario, con trasporti onerosi, fiscalità complesse e catene del fresco e del freddo spesso discontinue. Uno spazio è stato dedicato all’analisi delle migliori pratiche realizzate dalla produzione primaria nei diversi Paesi europei. Questo ha incluso la visita dei partecipanti all’azienda Casale di Martignano, sull’omonimo lago, accolti dall’imprenditore Aurelio Ferrazza; occasione importante per condividere esperienze e conoscenze. Progetti come SKIN sono lungimiranti, perché “Il futuro dell’agroalimentare in Europa - ha detto Rossi - si giocherà non solo su innovazione e digitalizzazione, su genetica (sia vegetale, sia animale) e nutraceutica, su salute e gestione sostenibile delle risorse, ma anche e soprattutto sui nuovi modelli di business, sull’accorciamento e sull’efficienza delle filiere produttive, sulle innovazioni organizzative e formative del capitale umano”. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 25


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A Milano Confagri sponsor ufficiale del Centenario degli Alpini. La tensostruttura degli agricoltori invasa da visitatori

di Edoardo Comiotto

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Vedi il video su Mondo Agricolo Multimedia

a grande Milano degli affari, della finanza e dai ritmi veloci si è adeguata al passo degli alpini, alla loro contagiosa allegria, al loro modo di essere cordiali con tutti. L’ “Adunata del Centenario” è stata una festa collettiva ricca di valori, di solidarietà. I turisti e i cittadini che per scelta, o casualmente, si sono trovati per strada o in piazza in mezzo a loro, sono stati coinvolti dall’atmosfera unica che solo l’adunata degli alpini sa creare. Non ci sono distinzioni geografiche, di ceto e di professione fra gli alpini, così come il piacere di condividere un bicchiere di vino con chiunque si avvicinava alle loro postazioni. Gli accenti indicano le provenienze più diverse: dal Friuli al Veneto, dalla Lombardia al Piemonte, dall’Appennino, ecc. Ma non stupisce l’accento siciliano o napoletano di un alpino perché è un corpo capace d’unire.

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La festa delle


e penne nere

Forte legame con la terra. Molti arruolati provengono dal mondo rurale La cronaca ha faticato nel riportare compiutamente le numerose manifestazioni che hanno arricchito le tre giornate dell’adunata nazionale. Oltre cinquecentomila persone hanno “invaso” pacificamente Milano. Numerosi gli appuntamenti, convegni, concerti, che hanno riempito le giornate dal 10 al 12 maggio scorso. La scelta di festeggiare il Centenario della fondazione a Milano non è stata casuale. Infatti, nel luglio del 1919 un gruppo di reduci della Prima Guerra Mondiale, riunitosi nella Galleria Vittorio Emanuele, decisero di costituire l’Associazione Nazionale Alpini al fine di non disperdere i legami d’amicizia fra i commilitoni che avevano portato il cappello alpino. Da allora l’ANA, che ha tuttora sede in Milano, ha ramificato in tutta Italia sezioni e gruppi operativi. Il rapporto fra la campagna e il Corpo degli alpini è sempre stato stretto poiché molti degli arruolati provenivano dal mondo contadino. Tale legame si è mantenuto sino ai giorni nostri, anche se non c’è più la leva obbligatoria. In Confagricoltura il legame con l’alpinità è radicato e ciò ha spinto l’Organizzazione degli imprenditori agricoli italiani ad allestire un’accogliente tensostruttura nel cuore di Milano, di fronte allo storico Castello Sforzesco. È stato un successo con migliaia di persone che hanno letteralmente preso d’assalto le aziende agricole di Confagricoltura che hanno proposto i loro prodotti. Soddisfazione per il brillante esito della manifestazione è stata espressa dal presidente di Confagricoltura Lombardia Antonio Boselli e dal vicepresidente di Confagricoltura Veneto Michele Negretto, MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 27


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Boselli, Negretto e Comiotto

orgogliosamente presenti con il cappello alpino. “Salve, io sono di Cuneo e tu di dove sei? Sei in pensione? “Sono di Vicenza, si sono in pensione lavorativa. Ho una stalla e, come gli alpini, noi agricoltori non smettiamo mai di lavorare”. Da un tavolo vicino: “Ehi Friûl, sergente da acqua, come ti va con la campagna e la vigna?”. Queste le voci che si potevano sentire nell’ampio spazio espositivo di Confagricoltura, in un continuo andirivieni di penne nere, di cittadini stupiti da tanto calore umano, di allegria e simpatia. Alpini e cittadini che

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Nel proprio stand Confagri ha proposto i prodotti delle aziende associate senza conoscersi si sono sentiti a casa, sotto il tetto di Confagricoltura. Per chi non ha fatto il servizio militare nel corpo degli alpini, può essere difficile comprenderne lo spirito, ma basta avvicinarsi a loro per capire ciò che li anima e li unisce. Sentimenti d’orgoglio d’appartenenza, ma anche di radicata solidarietà e fratellanza che portano gli alpi-

ni in congedo a intervenire dove c’è bisogno di aiuto come nelle catastrofi naturali di terremoti, incendi, inondazioni o frane, ma anche nella quotidianità con il volontariato, l’assistenza ai bisognosi, nelle case di riposo, nella raccolta fondi, ecc. Chi mettendo a disposizione professionalità e competenze nelle squadre di protezione civile o antincendio, con varie specializzazioni come le squadre cinofile o chi prestando tempo e aiuto concreto, senza voler apparire e senza clamore, per chi ne ha bisogno. Questi sono gli Alpini, chiassosi nel far gruppo, obbedienti al richiamo della tromba o al ritmo del tamburo; coinvolgenti nei canti e nell’aperta convivialità. Pur nella gerarchia dei gradi, anche il generale si sente prima di tutto un alpino; cambia il ruolo, il colore della penna, non lo spirito e l’atteggiamento. Mentre si chiude l’adunata e si scambiano saluti fraterni, indirizzi e l’arrivederci per l’adunata del prossimo anno a Rimini, giungono notizie di maltempo, di allagamenti e frane. E già si sta pensando a dove e come intervenire in soccorso, al motto di “Alpini sempre!”. nnn


CRPA è partner scientifico di Sepe-Confagri per il progetto europeo Reinwaste. Strategie innovative per ridurre i rifiuti inorganici di Paola Castello

Smaltire la plastica

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rodurre in modo sostenibile, cercando di ridurre il più possibile l’impatto dei processi produttivi sull’ambiente e con una gestione innovativa dei rifiuti, oggi è un must da cui non si può prescindere. Sepe-Confagricoltura, da sempre in prima linea anche su questo fronte, è partner, tra gli altri, di Reinwaste - Interreg Mediterranean, un progetto di cooperazione e trasferimento tecnologico, finanziato dall’Unione Europea, che ha come obiettivo la riduzione dei rifiuti inorganici (film plastici, nylon, coperture per le serre, contenitori di prodotti fitosanitari e disinfettanti, food packaging) dell’intera filiera agroalimentare e delle piccole e medie imprese (PMI). Nell’ambito di Reinwaste sono usciti, sotto l’egida della Confederazione, due bandi per la selezione di 15 imprese agricole (lattiero-casearie) e di un ente di

Analisi ambientali preliminari per gestione rifiuti inorganici ricerca, al fine di approfondire le strategie per ridurre i rifiuti inorganici. Vincitore della selezione per gli enti di ricerca è il CRPA, Centro Ricerche Produzioni Animali, di Reggio Emilia, che si occupa da più di vent’anni di ricerca, con un focus particolare dedicato al filone sempre più importante della zootecnia di precisione; allo sviluppo sperimentale e alla diffusione dei risultati delle ricerche; all’innovazione tecnologica degli impianti; alla compatibilità ambientale delle produzioni; nonché a benchmarking e analisi economiche. Il CRPA ha inoltre una pluriennale esperienza nell’applicazione di sistemi di gestione ambientale nel compar-

to agricolo e agroindustriale, fornendo servizi di consulenza ad aziende e cooperative private che operano nel settore della trasformazione del latte. Il supporto del Centro Ricerche di Reggio Emilia alle aziende agricole coinvolte in Reinwaste comporterà una serie di analisi ambientali preliminari riguardanti la gestione dei rifiuti inorganici, quali l’individuazione delle varie tipologie di rifiuti, la quantità degli stessi, i processi e i costi per lo smaltimento. Dopo questa prima fase, detta di matchmaking, si passerà alla fase di test, durante la quale verranno proposte alle aziende innovazioni per attuare nuove modalità di gestione, che comportino una riduzione dei rifiuti. Sarà quindi compito del CRPA proporre innovazioni, verificarne la fattibilità, seguirne l’applicazione e raccoglierne i risultati. Il Centro di Ricerca si impegna, inoltre, a collaborare con il gruppo di lavoro internazionale che gravita intorno al progetto Reinwaste. I risultati dell’innovazione vanno condivisi e diffusi, affinché le buone pratiche - in questo caso la riduzione dei rifiuti inorganici - possano essere replicate nel maggior numero di realtà aziendali e rendere così le imprese agricole più sostenibili e competitive sui mercati. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 29


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Al “Food&Science Festival” di Mantova duecento eventi tra conferenze mostre, laboratori, spettacoli e proiezioni con più di cento ospiti. Ventimila i visitatori

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rande successo a Mantova della terza edizione del “Food&Science Festival”, la manifestazione promossa dalla Confagricoltura provinciale. Particolarmente soddisfatto il presidente dell’Organizzazione mantovana Alberto Cortesi: “Mai come quest’anno il pubblico è stato partecipe. E non parlo solo degli appassionati e dei curiosi ma anche degli addetti ai lavori, scienziati e professionisti del settore. Questo ci ha permesso di constatare un’importante verità: che la scienza, quella aperta a tutti, di taglio divulgativo, ha bisogno di manifestazioni simili per farsi largo ed essere accolta positivamente da una platea sempre più ampia. La società sta evolvendo rapidamente e l’apertura delle politiche europee verso le nuove tecnologie in campo agrario ne è la prova tangibile:

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Spazio alla di

Cortesi: «C’è forte interesse per la scienza, quella aperta a tutti» il Festival ha captato il segnale e contribuisce a diffonderlo, anno dopo anno, ottenendo una risposta sempre positiva. Lo dimostra anche la partecipazione dei giovani e delle numerose classi scolastiche, presenze fondamentali per dare un’immagine del Festival come occasione di scoperta, conoscenza e crescita”. Inaugurata da Gian Paolo Vallardi, presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, e Michele

Morgante dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine, la manifestazione ha registrato il tutto esaurito per molte conferenze. Si sono contati duecento eventi tra workshop, mostre, laboratori, spettacoli e proiezioni, con più di cento ospiti; oltre 20 mila i visitatori. Tra l’altro un pubblico molto attento di addetti ai lavori ha potuto approfondire le tematiche legate all’ “Agricoltura tra innovazione e agroenergie: analisi e prospettive di sviluppo del settore”, a cura di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Confagricoltura. Syngenta Italia - nel corso dell’evento “Accelerating innovation in a changing world: innovazione a servizio della filiera e della ricer-


Il festival prosegue il 2 giugno con “Bioblitz scienziati per un giorno”

ivulgazione

e approfondimento sono state le mostre: “Rizosfera - la vita sottoterrestre”, a cura di Vincenzo Guarnieri (Frame) e “auroraMeccanica”, con illustrazioni a cura di Nadia Borgetti, che ha accompagnato il pubblico nel mondo sotterraneo (parte dell’evento internazionale Fascination of Plants Day, realizzata in collaborazione con l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del CNR e il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli Studi di Torino); la fotografica “Food Security”, a cura di Jacopo Pasotti ed Elisabetta Zavoli con il supporto di Innovation in Development Reporting Grant Program, dell’European Journalism Center, che ha raccontato l’impegno di persone e comunità che rappresentano casi esemplari di gestione comune e sostenibile delle risorse. Il Festival continua idealmente domenica 2 giugno al Parco del Mincio con “Bioblitz scienziati per un giorno”. (G. M.) nnn

ca” - ha annunciato il suo nuovo approccio all’innovazione in agricoltura, necessario per far fronte alla drastica crescita della popolazione mondiale prevista nei prossimi decenni di essere pronta rispetto alle mutate esigenze della società e alle sfide che gli agricoltori dovranno inevitabilmente affrontare. E ancora, tra i tanti argomenti affrontati durante il Festival, si è parlato di tecnologia al servizio dell’agricoltura di precisione (a cura di Argo Tractors) e di imballaggi e sostenibilità, in collaborazione con Granarolo e PoolPack. Un altro strumento di scoperta Cortesi ed il sindaco di Mantova Palazzi MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 31


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Agricoltura futura Meeting di Confagri Emilia-Romagna sullo sviluppo dell’agritech. Indagine Nomisma su propensione all’innovazione e criticità di Barbara Bertuzzi

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ropensione allo sviluppo dell’agritech e sue criticità. Si è svolto a Bologna il meeting sull’agricoltura del futuro, organizzato al Granarolo Auditorium da Confagricoltura Emilia-Romagna. Al centro l’analisi dell’ultimo focus Nomisma dedicato all’Emilia-Romagna, dove (solo) il 26% delle aziende agricole intervistate ha investito finora in strumenti di precision farming (macchine operatrici a dosaggio variabile; trattrici con guida assistita; software, centraline, mappe e senso-

ri; sistemi di raccolta, integrazione e analisi delle informazioni o big data) contro una percentuale nazionale che si ferma al 22%. Seminativi e allevamenti sono di gran lunga i settori più performanti. Ben definito è anche l’identikit dell’adopter 4.0: millennial, laureato, ma anche perito agrario, con azienda zootecnica oppure cerealicola, di oltre 20 ettari, e un fatturato annuo superiore ai 50mila euro. Ma cosa ostacola la corsa all’agritech in regione? Secondo il 29,9% degli intervistati, l’azienda non possiede le risorse economiche e, per il 32,8%, è troppo piccola quindi non interessata al cambio di passo. C’è poi un 9% che non ha investito perché privo della professionalità manageriale richiesta e un altro 7,5% che si affida a contoterzisti in grado di gestire tale strumentazione. “Per quanto ancora poco conosciuta e diffusa - spiega Denis Pantini, direttore Nomisma Agroalimentare - la rivoluzione digitale sarà un processo inesorabile (fonte Nomisma)

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ldentikit adopter 4.0: millennial, laureato con azienda strutturata anche per l’agricoltura, con effetti economici (minori costi e/o maggiori ricavi), ambientali (minori impatti produttivi e tutela delle risorse naturali) e soprattutto sociali, come reale strumento di attrazione dei giovani nel settore”. Secondo Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, “l’aumento di produzione di latte a parità di aziende agricole, o meglio a fronte di un calo della numerosità delle aziende, testimonia processi di integrazione ed è frutto di investimenti in nuove tecnologie”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «L’agricoltura 4.0 è già una realtà ed ha un mercato di 100 milioni di euro, il 2,5% di quello globale che vale 3,5 miliardi di euro. Però meno dell’1% della superficie coltivata è gestita con soluzioni smart. Serve un’opera di informazione e divulgazione, per facilitare le imprese a diventare più digitali, ma va pure avviato un nuovo corso: il superamento dei nodi strutturali (dalle infrastrutture alla digitalizzazione delle campagne) e il disegno delle politiche, in una chiave di crescente orientamento alla domanda». Per Eugenia Bergamaschi, presidente regionale dell’Organizzazione agricola, “gli associati ci chiedono politiche che incrementino la redditività delle aziende: lo sviluppo dell’agritech è la strada da percorrere. Con l’ausilio di moderni sistemi di raccolta e analisi dei big data, l’agricoltore potrà stilare un bilancio delle colture e fare valutazioni previsionali ed economiche”. Alla tavola rotonda hanno partecipato anche: gli europarlamentari Paolo De Castro ed Herbert Dorfmann; il deputato della Lega, Guglielmo Golinelli; l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Simona Caselli. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 33


AT T U ALI TÀ E V EN T I

Italien In Svizzera le imprese enoiche al B2B promosso da Confagri Promotion con gli operatori dei cantoni tedeschi di Elisabetta Tufarelli

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n Svizzera il “made in Italy” non è una moda, ma un vero e proprio stile di vita, che dimostra l’amore incondizionato degli abitanti per il nostro Paese. A Zurigo, per far conoscere le produzioni italiane e accompagnare le imprese associate, sostenendo le aziende nel processo di sviluppo ed internazionalizzazione, e creare opportunità di business, Confagricoltura ha organizzato, nell’ambito delle iniziative di Confagri Pro-

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motion per l’OCM Vino, una due giorni dedicata ad incontri professionali con operatori dei cantoni svizzeri tedeschi. Qui l’Italia è leader per l’export di vino, che rappresenta il quarto mercato per i nostri prodotti, con un trend ancora in crescita. È una piazza sicuramente consolidata, ricca di “connaisseur”, e che continua ad essere dinamica nella sua voglia di conoscere sempre di più le produzioni italiane di qualità. Per quanto riguarda i numeri, ben 8 persone su 10 bevono vino e le donne vantano un livello di consumi medi pari a quello degli uomini. Il 20% dei bianchi, il 44% dei rossi sono italiani e l’importazione di Prosecco è cresciuta in modo esponenziale. Sul fronte dei prezzi, chi acquista normalmente è disposto a pagare dai 20 franchi svizzeri (17,73 euro) ai 70 (62,04 euro) per le nostre etichette di alto livello e le quotazioni medie d’impor-

tazione (dati 2018) sono 6 franchi svizzeri (5,29 euro) per i bianchi, 8,10 (7,14 euro) per i rossi e 10,70 (9,44 euro) per le bollicine. I vini più consumati, perché meglio conosciuti anche per motivi di vicinanza, sono quelli veneti, lombardi e piemontesi. L’Italia è forte meta enoturistica e per questo cresce, con l’amore per i vini italiani, an-


zu Gast in Zürich che l’acquisto di aziende vinicole in queste tre regioni. Il mercato è per la maggioranza in mano alla GDO e quattro grandi distributori si spartiscono il 50% dei vini importati, ma tengono anche le enoteche. A Zurigo, per “Italien zu Gast in Zürich” di Confagricoltura erano presenti quattordici aziende provenienti dal Friuli (Zorutti), Pie-

monte (Bosio Vini, Bel Colle, Colle Firata, Colle Manora), Toscana (Conte Aldobrando degli Azzoni Avogadro, Badia di Morrona, La Corsa), Umbria (Argillae), Marche (Tenuta Santi Giacomo e Filippo), Lazio (Casale della Ioria), Campania (Rossovermiglio) e Calabria (Statti e Cantina Enotria). Buyer e giornalisti assaggiavano ed apprezzavano le etichette presentate, procedendo metodicamente per tipologie e appuntandosi, volta per volta, le caratteristiche dei vini degustasti. La Svizzera è un Paese piccolo, ma composto da consumatori attenti, appassionati dell’Italia e del buon bere, tant’è che si colloca al quarto posto nella classifica mondiale per consumi medi pro capite, in un mercato in salute, che non conosce crisi, con una produzione interna insufficiente, che importa il 60% del vino ed è appetibile per i nostri viticoltori anche per la vicinanza territoriale. Esiste

Prossimi incontri professionali a New York, Chicago e Giappone un rapporto fondamentale e ben radicato tra Italia e Svizzera, sottolineato dai corner italiani nei reparti food, e non solo dei grandi magazzini, e dalla massiccia presenza di ristoranti di cucina italiana che fungono da ambasciatori del cibo e del vino del nostro Paese. In forte crescita l’attenzione all’ambiente e agli aspetti ecologici, che traina un mercato dei vini biologici in grande aumento. Due i prossimi appuntamenti organizzati da Confagri Promotion: New York il 3 giugno e Chicago il 5 giugno. A settembre Confagricoltura, inoltre, seguirà, con le produzioni delle aziende associate, la Federazione Italiana Rugby in occasione della Coppa del Mondo. Due le date fissate: 16 e 17 settembre a Tokio, per un B2B con importatori e distributori, e dal 18 al 23 settembre ad Osaka, nella Piazza Italia all’interno del Villaggio Azzurro, dove le aziende potranno esporre, far degustare e vendere i loro prodotti. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 35


M APPAMONDO

di Jordan Nash

La rivoluzione colturale nelle campagne spagnole MAROCCO PUNTA SUL BIOLOGICO

anche se rimane una merce rara sul suolo maghrebino. Dal 2011 il governo ha affermato il suo desiderio di incrementare l’agricoltura bio, promuovendo il “Piano del Marocco verde”, un programma per aumentare la superficie coltivata da 4000 a 40000 ettari entro il 2020. Attualmente, secondo la Federazione interprofessionale marocchina del settore biologico (Fimabio), La lenta conversione del sono dedicati al bio meno Marocco in agricoltura di 10.000 ettari, anche se biologica. Tra i 1700 espo- esiste un grosso potensitori del SIAM, l’Internaziale. Il passo successivo tional Agricultural Show è l’etichetta “Bio Maroc”, di Meknes, uno spazio è riconosciuta dall’Unione stato riservato, per la prima europea, la prima zona di volta, all’agricoltura bio, esportazione del Paese. EXPORT GRANO FRANCESE

Il consiglio cereali di Franceagrimer, ente pubblico per i prodotti dell’agricoltura e del mare, nell’ultima riunione, ha anche rivisto al rialzo le previsioni sulle esportazioni di grano francese fuori dall’UE per la campagna 2018/2019, portandole a 9,7 milioni di tonnellate, ossia 200.000 in più rispetto alla previsione precedente. L’aumento - spiega l’ente - si deve da una parte alla scarsa disponibilità di prodotto dal mar Nero e dall’altra ad un euro un po’ meno forte rispetto al dollaro. Sono state, invece, riviste al ribasso le esportazioni verso gli altri Paesi dell’Unione europea. 36 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

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n Spagna si passerà presto dalle arance alla papaya? Le campagne, a causa delle temperature più calde, sono in piena rivoluzione colturale. Così se raddoppiano le produzioni di mandorle (nell’ultimo triennio in Castilla-La Mancha si è passati da 60mila ettari a 114mila), i nespoleti, nell’area di Alicante, si trasformano e colture subtropicali come mango, papaya, cherimoya. Non c’è dubbio che l’economia agricola sia correlata al clima. Si dà l’addio ai cereali e al mais. Il clima della catena montuosa di Cuenca, con inverni freddi e precipitazioni minime, è diventato “molto buono” per il

tartufo selvatico. Nella regione di La Mancha Toledo stanno nascendo molte piantagioni di vigneti, pistacchi, mandorle o uliveti, colture legnose che hanno sostituito i tradizionali cereali, la cui superficie, secondo un rapporto di Asaja (Associazione agraria dei giovani agricoltori) si è quasi dimezzata. Non c’è pericolo, però, di desertificazione, perché gli inventari forestali del ministero dell’Ambiente rivelano che aree come Almeria, Murcia o Alicante hanno una superficie a bosco maggiore di quella che c’era venti o trenta anni fa.


Crisi del latte nel Wisconsin FRANCIA: DOCUMENTARIO SUGLI “EX AGRICOLTORI”

La televisione francese France5 ha mandato in onda il documentario “Un’altra vita dopo l’agricoltura?”, prendendo spunto dai 10mila agricoltori francesi che, ogni anno, lasciano la loro professione. Prezzi bassi, aumento del carico di lavoro, standard sempre più severi, sfide costanti per la società ... Fatto sta che, secondo gli autori, questa realtà rimane tabù, perché quello dell’agricoltore è più che un lavoro: è una passione, una vocazione; anche un destino familiare, produttori di latte del 26 dollari al pound agli che si abbraccia per l’intera carriera lavorativa, se non attuali 17. La crisi è coin- per la vita. Per France 5 l’agricoltura è una delle profesWisconsin affrontacisa con i dazi su acciaio sioni più colpite dal “burnout”. Le due crisi del 2009 e del no la diminuzione e alluminio straniero, ma 2015 hanno causato danni, alcuni irreversibili. Sono circa del prezzo. Lo stato ancora più doloroso per 13.000 le aziende agricole che, ogni anno, scompaiono in americano, noto come i produttori lattiero-case- Francia. Il documentario rivela anche come gli ex agri“America’s Dairyland”, ari del Wisconsin è stato coltori siano molto ricercati dai cacciatori di teste, perché assiste alla sparizione non contano le ore, lavorano sodo e con ogni tempo e, al degli allevatori di vacche il dazio del 25% che il da latte. Negli ultimi due Messico ha introdotto sul tempo stesso, sono operai, contabili e manager.

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anni quasi 1.200 aziende lattiero-casearie hanno smesso di mungere. Il numero totale di mandrie raggiunge oggi le 8.000, circa la metà di 15 anni fa. Lo scorso anno, secondo la American Farm Bureau Federation, 49 aziende agricole hanno presentato istanza di fallimento. Gli allevatori sono disperati: solo negli ultimi cinque anni il prezzo del latte è diminuito di quasi il 40 per cento, passando dai

formaggio americano, che viene prodotto con un volume significativo della produzione di latte di questo Stato. Il nuovo accordo commerciale nordamericano, che dovrebbe fornire ai produttori di latte un maggiore accesso al mercato strettamente controllato del Canada, deve ancora venire ratificato dal Congresso e rischia di non essere mai approvato a causa dell’opposizione democratica.

RIPERCUSSIONI BREXIT IN IRLANDA

In caso di una Brexit ‘No Deal’, il rischio economico per l’agricoltura irlandese, con circa 110 mila posti di lavoro, è importante: la metà della produzione di pollame, carne suina, bovina e latte è esportata verso il Regno Unito. E la situazione non sarebbe certamente migliore per gli agricoltori dell’Irlanda del Nord. Un’uscita brutale dall’Europa sarebbe accompagnata da tasse do-

ganali, controlli sanitari e, soprattutto, dalla soppressione dei sostegni europei, che finanziano fino all’80% l’agricoltura dell’Ulster. Ne dà notizia la rassegna della stampa estera di Agrapress, citando un articolo di “Le Monde”. MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 37


SPECIALE DIFESA SOSTENIBILE

Al convegno di Confagri Mantova si è parlato dell’antagonista naturale al flagello dei campi

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primi esemplari di cimice asiatica sono stati osservati in Italia nel settembre del 2012 dai ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Il nome scientifico di questo insetto poco gradito originario del Giappone, della Cina e di Taiwan è Halyomorpha halys. La cimice si è diffusa negli Stati Uniti negli anni ‘90, mentre è arrivata in Europa nei primi anni 2000. La tropicalizzazione del clima, a cui si assiste in questi ultimi anni, ne ha favorito la diffusione anche alle nostre latitudini. Colpisce tantissimi tipi di colture, da quelle arboree a quelle erbacee come, ad esempio, la soia, ma poi anche gli ortaggi, dai fagiolini ai pomodori, senza dimenticare le piante dove viene colpito il frutto e dove si genera marcescenza dello stelo. L’entità dei danni? Da quelli prettamente estetici, che però concorrono alla svalutazione del prodotto, a quelli più severi, laddove le punture dell’insetto possono determinare la perdita del raccolto. A scopo preventivo si può intervenire con presidi meccanici, quali le reti antigrandine, oppure con la lotta integrata.

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Guerra alla ci Un aiuto nella lotta contro la cimice asiatica potrebbe arrivare da un suo simile, un altro insetto da inserire progressivamente nelle nostre campagne che, soltanto dopo adeguati studi in laborato-

rio, potrebbe contrastare la diffusione esponenziale di questo alieno. È questa la prospettiva, una piccola luce in fondo al tunnel per i produttori, emersa nel corso del convegno “Bio-ecologia della


La cimice asiatica

imice asiatica cimice asiatica e approcci sostenibili per la difesa”, organizzato da Confagricoltura Mantova. A dare un po’ di speranza al comparto agricolo nella lotta contro la cimice asiatica è stata Lisa Maistrello,

del dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha illustrato le prove di contrasto effettuate tramite il parassitoide oofago (che deposita cioè uova all’interno di

L’imenottero italiano che parassitizza le uove di Halyomorpha uova altrui) Anastatus Bifasciatus, rinvenuto in Emilia Romagna e giudicato adatto a questo tipo di compito: «Nel corso del 2018 - ha spiegato Maistrello - sono state effettuate diverse prove su appezzamenti sperimentali. Abbiamo visto che l’insetto in questione colpisce la cimice asiatica in due modi, parassitandone le uova oppure mangiandole direttamente. In questo 2019 dunque, a partire da fine maggio-inizio giugno, quando le cimici depongono le loro uova, procederemo con il rilascio progressivo di migliaia di parassitoidi e studieremo l’efficacia di questo rimedio naturale». La soluzione è adatta ai frutteti, così come le barriere fisiche (reti), mentre per le colture in pieno campo, come mais e soia, la situazione è più complicata: «La difesa chimica ha spiegato Stefano Caruso, del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena - al momento è scarsamente efficace. Molto di più lo sono le protezioni fisiche, che però non possono essere adottate dappertutto. Le reti antigrandine, in particolare, hanno dato ottimi risultati nei frutteti». Sul tema è intervenuto poi il vicedirettore di Confagricoltura Mantova Massimo Battisti, che ha illustrato la misura 5.1.01 del Psr lombardo, atta a finanziare interventi di protezione fisica contro la cimice asiatica. “L’appuntamento svolto - ha detto Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova - ha dimostrato una volta di più che fare agricoltura vuol dire lottare quotidianamente contro la natura. La cimice asiatica è un flagello recentissimo, che ci ha colti di sorpresa proprio perché finora non ha trovato nemici naturali e ha avuto quindi vita facile nel colpire le nostre colture. I danni nel 2018, soprattutto sulla soia, sono stati ingenti». (G. M.) nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 39


SPECIALE DIFESA SOSTENIBILE

ENEA studia prodotti innovativi per ridurre i fitofarmaci

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ricercatori del Centro ENEA di Trisaia, in Basilicata, stanno studiando l’impatto ambientale dei bioinsetticidi di nuova generazione in grado di “silenziare” specifici geni degli insetti che causano danni alle coltivazioni. Condotta nell’ambito del progetto europeo “iPlanta”, coordinato dall’Università Politecnica delle Marche, questa ricerca prevede test sull’interazione tra gli insetti trattati con l’innovativo biopesticida e i loro predatori naturali utilizzati nella lotta integrata, che è un tipo di agricoltura caratterizzato da una drastica riduzione di fitofarmaci. “Questa tipologia di bioinsetticidi presenta diversi vantaggi: prima di tutto agisce in modo mirato su poche specie di insetti, in particolare i coleotteri, e garantisce una bassa persistenza nell’ambiente naturale, oltre a minori rischi per gli agricoltori”, spiega il ricercatore ENEA Salvatore Arpaia, uno dei due referenti italiani del progetto. I nuovi bioinsetticidi sono basati sulla tecnica detta “RNAi” (RNA-

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Nuovi bio

interferente), che sfrutta un meccanismo naturale presente in organismi vegetali e animali per portare alla perdita di funzionalità di un gene bersaglio, fondamentale per la sopravvivenza o la fertilità dell’insetto. “Fin dalla sua scoperta nel 1998, l’RNAi aggiunge Arpaia - ha catturato l’attenzione dei ricercatori per le sue potenzialità nel controllo di parassiti e di malattie in agricoltura. Una risposta positiva al biopesticida è stata riscontrata,

ad esempio, nella ‘dorifora della patata’, l’insetto che rappresenta la principale minaccia per le coltivazioni di questo tubero”. Le ricerche ENEA si stanno concentrando su un insetto predatore come la Chrysoperla carnea, comunemente chiamato crisopa, che rappresenta uno dei principali “nemici” di afidi (i cosiddetti pidocchi delle piante), acari, lepidotteri, coleotteri e cocciniglie, tutti insetti dannosi per colture come piante da frutto, fragole


Larve e uova di crisopa

Si vogliono “silenziare” specifici geni degli insetti dannosi

insetticidi

e ortaggi. “Dai primi test effettuati - sottolinea Arpaia - non abbiamo riscontrato effetti negativi sulla crisopa quando entra in contatto con i biopesticidi RNAi, aprendo la strada a un loro possibile uso anche in agricoltura biologica”. Il progetto “iPlanta” è finanziato nell’ambito di COST (European Cooperation in Science and Technology), l’organizzazione intergovernativa che finanzia progetti quadriennali, detti Azioni (Action), per la creazione di reti di ricerca tra scienziati europei e di altri Paesi. Oltre ai biopesticidi in agricoltura, la tecnica dell’RNAi potrebbe rivelarsi utile anche nel risanamento ambientale. “Insieme all’università di Atene - conclude il ricercatore di ENEA - testeremo questa biotecnologia sulle piante per renderle in grado di assorbire inquinanti dal suolo oltre il loro limite naturale. Questo permetterebbe di bonificare i terreni da metalli tossici come arsenico e cadmio. Ovviamente non si tratta di piante destinate all’alimentazione umana o animale, ma che una volta raccolte, potrebbero essere utilizzate nella produzione di energia e biocarburanti”. (G. M.) nnn

L’OLIO VEGETALE CHE AUMENTA LA FOTOSINTESI

All’olio vegetale “Biozon”, prodotto da Multiossigen, è andato l’Innovation Award di Macfrut 2019 a Rimini. Non è un fertilizzante o un fitofarmaco, ma una sostanza corroborante in grado di aumentare la fotosintesi e rendere le piante più resistenti agli stress. È composto da un mix di oli di origine italiana, tra cui olio di oliva e lecitina di soia, usata come addensante, in cui viene insufflato azoto, attraverso un procedimento brevettato. Può essere utilizzato su ogni tipo di coltura: piante da frutto, colture industriali, orticole, floricole, cereali e tappeti erbosi. L’impatto ambientale del prodotto è zero, ma è in grado di prevenire i processi degenerativi delle piante aumentando in modo significativo la presenza di clorofilla, il cui ruolo è paragonabile al sistema immunitario nell’uomo. MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 41


SPECIALE DIFESA SOSTENIBILE

A Bruxelles, Syngenta ha annunciato impegni in crescita per ricerca e sviluppo

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n occasione del “Forum for the Future of Agricolture” - l’importante appuntamento dedicato all’agricoltura e all’ambiente che si tiene ogni anno a Bruxelles - Syngenta ha annunciato il proprio impegno ad accelerare i propri programmi di innovazione per rispondere sia alle crescenti sfide che gli agricoltori sono chiamati ad affrontare nel mondo, sia al cambio di prospettiva della società civile. L’annuncio è stato il risultato delle oltre 150 sessioni di confronto tenute in tutto il mondo alla fine dello scorso anno, durante le quali sono stati raccolti innumerevoli punti di vista trasversali. “Oggigiorno, gli agricoltori devono gestire il cambiamento climatico, l’erosione del suolo e la perdita di biodiversità e, allo stesso tempo, andare incontro alle nuove aspettative e idee dei consumatori in materia di tecnologie dedicate all’agricoltura”, ha dichiarato Alexandra Brand, Chief Sustainability Officer di Syngenta. “C’è un’innegabile richiesta di innovazione e di maggiore impegno nell’affrontare tali sfide in una maniera il più possibile positiva per agricoltori, consumatori e ambiente”.

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l’in Il nuovo approccio di Syngenta punta a migliorare ulteriormente i metodi di coltivazione e protezione dei raccolti e a trovare soluzioni volte a rispondere alle sfide ambientali, sociali ed economiche, sempre più interconnesse. Tre saranno le aree di attività specifiche su cui l’azienda focalizzerà il proprio contributo: • Innovazione orientata alle esigenze della

società e dell’ambiente - Il punto di vista della società e le esigenze ambientali, così come la risposta ai bisogni degli agricoltori, diventeranno sempre più motore per l’innovazione di Syngenta. L’azienda intende sviluppare, infatti, i nuovi prodotti secondo principi di sostenibilità verificati esternamente e definire il portfolio in consultazione con agricoltori e


Risposte a sfide ambientali, sociali ed economiche, sempre più interconnesse

Accelerare innovazione VISIONE CONDIVISA PER AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Syngenta è attivamente impegnata nell’’attività di ascolto e dialogo oltre che di proposta. Ha tenuto molteplici listening sessions con stakeholder di tutto il mondo per rispondere alla necessità di ottenere un punto di vista comune sul modo in cui i diversi sistemi agricoli possono contribuire alla realizzazione degli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” delle Nazioni Unite. Le listening sessions hanno incluso diverse modalità di confronto tra cui tavole rotonde e conversazioni one-to-one, coinvolgendo in totale più di 350 stakeholder.

stakeholder. • Massima riduzione dei residui nelle colture e nell’ambiente - Syngenta lavora costantemente per assicurare la sicurezza dei propri prodotti, già altamente regolamentati, e il ruolo che svolgono nel garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti. L’azienda di impegnerà a collaborare con i partner coinvolti per ridurre ulteriormente i residui nelle colture, mantenendo inalterata la produttività, continuando a migliorare la salute del suolo e prevenendone l’erosione. • Investimenti mirati a tutela degli agricoltori e dell’ambiente - L’azienda intende collaborare con agricoltori, Università e gruppi ambientalisti per ricercare e sviluppare nuove soluzioni e mercati sostenibili. Si impegnerà inoltre a riferire in modo trasparente riguardo ai progressi e ai risultati degli investimenti. Riccardo Vanelli, amministratore delegato di Syngenta Italia, ha così commentato la contestualizzazione di questo nuovo impegno anche nel panorama agricolo italiano: “Sentiamo una responsabilità molto forte e per questo abbiamo deciso di fare un passo in più, accelerando la nostra capacità di innovare per supportare gli agricoltori in modo ancora più efficace, fornendo loro strumenti innovativi e in grado di garantire migliori risultati con un minor dispendio di risorse e preservando terreno e ambiente”. Syngenta intende portare avanti, ulteriori confronti con gli stakeholder allo scopo di definire con precisione obiettivi e metriche per ciascuna delle aree di attività identificate e continuerà a lavorare per ricavare, da queste sessioni, informazioni utili alla definizione della prossima fase di sviluppo del The Good Growth Plan, che avrà inizio a partire dal 2020. (Cl. Cos.) nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 43


SPECIALE DIFESA SOSTENIBILE

Lotta integrata Sostenibilità è un must per l’impresa familiare di Nicola Servadei che produce frutta e uva da vino di Elisabetta Tufarelli

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icola Servadei è un imprenditore familiare agricolo, associato Fiaaf, esperto ed appassionato, che coltiva con competenza e passione frutta e vigne a Faenza, in provincia di Ravenna. “Ho 47 anni e con l’aiuto di mio padre Giuseppe Nerio e mia madre Gabriella mando avanti la tradizione familiare della nostra azienda agricola: 75 ettari in affitto, di cui 38 coltivati a frutteto e vigneto, creati da mio nonno”. L’azienda produce in prevalenza pesche e nettarine, ma anche albicocche, susine, cachi e kiwi, per un totale di 7.000 quintali, che consegnamo a due cooperative ortofrutticole; dai vigneti pervengono 2.500 quintali di uve tra Trebbiano e Sangiovese che vengono conferiti alla can-

Selfie familiare

tina sociale di Barbiano. Per Nicola la sostenibilità è un ‘must’, perché rispetta l’ambiente; è anche economicamente


Controllo insetti nocivi attratti da ferormoni e trattamenti mirati

vantaggiosa perché contribuisce a migliorare la qualità della vita degli agricoltori e dei consumatori, sensibilizzandoli a seguire

abitudini alimentari equilibrate e ad un consumo responsabile del cibo. “Per questi motivi spiega - ho scelto di praticare la lotta integrata, la tecnica di difesa agronomica che, prevedendo una drastica riduzione dell’uso di tutti i prodotti chimici di sintesi, ha un sensibile minore impatto ambientale, dando caratteristiche di salubrità ai prodotti. In pratica utilizzo trappole che mi permettono di monitorare gli insetti nocivi, che vengono attratti dai ferormoni femminili ed eseguo i trattamenti in modo mirato solo se e quando si supera la soglia di guardia”. L’Italia è leader mondiale nella produzione di pesche e nettarine, un comparto che oggi dà lavoro a oltre 100 mila persone in Italia, compreso l’indotto dell’in-

dustria di trasformazione e del packaging. “I nostri frutti - sottolinea - definiscono la bellezza del nostro paesaggio rurale. Sono esportati in tutta Europa e fanno parte del Dna della Romagna, come la piadina, il Sangiovese e il liscio. Occorre riuscire a valorizzare sempre più questi meravigliosi prodotti che, oltre ad essere simbolo dell’estate, perché arrivano nel mercato tra giugno a settembre, fanno bene alla salute, sono dissetanti e ricchi di betacarotene, hanno poche calorie, danno valore al nostro territorio”. L’imprenditore familiare è entrato a pieno titolo in azienda già a 25 anni: “Dopo aver fatto diverse esperienze - racconta - ho finalmente capito che quello che cercavo nella vita era lì, a casa mia, nell’azienda dove ero cresciuto e dove avevo iniziato come coadiuvante. Oggi sono pienamente soddisfatto dalla mia scelta. Nel 2010 ho preso completamente le redini dell’attività”. Sogni nel cassetto? “Uno solo - racconta - ma importante: riuscire a mantenere e sviluppare l’azienda, inserendo innovazioni, con grande attenzione alle varietà migliori da immettere e ai sistemi da utilizzare. Mi riferisco in particolare a metodi che permettano un utilizzo più attento dell’acqua attraverso sonde e centraline”. In un’impresa familiare l’impegno è costante e a tutto tondo e Nicola Servadei si occupa praticamente di tutti gli aspetti, da quello agronomico a quello commerciale. “Sono convinto - conclude - di aver terminato un ciclo di attività. Il prossimo step, per forza di cose, si baserà sull’innovazione. In questo momento sto studiando e valutando con attenzione su quali tipologie e su quali prodotti, anche nuovi, impiantare il nuovo ciclo”. nnn MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 45


EPS Ente Produttori Selvaggina

INTERVISTA AL PRESIDENTE DI EPS GALDINO CARTONI

Produttori di selvaggina Una storia antica quella di EPS Ente Produttori Selvaggina, nato nel 1933 al posto dell’URB, l’Ente degli Utenti delle Riserve e Bandite di caccia (URB), istituito con regio decreto nel 1936 per offrire assistenza tecnica e rappresentanza ai concessionari delle riserve e delle bandite ed al personale che vi operava. Nel 1944 le vicissitudini della guerra civile portarono la crisi all’interno dell’Ente, che vide trasferita la sua sede prima a Piacenza e poi a Milano, mentre a Roma, nell’Italia Liberata, l’EPS veniva ricostituito. Oggi l’Ente, completamente riorganizzato, grazie anche all’attuale presidente Galdino Cartoni, svolge un ruolo di primo piano nel settore faunistico venatorio. Presidente Cartoni quali sono le competenze e le finalità dell’Ente? Noi siamo in primo luogo produttori di selvaggina, ovvero produttori di fauna selvatica allo stato naturale o, se vogliamo, nel suo ambiente naturale. Da sempre l’ente si occupa di tutto ciò che riguarda la “gestione della fauna selvatica”: reintroduzioni, ripopolamenti, gestione delle aree naturali, tecniche di allevamento dei selvatici destinati al rilascio in natura, studio dei popolamenti animali. E siamo un’associazione venatoria, l’unica che, per finalità statutarie, è riconosciuta come sindacato. I nostri soci sono i cacciatori (4.000) e le aziende faunistiche venatorie (700). Con la riforma del 1977, infatti, gli istituti delle riserve di caccia vennero trasformati in aziende faunistico venatorie, che possono essere di proprietà degli agricoltori, dei comuni o di privati. 46 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

Galdino Cartoni

Qual è la vostra attività e come siete strutturati? Possiamo contare su un autonomo centro di ricerca e sulla collaborazione con diverse istituzioni scientifiche nazionali. Il campo di applicazione e studio, dapprima rivolto alle sole aziende faunistico venatorie, negli ultimi dieci anni si è aperto anche alle aree naturali gestite dalla pubblica amministrazione (aree protette, zone ripopolamento e cattura). Altra attività ritenuta strategica dall’Ente è la formazione, diretta ai tecnici faunistici, agli operatori ed ai giovani che lavorano nelle aree naturali, attraverso l’uso e l’applicazione delle più recenti e avanzate tecnologie. La sede nazionale è a Roma, ma siamo presenti in tutte le regioni e in diverse province. Partecipiamo ai comitati tecnici faunistici nazionali, regionali e provinciali, dove svolgiamo un

ruolo di indirizzo nelle politiche di gestione e di pianificazione faunistica. Facciamo parte della Cabina di regia del mondo venatorio. Inoltre, l’attenzione dell’Ente è particolarmente concentrata sull’uso sostenibile delle risorse naturali, anche come opera di sensibilizzazione presso tutti coloro che sono coinvolti direttamente o indirettamente nella fruizione e nella gestione economica del territorio: agricoltori, tecnici, politici e cacciatori. Quali sono i rapporti con il mondo agricolo? L’associazione negli ultimi anni ha riconquistato un ruolo determinante nel rapporto tra mondo agricolo e venatorio, un opportuno trade union tra utenti venatori e gestori della fauna selvatica, al momento individuati dalla legislazione nazionale nei concessionari degli istituti faunistici a carattere privato. Abbiamo rafforzato il rapporto con Confagricoltura, con il ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo e con le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, sulle quali stiamo intervenendo per nuove iniziative di legge. Quali in particolare? Tre. La prima affinché decada definitivamente dalla legge 157 l’articolo che stabilisce che le aziende faunistico venatorie debbano operare senza fini di lucro; la seconda affinché l’abilitazione al prelievo selettivo (conseguita su modelli Ispra) abbia validità su tutto il territorio nazionale; la terza affinché i cacciatori europei possano venire in Italia, così come i nostri possono andare in Europa, attraverso la conversione della loro licenza di caccia.


Senza dimenticare che la nostra finalità obiettivo, che ormai è una necessità vincolante per la futura gestione, è di far riconoscere la selvaggina come proprietà degli agricoltori, un prodotto “un bene”, al pari degli animali da allevamento, da considerarsi come risorsa e non come problema. Quali altri benefici potrebbero venire da un più stretto legame tra il mondo agricolo e quello venatorio? La collaborazione e la pianificazione comune della gestione della fauna selvatica appianerebbe in primis il fenomeno dei danni e ricollocherebbe i cacciatori nella posizione di utenti, con notevole vantaggio di entrambe le parti. Responsabilizzare prioritariamente gli agricoltori nelle scelte gestionali, nel rispetto delle densità agro forestali sostenibili, collocherebbe la gestione della fauna selvatica tra le rendite agricole sollevando così lo Stato dalle spese di gestione e dal rimborso dei danni. Per i cacciatori cambierebbe esclusivamente il referente istituzionale. Il cacciatore, con le attuali normative, non ha praticamente avuto ruoli e con l’inver-

sione di responsabilità, avrebbe invece un ruolo attivo a fianco degli agricoltori. Come vi inserite, nelle nuove problematiche ambientali e di tutela del territorio? All’inizio del secolo scorso uno dei più importanti ornitologi italiani, Ettore Arrigoni degli Oddi, affermava che le riserve e le bandite di caccia avevano un ruolo fondamentale per la protezione della natura. Nel dopoguerra la rivista ufficiale dell’ente, “La Riserva di Caccia”, vide la collaborazione di Alessandro Ghigi, fondatore dell’Istituto nazionale per la Fauna Selvatica. E durante gli anni ‘60 e ’70 altri importanti naturalisti hanno scritto sulla rivista, che patrocinò

alcune delle nascenti associazioni ambientaliste e le prime oasi naturali del nostro Paese. Le aziende faunistico venatorie oggi producono biodiversità, grazie ai continui miglioramenti ambientali, favorendo una ottimale conservazione della fauna selvatica. Il concessionario, dunque, può essere definito un “alchimista” dell’ecologia applicata, che dalla cura del territorio ricava valore aggiunto anche mediante l’attività venatoria, favorendo il turismo e l’alimentazione biologica. La dinamicità dell’Ente su questi temi sta coinvolgendo e incuriosendo anche i non concessionari, con progetti legati alla new wildlife economy. Per questo sono orgoglioso che la nostra storica testata “La Riserva di Caccia”, che per molti anni ha cessato le pubblicazioni, dall’ 11 maggio abbia ripreso ad uscire on line in diverse lingue, www.lariservadicaccia.com Gabriella Bechi MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 47


ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO PUGLIA LAZZÀRO SU ZES ADRIATICA

“L’approvazione del Piano strategico per la Zes Adriatica interregionale (zona economia speciale) è un altro importante tassello per lo sviluppo del territorio e una grande opportunità per il settore agroalimentare”. È il commento del presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro a proposito del passaggio in giunta regionale del progetto per la Zona Economica Speciale che unirà la Puglia Adriatica al Molise. “Insieme alla Zes Ionica - dice Lazzàro - avremo finalmente strumenti che garantiranno alle imprese agevolazioni fiscali, snellimento della burocrazia, innovazione dei processi. Tutti elementi capaci di attrarre investimenti e aumentare la fiducia dei nostri imprenditori. La Zes si estenderà fino a coinvolgere, oltre a Bari, anche Foggia, Barletta, Brindisi, Lecce e le relative zone Asi. Gli incentivi speciali previsti in queste zone per le aziende, attraverso gli strumenti di agevolazione fiscale e di semplificazione di tipo amministrativo spiega il presidente di Confagricoltura Puglia - sono una possibilità unica per il comparto agroalimentare”. 48 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

di Alessandra Porro

TAVOLA ROTONDA DI CONFAGRI CHIETI

Coltivare il turismo

A Chieti tavola rotonda sul tema: “Qualunque forma di agricoltura coltiva turismo”. Sono intervenuti, al fianco del presidente degli agricoltori chietini Mauro Lovato, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, il presidente di Agriturist Cosimo Melacca, i presidenti di Confagricoltura e ANGA Abruzzo Fabrizio Lobene e Claudio Scipioni, gli assessori regionali all’Agricoltura e al Turismo Emanuele Imprudente e Mauro Febbo. Lovato, nel saluto introduttivo, ha rimarcato l’importante connubio agricoltura - turismo, “perché coniuga la tutela del paesaggio attraverso le produzioni agricole di alta qualità con l’offerta di un turismo esperienziale e consente di vivere la straordinaria bellezza della campagna abruzzese. L’agricoltura, nelle sue forme, è parte integrante ed indispensabile allo sviluppo economico della nostra regione. Offre la possibilità a turisti italiani e stranieri di conoscere il nostro territorio attraverso il lavoro nei campi: i prodotti alimentari”. Giansanti ha ribadito la necessità di avviare vere politiche

economiche indirizzate al settore: “Per troppi anni le politiche agricole sono state influenzate da urgenze ed emergenze. E’ arrivata l’ora di tornare alla programmazione”. Dal canto suo Melacca ha chiesto agli assessori quali iniziative vogliano intraprendere per contrastare la concorrenza sleale causata dalla proliferazione dei B/B nei confronti delle aziende agrituristiche: “Gli agriturismi così come li conosciamo rischiano di chiudere o di riconvertirsi in forme di ospitalità non legate all’esercizio delle attività agricole ed allevamento: un pericolo e una omologazione al ribasso per i nostri territori”. L’assessore Febbo - coordinatore della Commissione Turismo e Industria alberghiera nella Conferenza StatoRegioni - si è impegnato a rivedere le norme che regolano queste diverse attività; l’assessore Imprudente, sollecitato sui temi inerenti il PSR, ha riferito di aver già portato sui tavoli ministeriali la ‘questione Abruzzo’: “Occorre rivedere tutto il Piano, privilegiando gli interventi a favore delle imprese e ridurre quelli a pioggia”.


DIBATTITO DI CONFAGRICOLTURA MODENA

Crescere per competere

Di grande interesse la tavola rotonda ‘Crescere per competere’, organizzata da Confagricoltura Modena all’Istituto Calvi di Finale, dove si è fatto il punto su aggregazione ed export dell’agroalimentare italiano. In evidenza gli interventi, tra gli altri, del presidente di Federalimentare Ivano Vacondio e del direttore dell’area economica di Confagricoltura nazionale Vincenzo Lenucci. Secondo il presidente di Federalimentare la vera minaccia per l’agroalimentare italiano è la revisione del CODEX, che ci obbligherebbe alle famigerate “etichette semaforo”, un’assurdità per le nostre eccellenze come il parmigiano reggiano, l’olio di oliva e il prosciutto, solo per citarne alcune. Lenucci si è soffermato sugli accordi di libero scambio, che vanno valutati caso per caso, per ponderare vantaggi e svantaggi, garantire reciprocità delle regole produttive e prevedere clausole di salvaguardia adeguate attivabili in caso di squilibri di mercato. In particolare nel comparto pera - dove il 50% della produzione italiana è concentrato

nelle province di Modena e Ferrara e che arriva al 70% se si aggiungono Bologna e Ravenna - l’aggregazione di prodotto diventa fondamentale per ridurre lo squilibrio di potere contrattuale tra produzione e mercato. L’on. Guglielmo Golinelli, componente della Commissione Agricoltura alla Camera, ha fatto il punto sulla difficoltà di ricambio generazionale che connota il mondo agricolo. “La maggioranza dei componenti della Commissione Agricoltura a Montecitorio è composta da imprenditori agricoli e abbiamo tutti gli strumenti necessari per portare l’agricoltura al livello che merita, anche se nelle scelte europee - con il 75% delle norme ci vengono dall’Europa - l’Italia è spesso penalizzata”. I dati confortanti della produzione agroalimentare italiana sono accolti con favore anche da Giovanna Parmigiani, componente di giunta di Confagricoltura. “È importante che la politica italiana si concentri sul nostro settore: è solo con l’aiuto del governo che possiamo diventare competitivi”.

CUNEO INNOVARE IL NOCCIOLO

“Il Nocciolo come laboratorio tecnico dell’innovazione” è il convegno organizzato da Confagricoltura Cuneo con agricoltori, rappresentanti della trasformazione e della ricerca. Dai 18mila ettari del 2015, la superficie coltivata in Piemonte ha superato i 24mila ettari nel 2018 (+35,4%). “Per far crescere la filiera produttiva - ha spiegato il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia - serve qualità, organizzazione, ricerca e innovazione tecnologica”.

CREMONA RICCARDO CROTTI PRESIDENTE LIBERA

Riccardo Crotti, 70 anni, veterinario, conduttore con due fratelli di un’azienda di 70 ettari, parte in proprietà e parte in affitto, ad indirizzo cerealicolo e zootecnico nel comune di Capergnanica, è stato nominato presidente della Libera per il triennio 2019 - 2021. Vicepresidenti: Elisabetta Quaini per i proprietari, Amedeo Ardigò per gli affittuari e Sebastiano Bongiovanni per l’impresa familiare. MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 49


CAMPI ROSA

di Elisabetta Tufarelli

CONVEGNO A ROMA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Le donne guardano al futuro Il prossimo 6 giugno, alle ore 10, a Roma, nella sede di Confagricoltura, organizziamo il primo importante appuntamento convegnistico del Alessandra Oddi Baglioni nostro mandato: “Cambiamenti climatici: le donne guardano al futuro”. Abbiamo scelto questo tema di grande attualità perché siamo convinte di giocare, come donne e come imprenditrici agricole, un ruolo determinante nella lotta ai cambiamenti climatici. Da un lato, attraverso questo nostro evento, intendiamo risvegliare le coscienze per promuovere una maggiore consapevolezza sul problema, dall’altro vorremmo proporre una rete tra imprese, società

civile e Istituzioni che dia maggiore spazio alle donne. E all’indomani delle elezioni europee vogliamo sottolineare anche la necessità di politiche mirate ad evitare la discriminazione di genere nell’economia verde e che siano capaci di incoraggiare le donne verso studi tecnicoscientifici nei settori dell’ambiente e delle tecnologie energetiche per favorire una maggiore consapevolezza delle esigenze femminili, anche nella definizione delle politiche in materia di cambiamenti climatici. Ma non solo. Da imprenditrici sappiamo come questo fenomeno, inevitabilmente, determinerà modifiche nella pianificazione delle colture. Le nuove condizioni climatiche ci spingono a sondare nuove opportunità, che potrebbero anche risultare vantaggiose e che dobbiamo conoscere e valutare. Vi aspettiamo numerose. Alessandra Oddi Baglioni

ASSEMBLEA DI CONFAGRICOLTURA DONNA PIEMONTE presso l’Abbazia di Lucedio, nel Vercellese, uno dei più belli esempi di architettura cistercense. “Con il 2019 - ha detto la presidente Paola Sacco - abbiamo ripreso l’abitudine di svolgere le nostre assise in un’azienda agricola associata per far conoscere angoli di territorio ricchi di arte e di storia e più che mai vivi perché utilizzati per l’attività agricola”. All’evento erano presenti, insieme alle associate, anche Luca Brondelli di Brondello (componente della giunta nazionale di Confagricoltura e presidente di Confagricoltura Alessandria), Giovanni Perinotti (presidente di Confagricoltura Vercelli-Biella), Paola Battioli (presidente di Confagricoltura Novara), Cristina Bagnasco (direttore di Confagricoltura Alessandria) e Roberto Sonzini (direttore di Confagricoltura Novara). 50 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

CREATIVITÀ FEMMINILE

Al convegno distrettuale Fidapa, patrocinato da Confagricoltura Donna Emilia Romagna, è intervenuta la presidente Rosanna Scipioni. “Il futuro creativo dell’agricoltura - ha detto - è rappresentato in buona parte dall’impegno femminile, vocato ad attività in grado di coniugare innovazione, tradizione e multifunzionalità, con attenzione per l’ambiente. Quello che dobbiamo prepararci ad affrontare non è necessariamente un futuro facile, ma certamente consapevole. Evitare gli sprechi, irrigare con intelligenza, fermare il consumo di suolo e la desertificazione, uso oculato dei pascoli, valorizzazione delle biodiversità, adattamento ai cambiamenti climatici, sono alcuni esempi di un operato virtuoso. L’educazione alimentare, altra vocazione femminile, è l’anello di congiunzione naturale tra un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e la valorizza zione del settore agroalimentare, in cui rientrano a pieno titolo, anche gli alimenti di origine animale, necessari nelle giuste quantità, rispettando il benessere animale e ricorrendo a forme di allevamento più naturali.


L’Anga al rinnovo delle cariche elettive RAFFAELE MAIORANO LASCIA IL TESTIMONE DOPO SEI ANNI INTENSI DI PRESIDENZA

I

giovani di Confagricoltura avranno un nuovo ni favorevoli, di collaborazione, stima, rispetto recipresidente e nuovi dirigenti. In un’associazione proco e fiducia, e desidero ringraziarvi per avermi imprenditoriale vivace e propositiva come l’Anga permesso di lasciare un’Anga forte e in una situaè una fase importante e anche fisiologica. “Sono zione positiva. Sono sereno e soddisfatto per aver stati sei anni di crescita personale e professiona- raggiunto questi risultati”. Tanti sono, da maggio le, intensi e pieni di grandi risultati. Ora non ho 2013, i progetti portati avanti dall’Anga. A partire dal paura di voltare pagina nuovo logo, che ha rinIL C O M M E N T O - ha sottolineato Raffaele novato l’immagine visiva Maiorano - perché cerdell’Associazione. Tra gli Il nuovo avanza sempre. tamente c’è per me un avvenimenti più imporLo sostengo con orgoglio libro nuovo da comintanti, la partecipazione perché non è solo una ciare. Sono fiero dei prodi un’ampia delegazione questione anagrafica, nagetti innovativi che, con di giovani imprenditori turale nelle associazioni il comitato di presidenza al Global 500, il forum giovanili, ma un modo e tutti voi, siamo riusciinternazionale sugli aldi essere, un percorso di ti a realizzare in questi levamenti da carne e sviluppo di persone, competenze e rapporti umani. anni. La nostra Associalatte; Seeds&Chips, the Sono stati sei anni importanti, questi, che mi zione è cresciuta di nuGlobal Food Innovation hanno fatto crescere molto come uomo e come mero e può esprimere Summit, Expo, #filiere imprenditore e, anche se non tutto è sempre al meglio la sua presenintelligenti, con i giovani andato liscio come l’olio, mi sono divertito imza sul territorio. Con le di Federalimentare e il parando. È stata un’esperienza più che positiva, nostre diverse iniziative supporto del Cnr. Tanta perché abbiamo lavorato insieme e con gli stesabbiamo suscitato molti la formazione messa in si obiettivi. Ora toccherà alla nuova squadra. I interessi e tante nuove campo, così come le inigiovani sono stati, sono e saranno sempre, allo adesioni, che consentoziative, anche legislative, stesso tempo, futuro e presente dell’Organizzano di consolidare il noper favorire il ricambio zione. Il mio augurio è rivolto a Confagricoltura, stro progetto. Sono orgogenerazionale rendenalle imprese agricole e ai ragazzi che verranno, glioso, soprattutto, per do praticabile il passagperché si continui ad amare il nostro lavoro e la nostra Organizzazione, perseguendo con lo aver contribuito a costrugio del testimone dagli stesso spirito, lo sviluppo e l’innovazione del ire una realtà solida, inanziani alle nuove leve. nostro settore e delle nostre imprese. Un grande sieme a voi che mi avete Grande e costante anche progetto iniziato tanti anni fa e che certamente accompagnato, una base l’attenzione all’innovacontinuerà, con il nuovo corso. Grazie. associativa composta da zione e alla diffusione di Raffaele Maiorano imprenditori giovani, una ‘buona informazioPresidente Nazionale Anga innovativi ed entusiasti. ne’ sull’agricoltura. Ho lavorato in condizioElisabetta Tufarelli MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 51


CREMONA

IMPEGNO PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Paolo Faverzani presidente

Appuntamento allo Smau

Paolo Faverzani, 27 anni, imprenditore agricolo e titolare a Stagno Lombardo delle due aziende di famiglia (entrambe a doppia vocazione: zootecnia da latte e bioenergie prodotte con impianti fotovoltaici) è il nuovo presidente dell’Anga di Cremona. È stato eletto dall’assemblea, riunita nella sede della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi sotto la guida del leader uscente Roberto Bellini. Eletti anche i consiglieri ed i vicepresidenti: tra i primi figurano (in rappresentanza della zona di Cremona) Michele Milanesi e Francesco Peri, confermati, ed i ‘volti nuovi’ Maria Vittoria Berselli, Marco Soldie Marco Mussa. Per la zona di Crema, Vittoria Filippini e Giorgio Stanga, confermati insieme a Gianguido Ottaviani (new entry). Per quella di Casalmaggiore, Francesco Chiari (confermato) e Luca Dalzini (nuovo). I vicepresidenti sono Vittoria Filippini (Crema) e Francesco Chiari (Casalmaggiore).

A giugno appuntamento a Bologna per lo Smau. L’accordo siglato tra Smau e Giovani di Confagricoltura-Anga per promuovere l’innovazione nell’Agrifood ha permesso di realizzare iniziative per stimolare la community degli imprenditori agricoli proprio su questo tema, favorendo l’incontro con operatori nazionali e internazionali, che possono supportare le imprese del settore nell’affrontare la sfida della trasformazione digitale in un settore, quello agroalimentare, che vede l’Italia protagonista nel mondo e che fa registrare, per il nostro Paese, una crescita dell’export costante negli anni. A Bologna saranno tre i giovani associati che presenteranno le loro esperienze. Francesco Canetti con la sua azienda che si è specializzata in agricoltura biologica. L’impresa oggi vanta di una superficie di 120 ettari, in provincia di Ferrara, coltivati a grano duro, grano tenero, mais, soia e bietola. “Come giovane agricoltore - spiega - ho trovato naturale rivolgere il mio impegno verso la massimizzazione del reddito attraverso la diversificazione colturale e l’impiego degli strumenti più moderni, ai quali ho contribuito nel knowhow tecnologico per rendere più performanti gli interventi in campo”. Alessandro Zambonelli ha preso le redini dell’azienda dopo aver studiato agraria all’università di Bologna. “L’indirizzo

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- sottolinea - è principalmente seminativo estensivo. Produciamo cereali, come grano tenero e duro, orzo, partecipando ad alcune filiere locali; erba medica, alcune leguminose, in particolare da seme, e lavoriamo anche con la filiera del girasole. Nel passato eravamo particolarmente impegnati nella coltivazione della canapa, che ho reintrodotto come coltura in rotazione”. Flavia Montroni è impegnata, assieme alla sorella Chiara, nella gestione dell’azienda di famiglia: 140 ettari a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. I principali prodotti coltivati sono patate, frumento e orzo da seme, barbabietole portaseme, mais da seme e actinidia. Negli ultimi anni in azienda è stata inserita una nuova coltura, il mirtillo, e un piccolo impianto di more. “È stato il primo anno in cui sono entrati in produzione i mirtilli - racconta -. Le more vi entreranno tra due anni. Siamo ancora alla fase pilota del progetto; stiamo costruendo una rete di vendita per valorizzare l’altissimo standard qualitativo e cercando soluzioni di packaging innovative e sostenibili, innanzitutto plastic free”.


WORKSHOP CONFAGRI E ANGA DI SALERNO

Marketing e vendita Riuscire ad interagire efficacemente con la controparte commerciale in ambito business to business, chiudendo accordi e contratti convenienti e duraturi per i prodotti agricoli non è facile. Oggi non è più sufficiente essere un bravo imprenditore con il miglior prodotto al miglior prezzo, ma bisogna saper comunicare, creando un dialogo capace di fidelizzare il cliente. Ma non solo. Occorre presentare l’azienda come un’occasione irrinunciabile per chi acquista in termini di business, in un mondo ricco di insidie, ma anche di notevoli opportunità per l’imprenditore agricolo, fatto di buyer della grande distribuzione, export manager

e centrali di acquisto. Questo l’obiettivo del workshop gratuito su: “Marketing e vendita. I segreti per lo sviluppo commerciale di un’impresa che opera in mercati business to business”, organizzato a Battipaglia da Confagricoltura Salerno, in collaborazione con Anga e il contributo di AimB2B, associazione italiana per il marketing. Tra tasse, burocrazia, intermediari e concorrenza estera, gestire un’azienda agricola è un’impresa sempre più difficile e per sopravvivere in questo mercato bisogna sapersi rinnovare; proprio per rispondere a queste sfide, oggi ineludibili per la moderna impresa agricola. Per Confagricoltura sono intervenuti

Fabrizio Marzano, presidente della Campania e Antonio Palumbo, presidente di Anga Salerno. Spunti e suggerimenti sono arrivati poi da Andrea Zucca, presidente nazionale di AimB2B e da Carmela Villani, presidente di sezione Campania e Lazio.

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FORMAZIONE

a cura di Antonella Torzillo

COLLABORAZIONE ENAPRA E OSSERVATORIO SMART AGRIFOOD

Impegno per soluzioni digitali

Si è rinnovata la collaborazione tra l’Enapra-Confagricoltura e l’Osservatorio Smart AgriFood, uno degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano che ha l’obiettivo di fare ricerca nel campo delle innovazioni digitali all’interno della filiera agricola e agro-alimentare. L’11 aprile scorso il kick off dell’anno accademico, un workshop presso la sede del Politecnico a Milano. Attraverso la ricerca si mira a comprendere in profondità le innovazioni digitali che stanno trasformando la filiera agricola e agro-alimentare, unificando le principali competenze necessarie: economico-gestionali; tecnologiche; agronomiche. Inoltre, si vuole veicolare i risultati della ricerca ai decision maker, creando occasioni di incontro e di confronto tra gli stakeholder per promuovere il dialogo e l’innovazione di valore, e fare cultura, diffondendo l’informazione e la conoscenza sull’innovazione digitale nella filiera. “Attraverso la partnership con l’Osservatorio - ha detto Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra 54 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

contribuiamo agli esiti della ricerca, portando al tavolo dei lavori esperienze in campo delle imprese e le loro storie di trasformazione dovute all’impatto del digitale in agricoltura. Inoltre, vogliamo fare del nostro Ente un punto di riferimento qualificato per le aziende che aprono le porte alla digitalizzazione, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di orientamento, supporto e di investimenti in formazione e aggiornamento professionale”. L’innovazione è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano; l’offerta tecnologica - e digitale - è ampia e varia, e le opportunità da essa generate impattano tutta la

filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione. Spinta dalla consapevolezza dell’importanza di questi temi Enapra ha già messo in campo diverse iniziative utili per gli imprenditori agricoli associati. Si cita su tutte il Catalogo dell’Ente, arricchito dalle proposte Skills4Agri e Skills4Wine, in cui sono contenuti numerosi corsi - come per esempio quello sull’Open Innovation - che hanno lo specifico obiettivo di favorire il processo di informazione, promozione, validazione e valorizzazione dello sviluppo dell’innovazione e della digitalizzazione in agricoltura. Per maggiori dettagli: info@enapra.it

Parola chiave del mese: Premio innovazione Il Premio nazionale per l’innovazione nel settore dell’agricoltura è stato istituito da Confagricoltura ed è diretto alle imprese agricole. Nasce con l’idea di mostrare con un momento celebrativo quanto il settore sia già ricco di innovazione, mettendo in luce l’ampia e articolata offerta di soluzioni tecnologiche, di prodotto e di processo e organizzative, già poste in essere negli ultimi anni, o in corso di sviluppo.


FORMAZIONE

PROGETTO “RLS EVERYDAY” CON INAIL

Sviluppare cultura della sicurezza Si è svolto, a Roma, l’evento di lancio del progetto “RLS EveryDay” finanziato da Inail e realizzato in partnership con Enapra, Federsicurezza Italia, Piazza Copernico. Il progetto intende fornire ai rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza in azienda e sul territorio (Rls e Rlst), una completa occasione di documentazione normativa e pratica; l’intento è di sviluppare a tutti i livelli la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro. Per garantire un’informazione completa e puntuale su tutti gli aspetti che riguardano la figura degli RLS si prevede di mettere a disposizione un’apposita APP mobile (per Android ed Apple) e gli aggiornamenti saranno differenziati per settore e lavorazione. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza potrà accedere agli strumenti operati-

vi a supporto dello svolgimento della sua attività, attraverso check-list di intervento formalizzate e condivise, che rappresentano le best practice di settore. In tal modo potrà avere una sorta di “protocollo d’azione” per svolgere la propria attività nel rispetto del mandato e delle specificità di ogni settore/lavorazione. Tra i relatori dell’evento, Roberto Caponi, presidente di EBAN e direttore della area sindacale di Confagricoltura, il quale ha illustrato nel dettaglio le potenzialità positive derivanti dal progetto nel contesto del sistema agricolo che vede le aziende sempre più impegnate nello sviluppo della propria organizzazione in termini di sicurezza. Nei prossimi mesi si svolgeranno altri due incontri provinciali per la presentazione dell’iniziativa.

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OVER 65

di Elisabetta Tufarelli

L’olfatto è importante più di 2.000 persone tra i 70 e gli 80 invitandoli a distinguere tra 12 odori comuni. “Il nervo olfattivo - rilevano gli studiosi - è l’unico nervo cranico direttamente esposto all’ambiente ed è vulnerabile alle perturbazioni causate da condizioni che contribuiscono alla mortalità, tra cui malattie mediche, lesioni cerebrali traumatiche e malattie neurodegenerative. Questi fattori ci hanno spinto a concentrarci sempre più sulla relazione tra danno olfattivo, malattia e rischio di morte negli anziani”. Il naso ‘sensibiAttenzione al calo dell’olfatto le’, infatti, allontanava di più da anziani: è un sintomo da del 50% il rischio di morte nei non sottovalutare, perché può successivi 10 anni. A parere essere un segnale importante che predice problemi di salute dei ricercatori i test sull’olfatto dovrebbero diventare esami di prima che altri sintomi della possibile grave malattia appaia- routine per gli adulti più anziano. Lo rileva uno studio dell’U- ni, anche perché il suo declino, niversità del Michigan, pubbli- è già ritenuto essere un segno premonitore della malattia di cato negli Annals of Internal Parkinson e della demenza. Medicine, che ha analizzato GLI ANZIANI INVESTONO IN CASE il mercato immobiliare alimentato dalla fascia degli over 60, nel 2018, è risultato stabile. E si calcola che il 7,8% degli acquisti sia stato effettuato proprio da pensionati. Pur essendo la fascia di consumatori con maggiori disponibilità finanziarie, il 13,1% dei pensionati è ricorso a un mutuo, mentre l’86,9% della compravendite è avvenuto con i risparmi, senza l’intervento da parte di istituti di credito. Ad essere più gettonati sono il mare e le località turistiche, con il 10,7% di acquisti che ha riguardato la casa per le vacanze; ma, nel 64% dei casi, gli anziani hanno acquistato l’abitazione principale. 56 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2019

EMERGENZA MEDICI

Sono soltanto poco più di 2000 gli specialisti in grado di curare a tutto tondo 14 milioni di over 65, un segmento della popolazione in deciso aumento, che raggiungerà i 20 milioni nel 2050. I medici geriatri capaci di seguire quegli anziani che hanno più malattie contemporaneamente sono troppo pochi e, come ha evidenziato Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, ogni anno ne vengono formati solo 169, quando ne servirebbero 450. L’Italia è dunque un Paese che invecchia ma il gap tra necessità e offerta si allarga sempre di più. Superati i 70 anni di età, infatti, circa l’80% degli anziani deve fare i conti con almeno due o più patologie croniche, come cardiopatie, osteoporosi, pressione alta e diabete.


Ringiovanire la memoria MOVIMENTO SALVA CERVELLO

Camminare e sbrigare le faccende domestiche sono movimenti semplici che, però, potrebbero avere un effetto protettivo contro il declino cognitivo, aiutando a mantenere una buona memoria. Lo osserva uno studio guidato dalla Rush University Medical Center di Chicago, che svela come muoversi un po’ di più, anche semplicemente in casa, eserciterebbe un effetto protettivo per il cervello. La ricerca, pubblicata su Neurology, ha coinvolto 454 anziani, di cui 191 con segni di demenza e 263 senza. La salute fisica e le abilità legate alla memoria dei partecipanti e al ragionamento sono state testate ogni anno per 20 anni. Chi si muoveva di più durante il giorno ha ottenuto punteggi più alti nei test per valutare la memoria e la capacità di ragionamento; gli individui più attivi erano quelli meno colpiti dalla demenza. Secondo gli studiosi, una maggiore attività fisica aumenterebbe fino all’8% i punteggi della memoria e del ragionamento logico.

Con il passare degli anni la maggior parte delle persone tende ad avere qualche problema di memoria. Si tratta di una normale conseguenza dell’invecchiamento cerebrale, non associata a patologie come la demenza. Durante uno studio pilota, i ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine sono riusciti a ‘ringiovanire’ la memoria di 16 persone di età compresa tra i 64 e gli 80 anni, con qualche piccola difficoltà a ricordare le informazioni, attraverso la stimolazione non invasiva del cervello. Per ottenere questo risultato gli esperti hanno utilizzato una risonanza per localizzare nel cervello dei

partecipanti l’ippocampo, il centro della memoria. Sempre ricorrendo alla medesima tecnica, hanno poi individuato la zona in cui la corteccia cerebrale è maggiormente in contatto con l’ippocampo: ciò ha permesso loro di trovare in ogni persona il punto esatto in cui appoggiare la sonda della Stimolazione Magnetica Transcranica (Tms). Ringiovanire la memoria sembra possibile: gli anziani hanno ottenuto risultati paragonabili a quelli della fascia più giovane della popolazione, dimostrando l’efficacia del trattamento. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Neurology.

OVER 65 AL LAVORO: gli americani in età pensionabile, per lo più baby boomer, lavorano oggi come non mai, ma non perché abbiano bisogno di soldi. In generale sono persone altamente istruite, con alti redditi che, lavorando, si sentono più sani di quanto non siano mai stati. A quanto riporta l’analisi effettuata da United Income non tutti i baby boomer hanno voglia di fare i pensionati. Infatti circa il 20% degli americani di età superiore ai 65 anni - per un totale di 10,6 milioni di persone - lavora ancora o è alla ricerca di un’occupazione. MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 57


C E N T R O S T U D I di Riccardo Calabrese e Giorgio Lo Surdo

TURISMO, NEL 2018 DIMEZZATI ARRIVI E PRESENZE

Cresce ospitalità non imprenditoriale

N

el 2018, la crescita degli arrivi e delle presenze nelle imprese turistiche italiane (dati Istat, sia pur ancora provvisori) evidenzia un sostanziale dimezzamento rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda gli arrivi, si passa dal +5,3% del 2017 sul 2016, al +2,6% del 2018 sul 2017. Più pesante è la flessione dell’incremento di presenze (pernottamenti): nel 2017 sul 2016 era +4,4%; nel 2018 sul 2017 scende a + 1,8%. A questo andamento decrescente contribuisce soprattutto il movimento dei turisti italiani, che passa, per quanto riguarda i pernottamenti, dal +3,2% del 2017 sul 2016 al +1% del 2018 sul 2017. Gli stessi raffronti, per i turisti

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stranieri, segnano +5,6% nel 2017 e +2,6% nel 2018. Gli arrivi di stranieri, nel 2018 sono cresciuti del 3,3% quando la media di crescita nell’Europa Mediterranea (stime UNWTO Organizzazione Mondiale del Turismo) è stata del 7%. Per l’Italia il turismo rappresenta una risorsa economica molto importante, nella misura in cui è molto più quello che spendono i turisti stranieri che visitano il nostro Paese rispetto a quanto spendono i turisti italiani che viaggiano all’estero (dati Banca d’Italia). Questo saldo attivo è cresciuto anche nel 2018 avvicinandosi ai 16 miliardi di euro: pur essendo rallentata la crescita della spesa dei turisti stranieri (+6,1% nel 2018 sul 2017 con-

tro +7,7% nel 2017 sul 2016), è di più rallentata la crescita della spesa dei turisti italiani all’estero (+4,1% contro +8,9%). La spesa turistica media giornaliera degli stranieri (spesa totale/presenze), nel 2018 è aumentata dell’1,4%, arrivando a circa 108 euro; nel 2017 era poco superiore ai 106 euro (+1,5% sul 2016), e nel 2016 poco inferiore ai 105 euro. Circa un quarto della spesa turistica degli stranieri che viaggiano in Italia è destinato alla ristorazione e all’acquisto di prodotti alimentari. La crescita, in valore assoluto, di tale spesa è direttamente proporzionale alla “popolazione aggiuntiva” turistica derivante dalla differenza fra presenze in Italia di turisti


stranieri (attivo) e presenze di turisti italiani all’estero (passivo). La popolazione aggiuntiva era cresciuta, nel 2017 sul 2016, del 22%; nel 2018 sul 2017, la crescita è stata solo del 6,1%. D’altra parte, nel 2018, si registra un’importante crescita dei soggiorni turistici degli stranieri in strutture ricettive “informali” cioè non organizzate in forma imprenditoriale: tali soggiorni sono passati da un già rilevante 42,6% del totale nel 2016, al 42,8% del 2017 e infine al 43,9% del 2018. Il turismo internazionale (viaggi verso un Paese diverso da quello di residenza) è da anni in costante crescita. Negli ultimi anni, sia pure con andamento influenzato da alcuni periodi

di crisi economico-finanziaria mondiale, la crescita media annuale degli arrivi, a livello globale, è stata intorno al 4% (dati UNWTO - Organizzazione Mondiale del Turismo). Nell’Europa mediterranea, la crescita media annuale degli arrivi internazionali è stata pressoché doppia (+7-8%) a confronto con il dato globale. Rispetto a tale incremento di area, la crescita italiana è stata, negli ultimi anni, sempre inferiore, pur conservando al nostro Paese la quinta posizione al mondo per arrivi internazionali (dopo Francia, USA, Spagna e Cina) e la sesta per il derivante giro d’affari. Nel 2018 abbiamo registrato +4,6% (dati Banca d’Italia) rispetto al +7% dell’Euro-

pa Mediterranea. Ha rallentato, di conseguenza, la crescita della “popolazione aggiuntiva” turistica (+6% nel 2018 contro +22% nel 2017), alla quale corrisponde anche un maggior consumo (rispetto alla domanda interna) di prodotti agroalimentari, per lo più tipici, tramite la ristorazione e l’acquisto nei punti vendita. Resta pressoché invariato l’aumento della spesa turistica media giornaliera dei turisti stranieri (+1,4-1,5%) appena superiore all’andamento del tasso di inflazione. Per arrestare la perdurante perdita di quote del mercato turistico mondiale, l’Italia deve finalmente definire e attuare concretamente un piano strategico per lo sviluppo del turismo.

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AGRITURISMO

di Elisabetta Tufarelli

FATTORIA ANTICA FORCONIA

Suggestioni abruzzesi

Q

ui, nella “Fattoria Antica Forconia”, si respira aria di casa in tutte le stagioni. Un assaggio della terra d’Abruzzo, a pochi chilometri dall’Aquila, con i sapori di una volta concentrati in piatti ben cucinati e ben presentati. Mara Quanni è il deus ex machina, che dà vita e forma ai sapori e ai saperi tipici della tradizione locale, punto di forza dell’agriturismo che gestisce insieme al marito Alfredo Di Giovanni e i figli Mario e Antonello. La struttura è completamente circondata dal verde di un folto

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bosco, un vero e proprio “angolo di paradiso” ai piedi del monte Sirente, con una magnifica vista sul Gran Sasso, dove rilassarsi e ritemprare corpo e spirito ammirandolo splendido panorama, all’interno dei bungalow, completamente antisismici e costruiti in legno e vibrocemento. “Tutto nasce - spiega Mara - da un progetto di vita iniziato circa dieci anni fa, quando abbiamo accorpato vari appezzamenti arrivando a quattro ettari. Abbiamo così creato la nostra Fattoria Antica Forconia’. Siamo stati spinti dalla voglia di

valorizzare il nostro territorio, con cui abbiamo un legame profondo e dal desiderio di custodirne i valori, condividendoli e trasmettendoli perché diventino patrimonio e ricchezza anche per le future generazioni”. Una scelta di passione, che traspira dalle camere (arredate con stile rustico ma molto accogliente), dall’ospitalità semplice e calorosa, dai prodotti che provengono dalla fattoria dove sono coltivati con metodo rigorosamente biologico. Gli ortaggi possono essere gustati sott’olio, al naturale e in confetture dagli svariati sapori. I piatti saporiti che offre il ristorante - si consiglia la prenotazione - sono tutti rigorosamente della Conca aquilana o con qual-


che disgressione regionale, come i cazzarielli con fagioli e broccoli, sagne con fagioli, le fettuccine al sugo d’agnello, la pecora alla cottora o le pappardelle ammassate a mano con misto di farine grezze e raffinate, condite con sugo di papera. Tutto viene preparato in casa, dagli antipasti al dolce e ai liquori. “Più dell’80% dei prodotti che utilizziamo in cucina - precisa - dalle carni alle verdure, dagli ortaggi alla frutta, provengono dalla nostra azienda agricola”. L’agriturismo è un luogo magico per i bambini, che possono muoversi liberamente, avvicinarsi al regno della natura e degli animali passeggiando in sicurezza per osservare da vicino i diversi animali

presenti. Antica Forconia è anche una fattoria didattica, nella quale gli alunni, con le spiegazioni dei proprietari e secondo il ritmo delle stagioni, possono conoscere l’agricoltura e le fasi di coltivazione, raccogliere le uova nei pollai, ANTICA FORCONIA

Via Mausonia snc, L’Aquila cell: 3384999047 - 3458056079 email: info@fattorianticaforconia.com www.fattorianticaforconia.com

assistere alla tosatura delle pecore, alla raccolta dei frutti di stagione o partecipare alla preparazione dei dolci e del pane fatto in casa nel forno tradizionale. La struttura ha una grande club house che può ospitare fino a 150 persone, attrezzata con le tecnologie audio/ video, che può essere adibita a riunioni, incontri di lavoro, eventi e feste. È una location ideale per scoprire l’Abruzzo. Situata ai piedi del Parco Velino Sirente, si possono raggiungere facilmente le piste da sci di Campo Felice con soli 10 minuti di macchina, visitare le Grotte di Stiffe, una delle maggiori attrazioni carsiche della provincia o la necropoli di Fossa. L’agriturismo è aperto tutto l’anno. MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 61


VINO

di Gabriella Bechi

TAURASI DOCG 2013 DELL’AZIENDA AGRICOLA FIORENTINO A PATERNOPOLI (AV)

Sogno familiare

S

iamo nel piccolo borgo rurale di Paternopoli, al centro dell’aerale del Taurasi, in Irpinia territorio ricco di antiche tradizioni, di luoghi da visitare e anche di produzioni tipiche. Qui la famiglia Fiorentino ha da sempre avuto la vocazione per l’agricoltura e per il vino. Ma è agli inizi degli anni Novanta che risale la prima esperienza di vinificazione, oggi ripresa in forma moderna e innovativa nella nuova cantina. “Nel 1914 - racconta Giovanni Fiorentino - nostro nonno Luigi emigrò negli Stati Uniti. Dopo un secolo, con i miei fratelli, abbiamo realizzato il nostro sogno familiare: trasformare una passione in attività imprenditoriale su quei terreni che egli acquistò con i frutti del suo lavoro”. In azienda si coltiva solo l’uva Aglianico: una scelta di rispetto della tradizione familiare e della vocazione del territorio, dove questa uva esprime il suo carattere vero. “Nei vini che

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produciamo c’è il racconto di un impegno familiare - continua Giovanni - di rispetto dell’ambiente, della natura, con l’obiettivo costante della qualità, unendo il sapere della tradizione all’ innovazione e alla ricerca”. La vendemmia è eseguita a mano, nel rispetto delle piante e dei tempi. La lavorazione inizia con la pigiadiraspatura e quindi con la fermentazione del mosto, in fermentini di acciaio a temperatura controllata. La prima parte della maturazione del vino avviene in serbatoi di stoccaggio di acciaio, mentre nella barricaia si procede all’affinamento e all’invecchiamento delle diverse annate. La nuova cantina, realizzata nel 2012 in legno e con tecniche di bio-architettura da maestranze locali, è stata immaginata dall’architetto Angelo

Verderosa come uno spazio di relazione tra la campagna e l’uomo. Si produce energia solare e si recuperano le acque piovane. Sei ettari e mezzo vitati di Aglianico, in quattro diversi vigneti che esprimono quattro tonalità diverse di uva e di vino, con cui si confezionano tre etichette: Taurasi Docg, Irpina Aglianico Doc ed un Rosato. Sta andando anche a regime il vigneto Coda di Volpe, impiantato tre anni fa di cui si attende quest’anno la prima vendemmia, che completerà la gamma. Dodicimila le bottiglie prodotte annualmente con la collaborazione dell’enologo toscano Lorenzo Landi. La produzione è destinata in buona parte all’estero dove Fiorentino sta costruendo nuovi canali commerciali. Tra i vini spicca il Taurasi Docg. Aglianico 100%, pluripremiato e riconosciuto dai critici per le sue caratteristiche di unicità e modernità. Merito della famiglia Fiorentino che ha saputo cogliere le versatilità di questa uva, apparentemente così “dura”, creando prodotti più vicini ai gusti di oggi, senza nulla togliere alla territorialità del vitigno. Colore rosso rubino, bouquet variegato ed intenso con sentori di ciliegia, prugna, mora, ribes, mirtilli, violetta e petali di rosa. Profumi speziati di pepe nero, chiodi di garofano e noce moscata. Bocca ampia ed accogliente. Armonico ed equilibrato. Retro aroma lungo, irradiante e sensuale. Perfetto con le carni e formaggi a pasta dura.


MEGARON A PATERNOPOLI (AV)

Gustosa Irpinia

A

poca distanza dall’azienda Fiorentino, a Paternopoli, troviamo il ristorante “Megaron”, gestito da Lina Martone in cucina e dal marito Giovanni in sala: una sorpresa nel cuore dell’Irpinia che vi lascerà convinti ed entusiasti, perché la mano ai fornelli è autentica, molto costruita culturalmente ma non cerebrale, innovativa senza virtuosismi. Il locale fu aperto dal padre negli anni ‘80 e per capire come siano cambiate le cose basti pensare al nome Megaron (dal greco Μέγαρον, unico locale generalmente di dimensioni rilevanti, in cui il sovrano riceveva gli ospiti e consumava i banchetti), dato al ristorante perché pensato soprattutto per le cerimonie e che oggi è un locale di dimensioni assolutamente normali rispetto alle moderne strutture nate per la banchettistica. Nel 2000 Lina Martone lo ha completamente trasformato: una quarantina di posti, una bella saletta per prendere un aperitivo o il caffè, una buona carta dei vini, tanta cura nei particolari. Ma la vera caratteristica del locale è che quasi tutto quello COSCIOTTO DI AGNELLO

Con il Taurasi Docg 2013 dell’azienda Fiorentino, la chef Lina Martone propone Cosciotto di Agnello con prugne, porcini e Taurasi.

che viene servito a tavola è di propria produzione, dalle farine per il pane all’olio, dalle verdure alla frutta. Il menù è fedele alla tradizione, espressione di sapori autentici, quelli dell’Irpinia. Pensato per riscoprire il meglio della cucina nostrana coniugando fantasia, gusto e qualità dei prodotti. Ma la creatività è un diktat fondamentale per la chef, che sfodera un repertorio gastronomico incredibile, puntando su una cucina mediterranea a Km Zero. Una proposta costruita quotidianamente in base alla stagionalità, senza mai cedere alla banalità. Da qui nasce la sua ispirazione: largo dunque a Broccoli aprilatici, presidio slow food (a cui è dedicato un intero menù degustazione, dall’antipasto al dolce), Vellutate di legumi, Minestre maritate, Zuppa con porcini e castagna, Lagane (tagliatelle tipiche del posto) all’ortica con porcini e castagne, Verza, patate e cotechino, Campanello di vitello all’Aglianico e mela annurca, Stracotto al Taurasi. Tutti piatti espressione di una terra di cultura

e tradizioni contadine, di paesaggi montani e collinari, di sapori speciali, dove il vino non è solo di accompagnamento, ma diventa ingrediente fondamentale. Molto ricco, infine, il capitolo dei dolci, preceduto da una piccola selezione di formaggi. Crostate fatte in casa, chiacchiere, millefoglie alla crema sono solo alcune delle scelte possibili. L’utilizzo di prodotti a chilometro zero e dei frutti della verde Irpinia ha ripagato negli anni il difficile cambio di percorso, specialmente nell’entroterra dell’alta Irpinia. E il lavoro, la cura dei piatti e l’impegno premiano la Martone e suo marito Giovanni con uno dei riconoscimenti speciali del Gambero Rosso. Ancora più importante perché il Megaron è l’unico locale ad essere stato premiato in tutta l’Irpinia. Ristorante Megaron, via Neviera 11, Paternopoli (AV) MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 63


BUONO A SAPERSI

ALPINI: ALLA CAMPAGNA ALLA TRINCEA, DALLE DOLOMITI AL MONTE GRAPPA

Emozioni… da leggere

“P

ikadi par che poi prese il nome an fià” dell’intrepido ufficiale. (Appesi In questi luoghi dove la per un fiato), quebellezza della natura si sto il titolo del libro. mescola alle difficoltà Dagli occhi del proestreme della sopravtagonista Bepi, una vivenza, anche per finestra sul mondo gli inverni durissimi contadino dell’Otcon oltre trenta gradi tocento-Novecento, sottozero e le valanghe la sua emigrazione che spazzano via ogni a quattordici anni a cosa, si sviluppano Milano, l’amore e la una serie di vicende guerra in un concad’armi, ma anche di tenarsi di eventi e di fraternità fra i fronti situazioni. opposti. Una guerra Questo libro, pur avenEdizioni Piave 2019, 15 euro (box@tipografiapiave.it). cavalleresca, retaggio Invio con corriere ai lettori di “Mondo Agricolo” do come elemento portandi quelle più antiche. È te le vicende della Prima ferito e, dopo Caporetto, Guerra Mondiale del 1915-18 aggregato alle forze italiane animali e in Malga. A quattorcombattute sulle cime del dici anni, per una successione per la difesa del Grappa. Qui Lagazuoi, sulla Cengia Martini d’eventi, legge sul Gazzettino trova una guerra diversa, dove e sul Grappa, non è un libro i soldati sono “carne da macelin casa del Paron della mezdi storia, né un romanzo. È un zadria, che a Milano cercano lo”. Descrive “l’an de la fan”, veicolo emozionale che condu- dei manovali. Vi si reca ed è il post guerra e i suoi effetti ce per mano il lettore, a ritroso assunto come precario in una come “lo scemo di guerra” (ex nel tempo, nella realtà sociosoldato che è stato traumatizgrande società italo-francese economica della fine dell’Otto- impegnata nella telefonia, il zato da ciò che ha vissuto), cento e l’inizio del Novecento. fenomeno dell’epoca. Dopo l’emigrazione, la pellagra. Poi, calato nei frangenti della Quanto sopra è descritto e ractre anni di permanenza nella guerra, delle trincee, degli contato attraverso le riflessioni grande città dove sua sorella attacchi e contrattacchi, delle del giovane alpino, espresse maggiore lavora come balia giovani vite spezzate, della con le lettere che spedisce a da latte, il suo breve rientro a grandezza dell’altruismo e del- casa per la visita di leva, dove casa, alla fidanzata e al suo la barbarie, dell’inutilità della amico e nelle sue poesie. Un liincontra la sua fidanzata in guerra, con storie d’eroismo e una festa. Arruolato come alpi- bro emozionale arricchito dalle di viltà, di desiderio di pace e no con la qualifica di telefoni- riproduzioni d’opere d’arte di fraternità. sta al 7° Reggimento Alpini di affermati artisti che impreziosiscono il volume, che si apre È il racconto di un giovane Belluno, partecipa alle azioni zumellese di origine contadina di guerra sulle Tofane e Lagacon i saluti del governatore che trascorre la sua giovinezdel Veneto Luca Zaia e dei zuoi, e a fianco del Capitano za in mezzo alla natura, gli rappresentanti degli alpini e Martini sulla famosa Cengia,

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delle Istituzioni e che ha delle interessanti presentazioni. Per il prof. Leonardo Granata: “…Il forte carattere dell’opera è dato dai registri linguistici e stilistici utilizzati dall’autore, con le alternanze, incrociate, tra parlata bellunese e italiano e tra prosa e poesia. Già il titolo, ‘Pikadi par an fià’, incuriosisce per la lingua e per il richiamo alla precarietà ungarettiana della vita umana. Sul piano stilistico la prosa (sia in bellunese che in italiano) spiega la successione cronologica degli avvenimenti. Le composizioni poetiche, invece, sono più libere rispetto al contesto dei fatti narrati e rappresentano il vero ‘io narrante’ interiore, mettendo a nudo quella sensibilità d’animo di Bepi, più volte citata nell’opera e che avrà un ruolo fondamentale nel suo amore, ricambiato, per Elisa”. Secondo il direttore del men-

sile nazionale “L’Alpino”, don Bruno Fasani (orgoglioso di provenire da una famiglia contadina): “…Sarebbe davvero importante che questo lavoro, che racconta anche il riscatto di un figlio del popolo, arrivasse nelle mani delle nuove

generazioni. Per seminare in loro sementi di valori perenni, quelle capaci di far germinare campi di uomini e donne, padroni del loro domani e speranze per quanti sognano orizzonti migliori”. Edoardo Comiotto

PRESENTAZIONE LIBRO ALL’ADUNATA ALPINI DI MILANO

Il volume è stato presentato in varie occasioni ottenendo vivo consenso e apprezzamento. Particolare e informale è stata la presentazione del libro a Milano nello stand di Confagricoltura in occasione dell’Adunata degli Alpini. A fare gli onori di casa, rigorosamente con i cappello alpino, il presidente di Confagricoltura Lombardia Antonio Boselli e il vicepresidente di Confagricoltura Veneto Michele Negretto. Da ricordare pure la presentazione tenutasi presso il prestigioso Palazzo Ferro Fini di Venezia, sede del Consiglio Regionale del Veneto. Ospiti del presidente del Consiglio Roberto Ciambetti i dirigenti di Confagricoltura Veneto (dagli alpini presidente Confagri Verona Paolo Ferrarese di Belluno Diego Donazzolo, ecc.) fra i quali il vicepresidente Michele Negretto e il presidente di Agriturist Veneto Leonardo Granata che, indossando le vesti di presentatori, hanno introdotto il lavoro di Comiotto. “Pikadi par an fià” è stato donato, grazie alla Tipografia Piave e al Lions Club di Belluno, alle Biblioteche civiche e scolastiche della provincia di Belluno. MAGGIO 2019 | MONDO AGRICOLO | 65


CAMPI SONORI

di Gaetano Menna

CANZONI PER I 7 CHAKRA

Asini volanti econdo la tradizione orientale S i chakra sono i centri energetici dove scorre l’energia del corpo. E Luca Bonaffini, con “Il cavaliere degli asini volanti” (LDP Records), realizza un CD energico ed energetico, un flusso di energia che unisce l’uomo alla terra. Sette canzoni per i sette chakra. Cantautore di lungo corso - attivo collaboratore di Pierangelo Bertoli - ma anche scrittore, Bonaffini propone ispirate canzoni etno-pop, scritte a quattro mani con il compositore Roberto Padovan, che sono un appassionato viaggio musicale e sensoriale. Affiorano nuove e vecchie percezioni, per disegnare la felicità e la libertà di essere al di fuori

Ancorati alla terra “Cavaliere duro e fragile che combatti l’impossibile”

ALLEGRA RIVOLUZIONE

Anima popolare

M

etti un grande e fine cabarettista ed umorista assieme ad un vivace e appassionato gruppo etno-blues e scopri le radici del suono. Flavio Oreglio & Staffora Bluzer propongono “Anima popolare” (LDP Records). Il loro è un disco verace e nazional-popolare che unisce il cantautorato alla Guccini, al folk, al blues, al cabaret, al dialetto, al piano honky-tonk, in una girandola di invenzioni e commistioni. Oreglio canta deliri quotidiani (“La vita è una brucola ma anche una spatola”), ‘stolkera’ il blues, fa emergere la vis umoristica (in “Mezza minerale”, che è affine a “Il clarinetto” di Arbore). Si tuffa in un grande tributo alla Scuola Milanese, proponendo un’appassionata versione in dialetto di “Ma mi”, la canzone scritta da Strehler, che hanno cantato davvero tutti (Vanoni, Jannacci, Gaber, Milva, Nanni Svampa, I Gufi); siamo davvero alle origini del cabaret. Il CD, come titola uno dei brani, è davvero una “Bluzer Revoliscion”, un’allegra e pazza rivoluzione.

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degli schemi. Tanto è vero che si parte da una frase di Pericle dal suo discorso agli Ateniesi: “Non c’è alcuna felicità senza libertà, né libertà senza coraggio”. Libertà non rappresentata dal gabbiano Jonathan ma dal somaro, che è ancorato alla terra ma capace di “volare”, al di là della realtà. Sì, Luca è un vero ineguagliabile “asino volante”, testardo, coraggioso e irraggiungibile. I suoi nuovi brani sono cocciuti soffi di Eolo (“Senti la forza incrociata dei venti”, canta). Canzoni che racchiudono la vita e la terra, che ti travolgono. Dedicate a tutti i muli ostinati e contrari.

Napoli gipsy Napoli, il Mediterraneo, i Balcani… il duo ‘O Rom (Carmine D’Aniello e Carmine Guarracino) con il nuovo CD “Napulitan gipsy power” (Drom Music Lab/Pizzicato Music) viaggiano lungo le rotte del nomadismo più sfrenato. I dieci brani - a partire dal singolo “Shukar Drom” con il video realizzato a Scampia - fotografano un gruppo aperto, viscerale nell’esecuzione, poliedrico nell’ispirazione, determinato a contrastare stereotipi e razzismo, a favore della multiculturalità. Molti i musicisti dal cuore nomade, che hanno partecipato al disco: Daniele Sepe, Aldo Fedele (Dalla, Edoardo Bennato, Stadio), Speaker Cenzou, Daniele Sanzone (‘A67), Charles Ferris (Fanfara Station), Pino Ciccarelli (Concerto Musicale Speranza, Osanna), che hanno caratterizzato i brani con le loro personalità. ‘O Rom sono zingari nel cuore e con il loro sound abbracciano culture e storie diverse, facendo emergere la loro (e nostra) voglia di “Aceto balcanico”, come titola uno dei brani più sanguigni dell’album.


IN VIGNETO

5a

AZ. AGR. SPERIMENTALE CREA CENTRO DI RICERCA VITICOLTURA ED ENOLOGIA Via Busco 45 Spresiano (TV)

Nova Agricoltura in Vigneto è:

Gestione del suolo

Nutrizione

Difesa

EDIZIONE

6 giugno 2019 ore 9.00-17.00

Gestione della chioma

Viticoltura digitale

Viticoltura di collina

Vigneto, la rivoluzione digitale è già qui Robot, sensori, block-chain, meccatronica, IoT PROGRAMMA ore 9 - 13.00 Dimostrazioni dinamiche delle innovazioni in vigneto A cura di: Lorenzo Tosi giornalista Edagricole, Alessandra Biondi Bartolini giornalista e Cristiano Baldoin Unipd In contemporanea “Laboratori in vigneto”: • Robotica a cura di Rovitis • Sensoristica a cura di Pv sensing • Monitoraggio a cura di 4grapes Perleuve • DSS vite.net a cura di Horta • Viticoltura Bio a cura di Agronominvigna ore 13.00 Colazione in vigneto ore 13.50 CONVEGNO: “VITICOLTURA, LA SOSTENIBILITÀ PASSA DALL’INNOVAZIONE: Robotica, precisione, digitalizzazione e la svolta dei vitigni resistenti: il futuro del vigneto Italia è già in campo” “Il contributo della ricerca: fare innovazione è nel solco della nostra tradizione” Riccardo Velasco Direttore Crea-VE “Governare un valore che cresce battendo la strada della sostenibilità” Luca Zaia Presidente Regione Veneto ore 14.30 TAVOLA ROTONDA: “Grandi denominazioni a confronto”

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Innocente Nardi Consorzio Conegliano Valdobbiadene docg Stefano Zanette Consorzio prosecco doc Albino Armani Consorzio delle Venezie Lodovico Giustiniani Consigliere Conegliano Valdobbiadenne Armando Serena Consorzio Asolo Montello

ore 15.00 TAVOLA ROTONDA: “L’evoluzione digitale tra i filari: non basta uno smartphone per essere viticoltori smart” • “Progetto Agridigit, la ricerca pubblica per lo sviluppo della viticoltura 4.0” Marcello Donatelli Crea-CI • “Il futuro preciso del vigneto” Paolo Storchi Crea-VE • “Flessibilità per mitigare gli effetti del climate change” Diego Tomasi Crea • “La gestione precisa dell’irrigazione” Andrea Pitacco Unipd • “Protocolli di sostenibilità e usi sostenibili degli agrofarmaci” Roberto Causin Unipd • “La frontiera dei biostimolanti” Alberto Palliotti Unipg

Aziende che partecipano con le loro innovazioni in vigneto:

R

Per iscriversi on line all’evento: https://goo.gl/bEv9Tp • Per info: eventi.edagricole@newbusinessmedia.it – tel. 051.6575834 Nova Agricoltura è un’iniziativa:

Media partner:

In collaborazione con:

Sono previsti i crediti formativi:

Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari laureati della Provincia di Treviso



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